Assassin’s Creed Rogue Remastered, il capitolo più cupo della saga torna su Next Gen

A distanza di quattro anni dal lancio, Ubisoft propone l’edizione rimasterizzata di Assassin’s Creed Rogue, capitolo più oscuro dell’intera serie passato in sordina per via della sua uscita esclusivamente su Pc, Xbox 360 e Ps3, ma soprattutto perché fu messo in vendita nello stesso periodo di “Unity”, primo titolo della serie che usciva sulle console next gen. Già al tempo del lancio, questo titolo di “transizione” da un’epoca videoludica a un’altra, era stato etichettato come una copia carbone del bellissimo “Black Flag”, dal momento che ne recuperava pressoché integralmente buona parte delle meccaniche di gioco. La vera novità di Rogue, però, consisteva nelle sue ambizioni narrative: per la prima volta nella saga, infatti, il giocatore era chiamato ad impersonare un templare, nemico giurato degli Assassini. Da un simile spunto “rivoluzionario” non è germogliato però un gameplay altrettanto coraggioso. Dinanzi alle caraibiche meraviglie di “AC Black Flag” o alle sublimi architetture parigine di “Unity”, le lunghe traversate marine di Shay apparivano lievemente sottotono. Eppure, nel complesso, Rogue non era certo un prodotto da sottovalutare: mescolando alcune soluzioni di gioco estrapolate dai suoi predecessori, l’opera ha finito per incarnare un ottimo riassunto delle caratteristiche chiave del brand. Pertanto, la versione rimasterizzata di Rogue, che trasporta anche su Xbox One e PS4 l’ultimo capitolo della così detta “trilogia americana”, racchiude l’essenza vera degli Assassin’s Creed, prima che la serie decidesse di “migrare” verso nuovi orizzonti creativi.

Assassin’s Creed Rogue racconta il viaggio di Shay Cormac evidenziando una vera e propria presa di coscienza, ma soprattutto stravolgendo la così netta distinzione tra buoni e cattivi presente fin dai primi titoli della saga. Dopotutto, prima di essere la storia di un eterno conflitto tra due schieramenti, quella di Assassin’s Creed racconta una storia di uomini. Nonostante alcuni buchi di sceneggiatura, è stato il terzo capitolo della serie a instillare il seme del dubbio nella mente dei giocatori: chi ha memoria della seppur breve alleanza tra Haytham Kenway e il figlio Connor? In quei frangenti il Gran Maestro Templare espone la sua versione dei fatti al giovane, mettendo in luce le fragilità del credo degli Assassini. Da quel preciso momento la serie ha iniziato a non vestire più soltanto il bianco o il nero, anzi ha ridefinito sé stessa con diverse tonalità di chiaroscuro. Assassin’s Creed Rogue, non ha fatto altro che trattare a fondo i temi di cui sopra, narrando – tra le altre cose – vicende un po’ più interessanti e circostanziate rispetto a quanto visto in “Black Flag”. Ubisoft ha quindi deciso di dare una seconda chance a questo titolo proponendolo in versione rimasterizzata per tutti i giocatori che vogliono saperne di più sul ciclo a stelle e strisce dell’opera. Il protagonista di Assassin’s Creed Rogue è diverso da tutti gli altri in quanto va oltre la fede nella sua fazione d’appartenenza, e cerca di vedere con i propri occhi ciò che è giusto o sbagliato, senza lasciarsi incantare da ideali predeterminati. Shay è un Assassino, ma non nutre più fiducia nel “credo”, colpevole – a suo dire – d’aver agito senza moralità alcuna. Pronto a tradire la causa della Confraternita pur di rispettare il suo codice d’onore, il protagonista si arruola così tra le fila del nemico, indossando le vesti di un Templare. Giocando ad Assassin’s Creed Rogue ci si accorge di come esso rimanga un capitolo di spessore all’interno della timeline, un tassello mancante che, sebbene non del tutto indispensabile, aiuta a fare chiarezza su alcuni snodi dell’epopea di Ubisoft. Laddove, almeno nelle premesse, la storyline tenti di imboccare sentieri alternativi a quelli canonici, ludicamente tutto resta estremamente tradizionale. Questo immobilismo, sia chiaro, non è per forza un male, specialmente se consideriamo che la base di partenza è la stessa di “Black Flag”, un gioco che ha saputo traghettare la serie verso lidi avventurosi e pirateschi. Ecco che, come nel quarto episodio, anche in Rogue le battaglie navali svolgono un ruolo centrale. La Morrigan è un’imbarcazione da domare, imbellettare, potenziare: si potrà così veleggiare tra le onde, godersi i panorami lontani, il sibilo della brezza, i canti marinareschi. Ancora oggi, se Rogue sopravvive alle intemperie degli anni, il merito spetta a questo instancabile gusto per i viaggi a bordo dell’imbarcazione, per le avvincenti battaglie navali, per i saccheggi e gli abbordaggi, per gli inseguimenti rocamboleschi fra le onde in tempests, per la scoperta di atolli deserti e tesori sommersi. Nel 2014, Ubisoft commise l’errore di proporre un’esperienza troppo simile a quella del suo predecessore uscito appena un anno prima, limitando fortemente lo stimolo, il gusto ed il desiderio di perdersi al largo dell’oceano. Ma oggi, dopo essere stati avvolti dal solleone d’Egitto con Origins (qui la nostra recensione) ed aver attraversato immense distese di sabbia, bagnarsi con l’acqua salata del mare trasmette una sensazione quasi di novità. In quanto a giocabilità, Assassin’s Creed Rogue non era particolarmente originale già quattro anni fa, e questa edizione rimasterizzata del prodotto non apporta alcun cambiamento. L’impostazione iniziale è esattamente quella di Black Flag: nelle primissime battute della storia si ottiene una nave e la si utilizza per muoversi all’interno di mappe marittime, alternando la missione principale ad attività collaterali. A questo si aggiungono le classiche missioni individuali per il brand, da effettuare in ambienti urbani più o meno estesi.

Se Edward Kenway si muoveva in un’unica mappa di Cuba e dintorni, l’avventura di Shay ne presenta due, la River Valley e l’Atlantico del Nord. Meno estese del predecessore, si differenziano per la natura e il clima, e presentano un paio di insediamenti minori accessibili senza caricamenti. L’unica ambientazione cittadina è New York, la cui mappa è in buona parte ripresa dal terzo capitolo della serie. Le meccaniche a disposizione del giocatore, a terra come in mare, sono sempre le stesse: arrampicata, mimetizzazione e stealth sono quelli ovviamente già visti in “Black Flag”, con la cerbottana sostituita da un fucile ad aria compressa. Allo stesso modo non sono cambiati né il sistema di guida della Morrigan né il suo sistema di potenziamento. Anche il combattimento, tanto in mare quanto a terra, non si muove da com’era sulle piattaforme old gen. Se la trama principale è ristretta in sei sequenze di ricordi, per una durata complessiva di circa una decina di ore, le attività collaterali sono come sempre abbondanti e tengono impegnati i giocatori per almeno il doppio del tempo. In Assassin’s Creed Rogue l’unico elemento effettivamente nuovo rispetto ai titoli precedenti è la possibilità di subire abbordaggi e non solo farli. Questa condizione avviene quando la Morrigan viene speronata con successo dal veliero avversario, cosa che obbligherà i giocatori a difendersi in corpo a corpo. Cacciare gli animali rimane comunque abbastanza velleitario, così come il potenziamento del personaggio, tanto che si finisce per concentrare tutte le finanze solo sulla Morrigan procurandosi i materiali con la pirateria. Per dare vita a questo Assassin’s Creed Rogue: Remastered, Ubisoft ha rimesso insieme buona parte del team originale, che con piacere è tornato a lavoro sulle gesta di Shay Cormac. Gli sforzi della squadra hanno permesso al gioco di offrire una risoluzione di 4K sia su Xbox One X che su PS4 Pro e di arricchire la presentazione visiva con una serie di accorgimenti grafici. Le texture in alta definizione, le luci e le ombre di qualità più elevata e una miglior effettistica in generale, non potranno che far piacere a coloro che vestiranno i panni del cacciatore di Assassini per la prima volta. I miglioramenti grafici e le differenze con le versioni della scorsa generazione sono evidenti anche su PS4 e Xbox One, che vantano tutte le migliorie di cui sopra e una risoluzione di 1080p. Sul fronte sonoro, Rogue si presenta bene grazie a un doppiaggio in Italiano sempre calzante e a una colonna sonora avvincente. Tirando le somme, se vi state chiedendo se vale effettivamente la pena di acquistare Assassin’s Creed Rogue Remastered, la risposta è sì, a patto che non lo abbiate giocato in versione “old gen” o siate dei fan sfegatati della serie che vogliono avere la collezione al completo. L’avventura di Shay è assolutamente godibile anche a 4 anni di distanza dalla sua uscita e se si vuole avere una visuale globale dell’intero universo della serie, non giocare questo capitolo sarebbe un vero e proprio errore.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8,5
Sonoro: 8
Gameplay: 8
Longevità: 7,5
VOTO FINALE: 8

 

Francesco Pellegrino Lise




Nel futuro di Apple ci sono display curvi e comandi gestuali

Il futuro della telefonia mobile è sempre in continuo sviluppo, ma da Cupertino nei prossimi anni potrebbero arrivare novità sempre più golose per gli appassionati di tecnologia. Apple, infatti, starebbe lavorando su schermi curvi e su un sistema di controllo basato sui gesti delle dita, senza bisogno di toccare il display, per gli iPhone del futuro. Queste due caratteristiche, se venissero confermate, sarebbero volte a differenziare i prodotti del colosso statunitense nel mercato sovraffollato degli smartphone. A darne notizia è Bloomberg, che cita fonti a conoscenza dei fatti. Il controllo attraverso l’uso dei gesti consentirebbe ai futuri utenti dell’iPhone di impartire alcuni comandi muovendo le dita davanti allo schermo, ma senza toccarlo. La tecnologia alla base di questo tipo di interazione, tuttavia, è ancora in fase di ricerca e non arriverà nelle mani dei consumatori prima di un paio d’anni. Sempre in base alle indiscrezioni diffuse da Bloomberg, Apple sarebbe al lavoro anche sui display Oled curvi. A differenza degli schermi di Samsung, che si curvano ai bordi, quelli su cui lavora il colosso di Cupertino curverebbero gradualmente dall’alto al basso. Anche in questo caso la tecnologia è nelle prime fasi di ricerca e, seppure Apple decidesse di realizzarla, non entrerebbe in commercio prima di 2-3 anni. Guardando al futuro più vicino a noi, per il prossimo autunno, si attendono da Apple tre smartphone sulla falsa riga dell’iPhone X: uno da 5,8 pollici, un modello Plus da 6,5 pollici e uno da 6,1 con display Lcd e prezzo tagliato. Rimane da vedere se questo dispositivo possa essere l’erede dell’SE o un modello del tutto diverso. Troppo presto per tirare una traccia precisa fra indiscrezioni, anticipazioni e strategie di mercato della Mela. In ogni caso è sempre bello sapere che nei laboratori di sviluppo del colosso americano non stanno mai fermi e lavorano per presentare, nei prossimi anni, apparecchi innovativi con funzioni futuristiche che fino a qualche tempo fa potevano solo essere prodotti di fantasia.

 

F.P.L.




Tutti pronti all’arrembaggio con Sea of Thieves

Sea of Thieves, il videogame sviluppato da Rare, in esclusiva per Pc Windows e per la famiglia delle console Xbox One, è arrivato sul mercato per stupire e divertire grazie a delle meccaniche di gioco inedite, uno scenario in stile piratesco, ma soprattutto grazie a un carico di ironia incredibile. Sea of Thieves è un titolo atipico, difficile da classificare per quanto riguarda il genere, ma in ogni caso si tratta di un’esperienza multiplayer esclusivamente online, a cui ci si può dedicare da soli, ma che moltiplica esponenzialmente il suo fattore di divertimento se giocato in compagnia di amici o altri players online. Infatti il suo punto forte risiede nella capacità di spingere alla cooperazione i vari componenti della ciurma, che devono imparare a collaborare sia per condurre degnamente il proprio vascello che per avere la meglio sugli altri equipaggi, ma anche per combattere, trovare tesori nascosti, esplorare velieri sommersi e molto altro ancora. Ma iniziamo dal principio. Dopo la breve presentazione iniziale, Sea of Thieves invita a creare un avatar digitale tramite un editor dei personaggi totalmente atipico. Un editor che a conti fatti non dà al giocatore la possibilità di scegliere e personalizzare il proprio pirata in tutti i suoi aspetti, ma consente solo di selezionare il proprio alter ego virtuale tra una serie di modelli pre-confezionati che si potranno scartare fino a trovare quello che più si avvicina al proprio ideale di vecchio lupo di mare. Una volta individuato il pirata che si controllerà in gioco, finalmente si verrà lanciati nel vivo dell’avventura di Sea of Thieves. Una volta iniziato si potrà scegliere di mettersi al comando di una “sloop”, imbarcazione di dimensioni ridotte adatta a un giocatore singolo o a una squadra di massimo due pirati, o di un più grande galeone, che consente di salpare in compagnia di una squadra da tre o quattro giocatori, sia con gli amici che tramite matchmaking online. Una volta che si sarà scelto come e con chi tuffarsi nel vivo dell’azione, i giocatori si troveranno all’interno di una locanda di uno degli Avamposti che caratterizzano i mari di Sea of Thieves, pronti a perdersi tra fantastiche avventure, mari insidiosi e misteri da svelare. E adesso? Bene, prima di acquistare il titolo è bene tenere a mente che ci si trova dinanzi a un vero e proprio simulatore piratesco, e infatti, in quanto i pirati erano uomini liberi, anche l’azione di gioco è totalmente libera.

Non c’è una storia da seguire, né un tutorial efficace che spieghi tutto ciò che il gioco è in grado di offrire. Il giocatore si troverà a vagare per le isole, interagendo con personaggi misteriosi che parleranno solo tramite indovinelli, per poi iniziare a capire lentamente quali sono i principi base di Sea of Thieves. Ben presto si comprenderà che tale scopo è andare alla ricerca di bottino tramite le immancabili Cacce al Tesoro, che consentiranno di guadagnare Oro, con cui acquistare nuovi oggetti estetici, e punti con cui migliorare la propria reputazione nei confronti di una delle tre fazioni disponibili nel gioco: i Cacciatori di tesori, l’Ordine delle Anime, che prevede missioni dove bisogna eliminare capitani scheletrici e ottenere i loro teschi maledetti, e l’Alleanza del Mercante che prevede la consegna di animali o merci entro un orario stabilito in un determinato avamposto. Portando a termine gli incarichi per una singola fazione, si guadagnerà reputazione e di conseguenza, man mano che questa crescerà, si avrà accesso a missioni più complesse e ovviamente remunerative. In Sea of Thieves però non ci sono pirati più forti, ma conta solo l’abilità del singolo e della squadra. Infatti il personaggio non potrà avanzare di livello e sarà privo di abilità e talenti con cui approcciare alle varie situazioni in modo differente. Allo stesso modo, armi e indumenti sono privi di perk o statistiche in grado di cambiare il gameplay in modo evidente. È così che ogni pistola sparerà esattamente allo stesso modo, ogni spada richiederà lo stesso numero di colpi per atterrare un avversario e ogni cannone infliggerà lo stesso tipo di danni a un vascello nemico. Ciò non vuol dire che in Sea of Thieves ci siano pochi oggetti da acquistare o da scovare, tutto il contrario, ma la differenza tra una pistola e l’altra è prettamente estetica e servirà solo a distinguere un più navigato vecchio lupo di mare da un novello marinaio che ha appena iniziato a giocare. Tale impostazione del gioco seppur da principio può far storcere il naso, in realtà è assolutamente giusta per un titolo di questo tipo. La gloria e il bottino si conquistano col sudore della fronte e non grazie ad abilità e potenziamenti assurdi. Insomma, Il gameplay sviluppato da Rare dona a tutti le stesse possibilità di colpire l’avversario e mandarlo al tappeto. Insomma, Sea of Thieves è un gioco spietato, dove vince il più bravo e, perché no, il più furbo, dove le squadre composte da un gruppo affiatato di pirati possono avere facilmente la meglio rispetto al povero pirata di turno che, al timone della sua “sloop”, stava cercando di riportare all’avamposto un misero forziere. Ma il titolo è anche quel gioco che punisce una squadra da 4 giocatori quando il singolo pirata sulla “sloop” sa come utilizzare la propria nave e dove colpire con i cannoni. Insomma, è un gioco di pirati, quindi scorrettezze, furti di bottino e vendette sono il sale e l’anima delle avventure in mare. Insomma, quando si gioca in gruppo la comunicazione tra i membri dell’equipaggio è fondamentale per sopravvivere in mare aperto.

In Sea of Thieves non si fa distinzioni tra comparto PvE e PvP e in qualsiasi momento si può essere attaccati da un gruppo di pirati intenzionati a rubare il bottino che con fatica si sta cercando di andare a vendere all’avamposto. In questi casi, ognuno deve essere in grado di gestire i ruoli nevralgici della navigazione per portare in salvo il bottino: il giocatore incaricato di salire sull’albero maestro può scrutare l’orizzonte e cercare di anticipare le mosse del nemico sfruttando il binocolo, che fa parte della dotazione standard di ogni giocatore ed è richiamabile tramite la ruota degli oggetti con uno dei tasti dorsali. Il pirata assegnato al cannone dovrà prestare particolare attenzione al movimento delle onde e calibrare il colpo adeguatamente, questo perché fallirlo potrebbe risultare fatale in quanto il nemico potrebbe rispondere al fuoco e trasformare la nave in un colabrodo. A questo punto il povero pirata addetto alle riparazioni delle falle nello scafo difficilmente potrà sistemare tutto in fretta e la nave si riempirà d’acqua. Se questo dovesse accadere, l’intera ciurma sarà condannata a colare a picco e a rinunciare al bottino. Anche perché una banda di manigoldi intenzionata a rubare i tesori che si sta disperatamente tentando di portare in salvo non esiterà mai a speronare, colpire con armi dalla distanza o cercare di abbordare pur di raggiungere il proprio obiettivo. Se si dovesse morire, niente paura, si verrà trasportati sul vascello dei dannati, ossia una nave fantasma sulla quale bisognerà attendere circa una decina di secondi prima di poter tornare in vita. Ogni volta che si risorgerà ci si troverà sulla propria nave. Se la nave è affondata invece, basterà avvicinarsi a una delle sirene, premere il tasto X e si verrà riportati su una nuova nave. A questo punto si potrà decidere se andare a vendicarsi o proseguire verso nuove avventure sperando di non essere presi nuovamente di mira. Ovviamente, navigando per mare non si è mai tranquilli e bisogna stare attenti ad alcuni eventi letali: ossia le tempeste e il temibile Kraken. Nel primo caso, ci si troverà in condizioni atmosferiche che renderanno estremamente difficile la navigazione, con la bussola completamente impazzita e il timone che farà resistenza e si sposterà dalla direzione opposta dove si sta cercando di manovrare. Ma non è tutto: tra fulmini che possono danneggiare la nave e la ciurma, onde altissime che assieme alla pioggia possono far imbarcare acqua o, peggio, celare uno scoglio che potrebbe distruggere il galeone, navigare nel bel mezzo di una tempesta potrebbe essere una delle esperienze più dure o esaltanti da affrontare. Per quanto riguarda il Kraken, la pericolosità è differente, infatti mentre si sta navigando tranquillamente verso una qualsiasi rotta, le acque attorno la nave si tingeranno di nero e dei giganteschi tentacoli dapprima si erigeranno verso il cielo con fare minaccioso e poi tenteranno di stritolare la barca, catturare per divorare i pirati e generalmente sterminare l’intero equipaggio che così perderà nave, bottino e ovviamente reputazione. Oltre a tutto questo, in gioco sono presenti i fortini o raid. Questi sono eventi periodici evidenziati da un’enorme nube a forma di teschio, che saranno facilmente riconoscibili all’orizzonte. Dirigendo verso la sua direzione ci si troverà di fronte a una attività sensibilmente diversa, in cui è necessario affrontare orde composte da decine e decine di non morti fino all’immancabile boss, che una volta sconfitto lascerà cadere una chiave speciale che darà accesso a una stanza stracolma di tesori. A questo punto bisognerà trasportare quanti più tesori possibili sulla nave e cercare di farla franca fino all’avamposto più vicino, così da ottenere un quantitativo di reputazione superiore rispetto alle missioni classiche. Ovviamente essendo la nube a forma di teschio ben visibile a tutti, è molto probabile che ci si troverà a dover combattere con altre ciurme che vorranno mettere le loro mani sul bottino. Oltre a tutto questo, sul proprio cammino ci si potrà imbattere in, messaggi in bottiglia, oggetti di valore abbandonati e relitti affondati che celano casse di merci rare, teschi maledetti o tesori da scambiare per danaro e punti esperienza dai relativi “vendor”. Da quello che abbiamo potuto comprendere, quando si raggiungerà il livello massimo con le tre fazioni, si potrebbe sbloccare qualcosa di speciale che allungherebbe ancora di più la lista delle cose da fare. L’unica cosa da fare per scoprirlo è giocare.

Se tutto questo però non dovesse bastare, è importante sapere che Rare sta sviluppando e svilupperà costantemente migliorie e nuovi contenuti per un’esperienza di gioco ancora più grande. Detto questo è bene citare anche la componente goliardica, affrontare i viaggi suonando con ghironde e fisarmoniche canti marinareschi o ubriacarsi in taverna vomitando addosso i compagni mentre la realtà e i suoni si distorcono è sempre una scena esilarante da vivere e da ripetere nei momenti di stanca. Per quanto riguarda il comparto tecnico di Sea of Thieves, i ragazzi di Rare hanno svolto un lavoro davvero superbo. A partire dalla resa del mare, d’incredibile realismo per un gioco che ha tra i suoi punti di forza una grafica volutamente fumettosa. I cavalloni si infrangono in credibili spruzzi e il moto ondoso, influenzato da vento, correnti e scogliere, è quanto di più bello si sia mai visto in un gioco negli ultimi anni. Tramonti, albe, ma anche tempeste e cieli stellati completano una fotografia degna di essere innalzata verso l’olimpo del gaming. Ovviamente il comparto video da urlo è accompagnato da un audio decisamente buono. Gli effetti sonori molto più realistici di quel che ci si aspetterebbe da un titolo che da un lato simula e dall’atro gioca sull’argomento pirati e sono accompagnati da una colonna sonora a tema, che alterna pezzi inediti ad arrangiamenti in salsa corsara di canzoni famose. Tirando le somme, se avete nostalgie di quell’universo magico che solo Monkey Island era riuscito a creare nei lontani anni ’90, oppure avete semplicemente voglia di solcare le onde con i vostri amici, questo Sea of Thieves vi stupirà. Ovviamente se si gioca da soli il titolo perde molto, ma la possibilità di utilizzare il matchmaking e stringere nuove amicizie fa si che questo piccolo ostacolo si possa superare facilmente. A parere nostro non giocare l’ultima fatica di Rare sarebbe un vero peccato, in quanto introduce finalmente un genere di gioco tutto nuovo, in grado di tenere incollati allo schermo anche per mesi.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 9
Sonoro: 9,5
Gameplay: 8,5
Longevità: 9
VOTO FINALE: 9

 

Francesco Pellegrino Lise




Apple lancia il nuovo iPad 9,7” con supporto per Apple Pencil

Apple ha aggiornato il suo iPad più popolare introducendo il supporto per Apple Pencil e prestazioni ancora superiori, con un prezzo a partire da 359 euro. Grazie al nuovo iPad da 9,7″ e alla Apple Pencil, gli utenti possono essere più creativi e produttivi, che si tratti di annotare un’idea, prendere appunti o scrivere del testo su uno screenshot. Il nuovo iPad è più versatile e potente che mai e ha un ampio display Retina, il chip A10 Fusion e sensori evoluti che contribuiscono a fornire coinvolgenti esperienze di realtà aumentata; offre inoltre una portabilità straordinaria, un’incredibile facilità d’uso e una batteria che dura tutto il giorno. “iPad è la nostra visione del futuro del computing, e centinaia di milioni di persone nel mondo lo usano ogni giorno al lavoro, a scuola e per divertimento. Il nuovo iPad 9,7″ parte dalle caratteristiche più amate e apprezzate del nostro iPad più popolare e le perfeziona per favorire la creatività e l’apprendimento,” ha dichiarato Greg Joswiak, Vice President Product Marketing di Apple. “Il nostro iPad più popolare e accessibile supporta ora la Apple Pencil, offrendo ad ancora più utenti tutte le evolute capacità di uno dei nostri strumenti più creativi di sempre. Questo iPad integra inoltre il potente chip A10 Fusion, oltre a un ampio e brillante display Retina, fotocamere ottimizzate e sensori evoluti, con cui è possibile dare vita a incredibili esperienze AR semplicemente impossibili su altri dispositivi”. Lo splendido display Retina da 9,7 pollici dell’iPad offre dettagli ultra nitidi e colori vividi, ed è dotato di un sensore touch a risoluzione superiore che permette il supporto per Apple Pencil. Introdotta per la prima volta per iPad Pro, Apple Pencil è diventata uno strumento popolare e versatile per studenti, professionisti e creativi; ed ora è accessibile ad ancora più clienti. Apple Pencil offre un’esperienza di disegno incredibilmente fluida e naturale. Gli evoluti sensori misurano la pressione e l’inclinazione, per garantire un’accuratezza e una precisione al pixel e una bassa latenza per attività che spaziano dal prendere appunti al tracciare disegni in app come Notability, Pages, Numbers, Keynote e Microsoft Office. La tecnologia palm rejection dell’iPad permette agli utenti di appoggiare la mano sullo schermo mentre utilizzano Apple Pencil.

https://www.youtube.com/watch?v=IprmiOa2zH8

 

Caratteristiche tecniche:

Il nuovo iPad è dotato del chip A10 Fusion progettato da Apple con architettura a 64 bit di livello desktop, che offre prestazioni della CPU e prestazioni grafiche superiori rispettivamente del 40% e del 50%, per una fantastica esperienza multitasking e un utilizzo fluido delle app graficamente più complesse. La fotocamera frontale e quella posteriore offrono strepitose prestazioni in condizioni di scarsa luminosità e la possibilità di registrare video HD, caratteristiche che le rendono ideali per la scansione di documenti, la creazione di filmati e le videochiamate con FaceTime. Il nuovo iPad è un ampio e incredibile schermo che permeate di visualizzare esperienze AR coinvolgenti. Il suo display Retina, il potente chip, le fotocamere migliorate e i sensori avanzati, tra cui un giroscopio e un accelerometro per il rilevamento preciso del movimento, sono progettati per supportare app AR di prossima generazione. Costruito per garantire robustezza e mobilità, il nuovo iPad 9,7 pollici presenta un guscio unibody in alluminio e connessione wireless ultraveloce che può fornire connessioni dati cellulari due volte più veloci, così da rendere ancora più facile rimanere connessi ovunque. Grazie all’Apple SIM, i clienti possono collegarsi a piani dati wireless direttamente dal proprio dispositivo quando sono in viaggio in più di 180 paesi e regioni nel mondo. iOS 11 introduce nuove potenti funzionalità per iPad. Il Dock permette di accedere rapidamente alle app e ai documenti più usati da qualsiasi schermata, e rende più facile lavorare con più app contemporaneamente grazie a Split View e Slide Over. Il Drag and Drop rende più facile che mail spostare immagini, testi e file fra le app. Apple Pencil e più profondamente integrata con iPad grazie al supporto per il disegno in linea. L’app Files fornisce un luogo centrale per accedere e organizzare file, a prescindere da dove siano — su iPad o sul cloud – grazie al supporto integrato per iCloud Drive e servizi come Box, Dropbox e simili.

 

Prezzi e Disponibilità:

– iPad è disponibile nei colori argento, grigio siderale e nella nuova finitura oro a partire da 359 euro per il modello da 32GB Wi-Fi e da 489 euro per il modello da 32GB Wi-Fi + Cellular presso apple.com e gli Apple Store. E’ anche disponibile presso i rivenditori autorizzati Apple e alcuni operatori (i prezzi potrebbero variare). Per ulteriori informazioni, visitare apple.com/ipad.
– Apple Pencil è disponibile per l’acquisto separatamente a €99.
– Le scuole possono acquistare iPad e Apple Pencil ad un prezzo scontato.
– iPad può essere ordinato oggi e le consegne ai clienti e presso gli store saranno più avanti nel corso di questa settimana in oltre 25 paesi e aree geografiche: Australia, Austria, Belgio, Canada, Cina, Danimarca, Emirati Arabi Uniti, Finlandia, Francia, Germania, Hong Kong, Ungheria, Irlanda, Italia, Giappone, Lussemburgo, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Singapore, Spagna, Svezia, Svizzera, il Regno Unito e gli Stati Uniti. India, Russia, Tailandia, Turchia e altre nazioni e regioni seguiranno in aprile, mentre la Corea del Sud e altre nazioni e ragioni seguiranno a maggio.
– Le Smart Cover per iPad sono disponibili a €39 nei colori grigio antracite, blu notte, (RED), bianco e rosa sabbia su apple.com e presso gli Apple Store.
– A tutti i clienti che acquistano iPad da Apple verrà offerto il servizio di Setup Personale gratuito, in negozio o online, per aiutarli ad impostare subito la mail e iMessage, scaricare app dall’App Store e altro ancora.
– Chiunque desideri capire le basi o progredire verso un utilizzo più avanzato del proprio nuovo iPad può iscriversi ad una delle sessioni gratuite di Today at Apple su apple.com/today.

 

F.P.L.




Orgoglio d’Italia: Un ingegnere di Alcamo alla Sony per lo sviluppo dei videogiochi VR del futuro

PALERMO – Alcamo oltre ad essere una meravigliosa cittadina siciliana che sorge ai piedi del Monte Bonifato ad una cinquantina di chilometri da Palermo, è luogo natio di Peter Cavanagh, ingegnere informatico curatore ed autore di determinati processi legati all’animazione di un nuovo videogame dal nome “Blood & Truth” destinato alla console Playstation 4.

La grande casa giapponese Sony, da tempo, ha incrementato lo sviluppo e la creazione di giochi in 3D integrando e producendo speciali visori indispensabili per immergersi nei giochi di realtà virtuale che avranno una capacità di impatto visivo ed emotivo come mai prima d’ora si poteva sperare. Una concezione nuova sicuramente destinata a rendere obsoleta la concezione del videogame 2D. Lo sviluppo dei visori 3d ancora in fase di sperimentazione era già stato introdotto nel mercato in versione di prova con l’impiego di occhiali speciali e testato con un dvd di giochi dal titolo “VR Worlds” dove un gioco in particolare “The London Heast” aveva raccolto maggiormente largo consenso tra i giovani tracciando cosi la giusta direzione da intraprendere per l’azienda che adesso punta e investe sul nuovo gioco e sul visore 3D.

L’alcamese trentaduenne che lavora come ingegnere per la Sony facendo la spola tra il Regno Unito e Alcamo si occupa nello specifico di animazione procedurale scrivendo del codice che teso a rendere il più possibile fluidi i movimenti dei personaggi del gioco cosi da rendere il tutto più reale possibile.

Quello di Peter è un ruolo complesso di game designer del siciliano frutto di assidui studi di ingegneria informatica multi disciplinare che abbraccia determinate branche tra cui bio-meccanica, cinematica inversa, intelligenza artificiale, fisica e matematica tridimensionale che comporta conoscenze approfondite di sistemi e tecnologie di animazione moderni nonchè linguaggio di informatica C++. Sempre più vicini alla fine del primo ventennio degli anni duemila, nuove frontiere dell’intrattenimento ludico richiedono specifiche attitudini difficili e non alla portata di tutti. Parallelamente allo sviluppo del videogioco, il mondo informatico sempre più violato e sotto attacco, ha imposto maggiore sicurezza ed aperto una vera e propria strada a figure professionali che si dovranno occupare di respingere e debellare le continue manipolazioni maldestre del social che divorate e “drogate” da ciechi interessi di marketing, mettono a serio rischio l’incolumità della privacy dell’utente. I recenti scandali hanno imposto una repentina e massiccia “Cyber security” tracciando la strada a nuove forme professionali che dovranno tutelare tutte le grosse aziende contro le violazioni dei diritti di privacy. In un mondo connesso 24 ore su 24, tutti i colossi aziendali e multinazionali di qualsiasi orientamento produttivo, anche quelli che sviluppano videogiochi dovranno tutelare i propri clienti ergendo un muro di sicurezza pena la perdita di fiducia dei clienti e il relativo crollo dei loro titoli in borsa.
Paolino Canzoneri




A.O.T. 2, il sequel del videogame ispirato al manga best seller

Koei Tecmo ha da poco lanciato A.O.T. 2 (Attack on Titan), il nuovo capitolo della colossale serie action per PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox One e Steam. In questo sequel è possibile rivivere la caotica e frenetica azione del manga attraverso gli occhi di un cadetto creato su misura; con una nuova prospettiva del tutto nuova sugli iconici eventi della serie. I giocatori sperimenteranno la nuova e migliorata Omni-Directional Mobility Gear, che offrirà un’avanzata libertà di movimento e una precisa mira utile per contrattaccare le mosse potenziate dei Giganti. Per chi non lo sapesse “L’Attacco dei Giganti” o “Attack on Titan” è un’opera congegnata da Hajime Isayama e questa produzione ha riscosso un grosso successo negli ultimi anni grazie alla sua storia capace di tenere alta l’attenzione di tutti gli appassionati sparsi per tutto il globo. La serie videoludica di questo franchise – sviluppata dagli sviluppatori di Omega Force – è riuscita anch’essa a meravigliare gli utenti attraverso meccaniche innovative, adrenaliniche e soprattutto molto simili alla controparte su carta e trasmessa successivamente in versione anime in tv.

Per quanto riguarda la trama, il gioco, come anche il manga, è ambientato in un mondo di fantasia dove la razza umana è stata quasi decimata dalla prima apparizione di giganti, ossia colossi molto simili all’uomo per le fattezze, ma dotati di intelligenza molto limitata. La loro natura li spinge a uccidere gli uomini e non hanno particolari necessità di cibo e acqua per vivere. L’unica salvezza per il genere umano è rappresentata da tre cinta di mura gigantesche chiamate Wall Maria, Wall Rose e Wal Sina, rispettivamente dalla più esterna a quella più interna. Per garantire una maggiore protezione da eventuali attacchi, la civiltà in questione ha sviluppato un’organizzazione militare che comprende tre rami con altrettanti compiti: il Corpo di Guarnigione (responsabile della difesa delle città e della manutenzione delle mura), il Corpo di Gendarmeria (garante dell’ordine pubblico) e infine il Corpo di Ricerca (soldati ricognitori che si spingono oltre alle mura alla ricerca di nuove informazioni sui giganti per poterli finalmente annientare). Dopo molti anni di sconfitte e di morti, l’uomo ha congegnato una particolare attrezzatura, l’ Omni-Directional Mobility Gear, che permette di effettuare il cosiddetto “Movimento Tridimensionale”. Questa tecnologia consente a un semplice soldato di “volare” attraverso l’utilizzo di rampini lanciati a grande velocità e a gas ad alta pressione. La storia inizia nell’anno 845 quando appare dal nulla un gigante – denominato Gigante Colossale – capace con un solo calcio di perforare Wall Maria, nel distretto di Shiganshina. Questo avvenimento ha concesso a tanti giganti di intrufolarsi nelle mura di cinta e di conseguenza mangiare molti umili cittadini che vivevano nelle vicinanze. In questa tragedia riescono a salvarsi tre bambini – i protagonisti della saga di Attack on Titan – Eren Jaeger, Mikasa Ackermann e Armin Arelet. I tre sono accomunati dalla stessa storia e intraprendono una carriera militare per combattere l’avanzata nemica e di vendicarsi della morte dei propri cari. Fin dai primissimi minuti A.O.T.2 spiega questi avvenimenti attraverso una serie di filmati molto brevi e successivamente consente agli utenti di creare un proprio personaggio che affiancherà quelli descritti in precedenza e agli altri membri del 104esimo corpo dei cadetti. L’alter-ego viene introdotto nella narrazione come un “soldato anonimo” presente nella trama originale dell’anime e la storia viene raccontata attraverso gli occhi di quest’ultimo.

Esattamente come il suo predecessore, A.O.T. 2 offre una corposa Modalità Storia che, a dispetto dei pronostici, permette al giocatore di rivivere non solo gli eventi della seconda stagione dell’anime, ma anche di ripercorrere ancora una volta le vicende raccontate nella prima serie televisiva e nel videogioco lanciato soltanto due anni fa. Tutto ciò rappresenta un perfetto punto di partenza per chiunque non abbia provato il precedente titolo. A.O.T. 2 presenta però una fondamentale differenza rispetto al suo predecessore, ossia, come già detto qualche riga più in alto, la possibilità di creare un proprio avatar personalizzabile e di riscoprire la travagliata storia del fumetto best seller attraverso un nuovo punto di vista. Cresciuto nel piccolo distretto di Shiganshina, cosa che difatti lo rende un coetaneo di Eren Jeager, Mikasa Ackerman e Armin Arlert, il protagonista creato dal giocatore è uno dei pochi superstiti del tremendo attacco perpetrato all’inizio della vicenda dal Gigante Colossale e dal Gigante Corazzato, il quale, durante l’incidente, finisce col renderlo orfano. Salito per caso a bordo di un vascello di soccorso, il giovane si imbatte proprio nello stesso Eren, il quale compie l’ambiziosa promessa di sterminare ogni singolo titano; è proprio questo fatidico incontro a spronare anche l’avatar, rimasto ormai solo, ad unirsi al 104° Corpo Cadetti per diventare un soldato, soddisfare la propria sete di vendetta e riprendersi la città perduta. Dopo aver personalizzato l’aspetto, l’abbigliamento e persino il sesso del protagonista controllato dal giocatore, A.O.T. 2 pone i gamers subito dinanzi ad una delle più interessanti novità della modalità Storia, ossia la cosiddetta “Vita quotidiana”. Mentre la prima incarnazione della saga si limitava a proporre una lunga selezione di missioni cui prendere parte in rapida successione, il nuovo episodio intervalla le suddette spedizioni con lunghi via vai per le strade delle tantissime location esplorabili. Tra un incarico e l’altro, durante le fasi di vita quotidiana, l’avatar può quindi scoprire dei nuovi negozi e altrettanti servizi, ma soprattutto iniziare una conversazione con i personaggi originali del cast, al fine di incrementarne l’affezione, approfondirne la caratterizzazione e sbloccare nuove abilità. Ogni personaggio dispone infatti di un parametro relativo all’amicizia, il quale sale di livello attraverso una serie di azioni che spaziano dalla collaborazione sul campo di battaglia alla scelta delle giuste risposte durante i dialoghi tenuti fra i vari attori principali. Compiacendo i compagni e instaurando legami sociali sempre più saldi, l’avatar eredita di volta in volta le abilità dei commilitoni, consentendo al giocatore non solo di apprendere dei gustosi aneddoti inediti sui propri beniamini, ma persino di personalizzare il personaggio controllato per tutta la durata della campagna principale. A patto di disporre di un adeguato numero di Punti Abilità, l’avatar può invero equipaggiare tutte le capacità altrui, le quali corrispondono a nuove azioni o a poderosi incrementi in termini di statistiche, mentre altre ancora tornano utili durante le imprese di tutti i giorni. Alternando sapientemente le missioni e la vita quotidiana, la modalità storia di A.O.T. 2 vanta dunque una longevità di tutto rispetto che, nel caso in cui si decida di approfondire i legami con tutti i vari personaggi del gioco e svelare dei retroscena assenti persino nell’anime e nel manga originale, potrebbe portar via diverse decine di ore.

Tra le nuove caratteristiche di A.O.T. 2 c’è l’Azione di Squadra sul campo di battaglia; che include opzioni di supporto offerte dai membri del proprio team. Le opzioni includono Salvataggio, Recupero e la Titan Transformation; quest’ultima offre a un membro del team il potenziale per sbloccare il potere dei Giganti. Con i Giganti in grado di sfoggiare movimenti potenziati, gli Scout dovranno usare strategicamente un arsenale di nuove abilità per sopravvivere; dagli attacchi evade-style, come l’abilità dell’azionamento a gancio, agli attacchi furtivi di lunga portata, strategicamente studiati con l’aiuto del nuovo strumento monoculare. Persino il terreno di gioco, in questa seconda incarnazione del brand, assume un’importante valenza strategica. Se in passato i giocatori erano soliti sfruttare i compagni per rifornirsi di oggetti, cambiare le lame smussate del proprio equipaggiamento e fare il pieno di gas, A.O.T. 2 ha invece introdotto le basi, che spaziano da quelle estrattive, utili per recuperare materiali rari, a quelle d’artiglieria automatizzata, per sottomettere i titani a colpi di cannone. In questo caso, tuttavia, gli insediamenti alleati non saranno sempre disponibili sulla mappa, ma dovranno essere edificati sul posto attraverso l’uso degli appositi segnali di costruzione, recuperabili completando le missioni secondarie. Di conseguenza, se in passato la principale attrattiva di A.O.T. era rappresentata dagli scontri con gli Anomali – titani particolarmente ostici e dal comportamento imprevedibile, in grado di neutralizzare qualsiasi manovra evasiva – tutte le nuove meccaniche proposte dal team di sviluppo introducono un genuino livello di strategia che, ai livelli di difficoltà più elevati, saprà soddisfare anche i giocatori più “skillati”. Come nel precedente episodio, ciascuna vittoria premia con i Fondi Corpo, necessari per acquistare oggetti e costruire nuove attrezzature. Personalizzabile durante la vita quotidiana, l’armamentario ripropone il semplicissimo sistema di crafting già esaminato due anni fa, con l’unica eccezione che stavolta i giocatori avranno accesso a una gamma di armi ben più variegata. In A.O.T. 2, i giocatori potranno anche divertirsi in una delle nuove modalità online appena introdotte, ossia la modalità Annihilation; una tipologia di gioco 4v4 dove gli Scouts dovranno competere per raggiungere il punteggio più alto, sconfiggendo Giganti e catturando basi. Inoltre potranno combattere l’uno contro l’altro per ottenere il miglior punteggio e ascendere in cima alla leader board. Nella modalità storia Co-op, invece, i giocatori potranno richiedere l’aiuto dei loro amici mentre completano l’avvincente trama della storia principale. Quanto detto fino a ora però è solo l’inizio in quanto una nuova accattivante modalità online, con Giganti giocabili, sarà disponibile dopo il lancio. Dal punto di vista estetico A.O.T. 2 si rivela un titolo estremamente piacevole da vedere, tanto quanto, a suo tempo, lo era stato il predecessore. Il confronto diretto non è casuale: eesattamente come Wings of Freedom, questo seguito punta forte sulla bontà del suo cel shading, su una costruzione poligonale buona e sulla perfetta riproduzione dei modelli di tutti i personaggi principali della serie di riferimento. I filmati in computer grafica potrebbero essere tranquillamente scambiati per quelli originali, come originali sono anche le voci dei doppiatori giapponesi (con sottotitoli in italiano), che offrono grandi prove recitative, talmente buone da andare oltre la barriera linguistica e veicolare eccellentemente le emozioni dei personaggi. I passi avanti più evidenti rispetto al primo titolo sono stati fatti a livello di ambientazioni, che, pur rimanendo un gradino sotto ai modelli dei personaggi in quanto a dettaglio e pulizia, si sono dimostrate assai più varie e particolareggiate di quelle del capitolo precedente. A livello di performance, il framerate è sempre stabile, con cali minimi e mai che pesano sul gameplay, con tempi di caricamento decisamente brevi in ogni frangente. Tirando le somme, con A.O.T. 2 gli amanti della serie saranno assolutamente felici di trovarsi fra le mani un prodotto solido, bello da vedere, da giocare e da condividere assieme ai propri amici online.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8,5
Sonoro: 9
Gameplay: 8,5
Longevità: 8,5
VOTO FINALE: 8,5

 

Francesco Pellegrino Lise




Minacce web, allerta Symantec: cryptojaking in aumento dell’8500 per cento

I criminali informatici utilizzano con sempre maggiore frequenza il cryptojacking, creando nuove, più profittevoli, fonti di reddito, man mano che il mercato del ransomware alza sempre più la posta e diventa sempre più affollato. Sono le prime indicazioni che emergono dal 23° volume dello Internet Security Threat Report (ISTR) di Symantec, pubblicato di recente. “il cryptojacking è una minaccia sempre più grave sia per la sicurezza informatica, sia per la sicurezza personale”, ha dichiarato Mike Fey, Presidente e COO di Symantec. “L’incentivo rappresentato da profitti ragguardevoli mettono persone, terminali e organizzazioni a rischio che i miner di cryptomonete possano succhiare risorse dai propri sistemi, motivando ulteriormente i criminali ad infiltrarsi dappertutto, dai PC di casa ai giganteschi datacenter”. Il report ISTR Symantec fornisce un quadro complessivo delle minacce informatiche, quadro che comprende minacce globali, tendenze del mondo dei criminali informatici e motivazioni per chi muove gli attacchi. Il report analizza i dati raccolti dal Symantec Global Intelligence Network, la più vasta rete privata al mondo che traccia oltre 700.000 avversari a livello globale, registra eventi da 126.5 milioni di sensori di attacco disseminati in tutto il mondo, e monitora le attività a rischio in oltre 157 paesi e territori. Tra i risultati più rilevanti emersi quest’anno:

 

Gli attacchi di tipo cryptojacking registrano un vero e proprio boom – Durante lo scorso anno, una crescita astronomica nel valore delle cryptomonete ha attivato una corsa all’oro del cryptojacking che ha visto i criminali informatici reiterare i tentativi di far soldi in un mercato a elevati tassi di instabilità. I rilevamenti di miner di cryptomonete su computer endpoint sono cresciuti dell’8500 per cento nel 2017. In Italia il nuovo “trend” si posiziona subito nelle posizioni alte delle classifiche, siamo al 5° posto in Europa e all’11° al mondo, con il 2.4% dei miner di cryptovaluta che operano dal nostro paese. Grazie a una barriera d’ingresso molto bassa – sono necessari solo un paio di linee di codice per poter operare – i criminali informatici sfruttano la potenza di calcolo delle CPU degli utenti comuni e delle organizzazioni per fare mining di moneta elettronica. I così detti “miner” di moneta elettronica possono rallentare i dispositivi, surriscaldare le batterie e, in alcuni casi, rendere inutilizzabili i dispositivi stessi. In ambito aziendale i miner di cryptovalute possono mettere le reti aziendali a rischio di arresto, compromettendo l’utilizzo della CPU in cloud e aumentando i costi. “Adesso ci tocca combattere per le risorse sul nostro telefono, computer o dispositivo IoT contro i criminali informatici che cercano di utilizzarli per trarre profitto”, ha detto Kevin Haley, Direttore Symantec Security Response. “È necessario ampliare le proprie difese o ci si ritroverà a pagare il prezzo per qualcun altro che utilizza i nostri dispositivi”. I dispositivi IoT confermano lo status di obiettivi maturi per lo sfruttamento. Symantec ha messo alla luce un incremento del 600% di attacchi verso dispositivi IoT nel 2017, il che significa che i criminali informatici potrebbero potenzialmente sfruttare la natura intrinseca di questi oggetti connessi per fare “estrazioni” di massa. Neanche i Mac sono immuni, Symantec ha, infatti, rilevato un incremento dell’80% in attacchi di tipo “coin mining” nei confronti di Mac OS. Sfruttando gli attacchi browser-based, i criminali non hanno più bisogno di scaricare del malware sul PC o sul Mac della vittima per hackerarli.

 

Un singolo metodo per infettare le vittime – Il numero di gruppi di attacco mirati è in crescita: Symantec tiene oggi traccia di 140 gruppi organizzati. Lo scorso anno, il 71% di tutti gli attacchi mirati ha avuto inizio con lo spear phishing – il trucco più vecchio sul manuale dell’hacker – per infettare le vittime. Mentre i gruppi di attacchi mirati continuano a utilizzare tattiche collaudate per infiltrare le imprese, l’utilizzo delle minacce di tipo zero-day pare non sia più in voga. Solo il 27% dei gruppi d’attacco mirati hanno utilizzato vulnerabilità zero-day nel recente passato. Il settore sicurezza discute da tempo il tipo di danni che gli attacchi informatici potrebbero provocare. Questa conversazione si è adesso spostata oltre il teorico e uno su dieci gruppi che effettuano attacchi mirati utilizzano malware progettato pe causare seri danni.

 

Il malware cresce del 200% – Symantec ha rilevato nel 2017 un incremento del 200% nell’impianto di malware nella catena logistica del software da parte di cybercriminali. Il dato equivale a un attacco ogni mese rispetto ai quattro attacchi dell’anno precedente. Compromettere gli aggiornamenti software fornisce ai criminali informatici un punto d’ingresso per penetrare reti anche ben sorvegliate. Petya è stato uno degli esempi più rilevanti di attacco alla catena logistica. Utilizzando del software di accounting ucraino come punto di ingresso, Petya ha successivamente sfruttato diversi metodi per diffondersi lateralmente attraverso le reti aziendali e rilasciare il carico malevolo. Bot e spam ancora molto popolari in Italia, tanto da posizionare il paese al secondo posto in Europa.

 

Il malware per mobile si espande – Le minacce informatiche nel mobile continuano a crescere di anno in anno, e cresce anche il numero di varianti di nuovo malware per mobile (+54%). Lo scorso anno, Symantec ha bloccato una media di 24.000 applicativi mobile potenzialmente dannosi. Con il perdurare della presenza sul mercato di vecchi sistemi operativi, il problema si è ulteriormente aggravato. Ad esempio, nel caso di Android, solo il 20% dei terminali monta la versione più recente del sistema operativo e solo il 2.3% sono aggiornati alle release minori più recenti. Gli utenti mobile corrono anche notevoli rischi per la propria privacy da app grayware, non sono necessariamente malevoli ma in grado di causare problemi. Symantec ha scoperto che il 63% di app grayware rendono pubblico il numero di telefono del terminale. Con un incremento del 20% nel 2017, il grayware non è un problema destinato a scomparire a breve.

 

Minaccia ransomware – Nel 2016 la profittabilità del ransomware ha finito col creare un mercato affollato. Nel 2017 il mercato ha subito degli aggiustamenti e l’importo medio del ricatto si è abbassato a 522 dollari, un segnale chiaro che il ransomware è diventata una commodity. Molti hacker hanno probabilmente cambiato focus verso il mining di cryptomonete come alternativa per incassare denaro facilmente, intanto che il valore delle cryptomonete è ancora alto. Inoltre, mentre il numero di famiglie di ransomware è diminuito, il numero delle varianti di ransomware è cresciuto del 46%, un indizio del fatto che i gruppi di criminali informatici sono meno innovativi ma sempre molto produttivi. In Italia, il ransomware conquista il podio delle minacce informatiche nel 2017: il nostro paese è quinto a livello globale e primo in Europa; il 3,7% degli attacchi ransomware a livello mondiale sono stati registrati nel nostro paese.

 

A proposito dello Internet Security Threat Report – L’Internet Security Threat Report fornisce una panoramica e un’analisi su base annua delle attività globali delle minacce informatiche. Il report si basa sui dati forniti dal Global Intelligence Network di Symantec che gli analisti dell’azienda usano per identificare, analizzare e commentare le tendenze emergenti relative ad attacchi informatici, attività con codici nocivi, phishing e spam.

 

F.P.L.




Surviving Mars, alla conquista del pianeta rosso

Paradox Interactive ha lanciato Surviving Mars, un videogioco di management strategico che permette ai giocatori di pianificare, costruire e sostenere una colonia sul pianeta rosso. Creato da Haemimont Games, Surviving Mars, sfida i giocatori a sviluppare infrastrutture sostenibili su Marte, inviando una coraggiosa squadra di coloni e aiutando la loro popolazione a sopravvivere e prosperare. Il gioco è disponibile in tutto il mondo su PlayStation 4, Xbox One, Linux, MacOS e PC, ad un prezzo di 39,99 euro. Una volta lanciato il gioco il menù offre due diverse modalità di base: la partenza normale e la partenza facilitata. La prima è la scelta dedicata ai giocatori meno esperti in questo genere di giochi, la seconda invece è dedicata a chi mangia “pane e giochi gestionali”. Optando per la partenza facilitata sarà a disposizione una partita con impostazioni di base fatte apposta per render la vita più semlice a chi gioca. Oltre a questo spicca anche la modalità “New Game” che permette di avviare una partita personalizzando tutti gli aspetti della missione, aumentando o diminuendo il livello di difficoltà. In new game è possibile personalizzare diversi aspetti: scegliere uno sponsor di missione piuttosto che un altro, ad esempio, cambia la quantità di fondi a disposizione variando anche il numero di persone che sono intenzionate a prendere parte alla missione, e così via. Altra importante personalizzazione disponibile è data dal profilo psicologico della missione (ossia il ruolo che ricopre il giocatore), qui si possono scegliere profili in grado di garantire bonus diversi che vanno a variare la difficoltà della sfida. Il politico ha sin da subito una maggiore disponibilità di fondi, mentre il “rocket scientist” ha un secondo razzo gratuito e così via. Sempre dal menù iniziale di Surviving Mars è possibile anche personalizzare il logo della missione e la tipologia delle anomalie che compariranno sul pianeta, ossia delle zone che, una volta studiate con l’attrezzatura adatta, forniscono potenziamenti, nuove tecnologie via discorrendo. Una volta scelto come impostare la propria esperienza di gioco e che tipo di partita affrontare, è il momento di personalizzare il razzo. Marte è un pianeta freddo, duro e inospitale, quindi il primo razzo che toccherà terra sarà completamente privo di equipaggio umano ed avrà il solo scopo di portare sul posto droni e attrezzatura scientifica per preparare il terreno prima dell’arrivo dei coloni. Quello che si sceglie di mettere nel primo razzo, quindi, servirà ad affrontare al meglio il primo approccio con la superficie del pianeta rosso. Una scelta obbligata è comunque quella di spedire con il primo lancio veicoli che permettono di interagire e colonizzare Marte. L’Explorer analizza il terreno marziano e le varie anomalie, il Rover invece serve a caricare i droni e ne funge da centro di comando mentre il Transport, come dice la parola stessa, serve da trasporto per le risorse che magari possono essere ricavate anche in posti molto lontani rispetto alla base. Nella dotazione iniziale del razzo si potrà anche scegliere la quantità di risorse che si deciderà di portare dalla Terra. Anche le sonde orbitali possono essere modificate: con queste è possibile scoprire e scannerizzare immediatamente nuovi quadranti del pianeta. Ovviamente una sonda scansiona un solo quadrante prima di essere distrutta. L’ultima fase da dedicare prima di arrivare su Marte è dedicata al luogo di atterraggio del razzo. Ogni sito ha la sua quantità di risorse disponibili da utilizzare, di montagne e rilievi che possono infastidire e di minacce da affrontare.

E’ possibile anche scegliere un luogo qualsiasi della superficie del pianeta, senza essere per forza legati alle zone predefinite, che però vengono scelte perché hanno già tutto ciò che serve per sviluppare la colonia. Una volta che si è ultimata la personalizzazione della partita, si può entrare nel vivo dell’azione. Prima di procedere all’atterraggio sulla superfice marziana, viene mostrata una griglia di dimensioni 10×10 con un solo esagono disponibile per far atterrare il razzo. Ovviamente se si è scelto di portare i moduli sonda, sarà possibile scannerizzare nuove zone al fine di avere più scelte sulla zona in cui posizionare la base. Sin dai primi istanti di gioco, si viene seguiti da una serie di aiuti pop-up che fungono quasi da tutorial. E’ bene cercare di far tesoro al meglio di questi consigli, perché un vero e proprio tutorial è completamente assente e i comandi sono moltissimi e a volte anche difficili da capire. In Surviving Mars fondamentale è, innanzitutto, come in ogni city-builder che si rispetti, ottenere una fonte di energia; su Marte questo vuol dire pannelli solari o pale eoliche. Inoltre, installare una bella batteria che conserva energia fa sempre bene. Fatto questo, servono piccole piattaforme di ricarica per i droni e cavi elettrici che le colleghino alle fonti di energia. Prima di proseguire alla descrizione e all’utilizzo degli altri edifici è necessario parlare delle risorse. Su Marte ci sarà bisogno di: cemento, metalli, polimeri (serve edificio che converta acqua e combustibile), pezzi di ricambio meccanici (edificio che converte metallo), carburante (edificio che converte acqua) e elementi elettronici (edificio che converte metalli rari). Di queste risorse solo il cemento è estraibile senza l’aiuto di lavoratori umani, ma tutti questi elementi sono anche trasportabili dal pianeta Terra. Oltre a queste risorse ci sono quelle legate alla vita umana: acqua (estraibile da giacimenti o sintetizzabile con macchinari che generano vapore), ossigeno (edificio che converte l’acqua) e cibo (vari edifici che utilizzano principalmente il lavoro umano). Acqua e ossigeno sono producibili anche senza l’aiuto di lavoratori umani. Ora, da questa lunga lista, all’inizio, è il caso di preoccuparsi soltanto dell’acqua, dell’ossigeno e del cemento (risorsa base per costruire qualsiasi cosa). Una volta messa in piedi una struttura in grado di produrre queste risorse-base in buone quantità si può pensare alla fase successiva: l’arrivo dei colonizzatori e il focus su produzioni più avanzate. Per permettere la vita su Marte servono i così detti “dome”, ossia enormi cupole di vetro rinforzato all’interno del quale bisogna far arrivare elettricità, acqua e ossigeno che permettano la vita e il funzionamento degli edifici che saranno costruiti al loro interno: abitazioni, coltivazioni, ristoranti, infermerie, stazioni di polizia, intrattenimenti vari, aziende, centri di ricerca e via discorrendo. In Surviving Mars i “dome” sono abbastanza ampi ma il numero di alloggi è e per ogni dome sarà necessario pianificare minuziosamente sia i tipi di lavoratori che servono, a seconda degli edifici che si costruiscono, sia i tipi di intrattenimento e servizi da installare. L’offerta di Surviving Mars non finisce qui, infatti, combinando attività terrestri con la ricerca sul pianeta Rosso si accumulano punti-ricerca che si possono usare per effettuare a numerosissime scoperte scientifiche suddivise in cinque specializzazioni (biologia, ingegneria, robotica, fisica e società). Queste scoperte sono organizzate in maniera random in ogni partita e questo vuol dire che ogni volta che si gioca ci si troverà con abilità ed edifici differenti a disposizione in momenti diversi del gioco. Da sola questa caratteristica rende Surviving Mars estremamente longevo. Gli edifici e le attività che si possono costruire ed eseguire su Marte sono moltissime e tutte molto interessanti e ben calibrate in quanto a costo di risorse e relativi benefici.

Surviving Mars premia la pianificazione e l’ordine, sia per quanto riguarda la costruzione e l’uso degli spazi, sia per quanto riguarda la gestione umana sulla colonia. Insomma, giocando a colonizzare Marte non si rischia mai di rimanere con le mani in mano. Per quanto riguarda l’audio, uno dei pregi più grandi di Surviving Mars è la colonna sonora, fattore che generalmente lasciata in secondo piano in questo genere di giochi. Invece qui ci si trova dinanzi a una varietà di brani notevole, sempre orecchiabili e mai ripetitivi, distribuiti in cinque diverse stazioni radio con generi musicali molto diversi gli uni dagli altri. Sicuramente una cosa inusuale in un titolo gestionale. Surviving Mars mostra anche il suo ottimo aspetto estetico con texture ben realizzate ed effetti speciali molto caratteristici. La polvere rossa, tipica del pianeta, è sempre presente e ricoprirà presto gli edifici indicando il livello di manutenzione necessaria, ma anche i dettagli delle strutture e dei colonizzatori sono ottimi e abbondanti. La visuale zoomabile e ruotabile, poi, rende possibile l’arrivare a osservare da vicino i colonizzatori in ogni momento della giornata per vedere che cosa stanno facendo e come procede la loro permanenza sul pianeta Rosso. Surviving Mars è un titolo che fa della longevità il suo punto di forza nonostante manchi un comparto multiplayer. Costruire una colonia di una certa rilevanza su Marte può richiedere decine di ore di gioco e l’esperienza è assolutamente rigiocabile grazie alle diverse zone, ai livelli di difficoltà, alla ricerca randomizzata, al diverso pool di colonizzatori, ai disastri e ai misteri. Ma l’esperienza non è solo longeva, è anche divertente, interessante e stimolante; le ore scorrono veloci e ci si ritrova impegnati in sessioni in cui si perde completamente il senso del tempo e l’unica cosa che ha importanza è ottenere quel flusso di risorse che tanto serve o stabilizzare quei colonizzatori problematici. Tirando le somme, Surviving Mars è un city-builder realizzato con una passione e una cura talmente evidenti che smettere di giocare per tornare alla vita quotidiana quasi dispiace. La difficoltà comunque abbastanza elevata e il tempo necessario per vedere i primi risultati concreti fanno di questo titolo un gioco non per tutti. Chi desidera azione pura e adrenalina è meglio che navighi verso altri lidi. Chi invece cerca un’esperienza rilassante, appagante e che necessita di molto tempo a disposizione da dedicare, troverà in surviving Mars un piccolo e originale capolavoro.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8
Sonoro: 8
Gameplay: 7
Longevità: 9
VOTO FINALE: 8

 

Francesco Pellegrino Lise




Final Fantasy XV è ancora più grande con la Royal edition

Final Fantasy XV Royal Edition è un nuovo pacchetto completo pensato per i possessori di PlayStation 4 e Xbox One. Forte di una mole immensa di contenuti, il dlc permette di giocare per ore e ore in uno degli universi più ispirati della serie. Il gdr uscito due anni fa (qui la nostra recensione dell’edizione di lancio 2016) continua quindi ad arricchirsi di novità e aggiornamenti che lo rendono ancora più unico nel suo genere. Final Fantasy XV Royal Edition è davvero quanto di meglio si possa desiderare per gli appassionati del titolo anche se lascia ancora spazio per il futuro, infatti, questa versione del gioco non comprende al suo interno i futuri contenuti annunciati da Square Enix, ma si “limita” a unire in un unico pacchetto il gioco base, il “season pass”, tutti gli oggetti DLC rilasciati singolarmente (fra cui l’utilissimo Booster Pack) e, ultimo ma non meno importante, il Royal Pack, ultimo arrivato del Final Fantasy XV Universe. Si tratta di una versione pensata per i giocatori che, volenti o nolenti, non hanno vissuto il titolo al lancio e non hanno accesso alla Windows Edition per PC; tutti gli altri potranno invece acquistare singolarmente il Royal Pack, in formato digitale, dai rispettivi store online, al prezzo di listino di 14,99 Euro. Tra contenuti scaricabili aggiuntivi, add-on, zone extra, nuovi nemici e missioni secondarie ci si trova quasi dinanzi ad una versione raddoppiata del titolo canonico. L’elemento forse più interessanti di tutti è l’aggiunta di una nuova zona finale, le Rovine di Insomnia, che presenta adesso nemici come Cerberus e Omega. Qui, inoltre, sarà possibile affrontare gli antichi sovrani del mondo di gioco. Una maggiore libertà nell’esplorazione del mondo di Eos, inoltre, viene ora garantita dalla presenza dello Yacht del padre di Noctis, col quale si potrà salpare tra le acque di Capo Caem e quelle di Altissia. Con l’imbarcazione è possibile accedere anche a nuovi pesci e ricette, aggiunta che farà la gioia dei collezionisti. Ma il pacchetto offerto da Final Fantasy XV Royal Edition è significativo anche per la quantità di oggetti che mette a disposizione dei giocatori. Ci sono più di una dozzina di contenuti liberamente scaricabili, tra armi, verniciature per la Regalia, la vettura di Noctis, e dei set di oggetti. Ci sono inoltre tutti i DLC dedicati ai personaggi secondari, che ampliano le ore di gioco offerte: Episode Gladio, Episode Prompto, l’espansione Online Comrades, e Episode Ignis.

La stessa Regalia ora può essere potenziata al modello Type-D per guidarla anche fuori strada. Persino la mitologia e le leggende dei vari luoghi sono state perfezionate, ampliate e approfondite, permettendo di saperne di più su un mondo già di per sè ricchissimo e affascinante. Tirando le somme si può dire che Final Fantasy XV Royal Edition è finalmente il titolo che tutti si aspettavano già nel 2016, ossia: un gioco completo, al pieno delle sue possibilità, dove sicuramente c’è ancora qualcosa da migliorare, come sempre, ma tutto quello che è presente funziona come dovrebbe. Questa Royal edition di Final Fantasy XV include una tale mole di contenuti da giustificare ancora una volta il prezzo pieno, perché nella sostanza aumenta di almeno 25 ore l’esplorazione, l’approfondimento e la raccolta di collezionabili. Oltre ad offrire tanti spunti secondari nel corso della stessa avventura. Se avete già giocato Final Fantasy XV, potete avere l’occasione di riscoprire il titolo, e vi sembrerà ancora freschissimo come due anni fa, questo perché, vi ricordiamo, il gioco base nonostante fosse “troncato” in alcuni punti poggiava su fondamenta solidissime, una trama avvincente, e quindi possedeva tutte le carte per essere ricordato come uno degli episodi più epici della saga di Final Fantasy.

 

GIUDIZIO FINALE 9

 

Francesco Pellegrino Lise




I nuovi Samsung Galaxy S9 e S9+ arrivano in Italia

I nuovi Samsung Galaxy S9 e S9+ arrivano sono finalmente acquistabili anche in Italia. Disponibili in pre-order dal giorno dell’annuncio mondiale di Barcellona, i nuovi smartphone top di gamma dell’azienda coreana offrono agli appassionati di tecnologia e a tutti i consumatori un nuovo modo di comunicare le loro emozioni, grazie alla fotocamera “intelligente” per scatti di qualità in ogni condizione di luce e alla possibilità di personalizzare la propria esperienza d’uso con le esclusive My Emoji e video divertenti e dal grande impatto visivo in super slow-motion. Galaxy S9 e S9+ con 64GB di memoria interna sono disponibili nelle colorazioni Midnight Black, Coral Blue e nella nuova tonalità Lilac Purple al prezzo consigliato di €899 e €999. Solo su Samsung.com, inoltre, è possibile acquistare il Galaxy S9+ nell’esclusiva versione con 256GB di memoria interna. Tutte queste novità hanno reso i nuovi smartphone Samsung dei prodotti da avere a ogni costo per i consumatori italiani, come testimoniato dalle migliaia di prenotazioni e richieste di adesione al programma di Supervalutazione, che ha offerto la possibilità di restituire il proprio smartphone usato ottenendo fino a 450 euro di contributo. Galaxy S9 e S9+ sono in grado di offrire un’esperienza di intrattenimento unica grazie ai potenti altoparlanti stereo, realizzati in partnership con AKG, all’audio surround Dolby Atmos e a un Infinity Display ancora più luminoso: oggi gli smartphone sono il dispositivo più utilizzato per l’intrattenimento, che si tratti di guardare un film o di ascoltare in streaming l’ultimo album del proprio artista preferito, i suoni sono chiari, nitidi e di alta qualità, mentre le cornici sottilissime e la risoluzione Quad HD+ Super Amoled permettono un’esperienza visiva immersiva e coinvolgente, in qualsiasi condizione di luce.

Funzionalità innovative per comunicare come mai prima d’ora

Le fotocamere di Galaxy S9 e S9+ sono state progettate per un nuovo modo di comunicare, con un sensore Super Speed Dual Pixel con potenza di elaborazione e memoria dedicate in grado di combinare fino a 12 fotogrammi in un solo scatto per la migliore qualità fotografica possibile. Il Super slow-motion di Galaxy S9 e S9+ consente di rendere epico ogni momento della vita quotidiana e non perdere neanche un dettaglio grazie al rilevamento automatico del movimento, una caratteristica intelligente che rileva i movimenti all’interno di un fotogramma e inizia a registrare automaticamente: l’utente deve solo decidere l’inquadratura. La nuova telecamera si comporta come l’iride dell’occhio umano, si espande e si contrae in funzione della luminosità ambientale grazie all’obiettivo a doppia apertura focale che lascia passare automaticamente più luce quando l’ambiente è buio e meno luce quando è troppo luminoso, per scattare foto nitide e chiare ovunque e in qualsiasi momento. Su Galaxy S9 e S9+, inoltre, Samsung ha introdotto le nuove My Emoji, grazie alle quali è possibile creare un avatar con aspetto, suoni e comportamenti del tutto simili a quelli degli utenti, da utilizzare per condividere i propri stati d’animo non solo in video, ma anche utilizzando file in formato AGIF compatibili con la gran parte delle piattaforme di messaggistica. Bixby, l’assistente personale di Samsung, utilizza inoltre la realtà aumentata e tecnologie di deep learning per fornire informazioni utili sull’ambiente circostante, con il rilevamento e il riconoscimento degli oggetti in tempo reale per generare istantaneamente informazioni, tradurre lingue straniere oppure ottenere informazioni sui dintorni, acquistare prodotti visti nel mondo reale o anche monitorare le calorie dei cibi.

Un nuovo smartphone per la vita di ogni giorno

 

Galaxy S9 e S9+ sono i primi smartphone a supportare la nuova app SmartThings e rappresentano l’hub centrale per la gestione di ogni aspetto di uno stile di vita sempre connesso – a casa, in ufficio o in mobilità – che si utilizzino dispositivi Samsung oppure di altri produttori. Per chi è costantemente in movimento, la nuova Samsung DeX consente non solo di collegare uno schermo di grandi dimensioni al telefono, ma anche, grazie al nuovo sistema di alloggiamento DeX Pad, di espandere l’esperienza mobile con migliori funzionalità di modifica dei documenti o perfino giochi a schermo intero. Con DeX Pad gli utenti possono anche trasformare Galaxy S9 e S9+ in una tastiera touch e un touch pad, mentre il prossimo arrivo di Samsung Pay, la nuova frontiera nel campo dei pagamenti digitali in mobilità, che presto sarà disponibile anche in Italia, contribuirà a rendere Samsung Galaxy S9 e S9+ i compagni ideali per tutte le attività della vita quotidiana. In aggiunta alle caratteristiche tipiche della famiglia Galaxy, come resistenza all’acqua e alla polvere o ricarica wireless veloce, Galaxy S9 e S9+ supportano l’espansione della memoria interna con micro-sd anche da 400 GB e sono dotati dei più recenti processori, per prestazioni elevate e una migliore elaborazione delle immagini. Inoltre, con Galaxy S9 e S9+ gli utenti possono contare su un livello di protezione elevato, grazie a Knox 3.1, il più recente aggiornamento della piattaforma di sicurezza Samsung.

 

Francesco Pellegrino Lise




Devil May Cry HD Collection, Dante torna su Pc, Xbox One e Ps4

Quando un gioco scrive la storia di un certo periodo del gaming è più che giusto riproporlo in versione rimasterizzata per le generazioni successive di console. Questo è proprio il caso della Devil may Cry Hd Collection, ossia un’edizione che ripropone i primi tre capitoli della serie che hanno reso Dante, il carismatico protagonista che indossa l’iconico cappotto di pelle rossa, un vero simbolo per tutti gli appassionati di videogames. Devil May Cry, al tempo in cui fu lanciato, ossia nel lontano 2001, rappresentava la perfetta incarnazione di un gioco destinato a scrivere la storia. Prodotto da Capcom, una software house che negli anni ’90 aveva già ampiamente contribuito a definire i contorni del mercato e che era destinata a farlo anche in futuro, con il primo capitolo di questa saga la casa nipponica contribuì al grandioso successo dell’era PlayStation 2. Adesso a distanza di 17 anni è arrivata la possibilità di rispolverare questi ricordi, grazie alla HD Collection di Devil May Cry che Capcom ha pubblicato su PS4, Xbox One e PC. Il lavoro svolto dal team di sviluppo, però, non riesce però a rendere il giusto merito all’epicità dei primi 3 capitoli della serie, infatti la HD Collection rappresenta di fatto una versione leggermente ammodernata dell’omonima pubblicazione già arrivata ben sei anni fa sulle console della scorsa generazione (PS3 e Xbox 360). L’aggiornamento tecnico, sostanzialmente relegato all’incremento della risoluzione, risulta essere troppo marginale per giustificare il prezzo di (ri)lancio. Il problema attorno al quale ruota l’intera produzione di questa HD Collection, infatti, risiede nell’aver riproposto tre titoli che non sono stati minimamente rivisti dal punto di vista tecnico. Tutte le cutscenes, dal primo al terzo capitolo, sono rimaste inalterate, accompagnate da una scarsa pulizia delle texture e un’immagine “stretchata” che soprattutto nei sottotitoli e in tutti i testi che supportano l’esperienza si mostra in maniera fastidiosa. Tutte le schermate d’intermezzo, tra cui quella che anticipa ogni livello oppure tutti i menù, comprese le animazioni delle armi – soprattutto quelle del primo capitolo – non hanno subito alcun tipo di modifica e sono state proposte così come erano originariamente.

Il passaggio dalle scene di intermezzo, rimaste in bassa risoluzione, ai momenti di gameplay è visibile, soprattutto perché i secondi godono di una pulizia maggiore, di un tentativo di proporre una risoluzione quantomeno più gradevole: il tutto viene sicuramente supportato adeguatamente da quelli che sono gli fps che assicurano una fluidità al titolo non solo molto alta, ma anche molto stabile, aspetti che non sono da sottovalutare e che danno un valore sicuramente più alto alla saga. Dall’altro lato, però, la telecamera continua ad avere le medesime problematiche che presentavano i Devil May Cry originali, con dei ribaltamenti della visuale che nelle stanze più anguste risultano essere abbastanza fastidiosi. L’immagine, poi, resta a 4:3 quando Dante raccoglierà un oggetto, andando a contrastare i 16:9 delle scene normali con delle bande nere laterali e con un fondale opaco e sfocato. E’ importante segnalare che se la versione PC riesce a offrire una risoluzione in 4K, quella per console non si sposta dai 1080p, confermando che il lavoro svolto non si discosta tantissimo da quanto proposto al pubblico sei anni fa. Complessivamente, per chi volesse lanciarsi in una malinconica “operazione nostalgia”, o per chi avesse intenzione di comprendere e scoprire l’epoca d’oro degli action 3D, giocare alla trilogia di Devil May Cry resta un passaggio obbligato e fortemente consigliato. Quello che però risulta davvero difficile da giustificare è l’operazione commerciale alla base di questa raccolta in alta definizione. È davvero poco comprensibile come, sei anni dopo l’uscita della HD Collection per PS3 ed Xbox 360, il publisher non abbia trovato il tempo necessario a sistemare questi problemi, rendendo la trilogia originale di DMC pienamente godibile anche su questa generazione di console. Se siete appassionati della saga o siete semplicemente intenzionati ad acquistare questo titolo è importante sottolineare che se il capostipite della serie e il suo seguito vanno essenzialmente affrontati con spirito da retrogamer, senza doversi aspettare miracoli grafici, mentre il terzo episodio è ancora oggi godibile senza troppi compromessi. Ma i problemi di questa raccolta sono indipendenti dalla qualità dei titoli che contiene. Capcom si è limitata a prendere una trilogia pubblicata durante la scorsa generazione, ne ha aumentato la risoluzione, ma ha lasciato inalterate le cut-scene e i menù. Tale rimasterizzazione a metà non giustifica il costo pieno del prodotto e potrebbe far storcere la bocca a chi si aspettava una messa a nuovo di una delle serie più importanti del mondo del gaming. Tirando le somme, se avete nostalgia dei primi tre episodi della saga, oppure volete far vedere ai vostri figli come erano i videogames quasi 20 anni fa, questa raccolta fa per voi. Nel caso contrario, se avete già spolpato questi titoli quando uscirono o avete giocato la collection su Ps3 o Xbox 360, il suo acquisto potrebbe sembrare superfluo.

 

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 5,5
Sonoro: 6
Gameplay: 6
Longevità: 6,5

VOTO FINALE: 6

 

Francesco Pellegrino Lise