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di Chiara Rai
Cesano / Cassia bis (RM) – Si discute tanto su come nel 2014 verranno organizzate Province ed Enti locali e sulla presunta efficienza che porterà la costituzione di Roma Capitale Città Metropolitana.
Intanto lo scenario alle porte di Roma è davvero vergognoso. Potremmo soffermarci sullo stato dell’Ardeatina, sullo stato della strada provinciale Nemorense continuamente soggetta a frane e quindi eterno cantiere con un senso di marcia sempre interdetto.
Le strade provinciali e le strade statali per la gran parte sono colabrodo. Arterie pericolose dove aspettare l’autobus equivale a giocare alla roulette russa ma con la propria vita. Succede a Cesano dove, in alcuni punti, neppure esistono dei marciapiedi in prossimità di piazzole di sosta e fermate dei mezzi pubblici. Per non parlare dello stato pietoso della raccolta dei rifiuti: non esiste la raccolta differenziata porta a porta ma si possono ammirare, soprattutto in periferia, cassonetti divelti con immondizia lungo i pochi marciapiedi che ci sono. Oppure sul ciglio della carreggiata. Dei bidoni e cassonetti dell’immondizia che risalgono come minimo ad un trentennio fa.
Ma lo sdegno maggiore lo riserveremo allo scempio più grande: la Cassia Veientana SS2Bis che porta verso Viterbo, Bracciano e tutta la parte nord laziale. Una eterna e ormai consueta vergogna di rifiuti a cielo aperto gettati nelle piazzole di sosta e vicinanze.
Da anni ormai si parla di una necessità impellente di seria rivisitazione delle competenze della Cassia Bis per ottimizzare e rendere più agevole la capacità di intervento delle Amministrazioni Pubbliche. Ma parliamoci chiaro la Cassia Bis è abbandonata a se stessa. Oltre ad essere diventata una discarica è anche dominata dall’incuria: non viene fatta più neppure l’ordinaria potatura. Le fronde verdi ormai coprono parzialmente la segnaletica stradale. Non ci sono controlli. Basterebbe prendere la situazione in mano: controllare il territorio in modo e maniera che i furbetti che scaricano indisturbati si sentano osservati. Oppure un sistema di videosorveglianza sempre attivo che permetta di spedire loro una bella multa salata a domicilio. Oppure ancora privatizzare le piazzole, mettendoci un bel cartellone pubblicitario di qualche griffe e dire stop a tutta questa vergogna che il “pubblico” non è riuscito a gestire in tutti questi anni.
Basterebbe poco ma capiamo che in questo marasma di confusione e sprechi di soldi pubblici, i servizi essenziali sono i primi a saltare in aria.
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