Bruno Astorre, il figlio della tradizione contadina…

Il segretario del PD Lazio amava citare spesso un proverbio africano: “Se vuoi andare veloce vai da solo. Se vuoi andare lontano vai insieme.”

Il video servizio dedicato al senatore Astorre all’indomani della sua elezione a segretario PD Lazio [Officina Stampa del 24/01/2023]

Figlio della tradizione contadina secondo cui un albero che cresce è tale sia se guardato dalla finestra di una casa sia se ammirato dalla piazza di un paese. Quella tradizione contadina, però, che sa che è importante che ci sia tanto in quella casa quanto in quel comune che amministra il massimo della collaborazione della lealtà della assunzione di responsabilità per far sì che l’albero viva. Così si autodefiniva Bruno Astorre senatore della Repubblica per il Partito Democratico di cui era il segretario regionale del Lazio.

Astorre ha da sempre militato nelle formazioni giovanili della Democrazia Cristiana, provenendo dal mondo del volontariato cattolico, una formazione giovanile quella di Bruno Astorre che lo ha visto attivo nel mondo della parrocchia dove ha affrontato un percorso intenso, una scuola che ha sostenuto la sua crescita interiore e sociale.

Politicamente con la fine della prima Repubblica e con la conclusione della grande storia della Democrazia Cristiana aderisce al Partito Popolare per poi approdare nella Margherita e fino ad oggi, dopo aver partecipato alla sua nascita, è stato un esponente del partito democratico.

“Il mio essere cristiano cattolico è un punto di partenza ed un porto di approdo da questo molo mi incammino ogni giorno perché ritengo necessario confrontarmi con la società questa esigenza nasce dal desiderio di costruire essere al servizio della comunità delle famiglie che la compongono dei cittadini tutti i protagonisti in cui mi riconosco perché io a loro appartengo con tutto il mio essere e dunque anche con la mia fede e i miei errori”. Parole queste con le quali Astorre ha descritto quello che era il suo credo, il suo modo di vedere e affrontare le sfide che si incrociano lungo il percorso della vita e che gli hanno fatto da preludio a quella che è stata sua mission di segretario dem del Lazio.

“La nuova rotta sulla quale il Partito Democratico deve posizionarsi – aveva detto Astorre appena eletto segretario PD Lazio – partendo dalle sezioni che devono ospitare le energie per poter essere tra i più indifesi coi cittadini che hanno difficoltà e quindi utilizzando piccoli team di professionisti di avvocati o di commercialisti sul modello di quelli di strada che danno una mano fanno consulenze gratuite a tante persone che mi hanno bisogno e desiderano un consiglio su un problema”. Una nuova rotta quella disegnata dal senatore che aveva suscitato grandi entusiasmi nel popolo del PD che era tornato a sentir parlare dei suoi principi e dei suoi valori.

Bruno Astorre amava citare spesso un proverbio africano: “Se vuoi andare veloce vai da solo. Se vuoi andare lontano vai insieme.” E aggiungeva a conclusione dei suoi interventi politici: “Andiamo uniti e andremo lontani insieme.”

IL SENATORE BRUNO ASTORRE APPENA ELETTO SEGRETARIO PD LAZIO OSPITEB A OFFICINA STAMPA PER UNA INTERVISTA CON CHIARA RAI [24 GENNAIO DEL 2019]






Dove va il PD? il senatore Bruno Astorre intervistato da Chiara Rai a Officina Stampa

MORTO IL SENATORE E SEGRETARIO DEL PD LAZIO BRUNO ASTORRE

Il senatore e segretario del Partito Democratico Bruno Astorre ospite di Chiara Rai nel corso della puntata di oggi venerdì 3 marzo di Officina Stampa ha parlato del nuovo corso del PD.




Rocca Di Papa e il “caso Di Bella”, una condanna per istigazione alla corruzione e la storia non finisce

ROCCA DI PAPA (RM) – Tante strane coincidenze in una storia che vede protagonista un Comandante dei Vigili, Gabriele Di Bella, messo intenzionalmente a Rocca di Papa per gestire tutto il post emergenza di una situazione complessa: l’esplosione del palazzo Comunale che ha dilaniato una Comunità che ha perso un sindaco amato, Emanuele Crestini, che aveva iniziato a rivoluzionare vecchie dinamiche politiche.

Non appena ha denunciato un tentativo di corruzione da parte di una impresa edile che collaborava con il Comune, il caso ha voluto (ma “il caso non esiste” diceva Kung fu Panda?) che il Comandante Di Bella sia stato sollevato dal suo incarico dopo che la Procura presso il Tribunale di Velletri aveva convocato i testi per la vicenda di corruzione e comunque poche ore dopo la sfiducia della sindaca Veronica Cimino, “pugnalata” in primis da quattro della maggioranza che hanno preso Di Bella come capro espiatorio parlando di “caso Di Bella” e rimproverando di fatto la sindaca di prendere troppo le parti del vigile anziché quelle della sua squadra.

Perché Di Bella non era voluto? Ma procediamo per gradi

Gabriele Di Bella, inquadrato nell’organico di Roma Capitale, ha rischiato di venire allontanato anche da Nemi, visto l’interim che aveva con il piccolo Comune, a causa della presunta impossibilità per Roma Capitale di chiedere al comandante prestazioni di lavoro straordinario a causa delle già 12 ore fuori servizio fuori sede consentite, invece, per legge. Ma così non è stato. E in più è arrivata l’udienza per il caso di corruzione: condannato a due anni di reclusione per istigazione alla corruzione nei confronti dell’ex comandante della polizia locale di Rocca di Papa Gabriele Di Bella. Così è stato deciso ieri in camera di consiglio da un collegio di giudici al Tribunale di Velletri nei confronti di un responsabile di un’impresa edile che collaborava con il Comune di Rocca di Papa denunciato da Di Bella per aver tentato di pagare una “mazzetta” consegnandogli una busta chiusa con del denaro che il comandante della municipale ha restituito seduta stante.

Una sentenza non appellabile in applicazione del decreto Cartabia con possibilità di convertire in pena alternativa esclusa quella pecuniaria. Dicevamo che il caso ha voluto che dopo aver denunciato la tentata corruzione, il vigile sindacalista sia stato rimosso dal suo incarico. Più precisamente, in concomitanza con la convocazione dei testi in udienza da parte della Procura di Velletri, il 29 novembre dell’anno scorso, la notte seguente, alle 22 e 53 minuti del 30 novembre, dal Comune di Rocca di Papa sia partito il diniego a proseguire l’incarico firmato dal commissario prefettizio, nonostante la legge Brunetta avesse prorogato gli incarichi come quelli di Di Bella al 31 dicembre 2022. E nel caso, una nuova convenzione avrebbe potuto essere stipulata soltanto se fosse passata in Consiglio comunale, quindi con il benestare di tutti e non della sola Giunta. E sempre il 29 novembre mattina l’allora sindaca Veronica Cimino veniva sfiduciata da sei consiglieri della minoranza e quattro di maggioranza. Di Bella nell’organico di Roma Capitale era stato incaricato dall’allora sindaca Virginia Raggi di gestire l’emergenza a seguito dell’esplosione del palazzo comunale nel giugno del 2019 quando persero la vita il sindaco Emanuele Crestini e il suo delegato Vincenzo Eleuteri. Da quel momento la vice Cimino diventata facente funzioni proseguì sostenuta da Di Bella il percorso tracciato da Crestini: «Ci siamo sempre battuti per la legalità – ha detto l’ex sindaca ieri dopo la condanna – il sindaco Crestini da subito mi aveva indicato le situazioni che andavano controllate e così abbiamo fatto». 

Dal 2019 al 2022 con la riconferma della Cimino al governo di Rocca di Papa si sono susseguiti una serie di fatti, dall’avvio delle procedure per la demozione delle antenne a Monte Cavo, ai controlli durante il Covid nelle strutture sanitarie fino alla gestione dei Mondiali.

Di Bella ha iniziato una vera e propria opera di controllo sul territorio aprendo al pubblico il nuovo Comando in centro ribattezzandolo il “Palazzo della Legalità”.

Ora la vicenda per il comandante Di Bella non è conclusa: «Rimango esterrefatto – dice – in udienza è stato confermato tutto l’impianto accusatorio e c’è una condanna per istigazione alla corruzione ma il Comune non si è costituito parte civile. Registro ancora una volta l’assenza di chi all’interno della macchina amministrativa ha il dovere di trasparenza e anticorruzione. Spero che il commissario prefettizio faccia chiarezza su un’episodio così grave». E nelle prossime ore saranno oggetto di una ulteriore segnalazione agli organi competenti da parte di Di Bella proprio le dinamiche e modalità con cui è stata disposta la cessazione dell’incarico da parte del Comune roccheggiano a seguito della missiva. Sembrerebbe che sia stato detto a Di Bella anche in modi discutibili “riconsegni le chiavi del comando” ma questo sarà oggetto con tutta probabilità di ulteriori risvolti giudiziari: E proprio da “quelle strane coincidenze” si riparte a scavare fino a che tutti i nodi non verranno al pettine. Un po’ come quando nel passato il Comune ha accumulato oltre 19 milioni di debiti e non c’è stato alcun colpevole. La musica è cambiata decisamente dopo l’insediamento di Crestini ed è continuata con il pugno duro per la legalità che ha portato avanti Veronica Cimino, eletta sindaco ma non accettata da una parte della maggioranza. Forse proprio per le sue decisioni controcorrente.

Officina Stampa BAR del 2 dicembre 2022 – L’intervista di Chiara Rai alla ex Sindaca Veronica Cimino



Movimento no vax Vi_Vi: identificati e denunciati 5 insospettabili

Si tratta di una casalinga, un dipendente di un’azienda agricola, un insegnante, un dipendente della pubblica amministrazione e un dipendente di una ditta privata

La Polizia di Stato, con personale della D.I.G.O.S. della Questura di Reggio Emilia e del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bologna e della Sezione Operativa di Reggio Emilia, a conclusione di una complessa ed articolata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia diretta dal Dr. Calogero Gaetano PACI, ha eseguito 4 perquisizioni personali e domiciliari, denunciando 5 persone ritenute responsabili di danneggiamento aggravato per aver imbrattato, con scritte e simboli del movimento no vax “Vi_Vi”, numerosi beni immobili riconducibili ad istituzioni cittadine, nel periodo da marzo ad ottobre 2022.

Gli indagati, tutti sconosciuti alle Forze di Polizia poiché mai emersi in contesti informativi e/o investigativi, sono come detto 5: 3 donne e 2 uomini, 4 di Reggio Emilia e uno residente nella provincia di Como, aventi età compresa tra 45 e 56 anni, rispettivamente casalinga, dipendente di un’azienda agricola, insegnante, dipendente della pubblica amministrazione.

Il quinto indagato per gli episodi criminosi perpetrati in questa provincia è residente a Como e dipendente di una ditta privata.

I predetti, approfittando dell’orario notturno e travisati anche con mascherine e parrucche, hanno vergato numerose scritte con vernice spray di colore rosso sui muri e sulle vetrate delle sottoelencate sedi, a firma del movimento no vax Vi_Vi, così grandi ed invasive, tanto da causare dei veri e propri danneggiamenti degli immobili colpiti.

Dalle indagini della Polizia di Stato è emerso che i partecipanti, prima degli eventi criminosi, effettuavano accurati sopralluoghi per verificare la presenza di sistemi di video sorveglianza.

L’attività investigativa svolta dalla D.I.G.O.S. reggiana iniziata da circa un anno e incentrata sulla visione di numerosi filmati estrapolati da sistemi di videosorveglianza, appostamenti e pedinamenti, ha permesso di attribuire ai presunti autori 12 episodi criminosi dei 31 commessi in questa provincia:

  • 14 marzo 2022 danneggiamento sede CGIL di via Roma;
  • 14 marzo 2022 danneggiamento sede CISL di via Turri;
  • 16 maggio 2022 danneggiamento sede CGIL di via Bismantova 7;
  • 16 maggio 2022 danneggiamento plesso scolastico “Italo Calvino di via della Canalina;
  • 18 luglio 2022 danneggiamento sede dell’Ordine degli Infermieri Professionali di via Montefiorino;
  • 18 luglio 2022 danneggiamento sede dell’Ordine dei Medici Chirurgici e degli Odontoiatri di via Dalmazia;
  • 18 luglio 2022 affissione manifesti presso un Ambulatorio dei Medici di Base di viale Olimpia;
  • 5 settembre 2022 danneggiamento sede Ispettorato Territoriale del Lavoro di via Paolo Borsellino;
  • 5 settembre 2022 danneggiamento sede Agenzia delle Entrate di via Paolo Borsellino;
  • 15 ottobre 2022 danneggiamento sede CGIL di Scandiano (RE);
  • 16 ottobre 2022 danneggiamento sede SPI CGIL di via Emilia Ospizio;
  • 18 ottobre 2022 danneggiamento di due pensiline delle fermate degli autobus del trasporto urbano (SETA) di viale Timavo e parcheggio Zucchi.

In alcuni dei suddetti danneggiamenti, oltre alle vistose scritte, sono stati affissi manifesti ritraenti le immagini di alcuni politici e sindacalisti tra cui il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e il Segretario Generale della CGIL, Maurizio Landini, con svastiche sulla fronte seguite da scritte.

Una delle svolte determinanti delle indagini si è avuta la notte del 19 ottobre 2022, quando 3 dei perquisiti, 1 uomo e 2 donne, in viale Timavo e nel parcheggio Zucchi a Reggio Emilia, sono stati colti in flagranza, mentre scrivevano con una bomboletta spray di colore rosso, sulle vetrate delle pensiline del trasporto pubblico urbano SETA.

Le perquisizioni effettuate nelle abitazioni, nelle autovetture e presso i luoghi di lavoro degli indagati, hanno permesso di acquisire elementi investigativi che completano il quadro indiziario, in particolare sono stati sequestrati radio trasmittenti, parrucche, indumenti scuri, alcuni dei quali macchiati di vernice rossa ed altri con simbolo ViVi, bombolette spray e secchi di vernice di colore rosso, adesivi e altro materiale riportante la simbologia del sodalizio, cellulari e computer che saranno analizzati da personale del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale e delle Comunicazione di Bologna.

Sono stati sequestrati anche due adesivi, uno ritraente Il Presidente della Regione, Stefano Bonaccini con una svastica disegnata sulla fronte e uno raffigurante l’ex Presidente del Consiglio Mario Draghi vestito da ufficiale delle SS.

Sempre nell’ambito delle indagini sul movimento no vax Vi_Vi, il 13 gennaio 2022, la D.I.G.O.S. della Questura di Reggio Emilia aveva denunciato altri due giovani reggiani resisi responsabili di danneggiamento aggravato, per aver vergato con bombolette di vernice rossa alcune scritte, sempre a firma del gruppo Vi_Vi, sui muri dell’Università di Reggio Emilia.




Strage di Acca Larenzia: chi fu il mandante?

Tanti passaggi di mano per la mitraglietta Cz 61 Skorpion calibro 7.65 usata per la strage di via Acca Larenzia, per il rapimento di Aldo Moro, per gli omicidi dell’economista Ezio Tarantelli, dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti e del senatore Roberto Ruffilli.

Oggi dopo 45 anni da quei fatti ci si chiede ancora: chi è il mandante? Riproponiamo la video intervista del 2018 a uno dei sopravvissuti – Maurizio Lupini – e il video servizio che ripercorrere il clima politico di quei giorni che precedettero i tragici eventi del Tuscolano.

La video intervista a Maurizio Lupini [Cliccare sulla foto per guardare]

Il video servizio che ripercorre quello che era clima politico dei giorni che precedettero i tragici eventi del Tuscolano [Cliccare sulla foto per guardare]




Finlandia, innovazione e produttività per un’economia più forte e sostenibile

Nella sua ultima indagine economica sulla Finlandia,  appena pubblicata, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) valuta l’economia finlandese fornendo inoltre raccomandazioni per la politica economica e strutturale del Paese. Un tema particolare di quest’ultima indagine è la riforma dell’ecosistema dell’innovazione. L’OCSE valuta come la Finlandia potrebbe promuovere una maggiore innovazione con finanziamenti per le attività di ricerca, sviluppo e innovazione (R&S). Il Ministro dell’Economia Mika Lintilä sottolinea l’importanza dei finanziamenti, dichiarando: “Gli investimenti aprono la strada al futuro. Dobbiamo impegnarci di più per aumentare i finanziamenti per la RSI fino a raggiungere il quattro per cento del PIL”.
La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha oscurato le prospettive economiche a breve termine della Finlandia e ha reso più urgente la transizione dall’energia fossile. È probabile che l’economia finlandese si contragga nei prossimi trimestri, appesantita dall’alta inflazione, dall’inasprimento delle condizioni monetarie e dalla riduzione delle forniture di gas russo alle economie partner commerciali, ma che si riprenda nel 2024, quando questi venti contrari passeranno. La guerra ha anche peggiorato le finanze pubbliche, ritardando le misure di consolidamento necessarie per ricostruire le riserve per far fronte a shock futuri e riportare le finanze pubbliche su un percorso sostenibile. Sebbene la Finlandia sia sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni lorde di gas serra, c’è spazio per ridurre i costi di abbattimento, in particolare sostituendo le misure inefficienti con una tassa sul carbonio globale nel settore della condivisione degli sforzi. Saranno inoltre necessarie nuove misure per raggiungere gli obiettivi in materia di silvicoltura e altri usi del suolo. Il rilancio degli ecosistemi dell’innovazione contribuirebbe ad aumentare la bassa crescita della produttività della Finlandia. Ciò comporterà non solo un aumento della spesa per la R&S, ma anche la creazione di una politica dell’innovazione orientata ad obiettivi e di un ecosistema dell’innovazione più diversificato, il rafforzamento delle sinergie tra la promozione delle esportazioni e l’innovazione e, soprattutto, l’aumento dell’offerta di lavoratori qualificati.
 
La Finlandia si è ripresa rapidamente dallo shock COVID-19, ma la crescita si è arrestata in seguito alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Secondo il nuovo rapporto dell’OCSE, (Economic Survey of Finland), l’impennata dell’inflazione ha ridotto il reddito disponibile delle famiglie in Finlandia e nei suoi partner commerciali, rallentando l’economia e, sempre secondo il rapporto, le politiche di assistenza alle famiglie vulnerabili dovrebbero essere mirate, garantendo al contempo che la posizione di bilancio strutturale non si deteriori. Per favorire una ripresa più solida e sostenere gli elevati livelli di vita del Paese saranno necessarie misure per incrementare la produttività, l’occupazione e l’innovazione.
 
Per colmare il divario nel tenore di vita rispetto agli altri Paesi nordici, è necessario aumentare la crescita della produttività e il tasso di occupazione, in particolare per i lavoratori più anziani. Affrontare la carenza strutturale di lavoratori qualificati attraverso riforme dell’istruzione terziaria e dell’immigrazione è fondamentale per rafforzare la crescita della produttività. L’indagine prevede che l’economia finlandese si contrarrà probabilmente nei prossimi trimestri, appesantita dall’inflazione elevata, dall’inasprimento delle condizioni monetarie e dalla riduzione delle forniture di gas russo alle economie partner commerciali. Secondo le previsioni, il PIL finlandese crescerà del 2,2% nel 2022, scenderà dello 0,3% nel 2023, per poi risalire dell’1,1% nel 2024, una volta superati questi venti contrari. Secondo l’indagine, le condizioni di fondo dovrebbero rimanere difficili nei prossimi due anni. I consumi si indeboliranno in risposta al calo dei salari reali, per poi riprendersi con l’aumento dei salari. La crescita delle esportazioni diminuirà insieme ai mercati di esportazione, colpiti dalla riduzione delle forniture di gas dalla Russia, ma si riprenderà con il reperimento di fonti energetiche alternative. Gli investimenti delle imprese rimarranno deboli fino al 2023, a causa della debolezza dell’attività economica e delle prospettive economiche più incerte, ma si rafforzeranno nel 2024 con il miglioramento delle prospettive globali. Il tasso di disoccupazione dovrebbe raggiungere un picco di circa l’8%, per poi scendere solo leggermente entro la fine del 2024. L’inflazione annuale scenderà dal 7% previsto nel 2022 al 3,1% nel 2024, quando lo shock energetico sarà passato.
 
Il rallentamento economico ha peggiorato le finanze pubbliche, ritardando l’azione del governo per stabilizzare il rapporto debito/PIL nel lungo periodo. L’OCSE sostiene il piano della Finlandia di raggiungere un deficit di bilancio strutturale dello 0,5% del PIL entro la fine del decennio, ha dichiarato Isabell Koske, direttore facente funzione dell’OCSE per gli studi sui Paesi, durante la presentazione dell’indagine. “Dovrebbero essere intraprese revisioni regolari e complete della spesa per identificare le misure di consolidamento”, ha detto Koske.
 
 




‘Ndrangheta, le mani su Roma: arrestate 26 persone. Panifici e pasticcerie per controllare il territorio

I capi d’accusa: associazione mafiosa, sequestro di persona, fittizia intestazione di beni e altro

ROMA – Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, la Direzione Investigativa Antimafia – con il supporto di personale delle Questure e dei Comandi Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Roma, Cosenza ed Agrigento – nella mattinata di oggi ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma nei confronti di 26 persone (24 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione mafiosa, sequestro di persona, fittizia intestazione di beni e altro.

Più in particolare, l’attività di indagine, condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia – Centro operativo di Roma con il coordinamento della DDA della Procura di Roma, compendia le recenti evidenze connesse alle investigazioni che avevano determinato l’esecuzione, il 10 maggio scorso, di 43 misure cautelati essendo stati raccolti elementi gravemente indiziati in ordine alla esistenza, nell’ambito della associazione di tipo mafioso unitaria denominata ‘ndrangheta- operante sul territorio della provincia di Reggio Calabria e delle altre province calabresi, sul territorio di diverse altre regioni italiane (Lazio, Lombardia, Emilia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta) e sul territorio estero (Svizzera, Germania, Canada, Australia), costituita da molte decine di locali e con organo collegiale di vertice denominato “la Provincia”- di una articolazione operante sul territorio dei comune di Roma [denominata locale di Roma, “distaccamento” o “propaggine” dal locale di Cosoleto (RC), ma composto anche da soggetti appartenenti a famiglie di ‘ndrangheta originarie di Sinopoli (RC) e di altri comuni calabresi oltre che da alcuni soggetti romani], avvalendosi della forza di intimidazione che scaturisce dal vincolo associativo e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà che si creavano nel citato territorio, avendo come scopo quello:

  • di acquisire la gestione e/o il controllo di attività economiche nei più svariati settori (ad es. ittico, della panificazione, della pasticceria, del ritiro delle pelli e degli olii esausti), facendo poi sistematicamente ricorso ad intestazioni fittizie al fine di schermare la reale titolarità delle attività;
  • di commettere delitti contro il patrimonio, contro la vita e l’incolumità individuale e in materia di armi;
  • di affermare il controllo egemonico delle attività economiche sul territorio (in particolare nel settore della ristorazione, dei bar e della panificazione), realizzato anche attraverso accordi con organizzazioni criminose omologhe;
  • e, comunque, infine, di procurarsi ingiuste utilità.

Gravemente indiziati di essere i capi di tale struttura criminale erano risultati CARZO Antonio e ALVARO Vincenzo, entrambi appartenenti a storiche famiglie di ‘ndrangheta originarie di Cosoleto (RC).

Nella precedente ordinanza- essendo medio tempore stata confermata dal Tribunale del riesame la configurabilità del reato di associazione di tipo mafioso – si era rilevata la vocazione imprenditoriale della struttura criminale mediante il sistematico ricorso all’intestazione fittizia di valori, realizzando il controllo di aziende, ditte individuali e società nei diversi settori, tra gli altri, della panificazione, della gastronomia, della ristorazione, dell’intrattenimento e del gioco scommesse autorizzato (tabaccherie, sale giochi, centri autorizzati di ricariche carte e di vendita di tagliandi e giochi controllati dall’Agenzia dei monopoli di Stato), di vendita e noleggio di auto.

L’attuale provvedimento cautelare, a conclusione dell’ulteriore approfondimento investigativo realizzato dall’ottobre 2021, compendia e completa nel dettaglio quanto già emerso in occasione dei sequestri, operati in parallelo al precedente provvedimento, delle 25 società per un valore totale di circa 100 milioni di euro.

L’attività di indagine compiuta nell’ambito del presente procedimento ha consentito infatti di ricostruire, in termini di gravità indiziaria, la applicazione sistematica di uno schema collaudato, di un modello finanziario “ciclico”, tipizzato nel seguente schema: abbandono della società ritenuta compromessa; utilizzo di una società nuova; acquisizione della ditta e dei contratti di locazione con la distrazione di beni, stigliature, insegne e avviamento dell’azienda appartenente alla società da abbandonare; individuazione dei nuovi intestatari fittizi attraverso i quali continuare a possedere le attività commerciali e mantenere il controllo delle stesse. L’attività di indagine compiuta nell’ambito del presente procedimento ha consentito infatti di ricostruire, in termini di gravità indiziaria, come i vertici e i componenti della locale di Roma, acquisiti gli esercizi aziendali, ne acquisissero di frequente anche gli immobili, versando, all’atto dell’acquisto, un anticipo spesso insignificante diluendolo, poi, in centinaia di rate, garantite da cambiali che, secondo le intercettazioni, erano in realtà pagate in contanti; ovvero ricorressero ad operazioni di ricarica di carte postepay, fittiziamente intestate a terzi, effettuate presso i terminali delle tabaccherie sotto il loro controllo, utilizzando lo scoperto garantito da SISAL che successivamente veniva reintegrato con versamenti contanti.

L’attività di indagine è stata svolta dalla Direzione Investigativa Antimafia con il supporto della rete @ON finanziata dall’Unione Europea, e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.




Lapponia, l’Europa ascolta i Sámi

Le organizzazioni membre del Consiglio Sámi (cui partecipano organismi di Svezia, Norvegia, Finlandia e Russia) hanno espresso nel tempo l’esigenza di una maggiore conoscenza e di uno scambio di esperienze su come le direttive, i regolamenti, le decisioni, i pareri e le raccomandazioni dell’UE influiscono sulla vita quotidiana del popolo Sámi.

Anche in seno al Consiglio parlamentare Sámi (SPR) è stata sollevata da tempo l’esigenza di dare ai Sámi una voce più chiara all’interno dell’UE e di organizzare un punto di contatto permanente con l’UE.

Il progetto è radicato sia a livello politico che nella società civile. Nel settembre 2019, il Consiglio lappone, in collaborazione con il Suoma Sámi Nuorat, ha ricevuto un finanziamento dal programma Interreg Nord dell’UE per il progetto Filling the EU-Sápmi knowledge gaps. L’obiettivo generale del progetto è quello di rafforzare le relazioni tra Sápmi e l’UE, attraverso la creazione di una piattaforma di conoscenze su argomenti rilevanti per l’UE-Sámi, ma anche di sviluppare un approccio più strategico nei confronti dell’UE. Il progetto prevede quattro attività principali, tra cui un programma di tirocinio, un corso basato su moduli su argomenti rilevanti per l’UE-Sápmi, una settimana Sámi pilota a Bruxelles nel 2022 e la creazione di un pensatoio UE-Sámi di esperti Sámi.

Anni Koivisto, primo vicepresidente del Parlamento Sámi finlandese, ha preso parte alla Settimana UE-Sámi che si è tenuta a Bruxelles il nei giorni scorsi. L’evento fa parte del progetto Filling the EU-Sámi knowledge gaps, organizzato dal Consiglio Sámi e dall’Associazione giovanile Sámi finlandese con l’obiettivo  che la Settimana UE-Sámi diventi un evento annuale utile a rafforzare il partenariato dei Sámi con le istituzioni dell’UE. “ Sono molto felice della Settimana UE-Sámi. Le politiche dell’UE influiscono sulla posizione del popolo Sámi ed è davvero importante che abbiamo la possibilità di influenzare le decisioni. È anche importante che i responsabili delle decisioni dell’UE diventino più consapevoli del popolo Sámi e che l’UE riconosca la competenza dei Sámi nelle politiche per le popolazioni indigene”, ha dichiarato la Koivisto.

Il Consiglio dei giovani del Parlamento Sámi era rappresentato all’evento da Anni-Sofia Niittyvuopio, Anni-Sofia Löf e Lilja Ljetoff.,  presente anche Pirita Näkkäläjärvi, membro del Parlamento Sámi e presidente della Commissione cultural, partecipando come rappresentanti del Parlamento Sámi a una tavola rotonda sul partenariato tra l’UE e i Sámi, insieme con Kalle Varis, Segretario legale del Parlamento Sámi, e Lars-Anders Baer, Segretario per gli Affari internazionali.

Il progetto Filling the EU-Sámi knowledgr gaps è finanziato da Interreg Nord, dalla Federazione della Lapponia, dal Parlamento norvegese dei Sámi, dalla Contea di Tromsø e Finnmark, dalla Regione Norrbotten e dalla Regione Västerbotten.

L’impegno finanziario UE rientra nella priorità “Promuovere la cultura Sámi e l’uso delle lingue Sámi “.

L’Istituto culturale finlandese per il Benelux ha partecipato al programma culturale, sostenendo uno spettacolo di danza Sámi di due giovani ballerini Sámi di talento, Katja e Birit Haarla. Esse creeranno un nuovo pezzo di danza appositamente per la Settimana UE-Sámi. Essendo gemelle, Katja e Birit introducono il pezzo attraverso il concetto di “simbiosi del movimento”, che può essere interpretato come una simbiosi tra gli esseri viventi negli ecosistemi. Con il duetto, creano uno spazio performativo che racchiude un’atmosfera potenziante generata dalla fisicità espressiva del corpo, a significare come la danza e il suo potere curativo sono qualcosa di molto simile a quello che emerge dalla Madre Terra.  “I Sámi hanno vissuto per decenni in accordo con la terra per perpetuare un modo duraturo e nutriente l’ abitare in modo paritario su questo pianeta. Nel contesto della Settimana Sámi dell’Unione Europea, desideriamo dedicare questo pezzo ai nostri compagni Sámi che invitiamo a condividere la nostra conquista del palco del Beursschouwburg”,




Ministero difesa Russo: “Usa preparano provocazioni per accusare la Russia di utilizzare armi nucleari tattiche”

Gli Stati Uniti starebbero preparando un piano per accusare la Russia di utilizzare armi nucleari, chimiche, biologiche o tattiche nel conflitto con l’Ucraina. Questo quanto riportato dalla Tass dove il capo delle truppe di protezione dalle radiazioni, chimica e biologica delle forze armate russe Igor Kirillov ha affermato: “Il ministero della difesa russo ha informazioni sulla preparazione da parte degli Stati Uniti di provocazioni per accusare le forze armate russe di utilizzare armi nucleari chimiche, biologiche o tattiche”.

Secondo Kirillov, il piano statunitense sarebbe stato ideato a seguito dei successi della Russia nell’operazione speciale. 

“Solo a marzo-aprile di quest’anno, – ha detto Kirillov – la leadership dei paesi occidentali ha regolarmente rilasciato dichiarazioni provocatorie sulla possibilità che la Russia utilizzi armi di distruzione di massa”.

Il capo delle truppe RKhBZ ha poi ricordato che lo scorso 27 febbraio la Rappresentante Permanente degli Stati Uniti presso l’ONU, Linda Thomas-Greenfield, ha annunciato l’intenzione della Federazione Russa di utilizzare armi chimiche e biologiche “sotto falsa bandiera” per intimidire la popolazione ucraina e il mondo. A sua volta, il Dipartimento di Stato americano ha preso in considerazione il trasferimento in Ucraina di un massimo di 400mila dispositivi di protezione individuale, 390 equipaggiamenti da ricognizione e 15 veicoli da ricognizione Stryker.

Kirillov ha evidenziato poi il fatto che “tali progetti sono stati attuati dagli Stati Uniti più di una volta per raggiungere obiettivi politici. L’esempio più eclatante di provocazione informativa è il discorso del Segretario di Stato americano Colin Powell il 5 febbraio 2003. Una provetta con il “detersivo in polvere” nelle sue mani è servita da pretesto per l’invasione dell’Iraq e la causa della morte di quasi mezzo milione di cittadini. Inoltre, – ha proseguito Kirillov –  ha citato una provocazione con il presunto uso del sarin in Siria nel 2017, che ha portato a un attacco missilistico all’aeroporto di Shayrat in Siria, e nel 2018, presumibilmente cloro a Barz e Jamrai.”

Il capo delle truppe RKhBZ ha poi detto che la testimonianza di diversi testimoni oculari di questi eventi è stata portata dalla Federazione Russa all’Aia ma che ad oggi, nessuno è stato ritenuto responsabile di queste provocazioni”

Sostanze velenose

Kirillov ha poi parlato di “consegne di centinaia di migliaia di fiale di antidoti velenosi all’Ucraina da parte degli Stati Uniti” che testimonierebbero la “preparazione deliberata di provocazioni con sostanze velenose. L’alta probabilità di mettere in scena l’uso di armi chimiche – ha detto ancora – è confermata dai fatti della fornitura di antidoti velenosi all’Ucraina. Solo nel 2022, su richiesta del Ministero della Salute dell’Ucraina, sono state consegnate oltre 220mila fiale di atropina dagli Stati Uniti.”




Ucraina, Zelensky avverte: prepararsi a minaccia nucleare russa

Il Pentagono: “Nuove armi Usa entro 24 ore”

Dobbiamo tutti essere pronti alla minaccia nucleare della Russia”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista alla Cnn che andrà in onda alle 16 ora locali (le 22 in Italia) e di cui la all news americana ha trasmesso un’anticipazione.

“Siamo preoccupati dal possibile uso di armi nucleari, ma tutto il mondo dovrebbe esserlo, non solo l’Ucraina”, ha detto il presidente.

Nel frattempo, Mosca ha espulso 18 membri della rappresentanza dell’Ue dalla Russia. Lo rende noto il ministero degli Esteri, citato dalla Tass.

E il primo volo con le nuove armi Usa destinate all’Ucraina arriverà nella “regione” nelle prossime 24 ore. Lo riporta la Cnn citando fonti della Difesa americana. Non è chiaro dove arriveranno di preciso le armi e quali faranno parte di questo primo invio.

Ucraina, Mariupol: gli abitanti nelle strade fra i militari russi

MARIUPOL SOTTO ASSEDIO – La Casa Bianca sgombera il campo dall’ipotesi di un viaggio a Kiev del presidente Joe Biden. Senza giri di parole, la portavoce Jen Psaki chiarisce: “Non manderemo il presidente in Ucraina”. È ancora sul tavolo invece il progetto di una missione a Kiev o del capo del Pentagono Lloyd Austin o del segretario di Stato Antony Blinken. Proprio Blinken, secondo la Cnn che cita fonti dell’amministrazione, ha detto agli alleati europei che la guerra in Ucraina potrebbe prolungarsi per tutto il resto dell’anno. È ancora incandescente il nodo dell’adesione alla Nato di Svezia e Finlandia: “L’adesione avrebbe implicazioni negative per la pace e la stabilità nell’Europa del Nord” ha detto il ministero degli Esteri russo. Mosca ha avvertito Washington, con una nota diplomatica formale che le spedizioni americane e della Nato di sistemi d’arma “più sensibili” all’Ucraina stanno “alimentando” il conflitto e potrebbero portare a “conseguenze imprevedibili”. Nelle ultime ore il presidente Biden ha approvato l’invio di nuove armi, inclusi elicotteri Mi-17 e Howitzer da 155 mm, per altri 800 milioni di dollari. Sul campo intanto continua l’assedio di Mariupol, dove la situazione starebbe “precipitando”. Il comandante della 36/a brigata della Marina ucraina, il maggiore Serhiy Volyna, ha lanciato un appello a “sbloccare” la città prima possibile, “militarmente o politicamente” perché sono in corso feroci combattimenti e i russi avanzano “in modo aggressivo”. E per la prima volta dall’inizio dell’invasione la Russia ha usato caccia-bombardieri a lungo raggio contro Mariupol.
Lo stabilimento siderurgico Ilyich a Mariupol è sotto il controllo dell’esercito russo. Lo ha detto il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov citato da Interfax. “L’impianto è stato liberato “da un gruppo di forze russe e unità della milizia della repubblica di Donetsk a seguito di operazioni offensive”, ha affermato Konashenkov in conferenza stampa.

COLPITA UNA FABBRICA DI ARMI – Le forze russe hanno colpito ieri notte una fabbrica di armi vicino a Kiev con missili Kalibr lanciati dal mare: lo ha reso noto il portavoce della ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov. “La scorsa notte, i missili a guida di precisione a lungo raggio Kalibr lanciati dal mare hanno colpito un sito militare alla periferia di Kiev”, ha detto oggi Konashenkov durante una conferenza stampa. E’ stato preso di mira lo stabilimento della Zhulyany Vizar, che produce tra l’altro razzi terra-aria anti aereo e componenti per aerei ed elicotteri: i missili russi hanno “distrutto le officine di produzione e manutenzione dei sistemi di difesa aerea a medio e lungo raggio e missili anti-nave”, ha precisato Konashenkov.

Kiev ha denunciato oggi che 7 civili sono rimasti uccisi in un attacco contro gli autobus usati per le evacuazioni vicino a Kharkiv e altri 27 sono rimasti feriti giovedì, quando “i militari russi hanno sparato su autobus di evacuazione che trasportavano civili dal villaggio di Borova nel distretto di Izium”.

L’INCROCIATORE MOSKVA – L’incrociatore missilistico russo Moskva, divorato dalle fiamme e che Kiev aveva rivendicato di aver colpito, “ha perso stabilità ed è affondato mentre veniva rimorchiato durante una tempesta”. Ad ammetterlo il ministero della Difesa russo, che spiega che la nave “ha perso stabilità a causa del danno allo scafo”. Danno, però, che viene attribuito da Mosca all’incendio seguito all’esplosione delle munizioni” trasportate a bordo. Con il Moskva, si teme possa essere finita negli abissi anche una testata nucleare che, secondo voci non confermate, avrebbe fatto parte del suo arsenale. Comunque si tratta di un duro colpo per la flotta militare russa. Il Pentagono intanto sostiene che l’incrociatore sia stato colpito da due missili ucraini. 
Il comandante del Moskva, Anton Kuprin, è morto durante l’esplosione e l’incendio a bordo della nave 
prima dell’affondamento. Lo riferisce il consigliere del ministro degli Affari interni ucraino Anton Gerashchenko citato da Nexta, il media bielorusso di opposizione che trasmette dalla Polonia. Il capitano Anton Kuprin diede l’ordine di bombardare l’Isola dei Serpenti il primo giorno di guerra.




Bracciano, al Teatro del Lago un evento per le donne che soffrono di endometriosi

Michela Califano, consigliera regionale, prima firmataria della legge: “In estate dovrebbe concludersi l’iter di approvazione della legge regionale”

BRACCIANO (RM) – Ci sarà un “salotto di confronto” con la consigliera regionale On. Michela Califano, testimonianze di donne che soffrono di endometriosi e poi un quartetto live che dedicherà alle donne un repertorio di musica italiana.

Si tinge idealmente di “giallo” il comune di Bracciano, l’incantevole borgo che si affaccia sull’omonimo lago, ricco di storia con una comunità che tesse buoni valori e aspira al benessere dei suoi abitanti. È in questo contesto che il Comune di Bracciano patrocina e ospita venerdì 8 aprile alle ore 19 nel Teatro del Lago “Delia Scala”, un evento dedicato all’Endometriosi.

A fare gli onori di casa il sindaco Marco Crocicchi e l’assessora alle Politiche Culturali e Istruzione Emanuela Viarengo. Sarà un momento di confronto dedicato alle donne, promosso dalla Regione Lazio e organizzato dall’Associazione Sinfonia dal titolo “Endometraggio”, perché si pone quasi come un “corto” dal vivo che presenta una patologia che colpisce moltissime donne, fin da molto giovani, non appena ha inizio il loro periodo di fertilità.

Ci sarà un “salotto di confronto” per conoscere la patologia e poi un  quartetto live che proporrà un repertorio di alcune tra le più belle canzoni italiane che parlano di donne.
“Il Comune di Bracciano sceglie la strada della prevenzione – dichiara l’assessora alle Politiche culturali all’istruzione Viarengo – e lo fa accogliendo un evento che servirà a far conoscere la patologia, capire come orientarsi e anche ad omaggiare tutte le donne della buona musica e belle canzoni a loro dedicate”. 

La manifestazione vedrà la partecipazione straordinaria del Consigliere regionale del Lazio On. Michela Califano, prima firmataria della proposta di legge sull’Endometriosi 4.0: “È assolutamente necessario – dichiara l’on. Michela Califano – far sapere alle donne che soffrono di endometriosi che non sono da sole. Noi istituzioni abbiamo il dovere di accompagnarle in un percorso di cura e assistenza cercando di alleviare quanto più possibile il loro disagio che può e deve risolversi nel migliore dei modi. Fare prevenzione e parlare di Endometriosi è fondamentale e la proposta di legge Endometriosi 4.0, che ci auguriamo venga approvata in estate, è lo strumento concreto che ci permetterà di colmare un grande vuoto e una grande mancanza nei confronti delle tantissime donne che soffrono di questa patologia”.