Certe notti al teatro Ghione di Roma

Redazione

Roma – Fino al 19 febbraio al teatro Ghione di Roma è in scena "Certe notti", spettacolo con Antonio Grosso, Rocio Munoz Morales, Ciro Scalera, Antonello Pascale, Ariele Vincenti, Federica Carruba Toscano e la regia di Giuseppe Miale di Mauro.
Certe notti è un titolo aperto per uno spettacolo; aperto a voli pindarici che le parole di Grosso riconducono immediatamente a una realtà fatta di corpi, anime e sentimenti. Il tono brillante, i tratti dei personaggi, i loro rapporti, le loro storie che s‘intrecciano in vari modi, le risate, le riflessioni, l’ironia, la cattiveria, sono la vita che pulsa nel testo di Grosso.

Quella vita che in certe notti sembra non riuscire ad arrivare all’alba. L’alba di un esame che certe vite sembrano non riuscire a superare.

Cinque universitari condividono gli spazi della Casa dello Studente e vivono in quel limbo che separa il giovane dall’adulto. Alle prese con i loro problemi esistenziali e un futuro dalle tinte troppo sbiadite per essere visto con ottimismo. Il tutto sempre coronato da una patina d’ironia che attraversa come un filo rosso tutto lo spettacolo. E poi c’è un professore infame, autoritario e cinico, simbolo di una società che abusa il potere e chiude le porte in faccia ai giovani al grido di: “Qui comando io e tu non sei nessuno!”.

Ma arriverà prima o poi un terremoto che stravolgerà le cose, un terremoto che quelli come il professore hanno provocato con la loro spocchia, con la loro imprudenza, con la loro ignoranza. Un terremoto che il testo di Grosso fa sentire nell’aria da subito e fa intuire al più sgangherato del gruppo, un giovane autistico che i ragazzi troppo presi da loro stessi, dalle loro problematiche, non sanno ascoltare. E solo allora, sotto le macerie, ci sarà la resa dei conti, perché si sa che i conti si fanno alla fine, ma questa è una fine che sa tanto di nuovo inizio. Queste, sono certe notti in cui l’alba arriva a rischiarare un nuovo giorno.