ALLARME MENINGITE: IN TOSCANA PARTITA LA CAMPAGNA DI VACCINAZIONI

Red. Cronaca

Firenze – La Toscana è interessata da un incremento significativo del numero di casi di casi di malattia invasiva da meningococco di tipo C  dalla scorso gennaio 2015. Nello scorso anno sono stati documentati 42 casi con 10 morti; dal gennaio 2016, invece, 10 i casi e 4 i decessi. Questa epidemia interessa solo alcune zone della Toscana: la provincia di Firenze, di Prato, di Pistoia e di Empoli, ossia la parte centrale e fiorentina con estensione lungo la valle dell'Arno. Quest'area è anche quella a maggiore densità della regione, e questo può aiutare a capire quello che sta avvenendo. Di seguito le specifiche di questo caso e i consigli della SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.
 
Le tre caratteristiche del batterio – "Abbiamo a che fare con un ceppo particolarmente aggressivo (ST11), che provoca più morti e sepsi aggressive a decorso più rapido rispetto alle meningiti – spiega Francesco Menichetti, primario del reparto Malattie infettive all'ospedale di Cisanello e membro SIMIT –  La prima caratteristica è che circola nei portatori in modo più significativo, nonostante il dato non sia stato ancora confermato. La seconda peculiarità è che questo ceppo non rispetta la stagionalità: durante i mesi tiepidi, infatti, il meningococco scompare. Infine non rispetta i gruppi di età, perché ha interessato anche adulti ed anziani, quando solitamente questo tipo di malattia è del giovane o giovane adulto".
 
Le misure di prevenzione – Le autorità sanitarie hanno intrapreso una importante campagna vaccinale, ancora in corso, che offre il vaccino a gran parte della popolazione toscana, in particolare ai giovani dagli 11 ai 20 anni, fino ai 45 anni e tende quest'offerta, volontaria ma gratuita, dopo i 45 nelle province di Firenze, Prato, Pistoia ed Empoli. "E' un grosso impegno – aggiunge Menichetti – che la Regione Toscana ha assunto in accordo con il Ministero della Sanità e con l'Istituto Superiore di Sanità. Fino alla fine dell'anno scorso i vaccinati non erano tanti, appena 250mila. Ora si spera, con questa accelerazione, aumentino in modo tangibile sino al raggiungimento dell'immunità  di gregge".
 
L'allarme e i consigli – Le procedure di vaccinazione funzionano, ma è importante attuare una maggiore copertura vaccinale anche tra le fasce di età più adulte, che al momento sono le più a rischio. C'è grande attenzione, e una quota giustificabile di paura, che si trasformano però in azioni preventive e di controllo che non devono generare alcun allarme per il turismo. "Chi vuole venire in Toscana può continuare a farlo tranquillamente, senza rischi, avendo solo cura di evitare luoghi affollati e chiusi. Questo basta per continuare a godere delle bellezze della nostra Regione", conclude lo specialista SIMIT.
 




ALIMENTAZIONE: ECCO I PRODOTTI CHE NON BISOGNA MAI METTERE IN FRIGO

Redazione

E' convinzione, un po' di tutti', che il frigorifero sia il luogo dove il cibo duri più a lungo. In realtà – si legge sull''Indipendent'- ci sono degli alimenti che, a basse temperature, deperiscono prima, perdono sapore e consistenza, o semplicemente diventano neri.

Pomodori – Il frigorifero blocca la maturazione e 'uccide' il sapore. Secondo Mercola.com, popolare sito che si occupa di salute e benessere, la struttura chimica dei pomodori cambia se messi in frigo e si riduce la quantità di composti volatili, andando a colpire il sapore. Anche la consistenza e il colore di questo frutto sono sensibili alle basse temperature, rendendolo troppo morbido.

Banane – Se metti questo frutto in frigo quando è già maturo, lo aiuterai a 'resistere' due giorni in più. Ma se lo metti quando è ancora un po' verde e duro, non maturerà mai del tutto, neanche una volta tirato fuori. Le banane sono un frutto tropicale e non hanno alcuna difesa naturale contro il freddo nelle loro pareti cellulari, che vengono distrutte dalle temperature fredde, facendo sì che si perdano gli specifici enzimi digestivi e la buccia diventi completamente nera.

Pane – Il frigorifero per il pane è 'il male'. Mentre il congelamento blocca il processo che lo rende raffermo, in frigo questo processo si accelera. In pratica, con le temperature basse l'amido si cristallizza più rapidamente rispetto alla temperatura ambiente e il pane diventa stantio prima.

Patate – Devono essere riposte in un luogo fresco e asciutto, in un sacchetto di carta o in una retina, ma non in frigo dove il freddo può trasformare la fecola di patate in zucchero: ciò provocherà una perdita di colore e, una volta cotte, risulteranno più dolci.

Aglio e cipolla – Anche in questo caso è meglio conservarli in un luogo fresco e asciutto. Secondo la National Onion Association, solo in un caso la cipolla deve essere messa in frigo: se viene acquistata già sbucciata e tagliata o quando si cerca di prolungare la durata di una determinata varietà, quella dolce, ad alto contenuto di acqua. In frigorifero, come in un sacchetto di plastica, l'aglio rischia di ammuffire. Il modo migliore per conservarlo è tenerlo a temperatura ambiente in un luogo asciutto, buio, con una buona areazione per evitare che germogli.




PROPRIETARI DI IMMOBILI E CERTIFICAZIONE ENERGETICA APE: ECCO COME FUNZIONA

di Vincenzo Giardino
Alcune sostanziali modifiche sono state apportate in merito alla certificazione energetica con il D.M. 26/06/2015, lo Studio Energia Sicilia ha illustrato procedure ed obblighi per la certificazione APE, affinché gli interessati abbiano chiarezza su questa norma che ha subito sostanziali modifiche.

Lo Studio Energia Sicilia, indica che tale certificazione, redatta da un tecnico abilitato ed iscritto negli appositi albi regionali, prevede l’obbligo del sopralluogo da parte del tecnico con un costo tra i 100/150 euro. La mancanza di sopralluogo è una violazione del regolamento in materia di certificazione, passibile di sanzioni sia per il tecnico e per il proprietario dell’immobile.

L' A.P.E. (Attestato di Prestazione Energetica) è un documento che descrive le caratteristiche energetiche di un immobile. E' uno strumento di controllo che certifica con una scala da A a G le prestazioni energetiche degli edifici. Al momento dell' acquisto o della locazione di un immobile, oltre ad essere obbligatorio, è utile per informare sul consumo energetico che sarà a carico del futuro inquilino o compratore.
 

La Certificazione Energetica è necessaria per:
– Compravendita (a titolo oneroso)
– Donazione (a titolo non oneroso)
– Affitto di edifici o singole unità immobiliari
– Annunci di vendita o affitto
– Edifici di nuova costruzione al termine dei lavori
– Ristrutturazione/Riqualificazione energetica che incida sul consumo energetico dell’immobile

La Certificazione Energetica non va redatta per:

   – Edifici industriali e artigianali quando gli ambienti sono riscaldati per esigenze del processo produttivo
   – Fabbricati isolati con una superficie utile totale inferiore a 50 metri quadrati
   – Edifici quali box, cantine, autorimesse, parcheggi multipiano, depositi
   – Edifici adibiti a luoghi di culto e allo svolgimento di attività religiose
   – Ruderi, purché tale stato venga espressamente dichiarato nell’atto notarile
   – Fabbricati "al rustico" o nello stato di "scheletro strutturale" purché  venga dichiarato nell’atto notarile

Solo il tecnico certificatore energetico può redigere l’APE
L'APE viene redatto da un "soggetto accreditato" chiamato certificatore energetico.  La  supervisione e l'accreditamento dei professionisti viene gestita dalle Regioni. Nel caso della Sicilia, ad esempio, si può trovare l’apposito elenco dei certificatori energetici abilitati alla pagina www.cefa.energia.sicilia.it .


D.M.26/06/2015 (Linee Guida Nazionali sulla Certificazione Energetica)
Le nuove linee guida nazionali sulla certificazione energetica degli edifici per la redazione del NUOVO APE in vigore dal 1 Ottobre 2015 prevodono diverse novità tra le quali:

– La nuova scala di classificazione della prestazione energetica degli immobili, in vigore dal 1 Ottobre 2015, è formata da 10 classi: A4, A3, A2, A1, B, C, D, E, F, G (dal più efficiente al meno efficiente).
– Una importante novità riguarda l'obbligo, indicato espressamente dalla norma, di effettuare almeno un sopralluogo nell'immobile da certificare.

Lo Studio Energia Sicilia offre la disponibilità per consulenza gratuita in merito all’argomento scrivendo a ape.energia.sicilia@gmail.com o chiamando al 3276677763 
 




LOTTA AI TUMORI: ARRIVANO LE SUPERCELLULE CHE SCONFIGGONO LA LEUCEMIA

Red. Cronaca

Lo studio del San Raffaele di Milano presentato al congresso dell’AAAS, AmerIcan Association for the Advancement of Science può rappresentare una vera svolta nella cura delle leucemie, soprattutto di quelle fulminanti e che non rispondono ai trattamenti, ed è una conferma della validità della immunoterapia, la nuova frontiera della lotta al cancro. Potenziare il nostro stesso sistema immunitario contro la proliferazione incontrollata di cellule neoplastiche, dargli istruzioni diverse da quelle del tumore che riesce prima a camuffarsi, poi a sfruttare le nostre difese immunitarie per espandersi. Il team dell’ematologa Chiara Bonini, vicedirettore della Divisione di immunologia, trapianti e malattie infettive del San Raffaele è riuscito a trasformare, con l’editing genetico, particolari linfociti T di alcuni malati di leucemia acuta in cellule anticancro, una specie di vaccino vivente, come le ha definite Bonini. Ogni tumore, come ogni organismo estraneo al corpo, viene riconosciuto dal sistema immunitario attraverso antigeni, una sorta di radiofaro che attrae le difese immunitarie permettendoci di sconfiggere una malattia: i proiettili con cui il nostro sistema immunitario uccide quelle cellule infette o mutate sono i linfociti: quelli T, con l’ingegneria genetica, sono stati resi capaci di intercettare sia gli antigeni sulla superficie della cellula, sia quelli al suo interno. In 10 malati di leucemia acuta che nel 2000 avevano avuto trapianto di midollo, i ricercatori del San Raffaele hanno scoperto che è restata la memoria immunologica dei linfociti T geneticamente modificati: ed infatti sono tutti guariti, e oggi hanno i livelli immunitari di una persona sana. In Italia ci sono ogni anno più di 8.000 casi di leucemia, In base ai dati AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), nel nostro Paese le forme più frequenti sono la linfatica cronica (33,5% del totale delle leucemie), la mieloide acuta (26,4%), la mieloide cronica (14,1%) e la linfatica acuta (9,5%).




TUMORI: A BREVE LA BIOPSIA LIQUIDA. LA DIAGNOSI ATTRAVERSO IL TEST DELLA SALIVA

Redazione

Più vicina la 'biopsia liquidà: la possibilità di diagnosticare la presenza di un tumore dall'analisi del Dna tumorale circolante nei fluidi corporei, ossia sangue e saliva. Questo approccio, che promette diagnosi più rapide e meno invasive del tumore, ma anche un monitoraggio attento della malattia nel corso del trattamento, è studiato al Center for Oral/Head and Neck Oncology Research della Ucla dal team di David Wong, e oggi è un passo più vicino. L'esperto ne ha parlato all'American Association for the Advancement of Science (Aaas) a Washington. Wong ha descritto un prototipo del dispositivo, chiamato 'Efirm', che può rilevare biomarker nella saliva spia del tumore ai polmoni non a piccole cellule. Il device ha un'alta accuratezza rispetto alle attuali tecnologie di mappatura, e sta entrando nella fase dei test clinici nei pazienti con tumore ai polmoni in Cina.C nello studio del medico




ONDE GRAVITAZIONALI: INIZIA LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA

di Angelo Barraco
 
Pisa – Adesso è ufficiale, le onde gravitazionali esistono. Il dato scientifico è stato reso noto il 14 settembre alle ore 10:50:45 e sono state prodotte nel corso della fusione di due buchi neri. Per la fisica è una rivoluzione poiché conferma sia l’esistenza delle onde gravitazionali che l’esistenza dei buchi neri. Ma cosa sono le Onde gravitazionali? Sono le vibrazioni dello spazio-tempo provocate da fenomeni molto violenti, come per esempio collisioni di buchi neri, esplosioni di supernova o il famoso Big Bang che ha generato l’universo. La teoria era stata avanzata da Albert Einstein circa un secolo fa e un esempio oggettivo per descrivere le onde gravitazionali è paragonabile ad un sasso che cade in uno stagno. Nel caso specifico dell’universo, le onde percorrono alla velocità della luce l’universo e creano increspature nello spazio-tempo. Tale scoperta apre nuove frontiere in ambito scientifico e conferma la teoria della relatività poiché era l’unico fenomeno della medesima teoria che non aveva trovato ancora riscontro. Einstein sosteneva che quando una qualsiasi massa viene accelerata emette onde gravitazionali. Ma come è avvenuta la scoperta? Il 14 settembre del 2015, il fisico italiano Marco Drago riceve una mail che lo stravolge. Drago è responsabile dello studio dei dati delle antenne Ligo per le onde gravitazionali. In un’intervista all’Ansa ha riferito: “Era poco prima di pranzo quando è arrivata una mail di avviso dell'algoritmo a cui lavoro che analizza i dati praticamente in tempo reale. Erano dati inusuali, molto diversi rispetto ai soliti avvisi. Straordinari, nessuno poteva immaginarseli così perfetti. Quello che definiamo un golden event”, chiama immediatamente un collega perché capisce che ciò che sta vedendo è un sistema binario di buchi neri, ma inizialmente pensa sia un falso: “Abbiamo cominciato a sentire altri colleghi e dopo un'oretta ci siamo resi conto che non poteva essere un falso. Ma avevamo ancora qualche dubbio e abbiamo chiamato anche negli Usa ai responsabili di turno delle antenne per capire se avessero avuto qualche problema. Eravamo così presi che non gli abbiamo neanche detto che avevamo trovato un segnale!”. Descrive poi il momento della conferma della notizia: “appena saputo della conferma abbiamo stappato una bottiglia che avevamo preparato in ufficio ma prima di poterla comunicare pubblicamente abbiamo dovuto aspettare mesi, ora si che faremo una bella festa” e conclude “stiamo parlando della prima rivelazione di un evento di questo tipo ed era meglio arrivare 3 mesi dopo piuttosto di rischiare di dire cose sbagliate. Il bello inizia adesso aver visto le onde gravitazionali è il primo passo, ora sì che possiamo cominciare un nuovo tipo di fisica!”. Pia Astone, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha riferito: “Non è stato un caso: cominciamo adesso a vedere l'universo con altri occhi ed è inevitabile che ad una scoperta se ne associ un'altra” ha continuato inoltre “Le prospettive che si aprono adesso sono tante. Abbiamo uno strumento molto potente per studiare l'universo, tanto che le scoperte che potrebbero portare al Nobel sono due: oltre alla conferma dell'esistenza delle onde gravitazionali abbiamo osservato per la prima volta l'impatto di due buchi neri di masse stellari che orbitano uno attorno all'altro, per formarne uno nuovo”. 



PAVIA, CURARE I TUMORI AL CNAO: ECCO COME FUNZIONA E COSA FARE

 

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di Chiara Rai

Il quotidiano L’Osservatore d’Italia continuerà a parlare di questo Centro Nazionale di Adroterapia capace di trattare molti tipi di tumori dai quali oggi, grazie a questa struttura che si trova a Pavia, sono curabili.

Noi lo definiamo un miracolo ma è soltanto l’evoluzione della scienza medica e le risorse economiche che in essa sono impiegate a permettere la guarigione dai tumori. Il Ministero della Salute ha inserito l’adroterapia nella nuova bozza dei Livelli Essenziali d’Assistenza (LEA) oggi in attesa di approvazione. Lo stesso Ministero finanzia, con importo stabilito dalla legge, il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO) di Pavia che di fatto è il primo centro in Italia dove si effettua l’adroterapia con protoni e ioni carbonio

Non appena si avrà l’approvazione della bozza l’accesso alle cure sarà più semplice per tutti. Oggi la situazione è questa: i residenti in Lombardia e Emilia Romagna hanno accesso diretto e gratuito alle cure. I residenti nelle altre regioni, invece, devono chiedere prima l’autorizzazione alla loro Asl di residenza. Una volta ottenuta questa autorizzazione anche loro possono avere accesso interamente gratuito alle cure. In alcuni casi l’autorizzazione arriva subito ma in molti altri casi non arriva oppure arriva solo dopo mesi dalla richiesta.

Il CNAO di Pavia è in attesa di ottenere l’estensione della marcatura CE al dispositivo medico, ad oggi vincolata ai 23 protocolli clinici, per ampliare lo spettro delle patologie trattabili, come ad esempio i tumori ginecologici, le neoplasie polmonari avanzate, i glioblastomi, i linfomi di Hodgkin e i tumori pediatrici. Quindi, con l'inserimento dell’adroterapia nei LEA e l’ottenimento della marcatura CE completa, il Centro potrà trattare ogni anno circa 800 pazienti.

Quali sono i tumori che può trattare il CNAO?
Ad oggi, il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, CNAO tratta casi che rientrano nei 23 protocolli clinici autorizzati dal Ministero della Salute, per i tumori che colpiscono:
– Sistema nervoso centrale (gliomi ad alto grado, gliomi a basso grado)
– base cranica (cordomi e condrosarcomi, meningiomi)
– occhio e orbita (tumori rari che toccano la congiuntiva, le ghiandole lacrimali o i tessuti nervosi o connettivali)
– testa e collo (adenocarcinomi, carcinomi adenoidei cistici, sarcomi, melanomi mucosi, tumori di origine epiteliale come i carcinomi spino-cellulari) – per tumori in fase avanzata
– seni paranasali e cavità nasali
– ghiandole salivari
– distretto pelvico (prostata – per tumori ad alto rischio)
– ossa e tessuti molli (sarcomi)
In futuro verranno anche trattati i tumori al pancreas, al fegato, al retto e i melanomi oculari.

Cos’è l’adroterapia – L’adroterapia è una forma evoluta di radioterapia. A differenza di quest’ultima che utilizza prevalentemente raggi X ed elettroni, l’adroterapia permette di colpire il tumore con fasci di protoni e ioni carbonio. Si tratta di particelle più potenti ed efficaci nel distruggere le cellule del tumore che resistono alla radioterapia. Con l’adroterapia, inoltre, si colpiscono in modo mirato solo le cellule tumorali, a differenza di ciò che accade con la radioterapia che irradia tutti i tessuti, anche quelli sani. Per farlo il CNAO utilizza un sincrotrone, ovvero un grande e complesso acceleratore di particelle, frutto della tecnologia italiana, che scompone gli atomi e dirige i fasci di particelle sui tessuti tumorali.

L’intero edificio del CNAO di Pavia è stato pensato in funzione del sincrotrone, che consiste in un macchinario di forma circolare con un diametro di 25 metri e una circonferenza di 80 metri. I fasci di particelle qui prodotti sono trasferiti, dopo aver subito ripetute accelerazioni, nelle sale dove i pazienti ricevono il trattamento.

La realizzazione del Centro ha richiesto un investimento di 140 milioni di euro, 50% in meno di quanto richiesto dagli altri centri all’estero. Per la sua capacità gestionale e progettuale, molti centri all’estero hanno chiesto al Cnao di collaborare per realizzare progetti “gemelli”. Tra questi Vienna, Dallas, OsiJek (Croazia), Phoenix, San Francisco.

Il trattamento – Dopo le visite e gli esami preliminari il paziente torna al CNAO per il trattamento con l’adroterapia. Il paziente è collocato sul lettino nella posizione definita dai medici e dai tecnici del centro. Completata questa operazione, ha inizio l’irradiamento dei tessuti che dura alcuni minuti.

Ciascuna seduta nel suo complesso ha una durata di circa 30 minuti. Il fascio di adroni raggiunge in profondità il tumore in maniera selettiva. Il bersaglio è “tagliato a fette”, che sono irradiate una di seguito all’altra seguendone in maniera precisa i contorni. Un sistema di monitor sorveglia il trattamento e verifica che solo il tumore sia colpito dai raggi terapeutici, senza creare danni alle strutture sane circostanti. Le radiazioni dell’adroterapia non sono dolorose e non sono percepite dai pazienti.

Quale iter deve seguire il paziente che vuole essere curato presso il centro Cnao?
– Il medico curante o il paziente contattano il servizio medico CNAO IL TELEFONO DEL CENTRO E’ 0382-078.963
– Il servizio medico richiede la documentazione clinica necessaria per valutare il caso (Relazione dettagliata del medico curante /oncologo e/o Fotocopia della cartella clinica; Copia Esame Istologico;Dischetti della TAC, della RNM, della PET; Dati in dettaglio con piano di trattamento della pregressa Radioterapia (se effettuata); con file DICOM delle TC di simulazione e dicom RT-struct RT-dose e RT-plan su supporto informatico, in alternativa DVH e stampa delle isodosi
– Se la patologia viene valutata trattabile con adroterapia viene fatta la prima visita per la quale è necessaria un’impegnativa per “prima visita radioterapica”
– Se dopo la visita è confermata la possibilità di procedere al trattamento l’accettazione fissa al paziente gli appuntamenti per la simulazione del trattamento. Qui serve un’impegnativa per “trattamento adroterapico”con specificato codice di riferimento del nomenclatore (ciclo minimo o STEREOTASSI 1-3 SEDUTE; BOOST 8 SEDUTEDI MEDIA; CICLO INTERO 16 SEDUTE se con ioni, 30 con protoni)
– La prestazione è da intendersi a pacchetto e comprende l’imaging preliminare, la preparazione del dispositivo di immobilizzazione, le sedute di adroterapia, e la visita settimanale in corso di terapia con il medico.




ALLARME ZIKA: IL VENEZUELA ANNUNCIA I PRIMI TRE MORTI

Redazione Salute

Il Venezuela annuncia le prime vittime legate a Zika: il presidente Nicolas Maduro ha detto ieri sera che almeno tre persone sono morte a causa di complicazioni per il virus portato dalle zanzare. Maduro ha aggiunto che 68 persone sono state ricoverate in ospedale nel Paese sudamericano con complicazioni correlate a Zika.
In Venezuela sono stati registrati oltre 5.000 casi sospetti dal novembre dello scorso anno, ma secondo organizzazioni sanitarie locali il numero reale è probabilmente molto più alto.

Nel frattempo, i Centers for Disease Control and Prevention americani (Cdc) hanno individuato il virus Zika nel tessuto di due bambini che sono morti in Brasile per microcefalia. Si tratta – riporta 'Usa Today' – della prova più forte del legame fra l'infezione e questa grave malformazione che colpisce i feti nati da donne infette, ha detto il direttore dei Cdc, Tom Frieden, ai membri della Commissione Affari esteri della Camera statunitense.

"Questa è l'evidenza più corposa che abbiamo fino ad oggi del fatto che Zika è la causa della microcefalia", ha affermato Frieden, precisando che non si tratta però di una dimostrazione definitiva del fatto che il virus provochi il difetto congenito: più test saranno necessari prima che il collegamento possa essere provato in modo definitivo.

Intanto in Brasile è stato messo a punto un test molecolare per individuare la presenza del virus Zika in sole 5 ore , invece che in 5-8 giorni come avviene con le analisi finora a disposizione. L'esame ultra-rapido è stato sviluppato dagli scienziati dell'università di Campinas (Unicamp), insieme a colleghi dell'università di San Paolo (Usp) e della San Paolo State University (Unesp), che hanno utilizzato informazioni ricevute da ricercatori senegalesi impegnati in passato nella lotta all'infezione veicolata dalle zanzare Aedes.

A partire da lunedì 15 febbraio, il nuovo test verrà utilizzato per analizzare campioni prelevati da pazienti con sospetta malattia da Zika assistiti presso il Campinas Clinical Hospital nello Stato di San Paolo. In caso di positività all'esame, il materiale biologico verrà inviato ai laboratori di ricerca che studiano la patologia, che potranno così isolare il virus e procedere alla tipizzazione genetica. La speranza degli esperti è che questa nuova arma possa segnare un nuovo passo nella lotta all'infezione. Il test 'fast' potrebbe infatti rimpiazzare le 2 analisi utilizzate oggi, che impiegano fino a 5 giorni per identificare Zika nel sangue e fino a 8 giorni per rilevarlo nelle urine.




VIRUS ZIKA: TRE CASI IN VENETO DA INIZIO ANNO

Redazione

Veneto – Si fa sempre più alto l'allarme di questo contagio. Dall'inizio del 2016 sono tre i casi di persone colpite dal virus Zika in Veneto, uno a Treviso, gli altri a Padova e Vicenza. Si tratta di persone rientrate da viaggi in alcuni dei Paesi dove l'infezione è più diffusa: Sudamerica e Caraibi. Lo rende noto l'assessore alla Sanità Luca Coletto, che oggi ha fatto il punto sulla situazione. "Non c'è motivo di allarme perché Zika è monitorato in Veneto dal 2010, con Chijkungunya e Dengue, sia negli umani che nelle zanzare che ne sono i vettori, poi perché, se si presenta, siamo in grado di curarlo efficacemente".

Dei tre casi, uno riguardava una donna venezuelana rientrata dal Paese d'origine, già guarita e dimessa dall'ospedale di Treviso. Gli altri due sono invece quelli di persone – probabilmente turisti – rientrati da poco da viaggi a Santo Domingo e in Martinica. I pazienti, in cura presso gli ospedali di Vicenza e Padova, sono entrambi in via di guarigione. "Le precauzioni, cominciando ad informarsi bene prima di fare un viaggio nelle aree di maggior diffusione – ha aggiunto Coletto – sono invece necessarie e sono bene indicate nel documento emesso il 23 dicembre 2015 dal Comitato Europeo per la Sicurezza Sanitaria che riguardano in particolare i viaggiatori con disturbi del sistema immunitario, le donne in gravidanza, i bambini piccoli". Per quanto riguarda l'estate, stagione nella quale le zanzare proliferano, i tecnici della Regione hanno già incontrato i referenti dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie per organizzare le attività di sorveglianza entomologica 2016 e a breve si terrà l'incontro con i referenti delle diverse Reti di Sorveglianza (Malattie Infettive, Laboratori di Microbiologia, Servizi Igiene e Sanità Pubblica




VIRUS ZIKA: È ALLARME ZANZARA TIGRE

Red. Salute & Sanità

La zanzare tigre potrebbe diventare il vettore in Europa del virus. In Italia l'insetto è ormai presente da anni. Lo ha dichiarato il Prof. Peter Lüthy, esperto di zanzare tigre, in un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano svizzero "Zentralschweiz am Sonntag".

Oggi sono 25 i Paesi in cui Zika è presente ma il numero è destinato ad aumentare .

Venerdì, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha affermato che il rischio di propagazione del virus Zika in Europa è "estremamente bassa", a causa delle basse temperature invernali, ma potrebbe aumentare con il ritorno dell'estate.

La zanzara tigre è presente in diversi paesi europei, non solo nell'Europa meridionale. Infatti, come ha aggiunto l'esperto, sarebbero stati individuati degli esemplari a Friburgo in Brisgovia ed ad Heidelberg, in Germania. Il comitato d'urgenza del regolamento sanitario internazionale dell'OMS dovrebbe riunirsi lunedì per decidere se decretare l'emergenza sanitaria internazionale.

Anche i microbiologi clinici italiani hanno lanciato l’allarme al possibile incremento di casi di virus Zika nel nostro paese, che potrebbe essere causato dall’attività di sviluppo delle zanzare in Italia. Il problema più serio nel nostro Paese si porrà con l’inizio della stagione di attività biologica delle zanzare, perché se una persona torna con il virus Zika nel sangue e viene punto da una zanzara, questa diventa portatrice ed in grado di infettare la persona che punge dopo e via di seguito. Se questa catena non si ferma subito si può innescare un focolaio autoctono che può assumere anche dimensioni rilevanti o portare il Paese a diventare endemico. I sintomi sono rappresentati da: febbricola, eruzioni cutanee, congiuntivite, mal di testa e artralgie, che compaiono tra i 3 e i 12 giorni dopo la puntura della zanzara vettore e possono durare da 2 a 7 giorni. Una persona su quattro non sviluppa sintomatologia. Oggi questi piccoli insetti sono da considerare gli animali più pericolosi al mondo per la salute dell’uomo. E poichè il territorio italiano è particolarmente interessato al problema della zanzara tigre, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sempre puntuale nell’avvisare i cittadini, invita il Ministro della Salute a fare monitorare attentamente la situazione.
 




FARMACI: ECCO I DATI NAZIONALI DEI PRIMI 9 MESI DEL 2015

Red. Scienza, salute & ambiente

Nei primi nove mesi del 2015 la spesa farmaceutica nazionale totale (pubblica e privata) è stata pari a 21,3 miliardi di euro, di cui il 76,5% è stato rimborsato dal SSN. La spesa farmaceutica territoriale pubblica si è attestata a quota 9.727 milioni di euro (circa 159 euro pro capite), con un aumento del +9,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A snocciolare i dati è l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) che ha reso noto il rapporto sull’uso dei farmaci relativo ai primi nove mesi dell’anno 2015, che descrive l’utilizzo dei medicinali in Italia, a livello nazionale e regionale.

L'aumento è dovuto principalmente alla crescita del +37,4% della spesa per medicinali di classe A erogati in distribuzione diretta e per conto per l’erogazione attraverso questo canale dei farmaci più costosi; la spesa farmaceutica convenzionata ha, invece, registrato un lieve calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Gli italiani hanno consumato 1.041,1 dosi ogni mille abitanti in regime di assistenza convenzionata con un lieve incremento rispetto all’anno precedente (+0,5%).  I consumi crescenti sono in linea con la tendenza generale dell’invecchiamento della popolazione e della cronicizzazione delle patologie.
Per quanto riguarda il focus sulle diverse realtà regionali, i più alti livelli di consumo in regime di assistenza convenzionata sono stati osservati nel Lazio (1.191,9 DDD/1000 ab die), in Calabria (1.171,8 DDD/1000 ab die) e in Puglia (1.149,6 DDD/1000 ab die), mentre i consumi più bassi sono stati riscontrati nella Provincia Autonoma di Bolzano (773,0 DDD/1000 ab die), in Liguria (875,4 DDD/1000 ab die) e in Veneto (933,1 DDD/1000 ab die).

Le tre Regioni che hanno fatto registrare la spesa farmaceutica convenzionata di classe A-SSN più elevata sono state la Campania con 167,5 euro pro capite, la Puglia con 161,6 euro e la Calabria con 158,6 euro; al contrario la Provincia Autonoma di Bolzano, l’Emilia Romagna e la Toscana hanno mostrato la spesa pro capite più bassa, pari rispettivamente a 97,0 euro, 103,0, euro e 108,0 euro; tali valori si assestano ben al di sotto della media nazionale di 134,4 euro.

I farmaci antineoplastici e immunomodulatori si confermano anche nel 2015 la prima categoria a maggior spesa pubblica (comprensiva della spesa farmaceutica convenzionata e della spesa per l’acquisto dei farmaci da parte delle strutture sanitarie pubbliche), mentre i farmaci del sistema cardiovascolare vengono superati nella spesa dai farmaci antimicrobici. Gli indicatori di appropriatezza hanno mostrato un livello non sempre ottimale dell’aderenza al trattamento. In particolare, per quanto riguarda il sistema cardiovascolare, il 58,9% dei pazienti è risultato aderente agli ipertensivi, mentre meno della metà dei pazienti (47,4%) ha assunto regolarmente il trattamento con gli ipolipemizzanti. Relativamente al trattamento dell’ipertensione, è stato confermato l’uso inappropriato, già evidenziato negli anni precedenti, delle associazioni fisse di calcio-antagonisti con molecole attive sul sistema renina-angiotensina. Per quanto riguarda l’utilizzo dei farmaci inibitori della pompa acida, sebbene ancora distanti da livelli di appropriatezza accettabili, l’indicatore ha mostrato nel 2015 un trend verso l’appropriatezza. Il monitoraggio dell’appropriatezza ha evidenziato, inoltre, un andamento temporale crescente dell’uso dei biosimilari nei pazienti naïve, sebbene ci siano ancora spazi di miglioramento.

Lo scenario offerto deriva dalla lettura delle informazioni raccolte attraverso diversi flussi informativi, consentendo la ricomposizione dei consumi e dell’assistenza farmaceutica in Italia. In particolare, il database OsMed Health DB ha consentito di analizzare l’appropriatezza d’uso dei farmaci in un campione di 35 milioni di assistibili, che rappresenta quasi il 60% dell’intera popolazione italiana. Tale numero è in crescita, basti pensare che nel 2014 il numero di assistibili era pari a 30 milioni e nel Rapporto relativo all’intero anno 2015 ci si aspetta un campione ancora più numeroso rispetto a quello utilizzato per l’analisi del Rapporto pubblicato oggi. Ciò apre la strada a nuove analisi, ancora più accurate, e consente un monitoraggio dell’assistenza farmaceutica e dell'appropriatezza d'uso dei medicinali, sempre più puntuale e rispondente alle esigenze programmatorie delle Regioni e decisionali dei medici.

I dati presentati nel Rapporto dei primi nove mesi, sebbene preliminari, forniscono un orientamento dei consumi e della spesa farmaceutica italiana, che sarà, poi, consolidato con la prossima pubblicazione del Rapporto annuale.