EBOLA: TESTATO IL VACCINO CANADESE SUI PRIMI ESSERI UMANI

Redazione
Ebola
– Il vaccino sperimentale canadese per la lotta contro la diffusione del virus Ebola sarà testato su volontari umani. Lo ha annunciato oggi il ministro canadese della Salute Rona Ambrose.  Il dottor Gregory Taylor, capo della Agenzia di sanità pubblica del Canada, ha dichiarato che " Questa è la prima sperimentazione clinica del vaccino, il risultato di anni di lavoro". Ha aggiunto "Ci auguriamo vivamente che, quando saranno completati i test, il vaccino potrebbe essere utilizzato per aiutare a salvare vite umane e porre fine a questa devastante epidemia.  " Nella Fase 1, il vaccino sarà testato su un piccolo gruppo di persone.  Il Canada ha fornito un totale di 20 fiale per il test da effettuare sul suolo americano, presso il Walter Reed Army Institute di ricerca situata a Silver Spring, nel Maryland.  I ricercatori condurranno una ulteriore fase clinica supplementare in Canada, Europa e Africa. Il vaccino include, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, solo parti del virus, e non l'intero virus. Quando viene iniettato in una persona, si ritiene che il virus produca  anticorpi. I test sono attesi per determinare la sicurezza del vaccino, la sua dose giusta ed i suoi potenziali effetti collaterali. Il siero si è già dimostrata molto promettente in test su animali.  Queste prove suggeriscono che il vaccino è altamente efficace nel prevenire la malattia.  Essi suggeriscono anche che può aiutare a prevenire lo sviluppo della malattia se somministrato immediatamente dopo aver contratto il virus.
 




EBOLA E CANCRO: LA MELATONINA PUO' ESSERE UNA SOLUZIONE. PERCHE’ IL MINISTERO TACE?

di Cinzia Marchegiani

C’è uno scienziato di alto valore morale e caratura accademica che è stato deriso dagli stessi politici e dagli stessi colleghi per aver studiato un ormone del corpo umano che a conti fatti ha in attivo grandi qualità curative e terapeutiche. Lui è il professor Luigi Di Bella, e a dirlo è il National Institutes of Health (NIH), l’agenzia di ricerca medica della nazione americana che comprende 27 Istituti e Centri ed è una componente del Dipartimento di Salute e Servizi Umani. NIH è la principale agenzia federale conduzione e il sostegno della ricerca medica di base, clinica e traslazionale, e indaga le cause, trattamenti e cure per malattie comuni e rare. La melatonina, indicata dal Professor Di Bella nelle sue terapie anticancro entra a pieno titolo anche per contrastare l’Ebola.  NHI sul proprio sito mette a disposizione una pubblicazione di PUBMED datata 27 settembre 2014, con un titolo inequivocabile:”Malattie da virus Ebola: uso potenziale di melatonina come trattamento”. La melatonina viene indicata come trattamento in individui infettati con il virus Ebola, spiegando che i cambiamenti patologici associati ad un'infezione Ebola includono, in particolare, perturbazione endoteliale, dissiminata coagulazione intravascolare e multiple emorragia degli organi. Secondo questo importante studio la melatonina ha dimostrato di indirizzare queste alterazioni. Le numerose analogie tra infezione da virus Ebola e shock settico sono state riconosciute da più di un decennio. Inoltre si spiega che quest’ormone è stato impiegato con successo per il trattamento della sepsi in molti studi sperimentali e clinici. E proprio sulla base di questi fattori, e la consapevolezza che il numero di trattamenti medicali attualmente disponibili è limitato e prodotti utilizzabili non sono abbondanti, l'uso di melatonina per il trattamento di infezione da virus Ebola è incoraggiata. Ma non solo, viene spiegato che l’alto profilo di sicurezza della melatonina la rende prontamente disponibile e può essere somministrato per via orale, pertanto l'uso di melatonina viene accertata come compatibile a la larga scala per questa grave epidemi. La melatonina viene utilizzata come farmaco e viene sintetizzato in laboratorio, disponibile in forma di compresse, ma le forme farmaceutiche sono anche come sostanza da collocare tra la gengiva e la guancia o sotto la lingua, che permette alla melatonina di essere assorbita direttamente dal corpo.
E la melatonina e le sue proprietà mediche è stata ampiamente illustrata dal MedlinePlus Servizio della Biblioteca Nazionale Medica EE.UU NHI Istituto Nazionale della Salute per le sue moltecipli ed importanti proprietà mediche, a conferma degli studi effettuati dallo stesso Luigi Di Bella. Infatti si può leggere che la stessa è utilizzata per il "jet lag", per impostare il sonno/veglia in persone che subiscono disturbi causati dai cambiamenti di orario di lavoro e per aiutare le persone non vedenti a stabilire un ciclo di giorno e notte, in questa direzione è anche usata per trattare l'incapacità di dormire (insonnia), per la sindrome della fase del sonno ritardata (DSRS); per l'insonnia associata a disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD); insonnia causata da un tipo di farmaci chiamati beta-bloccanti utilizzati per la pressione alta; per i problemi di sonno nei bambini con disabilità dello sviluppo tra cui l'autismo, paralisi cerebrale e ritardo mentale. E’ un agente anti-invecchiamento per la menopausa e per il controllo delle nascite. Altri importanti usi includono il cancro al seno, cancro al cervello, cancro del polmone, cancro del cancro alla prostata testa, del collo e cancro gastrointestinale. La stessa melatonina è anche usata per trattare alcuni degli effetti collaterali che si verificano per curare il cancro (chemioterapia), che includono perdita di peso, dolore neuropatico, debolezza e ridotto il numero di cellule che formano i coaguli (trombocitopenia). La sua azione serve anche a calmare le persone prima di ricevere l'anestesia per un intervento chirurgico. La melatonina va in aiuto per ridurre gli effetti collaterali dovuti all’interruzione della terapia benzodiazepinica, facilitando al contempo il sonno. Insomma un profilo eccezionale della Melatonina la mette al primo posto non solo per la sua proprietà anticancro, e le tantissime altre suddette, ma soprattutto in un contesto dove viene gridato un generale allarme epidemido dovuto al virus Ebola, rappresenta la prima forma farmaceutica innocua e concreta con cui i governi dovrebbero fare informativa.

Un silenzio troppo importante dei preposti a garanzia della salute pubblica, e in questo preciso contesto ci si chiede se per fare informazione medica occorre attendere l’annuncio del vaccino che passerà la sperimentazione, la stessa che sembra abbia innescato la corsa in molti istituti di ricerca di tutto il mondo a chi taglia per primo il traguardo…questione di dollari? Non lamentiamoci se i cittadini chiedono trasparenza soprattutto su questa epidemia non arginata anche a livello di contenimento degli sbarchi, le linee guida dell’OMS parlavano chiaro, l’Ebola si trasmette da una persona infetta tramite sudore, escrementi e vomito, e ad oggi questi viaggi della speranza non sembrano crociere di prima classe. Ebola è il nuovo business farmaceutico? Eppure la Melatonina, semplice farmaco senza effetti collaterali è stato indicato dallo stesso NHI, non solo contro l’Ebola ma come valido anticancro, e allora la domanda sorge spontanea, perché i cittadini devono attendere che farmaci ancora non sperimentati come vaccini entrino nel Sistema Sanitario Nazionale pagato dalle tasche dei contribuenti, mentre la stessa Melatonina che costa pochissimo non viene inserita come farmaco di classe A per il virus Ebola e anticancro? Ma il malato serve per fare cassa al Big Pharma e in questo contesto quanto pesa il ruolo dei governi?




CANCRO: DALL’AUSTRALIA SCOPERTO FARMACO CHE DISTRUGGE I TUMORI SOLIDI

di Cinzia Marchegiani

Una scoperta che potrebbe essere rivoluzionaria nel campo dell’oncologia, poiché i tumori solidi sono il muro inaccessibile della medicina che ufficialmente non riesce a contrastare efficacemente nonostante siano attivi molti protocolli. Sul 50% della sopravvivenza dei pazienti, la chemioterapia contribuisce a questo risultato solo con il 17% dei casi. I tumori che per la maggior parte dei casi sono resistenti agli agenti correntemente impegnati includono il melanoma, il carcinoma del colon e del retto e il carcinoma non a piccole cellule del polmone. Molti dei pazienti sottoposti a chemioterapia non sono responsivi dall’esordio della malattia, i loro tumori sono resistenti agli agenti terapeutici comunemente disponibili. Altri pazienti possono rispondere inizialmente ma in seguito vi è la ripresa della malattia, per questo l’annuncio fatto dagli scienziati del QIMR Berghofer Medical Research Institute risulta essere di eccezionale valenza, gli stessi hanno utilizzato un farmaco sperimentale prodotto dai semi di una pianta della foresta pluviale per curare tumori solidi in studi pre-clinici. Si chiama EBC-46 ed è un composto estratto dal frutto dell'albero Blushwood che si trova nelle foreste pluviali del nord Queensland.

Lo studio condotto dal dottor Glen Boyle al gruppo Cancer Drug Meccanismi di QIMR Berghofer con una singola iniezione del farmaco EBC-46 ha portato ad una rapida ripartizione di tumori in una gamma di modelli tumorali umane.
Il dottor Boyle dice che i risultati degli studi pre-clinici in QIMR Berghofer suggeriscono che il farmaco potrebbe essere efficace in pazienti umani:"Siamo stati in grado di ottenere risultati molto forti per via parenterale EBC-46 direttamente in modelli di melanoma, e tumori della testa, del collo e del colon. Nella maggior parte dei casi il trattamento singola iniezione ha causato la perdita di vitalità delle cellule tumorali entro quattro ore, e alla fine distrusse i tumori."

Il dottor Boyle nel dettaglio spiega il funzionamento dell’ EBC-46 che innesca quella risposta cellulare che taglia efficacemente l'afflusso di sangue al tumore, in oltre il 70 per cento dei casi pre-clinici studiati, la risposta e la cura era a lungo termine e duraturo, con minima ricaduta su un periodo di 12 mesi. Il farmaco sviluppato come farmaceutico umano e veterinario attraverso QBiotics società controllate EcoBiotics è stato utilizzato nelle pratiche veterinarie per distruggere correttamente o ridurre i tumori in animali – tra cui cani, gatti e cavalli. Attualmente la QBiotics sta conducendo prove cliniche veterinarie formali con EBC-46 in Australia e negli Stati Uniti e inoltre il dottor Boyle conferma che la QIMR Berghofer è pronto a continuare ulteriori ricerche per determinare se EBC-46 potrebbe essere reso più efficace’EBC-46 sarà sperimentato solo nel breve termine, per i tumori a cui si accede tramite iniezione diretta o applicazione topica, non ci sono prove che suggeriscono EBC-46 sarebbe efficace contro i tumori metastatici.
Se questo farmaco confermerà le sue potenzialità porterebbe un rinnovamento dei medicinali oncologici poiché è stato dimostrato che la chemioterapia con gli agenti alchilanti, le antracicline e la procarbaziana sono mutageni e cancerogeni. Vi è evidenza che i pazienti trattati con questi composti presentano un’aumentata incidenza di tumori secondari. La combinazione di radioterapia e chemioterapia con agenti alchilanti aumenta sostanzialmente il rischio di contrarre la leucemia acuta mielocitica ( Farmacologia moderna Craig-Stitzel). La prospettiva di vita e della sua qualità per i malati di cancro deve essere sempre la guida per la scienza medica. Non sempre le statistiche riescono a rappresentare i calvari terreni vissuti per provare le uniche terapie accessibili che purtroppo anche sulla carta parlano di morte.




EBOLA NEL MONDO: ECCO GLI AGGIORNAMENTI

Redazione
Il 6 ottobre, le autorità spagnole hanno segnalato un caso confermato di malattia del virus Ebola (EVD) di un operatrice sanitaria che ha partecipato al trattamento del secondo paziente spagnolo con infezione da Ebola rimpatriato in Spagna. Il paziente è arrivato in Spagna il 22 settembre ed è morto il 25 settembre. L'operatrice sanitaria infetta rappresenta la prima trasmissione dell'infezione da Ebola in Unione europea.L'operatrice sanitaria è una donna che lavora nell'ospedale di La Paz-Carlos III di Madrid. Secondo quanto riferito ha mostrato i sintomi della febbre il 30 settembre. Secondo il Ministero spagnolo della sanità, ha partecipato alla cura medica del paziente rimpatriato e indossava appropriata attrezzatura di protezione personale. Lei è stato ricoverata all'ospedale della Paz-Carlos III (Madrid) il 6 ottobre ed è sotto rigoroso isolamento.Le autorità spagnole hanno avviato il controllo di 22 persone che sono state a contatto, soprattutto sono controllati il personale medico ma anche familiari,. Il marito del lavoratrice sanitaria è stato posto in quarantena come misura precauzionale. Sono in corso analisi per scoprire le cause del contagio. Due esperti dell'ECDC sono stati inviati in Spagna per assistere all'inchiesta.
Aggiornamento della situazione epidemiologica in Africa occidentale


Secondo i dati in possesso, a partire dal 1 ottobre, la distribuzione dei casi del virus EVD è il seguente:
•Guinea: 1 199 casi e 739 morti;
•Liberia: 834 3 casi e morti 2 069;
•Sierra Leone: 437 2 casi e 623 morti;
•Nigeria: 20 casi e 8 morti, con l'ultimo caso confermato a Lagos il 5 settembre 2014 (33 giorni fa) e nello stato di fiumi su 1° settembre 2014 (37 giorni);
•Senegal: 1 caso, nessun decesso, confermato il 28 agosto 2014 (41 giorni). Tutti i contatti hanno completato i 21 giorni di isolamento

A partire dal 7 ottobre, secondo le autorità nazionali:
•Stati Uniti: il paziente liberiano Thomas Eric Duncan ricoverato a Dallas per aver contratto il virus dell'ebola è morto. Lo rende rende noto l'ospedale. Era la prima persona a cui l'ebola era stata diagnosticata negli Usa. Duncan era arrivato in Texas lo scorso 20 settembre dalla Liberia per visitare la famiglia. Da giorni era in condizioni molto "critiche".;
•Spagna: 1 caso, nessun decesso, isolato il 6 ottobre 2014.

Una volta che viene rilevato un caso e sono attuate misure appropriate di controllo dell'infezione Ebola, il rischio di trasmissione diventa estremamente basso. Interventi per ridurre il rischio di diffusione da un caso importato, pertanto, dovrebbero mirare a limitare questa finestra temporale.Questo, come ricordano le istituzioni sanitarie internazionali, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, può essere fatto per esempio informando i passeggeri che arrivano da paesi interessati, della possibilità di sviluppare EVD e ricordando ai professionisti sanitari di questa possibilità nel valutare un caso di provenienza da paesi colpiti nelle ultime tre settimane. Ciò è particolarmente rilevante per una situazione come il caso di Dallas, Texas.
 




VITA DOPO MORTE: LO DICE L'UNIVERSITA' DI SOUTHAMPTON

Redazione
Uno studio dall'Università di Southampton che ha effettuato test per quattro anni su 2060 pazienti che hanno subito un arresto cardiaco afferma che c'è vita dopo la morte.Ovviamente sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non in senso metafisico intendono gli esperti, che sostengono che anche quando il cervello ha cessato di funzionare ed il corpo è clinicamente morto, la coscienza può continuare. Il 40% di coloro che sono sopravvissuti ad un arresto cardiaco evocano una sensazione strana di coscienza.Il dottor Sam Parnia, che ha condotto lo studio ed è attualmente presso l'Università di New York, lo ha spiegato al Daily Mail: "i test effettuati sin qui suggeriscono che, nei primi minuti dopo la morte, la coscienza non è schiacciata. Non sappiamo se essa svanisce dopo, ma immediatamente dopo la morte, noi siamo ancora consapevoli. Il cervello non si ferma quando il cuore cessa di battere".Finora, è stato stimato che coloro che hanno segnalato esperienze di vita dopo la morte erano ritenute vittime "di allucinazioni". Il 39% dei pazienti intervistati per lo studio si ricorda di essere consapevole  di quello che gli è accaduto sino ad arrivare così a mantenere tutti i dettagli. Il 46% ha segnalato una sensazione di paura o persecuzione, il 9% ha sperimentato un'esperienza vicina alla morte e il 2% ha detto di essere pienamente consapevole e di ricordare, in qualche modo, di essere "uscito" dal proprio corpo. Si ricordano con precisione cosa hanno visto e sentito dopo che il loro cuore si era fermato.Il dottor Parnia ha così concluso: "la morte non è un momento specifico, ma un processo potenzialmente reversibile che si verifica dopo una grave malattia o un incidente ed il cuore, polmoni e cervello smettono di funzionare. Molti tentativi sono stati fatti per invertire questo processo, chiamato 'arresto cardiaco'. Ma se non è possibile, noi lo chiamiamo morte".Questo studio ha voluto indagare "obiettivamente" cosa succede dopo la morte. E senza essere in grado di dimostrare cosa sostengono i pazienti, ha rilevato ciò che è impossibile ripudiare.
 




PACEMAKER CERTIFICATI SENZA TEST: ISS E MINISTERO DELLA SALUTE SOTTO L’OCCHIO DELLA MAGISTRATURA

di Cinzia Marchegiani

Roma – Una sanità che fa accapponare la pelle. Falle gigantesche che sono individuate espressamente da inchieste giornalistiche, mentre i tutori e i garanti della sanità preposti a tale compito sembrano dormire sonni tranquilli. Report, storica trasmissione televisiva su Rai tre fa centro un’altra volta con un’inchiesta mandata in onda domenica sera, 5 ottobre, a firma del giornalista Sigfrido Ranucci sul laboratorio fantasma dell'Istituto Superiore di Sanità che certifica la sicurezza di pacemaker e defibrillatori. Una vera inchiesta ha spalancato porte che nascondono verità agghiaccianti.Dalle immagini trasmesse in esclusiva si mostrava un laboratorio in stato di abbandono con macchinari rotti, vecchi e inutilizzati. Inoltre, dalla documentazione in possesso di Report, emergeva anche che l’Istituto Superiore di Sanità era a conoscenza che il laboratorio non funzionava già dal settembre 2010, quando con uno scambio di lettere protocollate, un ingegnere incaricato di migliorare l’efficacia dei controlli sulla sicurezza dei pacemaker, rinunciava all'incarico perché impossibilitato a svolgere le attività previste, come si evince dal documento riportato da Report :”In relazione all’incarico di servizio si comunica che non esistono condizioni oggettive per svolgere le mansioni relative all’incarico di responsabile della linea di protocollo Pacemaker, per le ragioni sinteticamente riportate di seguito:
L’attuale laboratorio di prova pacemaker non consente l’esecuzione di nessuna delle prove previste dall’attuale normativa tecnica (EN 45502-1, EN45502-2-1, 60601-1, 60601-1-2)
La supervisione della manutenzione e dell’assistenza tecnica delle apparecchiature del laboratorio di prova Pacemaker presuppone l’esistenza del laboratorio di prova, che di fatto, non esiste.
Si sottolinea inoltre la difficoltà di svolgere le mansioni relative all’incarico di responsabile della manutenzione, sviluppo e gestione delle apparecchiature elettroniche, in quanto la gestione delle apparecchiature HW e SW è subordinata, oltre che alla presenza delle apparecchiature stesse e di SW con licenza, anche dell’esistenza di una pianificazione tecno-economica. Inoltre le attuali procedure di acquisto di beni e servizi non consentono di garantire una corretta gestione del parco attrezzature in relazione alle scadenze temporali tipiche di un’attività di certificazione. Per quanto evidenziato, non è possibile svolgere le attività previste per l’incarico ricevuto.”
Ora la stessa redazione di Report informa che gli ispettori del Nucleo della Tributaria della Guardia di Finanza di Roma, coordinati dal colonnello Cosimo di Gesù, nel corso della perquisizione negli uffici dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), avrebbero trovato le prime conferme di quanto denunciato da Report. Gli uomini delle Fiamme gialle hanno ispezionato il laboratorio, che dovrebbe certificare la sicurezza di dispositivi che sono impiantati nel corpo, quali ad esempio pacemaker e defibrillatori, trovandolo nelle stesse condizioni documentate dall’inchiesta di Sigfrido Ranucci. E’ stato trovato addirittura un plico di certificazioni con un post-it allegato con sopra scritto “mancano i rapporti di conformità” , quei rapporti che vengono fatti solo in presenza dei test eseguiti in laboratorio. Sarebbero stati trovati solo vecchi rapporti di conformità risalenti addirittura al 2009, con risultati anche approssimativi. E sarebbero state raccolte le prime ammissioni da parte di alcuni dipendenti che avrebbero ammesso che dietro quelle certificazioni non sono mai state fatte le prove.
La perquisizione nei locali dell’ISS è stata effettuata su mandato del pm Giorgio Orano della Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo poche ore dopo la messa in onda dell'inchiesta di Report.

Dei 700 mila portatori di pacemaker in Italia, si è valutato che ogni anno ci sono altri 60 mila nuovi pazienti si sottopongono all'impianto del dispositivo. Ma cosa è stato impiantato? Erano sicuri questi dispositivi medici salvavita? Ora l’indagine si farà più capillare per comprendere quali enti debbano certificare che i pacemaker, neuro stimolatori o defibrillatori impiantati siano sicuri, con il marchio di conformità CE. L'istituto Superiore di Sanità è uno degli organismi notificati europei a certificare i dispositivi che vengono impiantati nel nostro corpo, e l'unico in Italia per pacemaker e neurostimolatori, Ma soprattutto si dovrà comprendere una volta per tutte, il ruolo del Ministero della Salute, che dovrebbe vigilare sopra tutto. Per ora Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha disposto l'avvio di una indagine amministrativa urgente per accertare l'effettivo svolgimento dei fatti, il rispetto delle procedure di legge ed eventuali responsabilita' sul laboratorio "fantasma" per i controlli sui pacemaker all'Istituto Superiore di Sanita'. Il Ministro ha chiesto pertanto al Commissario straordinario dell'Iss Gualtiero Ricciardi di effettuare un audit interno urgente, di riferirne gli esiti al Ministero vigilante e di assumere senza indugio ogni iniziativa, anche di tipo giurisdizionale, per garantire il buon andamento dell'azione dell'Istituto…

Come dire, chiudiamo i cancelli quando i buoi son scappati tutti. Nel frattempo è allarme per chi ha ricevuto un dispositivo medico salvavita che deve venire a sapere da un’inchiesta giornalistica televisiva che i garanti della sanità son caduti dal pero, e che forse quei dispositivi non sono mai stati controllati prima di essere stati inseriti nel loro corpo. Repost si conferma dalla parte dei consumatori e dei cittadini.




EBOLA: ALLARME CONTAMINAZIONE IN SPAGNA

Redazione

L'ebola continua a mietere vittime e a fare molta paura all'Europa. L'Unione europea ha chiesto alla Spagna di spiegare le circostanze che hanno portato al contagio dell'infermiera spagnola, la prima a contrarre l'ebola in Europa. La donna aveva curato il missionario spagnolo, Manuel Garcia Viejo, morto il 25 settembre scorso a Madrid dopo aver contratto la malattia in Sierra Leone. La Commissione europea, ha riferito un portavoce, "ha inviato una lettera lunedi' al ministero della Salute spagnolo per ottenere alcuni chiarimenti" su come sia avvenuto il contagio, nonostante tutte le precauzioni prese. Intanto, per prevenire la diffusione di Ebola in Italia, il ministero della Salute ha rafforzato, tramite gli Usmaf, i controlli a bordo delle navi che arrivano nei nostri porti, cosi' come i controlli negli aeroporti e i controlli sugli immigrati che sbarcano in Italia. Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in audizione in commissione Affari sociali alla Camera. "Per quanto riguarda gli immigrati – ha precisato Lorenzin – se non e' possibile effettuare i controlli a bordo delle navi, si fanno una volta a terra, prima che gli immigrati vengano trasferiti nei centri di prima accoglienza". "In Italia – ha detto il ministro – abbiamo avuto moltissime segnalazioni di casi sospetti di Ebola ma, fortunatamente, nessuno si e' poi rivelato positivo". "Il fatto che abbiamo ricevuto queste segnalazioni – ha aggiunto Lorenzin – significa che il sistema funziona. Il ministero della Salute sta seguendo con estrema attenzione l'evoluzione dell'epidemia in Africa Occidentale". "Come Italia, abbiamo chiesto che alle frontiere dell'Unione Europea sia rafforzato il monitoraggio nei confronti dei passeggeri provenienti da paesi extra Ue. Noi non abbiamo voli diretti dalle zone dell'Africa colpite dall'epidemia ma ci sono voli indiretti", ha proseguito Lorenzin ricordando che le raccomandazioni dell'Oms non prevedono il blocco dei voli. "Abbiamo chiesto un aumento dei fondi nella legge di Stabilita' da destinare agli Usmaf per aumentare i controlli per quanto riguarda l'Ebola presso porti e aeroporti", ha sottolineato il il ministro della Salute. C'e' "l'esigenza di un rafforzamento dei sistemi di controllo", ha aggiunto il ministro, sottolineando che "non dobbiamo fare allarmismi ma attuare procedure di sicurezza e informazione". "La nostra principale criticita' per quanto riguarda l'Ebola – ha continuato Lorenzin – e' l'evacuazione di cooperatori e medici dai Paesi dove stanno prestando opera. L'Italia e' uno dei pochissimi Paesi europei in grado di garantire una evacuazione ad alto contenimento biologico".
"Ebola, per come si sta sviluppando, non e' soltanto una questione sanitaria ma anche umanitaria con risvolti geopolitici", ha spiegato ancora Lorenzin davanti alle commissioni di Montecitorio. "In Africa – ha spiegato il ministro -, nelle zone colpite dall'epidemia, si sta morendo piu' di altre malattie che non a causa dell'Ebola, perche' c'e' un medico ogni 100mila persone e perche' non ci sono le infrastrutture sanitarie e non vengono rispettate le misure di igiene di base. In quei territori – ha precisato – si stanno mangiando i pipistrelli, che sono pericolosissimi perche' trasmettono il virus. Nella popolazione c'e' anche la convinzione che sia lo Stato a diffondere il virus e questo complica molto le cose".




L'EBOLA SBARCA IN EUROPA

Redazione

Un primo caso di Ebola in Europa. E' successo in Spagna come ha confermato la ministra spagnola della sanita' Ana Mato. E' un'infermiera che ha assistito l'anziano missionario García
Le due analisi che sono state effettuate hanno dato esito positivo. L'interessata è stata ricoverata in isolamento presso l'ospedale de Alcorcón. La ministra spagnola della sanità Ana Mato ha confermato in serata la scoperta "nel pomeriggio di oggi di un caso secondario di contagio dell'ebola all'ospedale Carlos III di Madrid". In una conferenza stampa, Mato ha detto che la persona infetta, un'infermiera spagnola, è stata in contatto con malati di ebola in particolare il missionario Manuel García Viejo, che morì di ebola il 26 settembre. La donna, che lavora presso l'ospedale di La Paz-Carlos III di Madrid, dove è stata in contatto con i religiosi defunti, si è presentato questa mattina al pronto soccorso dell'Ospedale Universitario Fundacion Alcorcon con sintomi quale la febbre. Il primario dell'ospedale, Antonio Alemani, ha detto che l'infermiera, che è stato in contatto a due riprese, a casa sua, con un malato infetto da ebola, un missionario nel frattempo deceduto, è andata in vacanza il giorno dopo la sua morte. L'ospedale di La Paz-Carlos III ha trattato due casi positivi di ebola, quello di Miguel Pajares e Manuel García Viejo, che sono stati rimpatriati rispettivamente dalla Liberia e Sierra Leone. Entrambi morti a causa degli effetti del virus. In Spagna sono stati segnalati più di 20 possibili casi di ebola in undici regioni e tutte le analisi hanno dato esito negativo.Secondo Alemani, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la paziente "è stabile e ha la febbre", e nulla indica al momento che possa avere infettato altre persone. Il primario ha riferito che la situazione è stabile e sotto controllo ricordando inoltre che per essere infettati occorre un contatto diretto con i fluidi corporei, e si è contagiosi solo dopo che il morbo si è manifestato.
 




BLITZ DEI NAS NELLE FARMACIE DI TUTT'ITALIA: RITIRATO MEDICINALE CON CORPO ESTRANEO

Redazione

I Carabinieri del Nas si sono presentati nei depositi farmaceutici e nelle farmacie di tutta Italia per verificare l'avvenuto ritiro dal mercato del medicinale ” Ringer Acetato " della ditta Baxter S.p.A.Ringer Acetato è utilizzabile per uso elettivo e specifico Nella terapia sostitutiva delle perdite di fluidi extracellulari ed elettroliti, quando è necessario correggere stati acidosici lievi e moderati ma non gravi.Un comunicato dell’AIFA, l’Agenzia Italiana per il Farmaco è eloquente nel precisare che:
" A seguito della segnalazione dell’Ospedale di Sassuolo SpA sito in Sassuolo (MO) via F. Ruini 2 del 29/09/2014, concernente presenza di corpo estraneo nel medicinale Ringer Acetato Baxter AIC 030938094 lotto N" 13I3003 SCAD. 29/09/2016 della ditta Baxter S.p.A. sita in Roma Viale Tiziano 25; si dispone, a tutela della salute pubblica, ai sensi dell’art. 142 D. L.vo 219/2006 e per la motivazione sopra evidenziata, immediato divieto di utilizzo su tutto il territorio nazionale del lotto sopra specificato in attesa risultato analisi. La ditta Baxter S.p.A. dovrà assicurare immediata comunicazione divieto d'uso a tutti i destinatari dei Iotti in questione nel più breve tempo possibile e non oltre 48 ore dalla ricezione della presente comunicazione‘.Entro 5 giorni la ditta fornirà all’AIFA informazioni su eventuali altri lotti interessati o altri medicinali prodotti sulla stessa linea ed azioni correttive adottate.II Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a prelevare, in un’unica aliquota, 5 confezioni dei lotto dei medicinale sopra indicato presso la farmacia interna dell'Ospedale di Sassuolo SpA sito in Sassuolo (IVIO) via F. Ruini 2, compreso il flacone oggetto della segnalazione, e trasmettere detti campioni e la relativa documentazione all' Istituto Superiore di Sanità per opportuni accertamenti. II Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è, altresì, invitato a verificare l’avvenuta comunicazione del divieto di utilizzo e in caso mancato adempimento da parte delta ditta interessata procederà al sequestro dei lotti".
In virtù di tale comunicazione, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita i pazienti a non utilizzare il dispositivo in questione riferito ai lotti di cui al comunicato istituzionale.
 




STAMINA “COLORIAMO LA SPERANZA”: INIZIA IL TOUR A ROMA CON LA PRIMA TAPPA

di Cinzia Marchegiani

Roma
– Al via il Tour Coloriamo l'Italia di speranza prima tappa proprio a Roma, cornice di tante manifestazioni e incontri di tutte le famiglie che ad oggi attendono risposte documentate su quello che è stato il loro grande dramma. Il Tour Coloriamo l'Italia vuole essre la prima di tante occasioni in varie città d'Italia per aiutare le famiglie, che da mesi lottano per poter curare i propri figli col metodo Stamina, per sentire la loro testimonianza e incontrarsi, far conoscere questa realtà a più persone possibili. Il loro obiettivo è racchiuso in questo progetto che ora diventa concreto:” Il tour nasce con l'intento di divulgare la verità, sempre sottaciuta quando non manipolata da parte dei media nazionali, di sostenere economicamente anche azioni legali, collettive o personali in caso di famiglie in difficoltà, tese a riaffermare lo stato di diritto che dovrebbe essere garantito da ben due leggi italiane (la legge Turco-Fazio del 2006 e la legge 57 del 2013), che prevedono le terapie compassionevoli, per malati rari e gravissimi orfani di alternative terapeutiche, e infine essere pronti a sostenere anche le spese per le infusioni qualora si sbloccasse la situazione a Brescia.”

Il Movimento Stamina si presenta senza bandiere e colori, definendosi come un'associazione di volontari apolitica e apartitica, nata per aiutare le famiglie dei malati in cura o in lista d'attesa a Brescia, la Stamina Foundation, e in generale le famiglie dei malati tutti.
Il tour, definito della speranza, approderà, con il passaggio di un testimone virtuale da una regione all'altra. Le tappe interesseranno proprio le città natie di alcuni dei bimbi in cura con Stamina e non, e saranno presenti i loro genitori, a raccontare i miglioramenti che hanno avuto i bambini, grazie alle infusioni, pur essendo affetti da patologie rare e neurodegenerative molto gravi, ma verrà data voce anche a tutti i malati che vorranno portare la loro testimonianza.




STAMINA: BOCCIATO IL METODO DAGLI ESPERTI DEL MINISTERO

Redazione

Bis di "no" per Vannoni. Stamina non và giù al mondo medico – scientifico. Non ci sono i presupposti per l'avvio di una sperimentazione del metodo Stamina. A questa conclusione, secondo quanto si apprende, sarebbe giunto il Comitato di esperti nominato dal ministero della Salute. Il parere, già consegnato al ministero, è stato votato da tutti i membri. E' stato dunque concluso il lavoro avviato circa sei mesi fa, giungendo ad una valutazione unanime sul metodo ideato dal presidente di Stamina, Davide Vannoni. Si tratta della seconda bocciatura del protocollo Vannoni. La prima arrivò infatti dal primo Comitato di esperti di nomina ministeriale. Ma tale pronuncia del Comitato venne però fermata dal Tar: a seguito della sentenza del tribunale – che mosse vari rilievi, a partire dalla contestazione di non imparzialità del Comitato – il ministero della Salute procedette alla nomina di un secondo Comitato, le cui conclusioni sono appunto giunte giovedì.