Anzio, rugby: Cristian Stoian convocato per il match di sabato allo Stade de France di Parigi tra Francia e Italia

ANZIO (RM) – Continua senza sosta la scalata ai vertici del rugby internazionale di Cristian Stoian, giocatore di mischia che ha iniziato la propria carriera nel Rugby Anzio Club. Dopo la recente chiamata nel gruppo della nazionale maggiore per il Sei Nazioni, è arrivata la convocazione tra i 23 giocatori che saranno a disposizione del coach Franco Smith in vista della sfida di sabato tra Italia e Francia, incontro valido per la Autumn Nations Cup.

Una grandissima occasione per il nostro Cristian per dimostrare tutto il suo valore, qualora il coach riterrà opportuno farlo entrare dalla panchina. La partita si terrà sabato 28 novembre alle ore 21:10 allo Stade de France di Parigi e sarà trasmessa in diretta su Mediaset, canale 20 del digitale terrestre.
La telecronaca della partita sarà a cura del direttore del mensile AllRugby Gianluca Barca, con commento tecnico della leggenda Azzurra Mauro Bergamasco.

«Tutto il Rugby Anzio Club è fiero ed orgoglioso dei risultati che Cristian ha raggiunto, in questi ultimi anni ha potuto giocare e a vivere esperienze sportive di primissimo livello – ha detto il presidente del Rugby Anzio Club, Simone Petraccini – traguardi simili corrispondono esattamente alla mission del nostro club che da più di 15 anni lavora incessantemente per far divertire ed appassionare i nostri ragazzi allo sport più bello del mondo. Cristian Stoian il nostro “Gigante Buono” è un ragazzo stupendo, umile, serio e rispettoso. Personalmente non sono sorpreso dei traguardi che sta raggiungendo perché credo che siano indubbiamente frutto dell’impegno, del sacrificio e della passione che ogni vero giocatore di rugby come Cristian dedica a questo sport. Passerò questo sabato sera incollato al televisore per seguire questo match, nella speranza di vedere finalmente Cristian all’esordio con la maglia della nazionale e con la certezza che se l’esordio non si verificherà sarà solo questione di tempo. A tutti gli Azzurri, ma in particolare a Cristian, un grosso in bocca al lupo da parte di tutto il Rugby Anzio Club per la sfida con i Bleus».




Diego Armando Maradona, per sempre nel cuore di tutti i napoletani

Con Maradona va via il Calcio vero, quello fatto di uomini capaci di sbeffeggiare il potere, di ribellarsi alle ingiustizie, di affondare nel fango e poi essere capaci di riemergere, più forti e fieri di prima

di *Marco Martone

Diego è morto! È’ accaduto davvero. L’ha detto la tv, lo scrivono i giornali e allora deve essere proprio vero. È andato via, non c’è più. Sono rimaste le bandiere maltrattate dal passare del tempo, le sciarpe scolorite, i cori e gli slogan, le lacrime, il fango, le impronte dei sui scarpini sul prato del San Paolo.

Maradona, l’immortale, ha tradito le aspettative di noi tutti, che pensavamo non potesse mai morire. Lo ha ucciso il suo cuore, come accaduto a Massimo Troisi e Pino Daniele e non poteva che essere così. Il grande cuore dei grandi napoletani, (perché Diego era napoletano, più di tanti altri).

Un cuore tanto grande da non poter resistere troppo tempo al carico d’amore che è in grado di regalare alla gente. Un cuore che si ferma all’improvviso e che, nonostante tutto, continua a battere, sempre più forte tanto da farti girare la testa. È morto Diego, perché i miti non durano mai tanto, vanno via presto, per poter diventare leggenda, per poter essere eterni. Con Maradona va via il Calcio vero, quello fatto di uomini capaci di sbeffeggiare il potere, di ribellarsi alle ingiustizie, di affondare nel fango e poi essere capaci di riemergere, più forti e fieri di prima.

L’editoriale di Marco Martone dedicato a Diego Armando Maradona trasmesso a Officina Stampa del 26/11/2020

Maradona è stato un ossimoro fatto uomo e calciatore. Una vita trascorsa tra i campi di calcio e il buio della droga, nell’alcol e nella sregolatezza. Infiniti errori pagati sulla propria pelle e le cui conseguenze sono ricadute su lui e sulla propria famiglia, mai sugli altri. Non su quelli che oggi fanno la retorica del “santino”, dopo averlo mortificato per anni, quelli che lo accusavano di essere un drogato, un buono a nulla un esempio da non seguire. L’eletta schiera degli ipocriti che con Maradona e grazie a Maradona hanno riflesso di luce non propria, diventando ricchi e anche famosi, senza avere un straccio di merito. Diego ha vissuto il proprio inferno, per dare a chi lo ha amato una parvenza di paradiso. Dalle sue ombre ha irradiato la luce. L’ha fatto con i tifosi, del Napoli e dell’Argentina, con i giornalisti, che hanno lucrato sulla sua gloria, con gli sponsor e con i tanti personaggi da quattro soldi, trasformati in eroi di cartone e che oggi pontificano in tv. Un gigante da amare, proprio perché cocainomane e fragile. Da difendere nella sua incapacità di difendersi, da stringere forte nei momenti di solitudine e depressione. Napoli ci ha provato ma non è bastato.

Per quelli della nostra generazione Diego era un fratello maggiore, per qualcuno un figlio, l’amico immaginario. Diego era uno di noi, Diego eravamo noi, che gioivamo dei gol del Napoli ma piangevamo di gioia se quel gol lo segnava lui. Perché gli volevamo bene e non c’è una ragione perché questo sia accaduto. È stato così e basta e spiegarlo, oggi, a chi non ha vissuto quei momenti è impossibile, superfluo. Maradona si è identificato con la nostra città, diventandone parte integrante e sentendo il dovere di doverla difendere dai soprusi e dalle ingiustizie, anche nel più sperduto angolo del mondo. Ha dribblato la vita e ha dribblato anche la morte, fin quando ha potuto, con i suoi riccioli neri al vento e la Dieci sulle spalle. Ora è morto, ed anche quel tempo è morto con lui. Diego è adesso tutto quello che non saremo mai più. Ma ora più che mai abbiamo la consapevolezza che non sbagliavamo.

Diego era immortale!

*Direttore Responsabile Scrivonapoli.it




Football Club Frascati, un futuro avvocato in casa. Tonicello: “Qui si può lavorare molto bene”

Frascati (Rm) – Ha superato brillantemente l’esame di abilitazione sostenuto presso la Corte d’Appello di Roma e, definiti alcuni aspetti burocratici, sarà avvocato a tutti gli effetti. Il Football Club Frascati applaude il tecnico dei Pulcini 2010 Cristiano Tonicello che sta affrontando il suo secondo anno all’interno del club tuscolano. Un giovane allenatore stimato e ben voluto dai suoi piccoli calciatori che ha saputo integrarsi bene nello staff tecnico voluto dal responsabile del settore di base Lorenzo Marcelli.

“La possibilità di venire qui è nata durante un torneo organizzato dal Football Club Frascati: quel giorno parlai con il co-presidente Claudio Laureti e da lì ci promettemmo di risentirci. Qui ho trovato un ambiente molto sereno dove si può lavorare con profitto. Fare da avvocato alla società? Speriamo non serva mai – sorride il tecnico che in passato ha allenato quattro anni al Kolbe Ponte Mammolo – Scherzi a parte, vengo qui solamente per coltivare la mia grande passione per il calcio e per trasmettere questo amore ai miei piccoli allievi”.

Tonicello ha instaurato un ottimo rapporto con l’altro tecnico Marco Martini che già nella passata stagione lavorava con lui: “C’è grande sintonia tra noi e ci integriamo alla perfezione. Da quest’anno, inoltre, lavoriamo assieme a mister Marco Salvatore e anche con lui i rapporti sono decisamente positivi. Il gruppo a nostra disposizione era molto numeroso all’inizio della stagione, poi nelle ultime settimane qualcuno si è fermato per le problematiche relative al Covid, ma comunque abbiamo tanti piccoli calciatori in organico”. Anche i Pulcini 2010 hanno “testato” il calcio balilla umano: “Un esperimento che ha riscosso tanto divertimento tra i ragazzi e che è sicuramente utile per alcuni aspetti tecnici”. Un passo indietro per parlare del suo doppio impegno studio-sport: “Nell’ultimo periodo non è stato semplice gestire la preparazione dell’esame di abilitazione con gli allenamenti e anche col corso di Uefa C che sto seguendo e che dovrebbe terminare prima di Natale. Ma ci ho messo tanto impegno e il primo obiettivo l’ho centrato”. Chiusura sul suo futuro: “Al momento preferirei continuare a lavorare su queste categorie, poi in futuro magari sarebbe bello provare anche un’esperienza nell’agonistica”.




Pol. Borghesiana (calcio, I cat.), Cecili: “Il mister mi ha arretrato a centrocampo, sono a disposizione”

Roma – E’ uno dei “fedelissimi” del presidente-allenatore Enrico Gagliarducci che l’ha conosciuto al Torbellamonaca e l’ha voluto alla Polisportiva Borghesiana. Andrea Cecili, mezzala classe 1996 della Prima categoria del club capitolino, è stato arretrato di qualche metro proprio da Gagliarducci.

“Il mio ruolo originario era quello di esterno alto, ma il mister ha scelto di giocare con il trequartista alle spalle delle due punte e così mi ha chiesto la disponibilità di fare la mezzala. Ho accettato volentieri perché anche agli esordi in una prima squadra avevo giocato in quella posizione: mi piace inserirmi e questo aspetto ha convinto il mister”.

Cecili parla del futuro di questa tormentata stagione che la Polisportiva Borghesiana aveva cominciato benissimo, con tre vittorie in altrettante partite. “Onestamente non ho grande fiducia che si possa riprendere in tempi rapidi. Speriamo di poter tornare ad allenarci a gennaio e di ricominciare con le gare ufficiali qualche settimana dopo. Se ci fosse da giocare fino a luglio, comunque, non avrei problemi. Ma è chiaro che con il Covid non si scherza e io lo so bene”. Il giovane atleta, infatti, è bloccato da ormai venticinque giorni a casa e aspetta di negativizzarsi: “Inizialmente la paura è stata tanta, dopo una giornata di lavoro ho avuto improvvisamente dei sintomi che poi per fortuna pian piano sono spariti. Ma non bisogna abbassare la guardia”. Cecili e tutto il gruppo della Polisportiva Borghesiana, comunque, non vedono l’ora di poter tornare in campo: “Quest’anno la società ha allestito un gruppo di primissimo livello. Avevo già giocato con Federici, ma anche con Dantimi e poi conosco di fama Barile, uno che è veramente sprecato in questa categoria. Avevamo cominciato benissimo e soprattutto c’era una bella sintonia tra di noi: un gruppo sano dove non prevalgono individualismi come magari è capitato in passato. Siamo consci del nostro valore e non ci nascondiamo, sperando di poter dimostrare sul campo la nostra forza”.




Frascati Scherma, la colombiana Gonzalez: “Questo club mi ha accolto alla grande, sono felice”

Frascati (Rm) – Un’altra atleta internazionale in rampa di lancio. Da settembre, il Frascati Scherma ha accolto nella sua famiglia sportiva la colombiana Linda Gonzalez, 24enne sciabolatrice nata a Bogotà che già da qualche anno fa parte della nazionale del suo Paese.

“Sono stata accolta benissimo da tutti qui alla “Simoncelli”, sono molto contenta di come vanno le cose – racconta – Quando c’è stata l’opportunità di allenarmi a Frascati non ci ho pensato un solo momento: questo è uno dei migliori club al mondo dove allenarsi, ci sono bravissimi tecnici e grandi atlete. Ho un ottimo rapporto col maestro Lucio Landi, una bravissima persona che ti fa sentire a tuo agio ed allena tanti atleti molto forti. Mi dice di migliorare sotto tanti aspetti, ma in particolare di essere più decisa quando scelgo una soluzione in pedana”.

La Gonzalez non ha iniziato giovanissima a fare scherma: “Avevo 12 anni e non avevo mai sentito parlare di questa disciplina, fu una professoressa di scuola a convincermi. Già dal primo momento, però, mi sono innamorata di questa disciplina, della maschera, della tuta, dell’arma. Poi ho cominciato a vincere qualche gara e mi sono sentita sempre più coinvolta. In Colombia non c’è una grande tradizione, anche se la Federazione si sta impegnando tanto per far crescere tutto il movimento. Per me è davvero un onore rappresentare i colori della mia nazione, ogni volta che ce n’è la possibilità”.
Il periodo è molto particolare e delicato e anche la Gonzalez non vede l’ora che passi: “Come si vive la questione del Covid in Colombia? Più o meno come qui in Italia, speriamo di tornare presto alla normalità. A noi atleti manca tanto la gara perché questa è come una medicina che ti aiuta a capire dove poter migliorare. Ma questo periodo rappresenta anche l’opportunità di curare meglio la base tecnica e la preparazione fisica che in altri momenti si trascurano un po’. Il mio obiettivo è quello di provare a qualificarmi per la prova pre-olimpica e poi magari provare l’assalto alla qualificazione olimpica. So che c’è tanto lavoro da fare, ma sono nel luogo giusto. La gara che ricordo con più affetto? Il secondo posto di squadra ai Giochi centramericani e caraibici del 2018 in cui perdemmo per poco la finale con il Venezuela. Ma fu un bellissimo risultato frutto di una grande prestazione di squadra”.
La chiusura della sciabolatrice colombiana è sul suo impegno universitario: “Frequento la facoltà di Scienze naturali della “Sapienza” a Roma. Non è facile portare avanti lo sport e lo studio, ma si può fare se non si è pigri e se si calcolano i tempi al meglio”.




Lutto nel mondo del calcio: morto Diego Armando Maradona

È morto Diego Armando Maradona, aveva 60 anni.

Il decesso sarebbe stato causato da una crisi cardiorespiratoria avvenuta mentre il campione si trovava in casa. All’inizio di novembre era stato operato per la rimozione di un ematoma subdurale al cervello. L’intervento, secondo le informazioni diffuse dai medici, era stato eseguito senza complicazioni.

Soprannominato El Pibe de Oro (“il ragazzo d’oro”), è considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, se non il migliore in assoluto.

In una carriera da professionista più che ventennale ha militato nell’Argentinos Juniors, nel Boca Juniors, nel Barcellona, nel Napoli, nel Siviglia e nel Newell’s Old Boys. Con la nazionale argentina ha partecipato a ben quattro Mondiali (1982, 1986, 1990 e 1994), vincendo da protagonista il torneo del 1986; i 91 incontri disputati e le 34 reti realizzate in nazionale costituirono due record, successivamente battuti. Contro l’Inghilterra ai quarti di finale di Messico 1986 segnò una rete considerata il gol del secolo, tre minuti dopo aver segnato un gol con la mano (noto come mano de Dios), altro episodio per cui è spesso ricordato.

Non è mai potuto entrare nelle graduatorie del Pallone d’oro perché fino al 1994 il premio era riservato ai giocatori europei: per questo motivo nel 1995 vinse il Pallone d’oro alla carriera. Ha comunque ricevuto altri numerosi riconoscimenti individuali: condivide con Pelé il premio ufficiale FIFA come Miglior giocatore del XX secolo, e nel 1993 è stato insignito del titolo di miglior calciatore argentino di sempre, tributatogli dalla federazione calcistica dell’Argentina.

Nel 2002 è stato inserito nella FIFA World Cup Dream Team, selezione formata dai migliori undici giocatori della storia dei Mondiali, ottenendo, tra gli undici della squadra ideale, il maggior numero di voti. Nel 2004 è stato inserito da Pelé nel FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi, stilata in occasione del centenario della federazione. Nel 2012 viene premiato come Miglior Calciatore del Secolo ai Globe Soccer Awards e nel 2014 entra a far parte della Hall of Fame del calcio italiano tra i giocatori stranieri.

Tra le figure più controverse della storia del calcio per la sua personalità eccentrica dentro e fuori il campo, fu sospeso due volte dal calcio giocato per differenti motivi: una volta per uso di cocaina nel 1991 e un’altra volta per positività ai test antidoping, al mondiale degli Stati Uniti 1994 (per uso di efedrina, sostanza non legale spesso usata per perdere peso).

CT dell’Argentina per un breve periodo alla fine degli anni duemila, dopo il suo ritiro ufficiale dal calcio nel 1997, Maradona ha subito un aumento eccessivo di peso (risolto con l’aiuto di un bypass gastrico) e le conseguenze della dipendenza dalla cocaina, dalla quale si è liberato dopo lunghi soggiorni in centri di disintossicazione.




Palestrina (calcio, Eccellenza), Mattia Marini: “Legatissimo alla famiglia Cristofari e a questo club”

Palestrina (Rm) – Il Palestrina (come molti altri club d’Eccellenza e non solo) è ancora ai box, in attesa di capire come si svilupperà la stagione 2020-21. “E’ estremamente complicato prendere decisioni in questo particolare momento storico – dice il difensore classe 1986 Mattia Marini – Però speriamo di sapere presto qualcosa.

Ora si va incontro ad un ulteriore abbassamento delle temperature che, unito all’attuale divieto di poter anche fare la doccia e gli allenamenti di gruppo, rende difficile una ripresa a stretto giro di posta. Speriamo da gennaio di poter tornare ad allenarci e poi di riprendere con le gare ufficiali, anche se poi bisognerà capire le modalità con cui si vorranno finire i campionati. Ad esempio, credo che giocare il solo girone d’andata non avrebbe senso.

E’ pur vero che comprimere il campionato in pochi mesi e magari fissare diversi turni infrasettimanali potrebbe portare problemi organizzativi, visto che siamo sempre dilettanti, ma anche fisici con un maggio rischio di infortuni. Insomma trovare una soluzione è difficile, ma la prima cosa da fare sarebbe quella di adeguare i protocolli altrimenti è impossibile terminare questa stagione”. Marini è al suo quarto anno di Palestrina ed è diventato uno dei punti di riferimento all’interno dello spogliatoio arancioverde: “Il mio primo anno qui fu quello della vittoria del campionato di Eccellenza, ormai dieci anni fa. Poi sono tornato in occasione dell’anno di Promozione in cui subentrò anche l’attuale tecnico Cristiano Di Loreto, un top allenatore per queste categorie.

Mi trovo benissimo in questo club e sono legatissimo alla famiglia Cristofari: con capitan Giovanni è nato un forte rapporto di amicizia che va anche oltre quello sportivo”. Marini conclude con una valutazione tecnica sull’organico del Palestrina che era stato formato prima dello stop: “Una squadra dai valori molto importanti che ha aggiunto gente come Laghigna o Abbondanza a un’ossatura di valore ed altri nuovi arrivati estivi come Binaco. Ma è chiaro che l’incertezza di questa stagione non può farci sbilanciare: speriamo solo di poter tornare a dimostrare al più presto sul campo il nostro valore”.




Cynthialbalonga (calcio, serie D), Cardella: “A Giulianova una vittoria importante, avanti così”

Genzano (Rm) – Un mese di stop forzato da gare ufficiali non ha fatto male alla Cynthialbalonga. La squadra di mister Mauro Venturi si è imposta per 2-0 sul campo del Real Giulianova, sfida che si sarebbe dovuta giocare da calendario il 25 ottobre e che era slittata anche lo scorso 8 novembre, prima data scelta per il recupero.

A decidere il match sono state le reti di Federico Cardella (su rigore) e del giovane Alessandro Barbarossa che nel giro di due minuti (tra il 30’ e il 32’ della prima frazione) hanno definito il risultato conclusivo. Gli azzurri, inoltre, sono rimasti prima in dieci (espulso Rosania a inizio ripresa) e poi addirittura in nove (doppia ammonizione a Di Cairano a metà secondo tempo), ma hanno limitato i rischi al massimo e portato a casa tre punti molto pesanti.

“Una vittoria fondamentale – dice Cardella – Dopo un mese di stop da gare ufficiali la squadra ha dimostrato di stare bene anche dal punto di vista fisico, ma questo è un gruppo che si allena con la massima serietà e poi abbiamo un preparatore come Mauro Taraborelli che è il numero uno in questa categoria. A Giulianova non abbiamo cominciato benissimo, ma dopo un pericolo corso abbiamo iniziato a prendere campo e creato occasioni per passare in vantaggio.

L’uno-due messo a segno dopo la mezz’ora è stato micidiale per gli abruzzesi, poi nella ripresa abbiamo sempre avuto il pallino del gioco in mano e non abbiamo rischiato nulla nemmeno giocando in doppia inferiorità numerica”. Per l’attaccante classe 1994 è il secondo sigillo stagionale: “Ma il mio stile di gioco è quello di mettermi a disposizione della squadra, dello staff tecnico e della società – rimarca Cardella – Le soddisfazioni personali passano in secondo piano”. La Cynthialbalonga tornerà in campo domenica per il big match interno contro il Città di Campobasso: “Affronteremo una delle favorite per la vittoria finale, sarà una gara affascinante e di grande stimolo. Ci mancheranno Rosania e Di Cairano, ma speriamo di riavere Spano e Carruolo (assenti in Abruzzo, ndr). In ogni caso tutte le partite sono importanti e noi cercheremo di dare continuità al risultato di ieri” conclude Cardella.




Grottaferrata calcio a 5 (serie C2) e Centro Diagnostico Morena, l’intesa va a gonfie vele

Grottaferrata (Rm) – E’ una delle aziende che supporta l’attività del Grottaferrata calcio a 5 per la stagione 2020-21. In un periodo in cui per molte società sportive gli sponsor sfumano, l’intesa tra il club del presidente Manuel Masi e la Radiologia Villa Chigi-Centro Diagnostico Morena (che ha sede in via della Tenuta del Casalotto 55 a Morena) è sempre più forte. “Siamo felici di sostenere questo progetto e certamente andremo avanti anche nel 2021 – dice il 42enne responsabile dell’azienda Daniele Mieli – Nonostante io sia di Grottaferrata, non conoscevo direttamente il presidente Masi, ma già il primo impatto è stato più che coinvolgente. Il club era alla ricerca di un centro dove rivolgersi per eventuali infortuni degli atleti e noi avevamo voglia di valorizzare ancor di più un’azienda che esiste da oltre trent’anni e che è un gioiello della nostra famiglia. Nell’ambito dell’accordo, oltre agli atleti, tutte le persone vicine al Grottaferrata calcio a 5 potranno avere trattamenti a prezzi scontati nel nostro centro”. La Radiologia Villa Chigi-Centro Diagnostico Morena è al suo primo impegno di sponsorizzazione all’interno del mondo dello sport: “Io sono di Grottaferrata e desideravo fare qualcosa per il mio territorio – spiega Mieli – Quale occasione migliore di sposare il progetto di un club estremamente ambizioso che nel giro di un anno di vita sportiva ha già fatto il salto di una categoria e che ha intenzione di arrivare nelle categorie nazionali del futsal nel giro di poco tempo. Una società che ha già dimostrato di essere organizzata per palcoscenici più importanti, come dimostra lo “store” per i prodotti da merchandising aperto in via del Boschetto e anche il pullman “griffato” per affrontare le trasferte di campionato”. Mieli conclude parlando del suo rapporto con lo sport: “Sin da piccolo ho giocato a pallone, sono un grande appassionato e conosco anche il mondo del calcio a 5. L’augurio è che il binomio tra la mia azienda e il Grottaferrata calcio a 5 possa essere vincente da tutti i punti di vista”.




Palestrina (calcio, Eccellenza), capitan Cristofari: “Speriamo di terminare questo campionato”

Palestrina (Rm) – Il Palestrina è in attesa di nuove indicazioni per decidere come proseguire questa strana stagione. Il gruppo dell’Eccellenza è fermo ormai da tre settimane, ma è pronta a tornare sul terreno di gioco qualora ci fosse il via libera dalle istituzioni: “Capiamo la difficile posizione del presidente Zarelli e del comitato regionale, che spesso si trovano a “subire” decisioni da enti superiori – dice capitan Giovanni Cristofari – Non è facile programmare in un momento di tale incertezza, per questo la società ha deciso di fermare gli allenamenti, condizionata anche dall’impossibilità di fare la doccia e dal sostenere una seduta “collettiva”. A livello nazionale si parla ancora della possibilità di un lockdown totale e in queste condizioni è difficile pensare alla ripresa dell’attività sportiva”. L’ipotesi più concreta è quella che vedrebbe la ripresa degli allenamenti nelle prossime settimane e poi quella dei campionati a febbraio: “L’importante è finire il campionato, non sarebbe un problema per me giocare fino a luglio o anche ad agosto – dice il centrocampista classe 1993 – D’altronde questo è un anno eccezionale e considerando questi mesi “persi”, bisogna recuperarli in qualche maniera: intanto non ci saranno spareggi nazionali e quindi play off, magari si può giocare qualche turno infrasettimanale anche se pure quello non è facile a livello organizzativo. Non bisogna mai dimenticare che siamo dilettanti e i problemi lavorativi e scolastici dei ragazzi possono condizionare la disputa delle gare senza sottovalutare il rischio di infortuni giocando più spesso”. Il capitano, infine, “accoglie” anche pubblicamente gli ultimi importanti arrivi in casa Palestrina: “Laghigna è un giocatore forte, alcuni avevano sollevato dubbi sulla sua gestione e invece lui ha un carattere eccezionale, è un professionista serio, è sempre solare durante gli allenamenti e si è immediatamente inserito all’interno del gruppo. Abbondanza è il centrocampista che ci serviva, ha un grande temperamento e doti agonistiche di spicco, speravo da tempo di poter giocare assieme a lui. Poi c’è anche Corradino che non era riuscito a debuttare prima dello stop, ma che sicuramente potrà dare il suo contributo al gruppo”.




Football Club Frascati, Fabiani: “Il calcio balilla umano piace tanto ai miei Pulcini 2011 ed è utile”

Frascati (Rm) – I Pulcini 2011 di mister Michel Fabiani sono stati i primi a provare la novità del “calcio balilla umano” lanciato dal Football Club Frascati. Il gruppo di piccoli calciatori che si allena presso il “polo Morena” del centro sportivo dei Colli Tuscolani ha fatto il “bis” sabato scorso con un’altra “partita” di quel tipo. “I nostri ragazzi hanno accolto benissimo questo esperimento e mi chiedono di poter giocare qualche minuto anche in occasione degli allenamenti infrasettimanali – dice mister Fabiani – Anche sabato si sono presentati in dodici e li abbiamo divisi in due squadre da sei per fare questo tipo di “partita” che è l’unica consentita in questo momento, perché garantisce il distanziamento tra i vari calciatori. E’ un modo per farli “sfogare” che tra l’altro ha reso felici anche i genitori”. Un esperimento che ha anche dei buoni risvolti tecnici: “Ci sono degli aspetti che vengono valorizzati attraverso questo gioco: mi riferisco in special modo al passaggio filtrante, ma anche al fondamentale del tiro in porta o anche al senso della posizione, anche se questo gioco è inevitabilmente meno dinamico di una normale partita. Poi è comunque molto utile pure per i portieri che sono sollecitati dalle conclusioni dei loro compagni, anche se poi cerco di mescolare le carte e di far giocare anche loro “in mezzo”. Insomma è un gioco divertente ed efficace che in questo periodo ci consente di variare l’allenamento e di sostituirlo alla partita classica”. Fabiani, infine, parla della genesi del gruppo che sta guidando in questa stagione: “Alcuni già li avevo allenati lo scorso anno, quando avevo un gruppo misto. Altri sono arrivati dal “polo Frascati” e altri ancora sono totalmente nuovi. Ovviamente non c’è omogeneità dal punto di vista del livello tecnico, ci sono alcuni elementi più pronti e altri che si impegnano per crescere e raggiungere livelli più alti: in generale tutti hanno tanta voglia di imparare. Speriamo di poter superare al più presto questo difficile momento legato alla pandemia e tornare alla normalità”.