ORSI: BLOCCATO IL RADIOCOLLOCAMENTO CON NARCOTICI

Redazione

Daniza è morta e adesso spuntano i rimorsi di coscienza. Purtroppo si è consumata una atrocità. "Il ministero dell'Ambiente ha bloccato il radiocollaramento degli orsi tramite narcotizzazione". E' quanto annuncia su twitter lo stesso dicastero, spiegando che e' "necessario un chiarimento dopo Daniza". Intanto si e' accertato che l'orso ritrovato morto il 12 settembre scorso nel comune di Pettorano sul Gizio (L'Aquila) e' stato ucciso con un colpo di fucile. Queste le prime certezze arrivate dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZSLT) di Grosseto dove la carcassa e' stata trasferita nella giornata di martedi'. L'orso – secondo quanto riferisce la forestale – e' stato attinto da un colpo sparato con una munizione spezzata.
  Uno dei pallettoni ha raggiunto l'intestino ed ha provocato un'infezione: la peritonite e' risultata fatale. Sulla base delle risultanze dell'IZSLT di Grosseto il Corpo forestale dello Stato, coordinato dalla Procura della Repubblica di Sulmona, si sta procedendo ad effettuare tutte le operazioni di ricerca delle fonti di prova per rintracciare i colpevoli dell'uccisione del plantigrado (articolo 544 bis c.p. e 30 lett. C L. 157/92), nonche' a ricostruire gli spostamenti dell'orso nelle ore antecedenti il decesso. La forestale smentisce la voce circolata su alcuni organi di informazione circa l'attivita', da parte del Corpo, di ricerca e cattura dei due orsi che si aggirano nella zona di Pettorano sul Gizio.
  Continua invece senza sosta l'attiva dei forestale di monitorare le zone frequentate dagli orsi per allontanarli dalla zona abitata. Dura la reazione della presidenza del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. "L'orso ritrovato venerdi' a Pettorano Sul Gizio (L'Aquila) e' stato ucciso da una fucilata. Si tratta di un fatto gravissimo che non puo' e non deve trovare alcuna giustificazione. La riduzione della mortalita' per mano dell'uomo e' uno degli elementi essenziali per evitare l'estinzione dell'Orso bruno marsicano. Purtroppo, siamo in presenza del quarto orso morto nel 2014"




VIOLENZA SULLE DONNE: ARRIVA DAGLI USA IL TEST DNA CHE PROVERA' GLI ABUSI

Redazione

Finalmente uno strumento importantissimo nel campo scientifico di cui l'Italia potrà avvalersi per accertare i casi di violenza sulle donne. Arrivera' in Italia un test del Dna che permettera', come gia' accade negli Usa, di sapere se una persona e' stata vittima di violenza e maltrattamenti e da quanti anni. Questo rivoluzionario test verra' presentato domani nell'Aula Magna A.M. Dogliotti dell'ospedale Molinette della Citta' della Salute e della Scienza di Torino (corso Bramante 88/90), durante il convegno "La salute della donna vittima di violenza: la prova dei maltrattamenti e le conseguenze psicologiche", organizzato da Patrizio Schinco (responsabile Centro Demetra dell'ospedale Molinette), dall'avvocato Beatrice Rinaudo (penalista e tributarista) e da Silvia Donadio (responsabile Centro Soccorso violenza sessuale dell'ospedale Sant'Anna di Torino). Parteciperanno magistrati della Procura della Repubblica di Torino, criminologi, giudici di Famiglia, psicologi e medici Legali. Ma esiste la possibilita' di documentare il danno correttamente in sede giudiziaria? Questo e' il significato del convegno, durante il quale gli esperti porteranno le loro conclusioni, anche per fornire al sistema giudiziario la documentazione necessaria a garantire alle vittime di violenza una corretta tutela e un equo procedimento giudiziario. A partire dalla raccolta delle prove, dalla corretta conservazione e trasmissione al sistema giudiziario fino alla possibilita' di documentare l'alterazione dell'espressione genica che attraverso la Metilazione del Dna influenza numerose caratteristiche individuali. L'esecuzione del test della lunghezza dei Telomeri (possibile con costi limitati e ormai alla portata di numerosi laboratori) potrebbe documentare con elevata specificita' una storia di maltrattamento ed abuso al di la' di ogni ragionevole dubbio.
  Attualmente questo test non viene eseguito in strutture pubbliche a scopo diagnostico, ma lo e' per ricerca (anche a Torino ad esempio) e la sua esecuzione potrebbe essere richiesta a scopo sia clinico che giudiziario. Una recente ricerca apparsa sulla rivista "Molecular Psychiatry" ha rivelato che le conseguenze delle punizioni e delle violenze sono cicatrici invisibili che rimangono nella psiche e, sorprendentemente, nel Dna. Sono state intervistate le madri di 236 bambini che avevano subito violenze domestiche, assistito a comportamenti violenti tra i genitori o erano stati vittima di bullismo ed e' stata misurata la lunghezza dei loro telomeri.
  Si tratta delle piccole porzioni di Dna che si trovano alle estremita' dei cromosomi e che si accorciano ad ogni divisione cellulare fungendo da veri e propri indicatori della longevita' dell'individuo. I ricercatori che hanno misurato la lunghezza dei telomeri del gruppo di bambini maltrattati e hanno osservato un accorciamento di queste strutture pari a un invecchiamento prematuro di circa 7-10 anni.

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STAMINA, UDIENZA RIESAME: ANCORA SOTTO SEQUESTRO LE CELLULE A BRESCIA

di Cinzia Marchegiani

Torino –  Ieri, 15 settembre 2014, grande colpo di scena all’udienza nella maxiaula numero 3 presso il tribunale del riesame al Palazzo di Giustizia di Torino in merito al sequestro preventivo autorizzato dal GIP Francesca Christillin, che oltre al sequestro delle provette aveva imposto tra l’altro agli Spedali Civili di Brescia di tutelare e salvaguardare la vitalità dello stesso materiale biologico presente nel laboratorio. Le famiglie di ben 11 pazienti avevano chiesto il dissequestro, non solo delle cellule ma anche di tutte le attrezzature della Stamina Foundation. Un repentino ribaltamento della situazione sembra far sperare i familiari titolari di questa richiesta e stranamente citati come parte lesa dallo stesso Raffaele Guariniello. Un sequestro operato alla vigilia delle infusioni che attendevano la piccola Noemi Sciarretta poiché era stata chiesta una valutazione pre e post infusione, che poteva finalmente chiarire l’arcano anche della pericolosità, poiché a tutt’oggi non esiste un documento agli atti che lo dimostri (anzi esistono documenti che dimostrano l'esatto contrario). Anche il documento del sequestro risulta essere fondamentale per un’azienda ospedaliera del calibro degli Spedali Civili di Brescia effettuare il follow up di una terapia anche se in essere non vi era alcuna sperimentazione, poiché è un dovere dell’ospedale dover provvedere a tale valutazione.
 

A chiarirci il colpo di scena di quest’udienza che tiene in sospeso le vite di questi malati, è l’avvocato Gianluca Ottaviano, legale della famiglia Spinazzola. Il Pm Raffaele Guariniello nella sua memoria depositata lo scorso 13 settembre 2014 dichiara che il Collegio non ha il potere di annullare il provvedimento del sequestro, anzi si deve mantenere vivo anche se c’è stato un errore poiché il PM doveva incaricare il GUP e non il GIP. Questa incompetenza funzionale per Guariniello sembra sanabile attraverso il dispositivo normativo di cui all'art. 27 c.p.p.

Ma l’Avvocato Ottaviano va oltre: "non è applicabile l'articolo 27 del c.p.p relativo alla incompetenza territoriale; anche secondo gli orientamenti delle sezioni unite della Cassazione, sent. n. 25/99, l’incompetenza funzionale equivale al disconoscimento della ripartizione delle attribuzioni del giudice in relazione allo sviluppo del processo e riflette i suoi effetti direttamente sulla idoneità specifica dell’organo all’adozione di un determinato provvedimento. Essa, pur non avendo trovato un’esplicita previsione neppure nel nuovo codice di procedura penale, proprio perché connaturata alla costruzione normativa delle attribuzioni del Giudice ed allo sviluppo del rapporto processuale, è desumibile dal sistema ed esprime tutta la sua imponente rilevanza in relazione alla legittimità del provvedimento emesso dal giudice, perché la sua mancanza rende tale provvedimento non più conforme ai parametri normativi di riferimento.E' un’incompetenza grave che pone il GIP nell’impossibilità di conoscere nel merito quanto di competenza del GUP. E’ ravvisabile un’incompetenza talmente intensa da potersi intendere come forma di incapacità del giudice e per questo ho chiesto la declaratoria di nullità ai sensi dell’art. 178 c.p.p., per cui il sequestro depositato dalla Cristillin a Brescia dovrebbe ritenersi nullo all’origine.”

Insomma una defiance imperdonabile quella di Guariniello che sembra aver sbagliato segreteria, invece di depositare al GUP, porta i documenti al Gip, però chiede comunque il sequestro del materiale biologico e dell’attrezzatura di Stamina. L’avvocato Ottaviano ha trovato il grande vizio di forma di questa inquisizione su Stamina, il provvedimento di sequestro preventivo dovrebbe da considerarsi nullo ex art. 178 lett. a del c.p.p. poichè il GIP è privo di potere decisionale in ordine allo stato del procedimento. Lo stesso Ottaviano spiega nel dettaglio che il provvedimento richiesto dal PM in data 14. 08.2014 è stato emesso dal GIP solo in data 21.08.2014, in epoca successiva sia alla richiesta di rinvio giudizio (del 14 luglio 2014), sia alla stessa fissazione dell’udienza preliminare (rinvio giudizio del 15 luglio 2014 con fissazione dell'udienza preliminare per il giorno 4 novembre 2014). Ed è proprio con la richiesta di rinvio a Giudizio che il P.M trasmette il fascicolo contenente la notizia di reato, la documentazione relativa alle indagini espletate e i verbali degli atti compiuti davanti al giudice per le indagini preliminari e per questo è solo il GUP (Giudice dell’Udienza Preliminare) essere il titolare competente ad emettere misure cautelari. Per questo motivo il GIP ha incompetenza funzionale poichè ha emesso un provvedimento in violazione proprio delle norme sulla ripartizione delle attribuzioni fra i giudici.

Tutto sembra puntare ad un errore di competenza funzionale presumibilmente imputabile al GIP procedente che ha emesso un provvedimento violazione delle norme sulla ripartizione delle attribuzioni fra i Giudici in relazione allo sviluppo del processo/procedimento…. ma nel riesame del dissequestro delle cellule a Brescia c’è molto di più… e lo fa presente la mamma del piccolo Federico, l'avvocato Tiziana Massaro rivolgendosi allo stesso Guariniello: " i Nas sono venuti nella mia abitazione a chiedere l’interpretazione del documento n. 173 dell’ISS, importante e basilare" (che non è stato però messo agli atti, dove nel sequestro non gli viene attribuito il valore che racchiude nella sua semantica…il preparato è valido per uso terapeutico!) mentre Andrea Sciarretta fa presente invece come il sequestro autorizzato dal Gip sia stato emesso in coincidenza con l'ordinanza in cui veniva autorizzata alla piccola Noemi l’infusione al nosocomio Bresciano e chiede:”quanto deve fare paura la piccola Noemi?”

Il blocco totale delle terapie, conseguenza del sequestro da parte del Gip a Brescia del materiale biologico è creato per evitare realmente la verifica pre e post infusione della piccola Noemi, come aveva detto nell’intervista Luca Pani a La Stampa, lo scorso 26 agosto 2014?
Se così fosse, sarebbe da chiedersi cosa ci sia realmente dietro, in fondo le valutazioni dovevano essere eseguite indipendentemente da una sperimentazione (citazione Sequestro GIP)… e lo stesso avvocato

Ottaviano ci spiega come tutto l’impianto documentale del sequestro sia costituito da ipotesi per spiegare i fatti costituiti invece da certificati e analisi strumentali rilasciati da strutture pubbliche o private accreditate e attestanti plurimi miglioramenti conseguiti che i pazienti hanno ottenuto dopo le infusioni o al peggioramento in seguito al blocco delle stesse, mentre vengono assunti come consistenti prove lettere aperte, addirittura interviste e dichiarazioni di esperti che non sono però venuti mai in contatto con il metodo stamina e sono diventati una ferrea risonanza accusatoria per mezzo di dichiarazioni squisitamente narrative, cioè senza un documento tangibile, al contrario di tutta quella documentazione istituzionale e sanitaria che ne avvalora la non pericolosità e non tossicità.

E proprio nel riesame del sequestro delle cellule a Brescia che emerge con tutta la sua forza il conflitto di interesse della senatrice Cattaneo e le sue forti affermazioni che vedono le cellule staminali mesenchimali prive di attività nei riguardi delle malattie degenerative del tessuto nervoso, e soprattutto l’incapacità di differenziarsi in neuroni, mentre lo stesso professor Antonio Uccelli che in merito ha già avviato una sperimentazione clinica superando la fase I descrive le importanti proprietà delle MSC che qui rimettiamo a memoria di quanto abbiamo già descritto nell’inchiesta realizzata dall’Osservatore d’Italia lo scorso novembre 2013: “le MSC sono cellule pluripotenti che si differenziano dalle cellule staminali emopoietiche (o HSC) per alcuni importanti proprietà: 1) transdifferenziazione, evidenziata in animali da esperimento, che permette alle MSC di differenziarsi in cellule molto specifiche saltando da un cammino differenziativo ad un altro, in fibroblasti, condroblasti, neuroni, cellule epitelieali etc; b) proprietà anti infiammatorie/immomodulanti e C) la funzione neuroprotettiva che sono entrambe proprietà importantissime, già nel 2012 spiegate al via del primo studio clinico di fase II al mondo mirato a studiare la sicurezza e l'efficacia dell'uso delle cellule staminali mesenchimali contro la sclerosi multipla. A presentare il progetto in occasione del 28esimo Congresso dell'European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (Ectrims) in corso a Lione fu lo stesso Antonio Uccelli, responsabile del Centro per lo studio e la cura della Sm e malattie demielinizzanti dell'universita' di Genova. Un passo in avanti verso la conferma che le staminali funzionano davvero contro la sclerosi multipla, dunque, anche se è stato specificato che sono impiegati solamente in quei pazienti che hanno tessuti nervosi non ancora completamente danneggiati: ”Gli studi eseguiti nei nostri laboratori sono stati i primi, nel 2005, a dimostrare l'efficacia di questo trattamento su modello animale. Un risultato che e' stato confermato da altri laboratori e che ha creato consenso per far si' che ci fosse un razionale consistente per procedere con la sperimentazione sull'uomo. La fase I (già confermata) ha valutato soprattutto la sicurezza del trattamento. La convinzione degli studiosi e' che "le cellule staminali non solo facciano immunomodulazione, cioé blocchino l'auto-aggressione del sistema immunitario al sistema nervoso (e' quello che fanno i farmaci attualmente utilizzati contro la sclerosi multipla), si vuole dimostrare che queste cellule hanno un valore aggiunto e cioè sono anche in grado di rilasciare fattori protettivi dei tessuti e che favoriscono la riparazione.”

Tutto molto pittoresco se non fosse che dietro a tanta burocrazia, tante affermazioni facilmente attaccabili e gaffe rocambolesche, ci siano in corsa la vita di malati e dei loro familiari che son costretti a tornare sempre nelle aule del tribunale quando specifiche leggi, come la 57/2013, la sentenza si Strasburgo e quella di Helsinki proteggano e tutelino i malati nel poter ricevere quelle terapie che finora si son dimostrate dei salvavita….non frutto di sensazioni e suggestione, ma di documentazione concreta e agli atti. Sotto lente l’operato dell’Aifa con le sue ordinanze e delle testimonianze narrative, senza alcuna prova documentale degli scienziati che sono finiti come elemento di prova regina contro la documentazione concreta che i malati hanno sempre dimostrato e dichiarato…

Il Collegio per ora si è riservato e scioglierà la stessa riserva il prossimo19 settembre….comunque vada sono state sollevati troppi quesiti inquietanti su questa immenso intreccio all’italiana, e molti si chiedono auspicabile una super inchiesta che valuti l’operato di tutti gli attori…

Possibile che delle famiglie che dovrebbero riserbare le energie per combattere quotidianamente le piaghe di queste terribili malattie, devono correre da nord a sud, catapultati centinaia e centinaia di chilometri dai propri figli, per incontrarsi nei processi che rimandano all’infinito un diritto sancito a chiare lettere ovunque?
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A questo punto ci si chiede se sia in programma un intervento del procuratore Capo Giancarlo Caselli, visto il grave errore confermato dallo stesso Procuratore Guariniello…

Comunque vada, ogni giustizia rimandata, è una giustizia negata, e nel caso di questi malati, ogni minuto era e sarà prezioso. 




STAMINA UDIENZA PER IL RIESAME DEL PROVVEDIMENTO DI SEQUESTRO DELLE CELLULE AL NOSOCOMIO DI BRESCIA, IL PM GUARINIELLO AMMETTE UN GRAVE ERRORE MA VUOLE MANTENERE IL SEQUESTRO

L’avvocato Gianluca Ottaviano, legale della famiglia Spinazzola apre il vaso di pandora, solleva l'eccezione di incapacità del giudice per violazione del criterio di riparto di funzione nelle fasi del procedimento/processo. Chiesta la declaratoria di nullità ai sensi del 178 C.P.P

di Cinzia Marchegiani

Torino- Stamattina grande colpo di scena all’udienza nella maxiaula numero 3 presso il tribunale del riesame al Palazzo di Giustizia di Torino in merito al sequestro preventivo autorizzato dal GIP Francesca Christillin, che oltre al sequestro delle provette aveva imposto tra l’altro agli Spedali Civili di Brescia di tutelare e salvaguardare la vitalità dello stesso materiale biologico presente nel laboratorio. Le famiglie di ben 11 pazienti avevano chiesto il dissequestro, non solo delle cellule ma anche di tutte le attrezzature della Stamina Foundation. Un repentino ribaltamento della situazione sembra far sperare i familiari titolari di questa richiesta e stranamente citati come parte lesa dallo stesso Raffaele Guariniello. Un sequestro che a quanto sembra sia stato attivato per impedire le infusioni che attendevano la piccola Noemi Sciarretta (affermazione alquanto pesante e da investigare di Luca Pani, direttore generale AIFA) poiché era stata chiesta una valutazione pre e post infusione, che poteva finalmente chiarire l’arcano anche della pericolosità, poiché  a tutt’oggi non esiste un documento agli atti che lo dimostra (anzi esistono esattamente prove del contrario). Anche il documento del sequestro riporta essere fondamentale per un’azienda ospedaliera del calibro degli Spedali Civili di Brescia l'attivazione del follow up di una terapia anche se non vi era alcuna sperimentazione, poiché è un dovere dell’ospedale dover provvedere a tale valutazione.

A chiarirci il colpo di scena di quest’udienza che tiene in sospeso le vite di questi malati, è l’avvocato Gianluca Ottaviano, legale della famiglia Spinazzola. Il Pm Raffaele Guariniello nella sua memoria depositata lo scorso 13 settembre 2014 dichiara che il Collegio non ha il potere di annullare il provvedimento del sequestro, anzi si deve mantenere vivo anche se c’è stato un errore poiché il PM doveva incaricare il GUP e non il GIP. Questa incompetenza funzionale per Guariniello sembra sanabile attraverso il dispositivo normativo di cui all'art. 27 c.p.p. Ma l’Avvocato Ottaviano va oltre: "non è applicabile l'articolo 27 del c.p.p relativo alla incompetenza territoriale; anche secondo gli orientamenti delle sezioni unite della Cassazione, sent. n. 25/99, l'’incompetenza funzionale equivale al disconoscimento della ripartizione delle attribuzioni del giudice in relazione allo sviluppo del processo e riflette i suoi effetti direttamente sulla idoneità specifica dell’organo all’adozione di un determinato provvedimento. Essa, pur non avendo trovato un’esplicita previsione neppure nel nuovo codice di procedura penale, proprio perché connaturata alla costruzione normativa delle attribuzioni del Giudice ed allo sviluppo del rapporto processuale, è desumibile dal sistema ed esprime tutta la sua imponente rilevanza in relazione alla legittimità del provvedimento emesso dal giudice, perché la sua mancanza rende tale provvedimento non più conforme ai parametri normativi di riferimentoE' un’incompetenza grave che pone il GIP nell’impossibilità di conoscere nel merito quanto di competenza del GUP. E’ ravvisabile un’incompetenza talmente intensa da potersi intendere come forma di incapacità del giudice e per questo ho chiesto la declaratoria di nullità ai sensi dell’art. 178 c.p.p., per cui il sequestro depositato dalla Cristillin a Brescia dovrebbe ritenersi nullo all’origine.

Insomma una defiance imperdonabile quella di Guariniello che sembra aver sbagliato segreteria, invece di depositare al GUP, porta i documenti al Gip, però chiede comunque il sequestro del materiale biologico e dell’attrezzatura di Stamina. L’avvocato Ottaviano ha trovato il grande vizio di forma di questa inquisizione su Stamina, il provvedimento di sequestro preventivo dovrebbe da considerarsi nullo ex art. 178 lett. a del c.p.p. poichè il GIP è privo di potere decisionale in ordine allo stato del procedimento. Lo stesso Ottaviano spiega nel dettaglio che il provvedimento richiesto dal PM in data 14. 08.2014 è stato emesso dal GIP solo in data 21.08.2014, in epoca successiva sia alla richiesta di rinvio giudizio (del 14 luglio 2014), sia alla stessa fissazione dell’udienza preliminare (rinvio giudizio del 15 luglio 2014 con fissazione dell'udienza preliminare per il giorno 4 novembre 2014). Ed è proprio con la richiesta di rinvio a Giudizio che il P.M trasmette il fascicolo contenente la notizia di reato, la documentazione relativa alle indagini espletate e i verbali degli atti compiuti davanti al giudice per le indagini preliminari e per questo è solo il GUP (Giudice dell’Udienza Preliminare) essere il titolare competente ad emettere misure cautelari. Per questo motivo il GIP ha incompetenza funzionale poichè ha emesso un provvedimento in violazione proprio delle norme sulla ripartizione delle attribuzioni fra i giudici.

Tutto sembra puntare all’incompetenza funzionale del GIP procedente che ha emesso un provvedimento in palese violazione delle norme sulla ripartizione delle attribuzioni fra i Giudici in relazione allo sviluppo del processo/procedimento…. ma nel riesame del dissequestro delle cellule a Brescia c’è molto di più…come il certificato n173 prodotto dall’ISS non messo agli atti, mentre i Nas si recano a casa di una famiglia di un piccolo paziente per chiedere l’interpretazione del documento, quando la frase ha una semantica precisa e tanto, tanto altro ancora….

Il blocco totale delle terapie, conseguenza del sequestro da parte del Gip a Brescia del materiale biologico è creato per evitare realmente la verifica pre e post infusione della piccola Noemi, come aveva detto nell’intervista Luca Pani a La Stampa, lo scorso 26 agosto 2014?
Se così fosse, sarebbe da chiedersi cosa ci sia realmente dietro, in fondo le valutazioni dovevano essere eseguite indipendentemente da una sperimentazione (citazione Sequestro GIP)… e lo stesso avvocato Ottaviano ci spiega come tutto l’impianto documentale del sequestro è costituito da ipotesi per spiegare i fatti costituiti invece da certificati e analisi strumentali rilasciati da strutture pubbliche o private accreditate e attestanti plurimi miglioramenti conseguiti che i pazienti hanno ottenuto dopo le infusioni o al peggioramento in seguito al blocco delle stesse, mentre vengono assunti come "consistenti prove" lettere aperte, addirittura interviste e dichiarazioni di esperti che non sono però venuti mai in contatto con il metodo stamina e sono diventati una ferrea risonanza accusatoria per mezzo di dichiarazioni squisitamente narrative, cioè senza un documento tangibile, al contrario di tutta quella documentazione istituzionale e sanitaria che ne avvalora la non pericolosità e non tossicità.

E proprio nel riesame del sequestro delle cellule a Brescia che emerge con tutta la sua forza il conflitto di interesse della senatrice Cattaneo e le sue forti affermazioni che vedono le cellule staminali mesenchimali prive di attività nei riguardi delle malattie degenerative del tessuto nervoso, e soprattutto l’incapacità di differenziarsi in neuroni, mentre lo stesso professor Antonio Uccelli che in merito ha già avviato una sperimentazione clinica superando la fase I descrive le importanti proprietà delle MSC che qui rimettiamo a memoria di quanto abbiamo già descritto nell’inchiesta realizzata dall’Osservatore d’Italia lo scorso novembre 2013: “le MSC sono cellule pluripotenti che si differenziano dalle cellule staminali emopoietiche (o HSC) per alcuni importanti proprietà: 1) transdifferenziazione, evidenziata in animali da esperimento, che permette alle MSC di differenziarsi in cellule molto specifiche saltando da un cammino differenziativo ad un altro, in fibroblasti, condroblasti, neuroni, cellule epitelieali etc; b) proprietà anti infiammatorie/immomodulanti e C) la funzione neuroprotettiva che sono entrambe proprietà importantissime, già nel 2012 spiegate al via del primo studio clinico di fase II al mondo mirato a studiare la sicurezza e l'efficacia dell'uso delle cellule staminali mesenchimali contro la sclerosi multipla. A presentare il progetto in occasione del 28esimo Congresso dell'European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (Ectrims) in corso a Lione fu lo stesso Antonio Uccelli, responsabile del Centro per lo studio e la cura della Sm e malattie demielinizzanti dell'universita' di Genova. Un passo in avanti verso la conferma che le staminali funzionano davvero contro la sclerosi multipla, dunque, anche se è stato specificato che sono impiegati solamente in quei pazienti che hanno tessuti nervosi non ancora completamente danneggiati:”Gli studi eseguiti nei nostri laboratori sono stati i primi, nel 2005, a dimostrare l'efficacia di questo trattamento su modello animale. Un risultato che e' stato confermato da altri laboratori e che ha creato consenso per far si' che ci fosse un razionale consistente per procedere con la sperimentazione sull'uomo. La fase I (già confermata) ha valutato soprattutto la sicurezza del trattamento. La convinzione degli studiosi e' che "le cellule staminali non solo facciano immunomodulazione, cioé blocchino l'auto-aggressione del sistema immunitario al sistema nervoso (e' quello che fanno i farmaci attualmente utilizzati contro la sclerosi multipla), si vuole dimostrare che queste cellule hanno un valore aggiunto e cioè sono anche in grado di rilasciare fattori protettivi dei tessuti e che favoriscono la riparazione.”

Tutto molto pittoresco se non fosse che dietro a tanta burocrazia, tante affermazioni facilmente attaccabili e gaffe rocambolesche, ci siano in corsa la vita di malati e dei loro familiari che son costretti a tornare sempre nelle aule del tribunale quando specifiche leggi, come la 57/2013, la sentenza si Strasburgo e quella di Helsinki proteggano e tutelino i malati nel poter ricevere quelle terapie che finora si son dimostrate dei salvavita….non frutto di sensazioni e suggestione, ma di documentazione concreta e agli atti. Sotto lente l’operato dell’Aifa con le sue ordinanze e delle testimonianze narrative, senza alcuna prova documentale degli scienziati che sono finiti come elemento di prova regina contro la documentazione concreta che i malati hanno sempre dimostrato e dichiarato…

Il Collegio per ora si è riservato e scioglierà la stessa riserva il prossimo19 settembre….comunque vada sono state sollevati troppi quesiti inquietanti su questa immenso intreccio all’italiana, e molti si chiedono auspicabile una super inchiesta che valuti l’operato di tutti gli attori…

Possibile che delle famiglie che dovrebbero riserbare le energie per combattere quotidianamente le piaghe di queste terribili malattie, devono correre da nord a sud, catapultati centinaia  e centinaia di chilometri dai propri figli, per incontrarsi nei processi che rimandano all’infinito un diritto sancito a chiare lettere ovunque?
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A questo punto ci si chiede se sia in programma un intervento del procuratore Capo Giancarlo Caselli, visto il grave errore confermato dallo stesso Procuratore Guariniello…errore che va ricordato non è semplicemente amministrativo, ma fatto sulla pelle dei malati, in barca a leggi di Stato e ordinanze di altri giudici… Comunque vada, ogni giustizia rimandata, è una giustizia negata, e nel caso di questi malati, ogni minuto era e sarà prezioso. 




SANITA': I RICOVERI OSPEDALIERI INAPPROPRIATI DIMINUISCONO NEL 2013

Redazione

Sono 9.842.485 i ricoveri ospedalieri, corrispondenti ad un totale di 64.312.696 giornate, erogati nel 2013, con una riduzione rispetto all’anno precedente di circa 415 mila ricoveri (-4%) e di circa 2.394.000 giornate (-3,6%). Si conferma la tendenza a migliorare l’erogazione appropriata dell’assistenza ospedaliera.

La degenza media per acuti si mantiene pressoché costante da diversi anni intorno al valore di 6,8 giorni, mentre per le degenza medie per riabilitazione e per lungodegenza si osserva un decremento a partire dal 2009; per l’anno 2013 la degenza media per riabilitazione in regime ordinario è pari a 25,7 giorni, mentre quella per l’attività di lungodegenza è pari a 27,6 giorni.

E’ quanto illustrato nel Rapporto annuale sull’attività ospedaliera per l’anno 2013, che si presenta rinnovato nella presentazione dei contenuti ed arricchito con numerose nuove tavole, principalmente nei capitoli dedicati agli indicatori di domanda e mobilità e agli indicatori economici.

Rispetto al 2012 il numero complessivo di ricoveri ordinari per acuti si riduce da 6.837.823 a 6.634.977 (-2,9%), con una corrispondente diminuzione delle giornate di ricovero da 46.422.668 a 44.802.526 (-3,5%); il numero di ricoveri in regime diurno effettuati si riduce da 2.538.561 a 2.345.258 (-7,6%), per una corrispondente diminuzione di giornate da 7.056.238 a 6.497.781 (-7,9%).

Sempre rispetto al 2012, i ricoveri ad alto rischio di inappropriatezza in regime ordinario sono diminuiti di poco più di 390 mila unità (-24% che corrisponde al doppio della riduzione osservata nel 2012) e quelli in regime diurno di circa 180.000 unità (-10%).

Inoltre, il tasso di ospedalizzazione in acuti per l’anno 2013 in Italia si riduce da 108 a 104 dimissioni per 1.000 abitanti in regime ordinario e a circa 38 dimissioni per 1.000 abitanti in regime diurno.

La principale causa di ricorso all’ospedalizzazione in regime ordinario, pur non costituendo una condizione patologica, è rappresentata dal parto con 301.440 dimissioni.

Escludendo il parto, le principali cause di ospedalizzazione sono riconducibili a patologie cardiovascolari (drg 127 – Insufficienza cardiaca e shock) e respiratorie (drg 087 – Edema polmonare e insufficienza respiratoria), interventi chirurgici per sostituzione di articolazioni maggiori o reimpianto degli arti inferiori (drg 544).

Per quanto concerne l’attività in regime diurno, la principale causa di ricovero è rappresentata dalla somministrazione di chemioterapia (drg 410 – Chemioterapia non associata a diagnosi secondaria di leucemia acuta) con 1.565.788 giornate (-3,3% rispetto all’anno 2012).

La qualità della compilazione è ulteriormente migliorata rispetto all’anno precedente: il numero complessivo di errori si riduce da 7.693.650 nel 2012 a 4.702.199 nel 2013, con una diminuzione di poco più del 27%.

Anche la distribuzione degli errori migliora, infatti il numero di schede senza errori aumenta da 5.177.626 a 6.493.781 unità, il numero di schede con un singolo errore si riduce da 3.020.904 a 2.219.999, il numero di schede con due errori si riduce da 1.592.944 a 949.417, il numero di schede con tre errori si riduce da 401.039 a 144.010; il numero mediano di errori, si conferma pari a zero, stando a significare che più della metà delle schede pervenute sono prive di errori (per la precisione, il 66%, mentre nel 2012 le schede prive di errori ammontavano al 50,5% del totale).

Infine, per avere una reale misura della dimensione dell’errore occorre considerare che una scheda SDO contiene 45 variabili, per un totale di 9.843.992 schede pervenute, che corrispondono a 442.979.640 informazioni distinte raccolte. La percentuale di errore del 1,1% è inferiore all’1,7% riscontrato nel 2012 ed evidenzia il sempre più elevato livello qualitativo della banca dati SDO.




STAMINA: LA VERITA' DEI MALATI

Venerdì 12 settembre si terrà a Roma, dalle ore 11.00 alle 14.00, presso il Caffè Letterario di via Ostiense 95, la conferenza stampa “STAMINA: LA VERITA dei malati e il loro diritto a curarsi” dove parleranno gli avvocati e i genitori dei bimbi in cura, e in attesa di cura, a Brescia. L’intervista all’Avvocato Gianluca Ottaviano, legale di una ragazza malata si Sma1

di Cinzia Marchegiani

Roma –  Dopo tanti processi mediatici, i familiari dei pazienti in cura e in lista d'attesa a Brescia col metodo Stamina, hanno deciso di organizzare un’importante conferenza stampa ufficializzato per domani venerdì 12 settembre a Roma, presso il Caffè Letterario di via Ostiense 95 dalle ore 11.00 alle 14.00 per fare chiarezza su una vicenda su cui da troppo tempo parlano tutti, spesso impropriamente, tranne i diretti interessati. Il presidente associazione Movimento Cure Compassinevoli, Gianpaolo Carrer e papà della piccola Celeste ricorda: ”È necessario ora più che mai far sapere all'opinione pubblica la verità dei pazienti troppe volte ignorata, e fare chiarezza sulla vicenda anche dal punto di vista legale prima dell'udienza che si terrà per discutere dell'istanza di dissequestro delle cellule presentata dai familiari. La conferenza intende smentire una ad una, le bugie circolate con la verità portata da documenti ufficiali e dalle leggi esistenti troppo spesso non rispettate, calpestando il sacrosanto diritto alla cura che hanno tutti i malati, anche quelli orfani di altre alternative terapeutiche.
Le falsità circolate, e che in queste ultime settimane hanno trovato una nuova recrudescenza, saranno smentite avvalendosi anche dell'intervento di alcuni dei legali delle famiglie che affronteranno gli aspetti legislativi.”

L’avvocato Gianluca Ottaviano, domani sarà presente come legale della famiglia Spianazzola. Raggiunto dall’Osservatore d’Italia ha anticipato alcuni aspetti fondamentali su questo immenso intreccio in cui si trovano sospesi i malati e i diritti vilipesi, una vicenda che ha dimostrato troppe volte come le leggi siano interpretate all’occorrenza e dove la lacunosa informazione e competenza a livello non solo istituzionale, ha fagocitato sui giornali a caratteri cubitali, vite di estremo valore soprattutto perché testimonianza di immense sofferenze.

Avvocato Ottaviano, lei è il legale della famiglia Spinazzola, Miryam è affetta dalla patologia Sma1 tipo 9, domani sarà presente come relatore alla conferenza stampa. Cosa possiamo anticipare?

Su Stamina si son detti fiumi di parole. Molte e sempre accese le polemiche. Una questione scientifica rimpallata alla magistratura, pareri, interviste, interventi legislativi, ricorsi in tribunale…. Ma nessuno che si sia curato di verificare coscienziosamente le condizioni di salute dei piccoli pazienti. Trovo che il dramma sia proprio questo: troppi interventi da parte di troppe persone e poco pragmatismo; assoluta disattenzione all’interesse primario di questi piccoli angeli abbandonati alle proprie sofferenze nella indifferenza più assurda.
Prima che indire una sperimentazione, peraltro mai iniziata, si sarebbe dovuto valutare il fatto di inviare degli ispettori a Brescia per supervisionare ai trattamenti (se il pericolo per l'incolumità dei piccoli, denunciato dalle autorità era verosimile).
Invece, si è condotta un'azione disattenta e disorganizzata spaventosa, fino ad arrivare all’indagine del PM Guariniello. …. che con il sequestro eseguito il 23 agosto, ha steso la pietra sulla legittima speranza terapeutica.

Quali sono le considerazioni che può fare a margine di questa immensa questione non solo etica ma di diritto?

Volendo o nolendo, apparentemente in deroga alla normativa vigente in materia…. la metodica è stata applicata all'uomo. Ebbene, ritengo che una “medicina” degna di tal nome abbia il dovere etico di osservarne gli effetti, soprattutto ora che le autorità intendono bloccare la metodica.

Possiamo spiegare meglio ai nostri lettori il valore della lista di attesa realizzata dal nosocomio bresciano e del diritto di obiezione di coscienza invocato dagli stessi medici che solo qualche tempo prima avevano provveduto alla somministrazione della terapia con il metodo stamina?

L'obiezione della clausola di coscienza sollevata dai medici di Brescia è un abuso. Il diritto italiano regola con apposite leggi solo tre casi di legittima obiezione di coscienza: 1) riguardo all'interruzione volontaria di gravidanza; 2) riguardo alla sperimentazione animale; 3) riguardo alla fecondazione assistita.
Nel caso di stamina, l’unica fonte della obiezione sollevata è rinvenibile nel codice deontologico medico che però, qualificato giuridicamente, è solo un “regolamento tra privati” (gli appartenenti alla categoria). Ebbene, una fonte regolamentare deve sottostare alla legge di Stato (che si è manifestato attraverso le ordinanze dei tribunali italiani che comandavano l’erogazione della cura), ed alla Costituzione. Riguardo la lista di attesa, è diventata una consuetudine, ma anch’essa è illegittima., poiché è la promanazione di un “atto amministrativo” dell'azienda bresciana, il rif. è alla delibera 434/13. La “lista di attesa” non può rallentare i tempi dell’erogazione delle cure. Un atto amministrativo interno ad un’amministrazione non può e non deve sacrificare un diritto costituzionale, anzi sovranazionale, meglio universale.

La responsabilità dei pazienti deceduti in lista di attesa allora a chi si deve ascrivere?

Forse anche di un ministero che non ha saputo affrontare la necessità approntando altre strutture idonee all'erogazione del metodo.

Domani alle 11:00 a Roma presso il Caffè Letterario di via Ostiense 95, l’Osservatore d’Italia sarà presente alla conferenza stampa “Stamina:la verità dei malati e il loro diritto a curarsi” che sin dall’inizio ha seguito con molte inchieste questa vicenda che riporta sul piano umano molti aspetti legali e delle competenze delle istituzioni spesso rimaste incastrate nelle maglie della burocrazia e dei vuoti delle responsabilità. Le testate d’informazione sono state invitate tutte affinché possa essere profusa con la giusta sensibilità quelle verità nascoste troppo mistificate che non rendono giustizia ai malati e alle famiglie che stanno vivendo questa odissea, e troppo spesso si sentono voci nel deserto…ora con chiarezza denunciano il muro di omertà.

L’avvocato Ottaviano chiosa con una frase del fisico quantico Bohr:”la verità non esiste se non la vogliamo vedere”….e nel frattempo la gente soffre e muore!




CIVITANOVA: RIENTRA DALLA NIGERIA CON LA FEBBRE E DIVERSI SINTOMI DI EBOLA

Redazione

Civitanova – Una donna che presentava vari sintomi di ebola è stata ricoverata all'ospedale di Civitanova. Si tratta di una donna nigeriana, E.L. di 42 anni, rientrata in Italia dopo una settimana trascorsa in Nigeria. La donna ha la febbre alta e a quanto si apprende era stata operata in Nigeria dopodiché è nelle Marche con la febbre. La donna è stata trasferita in ambulanza, nella mattinata di martedì 9 settembre presso l'ospedale Torrette di Ancona. Le analisi verranno ora inviate allo Spallanzani di Roma  per il responso ufficiale.
“In questo momento, non c'è motivo di allarmismo – ha dichiarato il primo cittadino di Civitanova Tommaso Corvatta  –  e mi preme rassicurare la cittadinanza, in particolare chi abita in zone attigue al domicilio della donna: non vi è rischio di trasmissione per contatti casuali, quali possono essere quelli con i vicini di casa – prosegue il – Qualora i sospetti venissero confermati, sarà immediatamente eseguita la profilassi sui familiari della donna”. Il dirigente del Settore prevenzione dell'Agenzia sanitaria regionale Giuliano Tagliavento, ha invitato a evitare allarmismi, anche perché fino a questo momento non esiste diagnosi certa. “Si saprà qualcosa di preciso – ha spiegato – quando avremo i risultati delle analisi, entro 24-48 ore”. I risultati definitivi dello Spallanzani di Roma sono attesi per domani.
 




UE, DISABILITA’: 9 MILIONI PER IL PROGETTO TOBI

di Cinzia Marchegiani

Bruxelles – I progetti finanziati dall'UE, come TOBI (strumenti di interazione cervello-computer) stanno lavorando su tecnologie che potrebbero migliorare notevolmente la qualità della vita delle persone, come quella di Francesco Lollini, ragazzo di 20 anni o Jean-Luc di 53. Il progetto “Brain-Computer” ha permesso loro di riprendere il controllo di arti paralizzati, navigare in rete con il loro pensiero, così è possibile afferrare un bicchiere o scrivere una e-mail, questi sono alcuni gesti quotidiani che non sono possibili per le persone con gravi disabilità fisiche – anche se hanno la volontà e l'intelligenza per farlo. Viene definito il “Potere del cervello” e TOBI ha coinvolto almeno tre tipi di dialogo cervello a computer che permetteva a pazienti paralizzati di poter comunicare e anche muoversi.
Il primo esperimento ha coinvolto l'invio di segnali cerebrali di un cursore del computer tramite elettrodi collegati a un cappuccio indossato sulla testa. Semplicemente pensando a quello che volevano scrivere, i pazienti potevano controllare in remoto il cursore del computer per navigare in Internet e scrivere e-mail e testi.
Nel secondo esperimento, i pazienti inviavano segnali del cervello per controllare un piccolo robot con sensori video, audio e di rilevamento ostacolo. Si potrebbe quindi utilizzare il robot per fare una passeggiata 'virtuale' intorno all'ospedale o anche collegare con i propri cari in luoghi diversi.
Altri pazienti sono stati in grado di riprendere il controllo delle loro arti paralizzati semplicemente pensando a loro spostamento. Ciò è stato fatto utilizzando il software per computer progettato per rilevare l'intenzione di un paziente di eseguire un certo movimento. In alcuni casi, una formazione intensiva e la riabilitazione li hanno aiutati a mantenere il controllo anche dopo che l'elettronica sono stati rimossi.
Il professor Millán ha spiegato:”Abbiamo ascoltato le valutazioni di tutti i pazienti parte del gruppo di ricerca, per correggere errori di progettazione e fatto tutte le modifiche immediatamente. Abbiamo anche preso in considerazione le valutazioni di utenti finali professionisti che hanno lavorato con i pazienti in ospedale “

E’ davvero un raggio di speranza per quei disabili che possono rendersi propositivi e attivi non solo nella comunicazione con il prossimo, ma anche materialmente. L'ultimo anno di progetto concluso e diversi prototipi sono ancora in fase di perfezionamento. Alcune apparecchiature sono disponibile per i pazienti ricoverati in cliniche e ospedali che sono partner TOBI .
"Nel complesso, questa è la prova del grado di robustezza e possibilità della tecnologia di oggi interazione cervello-computer (BCI)" ha detto il professor Millán. La mamma di Francesco, Claudia Menarini spiega: “Progetti come TOBI rappresentano una vera speranza per le persone disabili. Questo dovrebbe essere il loro futuro, questo dovrebbe dare loro la possibilità di sentirsi soddisfatti “.
Il Vice-Presidente della Commissione europea Neelie Kroes, responsabile dell’Agenda Digitale in merito ha dichiarato: “L'UE sta permettendo che le innovazioni siano un'opportunità, non un ostacolo, per le persone con disabilità le tecnologie possono consentire una maggiore autonomia e l'inclusione sociale.”
13 sono i partner provenienti da Austria, Germania, Italia, Svizzera e Regno Unito che hanno partecipato al progetto TOBI. L'Unione Europea ha investito 9.000.000 di euro nel progetto nell'ambito dell'UE settimo programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico (2007-2013) per la ricerca e per sviluppare tecnologia pratica per l'interazione cervello-computer per migliorare la qualità della vita delle persone come Francesco e Jean-Luc. Sembra che il nuovo programma di ricerca e innovazione dell'UE Orizzont 2014-2020 prometta ancora più innovazioni e 80 miliardi di euro di finanziamenti disponibili per i prossimi 7 anni.

Il coordinatore del progetto José del R. Millàn, professore presso l' Ecole Pollytechnique Fédérale di Losanna esprime la sua enfasi, in merito ai risultati ottenuti:”'Ci sono molte persone che soffrono di diversi livelli di disabilità fisica che non possono controllare il loro corpo, ma il cui livello cognitivo è sufficientemente elevato. Noi vogliamo che siano parte della nostra società.”
In contrasto con esperimenti simili che di solito hanno coinvolto pazienti normodotati o impianti cerebrali invasive, TOBI ha aperto nuovi scenari, sviluppando prototipi non invasivi. Utilizzando apparecchiature poco costose e facilmente disponibili, il progetto potrebbe anche realizzare molto in un tempo relativamente breve.

La parola a loro che sono stata la parte attiva del progetto:
Jean-Luc Geiser, 53 anni e un ictus che lo ha lasciato completamente paralizzato e incapace di parlare. Grazie a TOBI, Jean-Luc è stato in grado di comunicare digitando messaggi di posta elettronica tramite un cursore del computer controllato attraverso le sue onde cerebrali, Jean scrive:"Partecipare a questo progetto mi ha permesso di vedere che posso ancora essere utile alla società ."
Francesco Lollini si dichiara felice di prendere parte al progetto: "Mi piace molto questo tipo di test, come io amo anche i film di fantascienza ".

La straordinarietà di questo progetto mette in evidenza quanto sia indispensabile per i disabili con gravi patologie poter accedere ed usare le tecnologie per connettersi con il mondo e soprattutto quanto sia fondamentale poter mantenere e/o ripristinare piccole funzioni del proprio corpo, come un dito o una mano che totalmente cambiano la qualità della vita dei malati spesso immobili all’attività non solo fisica… Progetti come Tobi dimostrano come si può affrontare l’ostacolo della disabilità, che diventa a pieno titolo un patrimonio dell’umanità e non più come un patologia senza speranza. Un raggio di sole con Tobi per i malati, un aiuto concreto anche per le famiglie che con amore e devozione riescono a rendere unici queste tavolozze piene di colore in attesa di poter dipingere il proprio quadro della vita. 




CARPANETO PIACENTINO: LA FAMIGLIA GALIMBERTI IN GUERRA CON IL COMUNE E AUSL PER OTTENERE I DIRITTI DEI FIGLI DISABILI

di Cinzia Marchegiani

Carpaneto Piacentino (PC) – Esiste nell’immaginario collettivo una decadenza del nostro paese molto pronunciata, confermata dalle battaglie ciclopiche che molte famiglie italiane devono affrontare affinché i principi e i diritti sanciti dalla legge possano consegnare dignità di vita e rispetto per chi su questa terra è nato con gravi problemi di salute. Quando una famiglia è costretta a denunciare pubblicamente tramite un’inchiesta giornalistica o televisiva la propria sofferenza e le infinite difficoltà quotidiane, deve superare inevitabilmente quel pudore e quella riservatezza che dovrebbero essere invero garantite dalle stesse istituzioni.
I coniugi Galimberti, sono una coppia giovanissima che stanno vivendo sulla propria pelle e quella dei propri due figli, Brian e Jonathan, una grave situazione di ordinaria follia. Silvia e Alex hanno inviato a L’Osservatore d’Italia un vero dossier di documenti, certificati medici, corrispondenza elettronica affinché si possa fare luce sul danno perpetrato non solo a loro carico, ma soprattutto a danno dei loro due giovani figli, Brian e Jonathan, che oltre a non ricevere le elementari forme di assistenza fisioterapica adeguata domiciliare, sono due bambini cui non è stato garantito lo sviluppo psicologico sociale adeguato alla loro età. Silvia, ho imparato a conoscerla tra una telefonata e tante email, è una mamma non solo preoccupata per la salute dei figli, ma anche della propria. Sa benissimo che si deve tenere in salute, che senza di lei, Brian e Jonathan, sarebbero lasciati al loro triste destino.

La documentazione e la corrispondenza che i Galimberti hanno sostenuto con il Comune di appartenenza, i medici dell’Ausl è un vero pugno allo stomaco, che fotografa come questa famiglia, già impegnata quotidianamente nelle gravose difficoltà di gestione, deve anche combattere contro un sistema illogico che ulteriormente consuma energie e risorse della stessa famiglia. Brian e Jonathan sono due bambini affetti da una malattia rara, la sindrome di “Allan Dudley” e sono disabili al 100%, cioè sono affetti da una encefalopatia spastico-distonica su base familiare da difetto del gene MCT8. Silvia mi racconta che lei è la portatrice sana di questo difetto genetico e che l’ha scoperto però solo quattro anni fa, dopo un odissea inenarrabile che l’ha portata nelle migliori strutture ospedaliere italiane ed estere per comprendere cosa avessero Brian e Jonathan. In realtà al primogenito avevano diagnosticato un danno da ipossia dovuto ad un problema di parto, ma anche al secondo figlio la patologia si era presentata al 3° mese di vita, nonostante Silvia avesse programmato il cesareo. Entrambe i coniugi non vivono di beni al sole e dovendo andare al lavoro, hanno combattuto contro un sistema indifferente e a tratti incompetente delle leggi che tutelano i bambini affetti da gravi disabilità, per questo hanno cominciato a studiare normative e leggi consapevoli che doveva esistere una forma di tutela dei minori sia per accedere alla fisioterapia presso la propria abitazione, totalmente indispensabile per questa grave patologia, sia una forma di assistenza individuale che potesse coadiuvare il loro inserimento nella società didattica e sociale, affinché non subissero per mancanza di copertura di assistenza dedicata a ciascun figlio un parcheggio forzato su una passeggino come al centro estivo, non tutelando le attività ludiche e didattiche. Questa inattività forzata è come una morte psicologica annunciata cui i genitori hanno contrastato rispedendo al mittente le normative e le leggi che tutelano i disabili e soprattutto i minori. La compresenza di due minori con diagnosi di grave disabilità, nello stesso nucleo familiare ora di 12 e 14 anni, sono difficili da gestire anche fisicamente, e comporta momenti di elevato livello di complessità assistenziale, dovute tra l’altro nel dover agire contemporaneamente su entrambe i ragazzi. Siamo di fronte ad un Comune, Carpaneto Piacentino e la AUSL di appartenenza, oltre la Regione Emilia Romagna che non sentono l’obbligo e il dovere di rispondere alle diffide che il legale della famiglia Galimberti ha inoltrato nei mesi precedenti, la prima nel 19.06.2014 dove veniva sollecitata la mancanza di assistenza più volte richiesta dagli assistiti per i propri figli, perché titolari del diritto di fisioterapia domiciliare “mai attivato” (entrambi non deambulano), e nr 2 assistenti (per ciascun ragazzo) dalle 8:00 alle 10:00 al centro estivo nel periodo dal 16.06.2014 – 25.0.2014 per l’affiancamento del personale qualificato, richiesta anch’essa rimasta inevasa, dove l’avv Di Iorio testualmente ricorda:”ha violato ancora una volta i diritti dei minori.Tutto ciò ha provocato notevoli ripercussioni psichiche, accertate documentalmente, sulla madre Silvia Casali, la quale ad oggi risulta affetta da sindrome di attacchi di panico”. Non è servito questo avvertimento legale che preavvertiva nel caso di difetto di quanto loro richiesto la denuncia per le omissioni alle competenti autorità giudiziarie. Il silenzio di queste istituzioni ha indotto la famiglia Galimberti a cercare sempre una soluzione più ragionevole possibile, difatti nel mese di luglio e precisamente il giorno 18, l’avv Alberto Scherma in loro nome ha indirizzando al dr Giuliano Limonta della ASL Piacentina e al Sindaco Gianni Zanrei del Comune di Carpaneto Piacentino, l’ennesima richiesta di assistenza domiciliare intergrata per Brian e Jonathan, poiché dopo il temine dell’anno scolastico (26.07.2014) entrambe i fratelli rimangono presso la propria abitazione anche la mattina:”Orbene, a causa degli impegni lavorativi dei due coniugi, i Sigg.rri Jonathan e Brian Galimberti, restano soli in abitazione; quindi sussiste la necessità di ricevere assistenza domiciliare integrata (ADI) dal lunedì al sabato dalle ore 07.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 19.00 da parte di 2 (due) assistenti.”

Siamo a settembre e Brian e Jonathan non hanno ricevuto alcuna informazione o lettera che potessero spiegare questo accanimento nei loro confronti e ora questa famiglia con ulteriori spese legali si vede costretta, come anticipato nella lettera legale, a rivolgersi all’Autorità Garante competente. Ricordiamo che solo dopo l’intervento della trasmissione delle Iene, il servizio di trasporto è stato riattivato a ottobre 2013, dopo che due anni era stato disattivato, impedendo materialmente ai ragazzi di recarsi alla fisioterapia, che dovrebbe essere attivata a domicilio per legge ai disabili al 100%.

Ma dietro queste diffide c’è molto di più, c’è una lotta quotidiana fatta di corrispondenza elettronica innescata dai Galimberti lunga una vita, dove diventa un problema il trasporto con il pulmino alla scuola, non viene riconosciuto l’esenzione dal comune e quindi inviati presso l’indirizzo dei Galimberti i bollettini del conto corrente da pagare, diventa un caso di stato il seggiolone ortopedico che i Galimberti hanno fatto richiesta per il trasporto del figlio minore Brian (Jonathan invece ne è provvisto di cui lo stesso Dr Limonta, come spiega la mamma Silvia in una email, ne aveva approvato il collaudo)… ora sembra essere cambiata la normativa e quindi non si può garantire lo stesso servizio. Il seggiolone ortopedico diventa una regalia e non un diritto e attivato per aiutare espressamente la famiglia, il 30 settembre 2013 con una email si informava: “Buongiorno, inoltrerò al Servizio Assistenza Protesica di Fiorenzuola la prescrizione per seggiolone ortopedico per Brian, che sarà quindi successivamente al vaglio per eventuale autorizzazione.”

E poi l’assistenza fisioterapica domiciliare diventa un caso di stato per il comune e la Regione Emilia Romagna. I Galimberti, tramite una email del 19 aprile 2014 inviava al dirigente generale della Asl di Piacenza una diffida per la mancata attuazione della legge 104/92, dove ripercorrendo l’iter burocratico avviato scrivevano:” Si chiede pertanto l'attivazione a domicilio della fisioterapia come da progetto, nel caso in cui ciò non avvenga, ci costringe a diffidare sia lei che il direttore sanitario e amministrativo dell'ASL affinché venga rispettato l'atto d'indirizzo approvato con D.P.R del 24/01/94 , e tutt'ora vigente, ed anche l'Assessorato Regionale alla Sanità, come espressamente stabilito dallo stesso atto (art 7).Se necessario le diffide le diffonderemo via stampa e televisione. Pertanto ai sensi e per gli effetti della legge 241 del 1990 la famiglia Galimberti chiede una risposta scritta entro i termini imposti dalla legge; se decorso tale periodo non avremo nessun riscontro, come già detto, sarà perseguibile penalmente. In attesa, Le porgiamo i più cordiali saluti.” La risposta arriva a Silvia e Alex con una raccomandata A.R., il documento della AUSL di Piacenza (servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna) in data 13 maggio 2014, con il protocollo n.0025087 a firma del dirigente generale Andrea Bianchi che in una lunga lettera confermava e spiegava le decisioni in merito al diniego dell’autorizzazione alla fisioterapia domiciliare:”in merito alle sopraggiunte richieste di ausili e protesi preparatori ed eventuale tentativo di introduzione della statica nell’ambito del trattamento fisioterapici nonché l’ipotesi di passare al trattamento fisioterapico domiciliare, ha reso necessario per procedere alla revisione del progetto riabilitativo l’acquisizione di un terzo parere tecnico del Centro HUB di 3° livello per i gravi disturbi neuromotori in età evolutiva di Reggio Emilia e si è provveduto ad un controllo specialistico nei giorni 12.02.2014 e 15.04.2014 e i referti di due diversi specialisti fisiatri non hanno ritenuto opportuna l’introduzione della statica e non hanno intravisto indicazione per fisioterapia domiciliare, né per obiettivi clinico funzionali, né per acuzie. Poiché a ciò si aggiunge la mancanza di indicazione pratico-gestionale (i minori sono trasportati quotidianamente a scuola e più volte alla settimana per le attività di socializzazione) l’ipotizzato passaggio al trattamento riabilitativo domiciliare non è apparso allo stato attuale necessario.”

Riassumendo…siccome due bambini con disabilità al 100% si spostano per andare a scuola e alle attività ricreative, la fisioterapia domiciliare non viene autorizzata, mentre spesso, dal dossier della documentazione e corrispondenza attivata dai Galimberti si evince che Brian e Jonathan sono costretti a sospendere le ore importanti di fisioterapia, per sbalzi di temperatura che subiscono nel passaggio tra casa, trasporto e ambulatorio che già in passato hanno provocato broncospasmo (in modo particolare Jonathan, infatti la famiglia è dotata di broncoaspiratore e saturimetro ed il farmaco Bentelan per gravi attacchi).
Silvia è una mamma giovanissima che causa diagnosi errata della patologia di Jonathan ha programmato la seconda gravidanza ma che a tre mesi di vita il suo piccolo Brian ha cominciato ad accusare le stesse dinamiche fisiche del fratello maggiore Jonathan, di fatto un duro colpo da metabolizzare e sicuramente un carico di gestione dei due ragazzi che purtroppo hanno identiche necessità sanitarie e grado di disabilità. Oltre a questo i Galimberti stanno combattendo una guerra che non dovrebbe essere a loro carico, una situazione che dovrebbe essere chiarita sia nelle responsabilità che nelle competenze istituzionali. Le due diffide ad ora non hanno avuto risposta, la famiglia che tra l’altro chiede solo di poter vivere nell’intimità i propri figli, gestirli nella propria casa, dove l’affetto e l’assistenza dei genitori non potrebbe avere surrogati similari, è colpita nella dignità e nel rispetto del dolore. Silvia una mamma davvero impagabile chiede non la luna, ma solo l’attuazione delle leggi italiane che vanno in aiuto a famiglie che ne hanno bisogno, mentre un seggiolone ortopedico diventa un problema di verifiche di bilancio, dove due disabili in una stessa famiglia vengono autorizzate l’assistenza riferita al nucleo familiare e non congrua al numero dei disabili. Silvia, come tutti i genitori pensa al futuro dei propri figli, vede un domani non solo incerto ma compromesso anche dalla sua stessa salute messa a rischio non solo fisicamente (Brian e Jonathan non sono più due piccoli bambini facili da sostenere nelle manovre che tutti i giorni devono essere realizzate) e psicologicamente ma soprattutto da quel muro invisibili eretto dalle istituzioni. Silvia è una donna fragile come l’acciaio e racconta:”Momenti di sconforto ci sono, momenti dove non vedi luce e futuro e solo grandi paure affollano le notti e i pensieri. Devo ringraziare l’ANAP onlus , Associazione Nazionale Amici per la Pelle, malattie croniche, che è sempre presente con il supporto morale e non solo, e soprattutto a qualsiasi ora, a volte andare avanti diventa insostenibile, soprattutto quando le istituzioni sembrano insensibili al dolore.” La drssa Maria Grazia Salvi, coordinatrice Regione Lombardia in merito alla situazione dei Galimberti, a L’Osservatore d’Italia ha annunciato a breve una fiaccolata che sarà realizzata a Milano dove interverranno alcuni politici, la stessa dichiara:” il diritto alla salute è un diritto di tutti, e nessuno è immune alla malattia. Vi informeremo quando sarà ufficiale la data assegnata.”

Se i malati e i loro diritti sono soggetti alle variazioni di bilancio del comune, dall’interpretazione della legge che tutela i malati con disabilità al 100%, se i familiari dei malati devono incessantemente studiare le leggi e richiederne la loro attuazione affinché il malato possa vivere nel miglior modo possibile, se per avere un diritto si deve pagare un avvocato…forse c’è un ulteriore patologia da curare e le crepe di queste anomalie andrebbero colmate… Quando un genitore deve mettere in pubblica piazza l’intimità della propria casa e la dignità alla mercé di tutti, è costretto suo malgrado a far leva sul quel pudore tanto custodito nella riservatezza affinché la violazione dei diritti diventino una vera denuncia pubblica. L’Osservatore d’Italia sempre attento alle tematiche più delicate che le famiglie vivono in prima persona, auspica un dialogo più diretto e attento, poiché se è vero che i fondi sono sempre di meno, per i malati gravi, disabili e per i minori soprattutto, ogni anno confluiscono patrimoni dal valore inestimabile alle Regioni e forse sarebbe ora verificare come vengono spesi e quindi intercettate le problematiche sanitarie. Come sempre nei momenti di crisi ogni Comune dovrebbe attivare la classica gestione “da buon padre di famiglia”… prima le priorità poi tutto il resto…difficile ruolo indubbiamente, ma l’Italia è diventato quello strano paese che se non si denuncia pubblicamente le proprie odissee burocratiche, i sindaci e i responsabili sanitari rimandano a data incerta quello che per legge dovrebbe essere subito attuato…Alle diffide si risponde, o forse sia il direttore generale Andrea Bianchi e il Sindaco sono soddisfatti dalla lettera protocollata della Regione Emilia Romagna, i bambini con disabilità riconosciuta al 100% vanno a scuola, quindi niente fisioterapia integrata domiciliare? 




NUOVO SCANDALO PER LA NOVARTIS: GRAVI EFFETTI COLLATERALI PER 2579 FARMACI ANTI CANCRO

di Giovanni D'Agata

Effetti secondari dei farmaci. Novartis coinvolto in un nuovo scandalo. Il gigante farmaceutico non ha segnalato i gravi effetti collaterali legati a farmaci anti-cancro in 2579 casi, uno dei quali con esito mortale
Nuova grana per Novartis in Giappone: il gigante farmaceutico renano, già nel mirino per la vicenda dei test clinici manipolati, ha ammesso di non aver correttamente segnalato al ministero della sanità 2579 casi di effetti secondari gravi provocati dai suoi medicinali. Uno di essi ha avuto esito mortale. Il 31 luglio – indica oggi Novartis – l'autorità nipponica sulla sicurezza farmaceutica e alimentare ha ordinato a Novartis Pharma Japan di migliorare le sue procedure dopo aver constatato una violazione delle regole relative alla divulgazione degli effetti secondari. I trattamenti in questione, segnale Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, risalgono sino al 2002 e concernono soprattutto tre farmaci: il Glivec (1.313 casi), il Tasigna (514) e l'Afinitor (261). Novartis ha presentato venerdì alle autorità i risultati delle sue indagini interne illustrando nel contempo le misure intraprese affinché quanto successo non si ripeta. Come noto la filiale giapponese di Novartis è stata al centro di diversi problemi, che hanno portato al siluramento dei principali dirigenti.

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POMODORI: RIDUCONO IL RISCHIO DI CANCRO ALLA PROSTATA

Redazione

Mangiare pomodori riduce il rischio di cancro. Secondo una ricerca britannica una dieta ricca di pomodori potrebbe essere la chiave per la lotta contro il cancro alla prostata,

Alcuni scienziati inglesi hanno scoperto che gli uomini che mangiano più di 10 porzioni alla settimana di pomodori avrebbero un rischio più basso del 18 % di sviluppare il cancro alla prostata. Gli esperti credono che il cancro, che uccide circa 10.000 uomini in Gran Bretagna all'anno, è legato alla dieta e stile di vita. Lo studio sugli uomini, con e senza cancro alla prostata, avrebbe rivelato che chi aveva un apporto ottimo di selenio, calcio e licopene aveva un minor rischio di svilupparla. I pomodori, che contengono licopene – un antiossidante, che combatte le tossine che possono causare danni cellulari – sarebbero il cibo più vantaggioso. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista specializzata Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention e messo in evidenza in Italia da Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che sottolinea però quanto affermato dall'esperta Vanessa Er che ha ribadito che c'è "bisogno di ulteriori studi al fine di confermare i nostri risultati".