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Angelo Parca
Cerveteri (RM) – "Non ho un sostentamento, sono costretta sulla sedia a rotelle e adesso mi è stata tolto anche il contributo del Comune, noi disabili siamo abbandonati".
Caterina Conti, persona con disabilità su sedia a rotelle, vive sola a Campo di Mare (Cerveteri). Non riesce a sostenere i costi di una necessaria assistenza h24.
Il Comune per la cronica carenza di fondi per il sociale, ha tolto i già esigui 250 euro per l'assistenza domiciliare in forma indiretta (soldi direttamente al disabile il quale sceglie ed assume direttamente l'assistente domiciliare e non attraverso le cooperative).
Cosi' Caterina ha dovuto rinunciare anche al telefono fisso ed internet, per esempio, e per una persona che vive da sola e sulla sedia a rotelle, le giornate sono lunghissime senza quello sguardo sul mondo che offre il computer. Può permettersi una assistente per 2 ore la mattina (per alzarsi dal letto, per vestirsi e per preparare un frugale pranzo) e due ore la sera (per mettersi a letto e rimanere da sola, in attesa di rivedere l'assistente il giorno successivo).
A lanciare e rinnovare il grido d'aiuto dei disabili e' Roberta Sibaud, vicepresidente dell’associazione Donne per la Sicurezza onlus: "Alziamo il livello di attenzione sul più importante servizio alla persona disabile, l'assistenza domiciliare, che è oggettivamente al di sotto del fabbisogno reale degli utenti. Lo stato dei servizi di accreditamento e di assistenza domiciliare – continua Sibaud – nonostante alcuni miglioramenti apportati negli ultimi anni, si trova in una condizione di ricorrente precarietà e inadeguatezza rispetto ai bisogni reali degli utenti: insufficienza del numero delle prestazioni domiciliari, lunghe ed estenuanti liste di attesa, carenza di centri diurni e case famiglia. Per non parlare della Delibera n.355 riguardante "l'epocale" Riforma del Sistema di Accreditamento e della Assistenza Domiciliare disposta dall'ex assessore ai Servizi Sociali del Comune di Roma Sveva Belviso, una riforma che sta creando molti problemi alla cittadinanza disabile. Inoltre, non rifinanziando il Fondo nazionale per la non autosufficienza (come se fosse un compito discrezionale e non un obbligo del Governo come sancito dalla Legge Quadro 104/1992) questa deresponsabilizzazione ha delegato alle Regioni, alle Province autonome e ai Comuni l'onere di reperire le risorse economiche necessarie per l'erogazione dei servizi assistenziali ai disabili non autosufficienti che ora si ritrovano a subire un grave danno alle condizioni di vita del disabile stesso e della famiglia (quando c'è!) Molti hanno genitori anziani non in grado di assisterli o vivono soli, o si trovano in precarie condizioni economiche. Stiamo purtroppo regredendo alla triste situazione dei primi anni 70 in cui l'onere della cura ricadeva completamente sul nucleo familiare, sia dal punto di vista assistenziale che economico.
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