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Angela Carretta
Il Dipartimento di Epidemiologia del SSR Lazio, con la collaborazione di Registro Tumori di Popolazione, Asl Lazio, Registro Nominativo delle Cause di Morte, Agenzia Regionale Protezione Ambientale Lazio, ha effettuato uno studio tra 1996 ed 2006, prendendo ad esame oltre 160.00 persone residenti nei comuni di Latina, Castelforte, Minturno e Santi Cosma e Damiano, al fine di realizzare una valutazione epidemiologia della popolazione residente nelle vicinanze delle centrali nucleari di Borgo Sabotino e del Garigliano.
Un articolo pubblicato ad ottobre 2012 sulla prestigiosa rivista scientifica “Epidemiologia e Prevenzione” dell’Associazione Italiana di Epidemiologia ne illustra i risultati. I ricercatori hanno monitorato tutta la popolazione residente entro sette chilometri dalle rispettive centrali nucleari, dichiarando che la mortalità (entro sette chilometri dalle centrali) non è diversa da quella della popolazione regionale”.
Sembrerebbe un dato rassicurante, a cui però si inserisce una conclusione dalla quale risulta che “Le donne, residenti entro sette chilometri dalle centrali mostrano un eccesso statisticamente significativo di incidenza del totale dei tumori radiosensibili e in particolare del tumore della tiroide rispetto a quanto si osserva, nello stesso periodo, per le donne residenti nella provincia pontina (53% in più), tanto che nel 2008 se ne dibattè in un convegno dal titolo “L’incidenza del tumore alla tiroide nella Provincia di Latina”.
Il monitoraggio eseguito sulla popolazione maschile ha mostrato che gli uomini residenti tra 2 e 4 km dalle centrali hanno un eccesso di mortalità totale per tumore dello stomaco e per malattie cardiovascolari. In assenza, però, di evidenze scientifiche e biologiche che supportino questa casistica con l’esposizione a radiazioni.
Per quanto riguarda l’incidenza di tumori tra i bambini, il Registro Tumori ha segnalato tra il 1996 e il 2006 tre casi di tumore linfatico in età pediatrica (un caso tra 0-1 km e due casi tra 4-5 km) e un caso di tumore cerebrale nella fascia dell’area studiata più distante dalle centrali (6-7 km)
I ricercatori hanno concluso che non si possa escludere che sia proprio la presenza degli impianti nucleari ad alzare il livello di attenzione della popolazione rispetto alla sintomatologia delle patologie tiroidea, fatto che porterebbe ad effettuare un maggior numero di accertamenti diagnostici rispetto ad altre aree della provincia e del territorio nazionale.
C’è da osservare che nell’indagine epidemiologica si è dovuta escludere sia la popolazione residente a Minturno che nella confinante provincia di Caserta, ed il quadro valutativo è quantomeno parziale considerando che risultata anche l’assenza di informazioni certe sugli inquinanti emessi dagli impianti e sulle modalità della loro diffusione ed eventuale contaminazione delle matrici aria, acqua e suolo. E’ quindi ipotizzabile che si continui a monitorare l’area, estendendo le ricerche anche all’agricoltura ed al bestiame presente nelle vicinanze dei siti.
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