EBOLA: PARTE LA SPERIMENTAZIONE DI TRE CURE IN AFRICA

Redazione

Saranno avviate a dicembre le sperimentazioni di tre trattamenti per l'ebola in Liberia e Guinea, due dei tre Paesi dell'Africa occidentale colpiti dall'epidemia. Lo ha annunciato Medici senza frontiere (Msf).
I test daranno la "speranza ai pazienti di ricevere finalmente una cura reale contro la malattia che oggi uccide tra il 50 e l'80 per cento delle persone contagiate", ha spiegato Annick Antierens, che sta coordinando le sperimentazioni con tre partner di ricerca.
Due medicinali antivirali che saranno sperimentati, il brincidofovir e il favipiravir, sono gia' considerati promettenti dall'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms).
In Guinea sara' testata un'altra terapia che prevede trasfusioni di sangue ai malati dai pazienti sopravvissuti all'ebola. "Dobbiamo ricordarci che non vi e' alcuna garanzia che queste terapie possano rivelarsi cure miracolose", ha messo in guardia Antierens, "ma dobbiamo fare tutto il possibile per sperimentare i prodotti disponibili per aumentare le chance di trovare una trattamento efficace contro l'ebola". I primi risultati delle sperimentazioni saranno disponibili a febbraio.




CANCRO PROSTATA: TEST GENETICO PREDICE RISCHIO RECIDIVA

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Sviluppato un test genetico in grado di predire quali sono gli uomini con una storia di cancro alla prostata piu' a rischio recidiva. Ad annunciarlo e' stato un gruppo di ricercatori del Princess Margaret Cancer Centre di Toronto e dell' Ontario Institute for Cancer Research in uno studio pubblicato sulla rivista Lancet Oncology. Il nuovo test analizza il tessuto bioptico prelevato prima del trattamento e permette di identidicare le caratteristiche anomalie genetiche del cancro alla prostata e il suo contenuto di ossigeno, notoriamento collegato alla diffusione del tumore. Secondo i ricercatori, queste informazioni possono predire con quasi l'80 per cento di precisione, e in circa tre giorni, i pazienti con cancro alla prostata a maggior rischio di recidiva. Il nuovo test genetico potrebbe rappresentare quindi uno strumento importante per determinare con maggior precisione in quali casi basta la chemioterapia o la radioterapia e in quali casi e' necessario un trattamento supplementare, come la chemioterapia e la terapia ormonale.




ORGASMO DONNA: PIU' L'UOMO E' RICCO E PIU' E' INTENSO

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Per fare felice una donna in camera da letto basta essere divertenti, sicuri di se' ed essere ricchi. E' questo, in estrema sintesi, quanto emerso da uno studio condotto dallo psicologo George Gallup e dai suoi colleghi della University at Albany (Usa). Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno coinvolto nello studio studentesse universitarie eterosessuali, interrogate su quanto spesso hanno sperimentato l'orgasmo in un rapporto sessuale.

Sono stati inoltre analizzati dettagli riguardanti il reddito del partner, la corporatura , la personalita' e l'aspetto.
Inoltre, e' stato chiesto agli amici delle partecipanti di valutare l'attrattivita' dei partner per ottenere un punteggio piu' accurato e meno di parte. Ebbene, dai risultati e' emerso che l'intensita' dell'orgasmo e' legata al modo in cui le donne sono attratte dal partner e dal numero dei rapporti sessuali a settimana. "Abbiamo anche individuato una serie di tratti psicologici dei partner – la motivazione, l'intelligenza e la determinazione – che sono collegati alla frequenza con cui le donne hanno iniziato un rapporto sessuale", hanno detto i ricercatori. Tuttavia, a procurare maggior soddisfazione sessuale alle donne e' stato anche un altro elemento, il reddito. Pare che la ricchezza del partner influisca sulla frequenza e l'intensita' degli orgasmi.




SMETTERE DI FUMARE: GLI OMEGA 3 AIUTANO A CHIUDERE CON IL FUMO

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Un supplemento al giorno di acidi grassi Omega-3 potrebbe aiutare i fumatori a vincere la dipendenza da nicotina. E' quanto emerso da uno studio dell'Universita' di Haifa (Israele), pubblicato sul 'Journal of Psychopharmacology'. Una capsula di acidi grassi omega-3 al di', infatti, ha aiutato i fumatori a ridurre il consumo di nicotina dell'11 per cento dopo solo un mese. "Le sostanze e i farmaci utilizzati attualmente per aiutare le persone a ridurre e a smettere di fumare – ha detto Sharon Shenkar, una delle autrici dello studio – non sono molto efficaci e causano effetti collaterali che non sono facili d'affrontare. Omega-3, un integratore alimentare poco costoso e facilmente disponibile con nessun effetto collaterale, riduce in modo significativo il vizio del fumo". Altri studi hanno dimostrato che Omega-3 puo' aiutare le persone ad affrontare lo stress e la depressione.
  "La pressione e lo stress, a loro volta, sono associati con la voglia di fumare", ha detto la scienziata. Una carenza di Omega-3 danneggia la struttura delle cellule nervose e interrompe la comunicazione tra i neuroni delle aree del cervello coinvolte con la sensazione di soddisfazione e piacere.
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VIRUS DELLA STUPIDITA': SCOPERTO PER CASO, RALLENTA I PROCESSO COGNITIVO

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Riduce l'attivita' cognitiva di circa il 10% il virus ATCV-1, secondo una ricerca realizzata dalla Johns Hopkins University e dall'Universita' del Nebraska, pubblicata sui Proceeding of the National Academy of Sciences.
  La scoperta e' avvenuta per caso, durante uno studio sui microbi della gola perche' fino questo momento si riteneva che l'ATCV-1 attaccasse solo le alghe verdi di laghi e fiumi. Gli scienziati hanno notato che questo virus, subito ribattezzato dai media "virus della stupidita'" riduce la performance in alcuni test cognitivi. Lo studio e' stato condotto su un campione limitato, circa 90 persone di cui il 43% infetto. E' poi emerso che dei topi deliberatamente contagiati con l'ATCV-1 reagivano in maniera piu' lenta ed e' stato dunque dedotto che il virus influenza in qualche modo determinate attivita' mentali. In passato uno studio aveva associato i virus XMRV e pMLv alla sindrome della fatica cronica ma tre anni dopo, nel 2012, la scoperta venne totalmente smentita. 




EPATITE C: BASTA UNA PILLOLA AL GIORNO!

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Una sola pillola, una sola volta al giorno, multigenotipica ed efficace anche sui pazienti piu' difficili, ben tollerata e con la stessa durata di trattamento per tutte le persone in terapia. A Boston, dove e' in corso il 65mo Meeting Annuale dell'American Association for the Study of Liver Diseases (AASLD), si delinea un nuovo orizzonte nel trattamento dell'infezione da epatite C: i dati di fase II su grazoprevir ed elbasvir, antivirali MSD ad azione diretta di seconda generazione, somministrati once a day in combinazione, hanno evidenziato altissimi tassi di risposta virologica a 12 settimane su una popolazione che comprendeva pazienti con cirrosi, co-infettati con HIV o con precedente fallimento alla terapia. La nuova combinazione e' risultata efficace anche senza l'aggiunta di ribavirina e rappresenta un passo ulteriore verso regimi interferon-free e ribavirin-free. Nella fase III dello sviluppo clinico le due molecole vengono gia' studiate come unica pillola in mono-somministrazione. Il "battesimo" delle due nuove molecole annuncia una nuova, grande accelerazione verso una cura radicale dell'epatite C, destinata ad allargare la popolazione di pazienti che potranno beneficiare delle terapie e a dare risposta ai bisogni clinici ancora insoddisfatti, anche con le piu' recenti molecole cosiddette interferon-free di imminente arrivo: regimi terapeutici lunghi, complessi e differenziati nella durata a seconda del tipo di pazienti, efficacia limitata ad alcuni genotipi, categorie di pazienti non eleggibili, resistenza alle terapie e costi non sostenibili per il Sistema sanitario. "Le opzioni terapeutiche di cui disponiamo, incluse le piu' recenti, nonostante la loro indiscutibile efficacia, lasciano aperti numerosi problemi: sono attive principalmente contro i genotipi 1 e 4 di HCV, e molto meno efficaci per circa un terzo dei pazienti, quelli con genotipo 2 e 3, e non danno risposte soddisfacenti in presenza di cirrosi compensata e scompensata – afferma Antonio Craxi' Professore ordinario di Gastroenterologia all'Universita' degli Studi di Palermo – mancano tuttora strategie terapeutiche alternative per i pazienti non responsivi ai regimi interferon-free e a tutto questo si aggiunge il problema della sostenibilita', visto che per queste nuove combinazioni terapeutiche il costo oscilla tra 60 e 90.000 euro per ogni ciclo di cura".




CLIMA, ACCORDO USA – PECHINO: RIDURRE EMISSIONI ENTRO IL 2030

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Pechino – Cina e Stati Uniti hanno raggiunto un accordo sulle emissioni inquinanti oggi a Pechino durante un vertice bilaterale tra il presidente cinese, Xi Jinping, e il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Pechino si impegna a raggiungere il picco delle emissioni di CO2 "attorno al 2030", mentre gli Stati Uniti promettono di tagliare il totale delle emissioni di gas serra a partire dal 2025 in una percentuale compresa tra il 26% e il 28% rispetto ai valori raggiunti nel 2005. La decisione e' stata annunciata durante una conferenza stampa congiunta dei due leader che si e' tenuta alla Grande Sala del Popolo, su piazza Tiananmen. Da lunedi' Obama e' a Pechino per partecipare al vertice dei leader dei Paesi Apec, conclusosi ieri. Al termine del meeting, i due capi di Stato avevano dato il via ai colloqui bilaterali, dopo che Obama era stato ricevuto da Xi Jinping a Zhongnanhai, il palazzo presidenziale cinese. Obama ha commentato l'accordo come una "pietra miliare" nella relazioni tra Cina e Stati Uniti e "mostra cosa e' possibile fare quando si lavora insieme su un cambiamento globale urgente".
  La Cina si e' impegnata anche ad aumentare la percentuale di energia prodotta non da combustibili fossili al 20% del totale del proprio mix energetico entro il 2030, piu' che raddoppiando i valori dello scorso anno, quando era attorno al 10%. In base al nuovo accordo, la Cina dovra' sviluppare mille gigawatt di energia pulita da fonti rinnovabili e dal nucleare, entrambi settori in forte espansione nel Paese. L'accordo sulle emissioni tra le prime due economie del mondo arriva a pochi mesi dalla conferenza sul clima di Parigi 2015, in cui verranno discussi gli obiettivi per la riduzione delle emissioni e del cambiamento di paradigma nel panorama di produzione e consumo energetico da parte della comunita' internazionale, come concordato a Durban, in Sudafrica, nel 2011. In vista dell'appuntamento del prossimo anno e della conferenza di Lima sul clima di dicembre, l'Unione Europea aveva deciso il mese scorso un taglio delle emissioni inquinanti entro il 2030 del 40% rispetto ai valori del 1990.
  Cina e Stati Uniti sono responsabili della produzione di circa il 45% delle emissioni di CO2 prodotte al mondo. Per la prima volta, lo scorso anno, la Cina aveva superato l'Unione Europea nel volume di emissioni pro-capite, secondo i calcoli del Global Carbon Project, equipe di scienziati internazionali fondata nel 2001. Nel 2013 le emissioni pro-capite cinesi hanno raggiunto quota 7,2 tonnellate, contro le 6,8 tonnellate dei Paesi Ue.
  L'accordo di oggi rappresenta la prima volta che la Cina fissa una data, seppure approssimativa, per il raggiungimento del picco delle emissioni. Fino a oggi Pechino si era sempre impegnata al raggiungimento del picco "il prima possibile". Al Climate Summit delle Nazioni Unite di New York di settembre, il vicepremier esecutivo cinese, Zhang Gaoli aveva dichiarato che dal governo di Pechino sarebbero emerse indicazioni riguardo al raggiungimento del picco prima della conferenza di Parigi del prossimo anno. Obama aveva sottolineato i risultati raggiunti dal Climate Action Plan statunitense e aveva chiesto la collaborazione di tutte le maggiori economie del mondo per evitare i danni derivanti dai cambiamenti climatici. Tra le prime reazioni all'accordo di oggi c'e' quella di GreenPeace East Asia che segnala un "chiaro senso di responsabilita' collettiva" attorno al tema dei cambiamenti climatici, anche se, spiega Li Shuo, Senior Climate and Energy Campaigner di GreenPeace East Asia, "c'e' una grande aspettativa di maggiore ambizione da parte di queste due economie, le cui proiezioni di emissioni determinano la risposta globale al cambiamento climatico". 




VACCINO MENINGITECH: SCENARI INQUIETANTI, SCARSA MODALITA’ DI CONTROLLO DEI BAMBINI

I legali Mastalia, Vaccari e Ciriello, nel tutelare i diritti di molte famiglie di bambini vaccinati con i lotti incriminati invitano l’Aifa, il Ministero della Salute e l’European Medicenes Agency, a rispondere seriamente sui fatti gravi avvenuti a danno dei piccoli bambini che hanno ricevuto la dose vaccinale del Meningitech, anche dopo il suo ritiro ufficiale

di Cinzia Marchegiani

Uno scenario inquietante che ha coinvolto e sta preoccupando molte famiglie di bambini in una storia di malasanità tutta italiana. Sul banco degli imputati troviamo la gestione delle informazioni istituzionali in merito ai vaccini facoltativi prima inoculati e poi ritirati dal mercato perché contenevano dei contaminanti pericolosi. Potete immaginare la disperazione vissuta dai genitori che hanno scoperto, per caso, che i propri figli hanno ricevuto la dose del vaccino Meningitech esattamente con i lotti specifici ritirati dal mercato, e molti di questi bambini sono stati inoculati al centro vaccinale di appartenenza anche dopo la pubblicazione dello specifico ritiro sul sito dell’Aifa. Ma andiamo per ordine!

L’ANTEFATTO
Il 13 ottobre 2014 l’AIFA aveva comunicato di aver già disposto in data 26 settembre 2014 e 6 ottobre 2014 il ritiro dal commercio del Vaccino Meningitec Sospensione Iniettabile in siringa preriempita AIC 035438062 della ditta Nuron Biotech BV. La ditta produttrice di questo vaccino contro alcuni ceppi della meningite aveva segnalato che all’interno delle fiale del vaccino vi era la presenza di corpo estraneo color arancio rossastro identificato come ferro e acciaio inossidabile, nei seguenti lotti G76673 scad. 09/2014; H20500 scad. 11/2014 ; H45452 scad. 02/2015; H45457 scad. 02/2015; H92709 scad. 02/2015; J55457 scad. 09/2016; J70483 scad. 09/2016; H99459 scad. 06/2015; H52269 scad. 06/2015; J01106 scad. (?) J01114 scad. (?)

IL CASO
Più di trenta famiglie, in gran parte della regione Lazio, si sono rivolte all’avvocato Roberto Mastalia, chiedendo di essere tutelate legalmente poiché hanno accertato, dal numero del lotto apposto sul libretto sanitario dei propri figli (che deve essere obbligatorio per legge) che i propri figli hanno ricevuto la somministrazione dei lotti incriminati ed alcuni di essi addirittura l’inoculo è avvenuto in data successiva a quella del ritiro ufficiale.
L’AIFA nel frattempo con comunicato ufficiale metteva a tacere sospetti e allarmismi, dichiarando che:”la Commissione Scientifica dell’AIFA o CTS nei giorni 21-23 ottobre 2014, dopo la valutazione delle evidenze disponibili, analisi dei dati di sicurezza effettuata dall’Ufficio di Farmacovigilanza sulle segnalazioni di reazioni avverse per i lotti ritirati di vaccino Meningitec, incluse le più recenti e la documentazione fornita dall’ Azienda produttrice, conferma che dai dati non emerge nessun segnale di sicurezza, né sono state dimostrate reazioni avverse particolari ricollegabili al specifico difetto di qualità che ha portato al ritiro dei lotti in Italia.”

NOTA LEGALE ALL’AIFA, MINISTERO DELLA SALUTE E EMA
Gli avvocati che sono stati nominati dalle famiglie dei bambini trattati con i lotti specifici inoltrano importanti considerazioni non solo al’AIFA ma al Ministero della Salute e all’European Medicenes Agency, contestando le modalità di trasparenza e rassicurazioni esercitate nei confronti in questo caso di malasanità. Nello specifico gli avvocati contestano che sono stati vaccinati con lotti specifici ritirati dalla Nuron Biotech durante il corso dell’anno 2014, anche dopo il ritiro cautelativo e inoltre c’è un genitore che ritiene che sia stato somministrato al proprio figlio un lotto vaccinale recante una strana colorazione arancione peraltro non inserito tra quelli sottoposti a ritiro e per tale motivo ritengono necessario un ulteriore e serio approfondimento. L’avviso bonario legale ai rappresentati istituzionali e garanti della salute pubblica solleva punto per punto importanti quesiti e richieste, oltre ad informazioni scientifiche che contrastano pesantemente con comunicati pubblicati dall’AIFA tesi esplicitamente a rassicurare il pubblico:
1) Il servizio di farmacovigilanza passivo del nostro paese, basato sulle segnalazioni provenienti al 99% da professionisti del settore, è pressoché inesistente stante la cattiva abitudine dei predetti professionisti a sottovalutare la portata di qualsiasi voglia reazione astrattamente avversa e a tranquillizzare, forse anche con il fine di evitare grane personali, gli interessati in senso lato; tant’è vero che vengono segnalati esclusivamente i casi di gravissime reazioni avverse immediate quali per esempio i casi di shock anafilattico. Negli USA, dove esiste un servizio di farmacovigilanza molto più efficiente di quello italiano, affidato non solo alla FDA ma anche alla CDC e a VAERES, le stesse amministrazioni federali ammettono di non essere in grado neppure di raccogliere il 10% delle reazioni avverse….
2) Decine di studi scientifici internazionali attestano la potenziale neurotossicità e dannosità di tutta una serie di metalli, soprattutto quando questi, come nel caso di specie, hanno la possibilità di entrare nell’organismo per via intramuscolare, ovvero bypassando tutte le difese dello stesso per giungere direttamente del sistema nervoso, attraverso l’apparato gastrointestinale, al sistema nervoso
3) I molteplici danni neurologici-immunitari e autoimmuni che possono essere causati o anche semplicemente slatentizzati da certe sostanze, così come rilevabile dalle centinaia di studi scientifici pubblicati sulle più prestigiose riviste medico-scientifiche oltre che dalle stesse tabelle del VAERES statunitense, nella stragrande maggioranza dei casi fanno parte dei cd “danni lungo latenti” ovvero di danni che possono rimanere “latenti” per giorni, mesi ed addirittura anni prima di mostrare i loro effetti per cui comunicati stampa come quelli pubblicati nei giorni scorsi non solo sono contrari alla scienza e al buonsenso ma non possono sortire alcun effetto tranquillizzante in genitori o soggetti che abbiano avuto la possibilità di approfondire l’argomento.
4) I controlli post produzione sui farmaci e, come in questo caso i vaccini, vengono troppo spesso demandati alle stesse case farmaceutiche produttrici, notoriamente giuridicamente quanto contrattualmente “irresponsabili” per danni a terzi con ovvie e gravi ripercussioni in ordine di sicurezza dei prodotti; sicurezza che, contrariamente a quanto accade di solito, dovrebbe essere costantemente garantita da organismi pubblici imparziali e privi di conflitti di interessi.

La missiva dei tre legali apre scenari inquietanti, soprattutto il dato oggettivo che documenta come le autorità garanti alla salute pubblica abbiano molto velocemente cestinato il suddetto caso senza sentire l’obbligo e il dovere di monitorare il grave fatto accaduto. Nel merito i legali fanno presente che non ci si può esimere dal rilevare:”come appaiono francamente inverosimili sia la presunta tipologia di contaminazione ‘ossido di ferro e acciaio’ sia il fatto che, a distanza di giorni, non sono stati ancora in grado di verificare la reale natura, la modalità di contaminazione, la quantità dei materiali esterni ritrovati”.
Proprio sui vaccini, mentre le istituzioni continuano a rassicurare con conferenze a go go che sono super sicuri, anacronistici sono invero i ritiri dal commercio di svariati lotti di diverse tipologie di vaccini causati, secondo le comunicazioni “ufficiali” da contaminazioni delle più svariate sostanze, dai virus a sostanze non meglio precisate, fino ad arrivare al vetro. Contaminazione che come spiega la missiva:”per i sistemi di realizzazione dei prodotti e di filtraggio dei composti appaiono oggettivamente inverosimili, risibili e financo grottesche e, che spesso, così come riportato sia a suo tempo dal Ministro della salute, da altri responsabili e dai media, le segnalazioni sarebbero pervenute alle Autorità competenti addirittura con mesi di ritardo rispetto alla piena conoscenza dell’accaduto da parte della casa farmaceutica interessata senza che siano stati assunti seri problemi nei loro confronti, quanto accaduto si scontra con le continue rassicurazioni in ordine alla sicurezza dei prodotti.” Ma non solo, gli avvocati Mastalia, Ciriello e Vaccari sollevano un problema di malasanità pubblica, soprattutto quando si parla di “ritiri preventivi o cautelativi” in ordine a prodotti che sono stati distribuiti da mesi, talvolta forse da anni, e le risposte ufficiali fornite appaiono come frasi di “comodo” e piuttosto contraddittorie.

I legali pertanto chiedono immediatamente che siano resi pubblici e a loro stessi i risultati degli esami effettuati sinora sui lotti vaccinali ritirati e che vengano disposti accurati esami (ovviamente da parte di soggetti pubblici e non dalle case farmaceutiche produttrici) sui lotti vaccinali ritirati e quelli ancora in commercio nella direzione di stabilire la reale natura delle sostanze contaminanti, la quantità e la modalità con cui hanno stabilito tale contaminazione. Inoltre chiedono che i soggetti che hanno ricevuto i predetti lotti vengano sottoposti ad un attento e costante monitoraggio da parte di strutture pubbliche in collaborazione con professionisti scelti direttamente dalle famiglie interessate, e che sia attivato un protocollo che preveda le visite mediche con amnesi accurate; esami ematici specifici indicati nella lettera, che servono per verificare la quantità dei metalli nell’organismo, tra cui anche l’esame del capello, oltre a esami delle allergie e intolleranze, e EEG mirati a verificare l’eventuale insorgenza di patologie neurologiche ed autoimmuni a distanza di tempo, nei soggetti vaccinati.

Una storia piena di ombre, quelle istituzionali che nonostante i comunicati ufficiali tesi a tranquillizzare le famiglie, gli stessi legali fanno notare molte mancanze che sembrano poco indirizzate a sviscerare questo caso di malasanità. I genitori vogliono risposte concrete nei dettagli e le relative analisi e monitoraggio a spese del Servizio Sanitario Nazionale, nella speranza che non si riscontrino gravi danni alla salute dei bambini. La bontà dei comunicati vanno avvalorati dai dati, altrimenti non si può parlare di trasparenza istituzionale.




CANCRO PROSTATA: SCOPERTO "BERSAGLIO MOLECOLARE"

Redazione

Usa – Inibendo l'attivita' di una molecola chiave e' possibile fermare la diffusione del cancro alla prostata. Uno studio delle universita' di Bristol, Nottingham e della University of the West of England (UWE Bristol), ha scoperto che un composto specifico e' in grado di bloccare l'attivita' della molecola SRPK1, che aiuta i tumori a formare nuovi vasi sanguigni e quindi a sopravvivere e diffondersi nel corpo. Per arrivare a questi risultati, pubblicati sulla rivista Oncogene, i ricercatori hanno analizzato campioni umani di cancro alla prostata. In questo modo e' stato possibile osservare che un aumento della SRPK1 e' legato a una maggiore aggressivita' del tumore. In seguito i ricercatori hanno dimostrato che farmaci noti come composti SPHINX, progettati per inibire specificamente l'attivita' di SRPK1, sono in grado di ridurre la crescita tumorale in un modello murino di cancro della prostata, quando questi vengono somministrati tre volte alla settimana con iniezioni. "I nostri risultati indicano un nuovo modo di trattare i pazienti affetti da cancro alla prostata e possono avere implicazioni piu' ampie per il trattamento di altri tipi di tumori", hanno concluso i ricercatori.




OCCHIALI ADDIO: UN LASER CHE TOGLIE I DIFETTI

Redazione

Milano – Un unico intervento per poter dire addio agli occhiali: al Centro Diagnostico Italiano di Milano (CDI) e' disponibile un nuovo utilizzo del laser a femtosecondi che consente di correggere contemporaneamente due difetti della vista, presbiopia e miopia, ipermetropia o astigmatismo. In questo modo il paziente non ha piu' necessita' degli occhiali, ne' per vedere gli oggetti vicini ne' quelli lontani. La tecnica verra' presentata sabato presso il CDI con un intervento eseguito in diretta per gli specialisti, partecipanti al convegno: "Utilizzo del laser a femtosecondi con chirurgia in diretta: refrattiva, cataratta e video-retina" in programma presso il Centro. "Grazie all'utilizzo del laser a femtosecondi – ha spiegato Edoardo Ligabue, responsabile dell'Oculistica del Centro Diagnostico Italiano – e' possibile eseguire l'intervento in maniera totalmente automatizzata.
  Inoltre, il laser a femtosecondi e' il bisturi piu' preciso al mondo: ha, infatti, una sensibilita' nanometrica, pari cioe' a un milionesimo di millimetro. La novita' che presentiamo risiede nel correggere due difetti visivi contemporaneamente grazie al fatto che il laser interviene sulla superficie del centro della cornea per creare una sorta di 'lente multifocale', in modo da permettere la messa a fuoco durante la lettura senza dover utilizzare occhiali dedicati"




CHEMIO: SCOPERTA PROTEINA CHE RENDE PIU' EFFICACE LA TERAPIA

Redazione

Un gruppo di ricercatori dell'Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche (Itb-Cnr) di Bari hanno identificato una proteina che rende piu' efficace il trattamento chemioterapico nel carcinoma renale, un tumore frequente nei pazesi occidentali e resistente alle terapie. Lo studio e' stato pubblicato sulla rivista scientifica Oncotarget. "Abbiamo scoperto che nei carcinomi renali a cellule chiare i livelli cellulari della 'proteina TRIM8' diminuiscono drasticamente e questa diminuzione sarebbe responsabile della mancata attivazione dell'oncosoppressore p53, gene che codifica la proteina principalmente coinvolta nell'esecuzione dell'arresto della proliferazione cellulare e dell'apoptosi o 'morte cellulare programmata', indotta dai chemioterapici", ha spiegato Apollonia Tullo, ricercatrice dell'Itb-Cnr e coordinatrice del lavoro. "Il carcinoma renale a cellule chiare e' il tipo di cancro al rene piu' comune negli adulti ed e' notoriamente resistente alla radioterapia e alla chemioterapia – ha continuato – perche', pur riportando raramente una mutazione nel gene p53, presenta alterazioni in altre proteine che regolano l'attivita' e la stabilita' di p53". I ricercatori del Cnr hanno dimostrato che ripristinando i livelli cellulari di TRIM8, le cellule diventano sensibili all'azione dei chemioterapici e la proliferazione tumorale viene bloccata in modo significativo. La scoperta apre promettenti prospettive terapeutiche sia per i pazienti affetti da carcinoma renale, che in generale per altri tumori che resistono all'azione dei chemioterapici, perche' aggiunge un nuovo tassello alla comprensione dei meccanismi di arresto della proliferazione tumorale in risposta ai chemioterapici".