PAROXETINA, CHIESTE MISURE URGENTI PER L’ANTIDEPRESSIVO CHE ISTIGA AL SUICIDIO I BAMBINI

Il ministro della Salute Lorenzin attiva un tavolo tecnico, ma il dossier su questo pericolassimo farmaco in mano all’AIFA non ha sortito alcun controllo e verifica e informazione agli operatori sanitari

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di Cinzia Marchegiani

Accese le polemiche sugli antidepressivi che stimolerebbero idee suicidarie a bambini e adolescenti e altrettanto forti le reazioni politiche al Parlamento Europeo che ne chiedono il ritiro dal commercio. Il coordinatore del Gruppo Parlamentare Efdd- M5S nella Commissione Ambiente e Sanità del Parlamento Europeo, Dott. Piernicola Pedicini aveva inviato una lettera al ministro della Salute Beatrice Lorenzin oltre a presentare anche un’interrogazione urgente alla Commissione europea. Nel merito a Lorenzin era stato chiesto il ritiro dal mercato italiano di farmaci a base di Paroxetina, mentre alla Commissione Europea è stato chiesto di attivare una procedura di deferimento all’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) per una nuova valutazione dei prodotti medicinali a base di Paroxetina (Direttiva 2001/83/Ce) e di aprire un’indagine finalizzata ad accertare se la multinazionale farmaceutica GlaxoSmithKline (GSK), che commercializza tutt’ora l’antidepressivo non abbia violato le norme antitrust dell’UE accordando un vantaggio sleale al proprio prodotto.

Paroxetina scoperta pericolosa, viene prescritta bambini e adolescenti grazie alla modalità OFF LABEL. La paroxetina, è salita sul banco degli imputati poiché è una molecola blockbuster che non dovrebbe essere somministrata ai minori ma che detiene comunque un record di vendite grazie alla modalità di prescrizione “off label”, ovvero al di fuori delle indicazioni terapeutiche approvate dal Ministero. Una ricerca scientifica pubblicata sul British Medical Journal, tra le più autorevoli riviste mediche al mondo, ha recentemente denunciato le malepratiche della multinazionale farmaceutica Glaxo, leader nella produzione di psicofarmaci a base di paroxetina, con oltre 15 miliardi di dollari guadagnati nel mondo, fino ad oggi, per questa sola molecola, che per 14 lunghi anni ha deliberatamente ostacolato la ricerca indipendente al fine di non diffondere i dati sugli effetti collaterali di questi prodotti e non pregiudicarne il profilo commerciale.

Il ministro Lorenzin apre al tavolo tecnico su questa realtà sconcertante, Luca Poma da l’annuncio. In questo dibattito, s’inserisce appunto il Ministero della Salute italiano: “Dopo un’iniziale risposta assai prudente e burocratica degli uffici, che sostanzialmente negavano ogni responsabilità rimandando il dossier alla valutazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco – ha dichiarato Luca Poma, giornalista e portavoce di “Giù le Mani dai Bambini”, il più rappresentativo comitato per la farmacovigilanza pediatrica in Italia – il Ministro della Salute ha assunto un’iniziativa dal forte significato sotto il profilo delle politiche sanitarie, ha attivato un tavolo di confronto immediatamente operativo sul tema del monitoraggio della somministrazione di psicofarmaci ai bambini, segnatamente anti-depressivi. 

Luca Poma il portavoce di Giù le mani dai bambini chiede importanti interventi. Un registro per il controllo delle prescrizioni di psicofarmaci per i bambini iperattivi esiste da tempo in Italia – prosegue Poma – ed è basato su criteri improntati alla prudenza, al contrario del modello in vigore in USA che facilita le prescrizioni disinvolti: "Perché non estenderlo allora a tutte le molecole psicoattive per minori? Non esisteva modo migliore per festeggiare la ricorrenza della Giornata Mondiale dell’Infanzia dell’ONU, che dare un segnale concreto di attenzione alla salute dei bambini come quello fornito dall’On. Beatrice Lorenzin con l’attivazione di questo tavolo tecnico. Ora è necessario mettersi al lavoro con spirito costruttivo per tutelare con efficacia la salute dei più piccoli”.

Luca Poma sin dall’inizio denunciava appunto lo sconcerto in merito all’assordante silenzio di una parte significativa della neuropsichiatria infantile, anche italiana: “Risultati così sconcertanti e per certi versi sconvolgenti – Poma evidenziava – non hanno meritato neanche una dichiarazione da parte del SINPIA, la società scientifica che raggruppa gli specialisti in disturbi mentali dei minori; anche l’Istituto Mario Negri tace, sul loro sito neanche un comunicato; stesso dicasi dello Stella Maris, come della maggior parte dei centri più attivi nella somministrazione di psicofarmaci ai bambini nel nostro paese. D’altra parte non stupisce: all’associazione gemella del SIMPIA in USA, l’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, è stato chiesto per anni di ritrattare lo Studio 329, ma inutilmente. Tutte queste realtà dovrebbero vigilare sulla salute mentale dei più piccoli" Chiosava Poma:" Dovrebbero, appunto  mai condizionale fu più appropriato.”

Dubbi sull’AIFA e il suo ruolo. E la domanda sorge spontanea, il dossier in mano all’AIFA sugli antidepressivi che fine ha fatto? Troppe volte la stessa Agenzia Italiana del Farmaco è stata accusata di difendere più il business delle case farmaceutiche che la salute e la tutela dei pazienti, se poi pensiamo che in questo caso eclatante si tratta di bambini e adolescenti che vengono inseriti in protocolli per la terapia con un farmaco oltre ad essere stato scoperto assolutamente inefficace, anche pericoloso per gli stessi minori perché stimola tendenze suicidarie, sarebbe da valutare effettivamente quale sia il suo ruolo. Il nuovo studio sulla paroxettina pubblicato dal British Medical Journal risale al 16 settembre 2015, e ha denunciato come il blockbuster degli antidepressivi per minori, è inefficace e pericoloso, poiché può stimolare suicidi tra bambini e adolescenti. Lo studio su cui la Glaxo faceva riferimento fu falsato da un gosthwriter, ma il team guidato dal professor Jon Jureidini presso l’Università di Adelaide ha successivamente identificato lo studio finanziato da Glaxo come un esempio di un processo autorizzativo da rivedere, e utilizzando documenti in precedenza riservati ha rianalizzato i dati originali e ha scoperto che i dati all’epoca forniti dalla casa farmaceutica erano fortemente fuorvianti, e che il pericolo per i minori che utilizzano questo psicofarmaco è “clinicamente significativo”. Sul sito dell’AIFA ad oggi 26 novembre 2015 l’unico aggiornamento su questo farmaco Paroxetina, risale al 28 ottobre 2015, quindi oltre un mese dalla pubblicazione dello studio sul Britidsh Medical Journal, ma fa riferimento agli antidepressivi in gravidanza. Nessun accenno di questo studio in merito ai protocolli off label in cui vengono inseriti anche i minori. Il Comitato Giùlemanidaibambini si è dimostrato l’unico elemento di controllo nei riguardi della salute dei bambini in mano a protocolli davvero inquietanti. 




SCANDALO NOVARTIS: NEGLI USA MULTA MILIONARIA PER CORRUZIONE. E IN ITALIA?

In Italia quanto pesano le influenze delle lobby? Intervista all’avvocato Roberto Mastalia che ha evidenziato le presunte inesattezze del ministro della salute Beatrice Lorenzin in merito al numero dei morti da morbillo e la presunta incurabilità della pertosse

di Cinzia Marchegiani

Sul mondo delle lobby farmaceutiche si aprono spesso grossi vasi di Pandora che fanno sempre di più perdere la fiducia verso il mondo medico, troppo spesso legato a doppio nodo con il mondo del business. E la deontologia si va a fare friggere. La sanità allora, diventa vittima e carnefice e spesso arriva a convivere con la necessità di fidelizzare malati ad un farmaco e quindi a dei clusters, così il malato, ignaro diventa preda circuibile con le raccomandazioni dei medici che, agli onori di cronaca, troppo spesso regalano informazioni mirate a tutelare espressamente i loro guadagni e delle case farmaceutiche, esaltando facilmente gli effetti terapeutici e minimizzando e/o trascurando addirittura, tutti gli effetti collaterali.

Il caso eclatante del gigante NOVARTIS in USA. Il Procuratore degli U.S. per il Distretto Meridionale di New York, Preet Bharara, con la collaborazione del Direttore dell'Ufficio di New York dell'FBI, Diego Rodriguez, del consulente capo per l'HHS-OIG, Gregory E. Demske, e dell'agente speciale dell'ufficio regionale HSS-OIG di New York, Scott J. Lampert, ha inflitto una multa di 390 milioni di dollari alla divisione statunitense di Novartis, accusandola di aver pagato tangenti ed offerto sontuose cene a medici per incoraggiarli a prescrivere i propri medicinali contro l'ipertensione ed altre malattie EXYADE, un farmaco chelante del ferro, e MYFORTIC, un farmaco anti-rigetto per trapianto di rene, piuttosto che i preparati della concorrenza.

Novartis avrebbe fatto dunque pressioni per aumentare le vendite dei suoi prodotti. Elogiando gli effetti benefici e trascurando quelli collaterali. Il Governo ha affermato che per aumentare le vendite di Exjade, Novartis avrebbe incentivato le pressioni sulle farmacie per sottolineare i benefici del suo prodotto per i pazienti e per sottovalutare i gravi effetti collaterali, potenzialmente pericolosi per la vita. Per quanto riguarda invece Myfortic, il Governo ha appurato che Novartis ha dato una serie di benefit alle farmacie di specialità per indurle a raccomandare ai medici il suo prodotto rispetto ai farmaci concorrenti.
Onorari per i dottori se avessero partecipato a programmi educativi. I pagamenti effettuati da Novartis Pharmaceuticals erano iscritti come onorari per i dottori per la loro partecipazione a programmi "educativi", nei quali dovevano mostrare slide e istruire altri medici sui medicinali usati. Il Dipartimento di giustizia statunitense aveva depositato, a fine giugno, ad una corte federale di Manhattan (New York) una causa che chiedeva al gigante farmaceutico pagamenti fino a 3,35 miliardi di dollari. La pena, inflitta nei giorni scorsi è nettamente inferiore alla richiesta iniziale e mette le parola fine all’inchiesta negli USA.
Svelato il meccanismo corruttivo, commissioni occulte mascherate come ribassi e ristorni. Per l'accusa, le presentazioni offerte dai medici compiacenti non erano altro che uscite sociali per i medici e Novartis avrebbe incoraggiato sin dal 2005 i farmacisti a vendere il Myfortic versando loro ristorni illegali. Tali commissioni occulte, come si legge nella denuncia presentata dal Procuratore a seguito dell'inchiesta federale, erano mascherate come ribassi e ristorni, Emblematico di come funzionasse il meccanismo corruttivo e l'intreccio d'interessi che univa Novartis alle farmacie coinvolte, è l'esempio utilizzato dallo stesso Dipartimento della Giustizia USA, quello di Los Angeles dove per "spronare" il titolare di una farmacia a "convertire" tra i 700 e i 1000 pazienti al suo farmaco Myfortic, Novartis gli avrebbe garantito il 5% sulla vendita del farmaco assicurandogli in tal modo proventi di milioni di dollari aggiuntivi all'anno.
Profitti pagando tangenti, la logica economico commerciale. Il successo riscontrato a Los Angeles avrebbe fatto capire a Novartis che procedendo in questo modo, anche pagando tangenti del 10% o del 20%, i suoi profitti sarebbero comunque aumentati a dismisura. La logica economico-commerciale – che nulla ha a evidentemente a che vedere con quelle mediche e relative alla salute dei pazienti – era che i costi nel breve termine si sarebbero presto trasformati in guadagni nel lungo periodo. Secondo la denuncia, con questo sistema di concorrenza sleale, l'ente che gestisce l'assicurazione per le malattie degli over-65 (Medicare) e per i più poveri (Medicaid) ha dunque versato decine di milioni di dollari in più per il rimborso di questo medicinale.

In Italia, esiste un’indagine sulle pressioni delle lobby? Come e quanto le stesse lobby sono entrate di gioco forza condizionando il giudizio dei medici e degli operatori sanitari? Sembrerebbero esserci molti vuoti di controllo, anche se l'eccellente lavoro del Nas dei Carabinieri scoprono grandi truffe ogni anno.

Il caso Lorenzin ha aperto grandi voragini sulla malainformazione istituzionale. Sembrerebbero assenti per ora gli organi di controllo sulla malainformazione istituzionaletant'è che il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin per promuovere un vaccino esavalente non obbligatorio e altri vaccini raccomandati è andata in tv e ha fornito dati inesatti sulle morti da morbillo in Inghilterra. La Lorenzin a Piazza Pulita su La 7 del 22 ottobre 2015 anche questa volta, a distanza di un anno afferma: “Di morbillo si muore in Europa, c’è stata una crisi di morbillo a Londra, lo scorso anno sono morti circa 200 bambini!” Spiace vedere come, seppur involontariamente, si fomenta la paura della morte su dati che poi non sono riscontrabili. Nel 2014 i dati pubblicati sul sito Sanità Pubblica Inghilterra riguardano anche il numero totale di casi confermati in laboratorio di morbillo per ogni regione. Questa cifra comprende i casi confermati da entrambe le prove orali fluidi IgM anticorpi e / o PCR e segnalati casi di altri laboratori. In totale, ci sono stati 130 casi di morbillo, nessun caso di decesso. Di casi per il 2013, 1.483 "casi  e non decessi" di morbillo verificati.

Il sito governativo inglese smetisce i numeri del ministro della Salute. Dunque i dati sul sito governativo inglese non rispecchiano affatto quelli forniti dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin: “Prima del 2006 – si legge sui report ufficiali –  l'ultima morte per morbillo acuto era nel 1992. Nel 2006, ci fu una morte per morbillo di un maschio di 13 anni che aveva una malattia polmonare sottostante e stava prendendo farmaci immunosoppressori. Un'altra morte nel 2008 è stata di morbillo acuto in un bambino non vaccinato con immunodeficienza congenita e la cui condizione non ha richiesto un trattamento con immunoglobuline. Nel 2013, un decesso è stato segnalato in un uomo di 25 anni, dopo la polmonite acuta come complicanza del morbillo. Tutti gli altri morti per morbillo dal 1992 sopra riportati sono in individui anziani e sono stati causati dagli effetti tardivi di morbillo. Queste infezioni sono state acquisite nel corso del 1980 o prima, quando si è verificata l'epidemia del morbillo.”

Quanto la tv e la mala informazione istituzionale possono essere autorizzate a far leva sulle paure? E’ un dato non quantificabile, ma il risultato che emerge è che molti genitori per mancanza di tempo si affidano a trasmissioni televisive e all'autorevolezza dei personaggi che snocciolano determinati dati, come può essere un ministro della Salute. Infatti i genitori ignari delle reali terapie a disposizione per i propri figli o i report dei decessi da malattie trasmissibili, acquisiscono informazioni che si possono rivelare poi fuorvianti e inesatte, come ad esempio l'errata assersione di una mancanza di una terapia farmacologica per la Pertosse, e quindi inducendo implicitamente gli stessi spettatori a pensare che se non si vaccina non c’è via di scampo e si muore. La Lorenzin afferma alla stessa trasmissione: “La pertosse è una malattia per cui non c’è una cura (inesattezza NdR) un bambino malato di pertosse viene ricoverato e viene curato con quello che c’è e poi si spera che sopravviva… Fino al terzo mese il bambino non può essere vaccinato ed è scoperto e se entra in contatto con un malato di pertosse, quel bambino si ammalerà e morirà probabilmente come è successo recentemente. Quando ci sono i buchi, i virus saltellano, questo è l’effetto gregge”.

Insomma occorre anche ripristinare ciò che è reale da ciò che non lo è. Della pertosse si sa che è una malattia infettiva di origine batterica e non virale come asserito dal ministro Lorenzin, molto contagiosa, causata dal batterio Bordetella pertussis. La pertosse viene annoverata fra le malattie infantili, come la rosolia, il morbillo, la varicella e la parotite, e colpisce prevalentemente bambini sotto i 5 anni. L’uomo è l’unico serbatoio noto del batterio, di conseguenza la trasmissione della malattia avviene solo fra esseri umani. Un adeguato e precoce trattamento antibiotico permette la guarigione in una quindicina di giorni. A differenza delle altre malattie infantili, l’immunità conferita da una prima infezione non è definitiva, ma declina col tempo. Dopo queste inesatte affermazioni del Minstro lorenzin, ad oggi non risulta alcun intervento di un garante in merito ad una mancata corretta informazione agli utenti finali.

Video puntata Piazza Pulita con la Lorenzin, per i nostri lettori che non lo hanno visto: https://www.youtube.com/watch?v=jaijQFErqxU

L’avvocato Roberto Mastalia intervistato da l’Osservatore d’Italia spiega le crepe del nostro sistema italiano. L’avv. Mastalia infatti da tempo si batte per una corretta trasparenza sui medicinali e nello specifico sui vaccini, farmaci a tutti gli effetti che vengono somministrati a bambini sani a partire dall’età di due mesi e mezzo, con lo scopo di proteggerli da eventuali malattie trasmissibili, ma che troppo spesso vengono pubblicizzati facendo leva esclusivamente sui benefici, tanto che vengono presentati come sicuri ed efficaci, mentre non viene fatta informazione in merito agli effetti collaterali e/o reazioni avverse. Va ricordato che l’operatore sanitario per legge deve informare e il genitore stesso deve dimostrare di aver recepito le informazioni necessarie anche per monitorare nel tempo il proprio bambino dopo l’insulto vaccinale. Le mamme stanno attente alle etichette dei vestiti e del cibo, viene insegnato loro che lo svezzamento, che si effettua tra l’altro oltre il 4° mese di vita, serve ad introdurre un alimento alla volta per comprendere se il bambino potrebbe essere allergico, come alle uova, il pollo, etc mentre sembrano ignorare i componenti di un farmaco iniettato intramuscolo. Un vero paradosso verrebbe da dire, se si pensa che medici addetti alla farmacovigilanza hanno cercato di minimizzare la presenza di formaldeide nei vaccini, sostanza altamente cancerogena, paragonandola alla stesso effetto che una persona potrebbe avere nelle vicinanze di un mobile che emana la stessa sostanza, come se la via di somministrazione di una sostanza altamente tossica, non avrebbe alcuna differenza. Oppure alla presenza di sostanze dannose come mercurio-Thimerosal ed alluminio ed altre tendenzialmente pericolose come il DNA umano.

Avvocato Mastalia, fin dalle sue prime attività si è occupato di malasanità e di disabilità. Da oltre dieci anni ha approfondito lo studio delle problematiche connesse con i danni da vaccino con particolare attenzione per l’autismo. Segue decine di cause davanti ai tribunali di tutta Italia, ha fondato uno dei più famosi gruppi FB “Autismo, danni da vaccinazioni e malasanità”, collabora con numerose pubblicazioni, con enti pubblici, con le maggiori associazioni e con i più importanti siti internet nazionali sull’autismo. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche e tiene, in qualità di relatore, convegni su tutto il territorio nazionale in materia di responsabilità medica, danni da vaccino, autismo e disabilità in genere. Alla luce di questa sentenza importante a carico del colosso Novartis, è utile fare una diagnosi del nostro sistema sanitario italiano.
Non possiamo esimerci dal commentare questa vicenda alla luce di ciò che accade quotidianamente nel nostro disastrato Paese. Non vorremmo passare per presuntuosi ma questo sistema smascherato dal Procuratore di Manhattan è esattamente lo stesso meccanismo che andiamo denunciando da anni nei nostri tabella e convegni, tutti reperibili in rete. Non ci vogliono conoscenze medico-scientifiche né grande intelligenza per rendersi conto che in Italia i controlli sugli enti preposti a tutelare la salute pubblica – Ministero della Salute, AIFA, ISS, SSN etc. siano pressoché inesistenti.

Può essere più dettagliato?
I controlli di natura amministrativa, sono assolutamente inesistenti; quelli da parte della Magistratura assolutamente insufficienti e carenti nonostante le ripetute segnalazioni. In qualsiasi Paese "civile", in qualsiasi democrazia occidentale un Ministro della Salute che vada in televisione a terrorizzare la popolazione facendo affermazioni non veritiere e citando dati assolutamente falsi avrebbe già comportato l'intervento del Presidente del Consiglio e le conseguenti dimissioni della Ministra oltre ad un intervento d'ufficio della Procura della Repubblica! Dirigenti del Ministero della Salute e/o degli altri enti pubblici preposti al controllo ed alla tutela della salute pubblica che vadano anch'essi continuamente in televisione a terrorizzare la popolazione manipolando i dati al fine di indurre la popolazione ad effettuare determinate scelte, oltre ad una serie di provvedimenti amministrativi nei loro confronti, avrebbe comportato un'indagine da parte della Procura della Repubblica!

Ma gli Enti pubblici non dovrebbero verificare e controllare proprio per la tutela della salute pubblica?
Gli enti pubblici, teoricamente sono preposti al controllo ed alla tutela della nostra salute, così come dimostrato da alcune inchieste giornalistiche, dell'Antitrust e, seppur raramente, da parte della Magistratura, che hanno reiteratamente dimostrato di essere presenti unicamente sui media a perorare la causa dei vaccini ma peraltro assolutamente carenti dal punto di vista dei controlli, avrebbero già dovuto essere oggetto di molteplici indagini da parte della Magistratura!

La fiducia verso le vaccinazioni è un meccanismo che colpevolizza soprattutto gli enti preposti a tutelare i bambini danneggiati da vaccini, i genitori denunciano una scarsissima sensibilità e tutela nei confronti dei loro drammi, sembrano essere lasciati a se stessi.
Purtroppo si assiste ad una deriva inaccettabile, i medesimi enti, oltre a mandare in giro i propri dirigenti a perorare la causa dei vaccini, stanno dimostrato un'assoluta carenza di interesse e di sensibilità nei confronti delle centinaia di migliaia di bambini ed adulti vaccinati negli ultimi anni con lotti di prodotti poi dimostratisi adulterati con presunti "grumi", presunte particelle di "vetro", presunta "ruggine" e presunti "virus" (Antinfluenzali come Fluad e Flulaval, antimeningococco Meningitec, esavalente Infanrix Hexa) oppure con prodotti ritirati definitivamente da commercio dopo anni nei quali erano stati tranquillamente utilizzati come MMR Trivirix, MMR Pluserix, MMR Immravax, MMR Morupar, esavalente Hexavac etc. evitando di prendere provvedimenti tesi ad informare correttamente la popolazione interessata e quindi a monitorare la salute dei vaccinati. Non ci si venga a dire che è stato fatto per evitare di allarmare la popolazione, come invece sarebbe stato doveroso, visto che ultimamente si è fatto un gran parlare di presunti quanto inesistenti stragi di bambini per il morbillo nel Regno Unito e di inesistenti casi di poliomielite in Israele e Siria!

L’AIFA è l’Agenzia dei farmaci italiana, ultimamente viene sospettata di non agire nell’interesse dei pazienti. Il ministro Lorenzin di fatto, per rispondere all’interrogazione sul caso vaccino Meningitec tolto dal commercio in modo anomalo e non contemporaneamente dalle asl e farmacie, ha usato una nota dell’AIFA, spiegando che i bambini a cui erano stato somministrati i lotti di vaccino ritirato in giro per ben da due anni, non dovevano essere monitorati.
Il fatto che – guarda caso – tutti i ritiri di vaccini e/o di lotti di questi nel nostro Paese non siano MAI stati causati da accertamenti provenienti dall'AIFA e/o dagli altri Enti preposti ma, sistematicamente, in seguito a segnalazioni provenienti, dopo mesi o addirittura anni, dalle stesse case farmaceutiche che svolgono quindi il ruolo di controllato e di controllore di sé stesse, avrebbe già dovuto insospettire da tempo le istituzioni preposte!

C’è un campanello di allarme che dovrebbe sensibilizzare l’opportunità di una vera indagine della magistratura anche in Italia?
E’ davvero curioso come il Ministero della salute, enti ed associazioni di categoria siano state pronte a scagliarsi nei giorni scorsi contro il Dott. Vittorio Demichelis, già responsabile dell'ufficio vaccinazioni della Regione Piemonte e ricercatore presso Cochrane (il più famoso istituto di ricerca indipendente) e quindi non certo un cd Antivax, minacciando querele per il solo fatto che questi aveva giustamente criticato il nuovo piano vaccinale incomprensibile, contenente vaccinazioni inutili e costose e che risponde – così come denunciato anche da noi da anni – più (rectius, SOLO) ad esigenze economiche delle case farmaceutiche piuttosto che a reali esigenze medico-scientifiche evidenziando come l'atteggiamento di chi, come noi, critica vaccini e vaccinazioni non possa essere semplicisticamente "bollato" come "complottismo". Questo atteggiamento di aggressione nei confronti di uno stimato professionista che chiede e fa sue certe importanti riflessioni in virtù della sua esperienza sul campo vaccinale, avrebbe dovuto mettere ulteriormente in preallarme gli organismi amministrativo-giudiziari tenuti alla salvaguardia dei nostri diritti di cittadini!

Quanto i conflitti di interesse giocano pressioni su tutto ciò che viene divulgato?
Purtroppo tra i predetti enti ed associazioni, a differenza del Dott. Demichelis, sono state o siano tutt'ora oggetto di indagini per laboratori inesistenti, certificazioni false, mancati controlli, corruzione etc. e che in esse vi siano soggetti in palesi conflitti d'interessi non è un semplice dettaglio! Vale la pena citare il vecchio adagio del "bue che dice cornuto all'asino" o, per chi ha maggior dimestichezza con le Sacre Scritture, la parabola evangelica che critica chi "guarda la pagliuzza nell'occhio altrui piuttosto che la trave nel proprio" (Luca, 6, 41). Il fatto che per determinati enti statali e governativi, associazioni mediche di categoria ed alcuni deputati chiaramente ignoranti in materia, perorare la causa dei vaccini, cercare di aumentare il numero di quelli "obbligatori" ed addirittura avanzare la proposta di reintegrare l'obbligo delle vaccinazioni per l'accesso a scuola, contrastando una serie di diritti costituzionalmente garantiti, in un momento storico come questo nel quale siamo minacciati da ben altri pericoli “reali”, siano questi gli argomenti di maggiore interesse, avrebbe già dovuto da tempo insospettire la Magistratura inducendola ad indagini serie, a 360° su tutti questi soggetti al fine di individuare i collegamenti tra di essi ed i veri motivi (peraltro facilmente intuibili) posti alla base di certi atteggiamenti e di certe prese di posizione!

La speranza nostra – conclude l’avv Mastalia – come di tutti coloro che amano il nostro Paese e la Giustizia, è che finalmente la Magistratura possa avviare indagini serie su questa materia, fare piena luce e liberare noi tutti dalla dannosa presenza di coloro i quali lucrano alle spalle della salute nostra e dei nostri figli. In effetti troppe ombre su quei conflitti di interesse che spingono a promuovere convegni medici, sponsorizzati dalle note case farmaceutiche con tanto di logo sulla locandina, dove per non insospettire, si mette la dicitura “Con il contributo non condizionato di…”

Nella foto gallery in fondo all’articolo vi è un esempio di una locandina di un convegno dal titolo “Rivoluzione per la comunicazione dei vaccini” sponsorizzato dalla SITI che è una delle associazioni che ogni anno decide quali vaccini far fare ai nostri figli, e dalle case farmaceutiche GSK, PFIFER VACCINES, NOVARTIS VACCINES AND DIAGNOSTIC, SANOFI PASTEUR, leggasi “contributo non condizionato”. Tra le foto ci sono le tabelle dei casi di morbillo registrati dal ministero pubblica salute Regno Unito nel 2014 e 2013. In Italia troppe ombre a partire da convegni sponsorizzati da case farmaceutiche, tesi proprio alla comunicazioni ai cittadini sui vaccini..o altri medicinali, anche in questo caso si dovrebbe valutare con quale efficacia vengono informati sia sugli effetti benefici che su quelli collaterali e quali sono, se in tal caso esistono, i benefit per gli stessi medici.




ANTIDEPRESSIVO PAROXETINA, L'ALLARME DALL'INGHILTERRA: RISCHIO SUICIDIO PER I BAMBINI

Silenzio del produttore, mentre il ministro della Salute Lorenzin e l’AIFA non si sono ancora attivati al ritiro in commercio. Il deputato europeo, l’on Pedicini: “Questo è un vero e proprio atto criminale che non si fa scrupoli neanche davanti la salute dei nostri bambini e dei nostri ragazzi”.

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di Cinzia Marchegiani

Lo scandalo emerso sul farmaco a base di Paroxetina sembra trascinare con se oltre gli orrori di una terapia inefficace e pericolosa prescritta a bambini e adolescenti (stimola tendenze suicide), anche un silenzio tutt'oggi persistente da parte delle istituzioni sanitarie e degli organi competenti garanti della tutela e sicurezza dei pazienti. A confutare questa evidenza farmacologica della Paroxetina è stata una ricerca scientifica pubblicata sul British Medical Journal, lo scorso 16 settembre 2015, una tra le più autorevoli riviste mediche al mondo.

Giùlemanidaibambini aveva denunciato questo scandalo il 28 ottobre 2015. Il comunicato stampa del Comitato GiùleManidaiBambini in cui si dava rilievo all’articolo del British Medical Journal, che dimostra l’assoluta irrilevanza scientifica degli studi a supporto dell’autorizzazione della Paroxetina aveva fatto emergere tutti i retroscena di uno studio che sembrerebbe alterato e che di fatto consente la prescrizione di un potentissimo farmaco a bambini e adolescenti che per evidenza neanche risulta efficace.

La scoperta agghiacciante. La revisione sulla Paroxetina, potente antidepressivo prescritto ai bambini dimostrava la pericolosità. Il Comitato Giùlemanidaimbambini a fine ottobre 2015 aveva sollevato e spiegato cosa stava accadendo intorno a questo potente farmaco prescritto ad adolescenti e bambini: “grazie alla recente revisione sistematica promossa dalla più autorevole rivista medica del mondo non lascia spazio a dubbi, i dati che finora hanno giustificato la prescrizione a bambini e adolescenti del potente antidepressivo a base di paroxetina – usato anche in Italia – risultavano falsati dal produttore, la multinazionale farmaceutica GSK – GlaxoSmithKline, e quella molecola è INEFFICACE E PERICOLOSA”.

Studio falsato. La verità dopo 14 anni. Si svela ora come la nebbia al sole la verità su questo studio. Luca Poma giornalista membro dell’Unione Nazionale Medico-Scientifica d’Informazione e portavoce nazionale di “Giù le Mani dai Bambini fa luce su questo scandalo vergognoso, spiegando lo studio cosiddetto “329” che era stato pubblicato nel 2001, a firma di 22 ricercatori, e originariamente pareva confermare l’appropriatezza d’uso per questa molecola nei casi di depressione. In realtà la ricerca fu redatta da Sally K. Laden, una ghostwriter pagata dalla casa farmaceutica che aveva finanziato la ricerca allo scopo di dimostrare l’efficacia della molecola. Ci sono voluti poi 14 anni – e la tenacia di validi ricercatori – per ribaltare i risultati dello studio, e dimostrare che la paroxetina aumenta il rischio di suicidio per i minori che la assumono.

Vendita di Paroxetina alle stelle grazie allo studio falsato. “Dopo lo studio n° 329 del 2001, le vendite della paroxetina e di altri SSRI subirono una fortissima impennata, grazie anche a prescrizioni di medici generici e pediatri, con il risultato che molti adolescenti subirono effetti negativi e alcuni morirono. La paroxetina divenne l’antidepressivo più venduto, con guadagni per centinaia di milioni di dollari e più di due milioni di ricette emesse ogni anno per i soli bambini e adolescenti”, ha commentato Paolo Migone, Medico specializzato in Psichiatria in Italia e in USA.

Istituzioni italiane e produttore in silenzio. Arriva la reazione politica da Bruxelles. Lo studio su questi farmaci a base di Paroxetina non sembrano aver prodotto ancora effetti sul ministero della salute, tanto che da Bruxelles arrivano le reazioni politiche alla notizia del British Medical Journal: l’EFDD chiede il ritiro dal commercio, e scrive una lettera aperta alla Commissione Europea e al ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Silenzio del produttore.

Lettera indirizzata alla Lorenzin, ministro della Salute e interrogazione urgente. Il coordinatore del Gruppo Parlamentare Efdd- M5S nella Commissione Ambiente e Sanità del Parlamento Europeo, Dott. Piernicola Pedicini, ha inviato una lettera al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e ha presentato un’interrogazione urgente alla Commissione europea. Nella lettera di chiede agli organi competenti italiani ed europei intervengano immediatamente con misure urgenti atte a vietare il commercio del farmaco

Alla Lorenzin chiesto il ritiro dal mercato italiano di farmaci a base di Paroxetina. Al ministro Lorenzin è stato chiesto il ritiro dal mercato italiano dei farmaci a base di Paroxetina; alla Commissione Europea è stato chiesto di attivare una procedura di deferimento all’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) per una nuova valutazione dei prodotti medicinali a base di Paroxetina (Direttiva 2001/83/Ce) e di aprire un’indagine finalizzata ad accertare se la multinazionale farmaceutica GlaxoSmithKline (GSK), che commercializza tutt’ora l’antidepressivo non abbia violato le norme antitrust dell’UE accordando un vantaggio sleale al proprio prodotto.

La nuova ricerca pubblicata su British Medical Journal – afferma Pedicini – non lascia spazio a dubbi: la Paroxetina è ‘inefficace e pericolosa’. Allora questo significa che si specula sulla pelle dei nostri bambini?

L’on Pedicini chiede che lo studio non nemga ignorato e chiede al Minsitro dela salure Beatrice Lorenzin:
1. di sollecitare il provvedimento di revoca delle autorizzazioni di immissione in commercio (AIC) di prodotti a base di Paroxetina dal mercato italiano, motivando la scelta non solo in base al principio di precauzione previsto dal Trattato UE, ma anche sulla base di solidi dati scientifici forniti dallo studio dell’autorevole rivista scientifica British Medical Journal
2. prendere tutte le misure necessarie per avvisare i medici i cui pazienti assumono paroxetina ed i genitori i cui figli vengono trattati con questa molecola a trovare delle alternative terapeutiche più efficaci e soprattutto meno pericolose
3. verificare attraverso le ispezioni se, e in che modo, i titolari delle autorizzazioni di immissioni in commercio abbiano fornito alle autorità italiane elementi carenti, fuorvianti o addirittura falsi, al fine di ottenetre autorizzazioni in messa in commercio o proroghe alla commercializzazione di farmaci a base di paroxetina
4. verificare se il responsabile del servizio farmacovigilanza abbia fornito informazioni di segnalazioni di sospette reazioni avverse gravi o disattese sul territorio nazionale
5. comunicare tutti i dati relativi alla spesa sanitaria sostenuta dallo Stato italiano negli ultimi5 anni per il rimborso di farmaci a base di paroxetina
6. controllare se l’Agenzia Italiana del Farmaco abbia comminato tutte le sanzioni previste dalla normativa in caso di accertata violazione delle norme sulla farmacovigilanza.

Silenzio di tutti su questa evidenza sconcertante. “Stupisce il silenzio quasi assoluto sia degli organismi sanitari di controllo, che della Magistratura, che delle società scientifiche: nessuna chiara presa di posizione, nessuna iniziativa, nessun comunicato stampa. I bambini e gli adolescenti vengono danneggiati da questi prodotti, che continuano ad essere somministrati in modalità off label anche in Italia: le ragioni del business, sulla pelle dei minori, evidentemente sono più forti” commenta Luca Poma del Comitato Giùlemanidaibambini.

Inquietante come la sicurezza dei bambini e adolescenti abbiano priorità minori rispetto ad un business che danneggia i bambini. Un mondo al contrario occorre assistere ogni santo giorno, ogni qulavolta che uno scandalo colpisce le lobby del farmaco . Aberrante e sconcertante è ancoral'assordante silenzio. Il Comitato Giuùlemanidaibambini si è dimostrato sempre attivo nel monitorare questo mondo pieno di inqioetanti contraddizioni istituzionali.




IN CASO DI GRAVI MALATTIE NON É REATO SELEZIONARE GLI EMBRIONI

Redazione

Cade il divieto assoluto di selezione degli embrioni senza eccezione: la Corte Costituzionale ha stabilito che non è reato la selezione nei casi in cui sia esclusivamente finalizzata ad evitare l'impianto di embrioni affetti da gravi malattie trasmissibili, e nello specifico le patologie rispondenti ai criteri di gravità previsti dalla legge 194 sull'aborto.

Nel dichiarare che non è reato la selezione degli embrioni finalizzata ad evitare l'impianto di quelli affetti da malattie gravi genetiche trasmissibili, la Corte Costituzionale ha giudicato "non fondata" la questione relativa alla soppressione degli embrioni. La legge 40 vieta e sanziona penalmente tale condotta, anche se riferita agli embrioni che, a seguito di diagnosi preimpianto, risultino affetti da grave malattia genetica.




TRAPIANTO DI TESTA: A DICEMBRE 2017 IL PRIMO INTERVENTO SULL'UOMO

Redazione

Il primo trapianto di testa su un uomo è stato annunciato qualche giorno fa da Sergio Canavero, neurochirurgo all’ospedale Molinette di Torino. Il professore, che afferma di aver messo a punto una tecnica rivoluzionaria per questo intervento che ha dello sbalorditivo, eseguirà l’operazione in Cina all’Università Medica di Harbin, a dicembre 2017. “Mi identifico nella figura di Victor Frankenstein – ha affermato Canavero intervenuto ai microfoni della trasmissione “Genetica oggi su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano -. Io sono per la vita, pur non essendo cattolico. La scienza e la vita – ha proseguito Canavero – sono collegate, la medicina significa anche dare la vita. Confermo che se non ci saranno problemi, il trapianto avverrà a dicembre 2017. La stragrandissima maggioranza di quello che si pubblica oggi è assolutamente irrilevante dal punto di vista scientifico. – ha spiegato il neurochirurgo – È fallito il modello della sperimentazione animale. Il 95% di tutti gli studi animali fatti, non ha portato da nessuna parte. Abbiamo seguito tutti gli tabella di ordine biomedico pubblicati sulle principali riviste scientifiche negli ultimi 20 anni, nessun articolo ha portato a qualcosa. Il problema è che se venisse bloccato questo tipo di ricerca, di conseguenza verrebbero licenziati tanti professori dalle università, verrebbero licenziati quelli che pubblicano tabella sulle riviste, ecc…  Insomma è tutto un sistema vizioso. Ci sono anche la case farmaceutiche che hanno seguito un modello sbagliato che è quello della ricerca sull’animale a tutti i costi e hanno fallito. Il trapianto di testa o di corpo è il culmine delle prove che la medicina occidentale ha fallito. Guardando i malati che morivano, mi sono guardato dentro e ho detto: basta menzogne, bisogna riconoscere che abbiamo fallito e fare qualcosa di concreto”.

Sergio Canavero è direttore del Gruppo Avanzato di Neuromodulazione, un centro di ricerca con sede a Torino, e ha scritto un articolo scientifico in cui propone una tecnica di fusione della colonna vertebrale,          

C'è già un volontario pronto a farsi trapiantare la testa: Valery Spiridonov, un programmatore russo di 30 anni che soffre della sindrome di Werdnig-Hoffman, una condizione genetica neurodegenerativa che colpisce nervi e muscoli. In un'intervista rilasciata a Motherboard, Spiridonov dice di non essere in grado di camminare sin da quando aveva un anno. L'uomo si è proposto come volontario in aprile. Il corpo su cui sarebbe innestata la sua testa sarebbe invece quello di un donatore attualmente in condizione di morte cerebrale.   

Le difficoltà sono innumerevoli: riuscire a tenere vivo il cervello durante il trasferimento, unire i due midolli spinali spezzati e farli comunicare, impedire al corpo di rigettare la testa. E queste sono solo alcune delle difficoltà scientifiche. Poi ci sono i problemi etici ed economici. È giusto usare un corpo intero per salvare una sola persona, quando i suoi organi potrebbero salvare molte? Quanto saremmo disposti a pagare per l'intervento? Che dire se un potenziale paziente – che ad esempio sta morendo a causa di una patologia incurabile oppure è tetraplegico con disfunzioni a vari organi – potesse invece sopravvivere a lungo ma "attaccato" a un corpo paralizzato?

Ecco i precedenti storici dei trapianti di testa

1908: Aggiunta di testa a un cane. Charles Guthrie attaccò la testa di un cane sul collo di un altro, unendo le arterie in modo da far fluire il sangue prima verso la testa decapitata poi verso l'altra. La testa rimase per circa 20 minuti senza afflusso di sangue e riacquistò una minima capacità di movimento.

1950: Altri cani a due teste. Vladimir Demikhov, pioniere dei trapianti di cuore e polmoni, attaccò le parti superiori dei corpi di giovani cani alle spalle di altri già adulti, creando cani con due teste entrambe in grado di muoversi, vedere e addirittura bere. Ma senza farmaci anti-rigetto la maggior parte sopravvisse solo pochi giorni: solo uno degli "ibridi" resisté per 29 giorni

1965: Trapianto di cervello canino. Robert White del Cleveland General Hospital trapiantò sei cervelli di cane nel collo di altri cani, per dimostrare come il cervello potesse sopravvivere anche in un altro corpo. L'elettroencefalogramma rilevò attività elettrica nei cervelli trapiantati, che inoltre consumavano ossigeno e glucosio.  Ma rimane ignoto cosa facessero, se qualcosa facevano, intrappolati in un collo.

1970: primo trapianto di testa su scimmia. Robert White trapiantò l'intera testa di un Macao Rhesus sul corpo di un altro. La scimmia riusciva a vedere, udire e mangiare ma White non tentò di fondere i midolli spinali. Il macaco sopravvisse per alcuni giorni dopo il trapianto.

2002: Trapianto di testa su un ratto a bassa temperatura.  Un gruppo di scienziati in Giappone ha attaccato teste di piccoli ratti sulle cosce di individui adulti, raffreddato i cervelli per prevenire i danni legati alla perdita di ossigeno. I cervelli hanno continuato a svilupparsi per tre settimane.

2013: Canavero propone il trapianto di testa umano. In un articolo su Surgical Neurology International il chirurgo italiano delinea una procedura che comprende un taglio netto del midollo spinale per minimizzare i danni e l'utilizzo del glicole polietilenico (PEG) per fonderlo con l'altro.

2014: Trapianto di testa su topi. Xiao-Ping Ren e i colleghi in Cina riportano uno scambio di teste tra topi, con un risultante topo bianco a testa nera e viceversa. I topi sono sopravvissuti per tre ore dopo essere stati staccati da un ventilatore polmonare. È un tempo ridotto, ma se la testa venisse innestata sul tronco encefalico del donatore di corpo, questo continuerebbe a controllare battito cardiaco e respirazione.

Febbraio 2015: Canavero spiega i dettagli della procedura. In un articolo su Surgical Neurology International propone di raffreddare la testa e il corpo del donatore per limitare i danni alle cellule causati dalla perdita di ossigeno, e di fondere i midolli spinali con un procedimento chiamato GEMINI, che sfrutta PEG e stimolazione elettrica e che, in altri studi, ha mostrato di promuovere la riparazione del midollo spinale.

Concludendo, sembrerebbe che il cammino verso il trapianto di testa sia stato ormai intrapreso, anche se resta difficile immaginare moltitudini di persone mettersi in fila per farsi trapiantare la testa.
 




RIFIUTI: AUMENTA L'IMMONDIZIA MA CRESCE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA: ECCO TUTTI I DATI DELL'ITALIA

Redazione

Più rifiuti ma aumenta la raccolta differenziata che, nel 2014 raggiunge il 45,2% del totale. Finisce però ancora in discarica il 31% dell'immondizia. Il Nord resta il più virtuoso ma il Centro recupera e al Sud brillano Campania e Sardegna. È il quadro che emerge dal Rapporto rifiuti urbani dell'Ispra, presentato oggi al ministero dell'Ambiente. Nel 2014, rileva il rapporto, la produzione dei rifiuti urbani cresce di un +0,3% rispetto al 2013, parallelamente all'aumento dei consumi delle famiglie e dopo un triennio in cui si era osservata una riduzione complessiva di circa 2,9 milioni di tonnellate (-8,9%). Cresce di più al Nord (+1,4% pari a +188 mila tonnellate), mentre scende al Centro (-0,3%) e al Sud (-0,9%). La crescita maggiore nel dato di produzione si osserva per le Marche (+4,2%) e per il Piemonte (+2,3%), seguite, con un +1,8%, da Emilia Romagna e, con un aumento tra l'1% e l'1,5%, da Umbria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Lombardia. Le regioni che fanno rilevare la maggior contrazione sono la Basilicata (-3,1%), il Lazio (-2,5%), il Molise e la Calabria (-2,4% per entrambe)

Pur con 6 anni di ritardo, l'Italia ha raggiunto nel 2014 l'obiettivo del 45,2% di raccolta differenziata (13,4 milioni di tonnellate), segnando un aumento del 3% rispetto al 2013. È confermato il primato del Nord, ma i dati mostrano una riduzione del divario fra le tre macroaree del Paese: infatti, rispetto ai dati del 2013, la crescita maggiore si rileva per le regioni del Centro Italia con un aumento percentuale, tra il 2013 e il 2014, pari all'11,7% (+283 mila tonnellate); al Sud la crescita è del 7,5% (+203 mila tonnellate) mentre al Nord del 5,6% (+412mila tonnellate). Ben 14 province, nel 2014, presentano livelli di raccolta al di sopra del target del 65%. 11 sono localizzate nel Nord Italia (5 in Veneto, 2 in Piemonte, 1 in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Emilia Romagna) 1 nel Centro (Marche) e 2 nel Sud (Campania e Sardegna). I livelli più elevati di raccolta differenziata si rilevano per la provincia di Treviso, che nel 2014 supera l'80% (81,9%), e per quella di Pordenone, con il 76,8%. Al di sopra del 70% si collocano anche Mantova (la cui percentuale passa dal 69,7% del 2013 al 76,5% del 2014), Belluno (72,8%) e Trento (71,3%). I più bassi livelli di raccolta differenziata, inferiori al 10%, si osservano, invece, per le province siciliane di Enna (6,1%), Palermo, Siracusa (entrambe al 7,8%) e Messina (8,4%). Parallelamente alla raccolta differenziata aumenta anche la percentuale di rifiuti riciclati

Lo smaltimento in discarica interessa ancora il 31% dei rifiuti urbani prodotti, tuttavia, il riciclaggio delle diverse frazioni provenienti dalla raccolta differenziata o dagli impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti urbani raggiunge, nel suo insieme, il 42% della produzione: più del 16% è costituito dal recupero di materia della frazione organica da RD (umido+verde) e oltre il 25% dal recupero delle altre frazioni merceologiche. Il 17% dei rifiuti urbani prodotti è incenerito, mentre circa il 2% viene inviato ad impianti produttivi, quali i cementifici, per essere utilizzato come combustibile per produrre energia; l'1% viene utilizzato, dopo adeguato trattamento, per la ricopertura delle discariche, il 2%, costituito da rifiuti derivanti dagli impianti TMB, viene inviato a ulteriori trattamenti quali la raffinazione per la produzione di CSS o la biostabilizzazione, e l'1% è esportato (321 mila tonnellate). Il 56,6% dei rifiuti esportati (182 mila tonnellate) viene avviato a recupero di energia, il 41,6% è recuperato sotto forma di materia (134 mila tonnellate) e solo l'1,9% (6 mila tonnellate) è sottoposto ad operazioni di smaltimento. La percentuale di rifiuti sottoposti a trattamento prima dello smaltimento in discarica passa dal 58% del 2013 a circa il 70% del 2014; nel caso dell'incenerimento, circa il 50% dei rifiuti trattati nel 2014 è costituito da Combustibile Solido Secondario (CSS) o frazione secca.




CARNE E CANCRO: LA CONFUSIONE REGNA SOVRANA

di Domenico Leccese

In merito allo stato di confusione che si è venuto a creare e che regna sovrano, specialmente sui social, sulle conseguenze che deriverebbero dal consumo della carne, conseguenze a livello cancerogeno, varrebbe la pena, per chi conosce l'inglese,  leggere il documento pubblicato da International Agency for Research on Cancer – IARC. [CLICCARE QUI PER VISIONARE IL DOCUMENTO]

La recente notizia degli effetti "nocivi" della carne sull'organismo umano, come hanno ricordato molti commercianti,  ricorda quello che fu il tormentone della Mucca pazza e dell'aviaria: passata l'emergenza la gente tornò alle vecchie abitudini. Oggi, però è diverso: il pericolo è stato segnalato da una fonte autorevole e il mercato potrebbe risentirne a lungo.

Sull'argomento proponiamo l'intervista a Michele Sperandio, che da sempre ha avuto un grande interesse per le materie di ambito scientifico, in particolare quelle legate all’ambito medico e farmaceutico.

Sul tema Carne e cancro e sul documento IARC ecco cosa ha detto:

Basandoci sul documento ufficiale rilasciato dell’International Agency for Research on Cancer, ecco un elenco esaustivo di domande e risposte in merito all’insorgenza di cancro correlata al consumo di carni rosse e carni lavorate.

D: Cosa si intende per “carni rosse”?
R: Per “carni rosse” si intendono tutte le carni di mammiferi, tra cui manzo, vitello, maiale, agnello, montone, cavallo e capra.

D: Cosa si intende per “carni lavorate”?
R: Per “carni lavorate” si intendono quelle carni che sono state trasformate attraverso salatura, stagionatura, fermentazione, affumicatura o qualunque altro processo mirato ad esaltarne il sapore o migliorarne la conservazione. Esempi di “carni lavorate” sono hot-dog, salumi, salsicce, carne essiccata, carne in scatola e sughi a base di carne.

D: Perché l’IARC ha deciso di studiare le carni rosse e quelle lavorate?
R: Un comitato internazionale consultivo riunitosi nel 2014 indica queste due categorie come prioritarie nella valutazione da parte del programma IARC. Questa raccomandazione era basata su degli studi epidemiologici che indicavano un lieve aumento del rischio di insorgenza di alcune tipologie di cancro potesse essere correlato ad un elevato consumo di carni rosse e carni lavorate. Sebbene questi rischi erano minimi, è stato ritenuto importante approfondire il problema alla luce dei miliardi di persone che consumano carne quotidianamente. Inoltre, anche se molte enti internazionali hanno raccomandato negli scorsi anni di limitare il consumo di carni, queste raccomandazioni erano mirate a ridurre il rischio di insorgenza di altre patologie. Considerato questo, l’IARC ha ritenuto importante fornire delle evidenze scientifiche autorevoli in merito.

D: I metodi di cottura della carne possono influenzare il rischio?
R: Metodi di cottura ad alte temperature generano composti che potrebbero contribuire al processo carcinogenico, tuttavia il processo non è ancora compreso pienamente.

D: Quali sono i metodi più sicuri per cucinare le carni?
R: Cuocere ad alte temperature o con il cibo a diretto contatto con la carne o con una superficie calda, come nel barbecue o nella frittura, produce una maggiore quantità di alcune specie cancerogeniche. Tuttavia, i ricercatori non hanno individuato dati sufficienti per concludere che il modo in cui la carne è cotta influisce sul rischio di cancro.

D: Mangiare la carne cruda è più sicuro?
R: Non ci sono dati a prova di questa affermazione. Tuttavia, è bene tenere presente il possibile rischio di infezione a cui ci si espone consumando carne cruda.

D: Le carni rosse sono state incluse nel gruppo 2A, come probabile cancerogeno per l’uomo. Cosa significa esattamente?
R: Le carni rosse sono state incluse in questo gruppo sulla base di alcune evidenze scientifiche che sottolineano un’associazione tra il consumo di carne rossa e lo sviluppo da cancro colon-rettale.

D: Le carni lavorate sono state classificate come gruppo 1, cancerogene. Cosa significa?
R: Questa categoria è utilizzata quando c’è una sufficiente evidenza scientifica di carcinogenicità nell’uomo. In altre parole c’è una convincente evidenza che un dato agente causa il cancro. La valutazione è basata su studi epidemiologici che documentino l’insorgenza di cancro in individui esposti ad un agente.
Nel caso delle carni lavorate, la classificazione è basata su degli studi epidemiologici che hanno provato che il consumo di questa categoria di alimenti causa il cancro al colon retto.

D: Le carni lavorate sono state classificate come cancerogene per l’uomo (Gruppo 1). In questa categoria troviamo anche il tabacco e l’amianto. Questo significa che il consumo di carni lavorate è cancerogeno quanto fumare o l’amianto?
R: No, anche se le carni lavorate sono state incluse nella stessa categoria di agenti cancerogeni quali tabacco e amianto, questo NON significa che questi sono tutti egualmente pericolosi. La classificazione IARC descrive la forza dell’evidenza scientifica circa un agente di essere una causa di cancro, piuttosto che valutare il livello di rischio in sé.

D: Quali tipologie di cancro sono associate al consumo di carni rosse?
R: La più forte, ma ancora limitata, evidenza scientifica è in merito all’insorgenza di cancro al colon retto. C’è anche un evidenza in merito all’insorgenza di cancro al pancreas e alla prostata.

D: Quanti casi di cancro ogni anno possono essere attributi al consumo di carni lavorate e carni rosse?
R: Secondo le più recenti stime effettuate dal Global Burden of Disease Project, circa 34.000 morti nel mondo possono essere attribuite a regimi alimentari ricchi di carni lavorate. Per fare un paragone il fumo di tabacco causa 1 milione di morti l’anno, l’alcol 600.000 e l’inquinamento atmosferico circa 200.000 .

D: E’ possibile quantificare il rischio a cui ci esponiamo consumando carni rosse e carni lavorate?
R: Il consumo di carni lavorate è stato associato ad un lieve aumento del rischio di cancro in diversi studi. In questi studi, il rischio generalmente aumenta con la quantità di carne consumata. Analizzando i dati si stima che una porzione di 50 grammi consumata giornalmente aumenta il rischio di cancro colon rettale di circa il 18%.

Il rischio correlato al consumo di carni rosse è più difficile da quantificare, poiché non sono disponibili sufficienti dati in merito. Tuttavia, nel caso fosse provato un nesso causale tra consumo di carni rosse e insorgenza di cancro colon rettale, i dati suggeriscono che il consumo giornaliero di una porzione di 100 grammi possa aumentare il rischio del 17%.

D: Il rischio è più alto in bambini, anziani, uomini o donne? Alcune persone sono esposte ad un rischio maggiore?
R: I dati disponibili non permettono di identificare un rischio differente per una particolare categoria di persone.

D: Coloro che hanno il cancro al colon retto dovrebbero smettere di mangiare carni rosse o lavorate?
R: I dati disponibili non permettono di definire il rischio per persone che hanno già contratto il cancro al colon retto.

D: Devo smettere di mangiare la carne?
R: Mangiare carne ha comprovati effetti positivi sulla salute. Tuttavia molti organi interazioni suggeriscono di limitare il consumo di carni rosse e lavorate per ridurre il rischio di insorgenza di patologie cardiovascolari, diabete e altre patologie.

D: Che quantitativo di carne è sicuro mangiare?
R: Il rischio aumenta all’aumentare della quantità di carne consumata, tuttavia non esistono sufficienti dati per individuare una soglia giornaliera di sicurezza.

D: Perché le carni rosse e processate aumentano il rischio di cancro?
R: La carne include molti componenti diversi. Molti composti chimici, inoltre, si formano durante la cottura o la lavorazione delle carni. Per fare un esempio, alcuni composti che si formano durante la lavorazione delle carni sono gli idrocarburi policiclici aromatici ed alcuni composti nitrosi. La cottura di carne rossa o lavorata inoltre, produce composti eterociclici con ammine aromatiche nonché altri prodotti quali idrocarburi policiclici aromatici, che si trovano anche in altri alimenti e nell’inquinamento atmosferico. Alcuni tra questi composti chimici sono certi o sospetti cancerogeni, ma nonostante tutto non è pienamente chiaro come questi aumentino il rischio di cancro.

D: E’ possibile comparare il rischio di consumare carni rosse rispetto a consumare carni lavorate?
R: Rischi simili sono stati stimati per una tipica porzione, la quale è mediamente più piccola per le carni lavorate rispetto alle carni rosse. Tuttavia, ricordiamo che il consumo di carni rosse non è stato identificato come causa di cancro.

D: Quali sono le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per prevenire il rischio di cancro associato al consumo di carni rosse e processate?
R: IARC è un’associazione con fini di ricerca che studia i dati disponibili su possibili cause di cancro ma non fornisce raccomandazioni in merito. I governi nazionali e l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono gli organi preposti allo sviluppo e alla diffusione di raccomandazioni nutrizionali. Questo studio dell’IARC supporta una raccomandazione rilasciata nel 2002 dall’OMS secondo la quale era bene moderare il consumo di carni processate al fine di ridurre il rischio di cancro colon rettale.

Coloro che sono preoccupati per il cancro possono considerare di ridurre il proprio consumo di carni rosse e processate fino a che non vengano rese disponibili linee guida più accurate e dettagliate.

D: Dovremmo mangiare pollo e pesce?
R: Il rischio di cancro correlato al consumo di pollo e pesce non è stato valutato.

D: Dovremmo diventare vegetariani?
R: Una dieta vegetariana e una che include carne posseggono ciascuna diversi vantaggi e svantaggi per la salute. Tuttavia, questo studio non compara direttamente i rischi per la salute a cui vanno incontro gli individui che seguono queste due tipologie di diete. Questa tipologia di paragoni è difficile da effettuarsi per via dell’altissimo numero di variabili oltre alla presenza o meno della carne nella dieta.

D: Esiste un tipo di carne rossa che è più sicura?
R: Alcuni studi hanno approfondito il rischio ci cancro con le diverse tipologie di carne rossa. Per i pochi dati ad oggi a nostra disposizione, non è stato possibile individuare differenze tra le diverse tipologie di carni rosse.

D: Il metodo di conservazione può influenzare il rischio (es. salatura, congelamento)?
R: I diversi metodi di conservazione potrebbero influenzare la formazione di sostanze cancerogene, tuttavia come e quanto ciò contribuisca ad incrementare il rischio è tuttora sconosciuto.

D: Quanti studi sono stati presi in considerazione?
R: I ricercatori IARC hanno esaminato più di 800 differenti studi in merito.

Quanti scienziati hanno lavorato al progetto?
R: Il team di ricerca era composto da 22 scienziati provenienti da 10 paesi nel mondo.
 




SCANDALO PSICOFARMACI MINORI, GLAXO ALTERA I DATI SUI FARMACI DIRETTI AI BAMBINI?

Arriva la denuncia di Giùlemanidaibamnini: "la rivista British Medical Journal ha confermato che il blockbuster degli antidepressivi per minori, è inefficace e pericoloso, può stimolare suicidi tra bambini e adolescenti. Lo studio fu falsato da un gosthwriter

di Cinzia Marchegiani

Un comunicato sconcertante quello appena lanciato dall’associazione Giùlemanidaibambini che spiega come nell’assordante silenzio di molti specialisti, la più autorevole rivista medica del mondo ha confermato i sospetti di parte della comunità scientifica: “A fini di business, la multinazionale farmaceutica Glaxo aveva alterato i dati sullo psicofarmaci”. Ora l’appello è rivolto senza se e senza ma al Ministro Lorenzin, poiché serve un registro per monitorare queste prescrizioni.

Revisione sulla Paroxetina, potente antidepressivo prescritto ai bambini. E’ Pericoloso. Giùlemanidaimbambini nel dettaglio spiega cosa è accaduto, grazie alla recente revisione sistematica promossa dalla più autorevole rivista medica del mondo non lascia spazio a dubbi: “i dati che finora hanno giustificato la prescrizione a bambini e adolescenti del potente antidepressivo a base di paroxetina – usato anche in Italia – erano stati falsati dal produttore, la multinazionale farmaceutica GSK – GlaxoSmithKline, e quella molecola è INEFFICACE E PERICOLOSA”.

Studio falsato da un Gosthwriter pagato dalla casa farmaceutica. La verità dopo 14 anni. Si svela ora come la nebbia al sole la verità su questo studio. Luca Poma giornalista membro dell’Unione Nazionale Medico-Scientifica d’Informazione e portavoce nazionale di “Giù le Mani dai Bambini fa luce su questo scandalo vergognoso, spiegando lo studio cosiddetto “329” che era stato pubblicato nel 2001, a firma di 22 ricercatori, e originariamente pareva confermare l’appropriatezza d’uso per questa molecola nei casi di depressione. In realtà la ricerca fu redatta da Sally K. Laden, una ghostwriter pagata dalla casa farmaceutica che aveva finanziato la ricerca allo scopo di dimostrare l’efficacia della molecola. Ci sono voluti poi 14 anni – e la tenacia di validi ricercatori – per ribaltare i risultati dello studio, e dimostrare che la paroxetina aumenta il rischio di suicidio per i minori che la assumono.

Vendita di Paroxetina alle stelle grazie allo studio falsato. “Dopo lo studio n° 329 del 2001, le vendite della paroxetina e di altri SSRI subirono una fortissima impennata, grazie anche a prescrizioni di medici generici e pediatri, con il risultato che molti adolescenti subirono effetti negativi e alcuni morirono. La paroxetina divenne l’antidepressivo più venduto, con guadagni per centinaia di milioni di dollari e più di due milioni di ricette emesse ogni anno per i soli bambini e adolescenti”, ha commentato Paolo Migone, Medico specializzato in Psichiatria in Italia e in USA.
 

Frode e inganno della Glaxo che utilizzava lo studio 329 per dimostrare l’efficacia e la sicurezza. “Mentre la Glaxo continuava a utilizzare lo studio 329 come dimostrazione dell’efficacia e sicurezza della paroxetina – prosegue il dr Paolo Migone già nel 2004 la Procura Generale di New York denunciò la multinazionale per frode contro i consumatori per aver contraffatto i dati e diffuso informazioni false. La causa si concluse con un accordo: la GSK doveva pagava 2,5 milioni di dollari di sanzione e si impegnava a pubblicizzare sul suo sito internet i dati effettivi dello Studio 329. Successivamente, anche il Dipartimento di Giustizia americano denunciò la GSK per truffa nei confronti di Medicare e Medicaid – le principali agenzie assicuratrici pubbliche che finanziano la Sanità in America – in quanto aveva diffuso affermazioni false o fraudolente. La GSK si dichiarò colpevole e accettò di pagare 3 miliardi di dollari – conclude Migone – ovvero la multa più alta comminata a una azienda farmaceutica nella storia americana”.

Managers che hanno intralciato le verifiche scientifiche a danno dei minori. La Glaxo fu allora definitivamente obbligata a rendere noti i dati relativi alla paroxetina, spiega Luca Poma, giornalista membro dell’Unione Nazionale Medico-Scientifica d’Informazione e portavoce nazionale di “Giù le Mani dai Bambini”®, il più rappresentativo comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica: “Ma lo fece a modo suo”– commenta Poma – la multinazionale pubblicò infatti oltre 77.000 pagine di resoconti clinici visibili solo in remoto a video, senza che i file potessero essere scaricati o stampati. Una scelta ridicola e aggiungo anche dannosa sia dal punto di vista reputazionale che sostanziale: di fatto questi manager intralciarono deliberatamente le verifiche scientifiche, danneggiando la salute di bambini e adolescenti pur di continuare a fare soldi”.

Nuovo studio del team professor Jon Jureidini. Scoperti dati fortemente fuorvianti. Il team guidato dal professor Jon Jureidini presso l’Università di Adelaide ha successivamente identificato lo studio finanziato da Glaxo come un esempio di un processo autorizzativo da rivedere, e utilizzando documenti in precedenza riservati ha rianalizzato i dati originali e ha scoperto che i dati all’epoca forniti dalla casa farmaceutica erano fortemente fuorvianti, e che il pericolo per i minori che utilizzano questo psicofarmaco è “clinicamente significativo”.

Aumento dei crimini nei giovani che assumono farmaci antidepressivi SSRI. Giùlemanidaibambini nel dettaglio ci fa comprendere la portata di questo scandalo ora accertato: “L’articolo pubblicato ora sul BMJ – reso accessibile a tutti senza restrizioni, in virtù dell’assoluta importanza del tema trattato – è accompagnato da un editoriale di Fiona Godlee, editor-in-chief del BMJ, da un duro intervento di Peter Doshi, editor del giornale, e da altri contributi tra i quali un editoriale di David Henry e Tiffany Fitzpatrick e una ricerca di Ingrid Torjesen sull’aumento di crimini violenti nei giovani che assumono farmaci antidepressivi SSRI, cioè gli “inibitori selettivi del re-uptake della serotonina”, categoria farmacologica cui appartiene sia la paroxetina – commercializzata come “Paxil” o “Serotax” – che l’altrettanto tristemente famoso “Prozac”, a base di fluoxetina.

Assordante silenzio della neuropsichiatria infantile anche italiana. Anche l’istituto Mario Negri tace. “Ciò che sconcerta di più – prosegue Poma – è l’assordante silenzio di una parte significativa della neuropsichiatria infantile, anche italiana: risultati così sconcertanti – e per certi versi sconvolgenti – non hanno meritato neanche una dichiarazione da parte del SINPIA, la società scientifica che raggruppa gli specialisti in disturbi mentali dei minori; anche l’Istituto Mario Negri tace, sul loro sito neanche un comunicato; stesso dicasi dello Stella Maris, come della maggior parte dei centri più attivi nella somministrazione di psicofarmaci ai bambini nel nostro paese. D’altra parte non stupisce: all’associazione gemella del SIMPIA in USA, l’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, è stato chiesto per anni di ritrattare lo studio 329, ma inutilmente. Tutte queste realtà dovrebbero vigilare sulla salute mentale dei più piccoli. Dovrebbero, appunto – conclude Poma – mai condizionale fu più appropriato.

Appello di Giùlemanidaibambini. Giù le Mani dai Bambini ha lanciato un appello al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, da sempre molto sensibile al tema del diritto alla salute dell’infanzia, affinché valuti l’istituzione di un registro per il controllo e monitoraggio delle somministrazioni di antidepressivi ai minori, molto diffusi anche in Italia, come già in vigore per gli psicofarmaci per i bimbi iperattivi.




CARNE ROSSA E LAVORATA: E’ CANCEROGENA. ARRIVA LA CONFERMA DALL’IARC E OMS

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di Cinzia Marchegiani

La correlazione tra cancerogenicità con la carne rossa non è una novità, soprattutto quelle lavorate trattate con nitrati, fumo e quant’altro. Esistono infatti moltissimi studi che hanno dimostrato come non solo un’alimentazione povera di carne previene il cancro, ma una bassissimo consumo ha effetto anche curativo, cioè ha la capacità di ridurre le masse tumorali. Prove schiaccianti hanno indotto sia l’IARC (Agenzia Internazionale Per La Ricerca Sul Cancro) che l’Organizzazione Mondiale della Sanità Oms ha valutare la cancerogenicità del consumo di carne rossa e carni lavorate, e anche i metodi di cottura. Queste valutazioni saranno pubblicate come Volume 114 del Monografie IARC, ma una sintesi di queste valutazioni è stato pubblicato oggi, 26 ottobre 2015 sulla rivsta scientifica The Lancet Oncology, autori Bouvard V, Loomis D, Guyton KZ, Grosse Y, El Ghissassi F, Benbrahim-Tallaa L, et al. con il titolo “Cancerogenicità di consumo di rosso e carni lavorate".

Evidenze già accertate da tempo. Uno studio pubblicato addirittura a maggio 2014 sulla rivista scientifica Pubmed, gli autorI Gonzales JF 1, Barnard ND, Jenkins DJ, Lanou AJ, Davis B, Saxe G, Levin S con un titolo abbastanza esplicito: “L'applicazione del principio di precauzione di alimentazione e cancro” spiegava infatti come la ricerca aveva identificato alcuni alimenti e abitudini alimentari che riducono il rischio di cancro e un miglioramento della sopravvivenza dopo la diagnosi di cancro. Questa ricerca ha costituito la base per l'orientamento dietetico rilasciata da organismi di cancro. Questa recensione suggeriva come le prove di una influenza della dieta sul rischio di cancro era notevole, anche se non conclusivi. Questa recensione descriveva inoltre i vantaggi e gli svantaggi di seguire il consiglio dietetico proposto e comprende meccanismi putativi coinvolti nella progressione del cancro.
Tra i risultati principale venivano spiegati i consigli dietetici in cui le prove sufficientemente convincenti includere
(1) limitare o evitare i latticini per ridurre il rischio di cancro alla prostata;
(2) limitare o evitare l'alcool per ridurre il rischio di tumori della bocca, della faringe, della laringe, dell'esofago, del colon, del retto e della mammella;
(3) evitando la carne rossa e trasformati per ridurre il rischio di tumori del colon e del retto;
(4) evitando alla griglia, fritto, alla griglia e carni di ridurre il rischio di tumori del colon, del retto, della mammella, della prostata, del rene e pancreas;
(5) il consumo di prodotti di soia durante l'adolescenza per ridurre il rischio di cancro al seno in età adulta e per ridurre il rischio di recidiva e di mortalità per le donne precedentemente trattate per il cancro al seno; e
(6) sottolineando frutta e verdura per ridurre il rischio di varie forme comuni di cancro.

Questo studio mirava a fornire un utile strumento per medici e pazienti, con l'adozione del principio di precauzione per la ricerca sulla nutrizione.

IARC e OMS mettono ora nero su bianco la verità sulla sull’effetto cancerogeno di carne rossa e carne lavorata. Nel mese di ottobre 2015, 22 scienziati provenienti da dieci paesi si sono incontrati presso l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione, in Francia, per valutare la cancerogenicità del consumo di carne rossa e carni lavorate. Queste valutazioni saranno pubblicati nel volume di 114 delle monografie IARC.
Focus sulle valutazioni. Quali carni hanno effetto cancerogeno. Le valutazioni riguardano la carne rossa, e si riferisce a tutte le carni muscolo di mammifero, compreso, manzo, vitello, maiale, agnello, montone. Per carni lavorate si riferisce alla carne che è stata trasformata attraverso salatura, stagionatura, la fermentazione, il fumo, o altri processi per migliorare il sapore o di migliorare la conservazione. Maggior parte carni trasformate contengono carne di maiale o manzo, ma carni trasformate possono anche contenere altre carni rosse, pollame, le frattaglie, carne o sottoprodotti come il sangue. Esempi di carni lavorate sono hot dog (wurstel), prosciutto, salsicce, carne in scatola, e biltong o carne secca così come carne in scatola e preparati e sughi a base di carne.

Perché IARC ha scelto di valutare le carni rosse e carni lavorate? Un comitato internazionale consultivo che si è riunito nel 2014 e ha individuato la carne rossa e carne lavorata o trasformata come priorità per la valutazione da parte del programma Monografie IARC. Questo raccomandazione si basa su studi epidemiologici che suggeriscono che i piccoli aumenti nel rischio di diversi tumori può essere associato con elevato consumo di carne rossa o carne trasformata. L’OMS spiega che anche se questi rischi sono piccoli, potrebbero essere importanti per la salute pubblica perché molti persone nel mondo mangiano carne e il consumo di carne è in aumento anche per i paesi a basso e medio reddito. Anche se alcune agenzie raccomandano già di limitare l'assunzione di carne, queste raccomandazioni sono rivolte principalmente a ridurre il rischio di altre malattie. Insomma IARC ha voluto fornire prove scientifiche autorevoli sui rischi di cancro associata al consumo di carne rossa e carni lavorate.
Metodi di cottura e cancerogenicità. I metodi di cottura ad alta temperatura generano composti che possono contribuire al rischio di cancerogenità, ma il loro ruolo non è ancora del tutto chiaro. La cottura a temperature elevate o con il cibo in diretto contatto con una fiamma o superfici calde, come nel barbecue o pan-frittura, produce più di certi tipi di sostanze chimiche cancerogene (ad esempio gli idrocarburi policiclici aromatici e ammine aromatiche eterocicliche).

La carne rossa è stata classificata nel gruppo 2° come probabilmente cancerogena per l'uomo. Nel caso della carne rossa, la classificazione si basa su prove limitate da sudi di epidemiologia che dimostrano associazioni positive tra mangiare carne rossa e di sviluppare il cancro colo rettale nonché una forte evidenza meccanicistica. Prove limitate significa che una correlazione positiva è stata osservata tra l'esposizione agente e cancro, ma che altre spiegazioni per le osservazioni (possibilità tecnicamente definito, pregiudizi, o confondimento) non possono essere esclusi.
Le carni lavorate sono state classificato nel gruppo 1, assieme a tabacco e amianto come cancerogena per l'uomo. Questa categoria viene utilizzata quando vi sono prove sufficienti di cancerogenicità nell'uomo. La valutazione è di solito sulla base di studi epidemiologici che mostrano lo sviluppo del cancro negli esseri umani esposti. Nel caso delle carni lavorate, questa classificazione si basa su prove sufficienti da studi epidemiologici che mangiare carne trattata provoca il cancro del colon-retto. Le carni lavorate sono state classificate nella stessa categoria come causa di cancro, come il fumo di tabacco e amianto (IARC Gruppo 1, cancerogeno per l'uomo), ma questo non significa che essi sono tutti ugualmente pericolosi.

Le classificazioni IARC descrivono la forza della evidenza scientifica circa un agente essere causa di cancro, anziché valutare il livello di rischio.

Tipi di tumori associati a mangiare carne rossa. Il più forte, ma ancora limitata, evidenza di un'associazione con mangiare carne rossa è per cancro colorettale. Vi sono anche prove di legami con cancro al pancreas e il cancro alla prostata.
Tumori sono collegati o associata al consumo di carni lavorate. l gruppo di lavoro IARC ha concluso che mangiare carne trattata provoca il cancro del colon-retto. Un'associazione con il cancro dello stomaco è stato anche visto, ma l'evidenza non è conclusiva.
Quanti casi di cancro all'anno può essere attribuito al consumo dei carne e carne rossa? Secondo le più recenti stime del Global Burden of Disease Project, organizzazione indipendente di ricerca accademica, circa 34 000 decessi per cancro ogni anno in tutto il mondo sono attribuibili a diete ricche di carni lavorate.

Il progetto Global Burden of Disease ha stimato che le diete ricche di carne rossa potrebbero essere responsabili di 50.000 decessi per cancro ogni anno in tutto il mondo. Questi numeri contrastano con circa 1 milione di morti per cancro ogni anno a livello globale a causa di tabacco fumare, circa 600.000 ogni anno a causa di consumo di alcol, e più di 200.000 ogni anno a causa di inquinamento atmosferico.

Rischio aumenta alla quantità di carne assunta. Il consumo di carni lavorate è stato associato ad un piccolo aumento del rischio di cancro negli studi esaminati. In questi studi, il rischio generalmente aumentata con la quantità di carne consumato. L'analisi dei dati di 10 studi stima che ogni porzione di 50 g di carni lavorate mangiato ogni giorno aumenta il rischio di cancro del colon-retto di circa il 18%.

Il rischio di cancro correlato al consumo di carne rossa è più difficile stimare, perché la prova che la carne rossa causa il cancro non è così forte. Tuttavia, se l'associazione di carne rossa e sono stati cancro colorettale dimostrato di essere causale, i dati degli stessi studi suggeriscono che il rischio di cancro colorettale potrebbe aumentare del 17% per ogni porzione di 100 grammi di carne rossa mangiata giornaliera.

La raccomandazione di salute dell'OMS per prevenire il rischio di cancro associato a mangiare carni rosse e carni lavorate. IARC è un'organizzazione di ricerca che valuta le prove disponibili sulle cause della il cancro, ma non fa raccomandazioni per la salute in quanto tale. I governi nazionali e l'OMS sono responsabili per lo sviluppo di linee guida nutrizionali.

Questa nuova valutazione da parte del IARC rafforza una raccomandazione dell'OMS del 2002, che le persone che mangiano carne dovrebbero moderare il consumo di carni lavorate per ridurre il rischio di cancro del colon-retto. Alcuni altri linee guida dietetiche anche raccomandare di limitare il consumo di carne rossa o carni lavorate, ma che è principalmente incentrato sulla riduzione del consumo di grassi e di sodio, che sono fattori di rischio per le malattie cardiovascolari e
obesità. Gli individui che sono preoccupati per il cancro potrebbe considerare di ridurre il loro consumo di carne rossa o carne lavorata fino a linee guida aggiornate relative specificamente al cancro sono stati sviluppato.

Il metodo di conservazione influenzare il rischio. Diversi metodi di conservazione possono portare alla formazione di sostanze cancerogene (ad esempio N-nitroso composti), ma se e quanto ciò contribuisce al rischio di cancro è sconosciuta. Va spiegato tra l’altro, cosa che molti consumatori non sanno che anche nella carne rossa fresca e non lavorata i sali di nitrato vengono aggiunti per mantenere la carne rossa, cosa che la considera come una carne fresca e lavorata, basta fare rifermento alle sostanze presenti nelle confezioni di rane fresca.

Tutto era già noto, ma ora l’inserimento della carne fresca e trattata in queste classificazioni importanti tra le sostanze cancerogene mondiali, farà cambiare atteggiamento dei ministeri della salute che dovranno per legge scriverlo sulle confezioni alimentari, come il fumo che nuoce gravemente alla salute.

Il PAE aveva chiesto al ministro Lrenzin di apporre le diciture sulle confezioni alimentari della carne e derivati. Nell’aprile 2014 iIl Presidente del PAE, Stefano Fuccelli chiedeva come misura di prevenzione ed informazione del rischio di danno cancerogeno e mortale causato dal consumo della carne come il tabacco: “Lomissione dell' Autorità competente per non aver predisposto una analoga dicitura sulle confezioni di carne ovvero per non avere pubblicizzato correttamente ed adeguatamente tale informazione, costituisce una grave responsabilità sulla incolumità dei cittadini italiani, i quali restano disinformati del danno grave e mortale derivante dal consumo improprio di carne alimentare, e cita lo studio effettuato nel 2010 dalla Oxford University (Unità cardiologica della Cornell University) che pone imbarazzanti e inquietanti interrogativi non solo sulle istituzioni nazionali, ma anche il ruolo prioritario delle strutture sanitarie: diminuendo il consumo di carne si eviterebbero, soltanto in Inghilterra, 31mila morti per malattie cardiovascolari, 9mila per cancro e 5mila per ictus ed il servizio sanitario risparmierebbe almeno 1,3 miliardi di euro; con l’eliminazione totale del consumo di carne le cifre aumenterebbero ancora di più".

Insomma ora tutto cambierà, ma come mai nessuno prima aveva informato e come mai solo ora l’OMS ha fatto chiarezza?




ALLARME TAGLI SANITÀ: ZAIA DENUNCIA L’EMPASSE, SI RIVOLGERÀ ALLA CORTE COSTITUZIONALE

Si prospettano tensioni sul piano sindacale, attualmente sono ad alto rischio il piano di assunzioni per centinaia di unità, le Medicine di Gruppo, gli ospedali di comunità, i nuovi Lea, i farmaci oncologici ad alto costo; i farmaci per l’epatite C e gli altri innovativi

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di Cinzia Marchegiani

Regione Veneto – L’accordo sulla riduzione del fondo sanitario 2015, pari a 2,35 miliardi al termine della conferenza Stato-Regioni tenutasi al Ministero per gli Affari Regionali, siglato lo scorso il 2 luglio 2015 che aveva al primo punto proprio il nodo sulle risorse per la sanità, comincia a dare i primi evidenti stalli sulla gestione degli ospedali, ma non solo. La ministra Beatrice Lorenzin però allora si era dichiarata soddisfatta e spiegava: “l'intesa consentirà di compensare il mancato incremento sul Fondo senza stravolgere l'impianto del Patto per la Salute”. Il Ministro della salute spiegava anche che l'intesa raggiunta nella Stato-Regioni avrebbe consentito "di implementare i vari tavoli di lavoro aperti, compreso quello sulla spesa farmaceutica, sul quale ci sono meccanismi che possiamo rivedere e aggiornare, dopo tanti anni, al fine di rendere più fluido ed efficiente il sistema".

Zaia denuncia grave carenza personale negli ospedali. Ora però gli effetti di questa manovra lacrime e sangue (che non ricade solo sui pazienti) comincia a dare i suoi evidenti segni. Il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, alla luce dell’allarme lanciato dai sindacati sulla carenza di personale negli ospedali e in relazione ai tagli previsti dalla legge finanziaria, denuncia i rischi gravissimi che andrebbero ad aggravare sul servizio sanitario.
Luca Zaia spiega: L’allarme che viene oggi dai sindacati vicentini è fondato: l’impossibilità di assumere i medici e gli infermieri che servono a coprire i turni e a rispettare le nuove norme europee che entreranno in vigore il 25 novembre sui tempi di riposo è uno degli effetti più gravi dei tagli alla sanità inferti dalla legge di stabilità. E’ un vero e proprio taglio ai servizi, che stresserà il personale oltre i limiti del leciti e accenderà tensioni sul piano sindacale”.

250 milioni di tagli sulle gambe della Regione Veneto. Il Presidente della Regione Veneto in merito denuncia l’impresa faraonica che stanno portando avanti in queste ore per reperire, fuori dalle cure e dal personale, il necessario per far fronte ai 250 milioni di tagli che si vogliono appioppare al Veneto nel 2016.

Zaia la definisce un’impresa titanica. Zaia contro gli spreconi della sanità. Zaia nel difendere l’operato della sua Regione Vento spiega: “ La vergogna di non aver applicato i costi standard nel suddividere i sacrifici, ha infatti creato una situazione per cui, mentre agli spreconi si lascerà sprecare, si costringono i virtuosi a raschiare il fondo di una barile di appropriatezza della spesa già raschiato negli anni”.

Allarme sollevato da Zaia. A rischio il Piano di Assunzioni. No ad addizionali Irpef, né ticket Regionali. Zaia tuona furente contro le scelte scellerate attuati con la legge di stabilità, che si vorrebbe far ricadere sugli stessi cittadini con gli aumenti Irpef e i ticket regionali: “Di questo barile raschieremo anche il legno e non metteremo né addizionali Irpef (unici in Italia a non averlo ancora fatto) né ticket regionali oltre a quelli già imposti dallo Stato – aggiunge Zaia – ma attualmente sono ad alto rischio il Piano di assunzioni per centinaia di unità che avevamo definito con un investimento non inferiore a 50-60 milioni l’anno; le Medicine di Gruppo (le ultime 15 autorizzate poche settimane fa); gli ospedali di comunità; i nuovi Lea; i farmaci oncologici ad alto costo; i farmaci per l’epatite C e gli altri innovativi”.

Focus dissenso Veneto, Lombardia e Liguria all’accordo 2 luglio 2015. Inamovibile era stata la posizione del Veneto, che aveva detto 'no' al riparto, come ha tenuto a sottolineare al termine della Stato-Regioni l'assessore riconfermato alla Sanità, assieme a Lombardia e Liguria. Luca Zaia sottolineava già a luglio scorso la forza del proprio dissenso a questi tagli: “Con il nostro irremovibile 'no' siamo stati coerenti, come lo siamo da mesi, a fronte di dissennate politiche della salute, con tagli lineari che penalizzano i virtuosi e premiano gli spreconi, con riduzioni delle prestazioni che ci avvicinano alla Grecia e al Portogallo dove, a differenza del Veneto, l’attesa di vita è sensibilmente più bassa, e dove – sempre a differenza del Veneto – i più ricchi sono anche i più sani”. 

Tagli sanitari a carico dei bilanci regionali come la regione Veneto sempre in attivo. Zaia annuncia opposizione. La fotografia scattata dal Presidente Zaia lascia poco all’interpretazione. Luca Zaia non accetta questa manovra non solo lacrime e sangue ma rappresenta un vero scandalo: “Questo rischia di accadere in una Regione con i bilanci sanitari in attivo da 5 anni, ed è uno scandalo contro il quale ci rivolgeremo alla Corte Costituzionale. Dai 115 miliardi e 444 milioni previsti dal tuttora vigente Patto Nazionale per la Salute – fa i conti Zaia – siamo precipitati ai 111 annunciati dal Governo con un buco di 4 miliardi 444 milioni. Ma non basta, perché un buco di 2,97 miliardi c’è anche prendendo per buona l’Intesa del 2 luglio 2015, che il Veneto non sottoscrisse perché già abbastanza iniqua, che fissava la posta 2016 in 113, 97 miliardi”.

Quale sanità sta ridisegnando la ministra Lorenzin? Era stato siglato l’accordo sulla riduzione del fondo sanitario 2015, pari a 2,35 miliardi al termine della conferenza Stato-Regioni tenutasi al Ministero per gli Affari Regionali il 2 luglio 2015 , dove solo il Veneto, Lombardia e Liguria non hanno firmato. Ora emergono con forza inaudita tutte le gravi problematiche legate ai tagli sulla sanità. Riecheggiano le parole della stessa proprietaria del dicastero della salute che aveva pronunciato dopo il dissenso delle Regioni all’accordo siglato: “Tra le Regioni l'unico 'no' è venuto dal Veneto: l'assessore alla Sanità Luca Coletto ha spiegato al termine della Stato-Regioni di aver espresso un voto contrario sia in Conferenza delle Regioni sia in Conferenza Salute". Su questo punto aveva chiarito poi la Lorenzin che inizialmente sembrava volesse fare della sterile ironia, spiegando che "il rappresentante del Veneto è uscito, permettendoci così di chiudere l'intesa, quindi lo ringrazio". 




CRISI TRA STATO E REGIONI. CHIAMPARINO SI DIMETTE

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di Cinzia Marchegiani

Tensioni ormai evidenti tra Stato e Regioni. Il presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino che recentemente aveva avuto una querelle con il ministro della salute proprio sul decreto appropriatezza e sulle sanzioni ai medici che non rispetteranno le nuove direttive, ha presentato le proprie dimissioni. Lo ha detto lui stesso, nel corso di una conferenza stampa tenuta al termine della riunione della Conferenza delle Regioni del 22 ottobre 2015, aggiungendo che su richiesta dei colleghi presidenti, le stesse dimissioni sono state al momento congelate.

Dimissioni congelate, ma irrevocabili. Chiamparino non lascia alcuna porta aperta e spiega:
“Ho rassegnato le dimissioni da presidente della Conferenza ma non per la legge di Stabilità e i tagli alla sanità. In ogni caso le mie dimissioni sono irrevocabili ma ho accolto la richiesta del vice presidente Toti di congelarle per portare avanti la trattativa sulla legge di Stabilità”

Chiamparino specifica, lascia ma non per colpa delle Legge di stabilità. Chiamparino alla Conferenza spiega la sua inamovibile decisione, e ha ribadito che i motivi delle dimissioni non starebbero nei tagli alla sanità ma sono legati al giudizio dato dalla Corte dei Conti sul bilancio della Regione Piemonte: "Una Regione con un bilancio in questa situazione non può fare da guida a tutte le Regioni. Mi devo dedicare di più al lavoro nella Regione Piemonte. Ho rassegnato le dimissioni dal presidente della Conferenza delle Regioni, non sul giudizio sulla Legge di Stabilità, ma perché è evidente che il giudizio di parificazione della Corte dei Conti, che ha parificato il bilancio in 5 miliardi e 800 milioni, come conseguenza della Corte Costituzionale in cui si annullava il rendiconto del 2013. Una Regione che ha una situazione di Bilancio di questo genere non può essere la regione che rappresenta le altre Regioni”. Per il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, sottolinea che va chiarita una norma di contabilità che per il Piemonte vale 5 miliardi, ma per altre regioni ha un valore pesante.

Chiamparino nega tensioni con il governo, ma lascia in piena tempesta abbattuta sulla sanità. “Nessun atto polemico nei confronti del Governo sulla legge di stabilità – ha precisato Chiamparino – ma devo dedicarmi di più alla mia Regione”. Una scelta che arriva dopo il Giudizio di parificazione della Corte dei Conti che ha riscontrato un disavanzo di 5,8 miliardi nel 2014 per il Piemonte. Chiamparino lascia la sua presidenza però proprio in mezzo ad una tempesta che si sta abbattendo sulla sanità del paese, ma conferma: “Da artigliere di montagna – ha spiegato – sono convinto che l'esempio sia importante e una regione che è in una situazione di bilancio di questo genere non può essere quella che rappresenta le altre. Chi rappresenta le Regioni deve poter tirar fuori il suo bilancio e far vedere che riflette il ruolo che le regioni vorrebbero avere”.

Le dimissioni quindi restano irrevocabili e a gennaio le Regioni potrebbero trovarsi a dover eleggere un nuovo presidente. Un segnale a distanza lanciato al Governo su un punto che, dopo il Piemonte, rischia di mettere in ginocchio parecchie amministrazioni regionali e ripropone l'urgenza di una norma “salva Regioni".

Legge di stabilità, Per Chiamparino il bicchiere è mezzo pieno, ma ci sono punti che le Regioni chiedono al governo. Per Chiamparino la legge di stabilità è un bicchiere più mezzo pieno che mezzo vuoto, anche se sulla sanità ci sono delle questioni che le Regioni pongono al Governo: “Sulla parte sanitaria vi è un aumento di un miliardo rispetto ai 3 miliardi previsti – sottolinea Chiamparino – Questo miliardo parrebbe vincolato per 800 milioni alla definizione dei nuovi Lea, che noi vogliamo fare, ma è evidente che se c’è un vincolo sui Lea l’aumento è condizionato”. Ma non solo, per le Regioni il presidente della Conferenza Regioni spiega: “c’è anche la questione di dove saranno appostati i soldi per i rinnovi dei contratti che valgono 350 mln, poi bisogna vedere come sono collocati i farmaci salvavita e soprattutto quelli per l’epatite C perché dobbiamo sapere se questi stanno nel Fondo oppure no, se stanno dentro il tetto del payback oppure no. E questo può fare una differenza assai significativa per i bilanci delle Regioni”.

Sanità e i conti che non tornano, dubbi sui fondi per coprire contratti, vaccini e salvavita. Chiamparino ha anche fatto i conti di questa partita: "I contratti e i farmaci innovativi valgono quasi un miliardo, come possibile ricaduta sul bilancio delle Regioni e in più c’è anche il piano vaccini che vale 300 milioni". Quindi sulla Legge Stabilità sorgono forti dubbi anche sui fondi per contratti, vaccini e farmaci salvavita, che dovrebbero rientrare dentro il fondo di 111 miliardi.

Chiamparino e la nuova querelle con la Lorenzin. Il governo gestisca la sanità. Chiamparino è tornato anche sulle parole pronunciate dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin che aveva definito “un errore fatale” l’avere delegato la sanità alle Regioni e dichiara:“Riprendo le parole che ha detto oggi in Conferenza il presidente della Toscana Enrico Rossi: se il Governo ha lo stesso giudizio della Lorenzin gestisca lui la sanità. E tra 5 anni faremo i raffronti e vediamo la sanità è gestita meglio da un sistema centralizzato”.

Giovanni Toti, Presidente della Liguria è decisamente critico sulla Legge di Stabilità. Toti, seduto accanto a Chiamparino alla Conferenza invece è decisamente critico contro la Legge di stabilità: “Questa legge di Stabilità non porterà quell'espansione che il Governo promette al Paese. Non c'è una reale riduzione delle tasse, ma semmai c'è uno spostamento di poste di bilancio”. Per Toti non c'è una reale spending review al netto di quella imposta agli enti locali ed è tutta fatta in deficit: “Ci sono, dal punto di vista normativo, degli elementi positivi, come le modalità di scrittura della gestione dei bilanci e la parte relativa ai cofinanziamenti europei. Quando vedremo il testo – ha proseguito però il governatore – quello che appare un miliardo in più in sanità sarà una riduzione di poste e la capacità di investimenti delle Regioni e la discrezionalità nelle politiche ne viene così compromessa”.

La sanità è in crisi, in ogni settore, e queste continue rappresaglie dimostrano che la patologia economica in atto è più seria di qualsiasi rosea aspettativa. Di fatto i cittadini sanno che per curarsi in Italia in tempi ristretti, tra appropriatezze e sanzioni, sarà possibile solo andando al privato. Questa è la tomba del nostro Sistema Sanitario Nazionale, nei prossimo giorni sicuramente lo show continuerà.