STAMINALI: PAZIENTI COLPITI DA ICTUS RECUPERANO MOVIMENTO

Redazione

Cellule staminali umane adulte opportunamente modificate e iniettate direttamente nel cervello di pazienti colpiti da ictus: un metodo non solo sicuro, ma efficace nel ripristinare parte della funzione motoria di queste persone. Questo quanto emerge secondo i risultati di un piccolo studio clinico condotto dalla Stanford University School of Medicine e pubblicato su 'Stroke'.

Durante la sperimentazione i 18 pazienti testati, che avevano subito il loro primo e unico ictus tra 6 mesi e 3 anni prima di ricevere le iniezioni, sono rimasti coscienti e sottoposti a leggera anestesia. La procedura prevedeva l'esecuzione di un piccolo foro nel cranio, un'invasività minima che ha consentito di rimandarli tutti a casa il giorno dopo. Anche se più di tre quarti ha sofferto di mal di testa transitori dopo il test, probabilmente a causa della procedura chirurgica e dei vincoli fisici impiegati per assicurare l'accuratezza del trial, non ci sono stati effetti collaterali imputabili alle cellule staminali.

Ma oltre alla sicurezza è emerso anche un buon profilo di efficacia: Sonia Olea Coontz, di Long Beach, in California, è stata una dei pazienti trattati. Ha 36 anni e ha avuto un ictus a maggio del 2011. Si è iscritta al trial di Stanford dopo aver scoperto dell'avvio della sperimentazione on line. "Il mio braccio destro non funzionava affatto, la gamba destra poco. Camminavo zoppicando e ho usato una sedia a rotelle per molto tempo". Ma dopo l'intervento "è come se questi arti si fossero risvegliati", ha raccontato. E infatti gli autori dicono di aver notato miglioramenti sostanziali nei punteggi dei pazienti relativi al recupero dai danni dell'ictus. I risultati promettenti preparano ora il terreno per un trial più esteso: un nuovo studio su 156 pazienti è in corso di organizzazione.
 




COSTELLAZIONI E GOOGLE EARTH: UN 15ENNE SCOPRE UN'ANTICA CITTA' MAYA DA CASA

Redazione

William Gadoury, un quindicenne canadese, è riuscito a scoprire una città Maya, rimasta finora nascosta nella giungla in Messico, comodamente dalla sua casa a Montreal, sulla base di una teoria da lui formulata incrociando le costellazioni Maya e le loro città, che gli ha valso gli elogi della Nasa e dell'Agenzia spaziale canadese. Senza sorvolare le foreste dall'alto o fare scavi, il ragazzo ha compreso che le città di questa antica civiltà erano costruite in allineamento con le stelle. ''Non capivo perchè i Maya costruissero le loro città lontano dai fiumi, in aree remote e montuose – ha spiegato – Dovevano farlo per un'altra ragione, e dato che veneravano le stelle, ho pensato di verificare la mia ipotesi. Sono rimasto sorpreso quando ho scoperto che le stelle più brillanti delle loro costellazioni combaciavano con le più grandi città Maya''. Da anni Gadoury studiava le 22 costellazioni Maya. Cosa che gli ha permesso di allineare la posizione delle loro 117 città con le stelle. Con quest'idea ha localizzato la 23esima costellazione, fatta di 3 stelle. Ma secondo la sua mappa, c'erano due città e tre stelle. Da qui l'idea di una terza città rimasta nascosta, in una regione remota della penisola dello Yucatan. Da una prima analisi delle immagini satellitari di diverse agenzie spaziali, come quella canadese, giapponese e la Nasa, pare che effettivamente in quell'area ci siano una grande piramide e una trentina di edifici nascosti dalla fitta vegetazione della giungla. Potrebbe trattarsi di una delle cinque città Maya più grandi finora mai scoperte. Anche se non tutti gli scienziati la pensano così. Secondo Susan Gillespie, docente di antropologia all’Università della Florida, si potrebbe trattare di una coincidenza. "I Maya hanno costruito dappertutto e ovviamente ci sono ancora siti sconosciuti", ha detto. Nelle immagini satellitari si distingue chiaramente la forma di un quadrato. "E un quadrato non è naturale, è in gran parte artificiale e difficilmente può essere attribuito a fenomeni naturali", ha detto Armand La Rocque, dell'University of New Brunswick. Intanto il ragazzino ha già battezzato la "sua" città. L'ha chiamata K'aak Chi, ovvero Bocca di Fuoco. "Esplorare con gli archeologi la città perduta, darebbe un senso alla mia ricerca, dopo tre anni di lavoro", ha detto. 




RISCHIO TUMORE ALLO STOMACO, GLI INDUSTRIALI DEI SALUMI: "NIENTE PAURA IN ITALIA"

Redazione

L'allarme lanciato dal nuovo report del World Cancer Research Fund (Wcrf) sui rischi di tumore allo stomaco – nelle persone che bevono tre o più bevande alcoliche al giorno e mangiano quotidianamente 50 grammi di carne lavorata (l'equivalente di due fette di pancetta) – riguarda stili di vita lontani da quelli del nostro Paese. Lo afferma l'Assica, Associazione industriali delle carni e dei salumi, che mette nero su bianco le sue precisazioni a commento dello studio internazionale diffuso ieri.

"Confidiamo – si legge in una nota Assica – che non si crei un ingiustificato allarmismo mediatico che colpirebbe di nuovo uno dei settori di punta del made in Italy alimentare. La ricerca del Wcrf conferma infatti che non è solo un alimento in sé che definisce i rischi associati alla salute, ma la dieta e lo stile di vita nel suo complesso (a partire dal peso)". Gli industriali ribadiscono che "lo studio indica come rischioso uno stile di vita che non appartiene al nostro Paese: il fattore di maggiore rischio è il sovrappeso e l’obesità, accompagnato a un abuso di alcool e di alimenti grigliati, fritti o alla piastra (carni, anche trasformate, e pesce)".

Si tratta "con tutta evidenza di uno stile di vita che è l’esatto opposto di quello degli italiani, secondo popolo più longevo al mondo, i quali seguono la dieta mediterranea, molto più equilibrata e sostenibile di quella della maggior parte dei Paesi considerati nella ricerca: gli italiani consumano infatti mediamente meno carne e salumi dei loro vicini europei, e ancora meno (al di sotto della metà) rispetto ad americani (sia del sud che del nord) o australiani".

Inoltre "questa comunicazione si riferisce a dati provenienti da studi epidemiologici, peraltro noti da tempo, che tengono in poco conto anche le peculiarità qualitative della produzione italiana di salumi. È noto, infatti, che i fattori che potrebbero rappresentare un rischio (abbondante presenza di grasso e di additivi nei prodotti, frittura o cottura ad alte temperature delle carni trasformate) non sono propri della nostra tradizione", si legge in una nota Assica.

L'associazione di produttori difende poi il consumo della carne in un'alimentazione equilibrata "vi è ampia evidenza scientifica che dimostra i benefici del consumo di carne all'interno di una dieta sana. Carne e salumi sono una fonte essenziale di nutrienti. Sono, in particolare, una fonte di proteine ​​di alto valore biologico che contribuiscono ad aumentare e preservare la massa muscolare del corpo".

"Sono anche una grande fonte di aminoacidi essenziali, vitamine del gruppo B (B1, B3, B6 e B12) e minerali come potassio, fosforo, ferro e zinco, che contribuiscono alla funzione normale del sistema immunitario, per mantenere buon sviluppo cognitivo e la buona funzione cardiaca. Pertanto, carne e salumi ​​hanno un valore nutritivo molto importante, quasi insostituibile da tutti gli altri prodotti nella nostra dieta quotidiana", conclude la nota .




ALIMENTAZIONE E SALUTE: DAI BROCCOLI CINESI ALLE FRAGOLE EGIZIANE, ECCO LA BLACK LIST

“Non c’è piu’ tempo da perdere e occorre rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri”

 

Red. Salute
 
Con la quasi totalità (92%) dei campioni risultati irregolari per la presenza di residui chimici sono i broccoli provenienti dalla Cina il prodotto alimentare meno sicuro, ma a preoccupare è anche il prezzemolo del Vietnam con il 78% di irregolarità e il basilico dall’India che è fuori norma in ben 6 casi su 10. E’ quanto emerge dalla “Black list dei cibi piu’ contaminati” presentata dalla Coldiretti, sulla base delle analisi condotte dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel Rapporto 2015 sui Residui dei Fitosanitari in Europa, al Palabarbuto di Napoli in occasione della mobilitazione di migliaia di agricoltori italiani con i trattori a difesa della dieta mediterranea.
 
La conquista della vetta della classifica da parte della Cina non è un caso poiché il gigante asiatico – ricorda la Coldiretti – anche nel 2015 ha conquistato il primato nel numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, da parte dell’Unione Europea, secondo una elaborazione della Coldiretti sulla base della Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti. Su un totale di 2967 allarmi per irregolarità segnalate in Europa, ben 386 (15 per cento) – precisa la Coldiretti – hanno riguardato il gigante asiatico che in Italia nello stesso anno ha praticamente quintuplicato (+379%) le esportazioni di concentrato di pomodoro che hanno raggiunto circa 67 milioni di chili nel 2015, pari a circa il 10 per cento della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente.
 
Se nella maggioranza dei broccoli cinesi è stata trovata la presenza in eccesso di Acetamiprid, Chlorfenapyr, Carbendazim, Flusilazole e Pyridaben, nel prezzemolo vietnamita – sottolinea la Coldiretti – i problemi derivano da Chlorpyrifos, Profenofos, Hexaconazole, Phentoate, Flubendiamide mentre il basilico indiano contiene Carbendazim che è vietato in Italia perché ritenuto cancerogeno.
 
Nella classifica dei prodotti piu’ contaminati elaborata alla Coldiretti ci sono pero’ anche le melagrane dall’Egitto che superano i limiti in un caso su tre (33%), ma fuori norma dal Paese africano sono anche l’11% delle fragole e il 5% delle arance che arrivano peraltro in Italia grazie alle agevolazioni all’importazione concesse dall’Unione Europea. Con una presenza di residui chimici irregolari del 21% i pericoli – continua la Coldiretti – vengono anche dal peperoncino della Thailandia e dai piselli del Kenia contaminati in un caso su dieci (10%)
 
I problemi – sottolinea la Coldiretti – riguardano anche la frutta dal Sud America come i meloni e i cocomeri importati dalla Repubblica Dominicana che sono fuori norma nel 14% dei casi per l’impiego di Spinosad e Cypermethrin.
 
E’ risultato irregolare – sottolinea la Coldiretti – il 15% della menta del Marocco, un altro Paese a cui sono state concesse agevolazioni dall’Unione Europea per l’esportazione di arance, clementine, fragole, cetrioli, zucchine, aglio, olio di oliva e pomodori da mensa che hanno messo in ginocchio le produzioni nazionali. L’accordo con il Marocco – precisa la Coldiretti – è fortemente contestato dai produttori agricoli proprio perché nel Paese africano è permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa.
 
L’agricoltura italiana- continua la Coldiretti – è la piu’ green d’Europa con 281 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp), il divieto all’utilizzo degli ogm e il maggior numero di aziende biologiche, ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%).
 
“Non c’è piu’ tempo da perdere e occorre rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri”, ha sottolineato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “bisogna liberare le imprese italiane dalla concorrenza sleale delle produzioni straniere realizzate in condizioni di dumping sociale, ambientale con rischi concreti per la sicurezza alimentare dei cittadini”.
 
 
LA BLACK LIST DEI CIBI PIU’ CONTAMINATI
 
PRODOTTO                         PAESE                      % IRREGOLARITA’ PER RESIDUI CHIMICI
Broccoli                                 Cina                                      92%
Prezzemolo                          Vietnam                                78%
Basilico                                 India                                      60%
Melagrane                            Egitto                                     33%
Peperoncino                        Thailandia                            18%
Menta                                    Marocco                                15%
Meloni/Cocomeri                 Rep. Dominicana                14%
Fragole                                 Egitto                                     11%
Piselli                                    Kenia                                    10%
Arance                                  Egitto                                     5%
Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Rapporto EFSA 2015
 




ESTATE 2016: SI PREVEDE UNA STAGIONE CALDISSIMA

di Angelo Barraco
 
Roma – “Pomeriggio d’estate; per me queste sono sempre state le due parole più belle nella mia lingua”, Diceva il famoso scrittore inglese Henry James. Una stagione tanto attesa dagli italiani, che nostalgici della calda estate scorsa che ha dato loro la possibilità di godere di infuocate ferie, tintarella e cocktail in riva al mare. Ma come sarà l’estate 2016? Se lo chiedono in molti e le risposte che arrivano prevedono una stagione calda su tutta l’Italia. La stagione sarà talmente calda da far tornare l’incubo siccità su molte regioni, arrecando quindi gravi danni e disagi. Al momento appare compromessa la circolazione emisferica, destinata a convogliare aria calda in quantità maggiore rispetto alla norma. Negli ultimi mesi abbiamo potuto assistere a fenomeni di innalzamento di temperatura, un innalzamento che non accadeva da anni. Le proiezioni attuali mostrano un innalzamento anomalo di 1/2 gradi su parte del Mediterraneo, Spagna. Nel Centro-Ovest Europa temperature di poco sopra la norma, saranno stabili in Portogallo, Nord della Spagna, Regno Unito, Germania, Nord della Francia, Paesi Bassi. Si attende quindi un’estate infuocata in gran parte d’Europa, Italia compresa. Pronto il costume? 



USA: ARRIVA LA PILLOLA PER VIVERE 10 ANNI IN PIÙ

Red. Salute & Benessere

Per ora gli esperimenti sono stati condotti sugli insetti, ma sembra che promettano l'arrivo di un potente elisir di lunga vita: una pillola anti-invecchiamento che potrebbe aiutare a vivere fino a una decina di anni in più. Si tratta di un grande avanzamento nello studio, che va avanti da alcuni anni, di una proteina chiamata Gsk-3 (glicogeno sintasi chinasi 3). Essa è in grado di accorciare la vita naturale di un essere vivente, ma può essere inibita attraverso una sostanza nota per regolare l'umore in chi soffre di disturbo bipolare: il litio.

Ebbene, negli studi condotti dagli scienziati dell'Ucl Institute of Healthy Ageing (Usa), del Max Planck Institute for Biology of Ageing e dell'European Molecular Biology Laboratory sui moscerini della frutta – che possiedono anche loro la proteina Gsk-3 – si è dimostrato che somministrando basse dosi di litio, si riesce a estendere la vita degli insetti in media del 16%. Questo ha sollevato speranze che si possa arrivare a una pillola a base di questa sostanza – o più probabilmente un altro farmaco simile, con meno effetti collaterali – in grado di prolungare l'esistenza umana. E, cosa forse più importante, "l a conoscenza di questo meccanismo potrebbe anche rivelare il segreto per evitare l'insorgenza di malattie legate all'età: Alzheimer, diabete, cancro e Parkinson", ipotizza Jorge Ivan Castillo-Quan, autore principale dello studio che appare su 'Cell Reports'.

Il team ha rilevato in particolare che il litio blocca l'invecchiamento bloccando Gsk-3 e attivando un'altra molecola chiamata Nrf2, che si trova nei vermi, nelle mosche e nei mammiferi (compreso l'uomo), e rappresenta un'importante difesa contro i danni delle cellule.

L'esperto avverte comunque che una pillola che bersagli Gsk-3 è improbabile che venga resa disponibile entro i prossimi 10 anni, anzi: potrebbe non arrivare prima di diversi decenni. Ma una volta messa a punto, potrebbe potenzialmente aumentare la durata della vita di circa 7-10 anni. I ricercatori ora vogliono condurre studi su animali più complessi come i topi, prima di passare ai primati e poi agli esseri umani.

E' però scettico Marco Trabucchi, presidente dell'Associazione italiana di psicogeriatria: "Nel mondo – spiega all'Adnkronos Salute – si stanno facendo grandi progressi soprattutto nella comprensione del rapporto fra genetica, struttura biologica di partenza e stili di vita. Oggi sappiamo per esempio che questi ultimi stanno contribuendo concretamente a ridurre l'incidenza delle demenze, perché le persone conducono vite più salutari. Ma non c'è nessun intervento biologico che, al momento, possa avere lo stesso effetto".

"Io non do importanza a studi così precoci, condotti sulla drosofila – evidenzia – ma non nego di certo che sia importante qualsiasi tentativo che provi a migliorare la durata della vita umana. Credo però che, con tutti i limiti di una sperimentazione, questi tentativi vadano tenuti nel silenzio dei laboratori, anche se degni di rispetto se fatti bene".

Per l'esperto, "non c'è nessuna possibilità di confronto, in questa fase, con la complessità della sopravvivenza dell'uomo, che non è solo biologia, ma anche relazioni sociali, ambiente e altro. La biologia di un uomo di 70 anni non è certamente più quella di quando ne aveva 20 o 40. Sono intervenuti talmente tanti fattori che è impossibile agire solo tenendo in considerazione la biologia di partenza. Ci auguriamo il successo della scienza, ma non vedo fuori dalla porta" una vera e propria 'pillola' della longevità: "Dobbiamo puntare a piccoli guadagni – conclude Trabucchi – che determinano qui e ora un aumento della durata della vita".




VINCENZA SICARI: LA CAMPIONESSA ASPETTA NOI

di Roberto Ragone

Attirare l’attenzione su di un fatto umano, come quello del male oscuro di Vincenza Sicari, maratoneta olimpica, bloccata in un letto d’ospedale senza una diagnosi ed una cura, e in più, con rischio d’esser mandata in TSO, in Trattamento Sanitario Obbligatorio da medici che, non riuscendo a trovare la causa del suo male, la ritenevano fuori di testa, è stato doveroso. Ora tutti i media, compresa la stampa nazionale – una pagina intera su Libero – si occupano di Vincenza. E’ prevista anche un’apparizione a Pomeriggio 5, sul canale Mediaset. Di Vincenza Sicari si è occupato anche Sky TG 24, e un pò tutti si sono fiondati su quella notizia che non avrebbero potuto ignorare, se non altro per dovere professionale.

Vincenza Sicari non sta bene. L’orco progredisce dentro di lei; spostarsi da Pisa a Padova non le ha causato il benchè minimo vantaggio, tanto che a breve pensa di andare a Milano, in casa di sua madre. Gli ospedali non hanno più nulla da dirle, ed è diventata anche un’ospite scomoda. L’unica alternativa è quella di rivolgersi all’estero, come sempre. Chissà perché, e questo lo ricordo da piccolo, tutto ciò che proviene da oltreoceano è più bello, più buono, più efficiente, più esperto, più efficace, più risolutore. Una volta – anni ’50 – questo si diceva del nord Italia, ora invece degli Stati Uniti. Viaggi della speranza, si chiamano, a cui siamo costretti non da incapacità dei nostri medici – oppure vorrebbe dire mettere in discussione tutto l’apparato universitario con i suoi baroni cattedratici, cioè l’origine dell’ignoranza, i diciassette e la maggioranza strappati con i denti – oppure l’apparato sanitario, con gli incarichi, anche quelli, dati per raccomandazione. Oppure ancora la mancanza di mezzi adeguati e sufficienti. Fatto sta che quando un Italiano va all’estero, si parla di cervello in fuga, ma chi abbandona la propria culla vi è costretto da ragioni obiettive.

Mancanza di mezzi, tagli  orizzontali assassini ai finanziamenti, ‘ostruzioni’ causate da baronie più o meno evidenti, raccomandazioni, incapacità congenite per titoli ottenuti senza merito: Non a caso gli Stati Uniti sono il Paese della meritocrazia, se non altro perché essa produce reddito, e gli Americani, notoriamente pragmatici, lo hanno scoperto. Possono essere tante le cause della mancata diagnosi formulata a Vincenza, né vogliamo fare di tutte le erbe un fascio. Ma quando accade questo, bisogna andare alla fonte e chiedersi perché l’Italia è ridotta a rivolgersi sempre all’estero, perché i nostri medici sono bravi quando vanno fuori e non altrettanto quando operano da noi. Non crediamo che nessuno abbia la bacchetta magica: il successo è fatto di sudore e fatica, sempre e dovunque; ma questi sudore e fatica devono avere un obiettivo e un percorso precisi, e questo significa avere a disposizione mezzi sufficienti, e magari qualcosina in più. Perché qualcuno, nella nazione a stelle e strisce – criticabile sotto molti profili, ma pur sempre una grande nazione – si è reso conto che a facilitare la strada ai volenterosi, poi se ne raccolgono i frutti, e questo lo dico per esperienza personale. Dove ciò che in Italia è difficile, aspro e quasi impossibile, o riservato ai figli degli amici, in USA è a disposizione di chiunque ne sia all’altezza.

Tutto risolto, dunque, abbiamo trovato il rimedio per Vincenza Sicari. Lo abbiamo trovato? Forse, ma non lo sapremo finchè non sarà riuscita ad inviare le sue biopsie alla Columbia University. Per far questo ci vogliono soldi, e siamo lontani dal traguardo, nonostante la buona volontà di molti. Ragazzi, servono soldi, detto fuori dai denti. Va bene andare su Facebook e manifestare la propria solidarietà, ma non basta. Chi non ha ancora provveduto, lo faccia subito, non c’è tempo. Chi ha già provveduto alla donazione, guardi, se possibile, di rifarlo. Tutti insieme per Vincenza Sicari, tiriamola fuori da questa brutta avventura, che sia soltanto, alla fine, un’avventura a lieto fine, ma c’è bisogno dell’impegno di tutti. Essere un caso nazionale non basta. Qui di seguito riporto gli estremi del conto corrente di Vincenza, con la calda, caldissima preghiera di fare presto, perché non c’è tempo, e ancora non ci siamo.
Grazie.

VINCENZA SICARI 
IBAN: IT68B0709221900000000105881
– BCC CASTELLI ROMANI –
FILIALE DI S. MARIA DELLE MOLE (RM)

 




LE COMETE "MAMMA E FIGLIA" SALUTANO LA PRIMAVERA

Redazione

Che spettacolo! Due comete, 'madre e figlia', si preparano a salutare la primavera a poche ore dall'equinozio, che quest'anno sarà il più precoce degli ultimi 120 anni. Il passaggio ravvicinato della cometa 252P/Linear e quello della P/2016 BA14, considerata un frammento della prima, avverrà a una distanza di tutta sicurezza e potrebbe riservare anche un altro regalo: uno strascico di frammenti più piccoli a fine mese potrebbe diventare una pioggia di stelle cadenti. E' prevista l'osservazione in diretta della cometa P/2016 BA14 sul canale ANSA Scienza e Tecnica, in collaborazione con il Virtual Telescope, il 21 e il 22 marzo a partire dalle ore 22:00.

Il cielo si 'movimenta' a partire dall'equinozio di primavera, previsto alle 5,30 di domenica 20 marzo. ''Quest'anno l'equinozio di primavera sarà il più precoce degli ultimi 120 anni'' spiega l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope. Non capitava dal 1896, prosegue l'esperto, che un equinozio fosse così distante dal 21 marzo, e questa precocità è dovuta anche all'anno bisestile.

A poche ore dall'equinozio, lunedì 21 marzo, il primo corpo celeste che saluterà la primavera sarà la cometa 252P/Linear, mentre nel cielo ci sarà la congiunzione tra la Luna (quasi piena) e Giove. Il massimo avvicinamento della cometa avverrà alle 14,15 ora italiana alla distanza di 5,3 milioni di chilometri, ma il corpo celeste sarà visibile solo dall'emisfero australe.

Dall'emisfero settentrionale sarà invece visibile la cometa P/2016 BA14, che alle 16,31 (italiane) del 22 marzo, passerà a 3,5 milioni di chilometri dalla Terra. Sarà il terzo passaggio più ravvicinato alla Terra di una cometa: i precedenti sono avvenuti nel 1770 e nel 1366. Lo spettacolo potrebbe essere disturbato dalla luce della Luna, ma gli appassionati possono tentare l'osservazione con un telescopio del diametro di 200 millimetri, dopo le 2:001, puntandolo tra le stelle della costellazione del Leone




È ARRIVATA LA PRIMAVERA

Redazione

E’ iniziata ufficialmente prima la primavera con l`Equinozio che quest'anno non cade il 21 marzo come da tradizione ma ha anticipato alle 5,30 del 20 marzo, segnando la fine di un inverno che è stato in Italia il terzo piu’ caldo con una temperatura superiore di addirittura 1,76 gradi rispetto alla media del periodo di riferimento, dal punto di vista climatologico. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che a causa principalmente dell’anno bisestile finisce prima un inverno anomalo che è stato anche segnato da un calo del 22 per cento delle precipitazioni secondo Isac Cnr.

I cambiamenti climatici sono ancora piu’ evidenti a livello planetario dove – sottolinea la Coldiretti – si è chiuso l’inverno climatologico piu’ caldo di sempre con una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani superiore di 1,13 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, secondo la banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che rileva i dati del periodo 1880 -2016.

Con l’inizio della primavera astronomica si verifica un progressivo prevalere nella giornata delle ore di luce su quelle di buio che segna il risveglio della natura. A causa delle condizioni climatiche anomale in Italia c’è stato in realtà un precoce risveglio delle piante con le fioriture che hanno provocato un inizio anticipato dl allergie da pollini. Sono anche già comparsi gli insetti dalla pericolosa processionaria dei pini alla cimice fino ai fastidiosi pappataci ma a preoccupare – sostiene la Coldiretti – sono soprattutto gli insetti nocivi per le piante che si presentano molto piu’ numerosi a causa del caldo inverno.

Una situazione che preoccupa gli agricoltori ma anche – continua la Coldiretti – i 20 milioni di italiani con il pollice verde che trascorrono il tempo libero nei terrazzi, negli orti o nei giardini a curare piante, frutti e ortaggi e che quest’anno devono anticipare i lavori di preparazione dei terreni.

Gli effetti – continua la Coldiretti – si vedono anche sulle tavole dove è possibile trovare una grande varietà di primizie Made in Italy a prezzi particolarmente convenienti per i consumatori, considerato il periodo, per effetto dell’accavallamento nella maturazione delle diverse varietà di ortaggi. Dagli asparagi bianchi e verdi in anticipo di quasi un mese nel Veneto alle nespole dalla Sicilia ma sono anche arrivate dal Lazio, dalla Campania e dalla Puglia le prime fave, solitamente attese – precisa la Coldiretti – per il tradizionale appuntamento del primo maggio. E’ pero' importante verificare sempre l’origine nazionale in etichetta che – conclude la Coldiretti – è obbligatoria per la frutta e verdura e privilegiare gli acquisti direttamente dagli agricoltori nelle aziende o nei mercati di campagna Amica dove i prodotti sono anche piu’ freschi e durano di piu’. 

Ecco le previsioni Meteo per la settimana di Pasqua




RENE POLICISTICO: L'AIFA APPROVA IL FARMACO MA… A CARICO DEI MALATI

Red. Sanità

"Negato il farmaco per il rene policistico". L'associazione pazienti Airp onlus denuncia "la grave ingiustizia, la totale assenza di conoscenza della gravità della malattia e l'indifferenza delle autorità verso la sofferenza dei pazienti", in una nota e in un video su YouTube.

Il sentimento è di "rabbia e dolore", dopo che l'Agenzia italiana del farmaco ha inserito in classe C, cioè a totale carico del malato, il medicinale tolvaptan. Un farmaco atteso dalla comunità delle persone colpite da una delle patologie ereditarie più comuni – la descrive l'Associazione italiana rene policlistico sul suo sito – con un'incidenza di 1 su 1.000, principale causa genetica di insufficienza renale dell'adulto. "Il costo della terapia non è sostenibile per la maggior parte dei pazienti e delle loro famiglie, che di conseguenza non vi potranno accedere" e vengono "lasciate sole dalle Istituzioni", protesta l'associazione.

Nel video, la presidente Luisa Sternfeld Pavia annuncia l'invio di una petizione con oltre 5 mila firme ai vertici Aifa, al ministro della Salute, al presidente del Consiglio e a quello della Repubblica: "Pensavamo che i decisori fossero più sensibili al problema del rene policistico, che è enorme. Credo che sarà nostro dovere informarli su cosa vuol dire essere portatori di rene policistico e avere in famiglia un malato". "Dobbiamo far conoscere alla gente il problema dei malati di rene policistico come me, la mia famiglia (3 figli affetti) e tutti gli altri – concorda C.M, una paziente 54enne di Arese (Milano) – Non si può far pagare un farmaco che permette a chi lo assume di salvargli la vita. Io lo sto già assumendo perché faccio parte del protocollo al Policlinico di Milano, e non voglio ritenermi una dei fortunati. Deve essere per tutti". Sternfeld Pavia spiega nel video di avere scritto all'impresa produttrice del tolvaptan, la Otsuka Pharmaceuticals, per chiedere delucidazioni. "L'azienda – riferisce la presidente di Airp Onlus – mi ha riposto che il farmaco è stato approvato dall'Aifa e classificato come non rimborsabile in classe C, prescrivibile solo da nefrologi e internisti, su ricetta non ripetibile da richiedere ogni mese dopo un controllo medico ospedaliero. Ai pazienti che stanno seguendo un trial clinico con il medicinale viene assicurato il prosieguo della terapia nel tempo, se lo specialista lo prescrive e il protocollo lo prevede". Con questa decisione di non rimborsabilità, incalza l'onlus, "Aifa dimostra di considerare di serie B i pazienti con rene policistico, a cui è negata l'unica cura in grado oggi di dare una nuova speranza di vita più dignitosa e un miglioramento delle condizioni di salute.

Tolvaptan è il primo trattamento in grado di rallentare la crescita delle cisti renali nel rene policistico, e per la prima volta i pazienti avrebbero la possibilità di accedere a una terapia in grado di rallentare la progressione della malattia, preservandone la funzionalità renale". L'associazione chiede "che una decisione così ingiusta e ingiustificata venga prontamente modificata. In tal senso, interesserà tutte le massime autorità del Governo, Parlamento e dei ministeri competenti".
 




PARTE EXOMARS: EUROPA E ITALIA A CACCIA DI VITA SU MARTE

di Angelo Barraco
 
“Vi è in Marte un mondo intiero di cose nuove da studiare, eminentemente proprie a destare la curiosità degli osservatori e dei filosofi, le quali daranno da lavorare a molti telescopi per molti anni” scriveva Giovanni Schiaparelli nel 1893 nel suo “Il pianeta Marte”. Le parole dell’astronomo italiano si sono concretizzate, il pianeta rosso sarà oggetto di esplorazione, in una missione unica che coinvolge agenzie spaziali di Europa (Esa) e Russia (Roscosmos). All’importantissima operazione, partecipa anche l’Italia con Agenzia Spaziale Italia (Asi). Una missione unica che ha lo scopo di esplorare il pianeta rosso, cercare sulla sua superficie ed esplorare l’inesplorato. La missione ExomMars darà risposte alle mille domande che la scienza, la cultura e anche la musica si sono poste: “Life on Mars?”, come cantava il compianto David Bowie. Se l’uomo si rapporta con lo spazio in cui è collocato il pianeta terra e in cui è collocato il singolo, si rende conto che l’universo è immenso. Ogni piccolo passo compiuto dall’uomo nel capire l’universo circostante è importante e determinante, nell’esplorarlo, nel comprendere i misteri che riguardano la vita di ogni pianeta, le dinamiche che appartengono ad ogni eventuale forma di vita che verrà trovata su Marte e che cambierà il corso della storia. Saranno tante le risposte che ci giungeranno in questa esplorazione suddivisa in due fasi, poiché la seconda è prevista per il 2018. La partenza verso questa nuova missione riporta alla mente il viaggio spaziale del Maggiore Tom cantato da David Bowie in Space Oddity, un contatto con la torre di controllo : “Torre di Controllo a Maggiore Tom comincia il conto alla rovescia, accendi i motori, controlla l'accensione” un countdown “Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno, Partenza” e un viaggio dalle mille sorprese e una ricerca che cambierà la storia.