STAMINA CONTRO AIFA: QUEL LECITO SOSPETTO

Luca Pani, direttore generale dell’AIFA confessa a “La Stampa” che il Gip ha ordinato il sequestro delle cellule a Brescia per fermare la verifica pre e post infusioni di Noemi Sciarretta, d’altronde anche lui l’avrebbe fatto, mentre nell’atto del sequestro c’è scritto che il follow up l’ospedale era tenuto comunque a farlo! I familiari dei malati in lista di attesa contraddicono pesantemente il dr Pani in merito al suo comunicato 377. Ora si fanno più nette le ombre sull’operato del direttore generale dell’Aifa, ma non solo….

di Cinzia Marchegiani

Come ogni trama che si rispetti, il caso Stamina sta partorendo un assalto scandito da comunicati contestati, sequestri di provette con cellule rocambolesche (ma allora ci sono le cellule nelle provette?) e atti di diffide per non valutare le condizioni di salute pre e post terapia….Tutto è stato fatto, tranne stare accanto ai malati e verificare se le accuse in merito alla pericolosità del preparato infuso ai pazienti avessero basi valide, cioè fare visite mirate con esami dettagliati e scrupolosi per dimostrare l’assioma, visto che al contrario esistono importanti documenti da cui si evince senza sorta di alcun dubbio che le infusioni sono a tutti gli effetti valide per uso terapeutico, come il documento ISS N.173, che aldilà nel dimostrare “giustamente” come l’analisi delle provette acquisite dai Nas siano state effettuate in conformità della buona pratica di laboratorio e alle norme tecniche in ambito criobiologico, afferma anche che le cellule erano vitali e quindi il “preparato valido ad uso terapeutico” (in fondo l’italiano ha la sua valenza). E non si può certo sminuire il comunicato degli Spedali Civili di Brescia pubblicato sul sito dell’azienda ospedaliera il 7 novembre 2012 che sul follow up di alcuni pazienti, citando lo stesso documento:“In riferimento alle notizie comparse sull’ANSA e altri quotidiani nazionali e provinciali in merito alle terapie con cellule staminali praticate a 12 pazienti ad “uso compassionevole” presso gli Spedali Civili di Brescia, e in particolare per i bambini Celeste, Smeralda e Daniele, disposte dal giudice, corre l’obbligo di segnalare che per nessun paziente sono stati registrati eventi avversi o complicanze. I follow up non hanno evidenziato, ad oggi, per questi pazienti situazioni a rischio. A conferma di quanto sopra evidenziato si richiama il Comunicato stampa del Ministero della Salute n. 173 del 23 agosto 2012 dal titolo “Staminali Brescia: ispezione effettuata secondo le regole” dove si precisa che la procedura “su campioni di cellule prelevati e trasportati in conformità agli standard internazionali previsti per il trasporto di cellule staminali criopreservate ad uso terapeutico (Standard Jacie FACT, Ed. 5, marzo 2012) è risultata essere del tutto adeguata a qualsiasi uso terapeutico”. Lo stesso Istituto ha confermato la sterilità dei campioni e la vitalità delle cellule staminali stesse.”


I Nas e il Giudice Preliminare, la drssa Christillini sequestrano e metteno tutti i sigilli sulle cellule e l’attrezzatura stamina. Nel testo compaiono delle contraddizioni notevoli, in merito al documento inoltrato dal direttore generale dell’Aifa alla Dr.ssa Molino, a Ezio Belleri, commissario Spedali Civili di Brescia, al dr. Ciro Riviezzo, Presidente Tribunale de L’Aquila e il Dr. Nicola Grieco, Presidente Corte di Assise, oltre all’ISS e il Ministero della Salute che riguarda l’atto di diffida alla esecuzione del Protocollo di valutazione pre e post trattamento a base di cellule preparate con il metodo stamina, richiesto dalla stessa drssa Molino, nella supposta qualità di ausiliario del giudice. Infatti il sequestro in merito invece parla chiaro sui follow up:”Si può anche osservare, a latere, che in molti casi, se non tutti, non sembravano ricorrere le circostante di assoluta gravità di emergenza, che le caratteristiche cliniche nei pazienti possano giustificare un ‘uso compassionevole’. Inoltre si deve notare che non solo non esisteva un piano sperimentale come sarebbe stato necessario in una vera sperimentazione clinica, ma neanche un piano di diagnosi, monitoraggio, e follow up dei pazienti, che invece rientra nelle procedure di natura strettamente assistenziali che si attendono da un presidio ospedaliero del livello degli Spedali Civili di Brescia.” Cosa sta accadendo? E poi per finire sul sito dell’Aifa, Luca Pani pubblica in formato PDF la sua intervista pubblicata su La Stampa dove si legge senza dover lavorare di fantasia che il sequestro è dovuto per fermare le valutazioni pre e post infusione della piccola Noemi…praticamente è stato bloccata l’infusione perché si poteva approfondire la pericolosità o non della metodica, ma soprattutto gli effetti che poteva sortire su Noemi. Si legge:”Del resto hanno fatto una cosa grave, è logico che un PM abbia proceduto in tal senso: non si possono condurre accertamenti e analisi da sperimentazione clinica-fase uno nascondendoli dietro la copertura delle terapie di infusione. Non una terapia ma un trattamento illegale per le norme italiane, europee e internazionali”, e poi “Non è stata minimamente inibita l'infusione che Noemi avrebbe potuto fare normalmente come era accaduto con Celeste la settimana scorsa. Non si è impedito l'emocromo o altri esami,ma non ci si può arrogare il diritto di fa sperimentazione al di fuori della legge. Se avessero rispettato le decisioni del giudice del lavoro, che non c'entra nulla con gli aspetti penali in cui gli ideatori di Stamina sono coinvolti, il sequestro non ci sarebbe stato. Invece hanno tentato di forzare il tipo di reato per cui sono stati rinviati a giudizio. Il padre di Noemi indirettamente se l'è presa anche con l'Aifa che ha diffidato l'ospedale dal fare esami su Noemi, poi sono arrivati i Nas .. Sono stati i responsabili di Stamina ad avere di fatto impedito l'infusione a Noemi. Ci sarebbe stata come c'è stata per Celeste. Questa è la verità. Sarebbe forse il caso che si prendessero delle responsabilità anche nei confronti dei genitori dì questi bambini e inizino a dire come stanno le cose».
L’Aifa ha bloccato con l’ordinaza il trasferimento (e non la terapia) delle cellule per fare la convalida a Miami dal professor Camillo Ricordi, e ora, il sequestro, come asserisce Pani, è un mezzo per impedire le valutazioni pre e post infusioni. Ci si chiede alla luce di questa testimonianza e delle contraddizioni ormai evidenti, se il disegno, condannato da più fronti, si stia realizzando. Il dubbio amletico è sapere se ai burocrati interessa la vita di questi malati e il loro futuro o una via per non verificare la terapia e quindi depennare i possibili percorsi validi per questi malati rari…la prova fallita del ministro Lorenzin di inserire una norma nel decreto presentato l’8 agosto 2014 per eliminare stamina, emerge ancora con tutta la sua forza. Perché si vuole soffocare la verità ostacolando le valutazioni? Tracciando le somme è lecito il sospetto su questa gigantesca tragistoria. 

Per ultimo, ma non per importanza l’Osservatore d’Italia ha intervistato i familiari dei malati in lista di attesa che si sono sentiti chiamare in causa dal comunicato pubblicato il 25 agosto 2014 sul sito dell’Aifa dal dr Luca Pani, che sotto al titolo”Caso Stamina: da AIFA risposte concrete ai genitori dei bimbi in lista d’attesa, dichiarava:”In relazione a notizie apparse recentemente su qualche agenzia di stampa o sui social media riguardo al presunto disinteresse da parte di organi e agenzie del Ministero della Salute circa le condizioni di salute di piccoli malati in attesa di ricevere il cosiddetto “metodo Stamina”, l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) intende precisare di aver ricevuto, anche per il tramite del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, diverse richieste da genitori di alcuni bambini in lista d'attesa e di aver provveduto tempestivamente a coordinare le consulenze cliniche e scientifiche con esperti nazionali e internazionali sino a delle visite mediche che si sono regolarmente svolte nei mesi passati. L'AIFA, nel rispetto del codice deontologico, del segreto professionale e della privacy delle famiglie, non fornirà ulteriori elementi o informazioni che possano identificare i pazienti, e ribadisce la sua piena disponibilità a supportare tutte le richieste di sperimentazioni cliniche eseguite in ottemperanza alle norme nazionali ed europee.”

Queste le loro risposte pervenuteci:

Famiglia Ponta, genitori di Sofia:"Da quando a Sofia sono state interrotte le terapie compassionevoli di Brescia lo scorso dicembre, non abbiamo mai ricevuto alcuna proposta di terapia alternativa da parte del Sistema Sanitario, di Aifa, né di nessuna altro. Né tanto meno siamo mai stati contattati dal Prof. Pani. L'aspetto più drammatico di tutta la vicenda non sono le false dichiarazioni, ma il fatto che, una volta privati della terapia compassionevole, i nostri bambini siano stati rispediti a casa con un biglietto di sola andata verso l'abbandono assoluto da parte della stessa comunità scientifica che nell'ultimo anno si è fatta paladina della loro salute, dichiarando a gran voce su tutti i media la pericolosità della cura compassionevole che spetta loro di diritto, senza mai mettere mano al microscopio. Una terapia alternativa per curare i nostri figli? Non ce l'ha proposta nessuno. Peggio. Nessuno si è occupato di lenire le loro sofferenze. Sofia e gli altri pazienti oggi affogano agonizzanti nel mare di limiti e inconcludenza della medicina ufficiale. Nessuno è venuto a spiegarci perché in Italia si vara una legge nel marzo 2013 (57) e a partire da dicembre dello stesso anno, sotto il medesimo Parlamento e lo stesso Ministero, la si calpesta serenamente come se non abitassimo in un paese democratico. Legge e sentenze dei tribunali dimenticate con la stessa disinvoltura con cui si calpestano diritti, salute e sofferenze dei nostri figli.”

Famiglia Mezzina, genitori di Federico:” E' vero, massima disponibilità e tempestività nelle risposte, ma alla fine un bel pugno di mosche nelle mani…La nostra avventura con il Ministro Lorenzin nonché con AIFA comincia ai primi di maggio 2014, con l'incontro a quattrocchi con il Ministro. Dopodiché, con enormi insistenze telefoniche e via e-mail, si arriva ad una semplice lista di clinical trial in corso, semplicemente recuperata sul sito americanowww.clinicaltrial.gov (noi li avevamo già guardati a gennaio 2013). Ci viene chiesto di sottoporre il piccolo Federico ad una visita specialistica con uno dei massimi esperti nel Morbo di Krabbe, in modo da poter contare su un idoneo parere tecnico-scientifico. Bene si parte, si va a Roma per ricevere una relazione in inglese di 10 righe (non undici o più righe, solo 10!!), relazione su carta semplicemente bianca e non su carta intestata, relazione per giunta NON FIRMATA! In queste 10 righe si fanno cenni al tipo di gravidanza, del peso alla nascita, ai primi mesi di vita di Federico… E scusate se vi sembra poco… 
Senza andar troppo per le lunghe, dopo mesi di insistenza, si è arrivati alla conclusione che i trial in corso sono solo per asintomatici o comunque per casi non compromessi e problematici come Federico. Pertanto la risposta concreta ai genitori è giunta, la fine è segnata. Tutti a casa, la festa è finita.”

Famiglia Franchi, genitori di Ludovica:” Nessuno ci ha mai contattato né per visitare Ludovica né per proporci terapie alternative. Dalla diagnosi ad oggi abbiamo contattato i maggiori esperti di malattie lisosomiali e rixercatori italiani e stranieri ma la rispoata e' stata sempre la stessa : ha ormai manifestato i sintomi non c'e' piu' niente da fare. Per quanto riguarda una valutazione oggettiva sullo Stato della malattia nonosrante la mia richiesta scritta presso il centro delle malattie rare del bambino Gesù di Roma non ho avuto nessun riscontro . La conclusione e' che non esiste un protocollo per esaminare l'andamento della malattia. Durante l'ultimo dh (day hospital) eseguito a fine luglio tranne che semplici esami del sangue non hanno voluto sottoporre Ludovica a nessun esame strumentale .L' andanento della malattia mi hanno i detto i medici che la seguono viene valutata secondo lo stato clinico della bambina riferito dai genitori. Quindi per lavarsi le mani va bene il mio giudizio per certificare l'utilita' della terapia con Stamina no!”

Famiglia Guercio, genitori di Sebastian: “Riguardo il nostro rapporto con Luca Pani dell 'Aifa…io volevo farle presente che dopo le 5 infusioni,l ultima a dicembre dell anno scorso,abbiamo presentato due ricorsi al tribunale di Modena ma sono stati rigettati entrambi, noi abbiamo fatto richiesta a l ministro della Salute e all Aifa di far accedere Sebastian ad Isis (farmaco testato in Canada che ha già superato le prime due fasi) come cura compassionevole per Sebastian presso l ospedale Gaslini di Genova,dato che adesso loro dicono di aver dato altre soluzioni a noi famiglie. Volevo solo smentire,sarà che dopo 4 mesi,dopo vari sms e email al ministro,al dottor Pani e all ospedale di Genova ad oggi siamo senza una risposta e senza un aiuto concreto. Intanto Sebastian peggiora sempre di più,e siamo sempre più soli e abbandonati,quale alternativa a Stamina,o ad Isis se non l’eutanasia in Svizzera per nostro figlio? Questa e' l'unica strada che ci rimane percorribile se nessuno farà niente per lui..”

Famiglia Camiolo, genitori si Smeraldina: “Mia figlia Smeralda iniziò il suo percorso con Stamina presso Spedali a Gennaio 2012, ma tutto ebbe inizio già nel Dicembre 2013 subito dopo l'accordo fatto tra l'azienda e la fondazione. Tutto questo grazie e tramite il SSN. A Maggio 2012 con la prima ordinanza Aifa entrò nella nostra vita questa agenzia il suo direttore LucaPani. A quei tempi non c'era attenzione mediatica,non c'erano vip né sostenitori ma solo poche famiglie a cui dall’oggi al domani viene detto "si chiude tutto perché è pericoloso. Unico problema era che chi diceva questo era lo stesso che ne aveva autorizzato l'avvio, almeno per quanto ci era dato sapere. Scrissi a tutti, all ISS, AIfa, Procuratore della Repubblica e sin anche al Presidente della Repubblica,e fu proprio grazie a quest ultimo che venni contattato proprio da Aifa nella persona del Dr.Pani il quale non fece altro che ripetere quanto scritto dall’ordinanza. Apprezzai molto comunque l'apertura quanto meno nel contattarci e la ritenni un buon canale di comunicazione per cercare di far chiarezza; gli risposi in maniera articolata (supportato dai legali e dagli specialisti) di fatto contestando e ponendo delle domande specifiche ai vari punti. Pani mi rispose sotto due aspetti. Morale : affermando quando vicino mi fosse e quanto capisse che un genitore sfiderebbe sin anche le leggi di gravità…a questo risposi ringraziandolo per il pathos messo nel comprendere ma ricordandogli che sono si un papa' addolorato ma non sono un idiota…conosco perfettamente le leggi della gravita' e mai le sfiderei!! Il secondo fu tecnico: mi allegò un elenco di circa 10 cell factory (alcune delle quali S.p.a.) dicendoci che quelle erano accreditate e potevamo rivolgerci a loro… e null altro. Questo non la considero una "alternativa" in quanto non vi era un riferimento,un equipe a cui rivolgersi,un percorso indicatoci e realizzabile. Mesi dopo ricevemmo una email dal Ministero della Salute dove addirittura ci dissero che in alcune strutture, una delle quali sita in Roma erano pronti ad aiutare Smeralda. Risposi ma forse il piccione che porta la risposta ha trovato brutto tempo. Mai più sentito nessuno, mai nessuna alternativa ne supporto atto ad assistere degli "avvelenati" per quanto sostengono questi soggetti. Sorvolo sulla palese "palla al balzo" presa per attribuire colpe e meriti su un’azione che venne richiesta in data 14/08 mentre le richieste di valutazione (che oggi vengono chiamate sperimentazione di fase uno) sono avvenute solo del 20, fanno parte di questo delirio che dura ormai da anni ma non potremo mai sorvolare sul tentativo di bloccare la magistratura ordinaria che ordina le infusioni, sul sequestro di materiale biologico che appartiene ai nostri figli, sulla poca chiarezza e sulle leggi dello stato disapplicate. Mi auguro di non sentire più inni al non adempimento perché è un reato incitare al non rispetto delle sentenze. Potessi chiedere, piuttosto che parlare di artefatti per non dare risposte, chiederei come mai proprio questo signore e l'agenzia da lui diretta ha impedito a Gennaio la verifica a Miami tramite il Prof Ricordi, luminare con oltre 600 pubblicazioni e che dirige due dei più importanti centri di ricerca degli Stati Uniti, un vanto Italiano all'estero che avrebbe solo dato risposte concrete e non ‘supposizioni’ o peggio…illazioni (Hiv,epatiti,mucche pazze…).”

Famiglia Lorefice, genitori di Rita, morta il 3 giugno 2104, con una sentenza che autorizzava il nosocomio a procedere al trattamento: “Le terapie le abbiamo chieste al Bambin Gesù, dove è stata fatta la diagnosi ma ci è stato detto che era inutile cercare perché in nessun posto c'era qualcosa. Abbiamo anche telefonato ad altri ospedali italiani che ci rispondevano che era inutile portare Rita perché non avrebbero potuto fare nulla! Con Rita il problema è anche stato che tra una infusione e l'altra a Brescia hanno sempre fatto passare troppo tempo, due mesi e mezzo/ 3 (tranne che tra la prima e la seconda infusione che hanno rispettato i tempi) e con la malattia di Rita questo tempo eccessivo non dava modo di stabilizzare i risultati”
Ricordiamo il dr Giannone aveva dato valutazioni positive post infusioni, documentate da certificati strumentali.

Famiglia Sciarretta, genitori di Noemi: "Nonostante avessi avuto un colloquio, che tutti i giornali hanno riportato, con il Ministro Lorenzin, nessuno mi ha mai contattato, eppure conoscono la gravità di mia figlia. Neanche il Dr Pani ci ha illustrato qualche alternativa, anzi è intervenuto contro mia figlia, e non ho avuto il piacere di confrontarmi. Nessun medico o informazione o vicinanza ai malati che tutt’oggi sono invisibili alle istituzioni che invece riportano sempre la loro sensibilità al riguardo. Noemi e' una bambina che riesce ad andare avanti solo ed esclusivamente grazie ai propri genitori che la assistono giornalmente. Una bimba affetta da Sma ha bisogno di assistenza 24 h su 24h perché' non riesce a fare nessun minimo gesto anche più' banale senza che venga assistita. Un bambino affetto da Sma dovrebbe avere perlomeno sul luogo un assistenza ben ramificata soprattutto nella gestione dell’emergenza/urgenza e medici in grado di saper gestire con formazione la patologia. Noemi oltre ad avere la Sma e' una bimba come tutte le altre che possono prendere malanni , raffreddori, tosse ma se non gestiti con professionalità' e attenzione possono essere letali. C'è' un centro di riferimento nelle asl sulle malattie rare con personale qualificato soprattutto nelle malattie neurodegenerative? Forse su carta si ma in pratica no! Chi si rende partecipe nell’accanirsi contro il più debole deve solo sentire dentro di se un senso di ripudio e vergogna. Il vero Delitto è' intaccare la nostra libertà' ! La libertà di scegliere cosa e' più giusto per noi senza che nessuno lo faccia per noi…Per avere la vera libertà' bisogna combattere, altrimenti devi accontentarti di una libertà' non tua ma condizionata, guidata da chi è' più forte di te ma indifferente al tuo essere. in verità' a lui non interessa di te! Ora se non avete nulla da offrire fatevi da parte e lasciateci liberi di decidere “

Famiglia Genova, genitori di Gioele: “La nostra situazione è ben conosciuta all’Aifa e al resto d’Italia. Dobbiamo chiamare noi per avere informazioni? Siamo stati lasciati nel buio totale, nessuna indicazione, conforto o aiuto. Siamo invisibili, e nel silenzio si spera che il problema si tolga dalla radice? Siamo fastidiosi perché per noi la vita è un dono e non accompagniamo alla morte i nostri figli. Ognuno è libero di fare le proprie scelte, ma è anche giusto che altrettanto vengano rispettati i principi di cui ci nutriamo. E questo non sta accadendo. Ci si riempie di belle parole, che nei fatti vengono smentiti. La dignità è il rispetto che i malati pretendono sia rispettata… Ma non è così! E’ un brutto vedere, e nonostante tutto ogni giorno si deve assistere a queste farneticazioni!” 

Famiglia Persichillo, genitori di Daniele:”Abbiamo incontrato il Ministro Lorenzin a Zagarolo, durante la sua campagna elettorale per le europee…oltra a dirci di dargli tanto amore e fargli fare la fisioterapia, non ha saputo dirci altro. Un genitore cui viene data la sentenza di una diagnosi così pesante, sa benissimo come deve muoversi e cosa deve fare, lo impara subito. Ringrazio di queste illuminati consigli, ma chiedo rispetto per la libertà di curarsi, quando non ci sono valide alternative. Riguardo al comunicato dell’ISS, il ministro Lorenzin lo classificò datato, mi chiedo come fa l’unico certificato che descrive valido il preparato ad uso terapeutico, (quando non mi ha detto che non esistono prove di pericolosità dello stesso) ad essere così palesemente dimenticato. I nostri figli meritano molto di più, noi come genitori li tuteliamo e li curiamo con l’amore e con tutte i possibili ausili a disposizione, mi chiedo lo Stato cosa stia facendo.”

Famiglia Larcher, genitori di Desirèe: "Desireè' ha ricevuto la sua ultima infusione il 7 gennaio 2014….x lei è stata la sua 4 infusione di cellule staminali con il metodo Stamina……la sua atroce malattia, chiamata Atrofia muscolare spinale, non ha nessuna possibilità terapeutica….non esiste nemmeno uno sciroppo x aiutarla a guarire o tanto meno ad arrestare il decorso della malattia….avuta la diagnosi ci siamo rivolti ai centri di eccellenza nel nostro paese per avere delle risposte adeguate, ma abbiamo avuto solo delle risposte negative per la SMA non esiste niente, se non dei supporti ventilatori per sostenere la malattia.

Desireè e nota a Aifa e ministero della salute perché è  reduce da altra terapia staminale del burlo Garofalo di Trieste al quale siamo giunti in via compassionevole e lo stesso abbiamo fatto per la terapia Stamina a Brescia. Desireè doveva ricevere le infusioni di cellule staminali ancora nel 2011, era la tredicesima, dei primi 12 pazienti ammessi dal comitato etico dell'ospedale di Brescia, ma è ' stata "scavalcata" dai famigliari dei medici dell'ospedale bresciano e alle terapie è arrivata nel maggio 2013. Né ministero della salute, né tanto meno Aifa, ci hanno mai contattato per proporci o suggerirci terapie sperimentali autorizzate,n'è tanto meno nessun medico e' mai venuto a visitare Desireè in questi due anni. Nostra figlia come tutti gli altri bambini in terapia a Brescia sono diventati invisibili, sono dei pazienti di serie b buttati fuori da un ospedale pubblico italiano, quando sono autorizzati da leggi e sentenza che ordinano le terapie.

In uno stato di diritto, non valle più nemmeno l'ordinanza di un giudice, superata da interesse sporchi e vigliacchi di chi ci governa e amministra."

Ora sia fatta luce..

 

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Luca Pani, direttore generale dell’AIFA confessa a “La Stampa” che il Gip ha ordinato il sequestro delle cellule a Brescia per fermare la verifica pre e post infusioni di Noemi Sciarretta, d’altronde anche lui l’avrebbe fatto, mentre nell’atto del sequestro c’è scritto che il follow up l’ospedale era tenuto comunque a farlo! I familiari dei malati in lista di attesa contraddicono pesantemente il dr Pani in merito al suo comunicato 377. Ora si fanno più nette le ombre sull’operato del direttore generale dell’Aifa, ma non solo….

di Cinzia Marchegiani

Come ogni trama che si rispetti, il caso Stamina sta partorendo un assalto scandito da comunicati contestati, sequestri di provette con cellule rocambolesche (ma allora ci sono le cellule nelle provette?) e atti di diffide per non valutare le condizioni di salute pre e post terapia….Tutto è stato fatto, tranne stare accanto ai malati e verificare se le accuse in merito alla pericolosità del preparato infuso ai pazienti avessero basi valide, cioè fare visite mirate con esami dettagliati e scrupolosi per dimostrare l’assioma, visto che al contrario esistono importanti documenti da cui si evince senza sorta di alcun dubbio che le infusioni sono a tutti gli effetti valide per uso terapeutico, come il documento ISS N.173, che aldilà nel dimostrare “giustamente” come l’analisi delle provette acquisite dai Nas siano state effettuate in conformità della buona pratica di laboratorio e alle norme tecniche in ambito criobiologico, afferma anche che le cellule erano vitali e quindi il “preparato valido ad uso terapeutico” (in fondo l’italiano ha la sua valenza). E non si può certo sminuire il comunicato degli Spedali Civili di Brescia pubblicato sul sito dell’azienda ospedaliera il 7 novembre 2012 che sul follow up di alcuni pazienti, citando lo stesso documento:“In riferimento alle notizie comparse sull’ANSA e altri quotidiani nazionali e provinciali in merito alle terapie con cellule staminali praticate a 12 pazienti ad “uso compassionevole” presso gli Spedali Civili di Brescia, e in particolare per i bambini Celeste, Smeralda e Daniele, disposte dal giudice, corre l’obbligo di segnalare che per nessun paziente sono stati registrati eventi avversi o complicanze. I follow up non hanno evidenziato, ad oggi, per questi pazienti situazioni a rischio. A conferma di quanto sopra evidenziato si richiama il Comunicato stampa del Ministero della Salute n. 173 del 23 agosto 2012 dal titolo “Staminali Brescia: ispezione effettuata secondo le regole” dove si precisa che la procedura “su campioni di cellule prelevati e trasportati in conformità agli standard internazionali previsti per il trasporto di cellule staminali criopreservate ad uso terapeutico (Standard Jacie FACT, Ed. 5, marzo 2012) è risultata essere del tutto adeguata a qualsiasi uso terapeutico”. Lo stesso Istituto ha confermato la sterilità dei campioni e la vitalità delle cellule staminali stesse.” Qui il link http://www.spedalicivili.brescia.it/servizi/notizie/notizie_fase02.aspx?ID=2308

I Nas e il Giudice Preliminare, la drssa Christillini sequestrano e metteno tutti i sigilli sulle cellule e l’attrezzatura stamina. Nel testo compaiono delle contraddizioni notevoli, in merito al documento inoltrato dal direttore generale dell’Aifa alla Dr.ssa Molino, a Ezio Belleri, commissario Spedali Civili di Brescia, al dr. Ciro Riviezzo, Presidente Tribunale de L’Aquila e il Dr. Nicola Grieco, Presidente Corte di Assise, oltre all’ISS e il Ministero della Salute che riguarda l’atto di diffida alla esecuzione del Protocollo di valutazione pre e post trattamento a base di cellule preparate con il metodo stamina, richiesto dalla stessa drssa Molino, nella supposta qualità di ausiliario del giudice. Infatti il sequestro in merito invece parla chiaro sui follow up:”Si può anche osservare, a latere, che in molti casi, se non tutti, non sembravano ricorrere le circostante di assoluta gravità di emergenza, che le caratteristiche cliniche nei pazienti possano giustificare un ‘uso compassionevole’. Inoltre si deve notare che non solo non esisteva un piano sperimentale come sarebbe stato necessario in una vera sperimentazione clinica, ma neanche un piano di diagnosi, monitoraggio, e follow up dei pazienti, che invece rientra nelle procedure di natura strettamente assistenziali che si attendono da un presidio ospedaliero del livello degli Spedali Civili di Brescia.” Cosa sta accadendo? E poi per finire sul sito dell’Aifa, Luca Pani pubblica in formato PDF la sua intervista pubblicata su La Stampa dove si legge senza dover lavorare di fantasia che il sequestro è dovuto per fermare le valutazioni pre e post infusione della piccola Noemi…praticamente è stato bloccata l’infusione perché si poteva approfondire la pericolosità o non della metodica, ma soprattutto gli effetti che poteva sortire su Noemi. Si legge:”Del resto hanno fatto una cosa grave, è logico che un PM abbia proceduto in tal senso: non si possono condurre accertamenti e analisi da sperimentazione clinica-fase uno nascondendoli dietro la copertura delle terapie di infusione. Non una terapia ma un trattamento illegale per le norme italiane, europee e internazionali”, e poi “Non è stata minimamente inibita l'infusione che Noemi avrebbe potuto fare normalmente come era accaduto con Celeste la settimana scorsa. Non si è impedito l'emocromo o altri esami,ma non ci si può arrogare il diritto di fa sperimentazione al di fuori della legge. Se avessero rispettato le decisioni del giudice del lavoro, che non c'entra nulla con gli aspetti penali in cui gli ideatori di Stamina sono coinvolti, il sequestro non ci sarebbe stato. Invece hanno tentato di forzare il tipo di reato per cui sono stati rinviati a giudizio. Il padre di Noemi indirettamente se l'è presa anche con l'Aifa che ha diffidato l'ospedale dal fare esami su Noemi, poi sono arrivati i Nas .. Sono stati i responsabili di Stamina ad avere di fatto impedito l'infusione a Noemi. Ci sarebbe stata come c'è stata per Celeste. Questa è la verità. Sarebbe forse il caso che si prendessero delle responsabilità anche nei confronti dei genitori dì questi bambini e inizino a dire come stanno le cose».
L’Aifa ha bloccato con l’ordinaza il trasferimento (e non la terapia) delle cellule per fare la convalida a Miami dal professor Camillo Ricordi, e ora, il sequestro, come asserisce Pani, è un mezzo per impedire le valutazioni pre e post infusioni. Ci si chiede alla luce di questa testimonianza e delle contraddizioni ormai evidenti, se il disegno, condannato da più fronti, si stia realizzando. Il dubbio amletico è sapere se ai burocrati interessa la vita di questi malati e il loro futuro o una via per non verificare la terapia e quindi depennare i possibili percorsi validi per questi malati rari…la prova fallita del ministro Lorenzin di inserire una norma nel decreto presentato l’8 agosto 2014 per eliminare stamina, emerge ancora con tutta la sua forza. Perché si vuole soffocare la verità ostacolando le valutazioni? Tracciando le somme è lecito il sospetto su questa gigantesca tragistoria. 

Per ultimo, ma non per importanza l’Osservatore d’Italia ha intervistato i familiari dei malati in lista di attesa che si sono sentiti chiamare in causa dal comunicato pubblicato il 25 agosto 2014 sul sito dell’Aifa dal dr Luca Pani, che sotto al titolo”Caso Stamina: da AIFA risposte concrete ai genitori dei bimbi in lista d’attesa, dichiarava:”In relazione a notizie apparse recentemente su qualche agenzia di stampa o sui social media riguardo al presunto disinteresse da parte di organi e agenzie del Ministero della Salute circa le condizioni di salute di piccoli malati in attesa di ricevere il cosiddetto “metodo Stamina”, l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) intende precisare di aver ricevuto, anche per il tramite del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, diverse richieste da genitori di alcuni bambini in lista d'attesa e di aver provveduto tempestivamente a coordinare le consulenze cliniche e scientifiche con esperti nazionali e internazionali sino a delle visite mediche che si sono regolarmente svolte nei mesi passati. L'AIFA, nel rispetto del codice deontologico, del segreto professionale e della privacy delle famiglie, non fornirà ulteriori elementi o informazioni che possano identificare i pazienti, e ribadisce la sua piena disponibilità a supportare tutte le richieste di sperimentazioni cliniche eseguite in ottemperanza alle norme nazionali ed europee.”

Queste le loro risposte pervenuteci:

Famiglia Ponta, genitori di Sofia:"Da quando a Sofia sono state interrotte le terapie compassionevoli di Brescia lo scorso dicembre, non abbiamo mai ricevuto alcuna proposta di terapia alternativa da parte del Sistema Sanitario, di Aifa, né di nessuna altro. Né tanto meno siamo mai stati contattati dal Prof. Pani. L'aspetto più drammatico di tutta la vicenda non sono le false dichiarazioni, ma il fatto che, una volta privati della terapia compassionevole, i nostri bambini siano stati rispediti a casa con un biglietto di sola andata verso l'abbandono assoluto da parte della stessa comunità scientifica che nell'ultimo anno si è fatta paladina della loro salute, dichiarando a gran voce su tutti i media la pericolosità della cura compassionevole che spetta loro di diritto, senza mai mettere mano al microscopio. Una terapia alternativa per curare i nostri figli? Non ce l'ha proposta nessuno. Peggio. Nessuno si è occupato di lenire le loro sofferenze. Sofia e gli altri pazienti oggi affogano agonizzanti nel mare di limiti, omertà e inconcludenza della medicina ufficiale. Nessuno è venuto a spiegarci perché in Italia si vara una legge nel marzo 2013 (57) e a partire da dicembre dello stesso anno, sotto il medesimo Parlamento e lo stesso Ministero, la si calpesta serenamente come se non abitassimo in un paese democratico. Legge e sentenze dei tribunali dimenticate con la stessa disinvoltura con cui si calpestano diritti, salute e sofferenze dei nostri figli.”

Famiglia Mezzina, genitori di Federico:” E' vero, massima disponibilità e tempestività nelle risposte, ma alla fine un bel pugno di mosche nelle mani…La nostra avventura con il Ministro Lorenzin nonché con AIFA comincia ai primi di maggio 2014, con l'incontro a quattrocchi con il Ministro. Dopodiché, con enormi insistenze telefoniche e via e-mail, si arriva ad una semplice lista di clinical trial in corso, semplicemente recuperata sul sito americanowww.clinicaltrial.gov (noi li avevamo già guardati a gennaio 2013). Ci viene chiesto di sottoporre il piccolo Federico ad una visita specialistica con uno dei massimi esperti nel Morbo di Krabbe, in modo da poter contare su un idoneo parere tecnico-scientifico. Bene si parte, si va a Roma per ricevere una relazione in inglese di 10 righe (non undici o più righe, solo 10!!), relazione su carta semplicemente bianca e non su carta intestata, relazione per giunta NON FIRMATA! In queste 10 righe si fanno cenni al tipo di gravidanza, del peso alla nascita, ai primi mesi di vita di Federico… E scusate se vi sembra poco…
Senza andar troppo per le lunghe, dopo mesi di insistenza, si è arrivati alla conclusione che i trial in corso sono solo per asintomatici o comunque per casi non compromessi e problematici come Federico. Pertanto la risposta concreta ai genitori è giunta, la fine è segnata. Tutti a casa, la festa è finita.”

Famiglia Franchi, genitori di Ludovica:” Nessuno ci ha mai contattato né per visitare Ludovica né per proporci terapie alternative. Dalla diagnosi ad oggi abbiamo contattato i maggiori esperti di malattie lisosomiali e rixercatori italiani e stranieri ma la rispoata e' stata sempre la stessa : ha ormai manifestato i sintomi non c'e' piu' niente da fare. Per quanto riguarda una valutazione oggettiva sullo Stato della malattia nonosrante la mia richiesta scritta presso il centro delle malattie rare del bambino Gesù di Roma non ho avuto nessun riscontro . La conclusione e' che non esiste un protocollo per esaminare l'andamento della malattia. Durante l'ultimo dh (day hospital) eseguito a fine luglio tranne che semplici esami del sangue non hanno voluto sottoporre Ludovica a nessun esame strumentale .L' andanento della malattia mi hanno i detto i medici che la seguono viene valutata secondo lo stato clinico della bambina riferito dai genitori. Quindi per lavarsi le mani va bene il mio giudizio per certificare l'utilita' della terapia con Stamina no!”

Famiglia Guercio, genitori di Sebastian: “Riguardo il nostro rapporto con Luca Pani dell 'Aifa…io volevo farle presente che dopo le 5 infusioni,l ultima a dicembre dell anno scorso,abbiamo presentato due ricorsi al tribunale di Modena ma sono stati rigettati entrambi, noi abbiamo fatto richiesta a l ministro della Salute e all Aifa di far accedere Sebastian ad Isis (farmaco testato in Canada che ha già superato le prime due fasi) come cura compassionevole per Sebastian presso l ospedale Gaslini di Genova,dato che adesso loro dicono di aver dato altre soluzioni a noi famiglie. Volevo solo smentire,sarà che dopo 4 mesi,dopo vari sms e email al ministro,al dottor Pani e all ospedale di Genova ad oggi siamo senza una risposta e senza un aiuto concreto. Intanto Sebastian peggiora sempre di più,e siamo sempre più soli e abbandonati,quale alternativa a Stamina,o ad Isis se non l’eutanasia in Svizzera per nostro figlio? Questa e' l'unica strada che ci rimane percorribile se nessuno farà niente per lui..”

Famiglia Camiolo, genitori si Smeraldina: “Mia figlia Smeralda iniziò il suo percorso con Stamina presso Spedali a Gennaio 2012, ma tutto ebbe inizio già nel Dicembre 2013 subito dopo l'accordo fatto tra l'azienda e la fondazione. Tutto questo grazie e tramite il SSN. A Maggio 2012 con la prima ordinanza Aifa entrò nella nostra vita questa agenzia il suo direttore LucaPani. A quei tempi non c'era attenzione mediatica,non c'erano vip né sostenitori ma solo poche famiglie a cui dall’oggi al domani viene detto "si chiude tutto perché è pericoloso.Unico problema era che chi diceva questo era lo stesso che ne aveva autorizzato l'avvio, almeno per quanto ci era dato sapere. Scrissi a tutti, all ISS, AIfa, Procuratore della Repubblica e sin anche al Presidente della Repubblica,e fu proprio grazie a quest ultimo che venni contattato proprio da Aifa nella persona del Dr.Pani il quale non fece altro che ripetere quanto scritto dall’ordinanza. Apprezzai molto comunque l'apertura quanto meno nel contattarci e la ritenni un buon canale di comunicazione per cercare di far chiarezza; gli risposi in maniera articolata (supportato dai legali e dagli specialisti) di fatto contestando e ponendo delle domande specifiche ai vari punti. Pani mi rispose sotto due aspetti. Morale : affermando quando vicino mi fosse e quanto capisse che un genitore sfiderebbe sin anche le leggi di gravità…a questo risposi ringraziandolo per il pathos messo nel comprendere ma ricordandogli che sono si un papa' addolorato ma non sono un idiota…conosco perfettamente le leggi della gravita' e mai le sfiderei!! Il secondo fu tecnico: mi allegò un elenco di circa 10 cell factory (alcune delle quali S.p.a.) dicendoci che quelle erano accreditate e potevamo rivolgerci a loro… e null altro. Questo non la considero una "alternativa" in quanto non vi era un riferimento,un equipe a cui rivolgersi,un percorso indicatoci e realizzabile. Mesi dopo ricevemmo una email dal Ministero della Salute dove addirittura ci dissero che in alcune strutture, una delle quali sita in Roma erano pronti ad aiutare Smeralda. Risposi ma forse il piccione che porta la risposta ha trovato brutto tempo. Mai più sentito nessuno, mai nessuna alternativa ne supporto atto ad assistere degli "avvelenati" per quanto sostengono questi soggetti. Sorvolo sulla palese "palla al balzo" presa per attribuire colpe e meriti su un’azione che venne richiesta in data 14/08 mentre le richieste di valutazione (che oggi vengono chiamate sperimentazione di fase uno) sono avvenute solo del 20, fanno parte di questo delirio che dura ormai da anni ma non potremo mai sorvolare sul tentativo di bloccare la magistratura ordinaria che ordina le infusioni, sul sequestro di materiale biologico che appartiene ai nostri figli, sulla poca chiarezza e sulle leggi dello stato disapplicate. Mi auguro di non sentire più inni al non adempimento perché è un reato incitare al non rispetto delle sentenze. Potessi chiedere, piuttosto che parlare di artefatti per non dare risposte, chiederei come mai proprio questo signore e l'agenzia da lui diretta ha impedito a Gennaio la verifica a Miami tramite il Prof Ricordi, luminare con oltre 600 pubblicazioni e che dirige due dei più importanti centri di ricerca degli Stati Uniti, un vanto Italiano all'estero che avrebbe solo dato risposte concrete e non ‘supposizioni’ o peggio…illazioni (Hiv,epatiti,mucche pazze…).”

Famiglia Lorefice, genitori di Rita, morta il 3 giugno 2104, con una sentenza che autorizzava il nosocomio a procedere al trattamento: “Le terapie le abbiamo chieste al Bambin Gesù, dove è stata fatta la diagnosi ma ci è stato detto che era inutile cercare perché in nessun posto c'era qualcosa. Abbiamo anche telefonato ad altri ospedali italiani che ci rispondevano che era inutile portare Rita perché non avrebbero potuto fare nulla! Con Rita il problema è anche stato che tra una infusione e l'altra a Brescia hanno sempre fatto passare troppo tempo, due mesi e mezzo/ 3 (tranne che tra la prima e la seconda infusione che hanno rispettato i tempi) e con la malattia di Rita questo tempo eccessivo non dava modo di stabilizzare i risultati”
Ricordiamo il dr Giannone aveva dato valutazioni positive post infusioni, documentate da certificati strumentali.

Famiglia Sciarretta, genitori di Noemi: "Nonostante avessi avuto un colloquio, che tutti i giornali hanno riportato, con il Ministro Lorenzin, nessuno mi ha mai contattato, eppure conoscono la gravità di mia figlia. Neanche il Dr Pani ci ha illustrato qualche alternativa, anzi è intervenuto contro mia figlia, e non ho avuto il piacere di confrontarmi. Nessun medico o informazione o vicinanza ai malati che tutt’oggi sono invisibili alle istituzioni che invece riportano sempre la loro sensibilità al riguardo. Noemi e' una bambina che riesce ad andare avanti solo ed esclusivamente grazie ai propri genitori che la assistono giornalmente. Una bimba affetta da Sma ha bisogno di assistenza 24 h su 24h perché' non riesce a fare nessun minimo gesto anche più' banale senza che venga assistita. Un bambino affetto da Sma dovrebbe avere perlomeno sul luogo un assistenza ben ramificata soprattutto nella gestione dell’emergenza/urgenza e medici in grado di saper gestire con formazione la patologia. Noemi oltre ad avere la Sma e' una bimba come tutte le altre che possono prendere malanni , raffreddori, tosse ma se non gestiti con professionalità' e attenzione possono essere letali. C'è' un centro di riferimento nelle asl sulle malattie rare con personale qualificato soprattutto nelle malattie neurodegenerative? Forse su carta si ma in pratica no! Chi si rende partecipe nell’accanirsi contro il più debole deve solo sentire dentro di se un senso di ripudio e vergogna. Il vero Delitto è' intaccare la nostra libertà' ! La libertà di scegliere cosa e' più giusto per noi senza che nessuno lo faccia per noi…Per avere la vera libertà' bisogna combattere, altrimenti devi accontentarti di una libertà' non tua ma condizionata, guidata da chi è' più forte di te ma indifferente al tuo essere. in verità' a lui non interessa di te! Ora se non avete nulla da offrire fatevi da parte e lasciateci liberi di decidere “

Famiglia Genova, genitori di Gioele: “La nostra situazione è ben conosciuta all’Aifa e al resto d’Italia. Dobbiamo chiamare noi per avere informazioni? Siamo stati lasciati nel buio totale, nessuna indicazione, conforto o aiuto. Siamo invisibili, e nel silenzio si spera che il problema si tolga dalla radice? Siamo fastidiosi perché per noi la vita è un dono e non accompagniamo alla morte i nostri figli. Ognuno è libero di fare le proprie scelte, ma è anche giusto che altrettanto vengano rispettati i principi di cui ci nutriamo. E questo non sta accadendo. Ci si riempie di belle parole, che nei fatti vengono smentiti. La dignità è il rispetto che i malati pretendono sia rispettata… Ma non è così! E’ un brutto vedere, e nonostante tutto ogni giorno si deve assistere a queste farneticazioni!”

Famiglia Persichillo, genitori di Daniele:”Abbiamo incontrato il Ministro Lorenzin a Zagarolo, durante la sua campagna elettorale per le europee…oltra a dirci di dargli tanto amore e fargli fare la fisioterapia, non ha saputo dirci altro. Un genitore cui viene data la sentenza di una diagnosi così pesante, sa benissimo come deve muoversi e cosa deve fare, lo impara subito. Ringrazio di queste illuminati consigli, ma chiedo rispetto per la libertà di curarsi, quando non ci sono valide alternative. Riguardo al comunicato dell’ISS, il ministro Lorenzin lo classificò datato, mi chiedo come fa l’unico certificato che descrive valido il preparato ad uso terapeutico, (quando non mi ha detto che non esistono prove di pericolosità dello stesso) ad essere così palesemente dimenticato. I nostri figli meritano molto di più, noi come genitori li tuteliamo e li curiamo con l’amore e con tutte i possibili ausili a disposizione, mi chiedo lo Stato cosa stia facendo.”

Ora sia fatta luce..




SARDEGNA, CAPO FRASCA DISASTRO AMBIENTALE: INTERVISTA A MAURO PILI UNIDOS, AUTORE DEL VIDEO SHOCK SUI FONDALI PATTUMIERA DI ORDIGNI BELLICI

IN ALLEGATO IL VIDEO DENUNCIA

di Cinzia Marchegiani


Capo Brasca (Sardegna)
– Sardegna l’isola caraibica gioiello e patrimonio della nostra Italia che assieme alla Sicilia rappresentano un cammeo ambientale che il mondo ci invidia. Ma come ogni meraviglia, questi luoghi sono spesso oggetto di sfruttamento dell’uomo e spesso in maniera irreversibile viene danneggiato un patrimonio costruito dalla natura in milioni di anni. In Sardegna i territori coinvolti da servitù nella base militare di Capo Frasca si estendono da Arbus a Terralba, da Santa Giusta a Oristano, da Cabras a Riola Sardo. Il sito della Regione autonoma Sardegna descrive nel dettaglio le attività militari in questa immensa aerea:” Il Poligono di tiro sulla costa occidentale dell'Isola, utilizzato dalle aeronautiche e dalle marine italiane, tedesche e Nato per esercitazioni di tiro a fuoco aria-terra e mare-terra. Vi sono situati impianti radar, eliporto e basi di sussistenza. Occupa una superficie a terra di 14 Kmq e impegna un’ area di sicurezza a mare interdetta alla navigazione. Le ricadute sul territorio comprendono il divieto di esercitare la pesca e la presenza di ordigni inesplosi in mare e in terra. Al poligono è collegato l’aeroporto militare Nato di Decimomannu, situato a sud dell’isola, che rappresenta la base aerea più attiva in Europa. Grava principalmente sulle aree del Comune di Villasor con una superficie di 18,16 kmq, di cui 5,72 kmq di demanio e 12,44 k! mq di servitù. L’aeroporto viene utilizzato da italiani, tedeschi, inglesi e americani, soprattutto per l’addestramento di piloti di aerei supersonici al tiro nel Poligono di Capo Frasca.”

Il deputato di UNIDOS Sardegna Mauro Pili, queste terre le conosce a menadito, è stato presidente della Regione Sardegna e ha ricoperto per due legislature l'incarico di sindaco di Iglesias, oltre  ad aver scritto per La Nuova Sardegna come giornalista. Il temerario Pili ha denunciato pubblicamente il disastro ambientale che ha subito il tratto di mare proprio a Capo Frasca e con un video esclusivo, ad dir poco inquietante, ha mostrato il risultato dell'indagine sottomarina realizzata da UNIDOS sabato scorso che ha permesso di testimoniare, con immagini che lasciano poco alla fantasia, come il fondale marino sia diventato una pattumiera di residui bellici.

Un vero e proprio tappeto di bombe, missili di ogni genere, esplosi e non esplosi, un disastro ambientale senza precedenti, grida Mauro Pili, che intervistato dall'Osservatore d'Italia spiega lo scenario appena denunciato.
 

Onorevole Pili, com'è nata questa indagine sottomarina?

Dall’esigenza sempre più forte di infrangere un muro di silenzio e di omertà sulla devastazione ambientale e naturalistica delle Basi militari in Sardegna. Luoghi straordinari utilizzati non per fare esercitazioni ma per consumare armi al servizio dell’industria bellica nazionale e non solo. Si consumano armi. La persistente azione di “distruzione e deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto” e “distruzione o deturpamento di bellezze naturali” compiuta dalle continue esercitazioni militari che si svolgono all’interno dei siti protetti continua a causare danni gravissimi sia sul piano ambientale, paesaggistico e naturalistico. Dalla documentazione video di Capo Frasca si evince una devastazione ambientale e naturalistica senza precedenti che colpisce e ha colpito in modo permanente e spregiudicato il patrimonio ambientale e naturalistico della Sardegna e nella fattispecie un sito protetto da convenzioni internazionali, norme nazionali e regionali. Un vero e proprio tappeto di bombe, missili di ogni genere, esplosi e non esplosi, un vero e proprio disastro ambientale senza precedenti. La Base militare di Capo Frasca deve essere chiusa e bonificata senza perdere un giorno di tempo. Ogni ora che passa ci sono in pericolo vite umane e non solo. In quel tratto di mare la Nato e non solo hanno scaricato ogni tipo di esplosivo mettendo a repentaglio un tratto di costa vastissimo e riconosciuto come sito di importanza comunitaria. Si tratta di una violazione gravissima del codice penale e tutto questo non può essere tenuto in silenzio.

Insomma ordigni esplosivi scaricati o forse nascosti in questi fondali rappresentano una minaccia reale per la sicurezza pubblica e soprattutto ambientale, cosa ha fatto fin'ora la Regione Sardegna e il governo?

La regione tergiversa. Nicchia e diventa complice. Il governo è complice del sistema. Il Governo, dal Presidente del Consiglio al Ministro dell’Ambiente, passando per quelli della Difesa e dei Beni Culturali hanno proposto risposte evasive e non puntuali soprattutto per quanto riguarda l’accertamento di violazioni di legge in capo ai rispettivi ministeri e più in generale allo Stato. Ci sono leggi dello Stato che impediscono in modo chiaro e ineludibile quello che sta avvenendo a Teulada. Non si può continuare con una gravissima omissione dello Stato sulla violazione di norme di natura internazionale recepite dal parlamento e divenute legge.

Onorevole Pili, ha annunciato una denuncia per il disastro ambientale e naturalistico, ci spiega i dettagli di questa decisione?

Ho deciso di presentare formale denuncia alla Procura della Repubblica chiedendo di valutare l’immediato sequestro dell’area per evitare che le prove e le condizioni del sito vengano ulteriormente manipolate o modificate. Voglio sperare in un intervento deciso e urgente proprio per evitare che si possano consumare non solo altri palesi reati ai danni dell’ambiente ma anche per la sicurezza dell’intera zona. Occorre una bonifica obbligatoria senza ulteriori indugi da parte dello Stato. Il video documento girato ieri di cui mi assumo la responsabilità della divulgazione è la rappresentazione più evidente di quanto sta accadendo e quanto è accaduto in quell’area. Siamo dinanzi ad un disastro ambientale e naturalistico senza precedenti, non più omissibile, e che rientra a pieno titolo nella nuova norma istituita nel 2011 con la modifica del diritto penale ambientale che persegue i reati di “distruzione e deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto”, “distruzione e il deturpamento di bellezze naturali” e “danneggiamento al patrimonio archeologico e storico”. Vi è l’obbligo di fermare questo scempio, di individuare i responsabili e provvedere al risarcimento e al ripristino dei luoghi. Non c’è più tempo da perdere. Ogni giorno di più si configura sempre di più il reiterarsi dei reati richiamati.

Dopo aver pubblicato il video esclusivo ed aver annunciato questa denuncia, con cui chiede al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, a Roberta Pinotti Ministro della Difesa, Dario Franceschini in qualità di Ministro dei Beni Culturali e Gianluca Galletti, Ministro dell’ambiente e del mare e i loro predecessori di valutare se gli stessi, e/o i loro predecessori, abbiano compiuto atti riconducibili per colpa o dolo alle ipotesi di reato qui avanzate, e per quanto riguarda il Ministro dei Beni culturali e il Ministro dell’ambiente e del mare di reati di omissione d’atti d’ufficio o di omesso controllo e tutela dei patrimoni di pertinenza e competenza dei loro rispettivi Ministeri in quanto informati dei fatti, ha ricevuto delucidazioni, insomma si è mosso qualcosa?

I ministri come è dimostrato in questi giorni pensano alla Sardegna solo per farsi le vacanze. Ci vengono solo per le vacanze e qualche comparsata ferragostana davvero grave e priva di quel minimo di buon gusto che avrebbe suggerito minor spudoratezza. Non si è mosso niente. Il governo copre e nasconde queste violazioni di legge. La decisione di innalzare le soglie di inquinamento nelle basi di militari per evitare le bonifiche è la dimostrazione di quanto questo governo sia complice di questo misfatto di Stato. E’ un dovere morale ancor prima che civile denunciare questo misfatto di Stato. Non si può più assistere in silenzio a violazioni palesi di leggi e ad una devastazione che in qualsiasi parte del mondo sarebbe impedita e perseguita penalmente con il ristoro di tutti i danni provocati sia sul piano morale, economico e ambientale nell’area. Noi lavoreremo sul fronte giudiziario e su quello della coscienza civile. Le uniche due leve percorribili per costringere lo Stato a svolgere il suo dovere.

Crede possibile una bonifica in questi fondali, qui vengono a addestrarsi non solo la marina italiana, ma quella tedesca e la Nato, possibile che questi mari di bellissimo e straordinario valore ambientale sia stati usati come una pattumiera? Altre associazioni ambientalistiche sono state attive al riguardo?

La bonifica non è un’opinione. E’ un dovere. Chi inquina paga. Lo Stato ha devastato questi territori. Lo Stato deve ripristinarli così come li ha trovati. E’ la prima volta che si chiede il rispetto di una norma di legge e si denuncia il disastro ambientale come indicato in maniera puntuale nell’art.733 bis del codice penale. Si tratta di una svolta. Il reato è conclamato. Senza mezzi termini. Senza possibilità di discussione. Unidos ha fatto questa scelta operando con un gruppo di legali che hanno supportato la nostra azione politica e giudiziaria. Ora bisogna fare un salto di condivisione. Chi non tergiversa, chi ha posizioni chiare e non ideologiche deve unirsi. A me non interessa quali eserciti bombardino la Sardegna, non faccio tifo per nessuno di essi. Noi siamo contro qualsiasi tipo di violenza alla nostra terra e in questo caso, dal 2011, questo attentato alla nostra isola è un chiaro reato penale visto che il codice è stato modificato introducendo il reato di “distruzione e deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto”, “distruzione e il deturpamento di bellezze naturali” . Questa sarà la nostra azione per liberare la Sardegna da questo peso ormai insopportabile.

L’onorevole Pili spiega a chi lo segue da tempo le sue battaglie:”non chiedetemi se faccio il giornalista o il parlamentare: ogni sardo, che sia giornalista o parlamentare, deve essere sentinella della propria terra e artefice del proprio futuro. Informare è libertà. Conoscere è un dovere. Reagire è un diritto.”




EBOLA VS STAMINA DUE REALTA’ A CONFRONTO CHE CONDANNANO L’ITALIA: ORA SI FACCIA CHIAREZZA

Intanto in Italia ai malati con patologie degenerative viene negata l’accessola terapia stamina ostacolata su vari fronti, legali, istituzionali e dell’informazione. I malati con le malattie rare e degenerative rischiano di morire senza aver avuto la possibilità di ricevere trattamento ancora non sperimentato ma che sull’uomo ormai ha dimostrato di non provocare effetti collaterali. Questione di etica ormai senza appiglio, i magistrati chiariranno se è questione di business, di conflitti d’interesse o di qualcos'altro?

di Cinzia Marchegiani

Ebola e il suo spettro dipinto come la più grave pandemia del secolo fa tirare un bel sospiro di sollievo. Il missionario americano Kent Brantly ricoverato al Emory University Hospital di Atlanta è stato dimesso ieri e anche un'altra operatrice umanitaria americana, Nancy Writebol, due giorni prima. I due missionari erano stati portati ad Atlanta con un volo sanitario e lì..in fin di vita avevano chiesto di essere trattati con il farmaco Zmapp, non testato sugli umani, ma per via compassionevole ne era stato autorizzato la somministrazione. L’ospedale sembra aver eseguito accurati esami del sangue e delle urine dei due pazienti, e dopo previa consultazione con il CDC, i laboratori governativi statunitensi, si è deciso che potevano essere dimessi certi che ciò non comporta alcun rischio per la sicurezza della società.
Si legge dalle news americane che il dr Bruce Ribner, direttore medico dell'unità di malattie infettive dell'ospedale ha spiegato l’evento: "Dopo un rigoroso corso di trattamento e dei test, il team sanitario Emory ha stabilito che entrambi i pazienti hanno recuperato dal virus Ebola e possono tornare alle loro famiglie e comunità, senza preoccupazione per la diffusione di questa infezione agli altri. Siamo profondamente grati per l'opportunità di aver applicato la nostra formazione, la nostra attenzione e la nostra esperienza per soddisfare le loro esigenze. Tutti noi che hanno lavorato con loro sono stati colpiti dal loro coraggio e determinazione."
I missionari Brantly e Writebol contagiati da Ebola, hanno potuto ricevere le dosi di un farmaco sperimentale, chiamato Zmapp, che si compone di tre anticorpi monoclonali "umanizzati" fabbricati in piante, in particolare Nicotiana, un cocktail ottimizzato combinando il meglio componenti MB-003 (Mapp) e ZMAb (Defyrus / PHAC). Lo ZMappTM era stato identificato come un candidato farmaco nel gennaio 2014 e non era ancora stato valutato per la sicurezza nell'uomo. Ora gli esperti hanno detto che non è possibile concludere che Zmapp sia stato il responsabile, ovviamente sappiamo tutti ormai che sarebbe opportuna una sperimentazione clinica adeguata.

Ma la vera notizia comunque è che per via compassionevole il governo ha autorizzato questa terapia, da cui poi è stata sollevata la questione etica e il dubbio amletico se poter somministrare dei potenziali farmaci (ancora non testati sull’uomo) ai malati in Africa. La deregolamentazione avvenuta ad Atlanta ha sollevato un vero vespaio sulla grande questione etica da spiegare al mondo che incredulo osservava la discriminazione avvenuta e così l’OMS, previa consultazione di vari scienziati in una conferenza stampa dichiarava che per un principio etico veniva autorizzata la loro somministrazione anche ai malati di Ebola in Africa:”Il recente trattamento di due operatori sanitari infettati con il virus Ebola con la medicina sperimentale, ha sollevato interrogativi sul fatto che il farmaco che non è mai stato testato e dimostrato di essere al sicuro per le persone dovrebbero essere utilizzati nel focolaio, e, data la quantità estremamente limitata di medicina disponibile, se viene utilizzato, chi dovrebbe riceverlo.”

Una storia piena di ombre e l’Osservatore d’Italia già in un altro articolo aveva messo in luce un’ambiguità su queste decisioni, poiché il lotto di 800-1000 dosi di TMK-EBOLA inviati in Africa dalla Tekmira Pharmaceutical Corporational di Vancouver era stata già autorizzata molto prima dalla FDA (Food and Drug Administration) per condurre test limitati di un vaccino contro Ebola negli esseri umani, e a documentarlo è lo stesso comunicato dell’azienda che il 7 agosto con grande soddisfazione e orgoglio comunicava che la US Food & Drug Administration (FDA) abilitava l’uso della sperimentazione terapeutica di Tekmira in pazienti con infezione da Ebola, confermando verbalmente di aver modificato la stiva clinico completo immessi sul Investigational New Drug Application TKM-Ebola (IND) a una presa clinico parziale. Non solo, questa autorizzazione è figlia di una sperimentazione del farmaco vaccino TKM-Ebola, sviluppato nell'ambito di un contratto di 140 milioni dollari con la US Department of Defense Medical Contromisure Sistemi BioDefense Therapeutics (MCS-BDTX) misto Product Management Office, lavoro condotto sotto contratto con il Dipartimento della Difesa statunitense Joint Project Manager Medical contromisure Systems (JPM-MCS). Comunque la concessione è avvenuta nel marzo 2014 alla Tekmira della designazione Fast Track dalla US Food and Drug Administration per lo sviluppo di TKM-Ebola, grazie alla sezione 112 (datata 1997) nel FDAMA (Modernization Act Food and Drug Administration) che tramite l’"Expediting studio e l'approvazione dei farmaci fast track" incaricava l'Agenzia per facilitare lo sviluppo e accelerare revisione di farmaci e prodotti biologici destinati per il trattamento di condizioni gravi o pericolose per la vita e che dimostrano il potenziale per affrontare le esigenze mediche insoddisfatte.
Se la notizia arrivata oltreoceano delle dismissioni dall’ospedale di Atlanta dei due missionari americani solleva e non poco per gli scenari che andavano ad allarmare la sicurezza pubblica dell’intero pianeta, di fatto ha squarciato come un coltello una bellissima vela che rappresenta la giustizia e i diritti sanciti dalla nostra costituzione italiana. Ebola ha aperto una grande crepa sul mondo dei farmaci e le loro regole che evidentemente in America e il resto del mondo possono subire la deregolamentazione, poiché davanti al concreto pericolo di morte si può concedere la somministrazione anche di un farmaco non testato per provare a salvare la vite delle persone.

In Italia con le infusioni delle staminali con il metodo Stamina è accaduto di tutto, e in barba ad una legge di Stato, alla Costituzione italiana, è stata aggredita una speranza che dal 2011 ha dimostrato tra l’altro, e tutto certificato da un ospedale pubblico, che non solo non è segreto il preparato infuso, ma non ha dato effetto collaterale facendo invece registrare miglioramenti certificati dai medici che seguono i malati e non certo dalla cartelle cliniche in possesso agli Spedali civili di Brescia ora inviate al Procuratore Guariniello. L’Avv. Tiziana Massaro, mamma del piccolo Federico colpito dal morbo di Krabbe, autrice di un importante relazione legale del Movimento Vite Sospese consegnata alla Commissione Comoscitiva sul caso Stamina al Senato, ha spiegato che dall’ispezione dei Nas e Aifa avvenuta a Brescia, le cartelle cliniche non sono state più aggiornate. Una senatrice in forte conflittualità ideologica e d’interesse ha scelto di inserirsi nella Commissione Sanità, perché tempestivamente nominata senatrice a vita nel pieno fervore della battaglia dei malati per poter accedere alla cure compassionevoli e diventata la relatrice di questa inchiesta. Così i malati in Italia, pur avendo un destino scritto dalle loro patologie, pur avendo la legge 57/2013 dalla loro parte, pur avendo sentenze di magistrati che ammoniscono gli Spedali civili di Brescia a somministrare le terapie suindicate, viene pagato l’avvocato Mangia a peso d’oro, oltre un milione di euro per opporsi ai diritti acquisiti dei malati, che riporta allo stesso tribunale il malato il quale chiede solo che sia mantenuta la sentenza che ha riconosciuto la speranza e un diritto. Si è fatto ricorso alle migliori strategie pur di non fare le infusioni…come invocare il diritto di obiezione di coscienza, tra l’altro non riconosciuta legalmente, ma lo stesso invocata per difendere il diritto del medico, mentre nessuno garante istituzionale, oltre i magistrati, si è posto il problema di far rispettare le sentenze che attribuivano un diritto al malato. Una perla ce l’ha regalata ultimamente il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che aveva provato a bloccare Stamina presentando una norma in un decreto sulla fecondazione eterologa che però l’8 agosto 2014 il governo ha deciso di non presentare su proposta del premier Renzi. Del resto la Lorenzin in un’intervista spiega la discussione avvenuta: «In consiglio dei ministri non abbiamo neanche parlato di questo punto. Vedremo se ci sono le condizioni per ripresentarla. Ormai siamo a settembre e presto arriverà il parere del comitato scientifico, quindi la situazione si risolverà fortunatamente da sola. In un verso o nell`altro». E già anche Beniamino Deidda, l’ex procuratore in pensione che ora è nel direttivo della Scuola superiore di magistratura, pone l’accento sul parere del Comitato scientifico che ancora non si pronuncia. Ma viene da ribadire..si ma su cosa, se il primo è stato bacchettato dal Tar che non poteva dare giudizi sul metodo ma solo avviare la sperimentazione? Sul caso Stamina Deidda va oltre e pone ombre ormai macigni su questa grottesca storia, pone l’accento su ciò che nessun ente, ministro o medico ha potuto accertare, e cioè che le somministrazioni non sono pericolose, perché non c’è n’è traccia, ma solo del contrario e allo domanda precisa di Paolo Russo che chiede se per somministrare una terapia per via compassionevole serve qualche evidenza scientifica, l’ex procuratore Deidda risponde con quella semplicità che ora fa tremare tutti: «Ma non sull’efficacia terapeutica del presunto trattamento, bensì sulla sua non nocività. Fermo restando che le cure devono essere somministrate in ospedali sicuri” e poi ”e se devo dirla tutta quelle richieste di rinvio a giudizio per somministrazione di farmaci pericolosi del Procuratore Guariniello mi sembrano un azzardo dal momento che stiamo aspettando delle risultanze scientifiche che lo dimostrino. Almeno in via ufficiale, giacché il comitato scientifico nominato dal Ministro della salute Lorenzin non ha ancora espresso un parere”.
Nel paese delle contraddizioni e delle evidenti conflitti di interessi e manipolazioni della realtà, dove l’informazione ha aiutato ad amplificare distorcendo la documentazione agli atti, con sgomento si deve assistere alla battaglia delle famiglie dei malati ad armi impari, così chi ha il compito di interessarsi della salute di questi infusi perora incessantemente la causa della eliminazione totale delle cure compasisonevoli, come se a questi malati non basta la croce che devono portare quotidianamente sulle proprie spalle. Dopo i fatti di Ebola, il governo italiano si interroghi se ha fatto il proprio dovere, la magistratura è stata l’unica luce che ha tutelato i diritti dei malati e rimane la speranza affinché sia fatta un’indagine seria su comportamenti avvolti da molti sospetti e dubbi. E’sorprendente dover leggere la risposta di Ezio Belleri, direttore generale degli Spedali Civili di Brescia al tribunale de L’Aquila, che ribadisce che l’azienda ha sempre puntualmente dato esecuzione agli ordini dei tribunali, quando l’ordinanza del tribunale de L’Aquila imputa invece all’azienda ospedaliera di non aver eseguito gli ordini dei giudici e tenuto comportamenti dilatori. Lo stesso Belleri, giustifica le proprie responsabilità assicurando che:”Laddove è risultato necessario, l’Azienda si è limitata a richiedere ai Giudici di indicare in modo preciso le modalità di esecuzione delle ordinanze stesse, ciò per la ineludubile necessità di dare alla somministrazione del trattamento Stamina, un legittimo fondamento, in relazione al fatto che sono in corso indagini della Magistratura che ravvisano nella stessa possibili illeciti penali. A tale posizione l’Azienda continuerà ad attenersi anche ad esonero di ogni responsabilità propria e dei suoi operatori.” Strano prima i medici avevano invocato l’obiezione di coscienza perché il preparato con cui hanno sempre somministrato i malati era diventato all’improvviso segreto, poi che avrebbero atteso l’esito del lavoro del nuovo comitato scientifico.

Più di un milione di euro per opporsi alle sentenze dei giudici che attribuisco un diritto che dovrebbe essere naturale, i fondi concessi per la sperimentazione ammontano a 3 milioni di euro…ognugno faccia le sue opportune conclusioni. E’ stato accertato che ci sono deregolamentazioni e deregolamentazioni….questione di etica? Ne siamo sicuri?
Per uno scrittore di gialli, c’è materiale a sufficienza per tracciare un noir…un noir dove le istituzioni si son macchiate di poca trasparenza e capacità di monitorare seriamente quei malati. Loro possono morire nel silenzio, non recano disturbo alla collettività, shhhhhh! Le regole valgono per tutti?

Una crepa aperta e ci si chiede chi sia il garante ora… tutti gli esseri umani nascono liberi e eguali in dignità e diritti?




ANTIBIOTICO SOSPETTATO DI AUMENTARE IL RISCHIO INFARTO

Redazione

La Claritromicina, antibiotico ampiamente prescritto per trattare le infezioni batteriche comuni come la tonsillite o la bronchite, potrebbe aumentare il rischio di morte cardiaca, secondo uno studio pubblicato mercoledì sul sito della rivista medica British Medical Journal (BMJ). Ricercatori danesi che hanno condotto lo studio invitano alla prudenza e a non destare allarmismi dato che il rischio assoluto rimane basso e che le prescrizioni non devono essere modificate fino a quando i risultati non sono stati confermati da un altro studio.Claritromicina (Biaxin o Zeclar statunitense Abbott Lab e generico) è un antibiotico macrolide relativo alla eritromicina, usato soprattutto per trattare le infezioni delle vie respiratorie e della pelle e per eradicare l'Helicobacter pylori, responsabile di ulcere gastriche.I ricercatori hanno anche studiato la roxitromicina (Rulid di Sanofi-Aventis e generici), un altro antibiotico macrolide utilizzato nel trattamento delle infezioni respiratorie e della pelle. Gli stessi scienziati hanno preso in esame le recensioni di quasi 5 milioni di trattamenti antibiotici somministrati tra il 1997 e il 2011 ad adulti danesi di età compresa tra 40-74 anni, 4,3 milioni con penicillina V, 588.000 e 160.000 rispettivamente con Roxithromycin e con claritromicina.  Confrontando i 285 decessi cardiaci che si sono verificati durante la somministrazione di questi trattamenti, i ricercatori hanno dimostrato che l'assunzione di claritromicina era associata ad un aumentato rischio di morte cardiaca del 76% rispetto all'utilizzo della penicillina V. Ma questo "eccesso di rischio" scompare quando il trattamento si conclude. Per la Roxithromycin, tuttavia, nessuna differenza è stata osservata durante o dopo il trattamento.I ricercatori danesi sottolineano che è il primo grande studio sulla sicurezza cardiaca dei macrolidi.  Essi aggiungono che, sebbene il rischio assoluto è "molto basso", il numero totale di morte per complicazioni cardiache potenzialmente evitabile "non è trascurabile" nella misura in cui la claritromicina è uno degli antibiotici "più comunemente utilizzati in molti paesi".  Altri ricercatori dal canto loro stati molto cauti circa l'interpretazione dei risultati."Dal momento che il tasso di mortalità è molto bassa, non credo che dovremmo essere preoccupati", ha detto Kevin McConway, professore di statistica applicata.Mike Knapton, della British Heart Foundation, da parte sua, ha indicato che il rischio della claritromicina per i pazienti con problemi cardiaci era già noto e ha ricordato che i medici devono comunque essere cauti prima di prescrivere un antibiotico. Un suggerimento quest'ultimo che per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non dev'essere trascurato poiché sono anni che andiamo ripetendo che comunque, l'eccesso di utilizzo di antibiotici sta causando una serie di effetti collaterali di svariata natura primo tra tutti una maggiore virulenza dei virus che appaiono sempre più resistenti ai trattamenti di questo tipo.




FARMACI DIFETTOSI: I NAS RITIRANO ALCUNI LOTTI DI MEDICINE

Redazione

Farmaci difettosi. NAS nelle farmacie per il ritiro dal commercio di alcuni lotti di medicine: DIAXONE della ditta EuroPharma, MEPISOLVER della ditta Piramal Critical Care Italia SpA, TETRAMIL MONODOSE collirio della ditta Teofarma Srl, MONOXAR della 

ditta Progefarm Srl, CEFOTAXIMA ABC della ditta ABC Farmaceutici SpA, Ve|cade della ditta Janssen – Cilag SpA,  VISUMETAZONE E DECONGESTIONANTE della ditta Visufarma, USTIOSAN crema della ditta Kelemata Srl e BUPICAIN della SIMS 

Continua senza sosta l'attività di controllo sulla sicurezza dei farmaci dell’Agenzia Italiana per il Farmaco. Con l’ennesimo allarme l'AIFA ha allertato i Carabinieri del Nas che si sono presentati nei depositi farmaceutici e nelle farmacie di tutta Italia per verificare l'avvenuto ritiro dal mercato dei medicinali:

 DIAXONE della ditta EuroPharma. Oggetto di ritiro perché ripartiti in locale non autorizzato e senza osservare le Norme di Buona Fabbricazione (GMP).

DIAXONE di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da Gram-negativi "difficili" o da flora mista con presenza di Gram-negativi resistenti ai piu' comuni antibiotici. In pa rticolare il prodotto trova indicazione, nelle suddette infezioni, in pazienti defedati e/o immunodepressi. Profilassi delle infezioni chirurgiche.

MEPISOLVER della ditta Piramal Critical Care Italia SpA. Oggetto di ritiro perché etichetta esterna riportante composizione errata ovvero dosaggio dei principio attivo 10 mg/ml anziché di 20 mg/ml.

MEPIsolver è indicata in tutti gli interventi che riguardano: chirurgia generale (piccola chirurgia);

ostetricia e ginecologia; urologia; oculistica (blocco retrobulbare, ecc.); dermatologia (asportazione verruche, cisti, dermoidi, ecc.); otorinolaringoiatria (tonsillectomia, rinoplastica, interventi sull'orecchio medio, ecc.);ortopedia (riduzione fratture e lussazioni, ecc.);medicina generale (causalgie, nevralgie, ecc.);medicina sportiva (strappi muscolari, meniscopatie, ecc.). 

TETRAMIL MONODOSE collirio della ditta Teofarma Srl. Oggetto di ritiro perché ripartiti in locale non autorizzato e senza osservare le Norme di Buona Fabbricazione (GMP). Collirio

Stati irritativi e congestizi della congiuntiva. TETRAMIL MONODOSE collirio è indicato per congiuntiviti di natura tossica e allergica ad andamento sub-acuto e cronico.Collirio Monodose

Prevenzione e cura di stati irritativi, iperemici e congestizi del tratto anteriore dell'occhio anche se leso, o se presenti in portatori di lenti a contatto. 

MONOXAR della  ditta Progefarm Srl in polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare. Non è dato sapere l'oggetto del ritiro. MONOXAR  è utilizzato per  uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da Gram-negativi "difficili" o da flora mista con presenza di Gram-negativi resistenti ai più comuni antibiotici. In particolare il prodotto trova indicazione, nelle suddette infezioni, in pazienti defedati e/o immunodepressi. Profilassi delle infezioni chirurgiche.




DONNE OBESE: A RISCHIO SALUTE I FIGLI

Redazione

I figli nati da donne obese hanno un rischio del 50% maggiore di finire in ospedale nei primi cinque anni di vita, per cause che vanno da infezioni a disturbi respiratori, metabolici ed endocrini. Lo indica uno studio della Griffith University, in Australia, condotto su oltre 5.500 donne e sui loro figli, il primo a studiare il legame fra il peso della madre prima della gravidanza e i ricoveri in ospedale della prole. Lo studio, guidato dall'epidemiologa Cate Cameron, "è significativo perché è il primo a collegare il peso della madre basato sull'indice di massa corporea prima della gravidanza e la salute della prole, misurata in termini di ricoveri in ospedale lungo un periodo esteso, di cinque anni", scrive l'autrice sull'International Journal of Obesity. "Non si tratta di incolpare le donne, non vogliamo certo dire che sia colpa della madre se il piccolo finisce in ospedale. Ma se la donna riesce a ridurre il suo peso, se compie qualsiasi passo per essere in buona salute, il beneficio non sarà solo per lei, ma anche per il nascituro". Il prossimo passo, aggiunge la studiosa, sarà di analizzare il materiale genetico prelevato e conservato, per comprendere quale sia il processo biologico in atto, usando i dati del Dna prelevato dal sangue del cordone ombelicale dei neonati. Ancora una volta, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, l'obesità e gli stili di vita eccessivi quando si tratta di alimentazione, finiscono nel mirino della ricerca anche se questa volta non per le conseguenze personali che possono portare ma per quelle che riguardano i nostri figli. In tal senso, non finiremo mai di ripetere, attraverso la nostra attività d'informazione che biosgna cercare di condurre uno stile di vita che sia il più sano possibile, partendo dalla nostra alimentazione quotidiana.




EBOLA, QUESTIONE DI ETICA: CONCESSI FARMACI ANCHE NON TESTATI

di Cinzia Marchegiani

Ginevra OMS – E’ questione di discriminazione se solo due missionari americani, in ritorno in patria abbiano potuto beneficiare di un farmaco ancora non testato sugli umani. Quale etica ha permesso questo dualismo incomprensibile di trattamento, quando in realtà si conoscevano i dati allarmanti delle vittime cadute sotto la falce del virus mortale Ebola in Africa?
Le testate di giornali internazionali, come anche l’Osservatore d’Italia avevano sollevato questo problema di coscienza. L'Organizzazione Mondiale della Sanità delle Nazioni Unite ( OMS ) ha convocato una riunione di esperti di etica e scienziati per discutere sull'uso dei farmaci sperimentali nel trattamento Ebola, tre giorni dopo che l'agenzia ha dichiarato l'attuale focolaio della malattia in Africa occidentale un internazionale emergenza sanitaria pubblica. Per oggi era in programma una conferenza stampa nella sede di Ginevra. Secondo l’OMS: "Il recente trattamento di due operatori sanitari infettati con il virus Ebola con la medicina sperimentale, ha sollevato interrogativi sul fatto che il farmaco che non è mai stato testato e dimostrato di essere al sicuro per le persone dovrebbero essere utilizzati nel focolaio, e, data la quantità estremamente limitata di medicina disponibile, se viene utilizzato, che dovrebbe riceverlo. " L'incontro in teleconferenza di ieri, avrebbe dovuto sviluppare un quadro di come si dovrebbe affrontare il problema della droga non testata, il dottor Keiji Fukuda, OMS, Vice Direttore Generale per la sicurezza sanitaria, aveva detto ai giornalisti lo scorso Venerdì:”perché questo non è un problema solo del farmaco; è davvero un quadro che è potenzialmente applicabile a alle opzioni come sono emerse… e poi speriamo che fornirà indicazioni solide su come muoversi su questo gruppo di problemi "
Il dottor Chan ha detto: "Questo è la più grande, più grave e più complessa epidemia nella storia quasi quattro decenni di questa malattia" e inoltre ha specificato che sono approvate le misure temporanee per la ridurre e la diffusione di Ebola concordato dal Comitato Esecutivo."
Così l’8 agosto quando in una prima riunione del Comitato d'emergenza convocata dal direttore generale dell’OMS ai sensi del regolamento sanitario internazionale (2005) per quanto riguarda l'epidemia di Ebola Virus 2014 in Africa occidentale si è tenuta in teleconferenza il 6-7 agosto 2014. Il direttore ha accettato la valutazione generale del Comitato e l'8 ago 2014 dichiarò l'epidemia di Ebola in Africa occidentale una emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale. Gli esperti che dovevano considerare e valutare le implicazioni etiche per il processo decisionale clinico del potenziale utilizzo di interventi non registrati, hanno raggiunto un consenso dichiarando che è etico e accettabile utilizzare i vaccini e i trattamenti sperimentali pur non conoscendo l’efficacia e potenziali effetti negativi nelle condizioni attuali di estrema emergenza, cercando di trattare e prevenire la rapida diffusione della malattia mortale, che negli ultimi mesi ha ucciso più di 1.000 persone. La notizia arriva poco dopo che Ebola ha ucciso la prima vittima in Europa, il missionario spagnolo Miguel Pajares, che ha contratto il virus in Liberia. Ed ecco che non solo diventa etico somministrare farmaci non testati, ma probabili salvavita per un’epidemia mortale gravemente non contenuta nel focolaio di origine.
Questo il rapporto integrale del 12 agosto 2014 appena pubblicato dall’OMS:

L’Africa occidentale sta vivendo la più grande, più grave e più complessa focolaio della malattia di virus Ebola nella storia. Focolai di Ebola possono essere contenuti con interventi disponibili, come la diagnosi precoce e l'isolamento, ricerca di contatti e monitoraggio, e il rispetto delle rigorose procedure di controllo delle infezioni. Tuttavia, un trattamento o vaccino specifico sarebbe una risorsa potente per contrastare il virus.
Negli ultimi dieci anni, gli sforzi di ricerca sono stati investiti nello sviluppo di farmaci e vaccini per le malattie virus Ebola. Alcuni di questi hanno mostrato risultati promettenti in laboratorio, ma non sono ancora stati valutati per la sicurezza e l'efficacia negli esseri umani. Il gran numero di persone colpite dal 2014 l'Africa occidentale scoppio, e l'alto tasso di mortalità, hanno spinto le chiamate di utilizzare interventi medici di sperimentazione per cercare di salvare la vita dei pazienti e per frenare l'epidemia.
Pertanto, l'11 agosto 2014, l'OMS ha convocato una consultazione per esaminare e valutare le implicazioni etiche per il processo decisionale clinico del potenziale utilizzo di interventi non registrati. In particolari circostanze di questa epidemia, e purché siano soddisfatte determinate condizioni, il pannello ha raggiunto il consenso che è etico di offrire interventi non provati con efficacia e gli effetti avversi ancora sconosciute, come potenziale trattamento o la prevenzione.
Criteri etici devono guidare la fornitura di tali interventi. Questi includono la trasparenza su tutti gli aspetti della cura, consenso informato, libertà di scelta, riservatezza, rispetto della persona, tutela della dignità e coinvolgimento della comunità.
Al fine di comprendere la sicurezza e l'efficacia di questi interventi, il gruppo raccomanda che, se e quando sono usati per trattare i pazienti, vi è l'obbligo morale di raccogliere e condividere tutti i dati generati, anche da trattamenti previsti 'uso compassionevole'  (l'accesso a un farmaco non approvato al di fuori di una sperimentazione clinica).
Il gruppo ha esplorato come l'uso di questi interventi può essere valutata scientificamente per garantire informazioni tempestive e accurate sulla sicurezza e l'efficacia di questi interventi di sperimentazione. C'era un accordo unanime sul fatto che ci sia un dovere morale per valutare anche questi interventi (per il trattamento o la prevenzione) nei migliori possibili sperimentazioni cliniche nelle circostanze per dimostrare definitivamente la loro sicurezza ed efficacia o fornire elementi di prova a fermare il loro utilizzo. La valutazione in itinere dovrebbe guidare gli interventi futuri.
Oltre a questo consiglio, il pannello aree che necessitano di analisi e discussione più dettagliata, come identificato:
• motivi etici per raccogliere i dati mentre si sforzano di fornire le cure ottimali, secondo le circostanze prevalenti;
• criteri etici a dare priorità all'uso di terapie sperimentali non registrati e vaccini;
• criteri etici per raggiungere un'equa distribuzione nelle comunità e tra i paesi, a fronte di un numero crescente di possibili nuovi interventi, nessuno dei quali è probabile che per soddisfare la domanda nel breve termine.

Il rapporto dei procedimenti riunione sarà a disposizione del pubblico da 17 Agosto 2014.

Comunque vada la discriminazione che è stata attuata fornendo ai due americani il farmaco salvavita ZMAPP non testato clinicamente e ha messo sotto processo un atteggiamento discriminatorio che ha accelerato inevitabilmente il processo di etica nell’OMS. Il mondo intero guarda con sgomento questa pagina storica poiché il principio morale si è sollevato solo dopo le polemiche sui due missionari americani, che i fin di vita gli è stato somministrato un farmaco di cui si conosceva da tempo la sua esistenza quando il focolaio di Ebola africano persisteva da molto tempo seminando inesorabilmente molte morti, in un clima di immobilismo.

Ed ecco che spunta anche un vaccino, fprse pronte nel 2015. In un’intervista alla RTI francese Jean-Marie Okvo-Bele direttore del Dipartimento di vaccini e l'immunizzazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha già indicato la data provvisoria del vaccino e sembra quello più promettente sia quello della società GlaxoSmithKline. Nell’intervista Jean-Marie Okvo-Bele dichiara: ”in un futuro molto prossimo che formeranno un consorzio con il National Institute of Health USA a lavorare sul vaccino. Insieme con GSK cercheremo di avviare i test clinici" secondo gli esperti dell'OMS, le sperimentazioni di farmaci potrebbero iniziare nel settembre di quest'anno in Stati Uniti e uno dei paesi più colpiti dalla il virus in Africa e occidentale ultimi due o tre mesi. Okvo continua: "Se cominciamo a settembre, prima della fine dell'anno possiamo avere i risultati e poi possiamo passare alla seconda fase di test. Poiché si tratta di una necessità urgente, il processo sarà trattata come un'emergenza per l'anno 2015 può avere un vaccino che può essere utilizzato ".

Comunque vada, Ebola ha aperto un processo di discriminazione inaccettabile e quelle ombre e sospetti su come sia stato non solo contenuto il focolaio, ma programmati o accelerati i processi di trattamento etici con farmaci di cui già da gennaio 2014 si conoscevano i primi risultati clinici sugli animali quando il continente africano era falcidiato da morti orribili. In Liberia si assiste alla pratica dell’abbandono dei malti e moribondi per le strade da parte dei familiari che hanno paura del contagio, e ora, solo quando la vita di missionari americani è stata messa in pericolo si è assistito ad una forte accelerazione delle decisioni…Il mondo guarda ed è senza parole! 




EBOLA, PSICOSI DA CONTAGIO: TROPPE OMBRE E RESPONSABILITA’

Dopo il ping pong di notizie allarmanti arriva il ZMAPP il farmaco sperimentale somministrato per via compassionevole a due missionari americani rimasti infettati in Africa appena trasferiti in America. Eppure il CDC assicurava nei comunicati stampa che il virus Ebola non si trasmette facilmente. Il focolaio non e’ stato contenuto, un altro scandalo che prosegue la scia dell’ultimo appena vissuto nei laboratori governativi americani, i più specializzati del mondo, che senza ombra di dubbio ha mostrato procedure insicure sulla manipolazione e trasferimento dell’antrace e del virus H5N1, che dopo aver procurato imbarazzo istituzionale e un possibile contagio all’esterno, ha fatto chiudere gli stessi laboratori mettendo in atto nuove procedure di sicurezza e figure professionali con direttive specifiche. Per gli appassionati di film fantascientifici, Ebola, la nuova pandemia non è una trama neanche tanto originale, in “Contagion”, il film che con molta originalità ha tracciato scenari apocalittici sulla pandemia influenzale del 2009 (che va ricordato fortunatamente non è mai avvenuta), dopo diversi giorni era pronto un vaccino che nessuno aveva sperimentato.

di Cinzia Marchegiani

Atlanta (USA) – L’epidemia Ebola sta allarmando il mondo e tessendo paure indiscriminate facendo leva sul terrore ancestrale, quello di non avere una cura per una malattia praticamente mortale se ti infetta. Ad oggi sappiamo veramente ben poco cosa è accaduto in realtà in Africa. Il focolaio Ebola è sfuggito al controllo dei massimi esperti che dovevano contenere ed eventualmente trovare un vaccino contro questo virus letale al 90%. Più ombre che luci in questo mare di sospetti che stanno emergendo con forza se nel dettaglio si analizzano i comunicati dei più importanti laboratori specializzati al mondo mentre i report dei decessi come un contatore impazzito continua a crescere. Il 6 agosto 2014, il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) con un comunicato informava che sta rapidamente aumentando gli sforzi in corso per frenare l'espansione del focolaio Ebola dell'Africa occidentale e la distribuzione del personale di quattro nazioni africane attualmente interessate: Guinea, Sierra Leone, Liberia e Nigeria. L'epidemia è iniziata marzo 2014 in Guinea e diffuso ai paesi vicini della Liberia e Sierra Leone.

Si è da poco diffuso in Nigeria attraverso un viaggiatore di Liberia. Il 5 agosto, il CDC ha emesso un secondo “avviso di allerta per i viaggiatori in Nigeria “, notificando ai viaggiatori di praticare attenzione all'igiene ed evitare il contatto con sangue e fluidi corporei di persone malate di Ebola. Rimane in vigore invece il “livello di grado 3 per i viaggi per la Guinea, Liberia e Sierra Leone” i cui si consiglia di evitare gli spostamenti non essenziali in questi paesi. I laboratori governativi statunitensi CDC, i più importanti nel mondo, spiegano la loro missione, quella di prevenire, individuare e fermare i focolai di malattia ovunque si verifichino e a proteggere la salute dell'America migliorando la salute pubblica sia in patria che all'estero:” CDC ha contribuito gli sforzi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per controllare l'epidemia di Ebola in Africa occidentale dall'inizio del focolaio. CDC ora sta assumendo un ruolo più attivo, ed è stata invitata dall'OMS per garantire una leadership sul fronte tecnico. Il CDC ha attivato la sua Emergency Operations Center al suo livello di risposta più alto.” Ma nonostante le procedure attivate dai laboratori governativi americani CDC che rassicurano il contenimento:“La linea di fondo con Ebola è che sappiamo come fermarlo: sanità pubblica tradizionale. Trova i pazienti, isola e prende cura di loro, trova i loro contatti, educa le persone e esegue rigorosamente il controllo delle infezioni negli ospedali. Fare queste cose con cura meticolosa e Ebola va via" ad oggi i dati sembrano non rendere merito al lavoro svolto!

Il direttore della CDC, Tom Frieden, lo stesso che neanche un mese fa ha chiuso i laboratori di Atlanta per lo scandalo sulle procedure di sicurezza sul trasferimento e neutralizzazione di sostante altamente letali come l’Antrace e il Virus H5N1, che di fatto lo ha costretto a riformare tutte le procedure e individuare una squadra di scienziati con alte cariche di responsabilità capaci di monitorare e indicare nuove linee guida sia sulla sicurezza dei laboratori che sulla comunicazione interna di errori, anticipa le tappe di questa nuova emergenza: "Per mantenere sicura l'America, gli operatori sanitari dovrebbero isolare e valutare le persone che sono tornati dalla Guinea, Liberia e Sierra Leone, in passato 21 giorni e avere febbre o altri sintomi suggestivi di Ebola. Noi salveremo le vite umane in Africa occidentale e proteggeremo noi stessi a casa fermando Ebola alla fonte." Per questo la CDC sta rapidamente inviando più esperti di controllo delle malattie per le quattro nazioni attualmente di segnalazione dei casi, 50 ulteriori esperti di controllo della malattia saranno nella regione entro 30 giorni.

Alcuni membri del personale hanno completato le loro implementazioni e sono a rotazione fuori del paese, ma il numero complessivo del personale sono in aumento. A partire dallo scorso 4 agosto 2014 la distribuzione del personale ha raggiunto 6 tecnici in Guinea, 12 in Liberia, 4 in Nigeria e 9 in Sierra Leone. La risposta a livello di agenzia continuerà fino a quando l'epidemia sarà sotto controllo, uno sforzo prevista per 3-6 mesi. In Africa occidentale, questi detective delle malattie stanno dirigendo gli sforzi per puntiformi casi e dei loro contatti utilizzando un nuovo strumento sviluppato presso il CDC, un applicazione sulla febbre emorragica virale (VHF) che accelera una delle parti più difficili di individuazione della malattia: trovare tutti esposti al virus, mentre altri esperti CDC hanno il compito di educare il pubblico su come evitare il contagio di Ebola, garantire che il personale sanitario strettamente seguono protocolli che li proteggono contro le infezioni, rafforzare gli aspetti di laboratorio della risposta e migliorare la comunicazione tra tutti i soggetti interessati (il pubblico, i pazienti e le loro famiglie, operatori sanitari, governi e organizzazioni non governative, e la media). Una “mission” dettagliata che ora sembra perfetta, ma ci si chiede cosa è stato fatto finora in Africa se questi protocolli dovevano contenere una malattia infettiva che già molto tempo sta seminando morti…. Sforzi e obiettivi che la CDC non confina esclusivamente in Africa occidentale ma anche in America, aggiornando (?) i protocolli di infezione di prevenzione per gli ospedali dove i viaggiatori con sospetta esposizione Ebola possono presentare per il trattamento, per l'equipaggio di aeromobili e personale aeroportuale e per i laboratori di manipolazione dei campioni da casi sospetti di Ebola, dichiarando che negli ospedali degli Stati Uniti possono gestire in sicurezza i pazienti con malattia di Ebola, elogiando i fattori chiave come l'isolamento dei pazienti, diligente pulizia ambientale e disinfezione, e la protezione di operatori sanitari.
Tra il 31 luglio al 1 °agosto 2014, per un totale di 163 nuovi casi di malattia da virus Ebola (EVD; casi laboratorio-confermati, probabili e sospetti) e 61 decessi sono stati segnalati dalla Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone. Tre di questi casi sono in Nigeria e comprendono due nuovi casi probabili – uno in un operatore sanitario e uno in un nigeriano che ha viaggiato in Guinea – e sospetto caso di un'infermiera. Le autorità nazionali di Ghana, Nigeria, Togo e continuano a lavorare a stretto contatto con l'OMS e lo partner nell'identificazione di contatti e ricerca di contatti, nonché nella preparazione di piani di intervento a seguito della recente visita e la morte di un cittadino liberiano a Nigeria da EVD e il nuovo caso probabile EVD nigeriano, che ha viaggiato in Guinea.

Ed ecco che il virus Ebola approda in America tramite due voli sanitari, che ha trasferito i missionari infettati con il virus, il giovane medico di 33 anni, il dr. Kent Brantly e Nancy Writebol di 59 anni dove sono opportunamente trattati da specialisti in malattie infettive presso la Emory University Hospital di Atlanta. Nonostante la malattia, concentrata in Africa, abbia ucciso quasi 900 persone da febbraio, esclusivamente ai due americani infettati e in condizioni davvero critiche, viene somministrato il farmaco ZMapp che sembra aver salvato la loro vita, previa firma del consenso per un farmaco sperimentale che entra nel regolamento della FDA uso compassionevole, che consente l’accesso ai farmaci al di fuori di studi clinici. Ma lo ZMAPP non è uscito dal cappello a cilindro, anzi in tutto il mondo ci sono molte società farmaceutiche che stanno sperimentando vari farmaci per questo virus. Ci si chiede quale etica ha permesso una discriminazione del genere, quando il focolaio presente in Africa non ha permesso questo trattamento per via compassionevole, ci si chiede in quanti stanno sperimentando in Africa le classi dei vaccini e non dei farmaci che invece curano la patologia. Lo ZMAPP, è descritto ufficialmente come“il risultato di una collaborazione tra Mapp biofarmaceutica, Inc. e LeafBio (San Diego, CA), Defyrus Inc. (Toronto, Canada), il governo degli Stati Uniti e l'Agenzia di sanità pubblica del Canada (PHAC). ZMappTM si compone di tre anticorpi monoclonali "umanizzati" fabbricati in piante, in particolare Nicotiana. E 'un cocktail ottimizzata combinando il meglio componenti MB-003 (Mapp) e ZMAb (Defyrus / PHAC). Lo ZMappTM è stato identificato come un candidato farmaco nel gennaio 2014 e non ha ancora stato valutato per la sicurezza nell'uomo. Come tale, ben poco del farmaco è attualmente disponibili. Qualsiasi decisione di utilizzare un farmaco sperimentale in un paziente sarebbe una decisione presa da il medico curante in base alle direttive di regolamentazione della FDA. Mapp ei suoi partner stanno collaborando con le organizzazioni governative a aumentare la produzione il più rapidamente possibile.” Quali pressioni vengono fatte affinché un farmaco facilmente somministrabile in un contesto di reale crisi planetaria non viene prodotto e inviato per uso compassionevole, con i milioni di dollari stanziati dall’USA, OMS? In effetti gli scienziati sono propensi sempre a sperimentare e collaudare un vaccino invece di un farmaco che va usato esclusivamente all’insorgenza della patologia, che avrebbe un business contenuto rispetto ad un vaccino reso obbligatorio o al massimo facoltativo al resto dell’umanità. Ci si chiede quanto di queste notizie allarmanti servano ad alimentare le paure ancestrali dell’uomo, vittima delle proprie fobie che farebbe di tutto pur di salvarsi da malattie orribile e agonie inenarrabili.
900 morti, un tasso di mortalità del 90% e in Africa non si attivano per uno studio clinico di un farmaco e “non vaccino” facendo leva sul buon senso e logica, mentre le lungaggine burocratiche e l’uso compassionevole ha un principio di etica solo per cittadini americani. Questione di finanziamenti? Non sembra perché finora per contenere e arginare e monitorare questa pandemia africana, sono stati messi a disposizione ingenti somme da capogiro, e le domande lecite ora gettano ombre inquietanti su chi in realtà e come si sta speculando su un continente terreno fertile di carne umana su cui sperimentare possibili vaccini da spammare poi sull’intero pianeta come unico ausilio per debellare definitivamente una pandemia che a dati oggettivi è difficile trasmettere con le norme igieniche adatte. Un funzionario Onu ha suggerito che i farmaci non possono essere testati nel bel mezzo di un'epidemia!!!! Sarebbe da chiedergli quando di grazia possono essere sperimentati. E il mondo ora legge tra le righe queste strategie, messe in atto con molta inquietudine, e i dubbi su come spesso queste malattie vengano sfruttate esclusivamente per fini di business, le 900 morti hanno un valore, ma non troppo evidentemente per attuare un piano sanitario atto prima di tutto a guarire e non sperimentare. Sarebbe opportuno capire chi e come è andato in Africa a sperimentare vaccini, mentre come birilli le persone infette morivano, mettendo in procurato allarme il resto del mondo che può solo conoscere le notizie dei canali ufficiali dell’OMS, della CDC e dei governi, quando purtroppo a nostre spese stiamo imparando che le inchieste dei giornali e dei magistrati hanno aperto crepe immense sull’etica degli scienziati e delle case farmaceutiche troppo legati da interessi che vanno aldilà di quello dei malati. Sarà un caso la morte di Glenn Thomas sul volo abbattuto in Ucraina? Sarà un caso se esistono diversi farmaci che possono contenere e salvare vite umane, ma non attivati e amplificati gli studi in un territorio flagellato dalle infezioni?
Il caso ha voluto che ad infettarsi fossero due statunitensi e ora i due americani saranno studiati ulteriormente per determinare come il farmaco ha lavorato con il loro sistema immunitario.

Per loro è stato possibile, ma sembra che stendere un farmaco testarlo nel corso di una epidemia massiccia sembra molto difficile e monitorarne il successo richiederebbe personale medico supplementare dove le risorse sono già scarse…Scarse? Sono scarsi i fondi stanziati? La logica….sembra un elemento assente in questa shakespeariana e holliwoodiana storia, eppure bastava prendere un gruppo di malati e attuare una sperimentazione del farmaco o farmaci promettenti…ma gli scienziati ammoniscono, sarebbe meglio un vaccino!
La pandemia Ebola sembra una trama di un film neanche tanto originale, per gli appassionati di film fantascientifici ricordano senza sorpresa “Contagion”, il film che con molta originalità ha tracciato scenari apocalittici sulla pandemia influenzale del 2009 (che va ricordato fortunatamente non è mai avvenuta e ha fatto spendere un patrimonio per vaccini mai serviti) e dopo diversi giorni era pronto un vaccino che nessuno aveva sperimentato!
Intanto la pandemia Ebola coincide con il lancio dell’Agenda Globale per la sicurezza sanitaria del governo degli Stati Uniti, che ha come obbiettivo il rafforzamento della sicurezza nazionale, aiutando altre nazioni prevenire, rilevare e rispondere efficacemente alle epidemie. Nel corso dei prossimi cinque anni, l'iniziativa rafforzerà l'infrastruttura sanitaria di almeno 30 paesi partner, con 4 miliardi di cittadini. CDC ha investito 40 milioni dollari quest'anno, nello sforzo e il presidente Barack Obama ha chiesto un supplemento di 45 milioni di dollari nel bilancio 2015, e il nuovo CDC Disease Detectives Utilizzo nuovo strumento software in febbre emorragica Ebola, è già stato messo in azione….

Il vaccino sembra l’unico obiettivo prioritario dei sistemi sanitari, in fondo la pandemia influenzale del 2009 mai verificatasi ha lasciato moniti che sono stati dimenticati con molta facilità dalle nuove allarmati notizie, che fanno purtroppo leva sull’inconscio e le paure…ma non il danno erariale per vaccini mai utilizzati. Ricordiamo che con lo sviluppo di focolai di influenza pandemica del virus H1N1 nel 2009, il ministero della Salute con un approvvigionamento d’urgenza del vaccino aveva sottoscritto un contratto capestro con la Novartis per l'acquisito di 24 milioni di dosi di vaccino per un ammontare complessivo di 184 milioni 800mila euro. Il caso volle che il procurato allarme si risolse con un solo caso sul territorio italiano che spinse il ministero ad interrompere la fornitura di oltre 12 milioni di vaccini non ancora prodotti, per un controvalore di 97 milioni 615mila 179 euro. Ora l’indennizzo dovuto alla casa farmaceutica è sotto l’inchiesta della magistratura, poiché il prezzo comprensivo del costo è sospettato di essere stato gonfiato dell'adiuvante, ed emergerebbe da un controllo dell’Agenzie delle Entrate della Novartis "evidenti profili d'illiceità fiscale, si legge, afferenti un fenomeno di trasfer pricing infragruppo, finalizzato all'accrescimento artefatto dei costi di produzione di vaccini adiuvati con MF59"

Libera interpretazione o profetica lungimiranza? Ai posteri… come sempre l’ardua sentenza. Per esorcizzare scenari apocalittici mai avvenuti, basterebbero guardare “Contagion”, l’epidemia mai avvenuta, e quel vaccino uscito dal cappello a cilindro che nel film salvò l’umanità.




TERREMOTI E ATTIVITA' VULCANICA, RISCHIO ALLAGAMENTI: LE COSTE DEL MEDITERRANEO ARRETRANO

Redazione

Variazioni del livello marino e delle linee di costa, sono solo alcune delle conseguenze dei lenti e costanti cambiamenti che interessano il Mar Mediterraneo. Le zone più a rischio in Italia: Campi Flegrei, l’alto Adriatico, le piane costiere del Tirreno, Sardegna, Calabria e isole Eolie. Meno esposte le coste pugliesi. A dirlo uno studio dell’Ingv pubblicato su Special Publication della Geological Society of London.

I cambiamenti climatici e il conseguente scioglimento dei ghiacci polari, i movimenti delle placche tettoniche, i terremoti e l’attività vulcanica, sono da annoverare tra le maggiori cause della variazione delle coste del Mediterraneo. A fare un quadro delle zone maggiormente a rischio, lo studio Coastal structure, sea-level changes and vertical motion of the land in the Mediterranean realizzato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), pubblicato su Special Publication n.388 della Geological Society of London. La ricerca è stata finanziata dal Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca (Miur), dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco), con l’egida dell’International Union for Quaternary Research (Inqua).

“Si è trattato di un lavoro lungo e complesso, iniziato circa 10 anni fa”, afferma Marco Anzidei, primo ricercatore dell’Ingv e coordinatore dello studio, “grazie al quale è stato possibile fotografare la situazione attuale delle coste del Mediterraneo e di come queste siano soggette a deformazioni. L’obiettivo è individuare le zone costiere soggette a particolare subsidenza, dove l’aumento del livello marino è maggiore per il lento e progressivo abbassamento verticale del fondale. Fenomeno che produce, non solo un aumento locale del livello del mare, ma anche l’arretramento e l’erosione della linea di costa, con conseguente restringimento delle spiagge”.

Per individuare i tassi di deformazione della fascia costiera sono stati utilizzati dati storici e strumentali di geologia, archeologia e geofisica, utilizzando in particolare 6000 terremoti di magnitudo superiore a 4.5 e dati geodetici di circa 850 stazioni GPS di alta precisione e di 57 stazioni mareografiche distribuite lungo le coste.

“I dati”, prosegue il ricercatore, “mostrano una continua risalita del livello delle acque nel Mediterraneo di circa 1.8 mm all’anno (3.2 mm su scala globale), confermando le previsioni dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) sull’aumento del livello del mare di circa 1 metro entro la fine del secolo e di oltre 2 entro il 2200, con conseguente arretramento delle coste e danni alle strutture, in particolare nelle zone subsidenti”. Fenomeno che porterebbe tali aree a un maggiore e progressivo rischio di allagamento, con conseguente esposizione di valore economico, in particolare delle zone a elevato valore industriale, commerciale, turistico e culturale, come  Venezia, soprattutto se in aggiunta a grandi mareggiate e tsunami.

“Per quanto riguarda l’Italia, le zone più a rischio di ingressione marina sono le coste presso la foce del Volturno e del Po, la laguna veneta, alcune località del Tirreno, della Sardegna, della Calabria e le isole Eolie. Lo stesso per le coste della Turchia e della Grecia che non a caso sono anche quelle più sismiche del Mediterraneo. Meno esposte risultano invece le coste pugliesi, in Italia, parte dell’isola di Creta, la costa Israeliana e parte del Nord Africa”, conclude Anzidei.

 




TEMPESTA MAGNETICA SOLARE: UNA MINACCIA CONCRETA

L’impatto di meteorologia spaziale sulla rete elettrica è una minaccia concreta per la Terra?
Un monito imperante emerge dagli ultimi lavori della Commissione Europea, lo “space weather” è entrato nella lista dei rischi emergenti, e potrebbe contribuire ad aumentare la comunicazione dei pericoli e dei rischi associati. I social media possono svolgere un ruolo importante nel comunicare i rischi in modo efficace per dare un avvertimento senza causare panico.

di Cinzia Marchegiani

L'impatto di meteorologia spaziale che potrebbe incombere sulla rete elettrica è una minaccia concreta e ricorrente, con conseguenze potenzialmente gravi sulla società. E’ la sentenza lucida e concreta elaborata nel “Space Weather and Power Grid: risultati e prospettive” un’evento dello scorso 29 e 30 ottobre 2013, organizzato in collaborazione con il Centro della Commissione europea comune di ricerca, le contingenze Civile Agenzia Svedese e il NOAA Space Weather Prediction. E’ stato un work shop per l’avvio al dialogo sul tema e incoraggiare le autorità, i regolatori e gli operatori in Europa e Nord America per imparare gli uni dagli altri. Le nostre moderne infrastrutture tecnologiche a terra e nello spazio sono vulnerabili agli effetti dei rischi naturali. Di crescente preoccupazione sono eventi spazio-meteorologici estremi come le tempeste geomagnetiche – un pericolo naturale ricorrente causato dalle attività solare – che può avere gravi ripercussioni sulle infrastrutture terrestri, spaziali o come reti elettriche, telecomunicazioni, navigazione, trasporto o bancario.
L'attività solare associata a Space Weather può essere suddiviso in quattro componenti principali: “brillamenti solari, espulsioni di massa coronale, il vento solare ad alta velocità, e le particelle energetiche solari.” Le Eruzioni Solari influenzano la Terra solo quando si verificano sul lato del sole rivolto verso Terra. Le Espulsioni di Massa Coronale, chiamate anche CME, sono grandi nubi di plasma e campo magnetico che eruttano dal sole. Queste nubi possono scoppiare in qualsiasi direzione, e poi continuare in quella direzione, propagando proprio attraverso il vento solare. Solo quando la nube si rivolge verso la Terra sarà il CME a colpirla e causare impatti “Space Weather.” I Flussi di Vento Solare ad alta velocità provengono da zone sul sole conosciuto come buchi coronali. Questi fori si possono formare ovunque sul sole e di solito, solo quando sono più vicini all'equatore solare, producono i venti che possono impattare con la Terra. Infine le Particelle energetiche solari sono particelle cariche ad alta energia, principalmente. Quando un CME nube solca il vento solare, ad alta velocità le particelle energetiche solari possono essere prodotte e seguendo le linee del campo magnetico pervadono lo spazio tra il Sole e la Terra. Pertanto, solo le particelle cariche che seguono linee di campo magnetico che intersecano la Terra provocheranno impatti.
Lo studio e la prevenzione di queste nuovi scenari allarmanti riguardano in particolare la rete elettrica ad alta tensione a lunga distanza, che è vulnerabile agli effetti delle tempeste geomagnetiche che possono danneggiare o distruggere attrezzature o portare al collasso della rete e in questa direzione la Commissione Europea ha diretto l’approfondimento dei fenomeni “spazio-tempo” e le dinamiche di impatto e valutazione dei rischi e la prevenzione nonché le implicazioni politiche derivanti da una maggiore consapevolezza del pericolo. Al “Space Weather e Power Grid” hanno partecipato 50 rappresentanti provenienti da operatori europei e nordamericani, regolatori, organizzatori di risposta alle emergenze, esperti, il mondo accademico e l'Agenzia Spaziale Europea. Conclusioni importanti sono emerse dalla concertazione di importanti contributi scientifici, il primo in assoluto la crescente consapevolezza del rischio di impatto Space Weather che rappresenta una priorità da affrontare. Purtroppo la prevedibilità di questi è ancora limitata e si basa, in parte, su dati provenienti da satelliti datati. NOAA sta lavorando con la NASA per lanciare il DSCOVR navicella solare-eolica, che andrà a sostituire l'ACE satellitare, nei primi mesi del 2015.
Un contributo importante su questi nuovi scenari era stato già messo in cantiere il 25 e 26 ottobre 2011 a Bruxelles con il workshop dal titolo “Space-Meteo Awareness Dialogue” che aveva anticipato questa emergenza a carattere mondiale. L'obiettivo della manifestazione era quello di aumentare la consapevolezza del potenziale impatto di meteorologia spaziale sulle infrastrutture critiche nello spazio e sulla terra, per identificare le sfide scientifiche, operative e politiche per la riduzione del rischio per le infrastrutture critiche sensibili e dei servizi, e di raccomandare azioni concrete per proteggerli meglio. Un input davvero importante per affrontare l'intero ciclo di gestione delle catastrofi, compresa la prevenzione, preparazione e risposta. 70 rappresentanti di alto livello di organizzazioni nazionali e le autorità, le organizzazioni internazionali con un consenso unanime ha messo nero su bianco punti e strategie inderogabili, soprattutto come l'analisi del fenomeno magnetico che minaccia le infrastrutture terrestri critiche (rete elettrica, l'aviazione, le telecomunicazioni, ecc) è di pari importanza come lo studio delle infrastrutture spaziali, dove purtroppo non esiste un’entità centrale che assume la guida della comunità spazio-tempo. La valutazione dell'impatto “space weather” sulle infrastrutture critiche richiede uno sforzo multidisciplinare da tutte le parti interessate (scienziati, ingegneri, operatori di infrastrutture, politici) mentre è risultato fondamentale sostituire i satelliti datati che monitorano lo spazio. In alcuni settori delle infrastrutture, nessuno è pienamente preparato per gli eventi estremi, le esercitazioni di emergenza potrebbero contribuire ad aumentare la consapevolezza dell'impatto space weather.
La Commissione europea ha il compito di stabilire un elenco dei rischi che l'UE si trova ad affrontare oggi, così come rischi emergenti, dove gli Stati membri si sono impegnati a intraprendere una valutazione del rischio nazionale sulla base degli orientamenti della Commissione europea. Un monito imperante emerge dagli ultimi lavori, lo space weather è entrato nella lista dei rischi emergenti, e potrebbe contribuire ad aumentare la comunicazione dei pericoli e dei rischi associati. I social media possono svolgere un ruolo importante nel comunicare i rischi in modo efficace per dare un avvertimento senza causare panico.
Sul versante delle infrastrutture devono essere definite per la valutazione d'impatto sia dei scenari peggiori innescati dalla meteorologia spaziale in condizioni estreme sia scenari realistici per le condizioni meteo medie di spazio. Attualmente, vi è una mancanza di conoscenza dettagliata di come la meteorologia spaziale può influenzare alcune infrastrutture e quali saranno le conseguenze e produce un divario nello sviluppo delle misure di attenuazione adeguate e convenienti. In generale, la preparazione è, tuttavia, considerata ad un livello basso e per questo c'è una chiara necessità di affrontare le strategie con una certa urgenza.
Sono state delineate quattro tracce su cui è fondamentale lavorare:
1) Comprensione meteorologia spaziale estrema (che è di particolare interesse per l'assicurazione); 2) effetti di normale e condizioni meteorologiche estreme spazio su spaziali e infrastrutture terrestri a capire le debolezze; 3) la preparazione che richiede un legame con istituzioni politiche; e 4) i dati, che è necessaria ma non sufficiente.
Il tempo e lo spazio possono influenzare gravemente le nostre infrastrutture critiche e per acquisire le capacità delle singole nazioni di far fronte alle emergenze è stato suggerito di creare una rete di tutte le organizzazioni delle parti interessate (scienza, industria, operatori, decisori politici) con cui si possano scambiare opinioni e discutere i progressi realizzati, in modo da stabilire un processo permanente di discussione che farà luce su tutti gli aspetti della pericolosità dei nuovi effetti magnetici spaziali.
Il mondo sempre più condizionato dall’elettricità, dalla connessioni telefoniche e della rete, dimostra dietro quella facciata super tecnologica, dove la comunicazione viaggia alla velocità di un secondo, un’immensa fragilità e dipendenza oltre la quale l’uomo sembra davvero inerme.
Non va affatto dimenticato che i primi di giugno 2014 a Vienna c’è stata un’importante conferenza sul tema “Sudden Blackout”, poiché l’Europa non ha alcun piano di emergenza nel caso di blackout totale. Herbert Saurugg, iniziatore della conferenza, aveva esordito confermando che la gestione delle crisi nazionale non è sufficiente, inoltre ha aggiunto che la società deve fare il primo passo nel riconoscere che, un black-out su larga scala è una reale possibilità. Nella conferenza è stato affrontato anche la possibilità e il dovere che almeno il 50 % della popolazione deve saper affrontare una situazione di grave emergenza come quella di un blackout totale anche per molti giorni, soprattutto la necessità di reperire petrolio, gas, cibo e acqua, che sono i beni primari che saranno per logica non reperibili. Anzi Berd Benser di GrigLab spiega che questo scenario concretamente possibile trascina con se fattori scatenanti, tra cui attacchi informatici e terrorismo… Il quadro dipinto è di totale insicurezza, poiché un blackout potrebbe durare più di sei giorni che creeranno scene di panico in ogni ambiente, partendo da quello ospedaliero dove in primis, pazienti in terapia intensiva sarebbero in pericolo di vita concreto. L’intera rete elettrica europea è potenzialmente a rischio e per questo le città particolarmente grandi devono attuare strategie per affrontare una situazione di emergenza.

Situazioni e scenari apocalittici possono capitare in un giorno qualsiasi, ora ci si chiede come i nostri governi si siano attivati per responsabilizzare i propri cittadini in condizioni di reale disastro energetico di blackout nazionali, dove spesso il panico rappresenta l’obiettivo primario da contenere e forse il più catastrofico di qualsiasi reale difficoltà. I nuovi cambiamenti climatici, le nuove sfide che l’umanità attende forse non sono ancora all’altezza della nostra cultura apparente, poiché l’uomo è evoluto con la tecnologia ma è incapace alla propria sopravvivenza, diventando fragile e totalmente dipendente da essa. Eppure queste sfide servono per poter stabilire le priorità di una nazione, della società e dell’individuo. Sicuramente vale la pena pensarci!