Guida contromano nella galleria dell’autostrada per 4 km: il pronto intervento della Polizia stradale evita il peggio

[VIDEO] L’irrazionale manovra è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza di Autostrade Spa

Quando ai telefoni e alle radio del Centro Operativo Autostradale della Polizia Stradale  arriva la segnalazione di un veicolo contromano la tensione operativa e l’adrenalina salgono vertiginosamente in quanto il conseguente intervento è tra i più complessi e rischiosi a cui sono chiamati gli uomini della Polizia di Stato.

E’ quanto accaduto in A23 pochi giorni fa; erano da poco passate le ore 13:00 e, durante una fitta nevicata, un automobilista italiano alla guida di una Fiat 500L, dopo aver imboccato l’autostrada all’altezza di Camporosso, nel Comune di Tarvisio, in direzione Sud, ha invertito la marcia e percorso in contromano, sulla corsia di sorpasso, tutta la galleria Spartiacque lunga quasi 2 chilometri, parte dei quali in curva, proseguendo nella percorrenza contromano per altri 2 chilometri.

Una buona dose di fortuna ed il pronto intervento, dapprima del personale di Autostrade Spa, poi della Polizia Stradale, ha permesso di porre fine alla folle corsa del veicolo che aveva percorso oltre 4 chilometri contromano.

L’irrazionale manovra è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza di Autostrade Spa, immagini raggelanti visto l’incrocio con altri veicoli regolarmente in transito.

Gli operatori di polizia, a veicolo fermo, hanno chiesto al conducente spiegazioni e questi ha risposto che la pericolosissima condotta era da attribuirsi ad una distrazione; distrazione costata molto cara al conducente in quanto è stato multato con una pesante sanzione amministrativa pecuniaria e gli è stata revocata la patente.




Venezia, arrestato tunisino membro di una cellula dell’ISIS

La Polizia di Stato di Venezia ha arrestato un  cittadino tunisino di 25 anni, raggiunto da un mandato di cattura internazionale ai fini estradizionali emesso dal Tribunale di Tunisi per “partecipazione ad associazione terroristica e atti di terrorismo”.

L’arresto è stato eseguito dai poliziotti della Digos di Venezia e Gorizia, coordinati dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.




Potenza, colpo al clan Martorano-Stefanutti”: misure cautelari per 38 persone

Applicate 28 misure di custodia cautelare in carcere, 9 misure di arresti domiciliari e un divieto di dimora nel territorio della provincia di Potenza

POTENZA – A seguito di una vasta ed articolata attività di indagine dei poliziotti della squadra mobile, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza , si è proceduto, con il supporto e la collaborazione dei poliziotti degli omologhi uffici di altri   venti capoluoghi d’Italia e dei Reparti Prevenzione Crimine di Lazio, Campania, Umbria, Abruzzo, Puglia, Sicilia e Calabria, di due unità cinofile e di un equipaggio eliportato di Reggio Calabria, all’esecuzione, nel corso delle indagini preliminari,  sul territorio di Potenza ed in  diversi Comuni della provincia, di 38 provvedimenti cautelari.

Le misure restrittive riguardano soggetti  ritenuti gravemente indiziati di appartenere all’associazione di tipo mafioso denominata “Martorano-Stefanutti”, operante sul territorio di Potenza e provincia, con estensione anche sul territorio di Matera, ovvero indagati a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, danneggiamento seguito da incendio ed altro, aggravati dall’agevolazione e dal metodo mafioso.

In particolare, sono state applicate 28 misure di custodia cautelare in carcere; 9 misure di arresti domiciliari e un divieto di dimora nel territorio della provincia di Potenza.

Nel corso del medesimo contesto operativo sono stati disposti ed eseguiti, inoltre, n. 7 provvedimenti di perquisizione domiciliare e personale nei riguardi di altrettanti soggetti, dimoranti sul territorio di Potenza e Comuni viciniori.

L’indagine – frutto di una vasta, capillare e complessa attività svolta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza e dalla locale Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile, attraverso intercettazioni telefoniche e telematiche, pedinamenti tradizionali e a distanza, tracciamenti GPS,  acquisizioni documentali, numerosi interrogatori di testimoni e collaboratori di giustizia dissociatisi dai sodalizi mafiosi – lucani, calabresi e siciliani – di rispettiva appartenenza – ha consentito di raccogliere un grave quadro indiziario in merito alla permanenza ed alla continuità operativa del clan “Martorano-Stefanutti” di Potenza ritenuti al vertice della consorteria potentina, ampiamente riconosciuta dalla ‘ndrangheta calabrese e dai clan mafiosi lucani, siciliani e pugliesi.

Le investigazioni, nel corso delle quali sono stati acquisiti documenti contenenti veri e propri riti di affiliazione, regole, organigrammi e ruoli di vertice delle cosche della ‘ndrangheta, hanno disvelato l’esistenza di solidi legami intrattenuti e consolidati nel corso degli anni dal sodalizio lucano con alcuni dei clan maggiormente accreditati sul territorio nazionale, come quello dei “Pesce-Bellocco” di Rosarno (Rc) e quello dei Grande Aracri” di Cutro (Kr), con cui è stato intessuto un consistente e duraturo rapporto di collaborazione criminale coltivato negli anni, specie nel settore elettivo dei videogiochi, per il quale la D.D.A. potentina ha già svolto in passato altra indagine.

Altre proiezioni criminose extraterritoriali interessano esponenti sia della mafia siciliana, legati al sodalizio dei SANTAPAOLA di Catania, sia di sodalizi presenti e operativi in Puglia e Basilicata.

L’indagine ha fatto luce sulla capillare compenetrazione del sodalizio potentino nel tessuto economico ed imprenditoriale cittadino, perseguita anche attraverso il reiterato ricorso ad eclatanti azioni intimidatorie.

La ricostruzione investigativa di oltre quindici anni di azioni delittuose riconducibili a esponenti del sodalizio ha permesso di tracciare – sulla base di indizi ritenuti gravi dal Gip – il solco di un nuovo corso criminale attivo nella città di Potenza, chiaramente mirato a conseguire e consolidare il monopolio su specifici settori, tra cui l’installazione e la gestione di macchinette video-poker ed i servizi di sicurezza e vigilanza all’interno delle discoteche.

Nello spettro strategico-operativo del sodalizio è emersa la spiccata capacità di infiltrarsi nella gestione diretta o indiretta di appalti di opere e servizi pubblici attraverso una fitta rete di contiguità e connivenze insinuatasi persino nelle sfere istituzionali, come nel caso di una sigla sindacale attiva nel comparto sanitario che, anche attraverso il ricorso a metodi impositivi ed intimidatori, ha consentito per lungo tempo una gestione “addomesticata” dei dipendenti di una società, già affidataria dei servizi di pulizia presso l’Ospedale San Carlo di Potenza, favorendo di fatto il concentrarsi del controllo delle assunzioni e dei licenziamenti proprio nelle mani del sodalizio criminoso, che in tal modo ha guadagnato una forte sfera di influenza  e di credito sociale sul territorio.

L’indagine ha inoltre disvelato la regìa comune e condivisa della consorteria potentina con il clan GRANDE ARACRI di Cutro anche nell’azione estorsiva perpetrata in danno di un’altra società affidataria di servizi di raccolta e smaltimento rifiuti presso l’Ospedale San Carlo di Potenza,  azione per la quale è stato già condannato in via definitiva un componente del sodalizio lucano. 

Le risultanze investigative hanno restituito il quadro indiziario di una rinnovata stagione criminale snodatasi anche attraverso il ripetersi di azioni intimidatorie condotte secondo stilemi tipicamente mafiosi, evocativi della garanzia di protezione sul territorio e della necessità di assistenza ai detenuti, anche attraverso il ricorso all’uso delle armi, talvolta impiegate anche per regolamenti di conti interni, come nel caso di una pistola sequestrata nell’agosto del 2020 nel contesto di una discussione per crediti di droga.

Proprio le armi e la droga risultano rappresentare un altro settore di preminente interesse del sodalizio, come confermato anche da pregressi arresti eseguiti nel maggio del 2020, a seguito del rinvenimento di due pistole, oltre che di cocaina e marijuana che gli stessi detenevano in un’abitazione rurale alla periferia di Potenza, e da altri arresti e sequestri di stupefacenti, effettuati nel corso del corrente anno proprio a riscontro delle risultanze investigative.

Il redditizio settore della droga ha permesso al clan  di movimentare cospicue somme di denaro, destinate in parte anche all’assistenza in favore dei sodali detenuti, secondo il consolidato sistema della cd. “bacinella”, tipico delle associazioni mafiose, ovvero una forma di mutua assistenza anche nei confronti di esponenti detenuti presso la Casa circondariale di Melfi dove, oltre a ricevere costante assistenza materiale, si impartivano specifiche direttive verso l’esterno, anche attraverso la consegna di “pizzini”, così continuando a mantenere il controllo del sodalizio.

Le numerose misure restrittive adottate a conclusione  delle indagini, sulla base di grave indizi di colpevolezza, che ovviamente dovranno essere consolidati in fase dibattimentale, rappresentano un ulteriore tassello della complessiva azione  di contrasto alla criminalità organizzata mafiosa lucana, specie delle provincie di Potenza e Matera, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza.




Yaya e Lennie – The Walking Liberty O.S.T.: esce oggi per Full Heads Records la Colonna Sonora del nuovo film d’animazione del regista Alessandro Rak

L’Original Soundtrack del terzo lungometraggio animato, prodotto da Mad Entertainment con Rai Cinema e distribuito nelle sale da Nexo Digital, è scritta, composta e prodotta artisticamente dal frontman dei Foja Dario Sansone con il producer Enzo Foniciello (in arte Phonix) e lo stesso regista del film Alessandro Rak.

La pubblicazione è stata preceduta dal nuovo singolo del gruppo Foja dal titolo “Duje comme nuje“, accompagnato da un video ufficiale con immagini inedite del film.

Il nuovo videoclip del brano “Duje comme nuje” dei Foja estratto dal film:

La colonna sonora del film è disponibile negli store digitali dal 4 novembre, in concomitanza con l’uscita al cinema di “Yaya e Lennie – The Walking Liberty” (Mad Entertainment/Rai Cinema, distribuito nelle sale da Nexo Digital). L’opera segue il lavoro sonoro svolto da Dario Sansone già per i lungometraggi “L’Arte della Felicità” e “Gatta Cenerentola”. All’uscita della release digitale seguirà, il giorno 19 Novembre, una versione boxset a tiratura limitata. Il cofanetto, arricchito da tre Illustrazioni inedite di Alessandro Rak formato 25cmX25cm, contiene un CD serigrafato con quattordici tracce che compongono l’avvincente e ricca colonna sonora.

Tra gli interpreti dei brani ci sono i Foja, la cantante Ilaria Graziano, il chitarrista Francesco Forni, l’attore e doppiatore Francesco Pannofino, il trombettista Ciro Riccardi e il mandolinista Piero Gallo più due re-interpretazioni della Carmen di Georges Bizet. Le edizioni musicali sono a cura della Graf srl.

“La colonna sonora di “Yaya e Lennie – The walking liberty” – dichiarano Rak/Sansone/Foniciello – è un viaggio in bilico tra sonorità folk e incursioni di musica classica, tra le nostre radici partenopee e le musiche del mondo. Abbiamo tradotto in strumenti musicali e suoni gli elementi naturali ed i personaggi del film: la terra ci parla con cori primordiali e tamburi echeggianti, il vento soffia nei flauti e spinge le note fuori dall’armonica di Yaya, mentre gli archi accompagnano la tensione emotiva della storia e plettri ci raccontano l’animo di Lennie. La musica riemerge dal passato, nel folto di una giungla post-apocalittica, riportando alla memoria l’anima della nostra terra”.

Il cofanetto deluxe dell’O.S.T. “Yaya e Lennie – The walking liberty” sarà presentato il giorno 19 novembre con un firma-copie presso La Feltrinelli di Napoli (Piazza De Martiri ore 18) in presenza del regista A. Rak e degli autori D. Sansone ed E. Foniciello (Phonix)
E’ necessario prenotarsi. L’etichetta discografica Full Heads Records, fondata e diretta dal manager Luciano Chirico, inizia un nuovo percorso produttivo, con una serie di opere discografiche dedicate al mondo delle Soundtrack. La label che negli ultimi anni ha scoperto, e pubblicato, artisti del calibro dei Foja, La MascheraTommaso Primo, Fede ‘n’ Marlen, Capitan CapitonePeppe Lanzetta e Anastasio, continua a scandagliare e far emergere, fino a consolidarla, la nuova scena musicale napoletana rinnovando una tradizione artistica tra le più antiche al mondo.

La Sinossi del Film

In seguito ad un misterioso sconvolgimento, il mondo come lo conosciamo oggi è finito.
La natura si è ripresa prepotentemente il pianeta ed ora la giungla riveste tutta la terra.
Dalle macerie del mondo che fu, una nuova società sta cercando di risorgere.
Si tratta de “L’Istituzione”, i cui adepti cercano di ripristinare l’ordine precostituito imponendo al popolo libero della giungla il loro concetto di diritto. Ma c’è chi si oppone con forza al loro processo di “civilizzazione”: i dissidenti stanno preparando la loro rivoluzione!
Questa è la storia di due spiriti liberi che vogliono trovare il loro posto nel mondo. Yaya, una ragazza dal carattere ruvido e dallo spirito indomito e Lennie, un giovane uomo alto
più di due metri e affetto da un ritardo mentale.
Uniti da un legame profondo si prendono cura l’uno dell’altro cercando di non farsi portar via l’unica ricchezza che gli è veramente rimasta: la loro libertà.

O.S.T. TRACKLIST – BOX SET
1. Tarantella del buon viaggio
2. Duje comme nuje (Foja)
3. La libertà che avanza
4. Figl ‘e nisciuno (Ilaria Graziano)
5. La terra brontola
6. Buon viaggio
7. La giungla ci osserva
8. Il risveglio della giungla
9. Chiudi gli occhi (Ilaria Graziano, Francesco Forni)
10. La processione del rospo (Francesco Pannofino)
11. Mamagiungla
12. Pe’ te sta’ cchiù vicino (ilaria Graziano)
13. Taranta della terra
14. Of mice and men
* LA VERSIONE DIGITALE CONTIENE SEI TRACCE IN PIU’




Torino, rave party: identificate 3mila persone

La procedura di identificazione e controllo dei partecipanti al rave e dei veicoli è proseguita anche nella notte ed è tuttora in corso

TORINO – Forze di polizia in azione questa mattina tra Nichelino e Borgaretto, alle porte di Torino, nell’area del rave party, dove risultano ancora presenti centinaia di persone, “al fine di impedire l’ulteriore prosecuzione dell’abusiva occupazione di terreni ed edifici”.

Lo rende noto la Questura di Torino. Sino ad ora le forze dell’ordine hanno identificato oltre 3,000 persone e circa 1.500 mezzi tra auto, camper e furgoni. La procedura di identificazione e controllo dei partecipanti al rave e dei veicoli è proseguita anche nella notte ed è tuttora in corso.




Sacrofano, la difficile eredità raccolta dall’amministrazione Nicolini

Comune condannato a risarcire oltre un milione di euro per una vicenda iniziata oltre dieci anni fa

SACROFANO (RM) – Il Comune di Sacrofano è stato condannato a pagare oltre un milione di euro di danni a titolo di risarcimento danni alla ditta che avrebbe dovuto completare i lavori di realizzazione di una Residenza Sanitaria Assistita (RSA).

Il Tribunale Civile di Roma chiude così il contenzioso iniziato nel 2008 con l’affidamento dell’appalto da parte del Comune alla ditta per la realizzazione della struttura sanitaria che poi nel corso di oltre un decennio non si è più realizzata a causa di sospensioni e variazioni.   

Un vero e proprio macigno finanziario che dopo 10 anni di malagestione di questa vicenda cade oggi sull’amministrazione comunale guidata dalla Sindaca Patrizia Nicolini.

https://www.facebook.com/Sacrofano/videos/614833602899529/

“Abbiamo dovuto raccogliere un amaro testimone – ha dichiarato a mezzo stampa la prima cittadina – frutto dei governi che mi hanno preceduto ma adesso il mio impegno sarà massimo per evitare che i cittadini di Sacrofano debbano ritrovarsi grossi esborsi. È un danno – prosegue Nicolini – che ci espone al rischio di far fallire il Comune e che allo stesso tempo, visti gli esiti giudiziari, non invita Asl e Regione a investire su un edificio su cui pende una oggettiva incertezza. Con le risorse a disposizione dell’Europa avremmo potuto avere un valore aggiunto e invece ci ritroviamo un immobile incompleto e una battaglia legale che porteremo fino all’ultimo grado di giudizio con concrete possibilità di vedere limitati i danni”.




Turismo lento, Bracciano, Trevignano e Formello: la Regione Lazio finanzia i luoghi della cultura

Califano (Pd): “Quest’anno, dopo le restrizioni dovute alla pandemia, assume ancora più valore il finanziamento regionale per i luoghi della cultura che abbiamo messo in campo”

BRACCIANO (RM) – “Musei e archivi storici racchiudono la nostra cultura, la nostra storia, le nostre tradizioni. Uno scrigno all’interno del quale riscoprire le nostre origini, ciò che siamo e siamo stati. Ma anche un’importante testimonianza delle bellezze dei nostri territori e un volano per dare finalmente ali a quel turismo lento su cui stiamo puntando per valorizzare i Comuni e i territori della Provincia.” Dichiara la Consigliera regionale Pd Michela Califano.

VIDEO SERVIZIO SUL TURISMO LENTO TRASMESSO A OFFICINA STAMPA

“Ecco perché quest’anno, – prosegue – dopo le restrizioni dovute alla pandemia, assume ancora più valore il finanziamento regionale per i luoghi della cultura che abbiamo messo in campo. Un modo per poter riprendere a vivere questi luoghi, visitare una mostra, partecipare a un’attività didattica, tornare a studiare nelle sale biblioteche e negli archivi storici delle reti regionali. A fronte di questo sono davvero soddisfatta che alcuni dei più bei luoghi dei Comuni di Bracciano, Trevignano Romano e Formello siano rientrati in questo avviso pubblico. In particolare saranno finanziati con 6300 euro a testa l’Archivio Storico Comunale “PaoloGiordano Orsini” di Bracciano e il Museo civico. Con 7mila euro ciascuno l’Archivio Storico Comunale e il museo civico etrusco-romano di Trevignano Romano. Uguale investimento – conclude – per l’Archivio Storico Comunale di Formello e il Museo dell’Agro Veientano. Dopo la grande campagna di vaccinazione ora vogliamo tornare a vivere. “




Palermo, sparatoria a Cinisi: arrestato un 19enne per tentato omicidio, detenzione abusiva di arma comune da sparo e ricettazione

Nella sparatoria sono rimasti feriti due fratelli di cui uno ancora in prognosi riservata all’ospedale di Partinico

CARINI (PA) – I Carabinieri della Compagnia di Carini hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, a carico di un 19enne carinese accusato dei reati di tentato omicidio, detenzione abusiva di arma comune da sparo e ricettazione.

Le indagini, svolte a seguito dei fatti avvenuti la notte di domenica presso un distributore di carburante al centro di Cinisi con il ferimento a colpi d’arma da fuoco di due fratelli 20enni, hanno fatto emergere gravi responsabilità a carico del giovane. Quest’ultimo, alcune ore dopo i fatti che lo hanno coinvolto, si è presentato spontaneamente presso gli uffici della Squadra Mobile della Questura di Palermo, assistito dal legale di fiducia.

Al termine del successivo interrogatorio, svoltosi presso la Stazione Carabinieri di Cinisi, il quadro indiziario ricostruito ha permesso al Pubblico Ministero di emettere il decreto di fermo a carico del 19enne, poi associato presso la casa circondariale “Lorusso-Pagliarelli” di Palermo.

Il provvedimento di fermo si trova ora al vaglio del G.I.P. di Palermo per le determinazioni di competenza.

Da una preliminare ricostruzione, le due vittime, che erano state in precedenza coinvolte insieme a persone vicine al 19enne in una rissa scoppiata per futili motivi a Terrasini, sono state raggiunte poi a Cinisi dall’indagato che, avendo appreso quanto accaduto, avrebbe messo in atto la sua vendetta contro i due fratelli.

I feriti, uno dei quali si trova tuttora ricoverato in prognosi riservata presso l’ospedale di Partinico per le gravi lesioni riportate, sono stati subito soccorsi da alcuni conoscenti.




Operazione Cyber Moscow Mules: madre di famiglia in realtà esperta hacker

La Polizia Postale ha arrestato una 40enne russa appartenente ad un’organizzazione transnazionale dedita alle frodi informatiche, alla ricettazione ed al riciclaggio

GENOVA – Nella vita di tutti i giorni, era una tranquilla madre di famiglia, in realtà, dietro un’apparente normalità si nascondeva un’avvenente esperta hacker: era infatti un ingegnere informatico con la passione per il crimine e le cryptovalute.

I traffici illeciti della donna, terminale ligure di un’associazione a delinquere dedita alle frodi informatiche e al riciclaggio, non sono sfuggiti agli esperti della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Genova che, al termine di un’attenta e complessa indagine, l’hanno arrestata.

Esperta nel creare nuove identità, ritirava presso punti di recapito sempre diversi della provincia di Genova, gli oggetti che acquistava sui portali di e-commerce utilizzando fondi, carte di credito e conti bancari di ignari malcapitati.

Per eludere eventuali controlli, la donna si presentava presso i punti di ritiro munita di documenti falsi oppure reclutava terze persone che, dietro compenso, ritiravano i pacchi in sua vece.

Telefonini di ultima generazione e materiale elettronico di altissima qualità, spediti in Russia, a favore di soggetti appartenenti all’organizzazione oppure messi in vendita sui noti portali dedicati all’e-commerce.

I lucrosi proventi erano poi riciclati tramite acquisti di criptovalute presso numerosi exchange internazionali.

Gli investigatori della Polizia Postale, grazie ad indagini tecnico informatiche coniugate a quelle tradizionali, hanno appurato l’appartenenza della donna ad un’organizzazione transnazionale dedita alle frodi informatiche, alla ricettazione ed al riciclaggio, con la conseguente emissione da parte del G.I.P. presso il Tribunale di Genova di una Ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’indagata.

Nel corso della perquisizione domiciliare, gli investigatori della sezione financial cybercrime della Polizia Postale hanno sequestrato numerosi POS e centinaia di carte di credito appositamente attivate per riciclare i proventi derivanti da truffe e frodi informatiche.

E’ tuttora al vaglio degli investigatori l’analisi del corposo materiale informatico sequestrato.




Nemi, assemblea pubblica: gettate le basi per la rinascita del paese

NEMI (RM) – Si è svolta ieri a Nemi, nella sala dei piccoli comuni in corso Vittorio Emanuele, l’assemblea pubblica che ha visto una grande partecipazione di cittadini che si sono confrontati al fine di iniziare un percorso civico da condividere con tutti, aldilà delle singole ideologie e appartenenze politiche, finalizzato esclusivamente al bene comune quindi un progetto condiviso per ridisegnare e ricostruire una Nemi diversa da quella che è diventata oggi.

Presenti all’incontro tutte le forze progressiste del paese, tanti i cittadini di sinistra e centrosinistra fra cui gli ex sindaci Vairo Canterani e Renzo Colazza, gli attuali Consiglieri comunali di “Ricomincio da Nemi” Carlo Cortuso e Patrizia Corrieri ma anche cittadini come l’energica Caterina o cittadini di destra e centrodestra fra cui Marco Borzi, tra i fautori del Comitato di Quartiere dei Corsi e del Parco dei Lecci. Un bel momento anche quando la parola è passata ai giovani come Libero Middei che ha parlato dell’importanza di ritrovare il contatto con l’ambiente e la tutela del patrimonio naturalistico nemese. Importante anche il contributo di Orlando Colangioli che ha parlato della fondamentale funzione del Comitato nascente dei Corsi e del Parco dei Lecci e della battaglia civica portata avanti per evitare l’inquinamento della falda acquifera tramite la realizzazione di un’isola ecologica in un sito protetto e vicino ad un pozzo di acqua che serve tutta la popolazione di Nemi.

L’assemblea è vero si che ha aperto al civismo ma di fatto ha suggellato un momento storico per le forze di sinistra e centrosinistra di Nemi che si sono unite per il bene del paese e adesso vogliono allargare la visione ad un nuovo contenitore civico che non abbia bandiere partitiche ma soltanto il comune obiettivo di salvare Nemi da quella che all’unanimità è stata considerata una amministrazione che ha distrutto la comunità e il paese.

L’assemblea è stata moderata dalla giornalista Giulia Agostinelli e l’evento è stato diffuso in streaming sulla pagina Facebook de L’Osservatore d’Italia.

Per chi volesse sentire cosa è stato detto riproponiamo nel riquadro sottostante il video dell’evento.






Vercelli, stroncati i “signori della droga”: 25 gli indagati implicati a vario titolo nell’attività criminale

VERCELLI – La Polizia di Stato di Vercelli, coordinata dalla locale Procura delle Repubblica, con l’ausilio di 100 poliziotti provenienti delle Questure di Torino, Asti, Alessandria, Cuneo, Biella, Novara Pavia, Verbania, Rimini e dei Reparti Prevenzione Crimine Piemonte, Lombardia e Toscana nonché di unità cinofile della Questura di Torino,  ha dato esecuzione a 12 misure cautelari (7 custodie cautelari in carcere, 1 arresto domiciliare, 1 obbligo di dimora, 3 obblighi di presentazione alla P.G.), nei confronti di altrettanti soggetti gravemente indiziati di aver organizzato nella città di Vercelli una fiorente e redditizia attività di spaccio di stupefacenti, quantificabile nello smercio di circa 2/3 etti di cocaina a settimana, per una movimentazione complessiva, nei 6 mesi di indagine, di circa  kg. 2 di cocaina e kg. 1 di hashish, per un giro di affari di circa 250.000 euro.

L’attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile di Vercelli ha permesso di identificare in un italiano pregiudicato, residente da anni a Vercelli, il fulcro dell’attività di spaccio e rifornimento di sostanze stupefacenti dell’intero capoluogo vercellese e che lo stesso era a capo di un sodalizio dedito a tale illecita attività, composto da numerosi altri soggetti, con base operativa in un bar cittadino da lui gestito.

Nonostante le difficoltà derivanti dal fatto che gli indagati si sono dimostrati assai scaltri nel trattare i loro affari, riducendo al minimo le conversazioni telefoniche ed utilizzando i social network per contattarsi, è stato possibile ricostruire l’intera filiera della commercializzazione di droga nel capoluogo vercellese; in particolare un pregiudicato calabrese residente a Palestro (PV), riceveva l’ordine circa due giorni prima dal gestore del bar per il tramite del suo socio in affari, un soggetto di origine siciliana, pregiudicato anche per il reato di associazione mafiosa e tentato omicidio, residente da anni nel novarese.

I canali di approvvigionamento sono stati individuati in soggetti domiciliati nelle vicine province di Pavia e Novara

Nel corso dell’attività investigativa sono state arrestate in flagranza per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente nr. 3 persone con il sequestro di gr. 300 circa di cocaina.

In virtù degli elementi raccolti, la locale Procura della Repubblica ha richiesto ed ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Vercelli, l’emissione di un’ordinanza di applicazione delle predette misure cautelari.

In totale sono 25 gli indagati implicati a vario titolo nell’illecita attività; la Polizia sta procedendo a numerose perquisizioni locali e domiciliari, di cui una anche in un campo nomadi alle porte della capoluogo vercellese.

All’esito dell’attività di indagine il Questore della Provincia di Vercelli ha disposto la chiusura per 30 giorni del bar epicentro dell’attività di spaccio.