Call of Duty Modern Warfare, è il momento della stagione 4

Call of Duty Modern Warfare (qui la nostra recensione), noto come lo sparatutto più famoso del mondo, con l’arrivo della stagione 4 è pronto a garantire tutta una serie di contenuti gratuiti e a pagamento su Pc, Xbox One e PS4. La battaglia si fa più intensa a Verdansk e l’Armistizio è sull’orlo del collasso. Nel tentativo di puntellare le difese e di rinforzare sia la Coalizione che l’Alleanza per continuare a combattere, il Capitano Price arriva in mezzo al caos per contribuire alla fine del conflitto in corso. Mentre il nemico sta mettendo le fazioni della Coalizione e dell’Alleanza l’una contro l’altra, diventa sempre più difficile capire di chi fidarsi. Con Ghost e Alex già sul campo c’è solo da prepararsi a una battaglia ancora più grande al fianco di amici vecchi e nuovi.

Per quanto riguarda Warzone (qui la nostra recensione del Battle Royale di CoD) arrivano nuove modalità di gioco, inoltre una gran quantità di novità modificano il gameplay così come tutti lo conoscevano fino alla season 3. In alcune partite del Battle Royale bisognerà prestare attenzione ai tre nuovi colpi di scena che possono cambiare le sorti della partita. Questi hanno infatti un impatto sulla strategia e sull’approccio al gioco e possono verificarsi in qualsiasi match senza preavviso. Quando accadranno, si verificheranno sempre a metà partita. Ad esempio, dopo il primo drop kit e prima della chiusura del Gulag. Questi imprevisti sono: “Jailbreak”, “Fire Sale” e “Supply Chopper”. “Fire Sale” applica temporaneamente uno sconto fino all’80% sulla maggior parte degli articoli nelle Buy Station o li rende addirittura totalmente gratuiti. Quando si verifica tale evento è il momento perfetto per ritirare un UAV, una cassa di piastre corazzate per la propria squadra o anche una letale Killstreak. Inoltre nel tempo in cui quest’evento è attivo, riportare in vita un compagno di squadra o acquistare un kit di auto rianimazione è completamente gratuito. Se ci si trova a corto di soldi, una Fire Sale potrebbe essere l’occasione giusta per riarruolare un compagno di team, ma attenzione, si avranno solo 60 secondi, quindi le aree vicino gli shop diventeranno zona di guerra. L’evento “Supply Chopper” porta a Verdansk un elicottero non letale, ma pieno zeppo di soldi e armamenti. Il velivolo ha un sacco di vita, e richiederà più di un certo numero di razzi per essere abbattuto. L’elicottero non risponde al fuoco, ma è necessario agire in fretta perché mentre si è distratti per abbatterlo le squadre nemiche si muoveranno per uccidere i giocatori e rubare il contenuto dal relitto del mezzo. Una volta distrutto, dal Supply Chopper cadranno oggetti di alta qualità che i giocatori potranno raccogliere. Questi includono come minimo tre UAV, due casse di armature e scatole di munizioni, una maschera antigas, un lanciagranate e tonnellate di denaro. Quando si verifica un “Jailbreak”, invece, tutti i giocatori che sono stati uccisi saranno riportati di nuovo in partita. Sia che si stia aspettando il round 1v1 nel Gulag, sia che si stia osservando la partita dei propri compgni di squadra, appena compare l’evento si rientrerà in campo. Ci sarà un minuto di preavviso prima che si verifichi un Jailbreak per trovare un’ulteriore armatura o per assicurarsi di avere un’arma per i compagni di squadra che torneranno. I Jailbreak possono verificarsi in qualsiasi momento nel mezzo di una partita di un Battle Royale, quindi potrebbe valere la pena di rimanere spettatore, non si sa mai.  

In questa Stagione di Warzone debuttano poi due nuove modalità a tempo limitato: Juggernaut Royale e realismo. Nela prima, una variante della modalità Battle Royale, la famosa tuta corazzata della modalità Multiplayer atterra a Verdansk con tre lanci di rifornimenti che arrivano dal cielo. Una volta indossata, la corazza aumenterà la barra della salute, si avrà a disposizione una minigun e una colonna sonora metal di sottofondo. Con la corazza indosso si potrà ancora salire sui veicoli e fare scale, i danni ricevuti inoltre non avranno impatto sulla salute ma causeranno danni che colpiranno chiunque si trovi nelle immediate vicinanze. Se uno qualsiasi dei giocatori corazzati viene inviato al Gulag, dopo un breve periodo, un nuovo approviggionamento Juggernaut sarà contrassegnato sulla Tac-Map e atterrerà a Verdansk. Nella modalità realismo invece si seguono le stesse regole della modalità Multiplayer. Si avrà un HUD minimo e un aumento dei danni dei colpi alla testa. Il pacchetto della season 4 di Call of Duty Modern Warfare season 4 però offre anche la Warzone Rumble. Questa modalità è un immenso Deathmatch a squadre 50vs50. Questa quarta stagione di Call of Duty Modern Warfare vede arrivare al lancio un trio di nuove mappe, gratuito per i possessori della versione completa del titolo. Ogni nuova mappa è realizzata per una modalità di gioco diversa, Multiplayer, Guerra Terrestre e Scontro. Scrapyard, di Call of Duty: Modern Warfare 2, debutta in questa Stagione, e la piccola, divertente e frenetica mappa è proprio come la ricordano i veterani del gioco. In Barakett Promenade i giocatori di Warzone saranno in un territorio a loro familiare a Barakett Promenade, l’ultima mappa di Guerra Terrestre, disponibile al lancio della Stagione 4. Trench invece come suggerisce il nome di questa mappa di Scontro è una rete di trincee interconnesse. Anche se i giocatori possono uscire dalla trincea per muoversi più velocemente in tutta la mappa, ogni movimento esporrà la propria posizione al nemico, quindi riflessi veloci e tanta fortuna saranno i migliori alleati di chi si cimenterà in questo scenario. Per questa nuova stagione di Modern Warfare sono inoltre previste tre nuove modalità, tra cui un classico, insieme ad altre playlist Multiplayer, moshpit e aggiornamenti. In Team Defender un giocatore singolo deve tenere la bandiera mentre i suoi compagni di squadra li difendono. Utilizzare la comunicazione, le informazioni e le potenti serie di uccisioni è la via migliore per contrastare l’avversario. One in the Chamber è invece un classico tutti contro tutti, che inizia con i giocatori che si trovano in mano una pistola e un solo proiettile. È sufficiente un solo colpo per abbattere un nemico, ma e necessario mirare bene o si rimarrà senza le munizioni. Si avranno solo tre vite, quindi per vincere è fondamentale giocare con astuzia. In All or Nothing, un’altra modalità tutti contro tutti, i giocatori hanno un armamento limitato: solo una pistola e un coltello da lancio. Mirare con precisione per ottenere il maggior numero di uccisioni è la chiave per arrivare alla vittoria.

Il Battle Pass della Stagione 4 offre due nuove armi – il Fennec SMG (Tier 15) e il fucile d’assalto CR-56 AMAX (Tier 31) che tutti i giocatori di Modern Warfare e Warzone, possono ottenere gratuitamente. Inoltre, tutti i giocatori possono anche guadagnare il “Blank Stare”, un modello di fucile d’assalto Leggendario, un orologio Leggendario, una skin per il veicolo SUV, un modello di cecchino Leggendario per i lunghi combattimenti di Warzone chiamato “Brookside”, una pistola Leggendaria chiamata “Gavel”, 300 punti Call of Duty e altro ancora. Questi oggetti e altro ancora possono essere ottenuti attraverso 20 livelli di contenuti gratuiti, ottenibili nel Battle Pass semplicemente giocando. Il Fennec è un SMG a fuoco rapido con una solida precisione e un eccellente controllo. Ideale per i combattimenti a media distanza o ravvicinati, i giocatori possono estendere la gamma con gli accessori per canna ZLR 18” Deadfall o ZLR 16” Apex. Il fucile d’assalto CR-56 AMAX è estremamente ben bilanciato che crea un danno maggiore per abbattere rapidamente gli avversari. Con una grande portata e una velocità di sparo inimmaginabile, i giocatori possono equipaggiare quest’arma per aumentarne la mobilità, la maneggevolezza e il controllo per adattarla al loro stile di gioco. Un progetto Leggendario nella stessa famiglia è disponibile al livello 100 insieme ad una skin per veicoli, una skin Leggendaria per il capitano Price e Missioni Operatore per sbloccare ancora più skin perl’eroe della serie. Ancora più contenuti saranno presenti nel Negozio per tutta la durata della Stagione, comprese le nuove skin degli Operatori come “Bloodletter” per Nikto, progetti di armi e altro ancora. Ecco i dettagli sui due nuovi Operatori in arrivo nella Stagione 4: Gaz – Il sergente Kyle “Gaz” Garrick torna a Verdansk per unirsi all’Armistizio, dopo gli eventi della Campagna. Ufficiale delle forze speciali britanniche e membro della Task Force 141, Gaz è un esperto in eliminazioni di obiettivi primari, demolizioni, tattiche di armi, sorveglianza segreta e protezione dei VIP. Roze invece è un ex-Ranger dell’esercito americano, nonché un cacciatore delle montagne del Colorado. Eccelle in combattimenti ravvicinati e si unisce all’Alleanza come parte della fazione dei Jackals. Insomma, di carne a cuocere ce ne è davvero moltissima.

Francesco Pellegrino Lise




Pagamenti digitali tramite WhatsApp, si parte dal Brasile

Al via i pagamenti digitali tramite WhatsApp in Brasile che è il primo paese al mondo a sperimentarli. “Stiamo rendendo l’invio e la ricezione di denaro facile come condividere le foto, stiamo anche consentendo alle piccole imprese di effettuare vendite direttamente all’interno di WhatsApp”, scrive Mark Zuckerberg su Facebook. “Le persone saranno in grado di inviare denaro in modo sicuro o effettuare un acquisto da un’azienda locale senza uscire dalla chat – spiega la società sul suo blog -. Gli oltre 10 milioni di piccole e micro-imprese sono il battito del cuore delle comunità brasiliane. Ora, oltre a visualizzare il catalogo di un negozio, i clienti potranno anche inviare pagamenti per i prodotti”. WhatsApp precisa che il sistema tiene conto della sicurezza e “per impedire transazioni non autorizzate, sarà richiesto un Pin speciale a sei cifre o un’impronta digitale”. Per iniziare, aggiunge, “supporteremo le carte di debito o di credito del Banco do Brasil, Nubank e Sicredi sulle reti Visa e Mastercard, e stiamo lavorando con Cielo, il principale processore di pagamenti in Brasile. Abbiamo creato un modello aperto per accogliere più partner in futuro”. L’invio di denaro o l’acquisto su WhatsApp è gratuito per gli utenti. Le aziende invece pagheranno una commissione, in linea con quanto accade con le transazioni per le carte di credito. I pagamenti avverranno grazie alla piattaforma Facebook Pay, che permette agli utenti di inviare denaro o effettuare un acquisto da un’azienda locale senza uscire dall’APP. E visto che le piattaforme comunicano tra loro, “in futuro – spiega WhatsApp – vogliamo consentire a persone e aziende di utilizzare gli stessi dati della carta nella famiglia di app di Facebook”. La società intende “estendere i pagamenti a tutti”. Stando così le cose, nel nostro futuro sarà possibile effettuare pagamenti digitali tramite la piattaforma di instant messaging in tutta sicurezza e in maniera molto semplice.

F.P.L.




Mortal Kombat 11 Aftermath, la storia continua

Mortal Kombat 11 Aftermath arriva a oltre un anno dall’uscita del giocooriginale, Netherrealm Studios ha aggiornato il suo titolo di lotta dando prova di voler supportare il gioco ancora a lungo e con contenuti di gran valore. Non è la prima volta che la software house statunitense rilascia nuovi contenuti dedicati al picchiaduro. Nel corso di questi mesi, infatti, Mk11 ha visto l’arrivo di nuovi combattenti, tra cui Sindel, Shang Tsung, Terminator, Spawn, Joker e Nightwolf. Insieme a loro, sono arrivati anche diversi Skin Pack, che hanno aggiunto costumi alternativi ai personaggi presenti nella rosa dei combattenti. Tuttavia Aftermath rappresenta qualcosa di più ambizioso. Oltre all’arrivo di Sheeva, Fujin e Robocop, infatti, il DLC aggiunge nuovi capitoli per la modalità storia, approfondendo ulteriormente il finale della storia. La prima cosa che salta all’occhio una volta che si lancia Mortal Kombat 11 Aftermath è senza dubbio la nuova mini-campagna: si tratta di un’appendice che narra gli eventi che si svolgono subito dopo gli atti conclusivi del gioco originale. È un sequel a tutti gli effetti, che aggiunge nuovi contenuti nonché una a dir si voglia più “accurata” fine all’epopea vissuta in Mortal Kombat 11, senza però rovinare nulla della precedente esperienza.

 Con il pretesto del viaggio nel tempo, i protagonisti avranno l’occasione di rimaneggiare parte della storia già raccontata, espandendone la prospettiva. Ciò che a nostro avviso è davvero molto originale in questo mini-sequel è che i protagonisti non saranno “i soliti buoni”, come Johnny Cage o Liu Kang, bensì tutti quei personaggi “secondari” post-lancio che non avevano ancora trovato un posto nella sceneggiatura originale. Grande spazio quindi vengono dati a Sindel e Nightwolf, ma soprattutto a Shan Tsung, che risulta essere un personaggio davvero carismatico grazie alla recitazione sopraffina ed ammiccante di Cary Hiroyuki Tagawa, ovvero lo Shan Tsung del film originale del ’95. Parlando di trama, proprio Shang Tsung, accompagnato stranamente da Fujin e in un secondo momento dall’imponente Sheeva, trasporta tutti nel passato per portare a termine il suo folle piano. Il risultato finale di questo Mortal Kombat 11 Aftermath? Un’ottima storia, colma d’azione e qualche colpo di scena, perfettamente condensata in sei capitoli ricchi di combattimenti e nuove location, per una durata complessiva che supera generosamente le tre ore, realizzate ancora una volta con una qualità cinematografica decisamente spettacolare. A livello di trama lo stile narrativo è ancora una volta quello leggero che andava forte negli anni 90, fatto di pretesti semplici e frasi a effetto, ma se si è apprezzato quanto visto nella prima story mode, in questa ci sarà da divertirsi davvero. Da segnalare poi che in Mortal Kombat Aftermath è anche previsto il doppio finale, starà a chi gioca scegliere se far trionfare il bene o il male. Detto ciò, a nostro avviso, nonostante ci si trovi dinanzi a un contenuto senz’ombra di dubbio da “tripla A”, creato con altissimi valori produttivi, il prezzo di 39,99€ è a nostro avviso un tantino esagerato. Anche l’introduzione dei nuovi “Kombattenti” a nostro avviso non serve a giustificare un esborso di denaro che si avvicina al prezzo pieno di un gioco in uscita.

Volendo esaminare i tre personaggi aggiunti in Mortal Kombat 11: Aftermath, possiamo dire che essi hanno stili e difficoltà diverse tra loro. In altri termini, il Kombat Pack risulta eterogeneo, accontentando in questo modo ogni tpo di giocatore. Tra i tre Fujin rappresenta senza ombra di dubbio il combattente più riuscito, ma anche il più complesso da usare. Il Dio del Vento gode infatti di un pattern molto veloce ma che, al contempo, può utilizzare mosse speciali a distanza per continuare ad opprimere l’avversario. Si tratta di un personaggio piuttosto imprevedibile, considerando la possibilità di incatenare combo o interromperle repentinamente. Come detto, però, tali potenzialità sono difficili da gestire, soprattutto per un neofita. Per questi giocatori la scelta migliore potrebbe ricadere su Sheeva, probabilmente la più bilanciata tra i tre. Le sue mosse vengono concatenate con facilità, mentre la sua velocità di movimento è nella media. Ottime le mosse speciali, che permettono di infastidire il giocatore da ogni distanza. Oltre alla classica palla di fuoco, la combattente di razza Shokan gode di una presa da vicino e dell’iconico salto in aria con cui schiaccia a terra l’avversario. Lo stile di Robocop invece risulta piuttosto goffo, basandosi principalemente sullo zoning. In altre parole, il personaggio risulta efficacie solo se utilizzato dalla distanza, facendo largo uso di bombe esplosive, strisce chiodate, fucili o pistole. Tuttavia molti giocatori potrebbero amare questo stile e non è da escludere che durante gli scontri online potrebbe risultare fastidioso averlo come avversario. Nulla da dire sulla rappresentazione estetica, che mostra una cura fuori dal comune, così come quella di Sheeva e Fujin. Mortal Kombat 11 Aftermath tra i contenuti aggiunge in maniera fortunatamente gratuita le Stage Fatality e le Friendship, che aggiungono tanta carne al fuoco e ampliano ulteriormente un gioco a nostro avviso già completo. Ovviamente, le Friendship sono state inserite per ogni personaggio del roster, e non solo per i nuovi tre. Insieme alle Stage Fatality fanno la loro apparizione quattro nuove arene, tra cui non si può non citare The Pit e Proiezione Arcade. Mentre la prima risulta probabilmente lo scenario più iconico della serie, il secondo è un inno al passato: durante lo scontro, dei proiettori mostrano i vecchi scenari in 16 bit, facendo riaffiorare bellissimi ricordi ai fan della serie. Tra le altre cose, con Mortal Kombat 11 Aftermath è arrivata anche una patch di bilanciamento, che ha cambiato molti degli equilibri del gioco standard. In particolare, l’aggiunta più interessante riguardano le mosse “spezzaguardia”. Si tratta di colpi che permettono di danneggiare i nemici anche durante le combo break o altri attacchi invulnerabili. Un cambiamento che varia notevolmente il gameplay, così come lo scenario competitivo.

Sul fronte del gameplay, Mortal Kombat 11 Aftermath si mantiene fedele alle caratteristiche dei suoi predecessori: indubbiamente avere i 60 frame al secondo rende l’azione davvero molto più fluida ed anche l’interazione fra i due personaggi è molto più precisa e meno lasciata al caso, rendendo il tutto molto più coinvolgente e responsabilizzante. Sotto il profilo grafico, la versione Xbox One da noi provata, si è dimostrata veramente uno spettacolo per gli occhi: animazioni esaltanti, dettaglio dei particolari sensazionale per ogni personaggio. Pollice in alto anche per il sonoro: le musiche di sottofondo svolgono bene il loro lavoro ed anche il doppiaggio in italiano è su livelli eccellenti. Tirando le somme possiamo dire che con l’espansione Aftermath, Mortal Kombat 11 viene valorizzato sia per quanto riguarda la storia, sia per quanto riguarda i combattimenti offline e online. Il titolo originale già offriva di suo tantissime modalità di gioco e una rosa di personaggi impressionante, con questo dlc possiamo senz’ombra di dubbio dire che il titolo viene ancora di più valorizzato. Unica pecca, il costo un pochino elevato, ma che in ogni caso è giustificato dalla squisita qualità del prodotto. Insomma, se volete il 110 per cento dal vostro Mortal Kombat 11, Afetrmath si rivela essere un acquisto obbligatorio.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9,5

Sonoro: 9

Gameplay: 9

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise




Facebook, adesso è possibile “ripulire” il proprio profilo

Facebook, il social network più famoso del mondo di proprietà di Mark Zuckerberg, rende più facile fare tabula rasa del proprio passato virtuale ripulendo la bacheca – e la propria immagine – da foto, video e frasi che non si vogliono più vedere o far vedere agli altri. Il social network ha infatti introdotto una nuova sezione, chiamata Manage Activity, che consente di nascondere o cancellare in blocco i vecchi post. “Che tu stia entrando nel mercato del lavoro dopo il college, o stia voltando pagina dopo la fine di una relazione, sappiamo che le cose cambiano nella vita delle persone e vogliamo renderti più facile curare la tua presenza su Facebook per riflettere più accuratamente chi sei oggi”, spiega Facebook in un post. La nuova sezione consente di gestire da un unico luogo quello che compare sulla bacheca. I vecchi post che si vogliono conservare come ricordo ma non far vedere agli altri, ad esempio alcuni del periodo scolastico, possono essere archiviati. I post di cui ci si vuole sbarazzare, invece, possono essere buttati nel cestino, dove resteranno per 30 giorni prima di essere eliminati. In questo modo l’utente ha un mese di tempo per ripensarci. Per semplificare la messa a nuovo del profilo, spiega ancora Facebook, si potrà agire su molteplici post in una sola volta, decidendo ad esempio di eliminare tutti quelli pubblicati in un determinato lasso di tempo o quelli in cui è presente una persona che non si vuole più avere sulla bacheca. Insomma, se nella vita reale molto spesso non è possibile porre rimedio a scelte sbagliate, a frasi dette nei nervi o ad azioni commesse, con Facebook invece sarà possibile rimettere a nuovo il proprio profilo e far sapere di se soltanto ciò che si vuole.

F.P.L.




Mafia 2 definitive edition, ritorno a Empire Bay

Mafia 2 torna in edizione rimasterizzata per Xbox One, PlayStation 4 e Pc. Vi state chiedendo se vale la pena di mettere le mani su questa edizione definitiva del secondo capitolo di una delle trilogie più amate di sempre? Bene, leggendo questo articolo scoprirete il nostro giudizio. Sono passati dieci anni dal ritorno di Vito Scaletta a “Empire Bay”, una New York postbellica di fine anni ’40 controllata dalle cosche mafiose, attraversata da pesanti Buick cromate e animata da PlayStation 3 e Xbox 360. Dieci anni spesi dallo studio Hangar 13 ad arricchire di DLC il terzo capitolo della serie Mafia, quello meno apprezzato da critica e fan. Tornare a vestire l’abito gessato e la tesa di Vito riporta in effetti a galla ricordi migliori, a partire dal suo capitolo iniziale, ambientato in una Sicilia contesa da fascisti e forze alleate che si presta al ruolo di tutorial e chiarisce subito come la migliore caratteristica del titolo originale, ovvero la capacità di dipanare le vicende personali del protagonista su più anni riuscendo a coinvolgere il giocatore, sia stata preservata. L’Edizione Definitiva di Mafia 2, chiaramente, non potrebbe chiamarsi così se, oltre al processo di rimasterizzazione, non comprendesse anche tutti i contenuti aggiuntivi diffusi dal momento del lancio. Accanto a qualche extra decisamente peculiare (come la giacca e l’auto di Lincoln provenienti direttamente da Mafia 3), nell’apposito menù sono presenti anche tre DLC, ossia Joe’s Adventure, Jimmy’s Vendetta e The Betrayal of Jimmy: si tratta di mini esperienze che espandono l’universo narrativo di Mafia 2, offrono qualche ora di piacevole divertimento e riescono a dare al gameplay un sapore lievemente diverso, se paragonato a quello delle peripezie del protagonista della storia principale. Ma veniamo alla trama: congedato dopo una missione durante la seconda guerra mondiale, Vito Scaletta torna a casa dalla madre e dalla sorella in una Empire Bay ricoperta dalla neve nel febbraio del 1945. Paragonato ai campi di battaglia europei, questa città sembra quasi un piccolo paradiso, il posto perfetto per realizzare il sogno americano. E invece le strade, pattugliate da sbirri e criminali, si rivelano persino più pericolose dei territori teatro del secondo conflitto mondiale. Deciso a non spaccarsi la schiena con un lavoro onesto per una paga miserabile, Vito preferisce sporcarsi le mani di sangue in compagnia del suo amico Joe Barbaro, uno di quelli che ha gli agganci giusti nelle “famiglie” della città. E così, tra un incarico e l’altro, tra una rapina e una vendita illegale di sigarette, Scaletta prova a farsi largo nelle gerarchie malavitose, ma a un prezzo molto caro. Sin dai primi momenti, si comprende che è proprio il comparto narrativo l’aspetto distintivo di Mafia 2, caratterizzato com’è da uno stile più smargiasso in confronto a quello del primo, leggendario episodio. Volendo azzardare un paragone cinematografico, in questo secondo capitolo della saga si respira lo stesso spirito spaccone e spavaldo visto in Quei Bravi Ragazzi di Scorsese, in costante bilico tra umorismo, violenza e dramma.

https://www.youtube.com/watch?v=ypPHHj5eDbA

Per chi non avesse giocato il titolo al momento dell’uscita è bene ricordare che a livello di gameplay Mafia II è un titolo che lancia il giocatore in una serie di missioni che scandiscono il passaggio del tempo tra un risveglio e un nuovo momento di riposo. Non esiste mai la reale sensazione di avere libertà di movimento, dettata solo da una città ricchissima di dettagli, ma ridotta in dimensioni e mortalmente spenta. A parte una manciata di ristoranti, negozi di abbigliamento e officine, il resto degli interni sono demandati a missioni della campagna che circoscrivono la zona unicamente a quello specifico momento. Per gli appassionati di collezionismo, poi, il gioco dà la possibilità di dare la caccia ad una cinquantina di riviste di Playboy e a più di un centinaio di poster dei ricercati. Quindi se storia principale e dlc non dovessero bastare, la caccia ai collezionabili di sicuro rende l’esperienza più longeva. Quel che resta nel gameplay è un discreto sistema di fuga dalla polizia che non si limita a giocare con gli incontri con le volanti, ma che richiede di eliminare anche le tracce dei propri crimini tramite il cambio di vestiti, della targa dell’auto o la riverniciatura. Mafia II era graficamente sontuoso già alla sua uscita, con questa revisione, realizzata dai ragazzi di d3t, il risultato finale non viene stravolto, ma la risoluzione di tutti quegli elementi precedentemente lasciati in disparte sono stati curati e valorizzati con grande cura. Questo comporta un livello di dettaglio generalmente molto buono, che non rinnova i modelli o aggiunge poligoni lì dove non esistono, ma che lavora con la luce e la rifrazione in una maniera davvero intelligente, arrivando a vette straordinarie per quanto riguarda soprattutto gli esterni egli interni delle automobili, elemento molto sentito della produzione. Meno impressionanti, anche se anch’essi migliorati, sono i modelli di personaggi secondari e passanti, così come di fondali che sentono, in questo caso, il peso del tempo e della mancata cura già alla sua uscita originale. Il doppiaggio in italiano è rimasto quello mediamente discreto di dieci anni fa, che alterna personaggi sufficientemente interessanti, ad altri invece totalmente fuori luogo. Splendida come sempre la colonna sonora, sia originale che su licenza, con una serie di brani che hanno fatto la storia della radio a cavallo tra gli anni ’40 e ’50. Tirando le somme, possiamo quindi dire che l’edizione definitiva di Mafia 2 aggiorna agli standard odierni parte del suo aspetto grafico, producendo un ambiente di gioco ancora affascinante, ma mostra il fianco quanto a libertà d’azione e ritmo. Il nostro consiglio è quello di farci un pensiero se si amano le atmosfere alla Goodfellas e non si sogna altro che accompagnare per bordelli due malavitosi ubriachi con un cadavere nel portabagagli. Insomma, con Mafia 2, nonostante i segni dell’età si riescono a percepire bene il divertimento è comunque assicurato.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 8

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise




Smartphone, in Italia il mercato crolla del 21 per cento

L’epidemia di coronavirus e il conseguente lockdown hanno colpito duramente anche il mercato italiano degli smartphone, che nel primo trimestre ha registrato vendite in crollo del 21% su base annua. A riferire il dato sono gli analisti di Counterpoint, secondo cui si tratta del risultato peggiore riportato in Europa. Tra le aziende, Samsung resta prima con il 39% del mercato italiano. Seguono Huawei e Apple, appaiate al 20%.   Stando a quanto diffuso dai ricercatori, da gennaio a marzo le vendite di smartphone in Europa sono diminuite del 7% su base annua. A livello europeo Samsung mantiene la leadership ma la sua quota scende dal 31 al 29%. Apple tiene, cresce di un punto percentuale e scavalca Huawei piazzandosi al secondo posto con il 22%. Huawei passa invece dal 23 al 16% e scivola in terza posizione. Le vendite di Huawei “sono diminuite del 43% su base annua, a causa delle sanzioni Usa che continuano a colpire”, osserva l’analista Abhilash Kumar. A guadagnare del calo europeo di Huawei è principalmente Xiaomi, che registra una crescita del 145% nel trimestre, seguita da Oppo. Xiaomi è infatti passata dal 4 al’11% di quota di mercato; Oppo dall’1 al 3%. Guardando ai mercati principali, in cui rientra anche l’Italia, il Regno Unito ha subito un calo dell’8%. Qui in testa c’è Apple, con un solido 49% di market share; Samsung è al 23% e Huawei al 10%. In Germania la flessione è stata dell’11%. Sul podio dei costruttori c’è Samsung (35%) davanti a Apple (32%) e a Huawei (13%). In Francia le vendite di smartphone sono diminuite del 9%. Samsung detiene il 35%, Apple il 32% e Xiaomi il 13%. In Russia la flessione è stata contenuta all’1%. A guidare la classifica delle vendite è Huawei con il 33%, seguita da Samsung (19%) e da Xiaomi (18%). Insomma, anche un mercato solido come quello degli smartphone ha subito un duro colpo a causa del virus. Riuscirà nei prossimi mesi a riconquistare quanto perso in questi mesi di lockdown? Non resta altro che aspettare e incrociare le dita.

F.P.L.




Maneater, vita da squali in formato videogame

Maneater è molto di più che un semplice videogame, è un vero e proprio “shark-simulator” in salsa agrodolce. Chi non ha mai sognato almeno una volta nella vita di essere uno squalo? Di vagare libero per il mare ed essere un temuto predatore degli oceani, e magari di attaccare un bel banco di pesci o una spiaggia affollata di bagnanti? Bene adesso tutto questo è possibile a patto di avere un Pc, una Xbox One o una Ps4. Ma veniamo al dunque, l’avventura proposta da Tripwire Interactive prende la struttura dei giochi d’azione moderni, quelli open world zeppi di contaminazioni gdr, e la trasporta nel linguaggio sottomarino: i nemici sono i pesci e i predatori, i punti esperienza diventano le sostanze nutritive, mentre l’equipaggiamento è vincolato alla sconfitta di precisi umani armati di fiocine. Quel che ne viene fuori è un’idea innovativa e vincente ma soprattutto unica nel suo genere nel panorama videoludico odierno. La premessa narrativa di Maneater vede consumarsi una rivalità tra lo squalo protagonista e un pescatore di pesci cani di vecchia data, nata da una scintilla che non vi riveleremo per evitare di rovinarvi la trama. Peccato che lo sviluppo della storia sia affidato ad una piccola manciata di cinematiche, per poi affidare il resto ad un narratore pungente che racconterà la vicenda come se fosse una sorta di documentario. Chiaro è che lo scopo è mangiarsi quel pescatore sino all’ultimo capello, ma, prima di raggiungerlo, bisognerà crescere ed evolversi a modo, perché inizialmente il protagonista di Maneater è solo un giovane predatore, certamente temibile, ma non abbastanza da poter mettere fuori gioco uno dei cacciatori di squali più noti della scena. Gettato in acqua come uno scarto e sfregiato, il protagonista della storia darà le sue prime pinnate cercando di destreggiarsi in una palude, dove tartarughe e lucci saranno necessari per crescere ed evolversi. All’inizio ci si muove goffamente in ambienti piuttosto angusti, quasi in controtendenza rispetto alla libertà che ci si potrebbe aspettare da un gioco sugli squali. Questa sensazione di essere costretti in un ambiente troppo piccolo e serrato però ce la si porterà appresso per quasi tutta la durata del gioco. Della decina di aree disponibili, solo due infatti sono realmente ambientate nelle profondità oceaniche. L’acqua gialla, le alghe e una scarsa visibilità accompagnano la prima ora di gioco mentre si cerca di sfuggire agli alligatori e si divorano piccole prede per accrescere la massa muscolare.

In Maneater ogni singola preda conta nell’ambito dell’evoluzione e per ognuna di esse si guadagna esperienza, utile a scalare i 30 livelli e raggiungere lo stato di megalodonte. Un esemplare molto lontano tuttavia dalle dimensioni di quelli descritti nelle leggende marinaresche e più vicino ad un grosso squalo bianco. La struttura corporea durante tutta la fase di crescita sarà invece basata sulle linee dello squalo Leuca, con una realizzazione tecnica davvero di alto livello. Il modello poligonale è infatti curatissimo e ricco di dettagli e le animazioni del nuoto risultano fluide e piacevoli anche solo da guardare. Purtroppo non appena si prende la mano con il sistema di controllo e si desidera iniziare a fare qualcosa di più complesso rispetto alla classica nuotata il gioco inizia a perdere qualche colpo, con animazioni che perdono di fluidità e che male si incastrano tra di loro, trasformando la sinuosa flessibilità dello squalo in una serie di scatti frenetici. La telecamera poi non aiuta di certo e mentre un segnalino ci indicherà quale preda siamo in grado di raggiungere con il nostro morso non sarà inusuale perdere completamente di vista l’obiettivo mentre ci muoviamo rapidamente sotto o sopra di esso. La tridimensionalità dell’oceano, insomma, non viene gestita ottimamente e se si può chiudere un occhio quando si ha tra le mani un piccolo squaletto da controllare, la situazione cambierà drasticamente quando il megalodonte andrà ad occupare gran parte dello schermo. A peggiorare le cose ci si mettono poi le azioni di schivata e di salto troppo veloci per permettere alla telecamera di seguire il proprio pesce in modo adeguato. Per quanto riguarda l’aspetto “ruolistico” offerto da Maneater: tutte le prede offrono sostanzialmente due tipi di nutrienti: minerali e olio, che vanno, una volta accumulati in un determinato numero, spesi nelle grotte, speciali checkpoint sicuri dove rinascere in caso di morte, per far evolvere lo squalo. Si potranno così equipaggiare abilità passive che aumentano e velocizzano la digestione, amplificano il sonar per trovare collezionabili e prede più velocemente o aumentano statistiche come nuoto e resistenza alla mancanza di acqua. Già perché Maneater non si fa mancare proprio nulla quando si parla di trash e non sarà inusuale farsi intere camminate sul molo alla ricerca di qualche bel pescatore da divorare. Uccidere umani permetterà di raccogliere filamenti del DNA, una risorsa che altrimenti sarà possibile recuperare solo uccidendo altri predatori degli oceani e che servirà ad attivare personalizzazioni extra. Esistono infatti anche tre set speciali mascherati da evoluzioni che si potranno letteralmente indossare e che cambieranno enormemente l’aspetto del proprio squalo. Si potrà per esempio far comparire escrescenze ossee così da aumentare le resistenze o iniziare ad emettere fulmini bruciacchiando tutto ciò che si avvicina troppo. Insomma da questo punto di vista Maneater non delude affatto.

A livello di gameplay possiamo dire che giocare a Maneater è semplice e divertente fin da subito. Le meccaniche ruotano attorno al nuoto e al mangiare, con l’occasionale colpo di coda per stordire le prede e un po’ di parkour terrestre che permette di divorare qualche malcapitato, prendere scorciatoie e accaparrare collezionabili. Il nuoto è costituito da due azioni principali da padroneggiare: il movimento semplice e la meccanica di affondo più veloce che consiste essenzialmente nello scatto. Anche l’alimentazione è facile da padroneggiare; c’è un pulsante legato al mordere e deglutire, che può essere sviluppato ulteriormente con più pressioni quando necessario. Oltre a nutrirsi e nuotare, lo squalo protagonista di Maneater ha qualche altro trucco nelle sue branchie. Tali abilità si traducono sotto forma di colpi di coda e con la possibilità di fare una breve passeggiata a sulla riva. La coda può essere utilizzata per stordire i pesci e le persone, rendendola un’ottima meccanica per affrontare forti predatori in scenari di combattimento e può essere ulteriormente sviluppata per agire come mossa a distanza che consente di divorare più pesci. Allo stesso modo, lo squalo può balzare fuori dall’acqua verso la terra per raggiungere nuove aree e banchettare con esseri umani ignari. La riva è dove il protagonista è più limitato in quanto può rimanere a terra solo per poco tempo, pena per una permanenza troppo lunga è una tragica morte per soffocamento. Parlando del combattimento di Maneater, esso ruota attorno all’affrontare altri predatori e cacciatori di squali umani che viaggiano in barca. Gli altri nemici acquatici sono molto vari e spaziano dagli alligatori alle orche, e ognuno differisce in forza a seconda delle dimensioni dello squalo che si sta comandando. Ad esempio, gli alligatori si dimostrano terrificanti nemici all’inizio della storia, tuttavia, man mano che si aumenta di massa, i coccodrilli possono essere eliminati in quasi un morso. I nemici umani, invece, sono l’equivalente di Maneater della polizia nei titoli open world. Quando si causa troppa confusione e si divorano troppi umani, vengono schierati mercenari che punteranno ad uccidere il pesce cane comandato dal giocatore. In questo caso è meglio darsi alla fuga perché più mercenari si divoreranno, più forti saranno le unità che verranno inviate successivamente a dare la caccia al protagonista della storia. Per mantenere sempre freschi gli scenari di combattimento ad ogni livello, Maneater offre combattimenti contro i boss in diversi punti della storia. Essi si suddividono in incontri con mini-boss più facili in cui ci si trova ad affrontare versioni più forti dei numerosi predatori presenti nel gioco, o combattimenti contro boss speciali che sono sopra-livellati e che garantiscono speciali bonus/abilità una volta sconfitti. Tirando le somme, nonostante Maneater sia un gioco non privo di difetti, nel complesso si dimostra essere un prodotto originale, divertente e soprattutto che è in grado di garantire diverse ore di gioco. Una grafica piacevole, miscelata a un’altrettanto buona cura per i dettagli e a un sonoro sempre gradevole fanno si che l’intera produzione sia un titolo da non ignorare. Se si è alla ricerca di qualcosa di diverso, Maneater non deluderà le vostre aspettative.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8

Gamelay: 8,5

Longevità: 7,5

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise




iPhone 11 da record, è lo smartphone più venduto al mondo

L’iPhone 11 segna un nuovo record e fa segnare al colosso di Cupertino un nuovo successo. Lo smartphone della Mela Morsicata è infatti diventato lo smartphone più popolare al mondo, superando i risultati messi a segno un anno fa dall’iPhone XR nonostante l’epidemia di coronavirus abbia contratto il mercato. Secondo gli analisti di Omdia, nel primo trimestre dell’anno l’iPhone 11 è stato il telefono più gettonato su scala globale, con 19,5 milioni di unità consegnate. L’iPhone XR nel primo trimestre del 2019 si era fermato a 13,6 milioni di unità. Con l’ultimo modello di smartphone Apple è riuscita a trovare il giusto equilibrio tra prezzi e funzionalità, garantendo un forte appeal del dispositivo. Al lancio, l’iPhone 11 costava 50 dollari in meno rispetto al suo predecessore iPhone XR. Tuttavia, nonostante il prezzo più basso, iPhone 11 presenta una configurazione a doppia fotocamera, un importante aggiornamento rispetto alla configurazione a obiettivo singolo del precedente leader di mercato. Questa novità si è rivelata estremamente attraente per i consumatori, favorendo l’aumento delle vendite. Al secondo posto tra gli smartphone più venduti nei primi tre mesi del 2020 c’è il Galaxy A51 di Samsung con 6,8 milioni di pezzi. Seguono il Redmi Note 8 e il Redmi Note 8 Pro di Xiaomi con 6,6 e 6,1 milioni di smartphone rispettivamente. Al quinto posto l’iPhone XR (4,7 milioni) precede l’iPhone 11 Pro Max (4,2 milioni). La classifica prosegue con il Galaxy A10s (3,9 milioni), l’iPhone 11 Pro (3,8 milioni), il Galaxy S20 Plus 5G (3,5 milioni) e il Galaxy A30s (3,4 milioni). Guardando agli smartphone 5G, il Galaxy S20 Plus 5G di Samsung apre la classifica, davanti al Mate 30 5G (2,9 milioni) di Huawei e al Mate 30 Pro 5G (2,7 milioni), al Galaxy S20 5G (2,4 milioni) e al Galaxy S20 Ultra 5G (2,3 milioni). Tuttavia, a causa della pandemia da COVID-19, in molti Paesi il mercato degli smartphone continuerà a contrarsi ed insieme ad esso anche il ritmo di espansione del 5G. Unica eccezione è la Cina, dove il mercato degli smartphone si sta riprendendo rapidamente.

F.P.L.




Saints Row The Third Remastered, la gang torna a 60 fps

Saints Row The Third Remastered arriva sulle attuali piattaforme di gioco a quasi 10 anni dall’uscita del titolo originale e lo fa con una veste grafica del tutto restaurata e molte piccole chicche che faranno la gioia dei gamers. Lanciata inizialmente nel 2011 per le maggiori piattaforme del tempo, questa bizzarra ed egocentrica opera di Deep Silver Volition torna in grande spolvero per far nuovamente morire dalle risate a suon di colpi di armi da fuoco ed esplosioni pirotecniche. Ricordato per essere sempre stato “il fratellastro meno cool di GTA“, con questo terzo capitolo Saints Row ritrovò la sua dimensione discostandosi dal classico stereotipo e, soprattutto, dall’ombra del suo “parente non di sangue” targato Rockstar Games. Restando sempre sopra le righe per non perdere l’identità costruita con i precedenti titoli, nel 2011 era riuscito a ritagliarsi il suo spazio e a conquistare una buona fetta di mercato. Saints Row The Third Remastered è disponibile per Xbox One, versione da noi testata, ma anche per PlaySation 4 e PC. Prima di parlare dell’aspetto puramente tecnico di questa riedizione, vogliamo introdurre brevemente l’opera per far comprendere a chi non avesse mai giocato prima d’ora a quest’avventura di che cosa si sta parlando.

In Saints Row The Third i giocatori vestiranno i panni di una gang di criminali chiamata per l’appunto i Third Streets Saints. Nata da piccoli crimini stradali e controlli di quartiere nella città di Stilwater (Michigan), la banda di delinquenti è ormai divenuta un vasto impero criminale e mediatico che ha guadagnato un potere incredibile, al punto da avere la maggiore influenza come brand a livello nazionale. Saints Row The Third Remastered inizia con il protagonista, che l’utente potrà creare a suo piacimento tramite un editor ben fatto che permetterà anche di regolare la dotazione sessuale del proprio alter ego virtuale, impegnato in un ambizioso colpo a una banca. Purtroppo la rapina però non va liscia come avrebbe dovuto, e da qui il giocatore sarà impegnato in una rocambolesca fuga che definire cinematografica è persino riduttivo: sterminando praticamente un intero esercito di nemici costituito da guardie del corpo spietate, gang nemiche e persino agguerritissimi agenti SWAT. Il protagonista, insieme ai suoi fidati compagni, si farà strada sul tetto di un edificio facendo saltare in aria innumerevoli elicotteri e riuscendo persino a sfuggire dall’aereo del “Sindacato” (organizzazione rivale che ricatta i Saints), e a salvarsi tramite una surreale escursione in parapendio con sparatorie volanti incorporate. Dopo questa fase action inizierà la classica esperienza di gioco open world criminale, avendo accesso a un appartamento munito di garage che ospita già tanti mezzi disponibili, e potendo contare su diversi contatti che ci offrono rapine, crimini e lotte con le gang rivali per allargare il territorio. Tutte queste missioni ricompensano con denaro e con punti rispetto, che consentono si salire di grado e di sbloccare nuove bocche da fuoco, potenziamenti, proprietà e quant’altro, in un modo abbastanza familiare per chi conosce i free roaming criminali. Nonostante il gameplay di Saints Row The Third Remastered soffra ormai il peso degli anni, il gioco risulta ancora molto divertente. Sebbene alcune meccaniche non siano articolate quanto ci si aspetterebbe, l’estrema irriverenza e la follia di tutto ciò che ci viene offerto farà soprassedere sulle dinamiche di gameplay non proprio fresche. Dal linguaggio estremamente scurrile alle auto istrioniche, ai mezzi estremi e alle armi teleguidate, tutto quello che si può fare risulta folle, estremamente soddisfacente e incredibilmente divertente.

Dopo questo breve ma doveroso riassunto della trama passiamo a descrivere i cambiamenti tecnici apportati a questo Saint Row The Third Remastered. Prima di ogni cosa si nota che la risoluzione nativa è stata incrementata, arrivando a 1080p su console base e 1440p (con upscaling a 4K) su PS4 Pro e Xbox One X, mentre su PC ovviamente c’è il supporto alle risoluzioni native più estreme. Per quanto riguarda il frame-rate, questo è bloccato di default a 30fps, un aspetto che potrebbe inizialmente dar storcere la bocca, ma fortunatamente nel menu delle opzioni esiste l’opzione per passare ai tanto agognati 60fps. L’aumento di risoluzione è il classico lavoro che si fa in sede di rimasterizzazione ma anche il minimo sindacale. Il remaster di Saints Row The Third va però fortunatamente ben oltre: il gioco infatti gira su un motore basato sulla fisica che applica anche un’inedita illuminazione globale. Il look ora risulta totalmente nuovo grazie a tre nuovi metodi di occlusione ambientale che si combinano tra loro a seconda del tipo di oggetto o texture. Depth of field e motion blur sono stati potenziati, così come la nebbia e gli effetti volumetrici. Sono stati aggiunti anche nuovi effetti post-processing come aberrazione cromatica e grana cinematografica, che assieme a nuovi filtri UV, anti-aliasing, riflessi ambientali e delle superfici, HDR e nuovi gradienti di colore in base all’ora del giorno, restituiscono al mondo di gioco un aspetto nuovo e più realistico. Un grande lavoro è stato svolto anche sulle texture e sugli elementi del mondo. Le texture presenti in Saints Row The Third Remasterd sono ad alta risoluzione e le animazioni dei modelli non sono più compresse. Elementi come vegetazione, cespugli degli alberi e shader in alcuni casi sono stati completamente rifatti da zero. La tessellazione è stata migliorata, sono state aggiunti materiali riflettenti ai vetri di finestre e finestrini delle auto, e l’illuminazione degli interni è stata riprogettata per adattarsi al nuovo sistema governato dalla fisica. Insomma, ci si trova dinanzi a un lavoro davvero curato e ben fatto.

Saints Row The Third Remasted però ha anche altro da offrire, infatti, il pacchetto comprende tutti gli oltre 30 DLC rilasciati dopo il lancio originale su console last-gen, alcuni dei quali sono disponibili da subito in forma di elementi cosmetici o missioni alternative. Questi contenuti aggiuntivi sono davvero tanti e all’epoca del lancio costavano anche parecchio. Se tutto questo non dovesse bastare, sottolineiamo che si può affrontare l’intera storia in co-op online e aiutare i propri amici entrando nella loro partita, alzando così l’asticella del divertimento. Ultima ma non per questo meno importante è anche la “Modalità Lorda”, che permette di affrontare una serie di scagnozzi a ondate come una sorta di Orda, impugnando armi pazze come un enorme dildo di gomma. Insomma, tirando le somme, il pacchetto offerto da Saints Row The Third Remasterd è davvero un’ottima occasione per poter rivivere in maniera migliorata l’esperienza di gioco vissuta un decennio fa, poter giocare a tutti gli elementi post lancio, ma anche, nel caso in cui non si abbia avuto la fortuna di giocare al titolo originale, di scoprire un videogame esilarante, volutamente iperbolico, spregiudicato, ma soprattutto estremamente divertente. Credete a noi: lasciarselo sfuggire sarebbe un vero peccato.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise




Distanza sociale, arriva Sodar lo strumento di Google che aiuta a mantenerla

Mantenere la corretta distanza sociale in questo particolare periodo è di fondamentale importanza, proprio per questo scopo Google ha creato uno strumento chiamato “Sodar”, che usa la realtà aumentata (AR) per disegnare intorno all’utente un confine dal raggio di due metri. Lo strumento funziona solo su smartphone Android, e solo attraverso il browser Chrome.

Per utilizzarlo basta accedere all’indirizzo sodar.withgoogle.com e accettare le condizioni d’uso. Sodar sfrutta la fotocamera posteriore dello smartphone per riprendere ciò che l’utente ha davanti a sé. Per calibrarlo è sufficiente inquadrarsi i piedi, dopo di che sullo schermo apparirà una linea bianca che delimita, con un po’ di approssimazione, i due metri di distanza. L’applicativo Sodar funziona attraverso il browser di casa, Chrome, che deve essere aggiornato all’ultima versione disponibile, dunque non si scarica (ancora) da Google Play Store come una normale applicazione.

Per ora funziona soltanto su dispositivi come smartphone e tablet Android. Sodar utilizza lo standard WebXr che Google ha implementato sul browser Chrome per Android dalla versione v79 e richiede naturalmente il permesso di accedere alla fotocamera del dispositivo. Funziona solo in modalità verticale, come mostrato nel video pubblicato su Twitter per presentare il progetto. Per provare subito l’applicativo basta recarsi sul sito ufficiale del progetto parte del programma Experiments with Google. Non funziona sempre al meglio, basta dunque calibrare la fotocamera inquadrando riferimenti come pavimenti e muri per far sì che la linea dei due metri venga finalmente visualizzata. In termini di privacy, infine, Google sottolinea che le immagini circostanti saranno visibili solo dalla persona che sta utilizzando lo strumento e non dallo stesso sito.

F.P.L.




Modern Warfare 2 campaign remastered, il ritorno del mito

Modern Warfare 2 rappresenta per tutti i giocatori di Call of Duty uno dei capitoli più importanti del brand. Personaggi come Ghost, Soap, il capitano Price e Roach sono delle vere e proprie icone che hanno contribuito a rendere la serie di MW una fra le più apprezzate di sempre. Le ambientazioni e la trama poi, semplice ma a dir poco geniale, miscelata alla colonna sonora del mitico Hans Zimmer hanno incoronato Modern Warfare 2 come uno dei migliori giochi di guerra di sempre. Il titolo, nel lontano 2009 fu criticato per via della campagna violenta, coraggiosa e molto controversa, che ha causato una serie di polemiche per il suo contesto narrativo e per alcune rappresentazioni considerate politicamente scorrette. Nella missione “Niente russo” infatti, un gruppo di terroristi russi compie un massacro in un aeroporto uccidendo civili di ogni età, poliziotti e forze speciali. Inoltre in questa particolare missione un agente infiltrato della Cia viene ucciso e il suo corpo viene lasciato sul posto. Tale mossa darà il via a una serie di eventi che porteranno il mondo molto vicino alla terza guerra mondiale, ma dietro questo episodio, in realtà, c’è molto di più. A distanza di 11 anni dall’uscita del gioco su Ps3, Xbox 360 e PC, Beenox propone Call of Duty Modern Warfare 2 Remastered, una rimasterizzazione della sola campagna, mantenendo i contenuti intatti e migliorando solo e unicamente l’impatto visivo. Peccato per la totale assenza della componente multigiocatore e delle missioni coop, ma capiamo pienamente la scelta di Activision, il quale sta puntando tutto sul suo nuovo Modern Warfare (qui la nostra recensione) e sulla modalità battle royale chiamata “Warzone” (qui la nostra recensione). Fortunatamente quest’edizione rimasterizzata ha un costo ridotto: 25 euro, e acquistandola, sarà possibile ricevere un bundle per il nuovo Mw a tema Ghost (il personaggio icona di Mw2) che se paragonato agli altri pacchetti operatori avrebbe un prezzo di 20 euro. Quindi, tutto sommato il gioco vale la candela. Specialmente se si è fan della saga o se non si ha mai avuto l’occasione di giocare questo titolo.

Ma veniamo all’analisi di quest’edizione 2020 del classico di 11 anni fa. La campagna di Modern Warfare 2 remastered è rimasta esattamente la stessa. Frenetica, cinematografica, violenta e soprattutto incredibilmente avvincente. La storia con protagonista Soap, Roach, Price, Ghost e tutti gli altri membri della Task Force 141 offre tutta una serie di colpi di scena e momenti che rimangono sorprendenti ancora oggi, sottolineando la cura narrativa e la passione nel team di sviluppo di dare vita a una vicenda tutt’altro che banale e piuttosto matura. Non mancano inoltre momenti d’azione pura, dove il ritmo e la velocità d’esecuzione riescono da subito a incentivare il giocatore e non annoiarsi, grazie anche a un susseguirsi di situazioni davvero esaltanti che coprono tutte le 10 ore circa necessarie per concluderla al massimo della difficoltà. Modern Warfare 2 funziona ancora dopo 11 anni: riuscire a non emozionarsi davanti alla corsa forsennata sulle motoslitte nella neve o durante l’inseguimento nelle favelas di Rio, ma anche durante la riconquista della Casa Bianca è davvero impossibile. In alcuni frangenti poi le emozioni sono davvero forti e la voglia di arrivare fino in fondo si fa sempre più forte. Insomma, questa edizione 2020 del gioco porta con se una grandissima carica e negarlo sarebbe da sciocchi. Call of Duty Modern Warfare 2 Remastered ha subito lo stesso trattamento riservato in precedenza a Call of Duty Modern Warfare remastered sviluppato da Raven Software. Stavolta al timone di questa rivisitazione, come già accennato, c’è Beenox, un team che ha saputo migliorare una serie di caratteristiche che esaltano non di poco l’estetica del prodotto. Sono facilmente notabili infatti un’illuminazione migliore e più realistica, poligoni e texture aggiornati, oltre ad animazioni più complesse. Non solo l’aspetto grafico ha subito un upgrade, ma anche tutto il comparto relativo al sound design. Le armi hanno suoni più realistici, così come tutta la componente sonora legata all’ambiente intorno al giocatore. Nel complesso il lavoro è assolutamente apprezzabile e siamo certi che anche i fan di vecchia data rimarranno colpiti dal risultato finale. Ovviamente i miracoli non si possono fare, la struttura è rimasta la stessa e il gioco è ben lontano da Call of Duty Modern Warfare del 2019, ma di sicuro Mw2 remastered non sfigura dinanzi ad alcuni titoli attuali, riuscendo a essere godibile in ogni sua parte. Il gioco, ricordiamo, è disponibile su PlayStation 4 dal 1 aprile e su Xbox One e Pc dal 1 maggio. La nostra prova è stata fatta sulla console di casa Microsoft (motivo per cui la nostra recensione è uscita solo adesso) e il risultato vi assicuriamo è veramente grandioso. Tirando le somme, Call of Duty Modern Warfare 2 remastered, a nostro avviso, è un titolo che vale assolutamente la pena di essere acquistato. Sia che si sia già giocato nella versione 2009, sia che non si sia giocato mai, questo videogame è uno degli sparatutto in prima persona più importanti di sempre, quindi ignorarlo sarebbe un vero peccato.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 9

Gameplay: 9

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise