Litio e malformazioni embrionali: quella pericolosa relazione

 

di Marco Martone

 

L'eccessiva assunzione del litio è da considerarsi una causa dominante di deformità nell'embrione. Ad affermarlo sono tre ricercatrici della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli -Nadia Ruocco, Maria Costantini e Luigia Santellache hanno condotto uno studio sugli effetti del litio durante la fecondazione e lo sviluppo embrionale.


Le scienziate hanno esaminato gli effetti provocati dall'uso del litio su uova di riccio di mare, modello animale marino. I risultati ottenuti rivestono un interessante aspetto sperimentale, perché nella ricerca condotta si è fatto uso di concentrazioni di litio simili a quelle presenti nel plasma di pazienti trattati con tale elemento. Illitio, infatti, usato fin dagli anni '60 è somministrato a pazienti affetti da disturbo bipolare, sindrome caratterizzata da forte instabilità umorale. Numerosi studi clinici hanno evidenziato che il litio, arreca spesso conseguenze complesse: effetti collaterali più che fastidiosi come nausea, diarrea, confusione mentale, contrazioni muscolari involontarie. Secondo i risultati della ricerca condotta dal team della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, illitio non dovrebbe essere assunto dalle donne affette da …

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I nostri ragazzi fumano di più che negli altri Paesi d'Europa

Redazione

L'Italia è il Paese europeo dove più adolescenti fumano. Emerge da una ricerca condotta nelle scuole di 35 Paesi, tra studenti di 15-16 anni nel 2015, (di questi 24 Stati Ue). Se meno di un quarto della media del campione generale (21%) può essere considerato fumatore – si legge – "l'Italia spicca per la percentuale di fumatori (37%)".
L'indagine riguarda il consumo di sigarette, alcol, droghe, e altro, ed è stata diffusa dal Centro europeo per il monitoraggio della dipendenza dalle droghe (Espad).L'Italia è seguita da Bulgaria e Croazia (33%), mentre Islanda (6%) e Norvegia (10%) hanno le percentuali più basse. L'Italia è in controtendenza anche per l'età in cui si accende la prima sigaretta. Se nei 35 Paesi la percentuale di coloro che lo fanno prima dei 13 anni è ampiamente scesa, "Cipro, Francia, Italia e Romania rappresentano un'eccezione", evidenzia lo studio. In Italia il 21% degli studenti ha fumato sigarette nell'ultimo mese prima dell'intervista, quasi il doppio della media dei 35 Paesi (12%). Lo stesso è avvenuto in Bulgaria (25%) e Croazia (23%). E sebbene la Repubblica Ceca risulti il Paese con più adolescenti che consumano cannabis (37%) anche in Italia il fenomeno è diffuso – rivelano le tabelle – ben al di sopra della media. Guardando ad esempio a quanti hanno consumato cannabis 'negli ultimi trenta giorni', vediamo che la media nei 35 Paesi è del 7%, mentre in Francia è del 17%, in Italia del 15% e nella Repubblica Ceca del 13%. Inoltre, se la media degli adolescenti negli ultimi 12 mesi ha consumato cannabis 8,9 volte, quelli islandesi lo hanno fatto 14, francesi e islandesi 13, gli italiani 12. Quanto alle nuove droghe psicoattive (Nps), il loro consumo è più diffuso di quello di amfetamine, ecstasy, cocaina o Lsd. Il campione generale presenta una media del 3% tra quelli che le hanno usate negli ultimi 12 mesi. In Polonia ed in Estonia però la percentuale raddoppia (8%), seguono Bulgaria e Croazia (6%) e Irlanda e Italia (5%).




L'allarme dell'Ingv: "Attesi in Italia terremoti 30 volte più forti"

Redazione

In Italia i geologi si aspettano terremoti con energia 30 volte più forte di quello di Amatrice. Non si può sapere quando, né dove di preciso, ma di sicuro avverranno. L'allarme arriva dal sismologo Antonio Piersanti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. "I terremoti degli ultimi anni hanno portato in sé delle grandi tragedie, con un elevato numero di vittime, ma purtroppo la Terra ci sta dando degli avvertimenti – rimarca Piersanti – perché in Italia avverranno dei terremoti più forti di questo. Abbiamo la certezza che arriveranno a magnitudo 7, che equivale a un fattore + 30 di energia liberata rispetto a una magnitudo 6.0 come quello di Amatrice". I sismi che sono attesi "saranno, per intensità simili a quello dell'Irpinia nel 1980, al sisma di Messina e Reggio Calabria nel 1908" spiega ancora Piersanti che, a fronte di queste evenienze, lancia un monito "bisogna essere preparati adeguatamente in termini di qualità dell'edificato".

In Italia, del resto, si perde facilmente la memoria. "Il fatto che dal terremoto dell'Irpinia del 1980 a quello di Colfiorito del 1997, non ci sono stati sismi molto forti – aggiunge – se da una parte è stata una fortuna, dall'altra ha fatto sì che si sia persa la memoria in un momento in cui l'economia italiana cresceva molto e si facevano investimenti. Dal 1997 invece i terremoti di una certa intensità si sono ripetuti con una maggior frequenza, nel 2002 San Giuliano di Puglia, nel 2009 L'Aquila, nel 2012 l'Emilia Romagna e quest'anno il terremoto di Amatrice.

Quanto alla zona di Norcia, che pur essendo equidistante dall'epicentro rispetto ad Amatrice e Accumoli, ha subito pochi danni, il sismologo conferma che ciò è dovuto "di sicuro alla qualità del costruito ma è possibile che a Norcia ci siano stati fenomeni più favorevoli (tecnicamente la direttività e gli effetti di sito) e quindi hanno prodotto danni minori". Questi parametri, che in qualche modo vanno a influenzare la distruttività di un terremoto, però possono essere studiati successivamente, alle volte occorrono settimane e quindi, per ora "sono solo ipotesi che andranno confermate". A Norcia, d'altra parte, la qualità del costruito è migliore in virtù dei processi di adeguamento e di ricostruzione successivi ai terremoti della Val Nerina del 1979 e di Colfiorito del 1997.

Un modello a cui guardare è sicuramente il Giappone. "Un obiettivo difficile da raggiungere – dichiara infine Piersanti – ma è importante puntare verso quella meta. Anche se è chiaro che il patrimonio edilizio del Giappone era ed è diverso e magari per loro, è più semplice".




"I virus sono più pericolosi al mattino"

Red. Salute

I virus sono piu' pericolosi per gli esseri umani se infettano il corpo al mattino: e' quanto ha stabilito uno studio dell'Universita' di Cambridge riportato dalla Bbc. Secondo la ricerca, pubblicata su Pnas, i virus sono dieci volte piu' pericolosi, appunto, se colpiscono l'organismo nelle prime ore del giorno, un fatto spiegato dagli scienziati con le dinamiche dell'orologio interno dell'uomo. Quelle stesse dinamiche che fanno si' che un corpo umano sia piu' vulnerabile se sotto jet lag oppure se sotto stress a causa dei turni lavorativi notturni. La speranza ora e' che questa scoperta possa servire a fermare le epidemie, magari con una programmazione delle attivita' umane che privilegi i pomeriggi e le sere e che tenga tutti a riposo al mattino. Akhilesh Reddy, uno degli autori della ricerca, ha detto alla Bbc: "C'e' una grande differenza al mattino, anche una piccola infezione puo' propagarsi molto piu' velocemente. Durante un'epidemia, stare a casa durante il giorno potrebbe salvare molte vite umane"




Made in Italy, stop al pesce fresco nell'Adriatico: c'è il rischio di prodotti congelati o esteri in tavola

Redazione

ADRIATICO – Stop al pesce fresco a tavola per l'avvio del fermo pesca che porta al blocco delle attività della flotta da pesca italiana lungo tutto l'Adriatico da Trieste a Bari. A darne notizia è Coldiretti Impresapesca nel sottolineare che il provvedimento di fermo si allarga al tratto di costa da Pesaro a Bari per 43 giorni dopo che era già scattato lo scorso 25 luglio nel tratto da Trieste a Rimini per un periodo analogo. «In un Paese come l'Italia che importa più di 2 pesci su 3 nei territori interessati con il fermo biologico aumenta peraltro anche il rischio- sottolinea Impresapesca Coldiretti- di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare». «Il blocco delle attività in adriatico- spiega la Coldiretti- terminerà il 5 settembre nel tratto da Trieste a Rimini e il 26 settembre nel tratto da Pesaro a Bari. Il 17 settembre- continua la Coldiretti- si fermeranno i pescherecci a partire da Brindisi, Ionio e Tirreno (fino al 16 ottobre), mentre Sardegna e Sicilia decideranno autonomamente, con uno stop di almeno trenta giorni nel rispetto dei periodi previsti dai piani di gestione». Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è dunque di verificare sul bancone l'etichetta, che per legge deve prevedere l'area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Ma si può anche rivolgersi alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato che Coldiretti Impresapesca ha avviato presso la rete di Campagna Amica. Resta il fatto – denuncia Coldiretti Impresapesca – che l'attuale format del fermo pesca, inaugurato esattamente 30 anni fa, ha ampiamente dimostrato di essere inadeguato, poichè non tiene conto del fatto che solo alcune specie ittiche si riproducono in questo periodo, mentre per la maggior parte delle altre si verifica in date differenti durante il resto dell'anno. Da qui la proposta di Coldiretti Impresapesca di differenziare il blocco delle attività a seconda delle specie, mentre le imprese ittiche potrebbero scegliere ciascuna quando fermarsi in un periodo compreso tra il 1° luglio e il 30 ottobre




Vincenza Sicari: le condizioni peggiorano… ma nessuno si muove

di Roberto Ragone

Abbiamo sentito nuovamente Vincenza Sicari. Nonostante l’impegno del nostro giornale e anche della tv pubblica e commerciale, e nonostante l’intervento dei rotocalchi, notoriamente letti da milioni di persone, non è ancora successo nulla.

Vincenza Sicari è ancora allettata, senza una diagnosi, senza una terapia, e con il suo corpo che si debilita ogni giorno di più, arrivando a pesare, oggi, circa trenta chili. Il che per una ragazza ex-atleta di un metro e settanta appare decisamente poco. In sostanza, nulla è stato fatto in circa due anni di ricovero, e questo è il risultato. Oggi Vincenza è ricoverata a Pavia, presso l’Ospedale Mondino, dove sembra che non le venga praticata alcuna terapia, né le vengano prescritti esami e accertamenti specifici che potrebbero portare finalmente ad una diagnosi. Questo nonostante anche alcune biopsie. Non siamo medici, ma a questo punto è chiaro che Vincenza Sicari ha contratto una malattia rara e difficile, forse una patologia autoimmune, una delle più terribili.


Solitamente, per nostra informazione, queste affezioni si curano con cortisone o metotrexate, farmaci che abbattono quelle difese immunitarie che, invece di difendere l’organismo, costituiscono il nemico da combattere. Se in ogni caso nel ricovero di cui è oggetto oggi Vincenza si brancola ancora nel buio, per usare una frase colorita, probabilmente il problema è diverso, non potendo noi profani pensare che una terapia così nota non sia stata tentata su Vincenza. Abbiamo registrato con Vincenza un’ulteriore intervista, per aggiornare la situazione per i nostri lettori, e per lanciare ancora una volta un segnale di allarme, che ci riporta al titolo del nostro primo articolo: “Morte di una campionessa.” Vorremmo essere cattivi profeti, ma davvero questo è un titolo che non vorremmo leggere, a proposito di Vincenza. Purtroppo, nonostante il preteso interessamento del ministro Lorenzin e del suo Ministero, perso fra mille pastoie burocratiche e di competenze rimpallate da Erode e da Pilato, la situazione è bloccata, e chi ne soffre le conseguenze è Vincenza, ancora di più ad agosto, mese in cui ognuno incassa il ‘diritto’ alle ferie, lasciando nella palta chi invece rischia la vita. Purtroppo anche la nostra petizione, programmata per 15.000 firme – quando il primo articolo ha ricevuto oltre 350.000 letture– è rimasta a quota 250.

Qualche migliaio di firme presentata nei circuiti giusti potrebbe forse smuovere ulteriormente la macchina elefantiaca e infingarda della nostra burocrazia, e impedire che le soluzioni vengano raggiunte quando ormai è troppo tardi. PER FIRMARE LA PETIZIONE CLICCARE QUI

Ciao Vincenza. Allora, dove sei ricoverata?
Sono ancora qui al Mondino, il Ministero ci porta da un edificio a un altro, bastava una semplice lettera dove loro chiedevano il ricovero al Policlinico di Milano, perché io dovrei essere già lì a fare tutti gli esami, invece niente, ci hanno tenuto in ballo una settimana, mi hanno fatto chiamare tutti gli uffici possibili e immaginabili, poi alla fine mi hanno detto che non c’è alcuna richiesta. So che adesso la Regione ha chiamato Mariani, e Mariani ha detto: “Dovete ricoverarla lì. L’unico centro è quello.” La risposta è stata “Allora provvederemo.” Adesso vediamo se lo fanno. Qui è un massacro. I miei legali sono andati a parlare con la direzione sanitaria del Mondino, a chiedere conto della biopsia da genetica, questa miopatia che il dottor Mariani ha riscontrato e ha descritto. No, la Sicari ha un gravissimo disturbo psichiatrico, non se ne vuole rendere conto. In realtà sono arrivata a pesare trenta chili, peggioro minuto per minuto, il medico viene tutti i giorni a importunarmi, adesso credo che procederemo anche a livello penale. Tutti i responsabili di questa carneficina devono pagare. Nonostante le mie gravissime condizioni continuano a cercare di farmi passare per pazza. Adesso con i miei legali ci rivolgeremo ad un penalista e ad un medico legale, per cui porterò in tribunale il  Mondino, e voglio che questi medici siano radiati dall’albo professionale. Adesso la cosa importante è vedere se mi trasferiscono per fare tutti gli accertamenti. Qui mi trasferiscono da un ufficio ad un altro, ma il vero problema è che non vogliono farmi rifare gli esami per paura che venga fuori la verità. Qui al Mondino non vogliono firmare per il mio ricovero a Milano, dove mi aspetta il prof. Bresolin. Al punto che hanno escluso Mariani dalla commissione medica che dovrebbe esaminare le mie condizioni e permettere il mio ricovero al Policlinico di Milano, e il responsabile di questo secondo me è il dott. Daverio, direttore generale della regione Lombardia. Il responsabile al Ministero è il dottor Patacchia, che ha delegato il ricovero al dottor Botti, direttore generale dell’ufficio Programmazione al Ministero della Salute, ma l’ultima parola tocca al dottor Daverio.


Vogliono farti passare per matta, mi hai detto, ma per questo ti hanno fatto una perizia psichiatrica?

No, assolutamente. Il brutto è che te lo dicono a parole, ma non mettono niente per iscritto. Fatto sta che il mio legale ha scritto continuamente al Ministero e a tutti quanti affinchè mettano nero su bianco quello che fa la signora Sicari, dopodiché ci vedremo nelle sedi competenti. Non ha mai ricevuto risposta. Ho parlato proprio oggi con i miei legali e domani manderà un sollecito a tutti quanti, dopodiché porteremo tutto sul penale. Se devo morire, devo farlo con dignità, e questa gente non può passarla liscia. Soprattutto il Mondino, l’ospedale dove sono adesso.

 

Quindi dovrebbero trasferirti a Milano.
Sì, con Mariani abbiamo concordato il trasferimento al Policlinico, dal professor Bresolin, che è il migliore per questo genere di malattie, e che è anche disposto a prendermi, però ha bisogno di una richiesta scritta. Mariani è stato chiamato dalla Regione, e ha detto, guardate l’unica struttura che può fare qualcosa e dare una risposta definitiva per Vincenza è il Policlinico. Ma in realtà al Mondino non vogliono farmi trasferire, perché al Policlinico potrebbero far venire fuori tutti gli errori che hanno commesso. A Milano non hanno ricevuto alcuna richiesta, né dal Ministero, né dalla Regione, nonostante Mariani si sia assunto la responsabilità di richiedere questo trasferimento, e questo la dice lunga sull’intenzione della Regione di tutelare il Mondino.

Di seguito la lettera di vincenza sicari al ministro della Salute Betarice Lorenzin:

"Carissima Ministro Lorenzin, dott. Patacchia, dottor Botti, dott. Enrique, vi scrivo questa lettera perché sia io che milioni  di italiani vogliamo una risposta a questa storia assurda perché ci chiediamo:  ma se ci fosse stato un vostro caro sul letto vi sareste comportati  nello stesso modo?????
Da  mesi che chiedo il vostro intervento , avere quello che dovrebbe essere un diritto di tutti i cittadini italiani essere curata , purtroppo a mio avviso si è cerato un giro vizioso ,   vi passate la palla da un ufficio all'altro , addirittura in questa assurda  vicenda  è stato coinvolto il dott. Daverio  Direttore Sanità della Regione Lombardia  il quale   disattendendo  alle   direttive  ,al contrario  ha preso  iniziative diverse  da quelle  Voi impartite , nonostante le indicazioni da parte    professor  Claudio Mariani – Primario Ospedale  Sacco di Milano che ha inviato  più di una  richiesta di ricovero presso il Policlinico di Milano , diretto dal prof, Bresolin.

Intanto il giuoco continua ed io rischio la vita . Il mio fisico peggiora giorno dopo giorno, rischio la vita evidentemente questo non basta al  Ministro Lorenzin  affinchè intervenga al più presto,  la l’invio  di  un ispettorato medico  che si renda conto   quali le mie condizioni  è diventato solo un sogno.

Nelle ultime 24 ore  a seguito di informativa nella quale si preannuncia una visita collegiale alla quale dovrei sottopormi  ,  vi anticipo quello che vi comunicheranno i miei legali nelle prossime ore:
 io non ho intenzione di sottopormi a nessuna visita tanto meno senza la presenza del professor Claudio Mariani e non prima di essere stata trasferita al Policlinico di Milano presso il Reparto diretto dal Prof. Bresolin .
Tengo inoltre a precisare  che  ieri il Primario ha ricevuto un'altra richiesta di ricovero senza alcun esito  e se una vista Collegiale vuole visitarmi lo potrà fare solo dopo essermi sottoposta ad esami completi e monitorati presso il Policlinico di Milano.

Non ho mai capito i  motivi che mi impediscono ad essere sottoposta a nuovi esami clinici, chi ha paura , chi ostacola tutto ciò?

Ho notato atteggiamenti superficiali e preoccupanti , opre al telefono , “ le faremo sapere” , la frse che più si rincorre in questa assurda vicenda che mo vede purtroppo prima attrice.

Comunque solo una cosa posso assicurarVi, la vicenda sicuramente andrà discussa nelle dovute Sedi penali e civili, ancora ho la forza di andare avanti nonostante le mie condizioni peggiorano  ora dopo ora. Non ho assistenza, buttata  in questo lettino  all’Ospedale Mondino di Pavia –a mio parere  che ha interpretato una parte principale  negli ultimi due mesi di questa assurda storia –

Ritengo informarVi ,  visto i Vostri atteggiamenti ad oggi ,  non soddisfatti , alle  mie richieste   dovreste vegliare  con più attenzione  su questo tipo di situazioni , non firmare una base di ricovero da un vostro Input  prende sempre più le fisionomie di  una bella presa per i fondelli.

Se il Policlinico diventa una mera speranza , allora trasferitemi a Roma  presso un Centro  che sia in grado di affrontare un caso come il mio, essendo laziale  sarei anche felice tornare nella mia città!   

 Cordiali saluti
Vincenza Sicari"  
                               




Virus Zika, colpito il primo neonato in Europa

Redazione

SPAGNA Un bimbo nato oggi in un ospedale di Barcellona è risultato affetto da microcefalia, dovuta a sua volta al virus Zika dal quale era stata contagiata la madre: ne hanno dato notizia fonti della stessa struttura medica catalana, sottolineando che si tratta del primo caso accertato in Europa di malformazione provocata direttamente dalla malattia. Già era stato scoperto in Slovenia un feto colpito dal morbo virale, che però non era venuto alla luce poiché i genitori avevano deciso di comune accordo l'interruzione anticipata della gravidanza




Vaccini, i medici che li sconsigliano saranno radiati

Redazione

I medici che sconsigliano i vaccini infrangono il codice deontologico, e vanno incontro a procedimenti disciplinari che possono arrivare alla radiazione. Lo ha affermato la Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo) presentando un documento sul tema.

"Noi siamo pronti a fare la nostra parte – ha spiegato il segretario Luigi Conte -, sono già in corso e sono stati fatti procedimenti disciplinari per medici che sconsigliano i vaccini. Si puó arrivare anche alla radiazione".

La Magistratura non deve avere atteggiamenti tesi a "fomentare comportamenti scorretti e non compatibili con il vivere sociale", si legge nel testo.
Nel documento la Fnomceo chiede di "favorire il superamento dell'evidente disallineamento tra scienza e diritto, auspicando che i magistrati intervengano in materia di salute recependo nelle loro sentenze la metodologia dell'evidenza scientifica".




Vincenza Sicari: una campionessa condannata a morte

di Roberto Ragone
Ne abbiamo scritto a marzo di quest’anno, due volte e poi ancora in aprile. La risposta del pubblico è stata immediatamente generosa e massiccia. Pensavamo, confidavamo nell'attenzione delle Istituzioni, sollecitate non solo da noi ma dalla TV e dalla stampa tradizionale, con un ampio servizio su di un noto rotocalco. Ma, nulla! Nell'intervista in TV Vincenza chiedeva che i medici potessero finalmente mettere fine a questa attesa senza un orizzonte, ma niente.

Il calvario di Vincenza Sicari Ricordiamo brevemente il calvario di Vincenza, lodigiana, 37 anni, alle spalle una splendida carriera sportiva nella maratona – ne ha vinte ben cinque – ventinovesima alla maratona olimpica di Pechino del 2008, nonostante le crisi immancabili in una corsa di oltre quarantadue chilometri.   Il tempo passa, e Vincenza peggiora. Tutto questo è iniziato nel 2013, andava ancora bene, poi ha incominciato ad avere febbre, spossatezza, fino a non riuscire a camminare neanche per brevi percorsi. La prima diagnosi parla di ‘malattia degenerativa neuromuscolare’, ma niente di più. Nessuno fino ad ora ha saputo dire di che cosa sia malata Vincenza, anzi, a questa loro incapacità i medici hanno cercato di ovviare dichiarando che il suo disturbo proviene da una condizione mentale non sana, in pratica prendendola per pazza, con un ordine di ricovero in TSO. Anche la Società Sportiva dell'Esercito, per cui ha gareggiato per anni, l'ha scaricata completamente. "Eppure" dice Vincenza "ho corso per loro anche di notte, e a piedi nudi." L'abbiamo conosciuta ricoverata all'ospedale di Pisa, proveniente dall'Ospedale Militare del Celio di Roma, da cui è stata mandata altrove, perchè il suo ricovero costava troppo.

L'Odissea di Vincenza Sicari  E la sua storia si trasforma in Odissea, con ricoveri in più ospedali, con esami ogni volta ripetuti, perchè quelli prima non andavano bene, con medici sempre meno attenti, sempre più infastiditi da quella paziente che li mette in crisi e che non accetta le loro prepotenze, tanto da dover registrare di nascosto le frasi di un primario e da dover far intervenire il suo avvocato perchè siano tutelati i suoi diritti, e la verità non sia manomessa.  Vediamo foto di Vincenza sui social network, la vediamo sorridere, e non ci rendiamo conto della tragedia che sta vivendo. Magari qualcuno ha anche pensato che sia tutta una bufala, ma non è così. La realtà è che Vincenza è immobilizzata a letto ormai da quasi un anno, senza una diagnosi, senza che nessuno l'aiuti. Praticamente condannata a morte con incredibile cinismo proprio da quelle Istituzioni che poi sul palcoscenico dei media si mostrano con espressioni di circostanza, corone d'alloro, mazzi di fiori, minuti di silenzio e di raccoglimento e contributi alle Associazioni benefiche, quelle create ad arte per raccogliere fondi che poi non si sa più come, dove e quando vengano utilizzati, se non per pagare gli stipendi a chi le ha create. Cinismo? No, peggio, crudeltà! La condizione di Vincenza è sotto gli occhi di tutti coloro che la vogliano vedere, ma come non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, non c'è peggior cieco di chi si gira dall'altra parte. Una speranza pareva che venisse dalla massima autorità politica in materia di Sanità, il ministro Lorenzin, quella che quando c'è un caso di malasanità – e ormai se ne moltiplicano a bizzeffe, non sempre per colpa dei medici – manda gli 'ispettori'. Penso che la sua mansione si sia ridotta a 'mandare gli ispettori'. Oltre che a fovorire le lobby dei farmaci – a proposito, la cura del prof. Di Bella è stata ufficialmente dichiarata efficace, dopo che addirittura, quand'era in vita, hanno tentato di ucciderlo – e ad apparire in televisione, sembra che non sia buona neanche a risolvere un caso così grave e delicato, al dilà delle promesse elargite senza economia, tanto non costano nulla. L'ho già scritto, ma lo ripeto: sembra che tutti stiano a guardare aspettando la soluzione finale; dopodichè tutti saranno prontissimi a rammaricarsi di com'è andata la cosa. Qui di seguito riportiamo il comunicato stampa del collega Rosario Murro, responsabile dell'Ufficio Stampa di Vincenza Sicari, che riporta le ultime notizie a proposito di Vincenza. L'Italia è uno strano paese, dove se non alzi la voce non t'ascolta nessuno, a dispetto dei diritti di ognuno, in questo caso di quelli sacrosanti e codificati del malato. Dopodichè, prima delle fiaccolate postume, rimane solo da scendere in piazza. E' questa la strada che le autorità ci suggeriscono?

Lo stato di salute attuale Peggiorano le condizioni fisiche di Vincenza Sicari, L’ex maratoneta olimpica Pechino 2008 , urla la sua disperazione. Sola in un letto di ospedale  e oltre 18 mesi   dal Mondino di Pavia lancia un appello:” Sto morendo, aiutatemi! Voglio la verità sulla mia malattia”.
Può una persona gravemente malata essere lasciata al suo destino senza sapere con certezza contro cosa sta combattendo, vedendo inoltre calpestati la sua dignità e i suoi diritti? E’ quello che sta accadendo a Vincenza Sicari, atleta lodigiana, 37 anni, che dopo una meravigliosa carriera da maratoneta, con varie medaglie vinte e la partecipazione alle Olimpiadi di Pechino 2008, sta lottando da un anno e mezzo per la sua vita, essendo affetta da una malattia degenerativa neuromuscolare di cui non si conosce il nome e la cura. Dopo essere stata ricoverata in diverse strutture ospedaliere italiane senza però ottenere una diagnosi precisa e una soluzione, Vincenza quindici giorni fa è stata contattata dall’ospedale Mondino di Pavia che le ha proposto di recarsi presso la struttura stessa per essere sottoposta a nuovi accertamenti, ma una volta ricoverata non le è stata data l’assistenza promessa. Il Ministero della Salute, al corrente della situazione, si è interessato finalmente  al caso, nella persona del Dottor Nicola Armentano, ma non ha ancora risolto nulla, non è stata inviata quella commissione medica che è stata richiesta più volte per accertare le reali condizioni in cui si trova Vincenza, che ha inoltre chiesto aiuto al Ministero per poter essere ricoverata all’Ospedale San Raffaele di Milano,   struttura consigliata dal Professor Claudio Mariani (Primario Rep. Neurologia Ospedale Sacco di Milano) che ha in cura la paziente, o altra struttura idonea  per ripetere le analisi e avere la certezza della diagnosi della malattia, inoltre il Prof. Mariani ha sempre invocato  l’intervento di una Commissione Medica Ministeriale. Anche la Fidal (Federazione Italiana Atletica Leggera , ha inviato una lettera indirizzata al Ministro della Salute On. Beatrice Lorenzin, nel contenuto il  Presidente Alfio Giomi ha richiesto un intervento adeguato per fare chiarezza sul caso di Vincenza.  Nell’ultima frenetica settimana ad oggi ,   innumerevoli telefonate all’Ufficio del Sottosegretario  On. Vito De Filippo richiedendo  una maggiore attenzione  sul caso ,non sono sfociate in  alcuna  soluzione.  I giorni passano,  la tensione è alta   e   le condizioni di Vincenza Sicari peggiorano  ora dopo ora,   mentre  il Ministero temporeggia  le parti chiamate in causa  ‘giocano’  una pericolosa  quanto incredibile partita a ‘tennis’.

La  Sicari  immobile a letto rischia la vita in una stanza d’ospedale e qualcuno probabilmente non ancora si è reso conto della gravità del caso.   E’ possibile che nel 2016 in Italia accadano ancora cose del genere?  Perché non vengono applicate semplici formule  basandosi solo ed esclusivamente su superfici e principi di diritto del Malato?

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AUTISMO, DUBBI SULL'ASSUNZIONE DEL PARACETAMOLO IN GRAVIDANZA

Redazione

Il paracetamolo è fra i pochi farmaci concessi alle donne in gravidanza, ritenuto sicuro per la futura mamma e il suo bambino. Ma fa discutere uno studio spagnolo pubblicato sul 'Journal of Epidemiology', secondo cui assumere l'analgesico e antifebbrile durante la gestazione potrebbe aumentare nei bimbi il rischio di autismo, iperattività e problemi di attenzione. I risultati del lavoro, condotto su 2.644 donne che assumono spesso il farmaco e sui loro figli esaminati all'età di 5 anni, rimbalzano online insieme alle rassicurazioni degli scienziati.

"Non esistono evidenze sufficienti per sostenere l'esistenza di un legame causa-effetto", precisa sull''Independent' James Cusack, direttore scientifico della charity inglese Autistica: "I risultati presentati sono preliminari e non dovrebbero preoccupare le famiglie e le donne in gravidanza". A tranquillizzare sono gli stessi autori del lavoro, del Creal Institute di Barcellona: "Prima di cambiare le raccomandazioni attuali – puntualizzano – sono necessarie nuove ricerche per fare chiarezza, e soprattutto dettagli più precisi sui dosaggi di medicinale" che potrebbero dare problemi.

Sul 'Telegraph' Jordi Julvez, co-autore dello studio delle polemiche, ipotizza tuttavia possibili effetti del paracetamolo sul sistema immunitario del nascituro e sul suo neurosviluppo, considerando che il farmaco agisce attraverso i recettori cerebrali dei cannabinoidi e che questi 'interruttori' hanno un ruolo chiave nel determinare il corretto dialogo fra neuroni.




STRIMVELIS: LA PRIMA TERAPIA GENICA CON CELLULE STAMINALI

di Marco Mattei

Presentata a Roma, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Strimvelis, la prima terapia genica con cellule staminali approvata al mondo. L'Osservatore d'Italia, invitato all'evento, ha partecipato cercando di acquisire più informazioni possibili rispetto ad un approfondimento necessario e costruttivo.

Cellule staminali opportunamente trattate  Strimvelis è una terapia genica e cioè è una terapia che risolve malattie congenite dovute all'alterazione di uno o più geni. Nelle malattie dovute ad alterazione di un solo gene, comprendendo qual'è nello specifico il difetto, si può intervenire correggendolo con la Terapia Genica. Nel video allegato all'articolo appare chiaro che sono state prelevate le cellule staminali del paziente affetto dalla patologia, sono state quindi "contaminate" in laboratorio con virus attenuati che hanno corretto il difetto genetico. Dopo la correzione del difetto in vitro queste cellule staminali sono state reintrodotte nel sangue del paziente e li hanno iniziato il loro lavoro a livello di midollo osseo correggendo di fatto il difetto genetico del paziente stesso. Le cellule staminali sono infatti totipotenti ovvero hanno la proprietà di svilupparsi in un intero organismo e persino in tessuti extra-embrionali.

Dalla sperimentazione al farmaco Strimvelis segna dunque il passaggio da una terapia sperimentale a un “farmaco” disponibile per tutti, ovunque nascano, ovunque vivano.Questo traguardo porta 3 firme. Quelle di Fondazione Telethon, dell’Ospedale San Raffaele e di GSK, che nel 2010 hanno sottoscritto un accordo con l’obiettivo di mettere a disposizione il proprio know how per arrivare allo sviluppo e alla commercializzazione di sette terapie per altrettante patologie rare. L’autorizzazione all’immissione in commercio di Strimvelis si basa sui dati relativi a 18 bambini guariti con il trattamento sperimentale. A tre anni dalla cura è stato registrato un tasso di sopravvivenza pari al 100% per i 12 bambini arruolati nello studio clinico e per gli altri 6 trattati nel frattempo. I risultati completi dell’analisi sono stati pubblicati anche sulla rivista scientifica BLOOD.

Un risultato tutto italiano Insomma una grande affermazione della ricerca "Made in Italy" che ha visto curare una prima malattia monogamica la immunodeficienza severa combinata da deficit di adenosina-deaminasi, sintetizzata nell’acronimo ADA-SCID e meglio conosciuta come sindrome dei bambini bolla che porta all'azzeramento delle difese immunitarie per mancanza del gene che sovrintende alla produzione di una molecola indispensabile alle difese immunitarie. Ora da questa malattia si può guarire grazie a Strimvelis con le cellule staminali del malato e il virus attenuato per la correzione del difetto.

Restituita una prospettiva di vita ai piccoli malati Questi bambini, in sintesi, erano costretti a “non” vivere in un ambiente asettico perché qualsiasi infezione, anche la più banale, avrebbe potuto costare loro la vita. Fino a circa 15 anni fa, quando all’ospedale San Raffaele di Milano è iniziata la sperimentazione di una terapia genica rivoluzionaria. Grazie all’utilizzo delle cellule staminali degli stessi pazienti e alla sostituzione del gene malato attraverso un agente virale opportunamente attenuato e utilizzato come cavallo di Troia, medici e ricercatori hanno potuto non solo curare, ma restituire l’infanzia e una prospettiva di vita a tutti i bambini colpiti da questa malattia. Ora questa terapia ha un nome, Strimvelis ed è stata messa a punto grazie all’impegno congiunto di tre grandi istituzioni: la Fondazione Telethon, l’Ospedale San Raffaele e GSK. Si tratta della prima terapia genica curativa ex vivo al mondo con cellule staminali recentemente approvata dall’autorità europea per trattare i pazienti affetti da questa rara malattia: 15 all’anno in Europa, secondo le stime, e 350 nel mondo.

La presentazione di Strimvelis è avvenuta lunedì 27 giugno a Roma presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri nell'ambito dell'incontro “Strimvelis: cronaca di un primato italiano. La prima terapia genica con cellule staminali approvata al mondo”  a cui hanno preso parte Claudio De Vincenti, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Alessandro Aiuti, responsabile area clinica, Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica, Nicola Bedin, amministratore delegato, IRCCS Ospedale San Raffaele, Daniele Finocchiaro, presidente e amministratore delegato, GSK S.p.A., Lucia Monaco, direttore scientifico, Fondazione Telethon, Luigi Naldini, direttore, Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica, Luca Pani, direttore generale, AIFA, Sir Andrew Witty, CEO GSK.

Claudio De Vincenti, sottosegretario di Stato
alla Presidenza del Consiglio ha fatto i complimenti ai tre attori della ricerca Fondazione Telethon, Ospedale San Raffaele e GSK, oltreché a tutti i ricercatori. Ha lodato l'azione del governo e prima di lasciare l'aula ha preannunciato i rischi che comporterà Brexit. Un responsabile del San Raffaele, evidenziando l'importante traguardo raggiunto grazie ai ricercatori, ha  voluto muovere una critica al Governo e alla Regione, rivolgendosi direttamente al Sottosegretario De Vincenti e "smentendolo garbatamente", ormai assente, sull'azione del Governo riguardo le continue riduzioni dei finanziamenti a favore della ricerca.

Alessandro Aiuti, coordinatore dell’area clinica dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (SR-Tiget) commenta: “Oggi presentiamo il risultato di oltre 20 anni di ricerca e sviluppo che ci hanno consentito di mettere a punto un approccio terapeutico innovativo e personalizzato. Questo approccio prevede l’utilizzo delle cellule staminali del paziente, in cui viene inserita una copia corretta del corretta del gene malato, e la loro successiva reintroduzione nell’organismo. Il trattamento ci ha permesso di correggere questa gravissima malattia alla radice, cambiando la vita di questi bambini. Quella che presentiamo oggi è una pietra miliare nella storia delle terapie avanzate e il suo successo ci consente di guardare con ottimismo alla sua applicazione in altre patologie rare”.

Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica: “L’ADA-SCID è la prima delle malattie oggetto dell’alleanza strategica tra Fondazione Telethon, Ospedale San Raffaele e GSK– ricorda Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica -.Attualmente sono in fase avanzata di sperimentazione e sviluppo altre terapie per malattie rare quali la leucodistrofia metacromatica e la sindrome di Wiskott- Aldrich; è stata inoltre avviata da alcuni mesi la sperimentazione clinica per la beta talassemia. I risultati per queste malattie sono incoraggianti e ci auguriamo che possano presto diventare terapie concrete come avvenuto per l’ADA-SCID” .

Nicola Bedin, amministratore delegato dell’IRCCS Ospedale San Raffaele: “Questo risultato, che dimostra l’eccellenza della ricerca italiana, è frutto dell’efficace collaborazione tra IRCCS Ospedale San Raffaele, Fondazione Telethon e GSK la cui sinergia ha consentito di sviluppare i primi risultati ottenuti dai ricercatori in laboratorio circa 15 anni fa, portarli al letto del paziente e arrivare a una cura salvavita per i bambini affetti da ADA-SCID. Il nostro obiettivo ora è di continuare a lavorare perché questa alleanza porti a sviluppare e rendere disponibili nuove cure a beneficio dei pazienti con malattie rare”.

Lucia Monaco, direttore scientifico della fondazione: Un obiettivo questo condiviso sia dalla Fondazione Telethon che da GSK. “Fin dall’inizio – spiega Lucia Monaco, direttore scientifico della fondazione – la terapia genica ha rappresentato un campo di particolare interesse per Telethon confermato dalla fondazione dell’Istituto San Raffaele Telethon di Milano nel 1995 con l’obiettivo non solo di finanziare ottima ricerca di base, ma anche creare le condizioni perché quella ricerca possa trasformarsi in una terapia. Di fronte agli eccellenti risultati – aggiunge Monaco – la Fondazione Telethon ha capito che per rispondere davvero alla propria missione non poteva fermarsi allo stadio di terapia sperimentale, ma trovare un partner che consentisse di percorrere le ultime fasi, ovvero lo sviluppo. Da qui l’alleanza con GSK che oggi si concretizza con Strimvelis. Ed è una grande soddisfazione avere chiuso per la prima volta il cerchio nel rispetto della promessa che la mission stessa di Telethon contiene: arrivare alla cura della malattie genetiche rare”.

Daniele Finocchiaro , presidente e amministratore delegato di GSK Italia che nel 2004, ha voluto iniziare la partnership con la Fondazione Telethon dichiara: “Dietro un grande traguardo come quello di oggi c’è sempre una storia di persone che hanno una particolare visione del futuro e che si pongono degli obiettivi apparentemente irraggiungibili. Quando abbiamo incontrato Telethon per la prima volta abbiamo trovato proprio questo tipo di persone e condiviso la loro visione di un futuro dove le malattie genetiche potevano essere curate. Questo nuovo approccio di ricercare, scoprire e sviluppare insieme, ci ha permesso nel 2010 di realizzare un’alleanza a tre per combattere 7 malattie genetiche rare. Dopo 6 anni e 135 milioni di euro la prima risposta si chiama Strimvelis. La cura per l’ADA-SCID. Ma non è finita – prosegue Finocchiaro – perché altre 6 malattie aspettano risposte e per due di loro siamo già in fase avanzata di sperimentazione e sviluppo. Sono 120 i milioni di euro stanziati per i prossimi 4 anni, sperando che i progressi che faremo insieme possano essere altrettanto rapidi. Oggi – conclude Daniele Finocchiaro – siamo di fronte ad una nuova storia di successo, un’eccellenza che parla italiano e che vedrà il nostro Paese accogliere i bambini di tutto il mondo, ma che può diventare ancora più importante se sapremo tutti investirci con convinzione”.

DALLA MALATTIA ALLA CURA, STORIA DI UN GRANDE RISULTATO [VIDEO]

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