Apple iOS 11, utenti scontenti: troppi passaggi per spegnere Wi-Fi e bluetooth

Apple nel mirino degli utenti insoddisfatti. Il colosso di Cupertino, infatti, deve fare i conti con una delle novità di iOS 11, il nuovo sistema operativo per iPhone e iPad che secondo alcune fonti non ufficiali sarebbe stato adottato solamente dal 10% degli utenti, quindi da un numero molto esiguo dei possessori dei device targati dalla Mela morsicata. Ci sono segnalazioni e lamentele sui social riguardo la modalità per spegnere il Wi-Fi e il Bluetooth, una delle novità dell’aggiornamento del nuovo OS di Apple. Disabilitando le icone di queste funzioni dal rinnovato “Centro di Controllo”, infatti, gli utenti non chiudono del tutto le antenne come invece accadeva con la vecchia versione del sistema operativo. Per farlo devono fare più passaggi. Tale procedura non è un “bug” dovuto all’aggiornamento di iOS ma un’opzione voluta dalla stessa azienda statunitense. Ai malcontenti del pubblico, si aggiungono anche le perplessità di alcuni esperti di sicurezza. Lasciare sempre aperte le connessioni WiFi e Bluetooth anche se inutilizzate, spiegano sul Guardian, oltre a consumare inutilmente batteria vuol dire lasciare una porta aperta per eventuali attacchi hacker. Nel frattempo, secondo dati preliminari della compagnia Mixpanel, iOS 11 registrerebbe al momento un tasso più basso di adozione rispetto al passato: a 24 ore dal lancio risultava infatti installato, come già accennato, solo sul 10% dei dispositivi. Lo scorso anno per iOS 10 la percentuale era stata quasi del 15%. Apple correrà ai ripari o lascerà le cose come stanno? Non resta altro che attendere e scoprire la prossima mossa del colosso informatico americano.

Francesco Pellegrino Lise




Killing Floor 2, lo shooter sci-fi in salsa horror arriva anche su Xbox One

Deep Silver e Iceberg Interactive hanno recentemente lanciato anche su Xbox One Killing Floor 2. Il famoso sparatutto co-op sci-fi horror, che era già uscito in precedenza su Pc e PlayStation 4, è disponibile quindi anche sulla piattaforma di casa Microsoft al prezzo di 39.99 euro. Se nel primo capitolo l’invasione dei terribili mostri mutati chiamati Zed era circoscritta all’inghilterra, in questo sequel lo scontro si sposta in Francia, dove, pronte ad accogliere i sopravvissuti, ci sono orde di nemici assetate di sangue. Killing Floor 2 è a tutti gli effetti uno shooter old school di stampo survival che ricorda molto alcuni titoli da sala giochi in voga negli anni passati, un titolo che mette i giocatori nei panni di alcuni bizzarri combattenti per fronteggiare numerosissime tipologie di abomini sia in single che in multyplayer. Una volta scelto il proprio eroe, dopo aver composto il team (fino ad un massimo di 6 giocatori) ed aver scelto la classe d’appartenenza, l’unico obiettivo di chi gioca è quello di sopravvivere fino all’ultima ondata di fameliche creature, al termine della quale bisognerà abbattere un boss altamente pericoloso. Alla luce di tutto questo, gli amanti del genere ritroveranno in Killing Floor 2 il giusto tasso di sfida, di divertimento e, soprattutto, di varietà. Tutto questo è possibile perché le classi a disposizione del giocatore, cosi come le tipologie di mostri da affrontare sono davvero molte. In questo nuovo capitolo della serie la cooperazione rappresenta la strategia di gioco fondamentale per poter superare in modo efficace i vari stage dalla difficoltà crescente. Per formare una squadra il più equilibrata possibile, è quindi necessario bilanciare le abilità dei singoli partecipanti, in modo tale che possano interagire tra di loro in maniera totalmente efficace.

Esistono 9 tipologie di classi a disposizione, ognuna delle quali possiede caratteristiche uniche, e persino un albero delle abilità interamente dedicato, che può essere potenziato man mano che si sale di livello. In base al quantitativo di sfide portate a termine nell’arco di una partita si ottengono punti esperienza per sviluppare i parametri di una determinata specializzazione, nonché l’incremento di alcune caratteristiche base della propria classe preferita, tra cui l’ampliamento dei danni dell’arma, una maggiore velocità di ricarica, e la riduzione del rinculo mentre si apre il fuoco. Una volta sul campo di battaglia, fra un’orda di nemici e l’altra viene concesso un momento di respiro durante il quale l’intera squadra è incentivata a raggiungere un venditore che apparirà di volta in volta in una zona differente della mappa e spendere i soldi accumulati durante lo scontro. Qui si possono ricaricare le armi, acquistare nuove bocche da fuoco e rimettere in sesto l’armatura. Naturalmente più si è combattuto bene, maggiori saranno i crediti da spendere in questi shop, ma se la performance è stata scarsa bisognerà sperare nella carità dei compagni che possono regalare il denaro che gli avanza. Tale espediente funziona e impedisce al team di trincerarsi per tutta la partita in un punto solo, costringendolo a spostarsi da una zona all’altra per riempire gli zaini e adattare il loadout alle proprie esigenze. Insomma, Killing Floor 2 è un gioco dalla spiccata longevità e molto divertente grazie soprattutto ad un alto tasso di rigiocabilità, garantito dall’accurata differenziazione dei diversi stili d’approccio. Nonostante dopo le prime ore di gameplay la ripetitività inizi inevitabilmente ad incalzare con prepotenza, le molte mappe a disposizione e la possibilità di giocare con atre persone rappresentano la vera forza di questo titolo. Sul versante delle modalità di gioco, il titolo non propone purtroppo una rosa ampia di possibilità alternative: al momento infatti sono disponibili soltanto il classico “Survival” e la sua variante “Survival VS” dove alcuni giocatori prenderanno le parti dei mostri e altri dei sopravvissuti in uno scontro all’ultimo sangue. Analizzando il titolo per quello che concerne il lato tecnico, il risultato è abbastanza soddisfacente. Anche se dal punto di vista grafico la controparte per PC è sicuramente più curata, almeno su macchine dalla configurazione performante, la versione Xbox One è assai gradevole da vedere. Il net code inoltre è stabile e non si incappa mai in noiose disconnessioni o fenomeni di lag durante le partite. Unico piccolo neo è rappresentato dal caos che si viene a creare quando ci si trova accerchiati da miriadi di mutanti affamati, che impediscono al giocatore di fuggire incastrandolo irrimediabilmente contro un muro o in qualche angolo precludendogli definitivamente la fuga. Una menzione di merito va invece fatta al comparto audio. Gli amanti della musica metal possono gioire poiché durante i sanguinosi scontri contro gli Zed sono presenti tracce davvero emozionanti e che si sposano benissimo con ciò che accade sullo schermo. Tirando le somme, questo Killing Floor 2 su Xbox One è a nostro avviso un titolo da non lasciarsi assolutamente scappare, che dà il massimo quando si gioca in compagnia e che è in grado di garantire ore ed ore di esilaranti battaglie a tema horror. Il prezzo più basso rispetto a molti altri giochi, poi, lo rende un prodotto interessante anche dal punto di vista dell’acquisto. Se quello che cercate è uno sparatutto frenetico, divertente e a sfondo apocalittico, acquistando Killing Floor 2 non resterete affatto delusi.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5
Sonoro: 9
Gameplay: 8,5
Longevità: 8,5

VOTO FINALE. 8,5

Francesco Pellegrino Lise




Apple svela iPhone X, lo smartphone che riconosce le persone

di Francesco Pellegrino Lise

Apple ha finalmente svelato al mondo il nuovo iPhone, quello che celebra i dieci anni dello smartphone più amato al mondo, nell’arena dedicata al cofondatore: lo Steve Jobs Theater, all’interno dell’enorme complesso dell’Apple Park, ovvero il nuovo quartier generale di forma circolare che ricorda alla lontana il tasto “home” presente sui “Melafonini”. In questa maestosa cornice, oltre che la decima versione del dispositivo mobile del colosso di Cupertino, sono state presentate anche le evoluzioni degli iPhone attuali, si chiamano iPhone 8 e 8 Plus. Ma non c’è solo questo: infatti è stata svelata anche la terza generazione dell’Apple Watch, che ora può anche connettersi al web in maniera indipendente attraverso una connessione cellulare e LTE, e non ha quindi sempre bisogno di avere l’iPhone vicino. Il Watch 3 ha dentro un nuovo processore dual core che rende Siri più agile, e un display che funziona anche da antenna, una soluzione di design che permette di mantenere inalterato lo spessore. Inoltre è stato dato ampio spazio alla Apple TV che tra creazione e acquisizioni di contenuti video in esclusiva, sta diventando una piattaforma importante nell’ambito della nuova televisione, quella del futuro, quella fatta con le app. Ovviamente il protagonista indiscusso della serata è stato l’iPhone X è un modello esclusivo, che ridefinisce completamente lo smartphone di Apple aggiungendo e sottraendo elementi alla formula che ha permesso al device di vendere un miliardo e mezzo di pezzi nel corso di dieci anni. Il colosso di Cupertino ha deciso di portare iPhone in una nuova era. In una parola, rivoluzionandolo. L’iPhone X è un concetto completamente nuovo, naturalmente rimane uno smartphone, quindi usarlo è immediato, ma con esso la classica esperienza d’uso iPhone ha compiuto un vero e proprio salto generazionale. Tanto per iniziare, non c’è più il tasto “home”, sostituito da una superficie anteriore tutta display. In sostanza, tutto lo schermo è una superficie di interazione. Dopo il primo approccio comunque, l’IPhone X si usa in maniera intuitiva. A colpire è lo schermo Oled da 2436*1125 pixel, diagonale da 5,8”, tecnologia Truetone e quindi anche bianchi limpidi oltre al nero “pitch black” garantito dall’Oled. Il display si estende per tutto il frontale, tranne che per un’area superiore dedicata ai nuovi sensori del Face ID, la nuova tecnologia di riconoscimento del viso tridimensionale che ha mandato in pensione l’ormai “obsoleto” touch id. L’iPhone X quindi può scansionare in 3D il viso dell’utente e permette di registrare in ogni momento le espressioni e i movimenti facciali. Ma soprattutto, Face ID funziona come un livello di sicurezza biometrica a più fattori. Si può sbloccare il telefono semplicemente osservando lo schermo, espressioni e volto diventano così password e modalità di interazione con il dispositivo, quasi facendolo diventare una parte del nostro corpo. Face ID non è la prima tecnologia di riconoscimento facciale su smartphone, ma l’elemento della tridimensionalità è chiave nell’impedire contraffazioni. Non si può sbloccare il telefono con la foto dell’utente, insomma. Secondo gli analisti di Kgi, Apple ha due anni di vantaggio sulla concorrenza in questo ambito. Ma oltre alla sicurezza c’è il divertimento: iPhone X utilizzerà il Face ID anche per le Animoji, “faccine” evolute che cambiano espressione seguendo quella del volto dell’utente. Per mandare un sorriso in chat basterà insomma sorridere allo schermo, o fare una duck face per i bacini. E le applicazioni possibili anche qui sono tutte da immaginare.

L’iPhone X può vantare corpo in vetro e bordi in acciaio, estetica completamente rinnovata, ed è probabilmente il più potente smartphone sul mercato. A livello di potenza, il chip A11 Bionic, processore a 6 core, è qualcosa di mai visto prima. Con 12 megapixel posteriori, l’iPhone X ha la seconda generazione del sistema di fotocamere a doppia ottica visto su iPhone 7 Plus, che consente zoom ed effetti da macchina fotografica reflex e gira video in 4K fino a 240 frame al secondo. C’è anche la ricarica senza fili: per rimpolpare la batteria il telefono si appoggia su una base, una novità che vale anche per i nuovi 8 e 8Plus. Insomma è una vera bomba. Il dispositivo ha la possibilità di essere ricaricato in wireless e possiederà il sistema operativo: iOS11, disponibile dal 19 settembre. Due le configurazioni a disposizione: 64 e 256 GB. Colori: argento e grigio siderale. Preordini dal 27 ottobre in 55 Paesi (Italia inclusa), consegne dal 3 novembre. Prezzo: da 1189 euro per la versione da 64 Gb.

Parlando del nuovo iPhone 8 e di su fratello maggiore 8 Plus, essi posseggono una scocca in vetro e alluminio, display Retina HD da 4,7 e 5,5 pollici con True Tone che bilancia automaticamente il bianco in base alle condizioni di luce esterne. Sono dotati di altoparlanti stereo. Processore A11 Bionic. Supporto a realtà aumentata. Fotocamera da 12 megapixel (doppia con grandangolo e teleobiettivo sul modello Plus che ha anche modalità Ritratto potenziata). Stabilizzazione ottica dell’immagine. Fotocamera frontale da 7MP. Registra video in 4K. Ricarica wireless. iOS 11. Touch ID. Siri traduttore dall’inglese all’italiano. Tre colori: grigio siderale, argento e oro. Due configurazioni: 64 e 256 GB. Preordini dal 15 settembre, disponibilità dal 22 settembre. Prezzo: da 839 euro. Nel corso della manifestazione di Cupertino è stato anche lanciato l’Apple Watch 3, esso possiede una connettività cellulare Lte, Gps, altimetro, ed è all’acqua fino a 50 metri di profondità. Rileva battito a riposo, mentre si cammina e dopo l’allenamento, inoltre Siri parla dall’orologio. I modelli a disposizione sono due, uno solo con Gps e l’altro con Gps e connettività cellulare. Ordini disponibili dal 15 settembre, disponibilità dal 22 settembre. In Italia arriverà per adesso solo la versione solo con Gps: da 379 euro.

Ultima ma non per questo meno importante protagonista del keynote di Cupertino è stata la Apple Tv. Essa supporta i formati 4K e HDR (High Dynamic Range), per immagini in altissima definizione. I film in 4K HDR costeranno quanto quelli in HD e quelli già acquistati saranno automaticamente convertiti nel nuovo formato. In arrivo più contenuti (anche Netflix e Amazon Prime Video) e dirette di news e sport. Gli ordini saranno disponibili dal 15 settembre, disponibilità dal 22 settembre. Prezzi: da 199 euro per il modello da 32GB o 219 euro per il modello da 64GB. Con il lancio di iPhone X, Apple ha aperto la strada verso un nuovo modo di comunicare, ha proiettato il mondo verso nuovi orizzonti e tutto quello che vedremo nei prossimi dieci anni sarà l’estensione di questo primo grande e importante traguardo.




Innalzamento livello del mare, ghiacciaio Petermann: nuova frattura ripresa dal satellite

Il satellite Sentinel-2A del programma europeo Copernicus ci porta sul ghiacciaio Petermann, nel nord-ovest della Groenlandia, con questa immagine a falsi colori acquisita il 16 agosto 2017.

Il sensore per immagini di Sentinel-2 può osservare una determinata area prefissata in diverse bande dello spettro, producendo un’immagine a falsi colori che ci aiuta a distinguere obiettivi che appaiono di colore simile, come ad esempio neve e nuvole. In questa immagine le nuvole appaiono di colore bianco con un accenno di verde, mentre neve e ghiaccio appaiono di colore blu. Le aree di colore verde brillante mostrano la vegetazione, mentre le macchie nere sono ombre e specchi d’acqua.

 

Quello di Petermann è uno dei ghiacciai più grandi che collega la piattaforma di ghiaccio della Groenlandia con l’Oceano Artico. Una volta raggiunto il mare, un certo numero di questi canali di ghiaccio si allungano in acqua con una “lingua di ghiaccio” galleggiante. Di tanto in tanto gli iceberg si rompono o si “staccano” da queste lingue fluttuanti. Verso la fine di luglio, Sentinel-2 è riuscito a vedere un iceberg di 5,5 kmq di superficie distaccarsi dall’estremità del Petermann.

Gli scienziati che studiano le regioni polari monitorano con attenzione questa nuova frattura vicino al centro della lingua di ghiaccio – un posto abituale per la formazione di crepe -, mentre le fratture più vecchie continuano a crescere nelle vicinanze.

 

La banchisa del ghiacciaio Petermann ha subìto una accelerazione negli ultimi anni. I ghiacciai che si sviluppano sulla terraferma in Groenlandia costituiscono un importante contributo all’aumento globale del livello del mare e con l’innalzamento delle temperature globali, si prevede che altro ghiaccio si disciolga negli oceani. Gli scienziati stimano che se il ghiacciaio Petermann si sciogliesse completamente, il livello del mare si innalzerebbe di circa 30 cm.




Scoperta Gazer, la backdoor russa che spia ambasciate e consolati in Europa

di Francesco Pellegrino Lise

I ricercatori di ESET, uno fra i più il più grande produttore di software per la sicurezza digitale dell’Unione europea, hanno pubblicato i risultati di una ricerca condotta sulla “backdoor Gazer” collegata al noto gruppo di cyber spionaggio russo Turla, che è stata utilizzata nell’ultimo anno in attacchi a consolati, ambasciate, ministeri e altre istituzioni pubbliche in varie parti del mondo, prevalentemente localizzate nell’Europa dell’Est e nei paesi dell’ex Unione Sovietica.

Il successo di Gazer può essere spiegato dai metodi avanzati che utilizza per spiare i propri obiettivi e dalla sua capacità di rimanere attivo sui dispositivi infetti, lavorando nell’ombra per spiare il più a lungo possibile un computer. Per evitare di essere scoperto, Gazer agisce esattamente come le altre backdoor create da Turla ovvero modifica di continuo le stringhe all’interno del proprio codice, randomizza i marcatori e cancella i file in modo sicuro. Gli attacchi alle ambasciate e ai ministeri effettuati finora tramite Gazer mostrano tutte le caratteristiche principali delle campagne di spionaggio informatico attribuite a Turla, che utilizzano tecniche di spear-phishing per distribuire una backdoor di primo stadio, cui si affianca una backdoor di secondo stadio che cattura le informazioni dal computer infetto e le invia al gruppo di cyber criminali tramite connessione ai server C&C. Tutte le organizzazioni, da quelle istituzionali, diplomatiche, di vigilanza, alle aziende private, dovrebbero prendere coscienza sulla pericolosità di queste nuove minacce sofisticate come Gazer e adottare una difesa stratificata per ridurre le possibilità di una violazione dei loro sistemi di sicurezza.




Italia: ecco la siccità vista dallo spazio

Nonostante le apprezzate piogge del fine settimana, le anormali condizioni di bassa umidità del suolo persistono in centro Italia. Gli scienziati stanno utilizzando i dati da satellite per monitorare la siccità che ha stretto la nazione.

Incendi boschivi, scarsità idrica e miliardi di euro di danni stimati all’agricoltura sono solo alcuni degli effetti della siccità di questa estate in Italia – senza menzionare il caldo implacabile. La notizia della razionalizzazione dell’acqua nella capitale è apparsa sui giornali di tutto il mondo.

Mentre le autorità locali lavorano per mitigare la siccità, gli scienziati scrutano il cielo cercando risposte.

I dati da satellite sull’umidità del suolo mostrano che il terreno nella Toscana meridionale è stato più secco del normale già da dicembre 2016. Anche se le condizioni più asciutte del normale si verificano regolarmente, la situazione attuale è straordinariamente intensa e persistente, similarmente alle siccità del 2007 e del 2012.

“Nei primi sei mesi del 2017 abbiamo visto meno della metà delle precipitazioni medie in Italia centrale” ha detto Luca Brocca dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRPI-Cnr).

“La combinazione di scarse precipitazioni e temperature elevate ha portato alla siccità, ed avremo bisogno di una significativa quantità di pioggia per ricostituire l’acqua persa negli ultimi otto mesi”.

L’IRPI-Cnr sta monitorando attentamente la situazione siccità utilizzando un nuovo set di dati satellitari del progetto ESA CCI Soil Moisture per l’umidità del suolo, disponibile globalmente ed a lungo termine. Il set di dati è stato sviluppato dall’Università di Tecnologia di Vienna e dalla compagnia olandese VanderSat B.V., e sarà presto reso disponibile attraverso il servizio Copernicus Climate Change.




Agents of Mayhem, il nuovo sparatutto free roaming di Volition

Volutamente eccessivo, estremamente caotico e assolutamente distruttivo

 

di Francesco Pellegrino Lise

Avete una gran passione per i videogame action-free roaming in stile Saints Row? Bene, con Agents of Mayhem il vostro desiderio di avventura misto a demolizione e sparatorie sarà finalmente colmato. Il titolo di Volition, disponibile su Pc, Xbox One e PlayStation 4, ha molti punti in comune con Saints Row.

Nel gioco infatti spicca ancora una volta il colore viola, e dietro al logo ritorna trionfante il giglio rosa marchio distintivo della gang. Il titolo si ambienta nello stesso universo narrativo della saga dei Saints, e più precisamente nella “terra ricostruita” a cui accenna uno dei finali del quarto capitolo. Strappato via il sottotesto criminale delle gang, Agents of Mayhem trasporta i giocatori in una frenetica Seoul dalle tinte fortemente futuristiche, mettendo i giocatori al controllo degli agenti scelti di una virtuosa organizzazione per lo sterminio dei geni del male (Mayhem, appunto: Multinational Agency for Hunting Evil Masterminds). L’obiettivo è quello di sventare i piani di conquista della spietata organizzazione Legion (League of Evil Gentlemen Intent on Obliterating Nations), sfruttando ovviamente tutta la potenza di fuoco a disposizione dei 12 superprotagonisti che sarà possibile controllare.

La storia del gioco viene raccontata attraverso una serie di cut-scene realizzate con il motore grafico del gioco e di sequenze animate in stile fumettosi.

La trama c’è da dire però che ha un ruolo molto marginale perché l’intera esperienza è tutta incentrata su folli esplosioni, sparatorie e rocamboleschi inseguimenti. Il tipo di comicità abbracciato da Agents of Mayhem si allontana da quella esagertamente triviale che ha caratterizzato alcuni capitoli di Saints Row mantenendo però una forte dose di humor a tratti intelligente e spesso demenziale. Il tema scelto per questo gioco si allontana da quello delle gang spaziando nell’ambiente militaresco e nel complottismo delle mega-corporazioni tipiche dei b-movie. Un impasto volutmente “pacchiano”, che farà spesso e volentieri sbellicare dalle risate.

Per quello che concerne il gameplay, Agents of Mayhem si presenta come uno sparatutto action-open-world in terza persona. Il ritmo dell’azione è acceso ma mai eccessivo, ed il gunplay sembra quasi “estratto” dalle precedenti produzioni del team. C’è poco spazio per la mira di precisione, un evidente disinteresse per le coperture dinamiche, e generalmente si procede a testa bassa, scagliando tonnellate di proiettili e granate contro i nemici. Tutta l’azione di gioco quindi sibasa sulla mobilità, e sulla capacità di alternare i tre eroi di cui si dispone il controllo. In Agents of Mayhem, si dovranno gestire delle piccole squadre d’assalto composte da un tris di soldati, selezionati da un roster di dodici protagonisti, uno più folle dell’altro, ognuno con caratteristiche, manie e armamenti differenti. Una volta iniziato il gioco si avranno a disposizione soltanto tre personaggi, così da entrare in sintonia con le meccaniche di gioco, ma ben presto si potranno accettare diversi incarichi di reclutamento, per ottenere più agenti e avere una maggior scelta prima di iniziare le missioni. Si avranno a disposizione letali ninja mediorientali, yakuza mascherati, gangster di quartiere, enormi giganti glaciali, arcieri indiani, hooligan urlanti e persino un’affascinante ingegnere italiana maestra dell’hacking. Come preannunciato ognuno di essi avrà la sua arma peculiare, un’abilità speciale pronta a massimizzare il danno o infliggere qualche status alterato ai nemici, ed una distruttiva abilita “Mayhem”, pronta a disseminare morte e distruzione su larga scala, tra bombardamenti aerei, tempeste glaciali, poderose smitragliate, e chi più ne ha più ne metta. Grazie a questa scelta è un piacere avere a disposizione una serie di eroi così diversificati fra loro, su cui contare per ogni missione principale o incarico secondario. Prima di lanciarsi in missione, sarà possibile assemblare la propria squadra ideale, così facendo si avrà la possibilità di divertirsi a testare tutte le possibili combinazioni in relazione all’obiettivo di missione. Naturalmente, mentre si proseguirà nella lotta contro i cattivi della Legion si avrà modo di potenziare in diversi modi i propri agenti. Oltre a salire di livello grazie all’esperienza accumulata sul campo, gli eroici protagonisti possono sbloccare potenziamenti di vario tipo, che garantiranno abilità passive o modificheranno il funzionamento delle armi o dei colpi speciali.




Tre milioni di posti a rischio, tutta colpa dei robot

di Marco Staffiero

I robot prenderanno il posto degli esseri umani? Poco tempo fa poteva sembrare uno scenario da fantascienza, ma ad oggi questa idea si va delineando sempre di più. Poche menti lucide oltre 30 anni fa avevano previsto questo pericolo, proprio attraveso l'avvento della tecnocrazia. Anche allora qualcuno con eccessiva superficialità sorrise.  Fatto sta che, oltre 3 milioni di posti di lavoro a rischio in Italia nei prossimi 15 anni. Per 'colpa' dei robot. E' lo scenario che delinea la ricerca 'Tecnologia e lavoro: governare il cambiamento', elaborata dall'Ambrosetti Club sulla base dell'articolo scientifico 'The Future of Employment: How susceptible are jobs to computerisation?' di C.B. Frey e M.A. Osborne, professori di Oxford, presentata ieri al Forum Ambrosetti in corso a Cernobbio.
 
"Con automazione si intendono tutte quelle tecnologie capaci di gestire sistemi meccanici e processi fisici o logici a complessità variabile, riducendo la necessità dell’intervento umano. Il continuo sviluppo della tecnologia genera un crescente timore verso l’effetto sostituzione uomo-macchina e le ricadute che questo fenomeno potrebbe avere su Paesi, imprese e persone", si legge. La ricerca, utilizzando dati forniti dall'Istat, ha consentito di effettuare analisi su 129 categorie professionali e di calcolare il numero di posti di lavoro che potrebbero essere persi nei prossimi 15 anni: "I risultati delle elaborazioni effettuate indicano che il 14,9% del totale degli occupati, pari a 3,2 milioni, potrebbe perdere il posto di lavoro nell’orizzonte temporale di riferimento". Quali categorie sono più al sicuro? "La non ripetitività del lavoro svolto, le capacità creative e innovative richieste per lo svolgimento delle mansioni, la complessità intellettuale e operativa delle attività svolte e le capacità relazionali e sociali sembrerebbero ridurre il rischio di automazione degli occupati". In una situazione economica disastrosa con un tasso di disoccupazione che va oltre il 40%, quale sarà il ruolo dll'essere umano con l'avvento dei robot nel lavoro?



Agents of Mayhem, il nuovo sparatutto free roaming di Volition

 

di Francesco Pellegrino Lise

 

Avete una gran passione per i videogame action-free roaming in stile Saints Row? Bene, con Agents of Mayhem il vostro desiderio di avventura misto a demolizione e sparatorie sarà finalmente colmato. Il titolo di Volition, disponibile su Pc, Xbox One e PlayStation 4, ha molti punti in comune con Saints Row. Nel gioco infatti spicca ancora una volta il colore viola, e dietro al logo ritorna trionfante il giglio rosa marchio distintivo della gang. Il titolo si ambienta nello stesso universo narrativo della saga dei Saints, e più precisamente nella "terra ricostruita" a cui accenna uno dei finali del quarto capitolo. Strappato via il sottotesto criminale delle gang, Agents of Mayhem trasporta i giocatori in una frenetica Seoul dalle tinte fortemente futuristiche, mettendo i giocatori al controllo degli agenti scelti di una virtuosa organizzazione per lo sterminio dei geni del male (Mayhem, appunto: Multinational Agency for Hunting Evil Masterminds). L'obiettivo è quello di sventare i piani di conquista della spietata organizzazione Legion (League of Evil Gentlemen Intent on Obliterating Nations), sfruttando ovviamente tutta la potenza di fuoco a disposizione dei 12 superprotagonisti che sarà possibile controllare.

 

La storia del gioco viene raccontata attraverso una serie di cut-scene realizzate con il motore grafico del gioco e di sequenze animate in stile fumettosi. La trama c’è da dire però che ha un ruolo molto marginale perché l’intera esperienza è tutta incentrata su folli esplosioni, sparatorie e rocamboleschi inseguimenti. Il tipo di comicità abbracciato da Agents of Mayhem si allontana da quella esagertamente triviale che ha caratterizzato alcuni capitoli di Saints Row mantenendo però una forte dose di humor a tratti intelligente e spesso demenziale. Il tema scelto per questo gioco si allontana da quello delle gang spaziando nell'ambiente militaresco e nel complottismo delle mega-corporazioni tipiche dei b-movie. Un impasto volutmente "pacchiano", che farà spesso e volentieri sbellicare dalle risate. Per quello che concerne il gameplay, Agents of Mayhem si presenta come uno sparatutto action-open-world in terza persona. Il ritmo dell'azione è acceso ma mai eccessivo, ed il gunplay sembra quasi "estratto" dalle precedenti produzioni del team. C'è poco spazio per la mira di precisione, un evidente disinteresse per le coperture dinamiche, e generalmente si procede a testa bassa, scagliando tonnellate di proiettili e granate contro i nemici. Tutta l’azione di gioco quindi sibasa sulla mobilità, e sulla capacità di alternare i tre eroi di cui si dispone il controllo. In Agents of Mayhem, si dovranno gestire delle piccole squadre d'assalto composte da un tris di soldati, selezionati da un roster di dodici protagonisti, uno più folle dell’altro, ognuno con caratteristiche, manie e armamenti differenti. Una volta iniziato il gioco si avranno a disposizione soltanto tre personaggi, così da entrare in sintonia con le meccaniche di gioco, ma ben presto si potranno accettare diversi incarichi di reclutamento, per ottenere più agenti e avere una maggior scelta prima di iniziare le missioni. Si avranno a disposizione letali ninja mediorientali, yakuza mascherati, gangster di quartiere, enormi giganti glaciali, arcieri indiani, hooligan urlanti e persino un’affascinante ingegnere italiana maestra dell’hacking. Come preannunciato ognuno di essi avrà la sua arma peculiare, un'abilità speciale pronta a massimizzare il danno o infliggere qualche status alterato ai nemici, ed una distruttiva abilita "Mayhem", pronta a disseminare morte e distruzione su larga scala, tra bombardamenti aerei, tempeste glaciali, poderose smitragliate, e chi più ne ha più ne metta. Grazie a questa scelta è un piacere avere a disposizione una serie di eroi così diversificati fra loro, su cui contare per ogni missione principale o incarico secondario. Prima di lanciarsi in missione, sarà possibile assemblare la propria squadra ideale, così facendo si avrà la possibilità di divertirsi a testare tutte le possibili combinazioni in relazione all’obiettivo di missione. Naturalmente, mentre si proseguirà nella lotta contro i cattivi della Legion si avrà modo di potenziare in diversi modi i propri agenti. Oltre a salire di livello grazie all'esperienza accumulata sul campo, gli eroici protagonisti possono sbloccare potenziamenti di vario tipo, che garantiranno abilità passive o modificheranno il funzionamento delle armi o dei colpi speciali.

 


Vagando per le strade di Seul si possono inoltre raccogliere schemi con cui costruire gadget particolari, trovare skin per i personaggi e le armi e raccogliere i classici collezionabili che aiuteranno i giocatori a potenziare gli agenti: ricostruendo un nucleo energetico con 10 frammenti recuperati sulla mappa di gioco, si possono ad esempio attivare delle abilità passive molto potenti che renderanno l’agente ancora più letale in combattimento. Nonostante la mappa sia piuttosto povera di attività stimolanti le missioni sono un buon numero e i giocatori possono catturare alcuni punti di scambio per garantirsi un guadagno regolare, con cui poi acquistare dei "potenziamenti agenzia" applicati indistintamente a tutti gli agenti oppure utili a potenziare il veicolo ufficiale del Mayhem. Per quanto riguarda la base operativa dell’organizzazione, infine, è possibile sfruttare gli agenti non attivi per indagini sparse in tutto il globo: facendo cio, oltre a raccogliere risorse e materie prime fondamentali per il crafting dei gadget, queste operazioni in giro per il globo sbloccano poi uno dei contenuti endgame più difficili da ottenere. Agents of Mayhem, garantisce una progressione molto profonda per incanalare gli sforzi del giocatore, facendogli sentire la soddisfazione di creare una struttura sempre più efficace e poderosa. I modificatori di difficoltà fanno il resto: applicandoli per ottenere più esperienza e soldi si trasformano le varie scorribande in un inferno, così da rendere quello che si può considerare l'endgame molto difficile da raggiungere. È un peccato, però, che una volta terminate le molte missioni della trama principale e gli incarichi personali dei vari agenti, manchi un open-world più accattivante e vivo, un ambiente più caratterizzato e vasto, e magari una serie di missioni cooperative. Tecnicamente e visivamente parlando il titolo si difende bene, anche se non fa gridare al miracolo. La direzione artistica, fatta eccezione per il design degli Agenti e per alcune sequenze d'intermezzo è spesso sottotono: le architetture di gioco sono banali, così come lo stile futuristico di edifici e oggetti, che sono incapaci di donare al titolo quella scintilla creativa che caratterizzava alcuni dei passati Saints Row. Il meglio di di Agents of Mayhem è tutto legato alle numerose esplosioni ed all'uso di shader molto sgargianti ma anche un po' patinati. Insomma, il titolo non è del tutto a fuoco per quel che riguarda le prestazioni dell'engine, e se non fosse per la presenza degli Agenti il colpo d'occhio sarebbe l'aspetto più mediocre della produzione. Tirando le somme, con Agents of Mayhem il team di Volition ha creato un titolo assolutamente divertente, a tratti impegnativo ma che purtroppo non riesce a convincere totalmente. Se quello che si cerca è un gioco dove non è necessario pensare, dove bisogna mettere a ferro e fuoco qualsiasi cosa e che sia legato al single player allora questo è il vostro gioco. Se diversamente si vuole un titolo dove bisogna spremere le meningi, con una grafica realistica e che offra caratteristiche più profonde allora è meglio navigare verso altri lidi.

GIUDIZIO GLOBALE:


Grafica: 7,5
Sonoro: 7,5
Gameplay: 8
Longevità: 7,5


VOTO FINALE: 7,5




Anche in Italia iPhone bloccati dai pirati informatici

 

di Francesco Pellegrino Lise

 

Apple ha sempre vantato un sistema di sicurezza molto alto per i suoi dispositivi, ma adesso quella che sembrava essere una roccaforte inespugnabile sta affrontando una seria minaccia, ossia un massiccio attacco di phishing. Nel mirino dei cybercriminali infatti sono finiti sia i dispositivi mobile, ossia iPhone e iPad, ma anche i Macbook. Fino a qualche settimana fa gli episodi erano stati segnalati soprattutto all’estero, ma nelle ultime settimane, però, la cronaca ha cominciato a segnalare episodi di questo genere anche in Italia. Ma cosa accade nello specifico? L’attacco informatico ha inizio con una classica email di phishing preparata in modo che sembri provenire proprio da Apple. Nel testo del messaggio viene segnalato un accesso a iCloud avvenuto da un paese straniero e viene chiesto di verificare le credenziali di accesso collegandosi a un link indicato all’interno del messaggio di posta. Ovviamente, tale collegamento non punta assolutamente al sito di Apple ma a un clone gestito dai pirati informatici. Se vengono inseriti username e password, questi vengono immediatamente memorizzati dai cyber-criminali, che hanno così accesso al profilo iCloud del malcapitato utente. Questo significa che possono avere libero accesso a tutti i documenti, i contatti e le informazioni personali che si è scelto di conservare nel servizio cloud di Apple. Ma non finisce qui, infatti grazie a tali credenziali i pirati informatici hanno la possibilità di utilizzare la funzione Trova il mio iPhone per attivare la Modalità smarrito che consente di bloccare il dispositivo impostando un codice a 6 cifre attraverso iCloud. La logica di tale feature è quella di impedire l’accesso a chi avesse rubato o avesse trovato dopo lo smarrimento. Ma se utilizzato in questa maniera, diventa un sistema che rende inutilizzabile il dispositivo a meno di non conoscere il codice di sblocco impostato e utilizzato dai cybercriminali. A questo punto, il malcapitato si ritrova con il dispositivo bloccato e, visto che i pirati hanno il pieno accesso a iCloud e come prima cosa avranno modificato la password, nell’impossibilità di sbloccarlo usando il sito di Apple. Una volta fatto ciò, gli hacker invieranno al proprietario del dispositivo bloccato un’email con una richiesta di riscatto per riattivare il device. Generalmente, almeno stando a quanto accaduto fino a ora in Italia, la somma di denaro richiesta per lo sblocco si aggira fra i 50 e i 100 euro da pagare in Bitcoin su un conto indicato dai cyber-criminali. La cifra non è molto alta perché i pirati informatici sanno che il blocco può essere aggirato rivolgendosi al servizio di assistenza Apple, ma che di norma comporta la perdita di tutti i dati memorizzati e rappresenterebbe comunque un danno da non poco per l’utilizzatore. In una situazione del genere è consigliabile però non pagare perché non è sicuro che una volta fatto il bonifico il dispositivo venga sbloccato, ma soprattutto perché una volta pagato i pirati potrebbero chiedere ulteriori somme di denaro. Se vi state chiedendo che cosa si può fare per proteggersi da tale minaccia, la risposta è molto semplice: tale forma di attacco si può prevenire esclusivamente diffidando dalle comunicazioni via mail e controllando sempre il testo della “lettera” e l’indirizzo del mittente. Se si ha il minimo sospetto che si tratti di un messaggio originale, la verifica va fatta in ogni caso collegandosi al sito ufficiale di Apple digitandone l’indirizzo nel browser ed evitando categoricamente di usare il link contenuto nel messaggio. Un’ulteriore mossa per prevenire questo tipo di attacco è quella di attivare il sistema di autenticazione a due fattori. Così facendo, ogni volta che verrà tentato un accesso a iCloud da un dispositivo sconosciuto, oltre alla password il sito chiederà l’inserimento di un codice che Apple invia all’iPhone, anche via sms, e di conseguenza l’accesso sarà impossibile per chi non ha tra le mani uno dei dispositivi associati all’account. Insomma, non sentitevi mai troppo sicuri, se si tratta di dispositivi elettronici nulla è sicuro al cento per cento, evitate mosse avventate e informatevi bene.




Mega Man Legacy Collection 2, una raccolta per veri gamer

 

di Francesco Pellegrino Lise

 

Dopo aver lanciato un anno fa la raccolta dei primi 6 capitoli classici dell’eroico personaggio dal casco blu armato di blaster, Capcom ha deciso di chiudere il cerchio lanciando sul mercato Mega Man Legacy Collection 2, ossia un titolo che racchiude gli ultimi 4 titoli della saga per Pc, Xbox One e PlayStation 4. Naturalmente per chi volesse provare l’esperienza completa, sui rispettivi store è presente un’edizione bundle che contiene entrambe le raccolte a prezzo scontato, tale occasione rappresenta un’offerta davvero molto ghiotta per tutti gli amanti del titolo di Capcom. Nato su NES nell’ormai lontano 1987, la saga di Mega Man ha al suo attivo oltre un centinaio di titoli, suddivisi per serie e usciti per le più svariate piattaforme, tra cui PC, console portatili e casalinghe, cabinati arcade e smartphone. Tutto questo successo è senz’ombra di dubbio dovuto alla capacità di coniugare un platforming in due dimensioni a scorrimento al genere action più puro, fatto di combattimenti molto impegnativi, in particolar modo quando bisogna vedersela con i boss di fine livello. Proprio in virtù di tali qualità, la Mega Man Legacy Collection 2 propone una difficoltà spesso ai limiti del frustrante. Certo è che il grado di sfida elevato rappresenta, in un certo senso, la croce e la delizia di alcuni dei giochi di quel periodo, che venivano volutamente sviluppati in modo tale da essere complessi e difficili da portare a termine, ma è anche vero che questo aspetto è uno di quelli che hanno maggiore appeal nei giocatori. Mega Man Legacy Collection 2 non si estrania da questa prerogativa, presentando, nel complesso, una collezione dalla difficoltà alta. Nello specifico, il titolo comprende Mega Man 7, uscito su SNES nel 1995, il controverso Mega Man 8, del 1997, approdato su Playstation e Sega Saturn, e gli ultimi due capitoli usciti unicamente in digitale, Mega Man 9 e Mega Man 10, rispettivamente del 2008 e 2010. Il primo gioco è indubbiamente il migliore dell’offerta dell’intero pacchetto. Mega Man 7, infatti, oltre ad offrire un level design bello da vedere, presenta soluzioni di gameplay rivisitate, come una nuova gestione delle armi secondarie, che contribuiscono a renderlo ancora più godibile che in passato. L’unica pecca da ascrivergli è relativa all’eccessivo sbilanciamento tra la difficoltà degli otto boss iniziali, con quella proposta invece, nella parte finale del gioco che risulta veramente molto impegnativa e che spingerà i giocatori a spegnere la console nervosamente molte e molte volte. Per quanto riguarda Mega Man 8, esso rappresenta uno dei titoli più discussi nella storia della proprietà intellettuale Capcom: c'è chi lo odia e chi lo ama, ma fu effettivamente un momento importante nello sviluppo del franchise, grazie anche all'inclusione di dialoghi e sequenze animate che, pur se doppiate non in maniera impeccabile, servivano a far calare i giocatori ancora meglio nell’universo di un mondo che fino a quel momento era stato descritto esclusivamente attraverso immagini statiche e testi brevi. Mega Man 8 era ed è un platform impegnativo, un gioco pieno di colori e di belle idee che danno ancora oggi al gameplay una marcia in più. Per questa ottava avventura del cyborg di casa Capcom va detto inoltre che viene ricordata dai fan anche grazie anche ad alcune armi tra le più creative e sorprendenti della serie che generano una sensazione di euforia quando vengono utilizzate per far piazza pulita dei nemici.

 

 

Mega Man 9 e Mega Man 10 completano il pacchetto passando dalla grafica cartoonesca e dettagliata di Mega Man 8 agli sprite 8-bit vecchia scuola. Mega Man 9 è un platform di gran qualità che molti fan considerano tra i migliori della serie. Il giudizio nei confronti di Mega Man 10, ultimo episodio a uscire nel 2010 prima che il franchise andasse in pensione, invece è molto più freddo. Infatti nonostante il titolo introduca la possibilità di controllare Proto Man e Bass al posto di Mega Man, sfruttando le loro peculiari capacità, appare chiaro fin da subito che in Mega Man 10 manca quel qualcosa in più che lo renda al pari dei suoi predecessori. E’bene sottolineare che la Mega Man Legacy Collection 2 include tutti i DLC di Mega Man 9 e Mega Man 10, sbloccabili completando i giochi oppure attraverso una, vecchia combinazione di tasti segreta. Nel complesso si può dire che questa seconda raccolta ripercorre attentamente i passi della compilation precedente con qualche piccola differenza. Nello specifico si può notare il passaggio a un semplice sistema di checkpoint che potrebbe rendere più frustrante l'esperienza per i giocatori alle prime armi: questi ultimi, comunque, avranno la possibilità di attivare a piacimento una sorta di "scudo" che dimezza i danni subiti e che rende alcune sequenze marginalmente più semplici. Fanno poi ritorno tutte le caratteristiche già implementate nella prima Mega Man Legacy Collection, e quindi il museo pieno di illustrazioni e informazioni, il jukebox per riascoltare i brani musicali, gli stage di "allenamento" contro i vari boss, le sfide a tempo e via dicendo. Tecnicamente parlando il lavoro svolto da Capcom sulla grafica è davvero buono ed è, per certi versi, figlio dell'ottimo risultato tecnico ottenuto dai Digital Eclipse con la prima parte della Legacy Collection. Oltre a questo, come nel precedente capitolo, i controlli sono reattivi e rispondono alla grande, con una combinazione di tasti semplice e immediata che mette a proprio agio il giocatore. In conclusione, acquistando questa Mega Man Legacy Collection 2, si farà un vero e proprio tuffo nel passato, un viaggio nel tempo che dimostra ancora una volta come i capolavori di un tempo siano del tutto attuali e come fosse piacevole divertirsi nonostante non esistessero grafiche strabilianti e trame hollywoodiane. Quindi, sia che siate amanti della storica saga di Capcom, sia che non abbiate mai vestito i panni dell’eroico cyborg, il nostro consiglio è di giocarlo assolutamente. Essere appassionati di videogame tralasciando un titolo del genere a nostro avviso sarebbe un vero errore.

GIUDIZIO GLOBALE:


Grafica: 7,5
Sonoro: 8,5
Gameplay: 8
Longevità: 8


VOTO FINALE: 8