David di Donatello 2021: Greta, la cantautrice italo americana in pista con “Magic” nella categoria miglior canzone originale

“Magic”, questo il titolo della colonna sonora del film appena uscito sulla piattaforma Amazon Prime dal titolo “Addio al nubilato” che concorre al David di Donatello 2021 per la categoria “Miglior canzone originale”.

Greta a “Officina in arte” la trasmissione condotta da Valeria De Luca e Chiara Rai

Un brano che porta la firma, per la parte del testo, della 19enne Greta Elizabeth Mariani. Una ragazza che già da tempo sta facendo parlare di se’ fra gli addetti ai lavori, oltre che aver già riscosso numerosi consensi di critica e di pubblico.

Nata a Roma, da padre italiano e madre statunitense, fin da bambina ascolta le canzoncine e guarda i film in americano. Un contesto, quello famigliare, che la porta in maniera assolutamente naturale a scrivere e cantare in inglese. 

Un percorso musicale iniziato ufficialmente a 14 anni con la registrazione, piano e voce, di “The Sound of Silence”, lo storico brano di Simon & Garfunkel, per il quale registra anche il video con il quale vince il contest di Los Angeles “Akademia Music Awards”. E da quel momento inizia a comporre e interpretare le sue canzoni.

E ora, a soli 19 anni, è stata coinvolta come cantautrice in tre brani inseriti nel film “Addio al nubilato” targato Minerva Pictures e RAI Cinema per la regia di Francesco Apolloni e che tra le interpreti femminili vede Laura Chiatti, Antonia Liskova, Chiara Francini, Jun Ichikawa. E nella stesura del testo di “Magic” colonna sonora del film una importante collaborazione con il Maestro Alessandro Molinari che ne ha composto la parte musicale.

In questi ultimi giorni, nei media italiani della pellicola “Addio al Nubilato” e del suo cast tutto in rosa se ne sta parlando ovunque e di Greta se ne sta parlando invece molto, ma da tempo, negli ambienti internazionali musicali degli addetti ai lavori.




Castel Gandolfo, quei massi che incombono sulle teste dei cittadini: di chi è la competenza per mettere in sicurezza l’area?

Nella relazione della Città Metropolitana si legge che potrebbero verificarsi altri crolli. Il terreno da mettere in sicurezza è pubblico o privato?

CASTEL GANDOLFO (RM) – Ancora nessun intervento è stato effettuato per mettere in sicurezza il costone in piazzale dei Giochi Olimpici a Castel Gandolfo, di fronte il lungolago, dove a gennaio del 2019 un enorme masso è crollato dal costone fermandosi per miracolo, grazie a delle alberature instabili che hanno trattenuto la caduta, a pochi centimetri dal bar chiosco sottostante, si è sfiorata la tragedia, mentre era aperto con il personale che lavorava all’interno.

Se non ci fossero state quelle alberature definite dai tecnici di “scarsa consistenza” ci sarebbero stati dei morti. Ciononostante la questione così grave sembra essere finita nel dimenticatoio e questo pericolo che incombe con altre grandi rocce, che potrebbero staccarsi da un momento all’altro, continua a “minacciare” e pendere sulle teste di visitatori ignari del pericolo cui potenzialmente sono esposti.

Infatti, ci sono migliaia di persone che nel fine settimana transitano su quel piazzale, vicino delle transenne che non servono sicuramente ad evitare che un masso di peperino, qualora si stacchi dal costone, possa travolgerli.

Nonostante dalla relazione del Comune si evinca che il grosso masso si sia staccato da un terreno di un privato (una società), in questi due anni la situazione non è sembrata essere così chiara e le pertinenze, secondo quanto emerso in seguito, sembrerebbero essere di più soggetti (Comune e privato? ).

La domanda è molto semplice: il masso si è staccato da un terreno pubblico o privato?

Per levare ogni dubbio, in questi giorni, la proprietà del chiosco ha richiesto che venga stabilito dal Tribunale di chi sia la competenza per poter capire chi deve porre rimedio a questo grosso pericolo incombente per l’incolumità pubblica che, lo ricordiamo, solo per una questione di fortuna non ha prodotto altri episodi.

Tra qualche giorno si dovrebbe conoscere l’esito dell’accertamento tecnico preventivo richiesto

Come da relazione del geometra Pieragostini del Comune di Castel Gandolfo in merito al sopralluogo del 16 gennaio 2019, si legge che un grosso masso di peperino si era staccato dal costone sovrastante l’attività commerciale. L’area del distacco è stata individuata al foglio 2 particella 150 che come si legge dalla relazione del geometra comunale è di proprietà di una società con sede a Castel Gandolfo.

Il geometra a seguito dell’intervento suggerisce anche al Comune di emettere una ordinanza a salvaguardia della pubblica incolumità e “preservazione dei beni”

C’è anche una relazione di sopralluogo dei tecnici specializzati della Città Metropolitana da cui si legge che “la caduta è avvenuta da una parte rocciosa situata a circa 15 metri più in alto rispetto alla quota di arresto del grande masso”. Si legge ancora “la scarpata rocciosa da cui è avvenuto il distacco è segnalata come orlo di scarpata di frana nella cartografia relativa all’inventario dei fenomeni franosi.

Veniamo a conoscenza inoltre che si tratta di terreni superficiali alterati e argillificati dove la presenza di vegetazione e arbusti aggrava la situazione perché ha prodotto delle fratture e destabilizzato il costone.

Nella relazione della Città Metropolitana si legge che potrebbero verificarsi altri crolli

Nello specifico sono state “individuate due diverse porzioni di roccia completamente dislocate e a rischio crollo”. Si sono poi evidenziate le condizioni di pericolosità in cui versa l’intera parete, “l’area in esame – leggiamo ancora nella relazione dei tecnici della Città Metropolitana – è caratterizzata dall’innesco di fenomeni di crollo di roccia a rapido innesco e sviluppo in grado di mobilizzare volumi di roccia e detriti anche potenzialmente notevoli e capaci di minacciare la stabilità complessiva del settore in analisi e di comportare un rischio indotto molto elevato per beni e persone. Per risanare il tratto in esame lungo circa 100 metri è necessario intervenire rapidamente eliminando il pericolo che gli elementi tufacei posti in equilibrio instabile possano staccarsi dalla parete verticale….”.

Infine la Città Metropolitana elenca una serie di interventi quali la bonifica delle pietre, l’applicazione di una rete metallica e la realizzazione di un fosso di guardia collegato con le opere idrauliche e i tecnici dicono espressamente che le indicazioni dettate sono finalizzate alla salvaguardia dell’incolumità pubblica e preme anche sulla necessità di effettuare ulteriori studi specifici e approfondimenti.

Le relazioni messe nero su bianco parlano di un pericolo grandissimo. Adesso con l’accertamento delle responsabilità e competenze bisognerà quanto prima provvedere a salvaguardare la pubblica incolumità.




Estradato dagli USA il killer di mafia Ferdinando Gallina, detto “Freddy”: dopo un iter durato 5 anni oggi l’arrivo all’aeroporto di Fiumicino

Negli USA, Gallina, da personaggio di primo piano della mafia siciliana, si è avvalso di una difesa tecnica di altissimo livello che ha utilizzato ogni strumento giuridico previsto dalla legislazione americana per impedire il temuto rientro in Italia

Ferdinando Gallina, detto Freddy, classe 1977, colpito da tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e ritenuto responsabile di tre omicidi aggravati dalla finalità mafiosa, appartenente a “Cosa Nostra”, rientra finalmente in Italia dopo una battaglia per ottenere la sua estradizione durata quasi 5 anni.

L’arrivo oggi a Fiumicino di Gallina, scortato dagli uomini del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (SCIP), è da considerare uno straordinario successo italiano perché un pericolosissimo criminale sconti in carcere le pene inflittegli: risultato reso possibile dall’implementazione degli scambi informativi, delle metodologie operative e investigative con gli Stati Uniti, fortemente sostenuta dal Prefetto Vittorio Rizzi, Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza.

E’ durato, appunto, 5 anni l’iter procedurale che ha portato all’estradizione di Gallina, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Carini e killer della mafia, ritenuto il braccio destro per la Sicilia occidentale, ed in particolare per la provincia di Palermo, del boss Salvatore Lo Piccolo.

Gallina è stato arrestato per la prima volta nel 2008 nell’ambito dell’Indagine “Addio Pizzo” del Nucleo investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Palermo. Dopo un periodo di detenzione, alla fine del 2014, era stato scarcerato e sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Carini (PA), da cui si era allontanato nel gennaio del 2016 rendendosi irreperibile.

Le tracce di Gallina, seguite dagli investigatori dell’Arma dei Carabinieri, hanno portato negli Stati Uniti dove, in effetti, viene arrestato nel novembre 2020 da personale dell’FBI e dell’Immigration Custom Enforcement di New York, a cui era stato segnalato per l’irregolare presenza sul territorio statunitense, ove aveva fatto ingresso con documenti falsi dal Canada.

Nel frattempo, in Italia il G.I.P. presso il Tribunale di Palermo ha emesso nei confronti del latitante, all’esito di convergenti dichiarazioni di coimputati negli stessi procedimenti, altre tre diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere perché ritenuto responsabile di tre omicidi aggravati dalla finalità di agevolare “Cosa Nostra”, commessi nel biennio 1999 e 2000.

Nel 2017, il Ministero della Giustizia italiano, informato dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del rintraccio di Gallina a New York, ne aveva richiesto l’estradizione in relazione alla prima ordinanza di custodia cautelare per cui era si era reso irreperibile e, successivamente, ha integrato la richiesta di arresto provvisorio a fini estradizionali anche per i due provvedimenti restrittivi emessi nei suoi confronti per gli omicidi di mafia.

Negli USA, Gallina, da personaggio di primo piano della mafia siciliana, si è avvalso di una difesa tecnica di altissimo livello che ha utilizzato ogni strumento giuridico previsto dalla legislazione americana per impedire il temuto rientro in Italia.

Nel gennaio del 2020 anche il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, che si trovava in missione a New York e Washington, ha affrontato il caso Gallina con le massime autorità locali statunitensi tra cui il Ministro della giustizia, i direttori di DEA e FBI, i due Procuratori distrettuali di New York (Manhattan e Brooklyn) e vari responsabili delle Agenzie Onu che si occupano di cooperazione internazionale in materia penale.

Con l’osservanza di tutti i protocolli sanitari previsti, personale dello SCIP è volato la scorsa settimana a New York per l’estradizione di Gallina, chiudendo il cerchio di un lavoro ininterrotto di cinque anni, anche attraverso l’esperto per la sicurezza italiana a New York che sul campo, affiancando l’FBI, ha seguito da vicino tutti gli sviluppi giudiziari e investigativi.




Varianti Covid-19, si attende parere del Cts su situazione nelle scuole: De Luca richiude da lunedì

Arriverà nei prossimi giorni un parere tecnico del Comitato Tecnico Scientifco sulla situazione epidemiologica nelle scuole, richiesta dai governatori alla luce della diffusione delle nuove varianti del Covid. E’ quanto emerge dalla cabina di regia che si è svolta oggi a Palazzo Chigi.

A portare all’attenzione del Governo la richiesta delle Regioni sono stati i ministri delle Autonomie e dell’Istruzione, Mariastella Gelmini e Patrizio Bianchi. Nei prossimi giorni quindi il Cts si esprimerà e darà un quadro sulla diffusione del Covid negli istituti.

Alla luce dei nuovi dati sull’andamento epidemiologico della pandemia, nelle singole Regioni si prendono provvedimenti sull’opportunità di tenere aperte o meno le scuole. Ecco le prime decisioni: 

CAMPANIA – “Da lunedì chiudiamo tutte le scuole”. Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in diretta Fb. De Luca ha sottolineato che soprattutto nelle scuole di Napoli si sono registrati diversi casi di variante inglese. “Prima dobbiamo completare la vaccinazione del personale scolastico e poi parleremo di riapertura”, ha aggiunto e poi”per il personale scolastico abbiamo prenotazioni al 25 febbraio per 114mila unità, ad oggi 28mila persone sono vaccinate – ha detto – di Astrazeneca abbiamo 142mila dosi a febbraio e 164mila a marzo dunque abbiamo possibilità di completare la vaccinazione del personale scolastico per marzo”. “Forse ci saranno novità, la prossima settimana, per l’approvvigionamento dei vaccini all’estero. L’acquisto all’estero avverrà avendo avendo chiari due presupposti – ha spiegato – la Campania non userà mediatori o intermediari, parliamo ad aziende ufficiali e agli Stati. In ogni caso i vaccini che saranno somministrati saranno valutati e approvati da autorità di controllo come Ema e Aifa”. 



MARCHE – Firmata oggi dal presidente della regione Marche Francesco Acquaroli un’ordinanza che dispone, a partire da domani, sabato 27 febbraio, e fino al 5 marzo (giorno di scadenza dell’attuale Dpcm), la didattica a distanza al 100% in tutte le scuole superiori delle Marche. Nelle sole province di Ancona e Macerata la stessa modalità in Dad al 100% riguarderà anche le seconde e terze classi delle scuole medie. Resta garantita, informa la Regione Marche, la possibilità di svolgere la presenza per i laboratori, gli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali. Nel provvedimento viene disposta anche la proroga fino al 5 marzo, a scadenza dell’attuale Dpcm, delle ordinanze già in vigore, che dispongono i limiti di spostamento in entrata e in uscita nel territorio provinciale di Ancona e le restrizioni per i 20 Comuni in zona arancione dell’Anconetano. 

PUGLIA – Il Tar Puglia, con un secondo decreto depositato oggi relativo a ricorsi contro l’ultima ordinanza regionale sulla scuola, ha respinto anche una richiesta di sospensione fatta dal Codacons Lecce, come già aveva fatto poco prima per quella presentata da un gruppo di genitori baresi. Il presidente Orazio Ciliberti, oltre a ribadire tutte le motivazioni già espresse nell’altro decreto, spiega che “premesso che è reale l’esigenza di prevenire il contagio pandemico nelle scuole, la questione centrale delle scelte regionali sulla scuola può essere così semplificata: ai bambini e ai minori bisognosi di sostegno non si può chiedere di restare soli a casa a praticare la didattica digitale a distanza, viceversa tale sacrificio, sia pure in certa misura, può essere chiesto agli adolescenti; sennonché, la scelta – in ultima istanza – deve essere consentita alle famiglie dei minori e da ciò consegue che i dirigenti scolastici devono oltremodo argomentare e motivare l’eventuale diniego della didattica in presenza a chi ne faccia richiesta, consapevoli che un diniego immotivato potrebbe dar luogo a ulteriori contenziosi”. Anche in questo caso, dopo aver rigettato l’istanza cautelare, ha rinviato per la trattazione collegiale al prossimo 17 marzo.




Fiume Arrone, niente da fare per il primo tratto: le paratie sul lago di Bracciano restano chiuse

Niente da fare per il primo tratto del fiume Arrone, che va dalle sponde del lago di Bracciano in località “La Marmotta” ad Anguillara Sabazia fino alla località “La Mola” sempre ad Anguillara Sabazia, dove resteranno chiuse le paratie che impediscono all’acqua del lago di immettersi nel fiume.

Il Consigliere regionale M5s Valerio Novelli, presidente della Commissione Agricoltura e Ambiente ha ricordato che ad oggi non si è ancora chiuso il procedimento aperto dalla Procura per il disastro ambientale che ha colpito il lago di Bracciano nel 2017 e che la Regione Lazio, recentemente, ha negato all’Acea di captare temporaneamente acqua per pulire le condutture ferme ormai da quasi 4 anni. Quindi andare ad aprire oggi le paratie per lasciare affluire acqua nell’Arrone è impensabile.

Il Consigliere regionale del Lazio M5s Valerio Novelli presidente della Commissione Agricoltura e Ambiente e il direttore dell’ANBI Lazio Andrea Renna ospiti della trasmissione Officina Stampa per un approfondimento sulla situazione del fiume Arrone



L’Arrone è un fiume di straordinaria bellezza, lungo 35 chilometri, nasce nella parte sud-orientale del lago di Bracciano ad Anguillara Sabazia e sfocia a Fiumicino nel mar Tirreno tra Maccarese e Fregene.

Questo fiume sta morendo nel tratto iniziale che va dal lago di Bracciano – La Marmotta ad Anguillara Sabazia – fino alla Mola sempre ad Anguillara Sabazia. Il letto del fiume, in questo tratto, è quasi asciutto. Le paratie poste sul lago sono chiuse e il fiume è secco perché, probabilmente, l’attenzione è più concentrata a non far abbassare il livello del lago di Bracciano piuttosto che alimentare un fiume così ricco di storia che ora rischia l’estinzione.

Il video servizio sulla situazione relativa il primo tratto del fiume Arrone

Perché le paratie sono chiuse? In realtà non c’è una risposta certa ma solo supposizioni. Nel 2015 è stato stabilito con un protocollo tra i comuni rivieraschi, parco e regione che lo zero idrometrico del lago di Bracciano è pari a 163,04 metri sul livello del mare. L’Acea, grazie alla convenzione stipulata nel 1984 può prelevare acqua del lago fino a un limite massimo di 161,90 metri. Chiaramente con le paratie del fiume Arrone aperte l’acqua a disposizione dei prelievi sarebbe di minore portata. Chissà che non sia proprio questo il problema? Di fatto per non far morire quella parte di fiume e tutti i pesci che vi dimorano si dovrebbe tornare ad alimentare, magari regolandone l’apertura e la chiusura delle paratie in determinati periodi dell’anno. 

Il fiume Arrone è immerso nel Parco di Bracciano Martignano. Nel fiume Arrone sono state riscontrate alcune specie di pesci di interesse comunitario come il Vairone, il Barbo, il Cobite, che riesce a sopravvivere anche in acque particolarmente povere di ossigeno in quanto possiede un’elevata superficie branchiale e riesce a svolgere una respirazione intestinale, e il ghiozzo di Ruscello anch’esso rinvenuto nel primo tratto del fiume Arrone e buon indicatore della qualità delle acque. Quale futuro per questo storico corso d’acqua?




Latina, “Guerra Criminale Pontina”: parlano due collaboratori di giustizia

Dopo 11 anni vengono arrestate 4 persone per l’omicidio di Massimiliano Moro

LATINA – La Polizia di Stato di Latina ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nei confronti 4 soggetti, tutti indagati a vario titolo per la morte di Massimiliano MORO, omicidio commesso a Latina la sera del 25 Gennaio 2010 all’interno della propria abitazione, con una pistola calibro 9.

All’operazione ha altresì partecipato personale della Squadra Mobile della Questura di Pescara e della Polizia Penitenziaria di Roma. 

Le indagini costituiscono l’epilogo di un mirato approfondimento investigativo che i poliziotti della Squadra Mobile di Latina, unitamente al Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, sotto la direzione ed il coordinamento della Direzione distrettuale Antimafia di Roma, stanno conducendo nella Provincia di Latina, anche rispetto alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia.

La presente inchiesta si riconnette alle risultanze emerse nel corso delle indagini condotte all’epoca dai poliziotti, attraverso l’ausilio di intercettazioni e l’analisi di tabulati telefonici, informazioni arricchite dai nuovi riscontri emersi che permettono di ipotizzare come l’omicidio in argomento sia stato commesso con metodo mafioso e per finalità di agevolazione mafiosa.

Il grave delitto si inquadra nella faida scoppiata nel 2010 nella provincia di Latina, fra le famiglie Rom CIARELLI-DI SILVIO, da un lato, e gruppi non Rom facenti capo a 2 soggetti, dall’altro, tra cui la vittima, volta ad ottenere il controllo delle attività criminali del territorio pontino.

Nell’ambito di tale faida, denominata cosiddetta Guerra Criminale Pontina, l’omicidio del Moro ha costituito il punto centrale di una serie di condotte criminali che, prima o dopo di esso, hanno determinato l’affermarsi sul territorio pontino di clan familiari caratterizzati dalla capacità di porre in atto un potere di intimidazione tipico delle organizzazioni mafiose.

In particolare, l’omicidio del Moro è stato deliberato dal sodalizio criminale facente capo alle famiglie CIARELLI e DI SILVIO (di origini rom) come una delle risposte al tentato omicidio del proprio elemento apicale Carmine CIARELLI.

Proprio l’agguato subito da quest’ultimo, la mattina del 25 gennaio 2010, ha segnato l’avvio di un nuovo e più forte sodalizio fra le due famiglie, che determinava un’immediata e spietata risposta criminale, al fine di riaffermare il proprio potere a scapito di quelle forze contrarie che avevano deciso di minarlo con un atto così eclatante.

L’omicidio del Moro è solo uno dei più gravi tasselli della risposta del sodalizio CIARELLI-DI SILVIO, comprendente anche l’altrettanto immediato omicidio di Fabio Buonamano ed il tentato omicidio di Fabrizio Marchetto, avvenuto circa un mese dopo, in data 06.03.2010, e formalmente diretto a vendicare la pregressa uccisione di DI SILVIO Ferdinando, detto il “bello”, nonché, da ultimo, il tentato omicidio di Gianfranco Fiori, avvenuto in data 06.06.2010, perché ritenuto uno dei materiali esecutori dell’agguato nei confronti di Carmine CIARELLI.

Ebbene, proprio il tentato omicidio del CIARELLI segna il sorgere del sodalizio dell’associazione a delinquere CIARELLI-DI SILVIO, come riconosciuto nella sentenza emessa nel processo cosiddetto Caronte, il cui programma non era solo quello di commettere delitti ma di riaffermare con violenza e minaccia il controllo del territorio a Latina, che è uno degli elementi cardine del potere delle consorterie di stampo mafioso.

Il Moro, peraltro, aveva chiaramente manifestato l’intenzione di ribaltare il potere delle famiglie Rom, sostituendosi alle stesse, e pertanto considerato un vero e proprio nemico del sodalizio.

Infatti, nel corso di una riunione operativa con i propri sodali, aveva deciso di avviare un’azione di forza nei confronti dei CIARELLI, già nel 2007, e a seguito di uno schiaffo ricevuto dallo stesso Carmine CIARELLI nel corso di una lite per un debito non ancora pagato, prese la decisione di uccidere quest’ultimo e si suoi fratelli Ferdinando e Luigi.

L’attentato a Carmine CIARELLI, come detto, fallì ma le famiglie Rom CIARELLI e DI SILVIO furono in grado di ricondurre presto l’agguato subito allo stesso Massimiliano MORO, il quale, secondo gli affiliati del clan Rom, si era anche macchiato della colpa di essersi sfacciatamente recato all’ospedale dove Carmine CIARELLI era stato ricoverato dopo l’agguato, per ostentare falsamente la propria solidarietà ai familiari del ferito.

L’omicidio del Moro, dunque, veniva commesso al fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso CIARELLI-DI SILVIO, costituendo il delitto una chiara azione ritorsiva nei confronti della persona che era ritenuta una dei responsabili dell’agguato subito da Carmine CIARELLI, allo scopo di affermare il proprio potere in odine ai traffici illeciti sul territorio di Latina rispetto ai gruppi criminali antagonisti, costituiti da soggetti non di etnia rom.




Urban Fishing, la moda di pescare in città arriva dal Regno Unito: una tendenza da “prendere all’amo”?

Questo sport che guarda all’ambiente si sta imponendo anche in Italia, grazie soprattutto al lavoro svolto dai Consorzi di bonifica all’interno dei centri abitati

Si chiama “Urban Fishing” e dall’Inghilterra è arrivata anche in Italia: è la moda bizzarra di pescare in città, un po’ come forma di anti stress un po’ però con un obiettivo ambientale. Infatti potrebbe dare spazio a una pratica utile per la manutenzione di bonifica all’interno dei centri abitati.

Sarà una tendenza da “prendere all’amo”? Immaginate dopo una giornata stressante in ufficio di fare una passeggiata fino al fiume o al torrente vicino a casa vostra e… pescare.

È il concetto dell”Urban Fishing”, una disciplina anglosassone inventata dal restauratore fluviale britannico Theo Pike, autore del libro “Trout in dirty places”. In questo testo, l’esperto indica 50 luoghi nel Regno Unito dove è possibile pescare le trote a pochi passi da un centro urbano.

L’intervista al Dottor Massimo Gargano Direttore Generale dell’ANBI a Officina Stampa del 18/02/2021

A seguire questa “moda urbana”, sono al momento soprattutto gli “streeters”, in gran parte giovani, che si cimentano dalla pesca ultralight di pesci di media pezzatura, a sessioni più impegnative di grossi predatori ittici, sempre nel rispetto delle normative anti-Covid.

Ora questa moda si sta imponendo anche in Italia, grazie a un lavoro svolto dai Consorzi di bonifica all’interno dei centri abitati

Alcuni lavori di ‘manutenzione gentile’ svolti dai Consorzi di bonifica, come per esempio il lavoro di bonifica effettuato sul torrente Mugnone, che scorre a Firenze, hanno dimostrato che è possibile rendere i fiumi urbani non sono solo scarichi di liquami, ma luoghi pieni di vita. In questo caso, alcune sistemazioni idrauliche hanno permesso di rallentare il flusso d’acqua proprio sotto i ponti, creando zone ombreggiate ideali per il rifugio e la riproduzione di pesci e anfibi e migliorando così l’intero ecosistema.

L’immagine emblematica della metamorfosi operata dal Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno non è l’unico caso in Italia, però: Adria nel Polesine è già la ‘capitale’ dell’urban fishing italiano.

“C’è ancora molto da fare, ma l’esperienza fiorentina dimostra che ci si può riuscire -, commenta il presidente dell’Anbi (l’associazione dei consorzi di bacino), Francesco Vincenzi -. È indispensabile la collaborazione di tutti i soggetti che insistono sul corso d’acqua, ad iniziare dal contrasto agli scarichi abusivi“.

“I centri urbani devono riappropriarsi di un corretto rapporto ambientale con i corsi d’acqua, troppo spesso costretti dentro argini innaturali – indica infine Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Per questo, ribadiamo la necessità di un Piano Nazionale di Invasi medio-piccoli e multifunzionali, comprendente  anche aree di laminazione delle piene, da posizionare ai confini dei grandi agglomerati urbani per evitare che alvei cementificati o tombati risultino insufficienti di fronte all’estremizzazione degli eventi meteo, conseguenza della crisi climatica.”




Bracciano, primi 5 anni di mandato per il Sindaco Tondinelli. Cosa si è fatto e cosa è ancora da completare?

L’intervista al Sindaco di Bracciano Armando Tondinelli per un bilancio sui primi 5 anni di mandato. Cosa si è fatto e cosa è ancora da completare?

Tondinelli diventa sindaco di Bracciano nel 2016 e da subito lo aspetta un cammino tutto in salita. Il primo cittadino trova una situazione disastrosa delle casse comunali con un debito di 10 milioni di euro e per questo deve concentrare i primi due anni e mezzo a sanare le casse dell’Ente.

Un risultato ottenuto senza alzare le tasse ma addirittura abbassando la Tari e gli oneri concessori a vantaggio delle tasche dei cittadini di Bracciano con una media totale di diminuzione delle bollette sui rifiuti di oltre il 7 per cento

L’intervista al Sindaco di Bracciano ospite della trasmissione Officina Stampa del 18/02/2021

Ma il Sindaco si trova anche a dover far fronte all’emergenza cimitero che vede una carenza loculi a cui fa fronte con nuove e tempestive costruzioni

Sempre in prima linea per l’ambiente: ha ridato vita al Giardino del lago rimasto in totale abbandono per lungo tempo e che oggi è diventato una cornice verde fruibile a tutti.

Dal 40% ha portato la raccolta differenziata al 75%. Insieme ai Cittadini e alle Associazioni si è opposto per evitare una nuova discarica a Bracciano come quella che proponeva l’Università Agraria e dopo 30 anni di strenuo contrasto insieme a forze civiche ha raggiunto l’obbiettivo della copertura della discarica di Cupinoro con il cupping.

Insieme ad Azzero CO2 ha piantato circa 1.000 tra alberi e arbusti.

Ha stipulato un patto per l’ambiente con l’associazione civica Salvaguardiamo Bracciano impegnata in prima linea per contrastare l’abbandono dei rifiuti, atti vandalici e degrado

Ha pedonalizzato il centro storico, una promessa fatta dai precedenti amministratori comunali e mai mantenuta. E ha fatto installare 3 postazioni di bike sharing

Nonostante la situazione economica difficile, ha impiegato quasi 800 mila euro, per asfaltare 34 strade di Bracciano e circa 1 chilometro e duecento metri di marciapiedi. Ha avviato i lavori di sostituzione e manutenzione dei selciati nel centro storico di Bracciano.

Ha fatto installare nuove luci al led in via Cupetta del mattatoio, una strada da sempre al buio.

Ha avviato i lavori di rifacimento e messa a norma del campo sportivo Vergari e del Palazzetto a via delle Palme

È riuscito ad avviare i lavori di realizzazione della rotatoria di collegamento della ex strada statale 493 Braccianese Claudia con via Perugini e via Isonzo, vicino la stazione dei Carabinieri. Per realizzare questa rotatoria ha acquisito un’area di terreno di circa 2 mila 400 metri quadri appartenente al ministero della Difesa della Caserma Montefinale

Grazie alla sinergia con l’associazione Access Emotion si è occupato dell’abbattimento delle barriere architettoniche inserendo tra l’altro, nel progetto di rifacimento della strada via dei Lecci, la scuola e dintorni, un ambiente accessibile per i disabili

 Ha avviato i lavori di rifacimento del muro di via settevene Palo

Ha operato una drastica riduzione di almeno il 50 per cento sugli oneri di urbanizzazione e lo snellimento della burocrazia grazie al SUE digitale ovvero lo sportello unico di edilizia digitale

Ha rimesso a nuovo i cortili delle scuole comunali Tommaso Tittoni e istituto comprensivo Silvestri

Ha inaugurato il nuovo campetto sportivo polifunzionale in via dei Lecci a Bracciano restituendo alla cittadinanza un’opera utile per i ragazzi e gli sportivi che prima versava in totale degrado ed era completamente inutilizzabile.

Dopo anni di aspettative da parte della cittadinanza ha concluso la donazione al Comune della preziosa collezione di proprietà della famiglia Panunzi, oltre 400 reperti di epoca etrusca e romana che verranno esposti al Museo Civico cittadino.

Ha portato il presepe vivente più grande d’Italia  al castello con oltre 25 associazioni partecipanti e 200 figuranti e una media di cinque mila visitatori al giorno.

Ha contribuito fattivamente a far rinascere lo storico carnevale

Ha puntato sul turismo di prossimità in piena pandemia varando un piano turistico. Ha presentato il brand dell’Assessorato al Turismo e promosso una massiccia campagna pubblicitaria su Roma che ha portato un alto flusso di visitatori e promosso il nome della città come luogo sicuro e appetibile dove trascorrere le vacanze.

Ha aperto un teatro, il Teatro del Lago, rimettendo a norma e in sicurezza una struttura che era abbandonata e dove si è registrato un grande successo anche per i corsi gratuiti online di teatro




Bruno Astorre, 10 anni di calvario giudiziario e gogna mediatica per poi essere dichiarato innocente

La video intervista al Segretario del PD Lazio all’indomani della piena assoluzione

Dieci anni di calvario giudiziario per il segretario del PD Lazio Senatore Bruno Astorre prima di arrivare alla sentenza di piena assoluzione “perché il fatto non sussiste”.

Una vicenda giudiziaria che ha travolto il segretario del PD Lazio accusato di truffa per fatti risalenti al 2010-2013, quando era vicepresidente della Regione Lazio. Secondo la Procura il gruppo Dem al Consiglio regionale del Lazio tra il 2010 e il 2012 avrebbe sperperato 2 milioni e 600 mila euro in spese elettorali e sponsorizzazioni varie come pranzi cene e perfino partite a caccia e sagre del tartufo.

Un’inchiesta passata alle cronache come “spese pazze del PD Lazio”

Il Tribunale di Velletri ha disposto lo scorso 3 febbraio la piena assoluzione per il segretario PD.
“Una sentenza che arriva dopo quasi otto anni tra indagini e processo – ha commentato Astorre – e che dimostra pienamente la correttezza del mio operato come vice presidente del Consiglio Regionale del Lazio, tra il 2010 e il 2013″.




Albano Laziale, 142 giorni di amministrazione Borelli: il Sindaco ospite di Chiara Rai per un primo bilancio

Massimiliano Borelli, Sindaco di Albano Laziale dallo scorso mese di settembre quando ha conquistato al primo turno, con un voto plebiscitario, la guida di palazzo Savelli, nuovamente ospite a Officina Stampa il programma di approfondimento giornalistico condotto da Chiara Rai e trasmesso in diretta web sui social Facebook e Youtube tutti i giovedì alle 18.

Un’intervista in cui si stila un primo bilancio di questi 142 giorni di amministrazione tra pandemia e progetti in corso d’opera.  




Otto, il romanzo che illustra le infinite potenzialità della vita: l’intervista all’autrice e sceneggiatrice Roberta Calandra

L’intervista di Valeria De Luca e Chiara Rai alla scrittrice e sceneggiatrice Roberta Calandra a “Officina in arte” la web trasmissione rigorosamente in diretta sui social Facebook e YouTube.

Calandra ha scritto bibbie di serie, dialoghi, progetti di sit com e animazione, collaborato con varie trasmissioni radiofoniche e televisive per RaiTre, RadioUno, RadioTre, RaiInternational, Rai Educational, RaiDue e numerosi committenti privati.

Nel 1995 vince il premio di qualità del Ministero dello Spettacolo con la sceneggiatura Non con un bang, girato da Mariano Lamberti, presente alla sezione “Nuovi Territori” della Mostra del cinema di Venezia nel 1999, al Soho Film festival di New York,  2010 e distribuito a Roma e a Milano. Nel 1996 con Mariano Lamberti idea e realizza il film-documentario: Una storia di amore in quattro capitoli e mezzofestival di Bellaria 1997 e vincitore della sezione “Storia” del festival di S. Benedetto del Tronto. Scrive su commissione sceneggiature cinematografiche.

Teatro:  2008 il Monologo L’allegria dei ciliegi per lo spettacolo ‘Zona rimozione di Mariano Lamberti presso il Teatroinscatola di Roma. Vince nel 2010 il Premio Tragos con il monologo Anna Freud, un desiderio insaziabile di vacanze. 2011- lo spettacolo Nini Funi scritto con Valeria De Luca rassegna ‘Nuda Anima’ – Teatro Orologio. 2012- vince con Otto il premio Elsa Morante drammaturgia. 2012-Nadia Perciabosco porta in scena in suo testo Il buco su varie piazze italiane. Fonda con Nadia Perciabosco l’associazione per il teatro in casa Desperate HouseActresses-Attrici ClandestineSolo tu hai le chiavi del tuo cuore per Barbara Mazzoni, Teatro Abarico …E ti lasci andare in un attimo per Lidia Vitale . 2014 Otto viene presentato presso il Teatro dei Conciatori di Roma per la regia di Antonio Serrano in forma di mise en espace, Anna Freud presso il Teatro Patologico regia di Marco Mattolini, partecipano Stefania Barca, Gloria Pomardi, Alberto Di Stasio.

Nel 2006 pubblica il libro l cogito ferito di R.D.Laing, 2007 il suo racconto Senzafine è pubblicato nella raccolta Principesse da guardare, Oscar Mondadori. Nel 2008 la sua sceneggiatura Otto è pubblicata dalla Arduino Sacco edizioni. Nel 2008 il suo romanzo Non come amiche, per le edizioni Aracne. Nel 2012 esce il romanzo illustrato Come fosse ieri per Zona Contemporanea. A Marzo 2013 il testo umoristico “Incontinenze” per Zona Edizioni. Nel Maggio 2013 L’eredità di Anna Freud, edizioni Controluce Besa, finalista premio Carver. Ryunio la bambina drago, romanzo buddista per ragazzi Ottobre 2013 per Edizioni Corsare..