UNICEF: L'INIZIATIVA "NUTRIRSI BENE, NUTRIRSI TUTTI" APPRODA IN 500 PIAZZE ITALIANE

Redazione
 
Roma – Nella giornata di oggi e di domani l’Unicef terrà una grande iniziativa di raccolta fondi e sensibilizzazione con tema “Nutrirsi bene, nutrirsi tutti” e si svolgerà in oltre 500 piazze italiane. Il pubblico riceverà, in seguito ad una donazione, tre bellissimi quaderni (a righe, a quadri e neutro) e dedicati alla corretta alimentazione. Sono stati realizzati da Fabriano e raffigurano personaggi della serie animata Elfoodz di Play Entertainment. Tutti i fondi che verranno raccolti nel corso dell’iniziativa saranno destinati ai progetti Unicef contro la malnutrizione. Giacomo Guerrera, presidente di Unicef Italia, ha dichiarato in merito: “Nel mese conclusivo di Expo 2015, grazie ai nostri oltre 4.000 volontari saremo nelle piazze di tutta Italia per ribadire il nostro impegno nella lotta alla malnutrizione e alla povertà”, ha aggiunto inoltre “Ancora oggi a livello globale oltre 200 milioni di bambini sotto i 5 anni soffrono di una qualche forma di malnutrizione. Oltre 3 milioni di tutte le morti infantili sotto i 5 anni sono legate anche alla malnutrizione. Dobbiamo poter garantire a tutti i bambini del mondo una sana nutrizione gia' dal grembo materno”. Il testimonial dell’iniziativa è il famoso attore Lino Banfi, popolare Goodwill Ambassador di Unicef Italia e protagonista di video-spot che in questa occasione verranno lanciati.  



STOP AD ESAMI INUTILI: FIMMG ROMA DENUNCIA PRESSIONI E INTIMIDAZIONI AI MEDICI

Il ministro Lorenzin ammette alla trasmissione Ballarò che i medici saranno chiamati per un contraddittorio qualora prescrivano una serie di analisi cliniche definiti inappropriati

di Cinzia Marchegiani

Roma – Sulle sanzioni, decise dal governo e dalla Conferenza delle Regioni, da applicare ai medici che prescrivono analisi o diagnostica definite “inappropriate” o meglio “inutili” emergono sconcertanti notizie. Una lista dettagliata, dalle Tac alle risonanze magnetiche, ai test allergici, sono 208 gli esami su cui il ministero della Salute ha annunciato una pesante stretta, dicono per evitare sprechi e ridurre la spesa.

Contraddittorio che i medici potranno essere sottoposti. La ministra Beatrice Lorenzin fa sapere che il medico dovrà giustificare scientificamente ogni richiesta per non incorrere in sanzioni. Insomma una specie di inquisizione di una commissione che valuterà il comportamento prescrittorio dei medici italiani. Il cosiddetto decreto appropriatezza, ovvero l'esclusione di alcune prestazioni sanitarie dalla rimborsabilità, ha da una parte la conseguenza di andare a ridurre le prestazioni ritenute inappropriate, dall'altra una logica intimidatoria nei confronti della categoria medica. Come se il medico, unico titolato per Legge nel gestire la salute di una persona, potesse "risparmiare" sulla salute di un altro.

La denuncia di intimidazioni e pressioni ai medici. La FIMMG Roma (Federazioni Italiana Medici di Famiglia) apre un vaso di pandora inquietante, sono arrivate “numerose” segnalazioni giunte dai medici di Roma, che denunciano pressioni da parte delle Asl e dei Distretti per ridurre il numero di prescrizioni e, di conseguenza, la spesa. Pier Luigi Bartoletti, segretario provinciale della Fimmg Roma spiega: “Stiamo valutando tutte le opzioni possibili per esporre alle autorità competenti comportamenti intimidatori nei confronti dei colleghi poste in essere da alcuni funzionari o da qualche Direttore Generale ansioso di dimostrare la propria capacità sanzionatoria piuttosto della propria capacità gestionale e professionale”.
La denuncia è agghiacciante : “Alcuni medici di famiglia sono stati convocati nelle sedi delle Asl e dei Distretti e messi di fronte ai tabulati di spesa con una precisa richiesta: abbattere il numero di prescrizioni”.

Insomma la FIMMG di Roma fa sapere che è stato messo in atto “un atteggiamento intimidatorio in crescita negli ultimi due mesi, al quale il medico sindacalizzato, che si sente più protetto, sa reagire, ma che altri medici tendono ad assecondare, come emerge dalle segnalazioni dei pazienti”. E ancora: “Non posso prescriverle questo farmaco perché altrimenti la Asl mi sanziona” sarebbe infatti la risposta che alcuni cittadini hanno ricevuto dal medico di fronte a una richiesta di prescrizione, spiega il leader della FIMMG Roma, che definisce questi episodi “gravissimi in quanto non tengono conto dei bisogni di salute del paziente”.

Bartoletti è consapevole del ruolo determinante dei medici per il contenimento della spesa: “ma stiamo parlando di episodi che non hanno nulla a che vedere con i casi in cui, in un leale clima di collaborazione, dirigenti e medici si confrontano su problemi e obiettivi di appropriatezza e di spesa. E’ l’atteggiamento del funzionario a fare la differenza: in un caso è di collaborazione, nell’altro caso è intimidatorio. E questo va sanzionato, così come correttamente si sanziona il medico che fa crescere l'inappropriatezza”.

Pierluigi Bartoletti Vicesegretario FIMMG senza giri di parole spiega: “Se lo vediamo con una chiave di lettura ‘politica’ il teorema alla base del decreto è che la causa degli sprechi deriva da una cattiva professionalità medica, per varie cause, dalla medicina difensiva ad altro, ed è aggredendo questo che si risolvono i problemi. Se questo fosse il teorema ci si sta comportando esattamente come la tanto detestata ’troika’, accusata di ‘tecnocraticizzare’l’Unione Europea”. Ai medici, la stessa FIMMG Roma ricorda che il loro dovere è quello di fare il lavoro serenamente, nell’esclusivo interesse del cittadino e rassicura i medici sull’impegno del sindacato a lavorare a tutti i livelli per evitare atteggiamenti intimidatori nei confronti dei colleghi da parte di solerti funzionari più attenti ai tabulati di spesa che alla qualità del servizio.

Puntata di Ballarò del 29 settembre 2015: Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin protagonista del faccia a faccia con il giornalista Massimo Giannini e alcuni medici in collegamento dal Policlinico di Milano, finalmente dice la verità: “stiamo parlando di diagnosi non salvavita. In alcune patologie c’è un percorso diagnostico dell’ABC. Il medico, se viene un paziente che gli fa male il ginocchio, prima di fare una tac, dovrà prescrivere una lastra, questa si chiama appropriatezza prescrittiva”. Secondo il Ministro Lorenzin la medicina difensiva costa al SSN ben 13 miliardi di euro, che non dovrebbero essere spesi con una lenzuolata di esami prescritti, però i tagli sulle prescrizioni “inutili” permetterebbero solo un risparmio di circa 106 milioni din euro mila euro.
Situazione pesante in studio, il medico in collegamento smentisce il ministro Lorenzin: “non sempre la lastra indica l’effettiva utilità di una tac, la lastra non da alcuna certezza in questo senso, anzi si innesca un ulteriore esame che poteva essere evitato”.

Dottoressa sindacalista spiega cosa c'è dietro la manovra lacrime per medicie  pazienti. Sempre dal Policlinico di Milano che una dottoressa apre il vaso di pandora su questo decreto ministeriale. Sonia, medico e rappresentante sindacale della CGIL spiega con una semplicità disarmante cosa nasconde questo decreto: “La contrarietà che noi esprimiamo rispetto al DM non è sull’appropriatezza, è che di fatto il Decreto definanzia il SSN di ben 2,4 miliardi di euro.” La dottoressa continua spiegando: “Non a caso la parte sull’appropriatezza delle prestazioni vengono inseriti negli tabella che trattano la razionalizzazione della spesa. La competenza è un elemento importante per noi clinici, è la modalità che ci permette di fare la cosa giusta al momento giusto, è uno strumento prezioso affinché sia salvaguardata la qualità dell’assistenza. Ma questo obbiettivo non è condiviso visto che l’indicatore che viene previsto nel DM per vedere se è stata applicata l’appropriatezza è la riduzione della spesa e non la qualità dell’assistenza.”

E sulla puntata di Ballarò torna FIMMG Roma: “Sulla puntata altro spot del Ministero alla trasmissione Ballarò sul decreto dell'appropriatezza ma i cittadini non ci cascano e il 68% dice no nel sondaggio proposta nel corso della trasmissione, affermando che lede il diritto alla salute mentre il 49,3% ritiene che in Italia si prescrivano troppi esami e il 49% sbagliato sanzionare i medici. Un sondaggio che mette in evidenza, e fa emergere, il malcontento che si era innescato dopo la trasmissione di Bruno Vespa di Lunedì.

FIMMG invita a segnalare le intimidazioni. Per ora dalla FIMMG, arriva l’invito ai medici che si ritengono “ingiustamente perseguiti da logiche di mero risparmio” a inviare una segnalazione all’indirizzo e al seguente indirizzo E.Mail: appropriatezza@fimmgroma.net

Insomma la stretta sugli esami dichiarati inutili non faranno quadrare i conti, solo 106 milioni di euro, nulla in confronto ai 13 miliardi che si spendono per la medicina difensiva e che vorrebbero essere eliminati. Alquanto singolare questa manovra che ora sta diventando uno scarica barile tra la Lorenzin e il presidente delle Regioni Chiamparino. Nessuno voleva sanzionare i medici, però di fatto lo saranno. Peccato che, il vero obiettivo del DM non è la salvaguardare la qualità dell’assistenza, come ha spiegato la dottoressa alla trasmissione Ballarò, ma un chiara erosione della professione e del diritto alla salute del cittadino. La preoccupazione semmai ora sarebbe l’innesco di una destrutturazione dei principi e diritti nella salute pubblica, che potrebbero portare ad altri attacchi sempre maggiori alla costituzione italiana. Un po’ come dire, tiro la fune fino a quando posso.

 




STAMIMALI MESENCHIMALI E SMA: IL NEUROLOGO VILLANOVA SVELA “IL SOGNO PROIBITO”

Al XIV Convegno Nazionale ASAMSI presso Bologna il neurologo Marcello Villanova ha presentato il suo lavoro su bambini affetti da Atrofia Muscolare Spinale

LEGGI ANCHE: SMA TIPO 1: SENSAZIONALE SCOPERTA SULLA TERAPIA CON CELLULE STAMINALI

di Cinzia Marchegiani

Bologna – Si può affermare, senza ogni sorta di dubbio, che in Italia il caso Stamina abbia dimostrato quanto i forti giochi politici e i conflitti d’interesse in gioco messi in campo da cattedratici e case farmaceutiche abbiamo immobilizzato la ricerca della verità? I dubbi sono reali e documentabili. Tutti abbiamo assistito alla ferocia di un intero impianto articolato che si è messo in moto per ostacolare le risposte alle tante domande che proprio i bambini malati conservavano nelle loro patologie rare, senza alcuna cura, ma che per una serie di circostanze avevano avviato cure compassionevoli senza alcun effetto collaterale presso un ospedale italiano, una delle eccellenze nel campo di trapianti di cellule staminali emopoietiche.

Nessuna prova di pericolosità, tutto avvolto volutamente nel dubbio. Abbiamo assistito tutti inermi, o quasi, alla tragica indifferenza verso i piccoli malati, per i quali nonostante il finale scontato, nessuno ha dimostrato con prove evidenti, con esami specifici edotti sui pazienti trattati, l’esistenza del postulato della pericolosità della terapia. Amaro è il finale di questa battaglia che ha affondato artigli mortali alla libertà di cura e all’opportunità di un chance per chi aveva scritto un destino infausto nel suo palmo della mano. Non esiste nessun certificato medico o analisi strumentale che possa dimostrare che le infusioni con le cellule staminali mesenchimali abbiamo aggravato la salute dei bambini infusi, perché nessuno è andato a monitorarli, nonostante ci fosse un processo accusatorio. Anzi esistono invero documenti tangibili che questi bambini hanno avuto progressi mai accertati dalla letteratura medica, come i bambini affetti da SMA (atrofia muscolare spinale) perché due medici scienziati hanno sentito il dovere etico e medico di studiare i casi dei bambini che avevano usufruito di queste terapie.

Fatto grave? Gravissimo, ma nessuno ha il coraggio di dirlo. Il mondo politico, lo stesso indagato per corruzione in campo sanitario, di stravolgimenti delle leggi pur di far diventare illegali quelle terapie prima a norma di legge attuate in un ospedale pubblico, hanno ostacolato la verità affinché potesse trionfare. Una verità seppellita opportunamente perché deve, per ovvi motivi, rimanere il dubbio in ognuno di noi. Troppo pesante, se confermato dallo studio delle perizie, l’accanimento contro dei bambini inermi. Così tutto deve rimanere nelle nebbie, intorpidito dai titoli shock senza alcun appello. Ma ora molti bambini muoiono senza alcuna terapia sostitutiva, altri vivono aggrappati alla speranza che qualcuno si prenda delle responsabilità anche se troppo tardi, perché dopo la sospensione delle infusioni, i pazienti trattati con le celule staminali mesenchimali hanno subito repentini regressioni.

Dossier de l’Osservatore d’Italia. Inutile dire che tra le pagine di Dossier su questa storia “incompleta” che il nostro giornale ha prodotto nell’arco di due anni vi sono imbarazzanti prove che dovrebbero essere analizzate dalla magistratura qualora si senta l’obbligo di capire se le morti avvenute in seguito al blocco delle terapie con cellule staminali mesenchimali abbiano uno o più responsabili.

Il Neurologo Marcello Villanova svela il suo studio “Il Sogno proibito”.  Al XIV Convegno Nazionale ASAMSI presso Bologna il neurologo Marcello Villanova ha presentato il suo lavoro su bambini affetti da SMA . Il titolo è un pugno nello stomaco: “Cellule staminali mesenchimali, Il sogno proibito”. Il vice Presidente ASAMSI N. Riccobello ha inaugurato l’inizio lavori del convegno, seguito dal Presidente ASAMSI R. Baldini, e il Sindaco di Bologna, il Dott. Virginio Merola che sono intervenuti con saluto delle autorità.

Il Dr Villanova, è coautore assieme al prof. John Robert Bach (Department of Physical Medicine and Rehabilitation, Rutgers New Jersey Medical School, University Hospital, Newark, New Jersey) di un articolo sulla rivista scientifica American Journal of Physical Medicine & Rehabilitation, “Allogeneic Mesenchymal Stem Cell Therapy Outcomes for Three Patients with Spinal Muscular Atrophy Type 1” (ovvero, Risultati della terapia con cellule staminali mesenchimali allogeniche per tre pazienti con atrofia muscolare spinale di tipo 1.

Lo studio shock, dimostra efficacia del trattamento con cellule staminali su tre bambini affetti da SMA. Lo studio innovativo è rimasto ben secretato dai media e dai giornali, perché stravolgerebbe ciò che è stato volutamente fatto credere, la nocività e l’inefficacia delle terapie infuse agli Spedali di Brescia. Il Professor Villanova e professor Bach hanno mostrato il primo studio al mondo delle evidenze cliniche oggetto delle terapie con le staminali mesenchimali allogeniche su tre bambini affetti da Atrofia Muscolare Spinale di tipo 1: "Non è stato documentato alcun trattamento medico efficace per l’atrofia muscolare spinale; tuttavia, studi cellulari, molecolari e preclinici suggeriscono che le cellule staminali mesenchimali allogeniche possano avere un ruolo. Tre bambini con atrofia muscolare spinale di tipo 1 sono stati sottoposti a infusioni multiple di cellule staminali mesenchimali a livello intratecale e endovenoso. Le loro funzioni fisiche pre-trattamento, durante il trattamento e post-trattamento sono state quantificate con la scala di valutazione funzionale Children's Hospital of Philadelphia Infant Test of Neuromuscular Disorders (CHOP INTEND) per due pazienti e documentata da video per tutti e tre. I valori della scala CHOP INTEND erano 3 prima del trattamento, 10 e 16 durante il trattamento, e 0 e 10 al settimo e dodicesimo mese rispettivamente dopo che il trattamento è stato interrotto. Non è stato osservato alcun effetto avverso per almeno 44 e 49 mesi rispettivamente dall’inizio del trattamento.
Questi dati rappresentano il primo obiettivo, miglioramenti quantificabili delle funzioni fisiche per qualsiasi trattamento dell’atrofia muscolare spinale. Anche se i benefici sono stati persi quando la terapia è stata interrotta, questo può essere un primo passo per stabilire che le cellule staminali mesenchimali possono essere un trattamento sicuro ed efficace per l’atrofia muscolare spinale”.

Due bambini affetti da SMA1 al fianco del dr Villanova. Non sarà questo articolo ad entrare nel dettaglio di questo studio inedito sulle evidenze cliniche che le infusioni con cellule staminali mesenchimali hanno prodotto su tre bambini affetti da SMA di tipo 1. Ma oggi al convegno nazionale ASAMSI due piccoli bambini hanno mostrato al mondo accademico l’inedito lavoro dei due scienziati, Villanova e Bach. Sebastian Guercio e la piccola Noemi Sciarretta, entrambi sono gli attori principali dello studio oscurato dai cattedratici e da chi in forte conflitto d’interesse non è capace di attuare un onesto confronto scientifico.
Oggi questo convegno ha permesso di mostrare quelle evidenze al mondo scientifico intervenuto nella tavola rotonda, evidenze che ora pesano come macigni sulle responsabilità ancora di chi ha deciso che questi malati rari, senza alcuna alternativa terapeutica, devono attendere solo il loro destino. 

Bambini unici, come la piccola Celeste Carrer, anche lei è parte di questo studio scientifico, ma nonostante ciò, a loro, pur non essendo stati visitati da nessun organo ministeriale e della magistratura è stato deciso di togliere l’unica terapia che ha dato risultati che fino ad ora la letteratura medica non ha mai potuto documentare. Chi sta cancellando questo patrimonio scientifico?

Appello alla magistratura. Riteniamo che il valore della vita di questi bambini e della scienza medica valga l’opportunità di comprendere se è stato perpetrato un reato gravissimo. Il dottor Villanova ha mostrato coraggiosamente che si può e si deve cercare la verità, è un dovere nei confronti dei malati e delle famiglie che sono state lasciate sole ad affrontare non lo spettro di una malattia che si conosce, ma quei dubbi feroci che ora chiedono tutta la trasparenza possibile. Non si può morire di ingiustizia e omertà.

Oggi il dottor Villanova ha svelato al mondo accademico “Il sogno proibito” nella speranza che ci sia ancora giustizia. Celeste, Sebastian e Noemi sono qui a ricordarci le nostre responsabilità, ma soprattutto i loro diritti. 
"L’uomo incontra Dio dietro ogni porta che la scienza riesce ad aprire” così Albert Einstein amava ricordare il valore della ricerca scientifica e il valore morale dell'umanità.




CHEMIOTERAPIA IN GRAVIDANZA: NON DANNEGGIA IL BAMBINO

Redazione

Una buona notizia. Nuove speranze per le donne incinta colpite da tumori maligni: l'uso della chemioterapia negli ultimi due trimestri di gravidanza non danneggerebbe i feti. La drammatica scelta prospettata sinora a molte donne in gravidanza, tra l'abortire o tentare un parto prematuro in caso di tumore, non sarebbe cosi' necessaria.

Infatti sia lo sviluppo cognitivo dei piccoli che le loro funzioni cardiovascolari sono risultate normali ed intatte a tre anni di eta' nonostante le madri si fossero sottoposte a chemio durante la gravidanza.

Ad affermarlo un studio, che sia pure limitato nel numero dei casi esaminati pari a 129, viene gia' considerato una pietra miliare nel campo.

Presentata oggi al Congresso sui Tumori di Vienna e pubblicata sul 'New England journal of medicine', l'indagine ha seguito la salute sino ai tre anni di eta' di 129 piccoli, nati da mamme che avevano subito trattamenti con diversi agenti chemioterapici negli ultimi sei mesi di gravidanza.

"Non abbiamo individuato alcuna differenza tra lo sviluppo cognitivo e cardiologico dei bambini nati da madri sotto chemio e altri di un gruppo di controllo,venuti alla luce da mamme sane", ha spiegato Frederic Amant,l'autore principale della ricerca condotta all'universita' Cattolica di Leuven in Belgio.

Aggiungendo: "Il risultato ha sorpreso, in quanto sappiamo che le sostanze chemioterapiche sono tossiche e in molti casi attraversano la barriera della placenta"




MARTE, SCOPERTA DELL'ACQUA: LA NASA CERCA LE PROVE DELLA VITA

Redazione
 
Nasa – L’acqua su Marte c’è, e non si tratta più di leggende o suggestioni alimentate da teorie prive di fondamenta, adesso ci sono le prove oggettive che dimostrano tutto ciò. Su Marte l’acqua scorre liquida e scivola sulla superficie attraverso piccolissimi ruscelli di acqua salata che però compaiono periodicamente e lasciano striature scure che, ad oggi, non davano chiarezza sulla loro origine.
 
La prova sconvolgente arriva dal satellite americano Mro (Mars Reconnaissance Orbiter). Enrico Flamini, il coordinatore scientifico dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) ha riferito: “E' la prima prova che dimostra l'esistenza di un ciclo dell'acqua sulla superficie di Marte”. Ma come quando appare l’acqua? L’acqua compare soltanto in alcune stagioni e sotto forma di goccia, poi si condensa in stretti canali larghi circa dieci centimetri, tali canali vengono indicati con la sigla Rsl (Recurring slope lineae) ma sin dal primo momento si è pensato che l’acqua scorresse nei mesi più caldi. Uno dei punti chiave riguardava le linee scure che erano lunghe fino a 5 metri e ricoprivano i pendii a latitudini molto differenti. La caratteristica di queste linee è che si allungano durante le stagioni calde e svaniscono durante le stagioni fredde. Inizialmente però non era possibile stabilire se tali striature era dovute all’acqua o a qualche fenomeno misterioso poiché le apparecchiature non lo permettevano, la prova è arrivata quando nel momento in cui comparivano le striature c’era presenza di Sali idrati.
 
E la vita su Marte? La presenza di acqua ha riacceso questa speranza e la Nasa afferma afferma che le condizioni del pianeta potrebbero essere addirittura migliori di quanto è stato ipotizzato. Alfred McEwen, che segue le operazioni del satellite Mars Reconnaissance Orbiter e autore di questa incredibile scoperta riferisce: “Non possiamo ancora dire se esiste vita extraterrestre ma seguire l'acqua è cruciale. Ora abbiamo la grande opportunità di trovarci davanti ai siti più adatti per cercare davvero le prove”. Giovanni Bignami che è il presidente dell’istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) riferisce invece: “Sarebbe interessante poter analizzare quella sabbia. Lì non sarebbe del tutto improbabile trovare tracce di batteri, fossili o viventi, adattati a vivere in condizioni estreme e capaci di nutrirsi di sali, proprio come quelli che vivono vicino a sorgenti simili nel deserto di Atacama in Cile, il luogo sulla Terra che più assomiglia a Marte”.  Aggiunge inoltre: “La presenza di acqua salata si sospettava già da tempo. In più dobbiamo sempre tenere a mente che i sali perclorati trovati su Marte sono diversi dai sali alla base della vita sulla Terra” e riferisce che ciò che dovrebbe sorprendere è la presenza di acqua salata “nella zona equatoriale, dove non pensavamo di trovare ghiaccio in prossimità della superficie. Il ghiaccio su Marte, sia quello fatto di acqua che di anidride carbonica, è più abbondante in corrispondenza delle calotte polari. Con l'arrivo della primavera si fonde e fa comparire acqua liquida che evapora subito.
Quest'acqua salata di cui abbiamo le prove oggi sgorga invece in prossimità dell'equatore e arriva da sotto la superficie: lì dovrebbe esserci del ghiaccio anche se la cosa rimane ancora misteriosa”.



NASA, STRAORDINARIA SCOPERTA: SU MARTE SCORRE L'ACQUA

Redazione

Nasa – Straordinaria scoperta fatta dalla Nasa sul pianeta rosso: su Marte scorre acqua liquida. Sono minuscoli ruscelli di acqua salata che compaiono periodicamente, lasciando striature scure la cui origine era finora un mistero. La prova, pubblicata su Nature Geoscience, arriva dal satellite americano Mro (Mars Reconnaissance Orbiter). "E' la prima prova che dimostra l'esistenza di un ciclo dell'acqua sulla superficie di Marte", ha spiegato Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell'Agenzia spaziale italiana (Asi). A fornirla è il gruppo dell'Istituto di Tecnologia delle Georgia guidato da Lujendra Ojha. Non si tratta certo dei canali d'acqua ipotizzati nell'800 da Giovanni Schiapparelli, ma "rivoli" stagionali con tracce di sali che si formano solo in presenza di acqua.

 




TRASPARENZA FARMACI E REAZIONI AVVERSE: FIRMATO L’ACCORDO DI SEGRETEZZA TRA COMMISSIONE EUROPEA, EMA E OMS

Dal 1° settembre 2015 è attivo l'accordo di condivisione e segretezza sulla sicurezza dei farmaci, comprese le reazioni avverse


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21/09/2015 AIFA, MA QUALE TRASPARENZA SUI FARMACI?

 

di Cinzia Marchegiani

Arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia dell’accordo stipulato tra Commissione Europea, Agenzia europea per i medicinali (EMA) e l'Organizzazione Mondiale della Sanità per intensificare la cooperazione per meglio tutelare la salute pubblica della collettività. A leggere bene il comunicato emergono clausole che fanno riflettere su come queste organizzazioni hanno puntato sulla riservatezza delle informazioni sui farmaci e anche reazioni avverse post-autorizzazione di tutti quei farmaci che sono stati autorizzati alla vendita e al commercio.

Si legge che già dal 1° settembre 2015 è attiva la cooperazione tra Commissione Europea, Ema e OMS, le quali hanno concordato di condividere informazioni “non pubbliche” sulla sicurezza, la qualità e l'efficacia dei medicinali già autorizzati o in fase di revisione in seno all'Unione europea (UE), o pre-qualificati o in fase di revisione da parte dell'OMS.

Accordo di segretezza. La completa segretezza – si legge dal comunicato – è nata per rafforzare la comunicazione tra le rispettive organizzazioni e rendere più facile e veloce per prendere provvedimenti per proteggere la salute pubblica, dovrebbe accelerare l'accesso dei pazienti ai nuovi e innovativi farmaci nell'UE, evitare la duplicazione delle valutazioni e migliorare l'autorizzazione e la sicurezza dei medicinali coinvolgendo le migliori competenze da entrambi i lati.
L'accordo – viene spiegato nel comunicato – rafforza ulteriormente la collaborazione tra l'OMS, la Commissione europea e EMA che hanno una lunga storia di collaborazione scientifica e tecnica nel contesto della Conferenza Internazionale sull’armonizzazione e le autorità internazionale Pharmaceutical Fourm.

Secondo l'accordo di riservatezza, le organizzazioni coinvolte possono condividere le informazioni come ad esempio:
• Post-autorizzazione di farmacovigilanza dati, in particolare relativi a reazioni avverse, nonché problemi di sicurezza derivanti dai rapporti periodici di aggiornamento sulla sicurezza, e gli obblighi e gli impegni post-autorizzazione;
• Le informazioni contenute in applicazioni per la consulenza scientifica, orfano medicina designazione, autorizzazione all'immissione in commercio o le attività successive all'autorizzazione di notevole interesse della salute pubblica, e le domande di un accordo di piani di indagine pediatrica;
• I dati relativi alle ispezioni, impianti di produzione e le attività di ricerca clinica e alle relative relazioni.

Rimane di fatto il quesito di come sarà tutelata la trasparenza e l'accesso alle informazioni sui farmaci, visto tra l'atro che la stessa AIFA, l'Agenzia dei FaRmaci Italiana ha già subito due sentenze pesanti che la condannano per gravi irregolarità sulla trasparenza dei farmaci.




SUPERLUNA DI SANGUE: NON PERDIAMOCI L'OCCASIONE DI VEDERLA. PROSSIMA SARA' NEL 2033

Redazione

Non dobbiamo perderci questo spettacolo. SuperLuna di sangue e eclissi totale: uno spettacolo da non perdere. La notte tra il 27 e il 28 Settembre assisteremo a un evento molto raro. La Luna si troverà in perigeo, il punto dell'orbita più vicino alla Terra. Apparirà quindi più grande del 14%. Inoltre Sole, Terra e Luna si troveranno perfettamente allineati dando origine a un'eclissi totale. Alcuni raggi del Sole, tuttavia, potrebbero raggiungere ugualmente la superficie lunare a causa della rifrazione della luce da parte dell'atmosfera terrestre. In questo modo la Luna assumerà una colorazione rossastra.

Dall’inizio del secolo scorso, le eclissi di superLuna sono avvenute solo 5 volte: nel 1910, nel 1928, nel 1946, nel 1964 e nel 1982. Se invece che sulla Terra fossimo sulla Luna ad essere eclissato sarebbe il Sole, che vedremmo come un’anello rosso intorno alla Terra.

Secondo la 'Blood Moon Prophecy' ('La profezia della Luna di Sangue'), il 28 settembre dovrebbe coincidere con la 'fine del mondo' perché sarà in quella data che si verificherà la quarta ed ultima eclissi totale in due anni. L'ultima è stata ad Aprile. Preoccupazioni apocalittiche a parte, godiamoci questo spettacolo: il prossimo sarà nel 2033

 




RIVOLUZIONE DRONI: COMBATTERANNO LE ALLUVIONI E FRANE IN TUTTA ITALIA

Redazione

Si intensifica la rivoluzione droni per la tutela ed il monitoraggio dell'ambiente. Per difendere il territorio italiano e prevenire gli eventi distruttivi di frane, smottamenti, alluvioni e inondazioni, le Agenzie Regionali di Protezione Ambientale (Arpa) hanno infatti deciso di mettere in campo i droni, dopo aver utilizzato satelliti e mezzi aerei muniti di pilota. Per combattere i rischi idrogeologici, con i droni l'attività di monitoraggio del territorio consente tecnicamente indagini delle situazioni pericolose in tempo reale, più economiche e più sicure per il personale specializzato. Le prime a cominciare sono state le Arpa di Puglia e Umbria, che stanno già utilizzando i droni per monitorare gli scenari critici o lo stato delle acque dei laghi. Ma non solo. Anche in altre regioni italiane si sta progettando l'uso dei droni visto che frane, smottamenti e inondazioni sono in Italia le emergenze idrogeologiche e sociali di punta, scatenate da violenti fenomeni atmosferici e aggravati dall'irresponsabilità umana nei confronti dell'ambiente. Ad anticipare all'Adnkronos il quadro dell'uso di questi piccoli velivoli unmanned sono stati i promotori di Dronitaly, la fiera italiana dei droni civili che si apre venerdì e si tiene fino a sabato al Centro Congressi Atahotel Expo, a Pero-Milano. Lo scenario della rivoluzione droni nel monitoraggio e tutela ambientale sarà tracciato il 25, nel corso del convegno «I droni come strumento operativo per le Agenzie per la Protezione dell'Ambiente», organizzato in collaborazione con Arpa Lombardia.

«L'evento -spiegano i promotori di Droneitaly- consentirà di fare il punto su esperienze e necessità, opportunità di utilizzo e problematiche del regolamento Enac, in modo da consentire ai responsabili pubblici di procedere con maggiori informazioni nelle proprie scelte in merito ai nuovi, potenti, mezzi». Tra i relatori al brain storming sui velivoli unmanned per la tutela del territorio ci saranno Enrico Zini di Arpa Lombardia), Valentina Stufara di Arpa Umbria, Barbara Valenzano di Arpa Puglia, mentre Arpa Emilia-Romagna illustrerà il progetto S3T-Sistema Supervisione Sicurezza, con Giovanni Battista Gallus, partner studio Array ed esperto di normative per i mezzi a pilotaggio remoto.




COLTIVAZIONI OGM: E' ALLARME ERBICIDA CON GLIFOSATO


LEGGI ANCHE: SCANDALO GLIFOSATO, L’ERBICIDA ORA E’ CANCEROGENO PER GLI ESSERI UMANI

 

di Cinzia Marchegiani

Il Glifosato sembra generare non solo morte, ma sta mutando il ruolo e il destino delle api, regine dei raccolti. Che il pianeta fosse sotto attacco del Glifosato prodotto dalla Monsanto si è finalmente arrivati a confermarlo solo qualche mese fa grazie ad uno studio shock che ha dimostrato senza alcun sorta di dubbio, come questo erbicida, utilizzato per le coltivazioni OGM (in quanto la sviluppo di colture sono state geneticamente modificate per renderle resistenti al Glifosato) è cancerogeno per gli esseri umani.

Allarme destino Apis Mielifera. Ora un nuovo studio analizza la tossicità di questo erbicida in relazione all’estinzione delle api, che sta generando allarmi seri e danni inquantificabili per le agricolture e apicoltori del mondo, in maggior misura in America dove le coltivazioni OGM prevalgono. Il numero di api estinte durante lo scorso anno negli Stati Uniti è aumentato sostanzialmente, aveva di fatto spiegato il nuovo rapporto Bee Informato Partnership, un gruppo finanziato dal Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti.
Migliaia di apicoltori hanno registrato perdite del 42,1% delle loro colonie di api lo scorso anno. Questo tasso è più del doppio del stimato dal Dipartimento dell'Agricoltura del paese del 18,7%, che è lo standard considerato economicamente insostenibile, dice il rapporto stesso.

Effetti Sub-letali del Glifosato sulla navigazione delle api. Lo studio “Effetti di dosi subletali di Glifosato nella navigazione delle api” pubblicato sul Journal of Experimental Biology', mostra gli effetti di Glifosato utilizzato in ambienti agricoli sulle attività delle api. Lo studio finalmente ha fatto luce su questo contestatissimo erbicida che è ampiamente utilizzato in agricoltura per controllo delle infestanti, pochi studi avevano finora esaminato gli effetti subletali in organismi non bersaglio, come l'ape Apis mellifera, il principale vettore di polline in coltivazioni commerciali. Infatti le api (Apis mellifera) sono i principali impollinatori in agricoltura e come tali sono altamente esposti a qualsiasi perturbazione che si verificano nei dintorni di campi coltivati. Di conseguenza, questo insetto sociale può servire come un biosensore per determinare con precisione gli inquinanti ambientali (Devillers e Pham-Delegue, 2002).

Colpite le traiettorie delle api. Un vero allarme.  Le traiettorie di volo delle api sono state colpite dopo l'esposizione successiva all'erbicida, suggerendo che l'assunzione di Glifosato durante l'allattamento influenza il processo di apprendimento spaziale di questi insetti. I risultati mostrano che l’esposizione a concentrazioni “non letali” di Glifosato provoca effetti “sub letali” che modificano il comportamento di foraggiamento delle api. Le api sono ben stabiliti come modello per studi sulla navigazione degli animali, i quali grazie all’integrazione delle molteplici fonti di informazioni spaziali acquisiscono una memoria dei punti di riferimento che permette alle apib stesse di eseguire scorciatoie tra alveare, siti di alimentazione e siti di rilascio. Purtroppo, anche se le concentrazioni Glifosato consigliati per il controllo delle infestanti sono nell'intervallo da 1,4 mg l-1 3.7 mg l-1 l'uso intensivo dell'erbicida durante gli ultimi due decenni ha portato ad un aumento esponenziale nelle dosi di Glifosato presente in (OGM) colture geneticamente modificate. Questa situazione implica che le concentrazioni del contestatissimo Glifosato che si trovano in prossimità di colture OGM oggi dovrebbe essere molto più superiore alla gamma riportato in precedenza. Nel presente studio, spiegano gli autori: “abbiamo evidenziato che le api foraggiando 'nettare' contenente tracce di Glifosato avevano difficoltà a integrare informazioni complesse che acquisiscono dal loro ambiente di cui hanno bisogno per la navigazione, perdendo capacità si orientamento e quindi rientro negli alveari".

In agenda altri studi necessari. Ora gli stessi ricercatori puntano a valutare anche in che misura questa sostanza chimica influenza il comportamento alimentare di api in un ambiente naturale e se l'esposizione prolungata a questo erbicida potrebbe contribuire a peggiorare lo stato di salute degli alveari. Dal momento che gli OGM sono resistenti agli erbicidi nei campi coltivati, quest’ultimi sono in genere circondati da flora autoctona che viene visitata da api, e in merito i ricercatori  confermano che è necessario analizzare a questo punto le tracce di glifosato presente nel miele e polline raccolti e memorizzati, come così come in larve e adulti di api alveari situati nel dintorni di colture agricole trattate con Glifosato, prima e dopo l'applicazione di erbicidi.

L’allarme estinzione delle api diventa sempre più preoccupante, gli studi sul Glifosato, che inizialmente erano stati sottaciuti per la tossicità e pericolosità per l’essere umano, ora è rivolta anche per la popolazione delle api, che sono le impollinatrici delle colture, e di cui l’uomo non potrebbe fare a meno. Una frase celebre erroneamente attribuita ad Albert Einsein sottolinea quanto la vita di questo prezioso animale sia di vitale importanza per la sopravvivenza dell’uomo: “Se le api scomparissero dalla terra, per l’uomo non resterebbero che 4 anni di vita”.

Duro colpo per la Monsanto, che detiene il caveau mondiale delle sementi OGM nonché, proprietario del principio attivo glyphosate (N-(fosfonometil)glicina, C3H8NO5P) divenuto di libera produzione nel 2001, anno in cui è scaduto il relativo brevetto. Il Glifosato sembra generare non solo morte, ma sta mutando il ruolo e il destino delle api, regine dei raccolti. La Monsanto è nota nel settore della produzione di sementi transgeniche e guarda caso dal marzo 2005 dopo l'acquisizione della Seminis Inc, è anche il maggior produttore mondiale di sementi convenzionali.  Il suo reale predominio sul futuro alimentare del pianeta Terra è alquanto simbolico!!




DIABETE TIPO 1: DA MIAMI L’INNOVATIVA TECNICA CHE FA DIRE ADDIO ALL'INSULINA

Lo scienziato italiano Camillo Ricordi, direttore del Diabetes Research Institute annuncia il primo trapianto tissutale che imita il pancreas nativo

di Cinzia Marchegiani

Miami (Florida) – Per il mondo dei malati diabetici arriva da oltreoceano un importante scoperta che rivoluzionerà la loro vita, ma anche la scienza medica. I ricercatori del Diabetes Research Institute (DRI), un centro di eccellenza presso l'Università di Miami Miller School of Medicine, il 9 settembre 2015 hanno annunciato che il primo paziente dello studio clinico non ha dovuto ricevere l’iniezione di insulina a tempo di record dopo l'impianto di cellule insulari realizzato dentro un'impalcatura biologica.


Il Diabetes Research Institute è il centro di ricerca più grande e completo dedicato al diabete di cura, e sta lavorando incessantemente per sviluppare una cura biologica che mira ripristinare la produzione di insulina naturale e normalizzare la glicemia senza incorrere ad altri rischi. I ricercatori hanno già dimostrato che le cellule delle isole trapiantate permettere ai pazienti di vivere senza la necessità di terapia insulinica. Il DRI sta costruendo su questi risultati promettenti per lo sviluppo del DRI BioHub e sta testando varie piattaforme BioHub in studi preclinici e clinici. 

L’eccezionalità dello studio clinico. La paziente, Wendy Peacock di 43 anni che ha subito la procedura minimamente invasiva il giorno 18 agosto 2015, ha dimostrato che sta producendo la sua insulina naturalmente per la prima volta in questo studio pilota da quando le è stato diagnosticato il diabete di tipo 1 e cioè all'età di 17 anni. 

Camillo Ricordi scienziato italiano, direttore del DRI e Stacy Joy Goodman Professore di Ingegneria Biomedica, Microbiologia e Immunologia presso l'Università di Miami Miller School ha spiegato: "Il primo paziente della nostra fase I/II del trial pilota ‘BioHub’ è ora completamente fuori dalla terapia insulinica, con un profilo di glucosio eccellente. Questi sono i migliori risultati post-trapianto che abbiamo visto in un destinatario dell’isolotto ".

Il dottor Ricordi è anche direttore del Cell Transplant Center del DRI orgoglioso di questo nuovo trapianto innovativo dichiara: "Questo è stato il primo di trapianto di ingegneria tessutale di isole con un 'impalcatura biodegradabile' impiantati sulla superficie del omento. La tecnica è stata progettata per minimizzare la reazione infiammatoria che viene normalmente osservata quando isolotti sono impiantati nel fegato o in altri siti con contatto immediato al sangue. Se questi risultati possono essere confermati, questo può essere l'inizio di una nuova era nella trapianto di isole. Il nostro obiettivo finale è quello di includere tecnologie aggiuntive per evitare la necessità di una terapia anti-rigetto per tutta la vita ".

Focus procedimento ingegneria tissutale. L'omento è un tessuto altamente vascolarizzato che copre gli organi addominali. Le isole del donatore sono stati impiantati all'interno di una impalcatura biodegradabile, una delle piattaforme del DRI BioHub nate combinando il proprio plasma del sangue del paziente con trombina. Insieme, queste sostanze creano un materiale simile a gel che si attacca all’omento e tiene le isole a posto. L'omento è poi ripiegato su tutto il composto impalcatura biodegradabile. Nel corso del tempo, il corpo assorbe il gel, lasciando intatte le isole, mentre nuovi vasi sanguigni si formano per fornire ossigeno critica e altre sostanze nutritive che sostengono la sopravvivenza delle cellule. Questo studio pilota includerà il regime immunosoppressivo attualmente utilizzata per gli studi di trapianto di isole clinica e verrà limitato ad un piccolo gruppo di partecipanti. 

Il dr Rodolfo Alejandro MD Professore di Medicina e direttore del programma clinico di trapianto cellulare DRI Nel diabete di tipo 1 aggiunge: "Siamo molto eccitati. Questo è stato il miglior risultato che abbiamo visto in questa fase. La chirurgia è molto semplice ed il paziente recupera molto rapidamente. Continueremo fino a quando il nostro obiettivo finale – ottenere il trapianto di isole senza i farmaci di immunosoppressione".

I ricercatori DRI con orgoglio spiegano alla conferenza stampa questa straordinaria conquista: “Gli isolotti di cellule del pancreas produttrici di insulina sono stati erroneamente distrutti dal sistema immunitario, e ciò richiede ai pazienti di gestire i loro livelli di zucchero nel sangue attraverso un regime quotidiano di terapia insulinica. Grazie al trapianto di isole ha permesso ad alcuni pazienti, dopo aver ricevuto un trapianto di cellule del donatore, di vivere senza la necessità di iniezioni di insulina”.

Le prime dichiarazioni della paziente che non utilizza la terapia insulinica dopo il trapianto. Wendy Peacock è commossa e piange mentre parla della sua esperienza con il diabete di tipo 1 nel corso di una conferenza stampa presso il Diabetes Research Institute di Miami, in Florida rilasciata lo scorso 9 settembre 2015. Wendy ha spiegato ai giornalisti che la sua vita è stata notevolmente migliorata. Lei era un candidato per la procedura sperimentale perché aveva una grave ipoglicemia, una complicanza del diabete in cui i pazienti sono in grado di percepire che la glicemia è in calo a livelli pericolosamente bassi. Le persone con questa ipoglicemia spesso diventano disorientati, perdono la coscienza, o hanno convulsioni. Essa può anche portare alla morte e ciò non le permetteva di poter vivere da sola ed avere cura del suo bambini di appena 5 anni. La stessa ancora incredula ha dichiarato: “E’ surreale per me … Sto ancora elaborando il fatto che io non sto prendendo più insulina "

La Peacock anche se non è più sotto terapia insulinica, segue un regime regolare di farmaci anti-rigetto per mantenere il sistema immunitario del corpo che potrebbe attaccare le cellule trapiantate. In merito il dr Camillo Ricordi, direttore del DBI dichiara gli steps successivi a questa straordinaria tecnica innovativa: "Se questi risultati possono essere confermati, questo può essere l'inizio di una nuova era nel trapianto di isole. Il nostro obiettivo finale è quello di includere tecnologie aggiuntive per evitare la necessità di una terapia anti-rigetto per tutta la vita."

Il professor Ricordi è riuscito con il suo impegno straordinario a donare assieme al team del DBI una vera pietra miliare per la medicina e la scienza. I malati di diabete, ma anche la stessa paziente del trial clinico, ancora non riescono a credere a questa notizia di importanza ormai epocale. La medicina accoglie questa preziosa notizia e già guarda il futuro con stimolante ottimismo.

Nella foto da sinistra: Joshua Rednik Presidente e Amministratore Delegato del Diabetes Research Institute Foundation e Institute, la paziente Wendy Peacock, che ora produce insulina dopo l’innovativo trapianto, il Dr Camillo Ricordi, direttore del Diabetes Research e Rodolfo Alejandro, direttore di trapianto di isole clinica