"CHI E’ DI DESTRA TORNI NELLE FOGNE": ECCO IL MODULO PER QUERELARE IGNAZIO MARINO



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di Cinzia Marchegiani

Roma – Solo due giorni fa il consigliere regionale Fabrizio Santori e Fabio Sabbatani Schiuma, già consigliere comunale 'Indipendente di Destra', rispettivamente Presidente Onorario e Segretario Nazionale del movimento Riva Destra, annunciavano l’azione legale nei confronti del sindaco di Roma, Ignazio Marino: "Abbiamo querelato Ignazio Marino per diffamazione. Le sue offese sono gravissime, non solo perché pronunciate dal sindaco di Roma, ma perché l’insulto fa chiaramente riferimento ad un vecchio detto degli anni ’70, allorquando la violenza politica prese il sopravvento: 'Fascisti, carogne tornate nelle fogne'. Il primo cittadino dà così della 'carogna' a chiunque, professandosi di destra o schierandosi a destra, si permetta di 'ergersi a scudo morale di questa società', cioè critichi in maniera aperta il suo operato”.

Class Action, un mare di adesioni. L’Osservatore d’Italia mette a disposizione dei lettori il modulo predisposto dai Consiglieri Santori / Schiuma per presentare querela nei confronti del sindaco Ignazio Marino, che molti lettori ci stanno richiedendo.

Il modello può essere scaricato e compilato nelle parti mancanti

Quello che sta avvenendo ha dell’incredibile, il popolo di destra e centrodestra sta reagendo con dignità e fermezza alle dichiarazioni fatte del sindaco di Roma Ignazio Marino.

Sabbatani Schiuma: “Siamo certi che parole così fortemente sprezzanti e che richiamano pericolosamente a slogan violenti dl passato, possano trovare qualche Giudice che passerà alle vie di fatto, mettendo chi di dovere di fronte alle proprie responsabilità e restituendo un minimo di dignità a un popolo che sta dimostrando di non arrendersi a questa inaudita violenza verbale".Un momento non felice per il sindaco della capitale, evidentemente i momenti di grande tensione hanno giocato un tiro mancino a chi deve scegliere se dimettersi o probabilmente mettere in agenda lo sciogliemnento del Comune per infiltrazioni mafiose che dovrebbe decidere il prefetto Gabrielli,  un'onta che di certo segnerebbe Roma a marchio a fuoco, che non solo i cittadini romani accetterebbero".