PADOVA: PRIMO TRAPIANTO DI MINI CUORE IN ITALIA

A.B.
 
Padova – La medicina fa passi da gigante, si evolve e quei problemi che fino a qualche anno fa sembrano irrisolvibili e che avrebbero potuto portare l’individuo alla morte adesso sembrano soltanto un lontano ricordo. Il primato che ha l’Italia è l’esecuzione di un trapianto di un cuore artificiale totale CardioWest 50cc, più piccolo e adatto a giovani e donne. Il cuore è stato trapiantato a Padova e ad eseguire il delicatissimo intervento durato ben 11 ore è stata l’equipe del professor Gino Gerosa che è il direttore del reparto di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova. Il giovane paziente che ha subito l’intervento, affetto da una grave insufficienza cardiaca terminale, non era la prima volta che finiva sotto il bisturi poiché a 15 anni aveva subito un intervento e aveva potuto condurre una vita normale svolgendo attività sportive e studiando, ma l’estate scorsa gli è stato diagnosticato un linfoma, il giovane ha dovuto subire diversi cicli di chemioterapia che hanno danneggiato il suo cuore trapiantato. Il trattamento terapeutico con la macchina cuore-polmone ECMO era per un tempo limitato. La scienza si evolve, le speranze crescono e ciò che sembra impossibile diventa ormai possibilità di vita e di speranza. 



MIRTILLI ROSSI: ARMA EFFICACE CONTRO IL CANCRO

A.B.
 
Boston – E’ risaputo che i rimedi naturali sono efficienti per la cura di molti malanni ma la scoperta che ha fatto l’Università del Massachissetts ha dell’incredibile, la scoperta fatta in seguito a tanti anni di studi è che I mirtilli possono aiutare a combattere il cancro al colon. Lo studio è stato presentato per il 250esimo Meeting Nazionale dell’American Chemical Society a Boston. Ma come sono arriva a questa incredibile scoperta gli scienziati? Hanno somministrato a dei topi che avevano il tumore al colon degli estratti di mirtillo rosso, le quantità che sono state somministrate corrispondono ad una tazza di mirtillo rosso al giorno. In seguito alla somministrazione gli scienziati hanno scoperto che i tumori sono diminuiti sia in numero che in dimensioni. Gli scienziati sostengono che i composti chimici che sono presenti nell’estratto di mirtillo possono eliminare le cellule del tumore al colon. E’ stato ciò che hanno potuto riscontrare gli scienziati grazie all’incredibile scoperta e hanno potuto osservare nei test in laboratorio e sugli animali. 



DECESSI DA VACCINI ANTINFLUENZALI: I MEDICI CHIEDONO TUTELE DA EVENTUALI DENUNCE

di Cinzia Marchegiani


LEGGI ANCHE: 28/01/2015 VACCINO ANTINFLUENZALE: L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA


I medici si preparano ad affrontare la prossima stagione influenzale 2015/2016 e lo fanno con la consapevolezza dei colpi di scena accaduti in quella appena passata, tra decessi e vaccinI inefficacI, vogliono tutelare la loro deontologia ma soprattutto eventuali denunce partite da famiglie che hanno avuto decessi dei propri cari dopo la somministrazione di medicinali letali..

Il fatto. La scorsa stagione influenzale ha insegnato che i vaccini pubblicizzati anche nella rete ammiraglia RaiUno con il “Fluad Show” a Porta a Porta erano inefficaci, ma che dopo dei decessi avvenuti in concomitanza alla profilassi vaccinale è stato sempre consigliato, ma a fine stagione, ed esattamente il 5 giugno 2015, l’agenzia del Farmaco Italiana lascia testimonianza ufficiale indelebile dell’efficacia, o meglio inefficacia del vaccino antinfluenzale che era raccomandato per la stagione 2014-2015 a tutti i cittadini, compresi i bambini: “Durante la stagione si sono diffusi i virus dell'influenza A(H1N1) pdm09, A (H3N2) e di tipo B virus, con il ceppo dominante A (H3N2) che ha rappresentato oltre il 50% di tutti i rilevamenti di virus. Dei virus H3N2 che sono stati ulteriormente analizzati, a causa di una deriva antigenica, il 71% era dissimile al ceppo del vaccino. Ciò ha causato l'efficacia limitata della componente H3N2 dei vaccini contro l'influenza della scorsa stagione. Le componenti A (H1N1) pdm09 e B del vaccino hanno offerto protezione contro i virus circolanti.

 

Lo scenario diventa ancora più grottesco se si pensa che il CDC (Centro di Controllo e Prevenzione Malattie) americano aveva specificato, con un comunicato risalente addirittura il 4 dicembre 2014, che il vaccino antinfluenzale non era più efficace ma nonostante tutto anche in America è stato comunque consigliato, ma tant’è che questo vaccino non avendo fatto il proprio lavoro, e cioè immunizzare dal virus predominante e proteggere dall’influenza, solo a stagione influenzale terminata veniva ritirato dagli scaffali, infatti negli USA la GlaxoSmithKline il 16 aprile 2015 aveva notificato con dicitura “URGENTE DOSI DA RITIRARE” al CDC e la FDA il richiamando volontariamente tutti i lotti rimanenti del vaccino antinfluenzale 2014-2015 del FLULAVAL® quadrivalente Thimerosal-Free (Siringhe preriempite). Il richiamo non riguardava problemi legati alla sicurezza del farmaco, ma perché i prodotti FLULAVAL potevano aver subito una ridotta efficacia a causa di una diminuzione della potenza rilevata attraverso i test di routine. Insomma anche in America si ritirano le dosi di vaccino dal mercato ma a stagione critica superata, mentre sono state vendute e somministrate durante la stagione influenzale pur sapendo appunto già a dicembre che era inefficace. Una politica sanitaria sospetta che ha messo in dubbio e in contrasto le priorità della salute delle persone da quella del portafoglio delle case farmaceutiche, in fondo quei lotti sarebbero andati al macero.

SNAMI e la presa di posizione  e il documento. La presa di posizione del sindacato dei medici Snami sul vaccinare in sicurezza “in netto anticipo” rispetto all’autunno in cui verrà proposta la campagna di vaccinazione antiinfluenzale 2015-16. Gianfranco Breccia, segretario nazionale dello Snami in largo anticipo alla prossima campagna vaccinale che investirà anche i medici prende posizione e informa che il loro sindacato lancia la sfida “vaccinazione antiinfluenzale sicura per Medici e Pazienti” perché ci sono troppe criticità che devono essere sanate per un compito che per i medici di famiglia è obbligatorio, in presenza di un piano concordato, come previsto dall’acn. Il professor Breccia spiega la situazione: “Mi ha colpito molto, ma è solo l’ultima vicenda in ordine cronologico, il fatto di Ivrea dove, dieci giorni fa, sette medici di nefrologia sono stati indagati dalla procura per omicidio colposo, per il decesso di un uomo di 65 anni, in seguito all'esposto presentato dai familiari. Al paziente, in trattamento dialitico, era stato somministrato un vaccino antinfluenzale, come previsto dalle linee guida. La famiglia chiede ora alla procura di capire se le cause della morte possono essere riconducibili alla sindrome di Guillain–Barrè, post vaccinale, non diagnosticata adeguatamente”.

Focus Sindrome di Guillain-Barrè: La sindrome di Guillain-Barré (SGB) definisce un gruppo di neuropatie post-infettive rare, che di solito si manifestano in pazienti in buona salute. Nella maggior parte dei casi, la comparsa di debolezza agli arti a seguito di una infezione da Campylobacter jejuni (il segno più frequentemente identificato all'esordio) è preceduta da una malattia infettiva. Inoltre, è stato osservato che la sindrome SGB si manifesta dopo vaccinazione o interventi chirurgici. Il trattamento consiste nella somministrazione di immunoglobuline (IVIg) per via endovenosa o plasmaferesi. Sono importanti la fisioterapia e la riabilitazione. La prognosi varia a seconda delle forme della SGB: alcuni pazienti si ristabiliscono completamente, altri non sono in grado di camminare 6 mesi dopo l'esordio della malattia, altri ancora non sopravvivono.

Angelo Testa Presidente Nazionale dello Snami rincara: “L’influenza costituisce un importante problema di Sanità Pubblica a causa del numero di casi che si verificano in ogni stagione continua e siamo consci che ogni anno questa epidemia determina elevati costi a carico della comunità, sia in termini di spesa sanitaria (farmaceutica e ospedaliera) che di costi sociali, per le assenze dal lavoro per cure proprie e dei familiari. Inoltre il ricorso all’ospedalizzazione per il trattamento di forme influenzali, anche non complicate, soprattutto in persone anziane, comporta serie ripercussioni sulla ricettività dei reparti ospedalieri con possibili disfunzioni operative. E’ il contesto attuale di vaccinazione antiinfluenzale praticata dai Medici di Medicina Generale che non ci piace, e che necessita di una nostra netta presa di posizione”.

La “Presa di posizione nei confronti delle Asl, a favore dei Colleghi” conclude Gianfranco Breccia: “Innanzi tutto ‘pretendere’ dalla parte pubblica una polizza assicurativa che ci tuteli da rischi legali e professionali, inerenti all’attività di vaccinazione. Informazione ai Colleghi perché espongano nella sala d’aspetto degli ambulatori,in buona evidenza, la scheda tecnica del vaccino da inoculare e raccolgano la firma del consenso informato in cui siano ben chiari gli effetti collaterali del farmaco. Inoltre andare a vaccinare negli ambulatori pubblici quando non si è dotati di frigorifero con doppio termostato,di frigo portatile per il trasporto dei vaccini e strumentazione per la rianimazione. Ovviamente accertarsi che le strutture Asl ne siano dotate. In sintesi un imperativo ‘Vaccinare SI, in sicurezza non solo per i pazienti,ma anche per NOI!’” conclude il segretario nazionale di Snami.

Consigliato un vaccino inefficace, mentre sono aumentati i ricoveri epr inlfuenza. Chi valuterà i danni legati alla salute e alla profilassi vaccinale se l’Aifa stessa ha dichiarato che parallelamente all’aumento dell’attività dell’influenza stagione 2014/2015 e vista la concomitante predominanza del ceppo A(H3N2), è stato osservato un eccesso di mortalità per tutte le cause tra le persone di età superiore ai 65 anni, tra le categorie più a rischio per le complicanze dell’influenza? Negli otto paesi dell'UE che hanno riportato i dati degli ospedali, si sono verificati in questa stagione 6.023 casi di ospedalizzazione per influenza, oltre la metà dei quali ricoverati nei reparti di terapia intensiva. Insomma è’ stato consigliato un vaccino inefficace, che non ha protetto mentre si sono verificati eccesso di mortalità dovuta all’influenza stessa, un controsenso che dovrebbe essere analizzato seriamente, anche perché i disastri sanitari servono, seppur con molte vittime, a lanciare moniti severi ai professionisti del settore affinché quello che è accaduto possa essere evitato con intelligenza e lungimiranza nell’immediato futuro. La presa di posizione del sindacato dei medici Snami è il sintomo di un malessere profondo che le stesse istituzioni sanitarie e governative ne devono prendere atto, anche perché ormai le persone diffidano dei spot pubblicitari e la stagione passata è un esempio eclatante e tangibile di quello che il mondo intero è riuscito a partorire, ma sembra che nessuno pagherà per le vite umane perse.

Ma soprattutto ora più che mai, ci si chiede il motivo per il quale la campagna vaccinale non informa seriamente sui pro e i conto della profilassi, minimizzare i danni da vaccino sembra sia diventato uno sport nazionale, eppure una delle conseguenze è la Sindrome di Guillain-Barrè, che come riporta il sito di Orphanet, è stato osservato che la SGB si manifesta dopo vaccinazione o interventi chirurgici, in seguito a questa neuropatie alcuni pazienti si ristabiliscono completamente, altri non sono in grado di camminare 6 mesi dopo l'esordio della malattia, altri ancora non sopravvivono. La serietà di un sistema sanitario si evince da come attiva tutti i canali per una corretta informazione, oltre la tutela della salute della stessa comunità.




SCOPERTA SHOCK: TRA NAPOLI E POZZUOLI C’E’ UN LAGO DI MAGMA SOTTERRANEO

di Ch. Mo.

Campi Flegrei (Na) – Una nuova tecnica, firmata INGV e CNR, in grado di calcolare, attraverso i dati satellitari e GPS, le modalità con cui il magma profondo risale all'interno del sottosuolo dei Campi Flegrei, creando deformazioni, anche millimetriche, della superficie terrestre è stata sperimentata tra Napoli e Pozzuoli. Come in Italia, anche a Yellowstone negli USA e Rabaul in Papua Nuova Guinea era stata sperimentata.


Con i dati acquisiti poi, si monitorano le deformazioni della superficie terrestre per conoscere in tempo reale l’andamento del sollevamento del suolo interno. A mettere a punto la nuova tecnica sono stati i ricercatori dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV-OV) e dell'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IREA).


Lo studio, che rientra tra le attività di monitoraggio promosse dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile (DPC) e di quelle svolte nell'ambito del progetto europeo MED-SUV, è stato pubblicato su Scientific Reports. Si legge che “Grazie ai dati acquisiti dai satelliti COSMO-SkyMed (messi in orbita dall'Agenzia Spaziale Italiana a partire dal 2007), dotati di sistemi radar, e dai ricevitori GPS della rete di sorveglianza geodetica INGV-OV, composta da ben 14 sensori sparsi nell'area dei Campi Flegrei", spiega Susi Pepe, ricercatrice del CNR-IREA, “è stato possibile studiare le deformazioni, anche millimetriche, della superficie terrestre e conoscere l'andamento del sollevamento del suolo all'interno della caldera”.

Un vero e proprio laghetto di magma si sarebbe formato in una profondità di tre chilometri nell’area epicentrale della Solfatara, senza provocare però conseguenze allarmanti. Nessun segnale di crisi sismica o di ripresa dell’attività al momento è stato identificato.


A provocare “l'altalena” del suolo flegreo attraverso i millenni, d'altra parte, le ricerche degli studiosi hanno sempre indicato come causa l'immissione di fluidi idrotermali (acqua e gas) nelle rocce della caldera e non l'attività del magma. Negli ultimi 10 anni, come accennato, il suolo si è sollevato di quasi 30 centimetri, tanto che nel 2012, il Dipartimento della Protezione Civile ha innalzato dal verde (quiescenza) al giallo (attenzione) il livello di allerta per la sicurezza degli abitanti nei Campi Flegrei.

 

Sul più recente episodio, tra il 2012 ed il 2013, il fenomeno sarebbe invece da attribuire alla risalita di magma a bassa profondità (circa 3 km) che si scaglia nelle rocce del sottosuolo formando uno strato sottile, noto come sill ( cioè un corpo magmatico con sviluppo prevalentemente orizzontale). Tale sill, misurato in un raggio di 2-3 km, forse era già presente nel sottosuolo durante le crisi bradisismiche degli scorsi decenni. 




CAROLINA KOSTNER NEI GUAI: RISCHIA LA SQUALIFICA

Redazione

Non terminano i guai per la campionessa Carolina Kostner. La Procura antidoping del Coni ha aperto un fascicolo per accertare eventuali violazioni del codice Wada da parte di Carolina Kostner, la 28enne pattinatrice bolzanina che ha preso parte la scorsa settimana all'Italian Summer Tour 2015, un evento organizzato dall'associazione dilettantistica Ghiaccio Spettacolo che ha visto il bronzo di Sochi 2014 esibirsi a Corvara, Pinzolo ed Asiago. Il procuratore Tammaro Maiello, dopo aver acquisito agli atti tutto il materiale d'interesse all'indagine, compresi i post su Facebook della stessa azzurra poi rimossi, ha inviato come atto dovuto delle lettere anche alla Federghiacco e alle Fiamme Azzurre, il Gruppo Sportivo della Kostner, al fine di appurare l'esistenza di violazioni in un'indagine che, in primis, ha come obiettivo quello di tutelare la stessa pattinatrice. La Kostner e' stata squalificata lo scorso gennaio per 16 mesi per aver aiutato l'ex fidanzato Alex Schwazer a saltare un controllo antidoping e la sanzione potrebbe ripartire dalla data di un'ultima ed eventuale trasgressione del divieto di esibirsi nell'ambito di attività organizzate da società ed enti affiliati al Coni e in presenza di altri tesserati. La Kostner, che ha fatto appello al Tas di Losanna contro la squalifica in primo grado inflittale dal Coni, e' ancora attesa il 9-10 ottobre, all'Arena di Verona, per 'Intimissimi on Ice' 2015




FARMACI E REAZIONI AVVERSE: IL PRIMATO AI VACCINI

di Cinzia Marchegiani
I farmaci che i malati/pazienti prendono in seguito alla prescrizione di una terapia, o acquistati spontaneamente in farmacia sono sempre sotto farmacovigilanza, l’unico strumento per comprendere quando un’autorizzazione al commercio di un medicinale è da rivalutare. Il monitoraggio del consumo dei farmaci in relazione a tutte le possibili reazioni avverse che possono andare incontro a chi li consuma serve a sorvegliare costantemente il profilo di sicurezza di un medicinale dopo l’autorizzazione all’immissione in commercio.

Nel rapporto OPSMED 2014, sono stati presentati anche i dati relativi all’analisi delle segnalazioni di sospette reazioni avverse registrate attraverso la Rete Nazionale di Farmacovigilanza. La rete di sorveglianza che garantisce da un lato la raccolta, la gestione e l’analisi delle segnalazioni spontanee di sospette reazioni avverse a farmaci (ADR) e dall’altro la pronta e capillare diffusione delle informazioni diramate dall’AIFA in merito alla sicurezza dei farmaci, attraverso un network che coinvolge l’AIFA, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, le Unità Sanitarie Locali, gli Ospedali, gli Istituti di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico e le industrie farmaceutiche.

Farmaci immessi sul mercato e l'azzardo sulla pelle dei pazienti/malati. I farmaci immessi nel circuito nazionale o prescritti negli ospedali anche sotto forma di sperimentazione, sono soggetti a forme di controllo di farmacovigilanza che dovrebbero essere severe, e la stessa AIFA nel suo sito istituzionale, nella sezione ritiro farmaci, ne spiega perfettamente il motivo: “Il mercato farmaceutico ogni tanto viene scosso dal ritiro di un medicinale. A volte il ritiro colpisce medicinali in circolazione anche da diversi anni ed in alcuni casi i provvedimenti restrittivi riguardano veri e propri blockbuster. Si tratta di farmaci di uso specialistico in particolari sottopopolazioni ma anche terapie preventive come vaccini, farmaci di automedicazione e addirittura medicinali omeopatici. L’introduzione di un nuovo medicinale sul mercato porta con sé sempre una quota di azzardo che purtroppo si gioca sulla pelle dei pazienti”. Questo perché i dati a disposizione al momento di capire se vale la pena metterlo a disposizione della comunità – specifica sempre l’AIFA, l’Agenzia dei Farmaci Italiana – sono sempre limitati a ciò che siamo in grado di valutare in un ambito sperimentale. “Spesso si è in condizioni distanti dalla pratica clinica di tutti i giorni, dove sono molteplici i fattori che entrano a complicare lo scenario del nuovo intervento terapeutico. Appare quasi scontato – continua la spiegazione AIFA – che, una volta in commercio, la disponibilità di un medicinale possa essere riconsiderata solo a fronte di nuovi dati di sicurezza. Ciò non prende in considerazione il fatto che un farmaco inefficace sbilancia il rapporto beneficio/rischio in modo tale che, per quanto infinitesimale e lieve sia il rischio, vengono a mancare le ragioni per lasciarlo in commercio. In conclusione, il monitoraggio continuo della sicurezza dei medicinali comporta una sempre possibile ed eventuale eliminazione della sostanza dal mercato. Dovrebbe poter valere lo stesso nel caso ci si renda conto che un farmaco è inefficace. Il ritiro di un farmaco è comunque un fenomeno che deve essere valutato in una logica di salute pubblica che tiene conto di tutte le variabili in gioco. Ogni volta che questo succede, deve insegnare qualcosa rispetto all’obiettivo primario: la cura dei pazienti.”

Dati rapporto OSMED 2014. Nel 2014 quasi la metà delle segnalazioni sono pervenute da medici ospedalieri (46%), seguiti da farmacisti (18%) e specialisti (14%). Ancora basse le segnalazioni dai medici di medicina generale (7%).È stato registrato anche un notevole incremento (+491%) delle segnalazioni provenienti dalle aziende farmaceutiche.
Dati numero segnalazioni in crescita. Sono state inserite nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) ben 51.204 segnalazioni di sospette reazioni avverse ai farmaci. Anche quest'anno il numero delle segnalazioni è in crescita: il tasso è stato di 842 segnalazioni per milione di abitanti, un valore che ha permesso all’Italia di collocarsi nella classifica dell’OMS all’undicesimo posto tra i Paesi al mondo con il più alto tasso di segnalazione e al quarto a livello europeo. Un altro dato interessante evidenzia che per numero assoluto di segnalazioni, il nostro Paese si colloca tra i paese che contribuiscono maggiormente ad inviare segnalazioni al WHO Global Individual Case Safety Report (ICSR) database collocandosi al primo posto per la qualità delle segnalazioni.

Reazioni avverse, il primato ai vaccini. Tornando ai numeri, rispetto all’anno precedente è stato registrato un incremento delle segnalazioni del +25%. L'aumento è stato osservato principalmente per i vaccini, con un +125% rispetto al 2013, che si spiega principalmente con l'avvio di specifici progetti di farmacovigilanza attiva che nell'anno 2014 sono stati focalizzati principalmente su questa categoria di medicinali.
La maggior parte delle segnalazioni pervenute nel 2014 ha riguardato i farmaci antineoplastici e immunomodulatori (17%), seguiti dai vaccini (14%), dagli antimicrobici generali per uso sistemico (13%), dai farmaci per il Sistema Nervoso Centrale (12%) e da quelli per sangue e organi emopoietici (11%).

Report secondo le regioni italiane.
Le reazioni avverse più segnalate sono state quelle cutanee, seguite da quelle delle patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione e da quelle gastrointestinali.
Dal punto di vista territoriale la crescita del numero di segnalazioni ha interessato quasi tutte le Regioni italiane, a esclusione di Valle d'Aosta (-34%), Basilicata (-30%), Puglia (-29%), Piemonte (-13%), Calabria (-4%), Emilia Romagna (-1%). Rispetto al 2013 gli aumenti più consistenti sono stati registrati nella Provincia Autonoma di Trento (+386%), in Molise (+210%), Sicilia (+168%), Liguria (+133%) e in Veneto (+97%).
Le Regioni con il più alto numero assoluto di segnalazioni e relativo tasso di segnalazione sono state la Lombardia, il Veneto e la Toscana, che complessivamente rappresentano più del 50% di tutte le segnalazioni dell'anno 2014.
Ecco perché le segnalazioni spontanee di sospette reazioni avverse costituiscono un’importante fonte di informazioni per le attività di farmacovigilanza, in quanto consentono di rilevare potenziali segnali di allarme relativi all’uso di tutti i farmaci disponibili sul territorio nazionale. Nulla è certo e sicuro, poiché le stesse autorizzazioni in commercio dei prodotti farmaceutici si basano su dati sperimentali su un numero di persone talmente limitato per ottenere dati dettagliati, che spalmandoli su una comunità più ampia ne permette nel tempo e nella quantità di valutarne la sicurezza e l’efficacia. Insomma, il consumatore deve comunicare al proprio medico o anche direttamente alla rete nazionale di farmacovigilanza tutte quelle reazioni avverse affinché sia avvisata l’AIFA stessa. L’introduzione di un nuovo medicinale sul mercato porta con sé sempre una quota di azzardo che purtroppo si gioca sulla pelle dei pazienti, ecco perché è fondamentale la farmacovigilanza.
 




L'INSALATA "STELLARE" UN REGALO STRAORDINARIO DELLO SPAZIO

GUARDA IL VIDEO ALL'INTERNO

Redazione

Così buona e così straordinaria "l'insalata spaziale" contivata nell'universo. AgriSpace, o agricoltura spaziale, da scenario futuristico a realtà. Primo raccolto spaziale per i sei astronauti che attualmente vivono nella Stazione Spaziale Internazionale, primi al mondo (anzi, nell'universo) a mangiare alimenti coltivati ​​nello spazio. A darne notizia è la Nasa che ha diffuso un video in cui i tre astronauti Scott Kelly, Kjell Lindgren e Kimiya Yui mangiano i primi frutti del loro lavoro.

"Ha un buon sapore, una specie di rucola", dice lo statunitense Kelly, dopo un "brindisi" a base di foglie di insalata, tipo lattuga romana rossa, che ora accompagnerà la dieta dell'equipaggio, solitamente a base di alimenti liofilizzati. Non si tratta però del primo esperimento di colture spaziali. Da decenni gli scienziati sperimentano colture spaziali, ma le piante finora erano state poi inviate sulla Terra per essere esaminate, più che mangiate.

Ora, il risultato ottenuto sull'Iss rappresenta un risultato significativo perché da adesso in poi anche su Marte si potrà contare sulla possibilità di coltivare e raccogliere ortaggi. Sono diverse le tecnologie testate per questi esperimenti di agricoltura spaziale. La Orbital Technologies (Orbitec), per esempio, ha collaborato con il Kennedy Space Center per sviluppare un sistema di crescita delle piante, conosciuta come Veggie, che ha prodotto questo recente raccolto di lattuga.

Le piante saranno parte integrante di qualsiasi sistema di supporto vitale per le missioni estese, fornendo cibo e ossigeno e scarti di lavorazione, fa sapere la Nasa.

 




FARMACI PERICOLOSI PER DIMAGRIRE: TRAMONTA UN BUSINESS

Sono anni che si conoscono gli effetti devastanti di questi principi attivi prescritti in cocktail micidiali a scopo dimagrante e sono moltissime le denunce presentate alla procura in seguito a decessi dei pazienti in cura con tali miscele

di Cinzia Marchegiani

Centri benessere e purtroppo anche medici endocrinologi incauti e aiutati dalla normativa prescrivevano preparazioni magistrali per far dimagrire i propri pazienti, farmaci a tutti gli effetti di cui da tempo però si conoscono gli effetti devastati sul metabolismo e la salute di chi li ha presi per anni. Ma queste erano terapie sicure che facevano fare soldi a palate grazie al passa parola dei clienti che finalmente riuscivano a dimagrire dopo tante diete flop. I benefici estetici di queste terapie sono evidenti, sono in grado di far dimagrire in modo consistente le persone fortemente in sovrappeso, ma che soltanto nel tempo hanno conosciuto sulla propria pelle i danni a volte irreversibili. I medici erano favoriti dalla normativa che permetteva di inserire principi attivi quali il triac, clorazepato, fluoxetina, furosemide, metformina, bupropione e topiramato nelle preparazioni a scopo dimagrante che le farmacie erano in grado, tramite i laboratori, di realizzare la miscela indicata.

Sono anni che si conoscono gli effetti devastanti di questi farmaci prescritti in cocktail micidiali a persone in sovrappeso ed ora il Ministro Lorenzin ha firmato il decreto che vieta le preparazioni magistrali a scopo dimagrante. Queste sostanze, tra cui anfetamine e benzodiazepine sono autorizzate singolarmente per diverse indicazioni terapeutiche come per il trattamento di ansia, depressione, altre per il diabete, ipertensione e epilessia, ma sono diventate le miscele ideali nella pratica superconosciuta nel campo estetico, sfruttando l’effetto sedativo e anoressizzante.


Il decreto è stato adottato su impulso dell’Agenzia Italiana del Farmaco, che ha trasmesso al Ministero segnalazioni di sospetta reazione avversa della Rete Nazionale di Farmacovigilanza. Sarebbe il caso di conoscere i dati, sicuramente sconfortanti, delle vittime di queste pratiche che nulla hanno a che vedere con la prevenzione e la salute delle persone, e che hanno spinto solo ora a dare un taglio netto a questa moda del dimagrimento facile. Dalla segnalazione dell’AIFA è emerso che le preparazioni magistrali contenenti i citati principi attivi singolarmente, ma più spesso in associazione combinata tra di loro quando utilizzati a scopo dimagrante, hanno un rapporto beneficio-rischio estremamente sfavorevole e possono essere pericolose per i soggetti che ne fanno uso. In fondo i pazienti/clienti erano rassicurati dalla ricetta medica, dall’onorario degli specialisti che tutto era fatto secondo la legge italiana e a tutela della loro salute.

Il rischio che insorgano reazioni avverse aumenta, in relazione anche al numero di principi attivi associati nella preparazione che possono causare anche disturbi psichiatrici e reazioni a carico del sistema cardiovascolare. A ciò si aggiunge che tali combinazioni non sono mai state studiate secondo sperimentazioni cliniche regolari, risultano sprovviste di foglietto illustrativo e scheda tecnica a cui il paziente possa fare riferimento per informarsi sulle caratteristiche del prodotto e che la documentazione disponibile sui singoli principi attivi non garantisce la sicurezza degli stessi, quando sono somministrati in associazione tra loro. È noto altresì che le reazione avverse da preparazioni magistrali sono meno segnalate di quelle dei farmaci.

Due i divieti introdotti dal decreto:
1)  Medici e farmacisti non potranno rispettivamente prescrivere e allestire preparazioni magistrali a scopo dimagrante contenenti i principi attivi vietati, usati singolarmente o in combinazione associata tra loro;
2)  Non potranno, inoltre, essere prescritte o allestite preparazioni magistrali che, a prescindere dall’obiettivo terapeutico perseguito, contengano i predetti principi attivi in combinazione associata.

Al fine di evitare comportamenti elusivi finalizzati all’assunzione contestuale di più principi attivi, viene inoltre proibito a medici e farmacisti di prescrivere o allestire per il medesimo paziente più preparazioni magistrali singole, contenenti ciascuna uno dei principi attivi segnalati.
Il provvedimento segue altri due decreti adottati dal Ministro Lorenzin (il 20 maggio e il 27 luglio 2015), dopo segnalazione dell’AIFA, con i quali sono state bandite altre due sostanze utilizzate nelle preparazioni magistrali a scopo dimagrante: la fenilpropanolamina/norefedrina e la pseudo efedrina, che hanno anch’esse effetti importanti tali da aggravare la salute del paziente che ne fa uso senza sapere a cosa andava incontro.
In realtà proprio in Italia sono state attivate tantissime denunce a diverse Procure per i decessi avvenuti dopo l’assunzione di tali farmaci, che vengono prescritti tramite una ricetta medica e la preparazione nelle farmacie attrezzate di laboratorio, traendo in inganno l'ignaro paziente, della sicurezza su tale prescrizione.




SCANDALO GLIFOSATO, L’ERBICIDA ORA E’ CANCEROGENO PER GLI ESSERI UMANI

La sintesi della relazione dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC)  dell’OMS  afferma che esistono prove che l’esposizione al Glifosato è associata allo sviluppo di tumori come il linfoma non-Hodgkin e il cancro al polmone

di Cinzia Marchegiani

Il contestatissimo pesticida Glifosato, il diserbante sistemico fitotossico per tutte le piante, in grado di devitalizzare anche gli organi di conservazione ipogea delle erbe infestanti, come rizomi, fittoni carnosi (che in nessun altro modo potrebbero essere devitalizzati) è sotto inchiesta anche da parte dell’EFSA, dopo le nuove prove scientifiche che lo etichettano come pericoloso per l’uomo. L'assorbimento del pesticida avviene in 5-6 ore, e il disseccamento della vegetazione è visibile in genere dopo 10-12 giorni. Il glifosato di fatto è un forte chelante, il che significa che immobilizza i micronutrienti critici, rendendoli indisponibili per la pianta. Ne deriva che l'efficienza nutrizionale genetica delle piante ne viene profondamente compromessa. Questo pesticida è uno degli erbicidi di impiego più ampio e diffuso nell’agricoltura italiana, e la sua pericolosità per l’uomo venne messa in evidenza nel 2012 la rivista Food and Chemical Toxicology che ne pubblicò uno studio di Gilles-Éric Séralini e collaboratori i quali evidenziavano già allora la grave patogenicità e cancerogenicità nei ratti. Ma la ricerca, in seguito, fu ritirata per le critiche ricevute dalla comunità scientifica sulle metodologie di trattamento dei ratti e sull'affidabilità dei dati e dei risultati dello studio.

Le nuove conclusioni dell’OMS. Ora questo pesticida è sotto indagine e l’EFSA valuterà le conclusioni di un rapporto dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul cancro (IARC) in cui si conclude che l’erbicida Glifosato è probabilmente cancerogeno per gli esseri umani. Una relazione di ben 92 pagine della nuova valutazione del Glifosato è stata riassunta e pubblicata dell’Agenzia la Ricerca sul Cancro dell’OMS pubblicata nel marzo 2015 e verrà analizzata nel contesto del riesame da parte dell’EFSA. Il glifosato attualmente ha il più alto volume di produzione globale di tutti gli erbicidi.

Il più grande uso in tutto il mondo è in agricoltura, perchè ritenuto non pericoloso. In un rapporto ISPRA relativo agli anni 2011 e 2012 ed elaborato sulla base di dati provenienti dalle Agenzie RTegionali per la Protezione dellì’Ambiente (ARPA) (ARPA) e delle corrispondenti agenzie provinciali (APPA), il glifosate viene definito come uno degli erbicidi più utilizzati nell'agricoltura italiana. Secondo dati parziali dell' ARPAV, ad esempio, si sa che nel 2007, nella sola provincia di Treviso sono stati impiegati 55.000 chilogrammi di Glifosato e 8.000 chilogrammi di Ammonio-Glufosinato. Il successo del glifosato era stato collegato alla sua bassa pericolosità, dovuta a vari fattori, tra cui la bassa tossicità per l'uomo rispetto agli erbicidi in uso all'epoca della sua introduzione.

Aumento del Glifosato con le culture OGM. L'uso agricolo del Glifosato è fortemente aumentato -ricorda l’OMS- in quanto la sviluppo di colture che sono state geneticamente modificate per renderle resistenti al Glifosato. Quindi utilizzato per colture geneticamente modificate. Il Glifosato è usato anche in applicazioni forestali, urbani e domestici. La relazione dell’OMS specifica: “Il Glifosato è stato rilevato nel aria durante la spruzzatura, in acqua, e negli alimenti. La popolazione generale è esposta principalmente attraverso residenza nei pressi di aree irrorate, l'uso domestico, e la dieta, e il livello che è stato osservato è generalmente bassa”.

Esposizione e associazione a timori per l'uomo. Nella stessa sintesi redatta dall’OMS si afferma che esistono prove che l’esposizione al Glifosato è associata allo sviluppo di tumori come il linfoma non-Hodgkin e il cancro al polmone. Infatti il 20 mar 2015, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), l’agenzia specializzata sul cancro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha valutato la cancerogenicità oltre del Glifosato di altri quattropesticidi organofosfati. I risultati delle valutazioni IARC classificano il Glifosato, e il Malathion insetticidi e Diazinone come agenti probabilmente cancerogeni per l'uomo e anche gli insetticidi Tetraclorvinfos e Paration. 

Le nuove “Prove scientifiche” convincenti, prima non era pericoloso. Le nuove valutazioni si basano sulla base scientifica di prove convincenti che questi agenti causano il cancro negli animali da laboratorio. Per il contestatissimo Glifosato, non vi era limitata evidenza di cancerogenicità nell'uomo per non-Hodgkin linfoma. Vi sono prove convincenti che il anche il Glifosato può causare il cancro negli animali da laboratorio. Sulla base di tumori nei topi, Stati Uniti Environmental Protection Agency (EPA) il Glifosato era stato originariamente classificato come possibile cancerogeno per l'uomo e inserito nel gruppo C nel 1985. Dopo una nuova valutazione di tale studio sui topi, l'EPA ha cambiato la sua classificazione a prova di non cancerogenicità nell'uomo e inserito nel Gruppo E nel 1991. Ma l'EPA statunitense Scientific Advisory Panel ha osservato i risultati sul Glifosato erano ancora significativi utilizzando due test statistici raccomandato nel IARC Preambolo. Così il gruppo di lavoro IARC che ha condotto la nuova valutazione ha esaminato i risultati significativi dal rapporto EPA e diversi risultati positivi più recenti nel concludere che vi sia sufficiente evidenza di cancerogenicità negli animali da laboratorio. E così emerge che anche il Glifosato causa danni al DNA, causando danni cromosomici in cellule umane, anche se ha dato risultati negativi nei test con batteri. Uno studio su comunità dove i residenti erano vicini ai campi irrorati da Glifosato hanno riportato aumenti di marcatori ematici di danno cromosomico (micronuclei) dopo che formulazioni di Glifosato sono state spruzzate nelle vicinanze.

Scoperta sul Glifosato inoppugnabile, gli Stati membri dell’UE allertati. Il programma Monografie IARC fornisce valutazioni scientifiche sulla base di una revisione globale del letteratura scientifica, ma rimane la responsabilità dei singoli governi e altre organizzazioni internazionali organizzazioni di raccomandare regolamenti, legislazione, o interventi di sanità pubblica. 




NOTTE DI SAN LORENZO A RISCHIO

Redazione

Le vedremo o no quelle stelle cadenti che ci fanno sognare? Notte di San Lorenzo a rischio. Colpa dell'inquinamento luminoso. Troppa luce in Italia, anche di notte, soprattutto nelle grandi città, «oscura» il cielo e rende sempre più difficile godersi la volta celeste e le sue stelle. Lo denuncia Upi Green, il Dipartimento di Ecologia e Green Economy dell'Università Popolare, che in occasione della notte delle stelle cadenti (che in realtà si protrae fino al 13 agosto) lancia la campagna «Riaccendiamo le stelle, spegniamo gli sprechi energetici». La tradizionale visione delle stelle cadenti, particolarmente più intensa nel mese di agosto, viene storicamente collegata al fenomeno del martirio di San Lorenzo, la cui ricorrenza si celebra il 10 agosto. Il fenomeno della visione dello sciame è tuttavia attivo per diversi giorni con un picco di visibilità ricadente tra il 12 e 13 agosto. Le osservazioni vanno fatte in un luogo buio poiché la luce artificiale interferisce sulla visione delle scie luminose, rivolgendo lo sguardo in direzione nord est poco sopra la linea dell'orizzonte.

Purtroppo – sostengono da Upi – l'inquinamento luminoso è in continuo aumento, soprattutto nelle città, ostacolando di fatto la visione delle stelle. Ed è proprio in questa occasione che la campagna punta a stimolare le amministrazioni pubbliche alla riduzione dell'inquinamento ottico e luminoso nonché all'eliminazione degli sprechi energetici degli impianti di illuminazione esterna di ogni tipo. In occasione della Giornata nazionale contro l'inquinamento luminoso che si tiene oggi, verrà fatto il punto sulle adesioni delle amministrazioni che si impegneranno a ridurre l'inquinamento luminoso nei propri comuni. L'iniziativa punta anche a salvaguardare l'ambiente naturale con i suoi bioritmi. È possibile segnalare zone del proprio comune in cui il cielo è offuscato da illuminazioni pubbliche irregolari inviando una e-mail a riaccendiamolestelle upinterculturale.org oppure collegandosi a www.upinterculturale.org/riaccendiamo-le-stelle o al profilo facebook www.facebook.com/riaccendiamolestelle.




VACCINO MENINGITEC: IL MINISTRO LORENZIN NON CHIARISCE LE RESPONSABILITA'

 

L’AIFA con la risposta trasmessa tramite il Ministro della Salute smentisce se stessa, prima dice che non sono distinguibili le normali reazioni di un vaccino dai sintomi di una reazione avversa, mentre nella risposta dice che non sono state identificate reazioni avverse

 

di Cinzia Marchegiani

Dopo quasi nove mesi, come un parto sofferto arriva oggi all’onorevole Renata Polverini, firmataria di un’interrogazione presentata il 21 novembre 2014 la risposta del Ministro della salute sul caso del vaccino Meningitec che aveva allarmato, e non poco, molti genitori che avevano sottoposto i propri figli alla profilassi vaccinale con questo tipo di vaccino,  poi ritirato dal commercio poiché la stessa azienda farmaceutica aveva segnalato la presenza di "corpo estraneo color arancio rossastro identificato come ossido di ferro e acciaio inossidabile nelle fiale del vaccino".

Renata Polverini non soddisfatta dalla risposta del ministro Beatrice Lorenzin. Renata Polverini, firmataria dell’interrogazione parlamentare, si dichiara non soddisfatta della risposta all'interrogazione del ministro Lorenzin, perché non chiarirebbe le responsabilità e non rassicurerebbe le famiglie sulle conseguenze del vaccino.

L’interrogazione e la storia di malasanità. L’interrogazione di Renata Polverini faceva emergere un quadro allarmante in quanto dopo la comunicazione del ritiro c'era stata una riunione della Commissione tecnico scientifica dell'Aifa del 21/23 ottobre 2014 in cui si riteneva non emergessero "segnali di sicurezza ne dimostrazioni di reazioni avverse particolari allo specifico difetto di qualità" che aveva portato al ritiro cautelativo dei lotti in Italia e tuttavia detta valutazione si basava sulle "evidenze disponibili" non entrando nel merito degli effetti e dei danni lungo latenti. Durante la riunione veniva inoltre precisato che le eventuali reazioni avverse non sarebbero state comunque distinguibili da quelle usuali. Quindi l’AIFA ammetteva di non essere in grado di valutare le differenze tra una reazione normale o un danno da vaccino.

Il problema del conflitto d'interesse. L’interrogazione evidenziava un grave problema di conflitto di interesse innescato nella verifica e controllo dello stesso vaccino, poiché i dovuti controlli erano stati affidati alla stessa casa farmaceutica produttrice del Meningitec, una sorta di controllore che deve controllare se stesso.

Quel ritiro tardivo. Mentre ancora si vaccinava con gli stessi lotti. Il provvedimento di ritiro del vaccino era stato emesso dall'Aifa nei giorni 26 settembre 2014 e 6 ottobre 2014, ma comunicato all'utenza con gravissimo ritardo. Non solo, qui si parla di lotti specifici G76673 scad. 09/2014; H20500 scad. 11/2014; H45452 scad. 02/2015; H45457 scad. 02/2015; H92709 scad. 02/2015; J55457 scad. 09/2016; J70483 scad. 09/2016; H99459 scad. 06/2015; H52269 scad. 06/2015; J01106; J01114; che erano comunque somministrati da anni. E non tutte le ASL si sono attivate per informare l'utenza circa l'avvenuto ritiro del vaccino ed in particolare questo non sarebbe avvenuto nel caso della Asl RMF. Infatti, la quasi totalità dei soggetti vaccinati nei mesi precedenti con i predetti lotti di Meningitec non era stata ancora informata sull'accaduto né tantomeno era stato predisposto un protocollo di monitoraggio dello stato di salute della popolazione vaccinata inclusi i bambini.

La riposta all’interrogazione del Ministro della Salute. Beatrice Lorenzin risponde affidandosi alla nota diffusa dell’Agenzia del Farmaco, chiarendo che “nessun Stato ha ritenuto necessario porre in essere alcuna azione a tutela dei pazienti, poiché non sono state identificate reazioni avverse riconducili alla contaminazione, – la nota del ministro prosegue poi ricordando che il ritiro era cautelativo – Tutte le valutazioni effettuate hanno confermato che le evidenze ad oggi disponibili non suggeriscono né la necessità, né l’opportunità di predisporre controlli specifici di monitoraggio della salute dei soggetti vaccinati con i suddetti lotti, né risulta che simili iniziative siano state adottate nei paesi in cui i vaccini sono stati ritirati”.

Nella risposta del ministro non viene menzionato il caso dei bambini della regione Lazio vaccinati con i lotti incriminati e successivamente alla data ufficiale del ritiro. Nella risposta del Ministro Lorenzin non vi è traccia del caso romano, più di trenta famiglie, in gran parte della regione Lazio, si erano rivolte all’avvocato Roberto Mastalia, chiedendo di essere tutelate legalmente poiché avevano accertato, dal numero del lotto apposto sul libretto sanitario dei propri figli, – apposizione obbligatoria per legge – che i bambini avevano ricevuto la somministrazione del vaccino riconducibile ai lotti incriminati e cosa ancor più grave alcuni di loro avrebbe ricevuto l’inoculo in data successiva a quella del ritiro ufficiale.

Successivamente una nota legale veniva inviata all’Aifa, al Ministero della salute ed all'EMA, dagli avvocati nominati dalle famiglie dei bambini trattati con i lotti specifici, con cui si contestavano le modalità di trasparenza e rassicurazioni esercitate nei confronti di questo caso di malasanità. L’avviso bonario legale ai rappresentati istituzionali e garanti della salute pubblica sollevava punto per punto importanti quesiti e richieste, oltre ad informazioni scientifiche che contrastano pesantemente con i vari comunicati pubblicati dall’AIFA, quest'ultimi tesi esplicitamente a rassicurare il pubblico. I legali chiedevano di rendere immediatamente pubblici i risultati degli esami effettuati sinora sui lotti vaccinali ritirati, chiedendo di far disporre esami accurati, da parte di soggetti pubblici e non dalle case farmaceutiche produttrici, sui lotti vaccinali ritirati e quelli risultanti ancora in commercio nella direzione di stabilire la reale natura delle sostanze contaminanti, la quantità e la modalità con cui hanno stabilito tale contaminazione.

L’avvocato Roberto Mastalia, appena letto il testo della risposta del ministro Lorenzin all’interrogazione ha comunicato tramite L’Osservatore d’Italia le proprie posizioni:
“Prendiamo atto con disappunto, più che con stupore, del contenuto della risposta data dalla Ministra della Salute all'interrogazione parlamentare di questa mattina relativa al caso Meningitec. Il disappunto nasce dalla constatazione che, a fronte delle ripetute segnalazioni dei mesi scorsi provenienti da decine di famiglie preoccupate per la salute dei loro figli, l'atteggiamento della Ministra non è affatto cambiato permanendo un sostanziale disinteresse per una vicenda che ancora oggi ha molti punti oscuri in ordine ai quali, come al solito, si spera in un intervento della Magistratura.

I lotti di Meningitec furono ritirati a cavallo tra i medi di ottobre e novembre 2014, per espressa ammissione della casa farmaceutica olandese Nuron Biotech, in seguito ad una presunta contaminazione da "ossido di ferro e di acciaio inossidabile ossidato" che aveva comportato anche una modificazione esteriore nel prodotto avendolo reso di colore "arancione" e quindi, teoricamente, riconoscibile agli occhi di quelli che si ritiene siano professionisti del settore.
Vale la pena ricordare che, contrariamente a quanto ventilato in quei giorni nel colpevole silenzio dei media, tali lotti erano stati prodotti ben due anni prima, nell'ottobre 2012, per cui parlare, come fa oggi la Ministra di "ritiro cautelativo" appare francamente grottesco!
Non si può fare a meno di rilevare che nei giorni immediatamente successivi, mentre le istituzioni – ed in particolare Ministero della Salute ed AIFA – dimostratesi come al solito negligenti ed inefficienti per ben due anni,si sbrigavano a comunicare di aver effettuato i controlli del caso e che questi erano risultati negativi, guarda caso, la stessa casa farmaceutica affermava di non aver ancora ultimato i controlli!
E' di tutta evidenza, quindi, come in questa vicenda vi siano dei soggetti che continuano a mentire per nascondere non si sa bene quali interessi alle spalle di bambini vaccinati con prodotti contaminati e di genitori ancora oggi giustamente preoccupati per la salute dei propri figli che hanno diritto a conoscere cosa sia realmente accaduto.

E pensare che, almeno inizialmente, ci si era limitati a richiedere solo di informare tutte le famiglie interessate e di sottoporre a monitoraggio, mediante protocollo da concordare, la salute dei bambini vaccinati anche perché è bene ricordare che le attuali conoscenze del funzionamento del sistema immunitario e della dannosità di certe sostanze – ammesso e non concesso siano state effettivamente quelle – non offrono alcuna certezza ed alcuna garanzia in proposito; basta guardare a quanto accaduto negli ultimi anni per prodotti come il Thimerosal o l'Alluminio, utilizzati per decenni come adiuvanti all'interno dei vaccini, per i quali ogni giorni vengono pubblicati nuovi studi sulla loro tossicità e dannosità.

In questi giorni, grazie al fondamentale apporto di internet, abbiamo avviato importanti collaborazioni con associazioni che anche in altri paesi, in questo caso la Francia, si battono per conoscere la verità, verificare le reali condizioni dei bambini ed ottenere il giusto ristoro per quelli che hanno ricevuto danni già evidenziatisi e con i legali che le tutelano”.

Una storia inquietante dove per le istituzioni, non c’è la necessità, né l' opportunità, nonostante la fabbrica delle parole, di indagare sugli effetti a lungo termine che potrebbero sorgere a danno di un vaccino contaminato da ruggine e acciaio. Così è se vi pare… cari italiani.