L’AGENZIA EUROPEA DEI MEDICINALI AVVIA IL RIESAME DEL FARMACO CORLENTOR/PROCORALAN: RISCHIO DI MORTE CARDIOVASCOLARE

Nello studio i pazienti sono state somministrate ai malati dosi fino a 10 mg due volte al giorno, un quantitativo superiore alla dose massima giornaliera attualmente autorizzata (7,5 mg due volte al giorno). Purtroppo i risultati hanno mostrato un piccolo ma significativo aumento del rischio combinato di morte cardiovascolare o attacco cardiaco non fatale con il medicinale in un sottogruppo di pazienti affetto da angina sintomatica. Si raccomanda ai pazienti che ne fanno uso, di rivolgersi al loro medico o al farmacista se hanno domande o dubbi.

di Cinzia Marchegiani

Il mondo farmaceutico ancora sotto lente d’ingrandimento che purtroppo testimonia come siano labili le ricerche e le autorizzazioni in commercio dei farmaci che dovrebbero essere un salvavita. Ieri,  9 maggio 2014, l’AIFA ha comunicato che da parte dell’EMA, L'Agenzia Europea dei Medicinali è stato avviato un riesame dei medicinale Corlentor e il Procoralan, prodotti identici che contengono la "ivabradina" che vengono somministrati per trattare a lungo termine sintomi di adulti con angina stabile (dolore toracico dovuto ad ostruzione delle arterie del cuore) o insufficienza cardiaca (il cuore non riesce a pompare abbastanza sangue al resto del corpo). La rivalutazione di Procoralan/Corlentor è stata iniziata su richiesta della Commissione Europea, ai sensi dell’ Articolo 20 del Regulamento (CE) No 726/2004 ed è condotta dal Comitato di alutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza .
La procedura di rivalutazione si è innescata in seguito ai risultati preliminari dello studio SIGNIFY, che doveva verificare se il trattamento con Corlentor/Procoralan nei pazienti con malattia coronarica riduceva il tasso di eventi cardiovascolari (come l’infarto) se confrontato con placebo (trattamento terapeuticamente inattivo). Ma durante il trattamento con la posologia fino a 10 mg due volte al giorno, un quantitativo superiore a 7,5 mg due volte al giorno, che è la dose massima giornaliera attualmente autorizzata, i risultai hanno mostrato un piccolo ma significativo aumento del rischio combinato di morte cardiovascolare o attacco cardiaco non fatale con il medicinale in un sottogruppo di pazienti affetto da angina sintomatica (Canadian Cardiovascular Society classe II – IV). Ora l’EMA stessa deve valutare l'impatto dei dati provenienti da questo studio (SIGNIFY) sul rapporto beneficio/rischio di Corlentor/Procoralan e dovrà esprimere un parere circa l'autorizzazione all'immissione in commercio, quindi se debba essere mantenuta, modificata, sospesa o revocata in tutta l'Unione Europea.

Corlentor e il Procoralan (disponibili in compresse) agiscono abbassando la frequenza cardiaca in modo da ridurre lo stress sul cuore e rallentare la progressione dell'insufficienza cardiaca e ridurre o prevenire i sintomi di angina. Questi farmaci vengono prescritti per trattare i sintomi di angina stabile a lungo termine (dolore toracico dovuto ad ostruzione delle arterie del cuore) in adulti con malattia coronarica (malattia del cuore causata dall'ostruzione dei vasi sanguigni che forniscono sangue al muscolo cardiaco) che hanno un ritmo cardiaco normale. Inoltre vengono utilizzati anche nei pazienti con insufficienza cardiaca a lungo termine (quando il cuore non riesce a pompare abbastanza sangue al resto del corpo) che hanno un ritmo cardiaco normale, ma la cui frequenza cardiaca è di almeno 75 battiti al minuto.

Si raccomanda ai pazienti che ne fanno uso, di rivolgersi al loro medico o al farmacista se hanno domande o dubbi.

La scienza medica e i suoi limiti concretizzano sempre un dato oggettivo allarmante, i farmaci immessi e autorizzati dall’EMA e poi dall’AIFA italiana, sono continuamente testati sui malati che spesso non sono consapevoli che stanno continuando l’iter della sperimentazione clinica del farmaco prescritto. D’altronde ce lo ricorda l’AIFA stessa quando asserisce: " l’introduzione di un nuovo medicinale sul mercato porta con sé sempre una quota di azzardo che purtroppo si gioca sulla pelle dei pazienti (?). I dati a disposizione al momento di capire se vale la pena metterlo a disposizione della comunità sono sempre limitati a ciò che siamo in grado di valutare in un ambito sperimentale. Spesso si è in condizioni distanti dalla pratica clinica di tutti i giorni, dove sono molteplici i fattori che entrano a complicare lo scenario del nuovo intervento terapeutico. Appare quasi scontato che, una volta in commercio, la disponibilità di un medicinale possa essere riconsiderata solo a fronte di nuovi dati di sicurezza." 

L’importante è essere consapevoli delle crepe e fragilità che questo sistema sanitario mette a disposizione al malato, una infinita sperimentazione clinica fatta tutti i giorni sull’utente finale. 




STAMINA: DISPERATO APPELLO DELLA MAMMA DEL PICCOLO DANIELE TORTORELLI CHE STA MORENDO

Vietata la terapia al piccolo Daniele Tortorelli in fin di vita con una sentenza carta straccia che ordina gli Spedali Civili di Brescia di somministrare l’unica chance che finora l’ha tenuto in vita. Lunedì mattina ricoverato al nosocomio è stato rispedito a casa dopo un lungo viaggio, l’immagine di uno Stato civile purtroppo assente

di Cinzia Marchegiani

Matera (Basilicata) – Siamo alla follia pura. Una situazione deplorevole per lo Stato, per il Ministero della Salute Beatrice Lorenzin, per la classe dei medici che agli occhi dei cittadini sembrano ignorare il diritto alla vita, il diritto di essere tutelati da un paese che si chiama civile. E’ una denuncia corale quella sollevata alle notizie di una brutalità degna di un paese in guerra e sotto dittatura, una denuncia che non può essere cestinata come insignificante e ridicola. Il grido unanime questi giorni si è sollevato, STATO VERGOGNA che ha un valore immenso poiché racchiude tutta la tragicità di un sistema non solo sanitario ma politico, teso a far rispettare le leggi all’occorrenza.
Oggi la mamma del piccolo Daniele si rivolge al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al Ministro della salute, Beatrice Lorenzin e al Presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni:

“Egregi signori e signore, ieri a Brescia presso gli Spedali Civili si è consolidata per mio figlio Daniele affetto da malattia rara di Niemann-pick tipo A una nuova prospettiva: la EUTANASIA PASSIVA dovuta alla INTERRUZIONE VOLONTARIA dei medici che altresì per due anni hanno invece praticato le infusioni di cellule staminali adulte con la metodica Stamina sul mio bambino portandolo alla sopravvivenza dei 7 anni, unico al mondo ad arrivare a questa età. Grazie soprattutto alla sig.ra Lorenzin che da sempre ha attaccato la nostra unica speranza di terapia con staminali .Grazie al sig.Renzi che tanto bene vuole ai bambini, forse solo quelli di sana e robusta costituzione. Grazie al sig. Maroni che in una struttura sanitaria di eccellenza europea come gli Spedali Civili di Brescia ha permesso di farci buttare fuori dal sig.Belleri comunicando più volte che le terapie (per noi di sopravvivenza) con le staminali erano ormai terminate , grazie a medici che per due anni hanno egregiamente fatto le infusioni al piccolo Daniele portandogli solo benefici e conquiste di migliorie certificate. Sempre grazie a questi medici ed alla direzione generale che sta appoggiando questo loro comportamento di rifiuto nella prosecuzione della attività sanitaria, che il mio Daniele in questi ultimi 14 mesi di interruzione della terapia ha intrapreso la strada in discesa della malattia portandolo ad una drastica riduzione delle piastrine ed altri valori ematici settimana per settimana, come hanno potuto constatare i medici del pronto soccorso pediatrico di Brescia nella giornata del 5 maggio u.s. convalidando la situazione con un nuovo prelievo da loro effettuato e confermato il peggioramento ulteriore, dimettendo al seguito il bambino. A nulla è valso l’avere in mano un provvedimento del giudice di Matera dove si intima gli Spedali Civili la “immediata prosecuzione senza alcun indugio in favore del piccolo Daniele Tortorelli del trattamento con cellule staminali secondo la metodica Stamina, avendo ottenuto con la sospensione della terapia un drastico peggioramento clinico.”

La lettera termina con un Post Scrittum:”Non contattatemi, se non per portare Daniele a continuare la sopravvivenza con le infusioni.”

Il Pd, grande garantista delle leggi di questo Stato, con la firma di Roberto Speranza il 17 agosto del 2013 asseriva con forza:” Non ci sono soluzioni alternative, c`è la legge e ci sono i regolamenti che vanno applicati e rispettati e noi faremo del tutto affinché questo avvenga. Noi dobbiamo rispettare i tempi formalmente previsti, stando all`osservanza rigorosa di ogni regola e procedura” Peccato che lo chiedeva in gran forza solo nei confronti di Berlusconi.
L’Italia è quello strano paese dove ci sono sentenze che valgono zero e sentenze invece esemplari all'occorrenza. La vita deve avere un valore supremo, un patrimonio troppo grande che sembra che non valga la pena tutelare. Il tempo della verità verrà, e nessuno sarà indignato del danno fatto a piccoli angeli che chiedono semplicemente rispetto e un diritto scippato con assoluta gratuità.

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DISABILI: ADESSO BASTA, I DIRITTI NON SONO PRIVILEGI!

Chiediamo che il Fondo per la non autosufficienza 2014 venga interamente distribuito ai cittadini con disabilità grave non autosufficienti senza distinzioni di patologia, geografica ed età in modalità domiciliare indiretta (assegno badante, voucher gestiti da disabili e/o famiglie, assegno di cura, vita indipendente, ecc), unici strumenti per evitare l’istituzionalizzazione di massa in Residenze Sanitarie (RSA), Case Famiglia, Residenze Protette, Ospizi, Comunità Alloggio ecc. Il costo che il sistema Italia sostiene ogni anno per le rette in queste strutture supera abbondantemente i 19 miliardi di euro per un numero complessivo di posti letto 429.000 (Istat 2009). L’Assistenza Indiretta è un servizio che consente all’utente di scegliere autonomamente l’assistente domiciliare e per le casse Comunali rappresenta un forte risparmio in termini economici.

di Roberta Sibaud

Basta confusione sul concetto di non autosufficienza e sulla ripartizione del fondo ad essa assegnata.
Il diritto di vivere a casa con assistenza domiciliare indiretta (assegno badante, voucher gestiti da disabili e/o famiglie, assegno di cura, vita indipendente, ecc) e la possibilità di evitare l’istituzionalizzazione in Residenza Sanitaria (RSA),non può e non deve essere un privilegio per pochi.

1. Ogni tentativo di forzare, incanalando le coperture economiche su patologie specifiche che necessitano di importanti interventi sanitari, è una negazione del diritto di uguaglianza ed una palese violazione della legge 67/07 contro ogni forma di discriminazione. Diffidiamo le istituzioni dell’accogliere richieste settoriali onde tacitare coloro che rivendicano in maniera più eclatante i loro diritti, perché questo produce discriminazione e creazione di condizioni di privilegio di pochi a discapito di molti con i medesimi bisogni.
2.
Le risorse finanziarie del fondo nazionale non autosufficienza inglobato nella Legge di Stabilità del 2014 devono essere ripartite equamente tra tutte le persone non autosufficienti con le stesse modalità senza che vi siano quote riservate a determinate patologie ed a copertura di spese di competenza del SSN. La vita di una persona affetta da tetraparesi vale quanto quella di un malato di SLA ,quella di un disabile cognitivo o/e mentale quanto quella di un bambino affetto da SMA o cieco.
3. Il diritto di vivere a casa propria è un diritto inalienabile: i diritti non appartengono esclusivamente a portatori di patologie specifiche ma riguardano TUTTI i cittadini che a causa di una condizione di disabilità hanno specifici bisogni di inclusione, di vita indipendente, di mobilità, d’istruzione, di accedere al lavoro ed alla vita sociale. Questi bisogni riguardano diritti esigibili ed inalienabili a prescindere, sanciti sia dalla costituzione che dalla carta dei diritti dell’uomo.
Lista Associazioni che aderiscono all’iniziativa
Associazione A.B.C. AVRP Sannio, Associazione per il ripristino del potenziale umano- Amici dei bambini cereblolesi
Associazione Akkuaria
Associazione Anterao
Associazione Aspiedavid Abruzzo Onlus
Associazione A.U.C.L.A
Associazione Disabili in Italia – Centro Informazioni
Associazione Donne per la Sicurezza Onlus
Associazione Nazionale Aperta/ Mente Il Mondo Interno Onlus
Associazione SOSH Solidarietà Organizzativa e Sociale per l’Handicap
Associazione Universo Autismo
Associazione Tutti a Scuola ONLUS
Carrozzine determinate Abruzzo
CISAL ENTI LOCALI E SERVIZI COMPONENTE CSA LIGURIA
Comitato 14 settembre
COMITATO DIMENSIONE DISABILI di Pomezia
Comitato Segratese per la vita indipendente
Comitato Valvobbia – I veri valori
Consulta delle Persone con Disabilità del Municipio 9 – Comune di Roma
Coordinamento Nazionale Famiglie Disabili
F.D. Famiglie Disabili
Fondazione Villa Point
Genitori dell’I.R.C.C.S. Fondazione Santa Lucia
Genitori Tosti in Tutti i Posti ONLUS
Gruppo Volontariato Philadelphia-Ass. Bambini Cerebrolesi La Spezia ONLUS-
Ideapuglia
Movimento Disabili rinnovamento democratico
Sindacato S.F.I.D.A.
Sviluppamente

e i promotori di:
Ricorso Collettivo Nazionale per il riconoscimento del family Caregiver
Ricorso Collettivo Nazionale “stop al nuovo Isee”




GIOVE SCOPERTA: UN SATELLITE DI OCEANI E GHIACCI

di Maurizio Costa

Ganimede è il satellite più grande di Giove e anche del nostro Sistema Solare. Un team di scienziati, diretto da Steve Vance del "Jet Propulsion Laboratory" della Nasa, avrebbe scoperto che questa luna conterrebbe al suo interno degli strati alternati di acqua e ghiaccio. Una scoperta incredibile, che non escluderebbe anche la presenza di vita su Ganimede nei millenni passati.

Già negli anni '70 gli scienziati avevano previsto la presenza di un oceano all'interno del satellite. A quei tempi, però, gli scienziati pensarono che l'acqua al suo interno fosse circondata da due strati di ghiaccio. Adesso, invece, il team californiano ha scoperto che gli strati di acqua e ghiaccio si alternano; la parte più interna della luna, infatti, non sarebbe formata da ghiaccio, come si pensava allora, ma da acqua salata, che, a causa delle altissime pressioni, sarebbe precipitata al centro del satellite. Non ghiaccio, dunque, ma acqua salata. Una scoperta straordinaria che porta a pensare che Ganimede possa aver ospitato forme di vita.

"Ganimede è organizzata come un sandwich." – ha dichiarato Steve Vance – "Prima si pensava che ci fosse ghiaccio nelle profondità del pianeta, ma, dopo approfonditi studi di laboratorio, abbiamo visto che l'acqua salata, ad altissime pressioni, precipita, poiché il sale modifica e rende più dense le molecole del liquido."

I diversi strati della luna sono causati da una sorte di "nevicata al contrario": mentre l'acqua salata precipita sul fondo, il ghiaccio più leggero sale verso l'alto, sciogliendosi man mano, per poi ricadere verso il centro e formare lo strato vero e proprio di ghiaccio stabile. Gli scienziati però rimangono con i piedi per terra: "Non sappiamo se viene raggiunto questo stato di stabilità all'interno del satellite."

Questa scoperta non è che un primo passo nello studio dei satelliti dei pianeti del nostro Sistema Solare; le prossime tappe saranno le lune Europa e Callisto, sempre di Giove, e quelle di Saturno, Titano e Encelado.




CONSUMI E CRISI: FLEBILE RIPRESA

Redazione

E’ positiva la debole inversione di tendenza dopo che la spesa per i consumi finali delle famiglie nel 2013 è crollata del 7 per cento dall’inizio della crisi nel 2008 con un taglio di 57,8 miliardi toccando tutti i principali beni ma sul podio delle rinunce salgono nell’ordine vestiario e calzature (-16%) mobili, elettrodomestici e manutenzioni (-12%) e gli alimentari (-8%). E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base della spesa per consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell’Istat che prevede per il 2014 un aumento dello 0,2 per cento della spesa delle famiglie. Gli italiani nei primi anni della crisi – precisa la Coldiretti – hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall’abbigliamento alle calzature, ma una volta toccato il fondo hanno iniziato a tagliare anche sul cibo con un crollo record del 3,1 per cento della spesa alimentare nel 2013 rispetto all’anno precedente. A beneficiare di questa inversione di tendenza – conclude la Coldiretti – dovrebbe essere soprattutto il cibo che rappresenta la seconda voce di spesa nei bilanci familiari dopo l’abitazione.

 




CANCRO LOTTA PREVENZIONE: IL PLAUSO DEL MINISTRO LORENZIN

Redazione

Il Ministro della salute Beatrice Lorenzin plaude all'iniziativa 'La lotta al cancro non ha colore' che ha visto un momento di grande risonanza in occasione della finale di Coppa Italia allo stadio Olimpico di Roma. "Ritengo quest'iniziativa particolarmente meritoria – ha detto il Ministro Lorenzin – perché, oltre a diffondere un significativo messaggio per la prevenzione dei tumori, che si mette in atto con l'adozione di corretti stili di vita (costituiti principalmente da un buon regime alimentare, accompagnato da movimento fisico e dalla lotta al fumo e all'eccesso di alcol), al tempo stesso si preoccupa di garantire l'accesso equo delle fasce deboli di popolazione alle iniziative di promozione della salute e di prevenzione di patologie che possono risultare gravi, e la cui insorgenza è influenzata anche da determinanti sociali, economici e culturali. Tali determinanti, che impattano in modo particolarmente forte su queste fasce di cittadini più deboli, inclusi gli immigrati, rischiano di costituire una pericolosa e talora insormontabile barriera per l'accesso all'informazione e agli interventi del nostro sistema sanitario, che resta un elemento fondamentale di uguaglianza per il suo approccio universalistico".

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AGROALIMENTARE MADE IN ITALY: TAROCCATI DUE PRODOTTI ALIMENTARI SU TRE

Redazione

Volano le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani all’estero che con un aumento del 38 per cento dall’inizio della crisi hanno raggiunto nel 2013 il record storico di 33,4 miliardi di euro. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio estero dal 2017 in occasione del Cibus, dalla quale si evidenzia l’importanza di tutelare le produzioni italiane a denominazione nell’ambito del negoziato sull'accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti, Tansatlantic Trade and Investment Partnership. La tendenza positiva – sottolinea la Coldiretti – continua nel 2014 con un aumento del 4 per cento nei primi due mesi dell’anno. I 2/3 del fatturato realizzato all’estero si ottiene con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i paesi dell’Unione Europea ma il Made in Italy va forte anche negli Stati Uniti con un valore di 2,9 miliardi e nei mercati emergenti come quelli asiatici. Il prodotto Made in Italy piu’ esportato è il vino che nel 2013 secondo l’analisi della Coldiretti fa segnare il record storico delle vendite che per la prima volta raggiungono un valore attorno ai 5 miliardi di euro ma rilevanti sono anche le spedizioni all’estero di ortofrutta, quelle di pasta, di olio di oliva e formaggi. L'andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare da una piu’ efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili. L’agropirateria internazionale sui prodotti italiani vale 60 miliardi con quasi 2 prodotti alimentari i tipo italiano su tre che sono falsi, dal Parmesan diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia fino al Giappone, ma in vendita c'è anche il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesao in tutto il Sud America. Per non parlare del Romano, dell'Asiago e del Gorgonzola prodotti negli Stati Uniti dove si trovano anche il Chianti californiano e inquietanti imitazioni di soppressata calabrese, asiago e pomodori San Marzano “spacciate” come italiane. E in alcuni casi – continua la Coldiretti – sono i marchi storici ad essere “taroccati” come nel caso della mortadella San Daniele e del prosciutto San Daniele prodotti in Canada. In questo caso un appuntamento determinante è la trattativa sull'accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti, Tansatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip), che ha avuto una anticipazione nell’analogo negoziato condotto il Canada. La presunzione di continuare a chiamare con lo stesso nome alimenti del tutto diversi è inaccettabile perché si tratta di una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori e l’Unione Europea – sostiene la Coldiretti – ha il dovere di difendere prodotti che sono l’espressione di una identità territoriale non riproducibile altrove realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione sotto un rigido sistema di controllo. Negli Stati Uniti sono stati prodotti nel 2013 oltre 200 miliardi di chili di formaggi di tipo “italiano” dal Parmesan all’Asiago, dal Provolone alla Mozzarella, fino al Gorgonzola che nulla hanno a che fare con il tessuto produttivo Made in Italy.

 




STAMINA SPEDALI CIVILI DI BRESCIA: LE INFUSIONI RIMANGONO SOSPESE

Una storia grottesca, i dirigenti della sanità ancora citano a giustificazione della loro inattività il nuovo Comitato Scientifico, ma non la sentenza del Tar del Lazio che ha disposto che i membri scientifici non hanno il potere di bocciare o valutare il metodo, ma solo funzione di avviare le procedura per la sperimentazione stessa.

di Cinzia Marchegiani

Il Partito Animalista Europeo, ci inoltra la risposta in merito alla diffida urgente avverso il commissario straordinario Dr. Ezio Belleri ed il direttore sanitario Dr.ssa Ermanna Derelli a riprendere il trattamento delle terapie presso gli Spedali Civili, attualmente sospeso dai medici che fanno parte del gruppo Stamina in attesa del responso del nuovo comitato scientifico. Il Direttore del Servizio Affari Generali e Legali del nosocomio bresciano Avv. Fausto Maggi con Prot. Gen. 0026974 del 14.4.2014 invia risposta al legale del PAE allegando la seguente nota che in seguito è stata portata a conoscenza anche ai pazienti in trattamento per informare gli stessi sullo stato della situazione attuale. La stessa nota sarà anche inoltrata a tutti coloro che sono in lista d'attesa.

Questa la risposta in oggetto: trattamento terapeutico con il cosiddetto metodo “Stamina”.

"Vicende recenti e meno, ma tutte significative, sono motivo della presente comunicazione, con cui questa Azienda intende adempiere all’obbligo di fornire un’informazione corretta e trasparente del proprio agire. Si è consapevoli di come tale impegno e la possibilità di comprensione scontino diverse difficoltà, quali innanzitutto le pressanti e comprensibili aspettative degli interessati, ma anche quello di un’informazione non solo mediatica talora scarsamente, quando non volutamente, parziale. Come noto, per essere ormai di pubblico dominio, i clinici dell’Azienda da tempo impegnati nel trattamento del così detto metodo Stamina hanno comunicato che “avendo appreso che il Ministro della Sanità ha recentemente firmato il decreto di nomina dei componenti del Comitato Scientifico per la valutazione del metodo definito Stamina” ritengono “opportuno e doveroso sospendere la nostra collaborazione nel trattamento relativo a tale metodo, rimanendo in attesa che la stessa nuova Commissione Governativa dia una risposta esauriente alle molteplici questioni tuttora aperte riguardo tale metodica.”
L’Azienda non può che prendere atto di tale posizione, che esprime disagi e preoccupazioni, scientifiche e deontologiche, non superabili con atti meramente organizzativi e/o amministrativi. La conseguenza è che nessuna attività potrà essere posta in essere fino a quando non ci sarà la preannunciata pronuncia da parte del predetto Comitato. La decisione dei clinici non deve peraltro fare sottacere quant’altro ha influenzato e sta influenzando, talora con forte criticità, l’impegno dell’Azienda nell’assicurare i trattamenti dovuti secondo i disposti della legge n. 57 del 2013 e delle pronunce emanate dall’Autorità Giudiziaria. Si tratta di fattori critici del tutto estranei alle possibilità organizzative e decisionali dell’Azienda.
Si ricorda come recentemente, venuto meno l’apporto diretto della dott.ssa Molino, biologa di Stamina, dovuto alla evidenziatasi mancanza in capo a questa della iscrizione all’albo dei biologi, Stamina decise di sostituire la predetta con altra biologa iscritta all’albo, richiedendo però che questa, in quanto ritenuta non in possesso della necessaria esperienza, fosse affiancata dalla dott.ssa Molino con funzione di “supervisione” e “controllo”. Tale soluzione motivava però, nello scorso febbraio, gli operatori che fino a quel momento avevano provveduto alla somministrazione del trattamento Stamina a comunicare “di non poter procedere a eseguire trattamenti infusivi utilizzando materiale prodotto dalla stessa [la biologa iscritta all’albo] con la sola supervisione della dott.ssa Molino, in quanto la delicata fase di preparazione del materiale da infondere, più della procedura per l’espansione cellulare assicurata con la supervisione della dott.ssa Molino, deve essere garantita da comprovata esperienza. Tutto questo esclusivamente in funzione della sicurezza del trattamento del paziente”.
Più o meno contestualmente, l’Azienda apprendeva che la dott.ssa Molino, per motivi personali, si sarebbe assentata per tutto il mese di marzo, informazione che, richiestane, Stamina poi confermava. Ancora oggi, l’Azienda, pur avendolo esplicitamente richiesto, non ha notizia della data in cui la dott.ssa Molino riprenderà l’attività, e solo e sempre da fonti di stampa apprende che ciò non avverrà certo prima di Pasqua. Ad oggi, l’Azienda, pur avendo richiesto a Stamina di fornire indicazioni precise circa la disponibilità dei propri operatori, non ha ancora ottenuto indicazioni precise circa tale disponibilità.
Sul versante giudiziario, a seguito della notizia dell’assenza della dott.ssa Molino, alcuni pazienti hanno chiesto ai Giudici di ordinare la somministrazione del trattamento a loro favore prima che si verificasse tale assenza, e con precedenza rispetto ad altri pazienti collocati prima di loro in lista d’attesa. Pur avendo l’Azienda rappresentato la ingiustizia e la discriminazione che l’accoglimento di tali richieste avrebbe comportato, alcuni Giudici hanno ordinato la (e l’Azienda ha dovuto provvedere alla) effettuazione delle operazioni connesse con il “trattamento Stamina” (carotaggi e infusioni), e ciò ha causato una non giustificata e non giustificabile deroga alla lista d’attesa.
Ciò ha reso ancora più complessa la situazione relativa alla somministrazione del trattamento Stamina, situazione che era diventata di fatto ingestibile a seguito di alcune decisioni giudiziarie con le quali veniva ordinata, a favore dei pazienti che già l’avevano avviata, la prosecuzione del trattamento oltre le 5 infusioni prescritte nell’originario protocollo Stamina. Tali decisioni hanno di fatto comportato la impossibilità di ammettere nuovi pazienti al trattamento, di fatto quindi il blocco della lista d’attesa.
L’Azienda nulla può fare per fronteggiare tale situazione, non potendo costringere i propri operatori, nei confronti dei quali sono in corso indagini volte ad accertare una loro responsabilità penale, né a porre in essere attività ritenute fuori legge, né ad operare in relazione alla sottolineata carenza di idonei apporti professionali da parte di Stamina, in condizioni di dubbia sicurezza per i pazienti stessi e con modalità tali da creare ingiuste discriminazioni fra questi.
L’Azienda non può quindi che prendere atto della decisione dei suoi operatori di attendere che l’apposito Comitato di esperti si esprima sul c.d. “metodo Stamina”, fornendo le necessarie indicazioni di natura tecnico-scientifico-sanitario in grado di assicurare idonee condizioni di sicurezza per i pazienti.
Nel corso dell’audizione in Commissione Senato dello scorso 2 aprile, l’Azienda, rappresentando tutte queste difficoltà, ha chiesto idonei interventi per il superamento delle stesse, evidenziando la necessità che si intervenga in tempi rapidi."

Nel frattempo l’Osservatore d’Italia è venuto a conoscenza che Davide Vannoni, nel giorno del 18 Aprile 2014 ha mandato una mail allo stesso Direttore Straordinario Belleri, al Direttore Sanitario, Ermanna Derelli confermando la presenza della Biologa Stamina, Enrica Molino per il 5 Maggio. Nel mare dei misteri rimangono queste affermazioni di dirigenti sanitari, che rimandano le decisioni, nonostante esistano ordinanze urgenti di giudici a favore dei malati, a data incerta in attesa dell’insediamento del nuovo comitato scientifico, ma non viene citata la sentenza del Tar del Lazio del 4 dicembre 2013, che ha di fatto commissariato in blocco i suoi membri perché non avevano il potere di bocciare la sperimentazione, ma solo di promuovere le procedure affinché partisse la sperimentazione stessa. Nel frattempo in questa pagina grottesca è stato cancellato un altro comitato scientifico (quanto tempo sprecatoe a favore di quale magico cambiamento?), spedendo a casa uno scienziato autorevole come Mauro Ferrari (gli è stato chiesto il denaro che il ministero della salute aveva sborsato per il suo biglietto del volo aereo USA-Italia) che aveva dato l’annuncio di massima trasparenza sulla sperimentazione, volendo anche ascoltare la parte più interessata, e cioè i malati!

In questo mare di sospetti, di non sensi, arriva la chiusura delle indagini del Procuratore Raffaele Guariniello che decide di avviare una procedura d’inchiesta in cui i malati vengono sembrerebbero in pericolo di salute poiché quelle infusioni somministrate sarebbero presumibilmente pericolose. Tiziana Massaro, mamma di Federico Messina risponde apertamente: “I nostri figli sono vittime di reati, a detta di alcuni, gravissimi ma noi genitori non veniamo ascoltati come testimoni. C'è una legge dello stato (la 57/13) che legittima l'esecuzione delle cure ma non viene mai nemmeno menzionata, non dico presa in considerazione. C'è la sentenza del Tar del Lazio che chiaramente afferma che il vecchio comitato scientifico non era almeno ideologicamente imparziale eppure le risultanze di quel comitato scientifico vengono prese per oro colato. C'è la sentenza del Tar di Brescia che afferma che i laboratori di Brescia era e sono qualificati nell'attività di manipolazione delle cellule e che è venuto meno l'interesse ad agire per sopravvenienza della legge dello Stato (sempre la 57/13 che per alcuni paia non esista).Ci sono le ordinanze dei Tribunali del Lavoro che legittimano le cure e che da mesi vengono disattese e nessuno pare indagato nonostante denunce e querele. I nostri bambini in cura con Stamina che prima stavano meglio ora, che le cure sono interrotte, ricominciano tutti a peggiorare. Quale procuratore, giudice, scienziato verrà ad abbracciare Federico quando ricomincerà a tremare terrorizzato ad ogni spostamento? Quale padre non si indignerà per il dolore che si sta provocando a tanti bambini? Oggi è un giorno importante per i fedeli, due uomini, due Papi, verranno dichiarati Santi, oggi ci sarà l'unzione degli infermi, oggi è la festa di Gesù Misericordioso. Oggi affido ancor più la vita di mio figlio nelle mani di Dio perché ho paura degli uomini.”

"Il non senso" sembrerebbe essere virale in questa storia…presto scopriremo anche il perché.

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STAMINA SPEDALI CIVILI DI BRESCIA, ARRIVA LA RISPOSTA DEL DR BELLERI COMMISSARIO STRAORDINARIO ALLA DIFFIDA URGENTE DEL PARTITO ANIMALISTA EUROPEO A RIPRENDERE LE TERAPIE

Una storia grottesca, i dirigenti della sanità ancora citano a giustificazione della loro inattività il nuovo Comitato Scientifico, ma non la sentenza del Tar del Lazio che ha disposto che i membri scientifici non hanno il potere di bocciare o valutare il metodo, ma solo funzione di avviare le procedura per la sperimentazione stessa.

di Cinzia Marchegiani

L’Ufficio Stampa del Partito Animalista Europeo, ci inoltra la risposta in merito alla diffida urgente avverso il commissario straordinario Dr. Ezio Belleri ed il direttore sanitario Dr.ssa Ermanna Derelli a riprendere il trattamento delle terapie presso gli Spedali Civili, attualmente sospeso dai medici che fanno parte del gruppo Stamina in attesa del responso del nuovo comitato scientifico. Il Direttore del Servizio Affari Generali e Legali del nosocomio bresciano Avv. Fausto Maggi con Prot. Gen. 0026974 del 14.4.2014 inviano la nota anche ai pazienti in trattamento per informare gli stessi sullo stato della situazione attuale. La stessa nota si sta provvedendo ad inoltrare a tutti coloro che sono in lista d'attesa.

Questa la risposta in oggetto: trattamento terapeutico con il cosiddetto metodo “Stamina”.

"Vicende recenti e meno, ma tutte significative, sono motivo della presente comunicazione, con cui questa Azienda intende adempiere all’obbligo di fornire un’informazione corretta e trasparente del proprio agire. Si è consapevoli di come tale impegno e la possibilità di comprensione scontino diverse difficoltà, quali innanzitutto le pressanti e comprensibili aspettative degli interessati, ma anche quello di un’informazione non solo mediatica talora scarsamente, quando non volutamente, parziale. Come noto, per essere ormai di pubblico dominio, i clinici dell’Azienda da tempo impegnati nel trattamento del così detto metodo Stamina hanno comunicato che “avendo appreso che il Ministro della Sanità ha recentemente firmato il decreto di nomina dei componenti del Comitato Scientifico per la valutazione del metodo definito Stamina” ritengono “opportuno e doveroso sospendere la nostra collaborazione nel trattamento relativo a tale metodo, rimanendo in attesa che la stessa nuova Commissione Governativa dia una risposta esauriente alle molteplici questioni tuttora aperte riguardo tale metodica.”
L’Azienda non può che prendere atto di tale posizione, che esprime disagi e preoccupazioni, scientifiche e deontologiche, non superabili con atti meramente organizzativi e/o amministrativi. La conseguenza è che nessuna attività potrà essere posta in essere fino a quando non ci sarà la preannunciata pronuncia da parte del predetto Comitato. La decisione dei clinici non deve peraltro fare sottacere quant’altro ha influenzato e sta influenzando, talora con forte criticità, l’impegno dell’Azienda nell’assicurare i trattamenti dovuti secondo i disposti della legge n. 57 del 2013 e delle pronunce emanate dall’Autorità Giudiziaria. Si tratta di fattori critici del tutto estranei alle possibilità organizzative e decisionali dell’Azienda.
Si ricorda come recentemente, venuto meno l’apporto diretto della dott.ssa Molino, biologa di Stamina, dovuto alla evidenziatasi mancanza in capo a questa della iscrizione all’albo dei biologi, Stamina decise di sostituire la predetta con altra biologa iscritta all’albo, richiedendo però che questa, in quanto ritenuta non in possesso della necessaria esperienza, fosse affiancata dalla dott.ssa Molino con funzione di “supervisione” e “controllo”. Tale soluzione motivava però, nello scorso febbraio, gli operatori che fino a quel momento avevano provveduto alla somministrazione del trattamento Stamina a comunicare “di non poter procedere a eseguire trattamenti infusivi utilizzando materiale prodotto dalla stessa [la biologa iscritta all’albo] con la sola supervisione della dott.ssa Molino, in quanto la delicata fase di preparazione del materiale da infondere, più della procedura per l’espansione cellulare assicurata con la supervisione della dott.ssa Molino, deve essere garantita da comprovata esperienza. Tutto questo esclusivamente in funzione della sicurezza del trattamento del paziente”.
Più o meno contestualmente, l’Azienda apprendeva che la dott.ssa Molino, per motivi personali, si sarebbe assentata per tutto il mese di marzo, informazione che, richiestane, Stamina poi confermava. Ancora oggi, l’Azienda, pur avendolo esplicitamente richiesto, non ha notizia della data in cui la dott.ssa Molino riprenderà l’attività, e solo e sempre da fonti di stampa apprende che ciò non avverrà certo prima di Pasqua. Ad oggi, l’Azienda, pur avendo richiesto a Stamina di fornire indicazioni precise circa la disponibilità dei propri operatori, non ha ancora ottenuto indicazioni precise circa tale disponibilità.
Sul versante giudiziario, a seguito della notizia dell’assenza della dott.ssa Molino, alcuni pazienti hanno chiesto ai Giudici di ordinare la somministrazione del trattamento a loro favore prima che si verificasse tale assenza, e con precedenza rispetto ad altri pazienti collocati prima di loro in lista d’attesa. Pur avendo l’Azienda rappresentato la ingiustizia e la discriminazione che l’accoglimento di tali richieste avrebbe comportato, alcuni Giudici hanno ordinato la (e l’Azienda ha dovuto provvedere alla) effettuazione delle operazioni connesse con il “trattamento Stamina” (carotaggi e infusioni), e ciò ha causato una non giustificata e non giustificabile deroga alla lista d’attesa.
Ciò ha reso ancora più complessa la situazione relativa alla somministrazione del trattamento Stamina, situazione che era diventata di fatto ingestibile a seguito di alcune decisioni giudiziarie con le quali veniva ordinata, a favore dei pazienti che già l’avevano avviata, la prosecuzione del trattamento oltre le 5 infusioni prescritte nell’originario protocollo Stamina. Tali decisioni hanno di fatto comportato la impossibilità di ammettere nuovi pazienti al trattamento, di fatto quindi il blocco della lista d’attesa.
L’Azienda nulla può fare per fronteggiare tale situazione, non potendo costringere i propri operatori, nei confronti dei quali sono in corso indagini volte ad accertare una loro responsabilità penale, né a porre in essere attività ritenute fuori legge, né ad operare in relazione alla sottolineata carenza di idonei apporti professionali da parte di Stamina, in condizioni di dubbia sicurezza per i pazienti stessi e con modalità tali da creare ingiuste discriminazioni fra questi.
L’Azienda non può quindi che prendere atto della decisione dei suoi operatori di attendere che l’apposito Comitato di esperti si esprima sul c.d. “metodo Stamina”, fornendo le necessarie indicazioni di natura tecnico-scientifico-sanitario in grado di assicurare idonee condizioni di sicurezza per i pazienti.
Nel corso dell’audizione in Commissione Senato dello scorso 2 aprile, l’Azienda, rappresentando tutte queste difficoltà, ha chiesto idonei interventi per il superamento delle stesse, evidenziando la necessità che si intervenga in tempi rapidi."

Nel frattempo l’Osservatore d’Italia è venuto a conoscenza che Davide Vannoni, nel giorno del 18 Aprile 2014 ha mandato una mail allo stesso Direttore Straordinario Belleri, al Direttore Sanitario, Ermanna Derelli confermando la presenza della Biologa Stamina, Enrica Molino per il 5 Maggio. Nel mare dei misteri rimangono queste affermazioni di dirigenti sanitari, che rimandano le decisioni, nonostante esistano ordinanze urgenti di giudici a favore dei malati, a data incerta in attesa dell’insediamento del nuovo comitato scientifico, ma non viene citata la sentenza del Tar del Lazio del 4 dicembre 2013, che ha di fatto commissariato in blocco i suoi membri perché non avevano il potere di bocciare la sperimentazione, ma solo di promuovere le procedure affinché partisse la sperimentazione stessa. Nel frattempo in questa pagina grottesca è stato cancellato un altro comitato scientifico (quanto tempo sprecatoe a favore di quale magico cambiamento?), spedendo a casa uno scienziato autorevole come Mauro Ferrari (gli è stato chiesto il denaro che il ministero della salute aveva sborsato per il suo biglietto del volo aereo USA-Italia) che aveva dato l’annuncio di massima trasparenza sulla sperimentazione, volendo anche ascoltare la parte più interessata, e cioè i malati!

In questo mare di sospetti, di non sensi, arriva la chiusura delle indagini del Procuratore Raffaele Guariniello che decide di avviare una procedura d’inchiesta dove i malati vengono descritti come in pericolo di salute poiché quelle infusioni somministrate sono pericolose. Tiziana Massaro, mamma di Federico Messina risponde apertamente: “I nostri figli sono vittime di reati, a detta di alcuni, gravissimi ma noi genitori non veniamo ascoltati come testimoni. C'è una legge dello stato (la 57/13) che legittima l'esecuzione delle cure ma non viene mai nemmeno menzionata, non dico presa in considerazione. C'è la sentenza del Tar del Lazio che chiaramente afferma che il vecchio comitato scientifico non era almeno ideologicamente imparziale eppure le risultanze di quel comitato scientifico vengono prese per oro colato. C'è la sentenza del Tar di Brescia che afferma che i laboratori di Brescia era e sono qualificati nell'attività di manipolazione delle cellule e che è venuto meno l'interesse ad agire per sopravvenienza della legge dello Stato (sempre la 57/13 che per alcuni paia non esista).Ci sono le ordinanze dei Tribunali del Lavoro che legittimano le cure e che da mesi vengono disattese e nessuno pare indagato nonostante denunce e querele. I nostri bambini in cura con Stamina che prima stavano meglio ora, che le cure sono interrotte, ricominciano tutti a peggiorare. Quale procuratore, giudice, scienziato verrà ad abbracciare Federico quando ricomincerà a tremare terrorizzato ad ogni spostamento? Quale padre non si indignerà per il dolore che si sta provocando a tanti bambini? Oggi è un giorno importante per i fedeli, due uomini, due Papi, verranno dichiarati Santi, oggi ci sarà l'unzione degli infermi, oggi è la festa di Gesù Misericordioso. Oggi affido ancor più la vita di mio figlio nelle mani di Dio perché ho paura degli uomini.”

Il non senso è l’unica patologia di questa storia…presto scopriremo anche il perché.




EBOLA: IL RISCHIO DEL VIRUS ANCHE IN ITALIA

Tra i vari procedimenti attivati dal Ministero della Salute vengono previsti controlli sugli ingressi nel territorio nazionale e un monitoraggio, affidato al Ministero degli Esteri, dei cittadini italiani presenti nelle zone colpite dall’epidemia.

 

di Maurizio Costa

Roma – Il virus Ebola, che sta mettendo in preoccupazione mezzo mondo, ha già contagiato almeno 230 persone in Guinea e in Liberia. Per paura che il contagio si possa diffondere in altre zone del pianeta, tutti i maggiori aeroporti sono stati avvertiti e i passeggeri a rischio vengono controllati giornalmente dalle autorità sanitarie.

Sebbene possano sembrare utili, queste misure di sicurezza che controllano un eventuale contagio delle persone che viaggiano in aereo sono state definite troppo costose e con impatto limitato dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Non per questo i controlli cesseranno; anche perché la stessa Organizzazione ha diffuso sul suo sito una mappa che mostra i Paesi contagiati e i casi riscontrati in tutto il mondo. Gli Stati più a rischio sono, naturalmente, Guinea e Liberia (129 morti nel primo e 13 nel secondo), ma sono stati riscontrati casi anche nella Repubblica del Congo e in Zaire.

Il fatto che preoccupa maggiormente è che nella cartina viene colorata anche l'Italia, sebbene i casi riscontrati si riferiscano solamente ad alcune scimmie infette che sono state importate dalle Filippine, altro Paese a rischio. Intanto lo scorso 4 aprile il nostro Ministero della Sanità ha emanato una circolare in cui veniva comunicato l’avviamento di misure di vigilanza e sorveglianza nei punti di ingresso internazionali in Italia. La nota ministeriale è stata inviata all’Enac, al Ministero degli Esteri, a tutte le regioni ed alla Croce Rossa Italiana. Tra i vari procedimenti attivati dal Ministero della Salute vengono previsti controlli sugli ingressi nel territorio nazionale e un monitoraggio, affidato al Ministero degli Esteri, dei cittadini italiani presenti nelle zone colpite dall’epidemia.  Il dato che impensierisce in maggior misura gli studiosi è il tempo di incubazione del virus che può variare da due fino a ventuno giorni per la trasmissione a contatto con sangue e secrezioni, ed arrivare a 49 giorni per contagio derivante dallo sperma.

Il virus Ebola ha una mortalità che arriva fino al 90%. L'OMS avverte che: "Il rischio di contagio per chi visita le aree infette è comunque molto basso. I viaggiatori devono comunque essere avvertiti e sapere come si trasmette la malattia e come evitarla." L'Ebola si trasmette soprattutto con il sangue e i liquidi corporei. Si rischia soprattutto se si entra in contatto con uomini e scimmie che siano state infettate o che siano già morte.

Tutte le notizie che parlavano di un contagio nell'isola di Lampedusa sono false e infondate. L'OMS assicura che è tutto sotto controllo e decine di laboratori stanno lavorando e studiando una cura, che fino ad ora non esiste. 




STAMINA: TRA CONTRADDIZIONI, INDAGINI, ACCUSE E… DOCUMENTI SEGRETI

A renderci profondamente amareggiati non è l'esito dell'indagine portata avanti dalla Procura di Torino, quanto il reiterato tentativo di distorsione della realtà da parte di buona parte dei media che trattano l'argomento Cure Compassionevoli con superficialità e pressappochismo, ottenendo il solo risultato di recare danno ai pazienti e alle loro famiglie, già duramente provate dal dolore di queste drammatiche patologie. In questo modo si continua deliberatamente a confondere acque che invece devono rimanere rigorosamente separate: da una parte la vicenda giudiziaria (L'equipe Stamina è solo indagata, non è ancora stata riconosciuta colpevole), dall'altra la questione delle cure compassionevoli che nel caso dei 34 pazienti in cura nell'ospedale Pubblico di Brescia sono tutelate per legge

di Cinzia Marchegiani

Stamina è al giro di boa. Dopo tanti annunci della chiusura delle indagini, il procuratore Raffaele Guariniello ha steso il documento con tutti i reati ipotizzati che iscrivono venti persone per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, somministrazione di farmaci pericolosi ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, e conclude (molti vorrebbero sapere come ha fatto se molte famiglie dei pazienti dichiarano che non sono state né ascoltate né hanno depositato le proprie cartelle cliniche) che è una cura non solo inutile ma dannosa: non ci sono stati miglioramenti nella salute dei pazienti ma anzi si sono verificati eventi avversi. Tra gli indagati, venti, oltre a Davide Vannoni che intanto si candida alle Europee, in tutte le circoscrizioni, con il movimento "Io Cambio – Maie", ci sono il suo vice Marino Andolina, neurologi, biologi, otto medici degli Spedali di Brescia (c'è anche Ermanna Derelli, direttore sanitario dell'ospedale) e Carlo Tomino, responsabile dell'ufficio ricerca e sperimentazione clinica dell'Aifa, l'agenzia nazionale del farmaco.

Eppure lo stesso Ministro Balduzzi, nel spiegare che si autorizzava una sperimentazione chiariva che si permetteva contemporaneamente il proseguimento delle infusioni a chi già aveva iniziato le terapie a Brescia con le parole testuali: “la norma si basa sul principio etico per cui un trattamento già avviato che non abbia dato gravi effetti collaterali non deve essere interrotto”.

Un grande mistero dunque, costellato di contraddizioni: cartelle cliniche dei pazienti senza il distinguo tra coloro che effettivamente hanno avuto miglioramenti e condizioni di vita che non rientrano in alcuna letteratura medica, una magistratura, che avrebbe dovuto chiudere le indagini nell’agosto del 2012,  ma che si sono protratte senza riflessioni di sorta al senato quando è stata emanata una legge dello Stato che autorizza la sperimentazione dello stesso metodo.

Discordanze e incongruenze anche tra le valutazioni dei Nas e dell’Aifa rispetto quelle delle provette acquisite dall’ispezione avvenuta nel laboratorio del nosocomio di Brescia poiché, esiste e ci auguriamo stia anche agli atti un documento dell’ISS dove si legge a chiare lettere: “In relazione a notizie di stampa circa l’ispezione da parte dell’Aifa e dei Carabinieri del Nas effettuata nel mese di maggio all’azienda ospedaliera ‘Spedali Civili’ di Brescia si precisa che la presa visione dei campioni, conservati in vapori di azoto liquido presso la sala criogenica del Laboratorio di Cellule Staminali dell’Oncoematologia Pediatrica dell'Azienda Ospedaliera ‘Spedali Civili’ di Brescia, da parte dei membri del commissione di ispezione, è stata effettuata con le dovute precauzioni e in conformità alla buona pratica di laboratorio e alle norme tecniche in ambito criobiologico, al fine di garantire il mantenimento delle caratteristiche biologiche e funzionali delle cellule congelate.

La correttezza della procedura è dimostrata dal fatto che l’analisi della vitalità delle cellule, effettuata presso l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), su campioni prelevati e trasportati in conformità agli standard internazionali previsti per il trasporto di cellule staminali criopreservate ad uso terapeutico (Standard Jacie FACT, Ed. 5, marzo 2012), è risultata essere del tutto adeguata a qualsiasi uso terapeutico. Si sottolinea inoltre che non è stata effettuata nessuna manipolazione che possa mettere a rischio la sterilità dei campioni visionati.” 
Insomma una storia grottesca per lo più portata avanti dalle istituzioni, e ora il documento della chiusura delle indagini, molto prezioso perché pone più dubbi che certezze sul caso stamina, viste le documentazioni mancanti dei pazienti, e le testimonianze dei ministri che pongono un attrito feroce in questa contesa, in cui in mezzo però ci sono piccoli pazienti che hanno ricevuto un ordinanza di proseguimemento dai giudici che hanno visionato cartelle cliniche e la valutazione dei medici curanti che hanno testimoniato i miglioramenti in patologie degenerative che non hanno fluttuazioni, mentre nel documenti di Guariniello si attesta proprio questo evento. 

A parlare ora è il padre della piccola Celeste, che per chi non crede alla potenzialità di questa terapia deve essere proprio una miracolata dal Signore, come anche gli altri bambini che hanno ripreso a respirare, deglutire e produrre movimenti non ascrivibili alle loro malattie, neanche dopo fluttuazione. Gianpaolo Carrer è il Presidente del comitato Cure Compassionevoli e senza giri di parole attacca questo sistema indifferente alla sofferenza e al rispetto etico di regole imprescindibili:

“A renderci profondamente amareggiati non è l'esito dell'indagine portata avanti dalla Procura di Torino, quanto il reiterato tentativo di distorsione della realtà da parte di buona parte dei media che trattano l'argomento Cure Compassionevoli con superficialità e pressappochismo, ottenendo il solo risultato di recare danno ai pazienti e alle loro famiglie, già duramente provate dal dolore di queste drammatiche patologie. In questo modo si continua deliberatamente a confondere acque che invece devono rimanere rigorosamente separate: da una parte la vicenda giudiziaria (L'equipe Stamina è solo indagata, non è ancora stata riconosciuta colpevole), dall'altra la questione delle cure compassionevoli che nel caso dei 34 pazienti in cura nell'ospedale Pubblico di Brescia sono tutelate per legge. Solo questo punto dovrebbe essere al centro dell'attenzione mediatica: i pazienti (per la maggior parte bambini affetti da patologie incurabili e ad esito infausto) non ricevono più infusioni da mesi, nonostante il diritto alla continuità della cura sia sancito dalla legge n° 57/2013 (Ex Decreto Balduzzi) e dalle sentenze dei giudici del Lavoro di tutta Italia.

Il pressappochismo mostrato da buona parte dei canali mediatici e l'assoluta indifferenza delle istituzioni competenti permette alla direzione degli Spedali Civili di Brescia di tergiversare, disertare la corretta programmazione dei ricoveri e rifiutare qualsiasi contatto con i pazienti di cui hanno invece l'obbligo di prendersi carico.

Da mesi i pazienti non ricevono le infusioni cui hanno diritto senza alcuna motivazione legalmente accettabile. Molti di loro hanno già ricominciato ad accusare gravemente l'interruzione delle somministrazioni delle infusioni di staminali secondo il protocollo Stamina.
Riteniamo offensivo che il Ministro della Salute – sotto il cui Ministero ricordiamo essere stata varata la suddetta Legge 57- abbia reputato degna di commento la chiusura dell'inchiesta Stamina (Non sono molto stupita che l'equipe Stamina sia indagata -sono le parole del Ministro-, vedremo l'esito del processo. E' una vicenda che ha tenuto l'Italia con il fiato sospeso e me con molte preoccupazioni e ansie), ma non abbia ravvisato la necessità di esprimere il proprio disappunto nei confronti di un Ospedale Pubblico che si rifiuta di somministrare una terapia prevista per legge e garantita dalla sentenza di un magistrato.”

Questa è l’Italia dei paradossi, un complicato intreccio dove la politica spesso si affida alla magistratura per colmare le proprie incompetenze, la presenza di due rette parallele dove abitano indisturbate lavune vertiginose dove proliferano i conflitti d’interesse in questo campo sanitario.

Chi è andato veramente a verificare quali danni abbiano subito dalle infusioni ricevute (poiché hanno sempre asserito che erano dannose e pricolose) i bambini malati in cura a Brescia. Qualcuno dovrà pur spiegare un giorno a questi malati, ma anche ai nostri figli, la pagina delle tante verità rimasta sotto traccia.

Malati che nella loro sfortuna non hanno soltanto una patologia devastante, ma vedono ostacoli anche nel compiere quello che è il loro diritto alle terapie, terapie di cui le testimonianze dei piccoli che vi si sono sottoposti, registrano evidenti progressi e miglioramenti.

Ciononostante, rimane un magistrato che ha in carico una indagine molto delicata, poiché dopo lo scandalo Novartis Roche scoperto dall’Antitrust, la Soi ha chiesto allo stesso Guariniello di indagare se l’AIFA e l’EMA, in questo fatto specifico, non siano riuscite a valutare la competenza tecnico scientifica a causa di incompetenza o dolo, in merito a due farmaci equivalenti. 

Quindi anche questa un’indagine ancora in corso che deve mettere in luce gli atteggiamenti ancora poco chiari, anzi la Soi stessa ha gettato accuse ben precise, asserendo che l’Aifa andrebbe commissariata. E allora i quesiti sono sempre gli stessi: “Come, un organismo istituzionale possa promuovere due azioni dove l’imputato di un’inchiesta produce documenti e ordinanze nell’altra, quando essa stessa deve essere valutata nella sua competenza. Situazione molto controversa.