Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
Redazione
Un gruppo di ricercatori dell'Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche (Itb-Cnr) di Bari hanno identificato una proteina che rende piu' efficace il trattamento chemioterapico nel carcinoma renale, un tumore frequente nei pazesi occidentali e resistente alle terapie. Lo studio e' stato pubblicato sulla rivista scientifica Oncotarget. "Abbiamo scoperto che nei carcinomi renali a cellule chiare i livelli cellulari della 'proteina TRIM8' diminuiscono drasticamente e questa diminuzione sarebbe responsabile della mancata attivazione dell'oncosoppressore p53, gene che codifica la proteina principalmente coinvolta nell'esecuzione dell'arresto della proliferazione cellulare e dell'apoptosi o 'morte cellulare programmata', indotta dai chemioterapici", ha spiegato Apollonia Tullo, ricercatrice dell'Itb-Cnr e coordinatrice del lavoro. "Il carcinoma renale a cellule chiare e' il tipo di cancro al rene piu' comune negli adulti ed e' notoriamente resistente alla radioterapia e alla chemioterapia – ha continuato – perche', pur riportando raramente una mutazione nel gene p53, presenta alterazioni in altre proteine che regolano l'attivita' e la stabilita' di p53". I ricercatori del Cnr hanno dimostrato che ripristinando i livelli cellulari di TRIM8, le cellule diventano sensibili all'azione dei chemioterapici e la proliferazione tumorale viene bloccata in modo significativo. La scoperta apre promettenti prospettive terapeutiche sia per i pazienti affetti da carcinoma renale, che in generale per altri tumori che resistono all'azione dei chemioterapici, perche' aggiunge un nuovo tassello alla comprensione dei meccanismi di arresto della proliferazione tumorale in risposta ai chemioterapici".
Correlati