STAMINA: QUELL'ORDINE DI CARICARE I MALATI DENUNCIATO DAI SANDACATI DI POLIZIA

di Cinzia Marchegiani

Roma – Se a raccontarlo non fossero stati i sindacati di polizia non ci avremmo minimamente creduto: sembrerebbe che sia stato impartito l’ordine ai poliziotti dei Reparti squadra mobile di caricare i malati in carrozzina che manifestavano davanti ai palazzi di potere. Nello specifico si ricorda la manifestazioni sulle staminali, come cita il test:”addirittura fu dato l’ordine di caricarli perchè erano entrati nella piazza di Palazzo Chigi. I colleghi, col senso del dovere non hanno eseguito gli ordini ma convinto i malati ad uscire. Capite bene la cassa di risonanza che avrebbe avuto, i reparti della polizia mobile andati contro la legge. Ma l’ordine c’era!” Questa è la confessione shock che mardedì scorso è emersa in un incontro alla Camera tra una delegazione del M5S con Tiziana Ciprini, Luigi Di Maio, Roberta Lombardi e Dalila Nesci e i rappresentanti sindacali della polizia di Stato. Il video è stato trasmesso dal vivo in streaming il 1° ottobre 2014. L’incontro e il confronto seguiva quello dello scorso 16 settembre con tutti i rappresentanti del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico.

Il video diventa una denuncia che è un pugno nello stomaco per lo stato di diritto di questo paese. Nel video viene riferito che questi ordini assurdi arrivano spesso a chi lavora nelle strade. Oltre al danno c’è anche la possibile beffa che oltre ad eseguire gli ordini, il poliziotto può finire sotto processo mentre i dirigenti (che li hanno impartiti) finiscono per raccontare versioni che si rivelano poi discordanti. Il poliziotto, beffa vuole, finisce nei guai: è lui l'unico colpevole, per la legge e l'opinione pubblica.



L’Osservatore d’Italia in realtà già ne aveva dato notizia sollevando quesiti che ancora ad oggi giacciono nel cassetto. Infatti qualcosa di grave avvenne proprio alle porte di dicembre 2013 , esattamente il 18, quando nei pressi del Pantheon durante la marcia pacifica dei manifestanti pro-stamina diretta  verso il palazzo del Ministero della Salute, Sandro Biviano,che deambula non la carrozzina, fu l’oggetto di attenzione da parte delle forze in borghese. La foto che ritrae questo momento divenne virale, come i filmati che ritraggono la scena. A Sandro gli fu strappato lo striscione che portava tra le mani, la disamina causò un ricovero per Sandro all’ospedale romano Santo Spirito, mentre il ragazzo che ha difeso il malato è stato caricato e portato in questura. Quel giorno i manifestanti, molti disabili stavano semplicemente chiedendo il diritto alle cure compassionevoli con il metodo stamina, mentre il Consiglio dei Ministri doveva valutarne una procedura d’urgenza.



Un episodio ancora mai chiarito dove l’Osservatore d’Italia si domandava se tale comportamento non fosse diventato oggetto d’indagine interna. 

Ora queste confessioni shock da parte dei sindacati della polizia aprono scenari inquietanti, gravissimi per un paese che  assiste a dubbi documentati da filmti dove viene messa in dubbio la mission delle istituzioni che quella di garante di giustizia e della legge.



Troppe cose sono da indagare, ma soprattutto c’è da chiedersi quanto Stamina faccia paura a talune istituzioni. Fortunatamente il corpo della polizia, quello migliore, si è rifiutato di eseguire questi ordini che avrebbero fatto precipitare il governo italiano in fiume di polemiche e accuse.

L’Unione Europea attenta ai diritti umanitari dovrebbe intervenire in merito e verificare la denuncia appena sollevata dai poliziotti, che a loro dire si sentono tra l’incudine e il martello, consci che il senso della loro missione e lavoro sia tutt’altro.




STAMINA REGIONE LOMBARDIA: SUL METODO ANCORA TROPPE OMBRE E QUALCOSA NON TORNA

di Cinzia Marchegiani

Milano (Regione Lombardia) – Mentre si dichiara che stamina non è efficace il  vice Presidente e Assessore alla Salute di Regione Lombardia, Mario Mantovani si dice soddisfatto della presentazione della relazione conclusiva dell'indagine sul Metodo Stamina portata a termine dalla III° Commissione del Pirellone. Tutti i consiglieri del M5S non approvano il documento a loro dire incompleto e trapuntato di inesattezze e vuoti. Così continuano quelle ombre che sono state sempre al centro della scena di questa storia infinita, che vede da una parte i genitori dei malati chiedere giustizia affinché la legge venga rispettata, dall’altra il rimpallo delle responsabilità, un gioco comunque indecoroso che questi bambini nessuno può spiegare. Ed ecco che viene partorita l’ennesima puntata di un serial che però ha per soggetti protagonisti i malati che non hanno affatto voglia di sbrogliare matasse politico istituzionali ma anche nodi stretti da poteri forti che decidono il brutto e il cattivo tempo…agli occhi di conosce questa bagarre c’è poco da spiegare, e il “così è se vi pare” non è più accettato!

Ma andiamo per ordine. Ieri, 30 settembre 2014, il vice presidente e assessore Mario Mantovani rilascia un comunicato, che per certi versi si presenta opinabile, sulla votazione effettuata sulla relazione conclusiva dell'indagine conoscitiva sul Metodo Stamina, lo stesso afferma che il documento dimostra come da parte della Regione Lombardia vi sia stato un comportamento sempre corretto ed equilibrato rispetto a questa spinosa vicenda, nei confronti della quale ancora oggi si attende chiarezza dal livello nazionale. Mantovani a nome di tutta la Giunta ha ringraziato per il lavoro svolto tutta la Commissione Sanità e Politiche Sociali e spiega:"Si è trattato di un contributo prezioso e puntuale che ha messo ordine rispetto ad una questione così delicata e complessa" e  ricorda che l'impegno di questi mesi e gli appelli rivolti da Regione Lombardia, sia al Presidente della Repubblica, sia al Presidente del Consiglio dei Ministri dal quale non è mai giunta risposta. Il vice Presidente ha concluso il suo intervento ribadendo che da parte di Regione Lombardia non è mai giunta alcuna autorizzazione rispetto all'avvio del Metodo Stamina. Mantovani sembra conoscere l’esito della Comitato scientifico che dovrebbe per legge solo organizzare la sperimentazione:"Ora attendiamo che la Commissione d'esperti incaricata dal Ministero e le istituzioni mettano l'ultima parola rispetto ad una storia difficile e a tratti non nobile per la nostra Sanità".

Ma non è della stessa opinione il Movimento 5 Stelle Lombardia che ha votato contrario alla relazione finale dell’indagine conoscitiva sul “Metodo Stamina” approvata dalla Commissione sanità ed esposta  in Consiglio Regionale lombardo. Paola Macchi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Lombardia dichiara: “Riteniamo che all’indagine sia mancata una parte essenziale. Si è rifiutato di venire a relazionare il dott. Luca Merlino, direttore vicario alla Sanità in Regione quando iniziò la vicenda, nonché uno dei primi pazienti infusi , che rilasciò nel maggio 2013 un’intervista, trasmessa dalle Iene a livello nazionale, in cui sosteneva l’efficacia avuta su di lui dalle infusioni ricevute, dichiarazioni mai smentite da nessun medico né dal suo diretto superiore dott. Lucchina o dall’allora assessore alla salute lombardo dott. Bresciani, anche loro invitati assenti alle audizioni. L’atteggiamento delle istituzioni riguardo il Metodo Stamina ha illuso una moltitudine di malati, che non avevano e non hanno alternative di cura, proponendolo come una terapia efficace. Ora si muovono molti consiglieri dicendo prima che non possiamo entrare nel merito in quanto non ne abbiamo le competenze, e dichiarando subito dopo che è provato che Stamina non è efficace, quando la seconda Commissione di esperti nominata dal Ministero deve ancora esprimersi a riguardo. E il dubbio sorge spontaneo, è una guerra fra Stamina e le case farmaceutiche? Il rispetto delle vite umane dove si colloca?”.
Viene quindi fortemente sottolineato il secco voto contrario, inteso anche nella direzione di voler portare la voce di cittadini comuni con malattie gravissime o con bimbi che non hanno speranza, che sono stati illusi di poter accedere alle stesse cure a cui hanno potuto aver accesso cittadini che evidentemente hanno il privilegio di poter scegliere come curarsi. Così il consigliere Macchi riporta in primo piano il vero obiettivo, dimenticato nelle maglie della burocrazia: ”Il Movimento 5 Stelle ha chiesto alla Regione di affiancare a queste persone un medico super partes che possa valutare le condizioni del paziente prima, durante e dopo le infusioni, se consentite da ordinanze o che li aiutino a orientarsi nel marasma delle cure internazionali ipotizzabili. Vogliamo, una buona volta,dare un sostegno concreto a questi malati?”
Tra le tante smagliature e orrori perpetrati in questa giungla di scarica barile, si ricorda come gli Spedali di Brescia hanno speso un milione di euro in spese legali , soldi che potevano essere spesi per prendersi davvero cura dei pazienti.
A Roma in dialetto si dice:”Se la cantano e se la sonano”, e la realtà è più dura del previsto, i malati rimangono con i diritti e un’emergenza sanitaria senza un garante. Queste le ombre che non si ha la volontà e forse la capacità di affronatre. Un bel vedere per questi bambini nati sfortunati, non per quelle patologie scritte nel loro DNA, ma per  essere cittadini di un Paese che li considera come un fastidioso impiccio. Dove sono tutti coloro che hanno gridato pericolo mucca pazza? I medici e le visite per appurare questi anatemi? Un ricordo che rimarrà solo nelle righe dei giornali che hanno gridato allo scandalo.




FRUTTA TOSSICA SPAGNOLA: E' ALLARME IN ITALIA

di Cinzia Marchegiani

Italia – E’ stato sollevato l’allarme in Italia per la presenza di frutta spagnola “tossica” perché trattata con una sostanza pericolosa per la salute utilizzata per allungarne la conservazione anche durante il trasporto. A denunciare questa situazione è la Coldiretti che in merito chiede i controlli con il blocco immediato delle importazioni dalla Spagna dopo che i Ministeri della Salute e dell'Ambiente hanno vietato l'uso di agrofarmaci contenenti la molecola etossichina che sono invece ancora permessi in Spagna. In questo libero mercato, imposto da regole comunitarie c’è un meccanismo malato, poiché l’uso di questo agrofarmaco per il trattamento della frutta è tutt’oggi ammesso in Spagna sulle pere destinate ad essere vendute anche in Italia nonostante siano state sollevate rilevanti criticita' relative al valore degli attuali residui rispetto al rischio per la salute degli utilizzatori e dei consumatori, da parte delle autorità scientifiche. La Coldiretti consiglia di verificare nell’etichetta la provenienza della frutta che deve essere indicata obbligatoriamente e scegliere prodotto italiano. La Spagna è il principale fornitore di frutta in Italia con un valore delle importazioni che è aumentato del 5 per cento nel 2013 per un totale di 478 milioni di chili dei quali ben 22 milioni di chili sono rappresentati da pere sulle quali nel Paese iberico è consentito l’utilizzo della molecola tossica.
Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo rincara:”Una misura necessaria per tutelare la salute dei consumatori e difendere i produttori italiani dalla concorrenza sleale, è chiedere che il Governo si adoperi a livello comunitario per la definizione di norme che siano comuni a tutti gli Stati Membri”.




NEBULOSA DI ORIONE, IL 30 SETTEMBRE 1880 HENRY DRAPER SCATTAVA LA PRIMA ASTROFOTO. PASSERA’ ALLA STORIA COME LA PRIMA FOTO DEL CIELO PROFONDO

Prima di questo scatto, Draper nel 1872 ottenne la prima immagine dello spettro di una stella Vega, nel 1874 diresse una spedizione per fotografare il transito di Venere sul disco solare. Per la sua attività ricevette numerosi premi, tra cui la laurea ad honorem dall'Università di New York e dall'Università del Wisconsin, una medaglia del Congresso per aver diretto la spedizione del 1874, e l'elezione sia alla National Academy of Science e alla Astronomische Geselleschaft.

di Cinzia Marchegiani

La Nebulosa di Orione è una delle nebulose diffuse più brillanti del cielo notturno. Chiaramente riconoscibile ad occhio come un oggetto di natura stellare, è posta a sud del famoso asterismo della Cintura di Orione, al centro della cosiddetta Spada di Orione, nell' omonima costellazione.
Henry Draper sarà il primo a scattare l’astrofoto della bellissima Nebulosa di Orione, la mattina del lontano 30 settembre 1880. Quest’istantanea passerà poi alla storia come la prima foto del cielo profondo. Un evento sicuramente straordinario sarà l'introduzione della spettroscopia ad opera di William Higgins, tramite la quale si potè appurare molto prima, nel 1865 la natura gassosa della nebulosa. Si tratta di uno degli oggetti più fotografati e studiati della volta celeste, ed è sotto costante controllo a causa dei fenomeni celesti che hanno luogo al suo interno; gli astronomi hanno scoperto nelle sue regioni più interne dischi protoplanetari, nane brune e intensi movimenti di gas e polveri. Draper fu uno dei pionieri dell'uso dell'astrofotografia. Prima di questo scatto, nel 1872 ottenne la prima immagine dello spettro di una stella Vega, nel 1874 diresse una spedizione per fotografare il transito di Venere sul disco solare. Per la sua attività ricevette numerosi premi, tra cui la laurea ad honorem dall'Università di New York e dall'Università del Wisconsin, una medaglia del Congresso per aver diretto la spedizione del 1874, e l'elezione sia alla National Academy of Science e alla Astronomische Geselleschaft.
Lontana dalla Terra 1.270 anni luce, questa straordinaria nebulosa si estende per circa 24 anni luce ed è la regione di formazione stellare più vicina al Sistema Solare. In vecchie pubblicazioni si riferiscono alla nebulosa col nome di Grande Nebulosa, mentre in altri testi astrologici ancora più antichi riportavano lo stesso nome della stella Eta Orions Enisi (la spada), che però si trova in un'altra parte della costellazione.
La nebulosa è stata riconosciuta come tale nel 1610 da un avvocato francese,Nicolas Claude Fabri de Peiresc, anche se grazie alle sue dimensioni e quella spettacolare luminosità, era certamente conosciuta anche in epoche preistoriche. Tolomeo infatti la identificava come una stella della spada di Orione, di magnitudine 3.
La Nebulosa di Orione è un oggetto dell'emisfero australe, ma è talmente prossimo all’equatore celeste da risultare visibile a tutti i popoli della Terra. E’ ben visibile durante i mesi compresi tra novembre e marzo e può essere facilmente identificata grazie alla celebre sequenza di tre stelle nota come Cintura di Orione: a sud di quest'asterismo si nota un gruppo di stelle disposte in senso nord-sud, la cui "stella" centrale è in realtà proprio la Nebulosa di Orione. Ad occhio nudo ha un aspetto nettamente nebuloso, che continua a mostrarsi tale anche con piccoli binocoli; uno strumento più potente è sufficiente per individuare, al suo interno, un gruppo di stelline azzurre, quattro delle quali sono disposte a formare un trapezio. La Nebulosa di Orione è un esempio di "fornace" in cui le stelle prendono vita; varie osservazioni hanno infatti rilevato all'interno della nebulosa circa 700 stelle in vari stadi di sviluppo.
Anche la popolazione Maya, senza l’uso dei telescopi descrivevano minuziosamente le caratteristiche diverse delle stelle, della Nebulosa di Orione esiste un racconto popolare che descrive l'area della costellazione di Orione come parte di un settore celeste noto come Xibalba, l’oltretomba, dove al centro includeva una macchia di fuoco ardente, che corrispondeva appunto alla Nebulosa di Orione. 

Friedric Nietzsche le immortavalava così, "Bisogna avere in sé il caso per partorire una stella danzante….."




BANGKOK: SCOPERTO VACCINO NELL’OSPEDALE DI SIRIRAJ PER SCONFIGGERE L'EBOLA

Il 2 ottobre viene indetta una conferenza stampa presieduta dal dottor Udom Kachintorn, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, dello stesso ospedale Siriraj che comunicherà questa scoperta eclatante che li collocano per ora, primi al mondo

di Cinzia Marchegiani

Bangkok (Tailandia) – Proprio oggi sul sito National News Bureau della Thailandia viene diramato il comunicato importantissimo ed eclatante. Un team di medici dell’ospedale Siriraj ha fatto una scoperta rivoluzionaria, per essere i primi al mondo ad aver sviluppato un vaccino per curare il virus mortale, Ebola. I medici presso la facoltà di Medicina del suddetto ospedale a Mahidol University hanno condotto una ricerca approfondita sui modi per trattare i pazienti infettati da Ebola.Viene annunciata così la conferenza stampa fissata per il prossimo 2 ottobre 2014 presso la sala Srisavarinthira che sarà presieduta dal dottor Udom Kachintorn, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dello stesso ospedale.

Tutto il mondo è in attesa di conoscere in dettaglio questo vaccino, che oltre a salvare molte vite, arresterebbe l’epidemia tra le diverse zone del mondo.




ROCHE NOVARTIS SCANDALO: L’AIFA RINSERISCE AVASTIN TRA I FARMACI A CARICO DEL SSN

In seguito alla decisione dell'Antitrust di sanzionare le due aziende, per aver favorito il farmaco più caro, Altroconsumo aveva inviato una diffida all'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) perché inserisse subito il farmaco Avastin nella lista dei farmaci a carico del sistema sanitario nazionale…ombre sulla responsabilità dell'AIFA in questa storia miliardaria

di Cinzia Marchegiani

Lo scandalo delle due aziende farmaceutiche Roche e Novartis multate dall’Antitrust con 180 milioni di euro vede una grande vittoria dei malati di maculopatia senile, vittime dell'intesa per favorire il farmaco più caro (Lucentis) per la cura della maculopatia. L'intesa fra le due case farmaceutiche è costata alla collettività e al Servizio Sanitario Nazionale 1,2 miliardi di euro. Ricordiamo che dalla documentazione acquisita, anche grazie alla collaborazione del Gruppo Antitrust del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza, emerse che le capogruppo Roche e Novartis, anche attraverso le filiali italiane, concertarono sin dal 2011 una differenziazione artificiosa dei farmaci Avastin e Lucentis, presentando il primo come più pericoloso del secondo e condizionando così le scelte di medici e servizi sanitari.

In seguito alla decisione dell'Antitrust di sanzionare le due aziende, per aver favorito il farmaco più caro, Altroconsumo aveva inviato una diffida all'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) perché inserisse subito il farmaco Avastin nella lista dei farmaci a carico del sistema sanitario nazionale: ”Chiedevamo che Avastin fosse reinserito nella lista dei farmaci autorizzati (legge n. 648 del 1996) e usato nelle strutture ospedaliere, a vantaggio della salute dei pazienti e delle casse del Servizio sanitario nazionale. Ora la decisione auspicata da parte dell'Aifa, grande vittoria per i pazienti.
Quanto esposto nella nostra diffida ad Aifa era stato confermato dal più alto organo scientifico in materia di salute, il Consiglio Superiore della Sanità, che ha certificato come i farmaci Avastin e Lucentis ‘non presentano differenze statisticamente significative dal punto di vista dell'efficacia e della sicurezza nella terapia della degenerazione maculare senile".

L’aifa infatti con un comunicato conferma l'inserimento di Avastin:”La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) dell’AIFA, nel corso nella seduta del 9 e 10 giugno 2014, si è espressa a favore dell’inserimento di bevacizumab (Avastin) nell’elenco dei farmaci erogabili a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), ai sensi della legge 648/96, per il trattamento della degenerazione maculare legata all’età (AMD). Il parere della CTS dell’AIFA è stato espresso alla luce delle richieste avanzate dalle Regioni Veneto ed Emilia Romagna per l’inserimento di bevacizumab nella lista della legge 648/96 (lista classica) per la degenerazione maculare legata all’età, visto il parere del Consiglio Superiore di Sanità (CSS) in merito al profilo di sicurezza e di efficacia dei farmaci Avastin e Lucentis (sezione V seduta del 15 aprile 2014) e la nuova regolamentazione sull’uso off-label dei farmaci (DL 20 marzo 2014 convertito in Legge n. 79 del 16 maggio 2014).”

Ora Altroconsumo, dopo la vittoria espressamente dei malati chiede che il risarcimento chiesto dal governo alle due aziende vengano accantonati in un fondo creato ad hoc e utilizzati in progetti concreti a favore dei cittadini. E le proposte non mancano, come per ticket meno cari, maggiori aiuti agli anziani, o per il servizio pubblico a tariffe calmierate per le cure odontoiatriche.
Ma l’ombra sulle responsabilità dell’AIFA rimane, e lo fa si legge a chiare lettere anche sul dito di Altrocosumo, infatti viene riportato come la stessa AIFA, nel settembre 2012, proprio per ragioni di sicurezza, aveva deciso di sospendere ogni utilizzo oftalmico di Avastin, lasciando Lucentis come unica opzione autorizzata. Lo stop era dovuto alle numerose segnalazioni, provenienti da tutta Europa, di effetti collaterali non oculari gravi, come emorragie, infarti, ictus e trombosi. Una recente revisione degli studi compiuta dalla Cochrane Collaboration, vera e propria autorità nel valutare le prove di efficacia e sicurezza, ha però smentito questa supposta maggiore pericolosità di Avastin. Passando in rassegna gli studi, tutti finanziati da enti pubblici, che confrontano i due farmaci, non emergono prove che Lucentis sia più sicuro di Avastin. Entrambi i farmaci comportano effetti indesiderati gravi, compresi quelli di tipo vascolare, con frequenze sovrapponibili. Secondo i ricercatori, le prove disponibili sono poco precise, ma suggeriscono che, se una differenza esiste tra i due farmaci, questa è probabilmente piccola. L’utilizzo di Lucentis al posto di Avastin come terapia di routine per ragioni di sicurezza non sarebbe quindi sostenuto dai dati scientifici, specialmente alla luce del fatto che non ci sono differenze sostanziali in termini di efficacia tra i due farmaci."

Il PM Raffaele Guariniello, sollecitato anche dalla SOI, Società Oftamologica Italiana, sta ancora indagando sulle responsabilità dell’AIFA? Nel frattempo Altroconsumo dichiara che si sono rivolti a loro parecchi consumatori per segnalare i loro casi vissuti, tra questi, c’è anche la toccante vicenda che ci ha raccontato la signora Flisi, la cui madre, affetta da maculopatia, ha dovuto di fatto sospendere le cure con l'Avastin da quando l'Aifa l'ha escluso dalla lista dei farmaci utilizzabili anche al di fuori delle indicazioni impresse sul bugiardino….e come la madre della signora Flisi, sono tanti i pazienti che in pratica hanno dovuto rinunciare a curarsi, a causa della decisione dell’Aifa (nell’ottobre 2012) di escludere l’Avastin dalla lista dei prodotti utilizzabili anche per casi non specificati nel bugiardino (i cosiddetti "off label"): il suo sostituto (il Lucentis), infatti, dato l’enorme costo, è stato somministrato dal Servizio Sanitario Nazionale con sempre meno frequenza, e molti pazienti non potendo pagare di tasca propria questo secondo farmaco, hanno sostanzialmente dovuto rinunciare alle cure. Un fatto grave che non deve più ripetersi….

Insomma il Consiglio Superiore della Sanità riconosce tra le righe l’incapacità dell’Aifa in questa storia che vede depretato più di un miliardo di euro dalle casse dello Stato…ora il farmaco viene rinserito e nessuno ha colpa, tranne le case farmaceutiche che avevano concordato l’affare…ma il garante chi  dovrebbe essere? Chi viene pagato a peso d’oro per verificare proprietà e cartelli dei medicinali? 




FARMACI: SCOMPAIONO E RIAPPAIONO CON PREZZI ALLE STELLE

 

Sono circa 800 i farmaci che risultano ufficialmente introvabili. Ma il fenomeno è molto più ampio di quanto le istituzioni non dicano. Che fine fanno questi medicinali? Alcuni ricompaiono con costi anche cinque volte più alti. Il caso più emblematico è quello di Alkeran, che, divenuto irreperibile quando costava 5,23 euro, è tornato sul mercato a un prezzo maggiore di oltre sedici volte, cioè a 85,33 euro. La formulazione è rimasta la stessa, la molecola (melfalan) idem. Quali ragioni hanno quindi spinto l’Aifa, in fase di rinegoziazione, ad accettare un aumento di prezzo tanto più alto?


di Cinzia Marchegiani

Sembra un iter confermato. Troppo spesso accade che il farmaco prescritto non è disponibile in farmacia o addirittura, introvabile. E la scena si ripete sempre più spesso nelle farmacie di tutta Italia. I medicinali che mancano all'appello sono praticamente di ogni tipo: antibiotici, antidepressivi, farmaci per l'emicrania, antitumorali, antiasmatici, antiepilettici. Una lista che, come ha dimostrato l’inchiesta dell’associazione Altroconsumo, si fa sempre più lunga col passare del tempo e che include moltissimi farmaci di classe A, ovvero quelli ritenuti essenziali nella cura delle malattie e che per questo sono rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale. E quello che preoccupa di più è che molti dei medicinali irreperibili sono "unici", cioè senza alternativa. Tre farmaci usati nel trattamento dei tumori, tutti di classe A (rimborsati dal Ssn), tutti senza alternativa, tutti prodotti da Aspen Pharma, sono spariti dalla circolazione in momenti diversi per poi ricomparire a prezzi esorbitanti. Il caso più emblematico è quello di Alkeran, che, divenuto irreperibile quando costava 5,23 euro, è tornato sul mercato a un prezzo maggiore di oltre sedici volte, cioè a 85,33 euro. La formulazione è rimasta la stessa, la molecola (melfalan) idem. Quali ragioni hanno quindi spinto l’Aifa, in fase di rinegoziazione, ad accettare un aumento di prezzo tanto più alto?
Urge una spiegazione, visto che si tratta di soldi pubblici. L'Aifa dovrebbe spiegare questo strano meccanismo e Alrocosumo alza il tiro:"Come si diceva, ci sono altri due farmaci antitumorali il cui prezzo è enormemente lievitato, in apparenza senza alcuna ragione, dopo la ricomparsa da un periodo di latitanza: Leukeran e Purinethol. Sul primo è stata recentemente depositata un’interrogazione parlamentare da parte di un deputato del Movimento 5 Stelle, che ricorda, visto che la formulazione è rimasta identica, che 'non è stato necessario nessun esborso aggiuntivo per gli studi clinici, né per l’autorizzazione alla immissione in commercio, che risale al 2001'. E chiede al ministro della Salute di dare spiegazioni su cosa sia avvenuto il 17 marzo 2014, in sede di rinegoziazione di prezzo con la Aspen Pharma, dopo che il farmaco era risultato irreperibile per qualche mese. Domanda quanto mai legittima, che condividiamo e abbiamo posto anche noi alle istituzioni in una richiesta formale."

Per questo Altroconsumo, titolare di questa importante inchiesta spiega il perché questi farmaci vengono a mancare:”Le ragioni sono diverse e, quando si chiamano in causa i diversi attori che compongono la filiera del farmaco, comincia lo scaricabarile. I grossisti puntano il dito verso le case farmaceutiche, che contingenterebbero la produzione dei loro medicinali nel nostro Paese a vantaggio di mercati esteri più redditizi. Le aziende farmaceutiche accusano i distributori all'ingrosso, sempre più dediti al business del parallel trade: esportano farmaci dall'Italia, dove mediamente i prezzi dei farmaci di classe A sono più bassi, in Paesi dove i prezzi degli stessi medicinali sono più alti. Quella del commercio parallelo è un'attività del tutto legale e che in Europa sfiora i 5 miliardi e mezzo di euro: questa pratica, però, mina il diritto alle cure dei cittadini residenti nei Paesi da cui i farmaci fuggono. Non va dimenticato il campo dei traffici illeciti: capita, infatti, che in seguito a una falsificazione dei documenti, i farmaci vengano reintrodotti nella catena distributiva di altri Paesi europei.”

Il problema è stato affrontato dallo stesso Ministero della Salute, che ha tentato di mettere un argine alla fuga dei farmaci. Lo scorso giugno, infatti, è stato emanato un provvedimento che impone ai distributori che esportano di garantire comunque un assortimento permanente di medicinali sufficiente a rispondere alle esigenze delle zone da loro servite e di provvedere alla consegna delle forniture richieste in tempi brevissimi su tutto il territorio nazionale. Il decreto ha anche formalizzato la procedura che devono seguire i farmacisti per segnalare le carenze da loro riscontrate.
Ma Altroconsumo insiste su questa raccolta delle segnalazioni:”Dopo aver raccolto 170 testimonianze da parte dei cittadini, abbiamo inviato una segnalazione al ministero della Salute e ai vertici di AIFA, l'Agenzia italiana del farmaco. Abbiamo segnalato 53 medicinali non inclusi nella lista stilata dall'Aifa e abbiamo chiesto chiarimenti sulla maggiorazione del prezzo di alcuni farmaci, ricomparsi sugli scaffali con prezzi 10-12 volte più alti” e invita a continuare a segnalare questa problematica.

Se le carenze dei farmaci non sono note all’Aifa, nessuna azione di contenimento del disagio per i pazienti può essere messa in campo. Ecco perché è fondamentale che i farmacisti (singolarmente o attraverso le associazioni di categoria) segnalino alle autorità le carenze di medicinali che riscontrano nel loro lavoro quotidiano. Il ministero della Salute ha stabilito per decreto la procedura (sintetizzata qui sotto) alla quale le farmacie devono attenersi per la segnalazione, in cui deve essere indicato anche il nome del distributore all’ingrosso che non ha provveduto alla fornitura del farmaco. La fornitura di un farmaco da parte del grossista è considerata servizio pubblico. L’attività di esportazione dei farmaci da parte dei distributori è lecita, purché questa non vada a discapito del fabbisogno interno. I distributori responsabili di violazione di servizio pubblico possono incorrere in una multa che va da 3.000 a 18.000 euro e nella sospensione di almeno un mese della licenza di commercio. La licenza può essere addirittura revocata in caso di violazioni ripetute.

Per ora i farmaci sono ultra rincarati  inspiegabilmente, e il cittadino e il malato assiste  un abuso sul diritto a ricevere la cura prescritta e soprattutto mettendo mani al portafoglio in modo alquanto non chiaro….W il diritto alla salute!
 




ETEROLOGA: QUANTO MI COSTI? TICKET DA 400 A 600 EURO

Redazione

Prezzi ancora troppo alti per un diritto ad avere un figlio. L'orientamento della Conferenza dei presidenti delle Regioni, a proposito della fecondazione eterologa, e' "di far pagare il ticket per gli esami necessari ad accedere a queste prestazioni, secondo modalita' con cui viene gia' erogata la fecondazione omologa. Questo ticket, dunque, variera' tra i 400 e i 600 euro a seconda della Regione". Ad annunciarlo e' stato il presidente della Conferenza delle regioni, Sergio Chiamparino, al termine della riunione odierna, chiarendo che solo la Lombardia, "per ragioni politiche, ha deciso di rendere la prestazione totalmente a pagamento, sia nelle strutture pubbliche che private". Con questa decisione, ha tenuto a precisare Chiamparino, "diamo certezza alle famiglie italiane che decidono di accedere a questo servizio. Speriamo – ha aggiunto – che il Governo inserisca al piu' presto l'eterologa nei Livelli essenziali di assistenza perche' questo – ha concluso – consentirebbe di eliminare quel margine interpretativo che necessariamente abbiamo dovuto inserire".
Nel documento finale, redatto dalla Conferenza dei governatori, si legge dunque che "e' stata condivisa la necessita' di completare il percorso iniziato definendo per questa fare transitoria una tariffa unica convenzionale che quantifichi i costi per queste attivita' anche al fine di regolare le eventuali compensazioni relative alla mobilita' interregionale". Sulla compartecipazione della spesa, "e' stato condiviso che riguardera' la somma dei ticket per le prestazioni previste ed effettuate per questa tecnica di fecondazione nel rispetto dell'attuale normativa in materia di specialistica ambulatoriale". Quanto alla compensazione delle prestazioni effettuate in mobilita' interregionale, "e' stato deciso di proporre, in linea con quanto previsto dal Patto per la salute, che ogni Regione e Provincia autonoma ricevera' dalle altre la differenza tra la tariffa convenzionalmente definita e quanto gia' introitato attraverso i ticket", a eccezione dei cittadini della regione Lombardia. I costi, complessivi, individuati per la fecondazione eterologa ammontano a 1500 euro, compresi 500 euro per i farmaci, per l'eterologa da donatore con inseminazione intrauterina; 3500 euro per l'eterologa con seme da donatore in vitro e 4000 euro per eterologa con ovociti da donatrice




MARTE: LA SONDA MAVEN SBARCA SU MARTE, PRESTO L'UOMO

di Giuseppa Guglielmino

Ecco che gli Stati Uniti sbarcano su Marte e inizia lo studio del pianeta rosso. E' probabile che nel futuro l'uomo vi metta piede. La sonda Maven dell'agenzia spaziale statunitense Nasa ha raggiunto con successo l'orbita di Marte, per cui presto potra' cominciare il suo lavoro di studio dell'atmosfera del 'pianeta rosso', un compito che e' considerato preliminare a una eventuale futura missione con la presenza dell'uomo.
Per giungere a destinazione Maven ha percorso 711 milioni di chilometri, un viaggio durato quasi dieci mesi, visto che era partita dalla Terra il 18 novembre 2013.

Il pianeta Marte 

Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e l'ultimo dei pianeti di tipo terrestre dopo Mercurio, Venere e la Terra. Viene chiamato il Pianeta rosso a causa del suo colore caratteristico dovuto alle grandi quantità di ossido di ferro che lo ricoprono.
Pur presentando un'atmosfera molto rarefatta e temperature medie superficiali piuttosto basse (tra −140 °C e 20 °C), il pianeta è il più simile alla Terra tra quelli del sistema solare. Nonostante le sue dimensioni siano intermedie fra quelle del nostro pianeta e della Luna (il raggio equatoriale è di 3397 km, circa la metà di quello della Terra e la massa poco più di un decimo), presenta inclinazione dell'asse di rotazione e durata del giorno simili a quelle terrestri. Inoltre, la sua superficie presenta formazioni vulcaniche, valli, calotte polari e deserti sabbiosi, oltre a formazioni geologiche che suggeriscono la presenza, in un lontano passato, di un'idrosfera. Tuttavia, la superficie del pianeta appare fortemente craterizzata a causa della quasi totale assenza di agenti erosivi (soprattutto attività geologica, atmosferica e idrosferica) in grado di modellare le strutture tettoniche. Infine, la bassissima densità dell'atmosfera non è in grado di consumare buona parte delle meteoriti, che quindi raggiungono il suolo con maggior frequenza che non sulla Terra. Fra le formazioni geologiche più notevoli di Marte si segnalano il Monte Olimpo, il vulcano più grande del sistema solare (alto 27 km), e le Valles Marineris, un lungo canyon più esteso di quelli terrestri. Nel giugno 2008 la rivista Nature ha esposto le prove di un enorme cratere sull'emisfero boreale circa quattro volte più grande del cratere chiamato il Bacino Polo Sud-Aitken.
All'osservazione, Marte presenta delle variazioni di colore, imputate inizialmente alla presenza di vegetazione stagionale, che al variare dei periodi dell'anno cambiava di colore. Tuttavia, le osservazioni spettroscopiche dell'atmosfera avevano da tempo fatto abbandonare l'ipotesi che vi potessero essere mari, canali e fiumi oppure un'atmosfera sufficientemente densa. Il colpo di grazia a questa ipotesi fu dato dalla missione Mariner 4 che nel 1965 mostrò un pianeta desertico e arido caratterizzato da periodiche ma particolarmente violente tempeste di sabbia. La speranza che Marte possa accogliere la vita è tuttavia stata ripresa in considerazione da quando il modulo Phoenix Mars Lander ha scoperto acqua sotto forma di ghiaccio, il 31 luglio 2008.[5] Attualmente sono tre i satelliti artificiali funzionanti che orbitano attorno a Marte: il Mars Odyssey, il Mars Express e il Mars Reconnaissance Orbiter. Il modulo Phoenix ha recentemente concluso la sua missione di studio della geologia marziana e ha fornito le prove dell'esistenza di acqua allo stato liquido in passato su ampie zone della superficie. Inoltre ha suggerito che sulla superficie possano essersi verificati nell'ultimo decennio dei flussi d'acqua simili a geyser.[6] Osservazioni da parte del Mars Global Surveyor manifestano una contrazione della calotta di ghiaccio al polo sud.

 




TUMORI: ECCO LA SUPER PROTEINA CHE BLOCCA LE METASTASI

di Angelo Parca

Fra qualche anno, se si continua di questo passo, si potrà affermare di aver vinto la lotta al cancro. Sapere che esite una ‘super proteina’ in grado di ridurre le metastasi è una notizia eccezionale che rivoluzionerà l’approccio dei malati con il tumore stesso. Sarà più che una speranza a cui appigliarsi ma un vero e proprio strumento per ridurre ko questo orrendo male. Scienziati dell’università americana di Stanford hanno fabbricato in laboratorio una ‘super proteina’ in grado di bloccare all’origine il processo che permette a un tumore di entrare nel sangue per invadere altri organi del corpo, dando origine cioè a delle metastasi. Si tratta di una proteina ingegnerizzata, versione modificata della proteina naturale Axl, che funziona come una specie di ‘esca avvelenata': agganciandosi a un’altra proteina denominata Gas6, le impedisce di innescare il meccanismo attraverso il quale la neoplasia può viaggiare da un tessuto all’altro. Somministrata per via intravenosa in topi con tumori mammari e ovarici, la nuova proteina ha ridotto le metastasi rispettivamente del 78% e del 90% rispetto al gruppo di roditori controllo, non trattati con la sostanza. Lo studio è pubblicato su ‘Nature Chemical Biology’. “Si tratta di una terapia molto promettente che dagli studi preclinici sembra efficace e non tossica. Potrebbe aprire a un nuovo approccio al trattamento del cancro”, spiega Amato J. Giaccia, uno degli autori. “La maggior parte dei pazienti che muoiono per un cancro sono colpiti da forme metastatiche della malattia”, sottolinea Jennifer Cochran del team di ricerca. Per cercare di rallentare o bloccare le metastasi oggi si utilizza infatti la chemioterapia, che non sempre funziona e in più è gravata da pesanti effetti collaterali. Gli scienziati di Stanford hanno tentato un’altra via: cercare di impedire l’interazione fra le due proteine (Axl che si trova sulle cellule tumorali e la sua controparte circolante Gas6) che scatena la diffusione del tumore dando origine a metastasi. Quando infatti due Gas6 si agganciano a due Axl, si genera un segnale che permette al cancro di viaggiare da un organo o da un tessuto a un altro attraverso il sangue. I ricercatori hanno prodotto in laboratorio una versione alterata di Axl, che proprio come un’esca ‘pesca’ Gas6 nel circolo sanguigno e gli impedisce di legare e attivare le proteine Axl presenti come setole sulla superficie delle cellule malate. La ‘super proteina’ è già avviata allo sviluppo industriale grazie a Ruga Corporation, start-up biotech di Palo Alto in California, di cui Giaccia e Cochran sono consulenti scientifici. La società ha preso in licenza la proteina ingegnerizzata e procederà a ulteriori test preclinici per verificare se la sua somministrazione possa essere sicura e potenzialmente efficace anche nell’uomo.
 

Aumentano i tumori maligni in Italia
Quella italiana è una popolazione che invecchia, in cui le patologie croniche sono sempre più diffuse. Rispetto al 2005, diminuiscono malattie respiratorie croniche e artrosi – la popolazione che invecchia proviene da esperienze di vita sempre più sane – mentre aumentano tumori maligni, Alzheimer e demenze senili anche perché c'è maggiore capacità di riconoscere le malattie.

Migliora lo stato di salute fisico, peggiora quello mentale rispetto al 2005: quest'ultimo diminuisce in media di 1,6 punti (71,8 controllato per età), in particolare tra i giovani fino ai 34 anni (-2,7 punti), soprattutto maschi, e tra gli adulti di 45-54 anni (-2,6). Un calo ancora più rilevante si registra nell'indice di salute mentale delle persone straniere residenti in Italia; l'indice si riduce in media di 4,7 punti, ma tra le donne straniere la diminuzione è di 5,4 punti.

La depressione è il problema di salute mentale più diffuso e il più sensibile all'impatto della crisi: riguarda circa 2,6 milioni di individui (4,3%), con prevalenze doppie tra le donne rispetto agli uomini in tutte le fasce di età.

Continua a diminuire la quota di persone con limitazioni funzionali, dal 6,1% nel 2000 al 5,5 % nel 2013. Si stima che siano oltre 3 milioni di persone, di cui oltre l'80% anziani e i due terzi donne. Nel Sud e nelle Isole la quota si mantiene significativamente più elevata rispetto alle altre aree territoriali.

Le famiglie con almeno una persona con limitazioni funzionali sono l'11%; di queste, meno del 20% ricevono assistenza domiciliare pubblica. Considerando anche quelle che suppliscono a tale carenze ricorrendo a servizi privati a pagamento, rimane comunque più del 70 % che non usufruisce di alcun tipo di assistenza domiciliare, né privata né pubblica.




EPATITE C: ARRIVA IL SUPERFARMACO

Redazione

Sara' disponibile anche in Italia "nei piu' brevi tempi possibili" il farmaco contro l'Epatite C prodotto da AbbVie, noto come il "superfarmaco", di grande efficacia terapeutica ma anche di notevoli costi. Lo comunica l'Aifa: "Stante la disponibilita' della ditta AbbVie a fornire l'associazione ABT-450/r-ombitasvir e dasabuvir in corso di approvazione tramite procedura accelerata presso EMA e preliminarmente all'autorizzazione all'immissione in commercio in Italia – si legge in una nota dell'Agenzia del Farmaco – la Commissione Tecnico-Scientifica di AIFA ha espresso, con procedura accelerata, parere favorevole in merito all'attivazione di un "programma di uso terapeutico di medicinale sottoposto a sperimentazione clinica", ai sensi del D.M. 08/05/2003, per la combinazione interferon-free composta da ABT-450/r-ombitasvir e dasabuvir nei pazienti affetti da epatite cronica C ad alto rischio di progressione della malattia".
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