VACCINO FLUAD: SALGONO AD 11 LE MORTI SOSPETTE. DUE DECESSI ANCHE ROMA

Codacons intima all’AIFA e il Ministero della Salute il blocco della campagna vaccinale o pronto a denunciarli entrambe, scorretto continuare ad invitare gli italiani a vaccinarsi, inoltre già pronti esposti da inoltrare a 104 Procure della Repubblica per chiedere il sequestro dei lotti

di Cinzia Marchegiani

Il caso di malasanità emerso con la somministrazione del  vaccino influenzale FLUAD, nonostante tutte le rassicurazioni dell’AIFA e dei massimi esperti istituzionali, continua ad allarmare gli italiani. L’Agenzia Italiana del Farmaco rende noto che nella giornata del 28 novembre 2014, appena due giorni dalla notizia dei primi 5 decessi, sono state inserite nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza ulteriori otto segnalazioni di decessi di soggetti ai quali nei giorni precedenti era stata somministrata una dose di vaccino FLUAD della Novartis Vaccines and Diagnostics. Il dato ancora più allarmante è dovuto al fatto che si tratta di dosi che appartengono sia ai lotti che  sono stati inizialmente oggetto del provvedimento AIFA di divieto di utilizzo, sia ad altri lotti. Complessivamente, quindi, le segnalazioni sono al momento 11 su oltre 4 milioni di dosi autorizzate alla commercializzazione. Due morti anche Roma, si tratta sempre di persone anziane.

LA DENUNCIA

Il Codacons non ha fatto attendere la sua azione per contenere morti sospette e un business che viaggia su un binario a 32 miliardi di euro all’anno nel mondo. Infatti dopo la notizia dei primi quattro decessi sospetti registrato poche ore dopo la somministrazione del vaccino antinfluenzale Fluad, il Codacons aveva deciso di presentare un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia per chiedere il sequestro dei lotti di vaccino sospetti, e diffida il Ministero della Salute a bloccare immediatamente la campagna per la vaccinazione avviata in Italia. Il Presidente Carlo Rienzi della stessa associazione ammonisce severamente: “Di fronte a ciò che sta accadendo e in base al principio di precauzione è semplicemente assurdo continuare ad invitare gli italiani a vaccinarsi. Il Ministero deve sospendere subito la campagna antinfluenzale e l’Aifa deve bloccare la pubblicità pro-vaccini avviata in questi giorni su giornali e tv. Sostenere le vaccinazioni di massa equivale non solo a mettere a rischio la popolazione, considerati i possibili effetti negativi dei vaccini, ma anche ad alimentare un business che vale 32 miliardi di euro all’anno nel mondo e che ingrassa oltremodo le casse delle case farmaceutiche”.

E Rienzi, tramite il Codacons, è pronto a denunciare alla magistratura l’AIFA e le autorità sanitarie italiane se non saranno adottati concreti provvedimenti tesi a tutelare la salute dei cittadini e sospendere campagne che favoriscono le multinazionali dei vaccini. E Rienzi conclude:”stiamo preparando un esposto a 104 Procure per chiedere il sequestro di tutti i lotti sospetti”.
Ma l’AIFA invece lo stesso giorno, 28 novembre c.a ha ribadito la natura esclusivamente cautelativa del ritiro dei due lotti del vaccino antinfluenzale FLUAD della Novartis Vaccines and Diagnostic, e tramite l’ennesimo comunicato sul proprio sito istituzionale, condivide la posizione espressa a mezzo stampa dalla Direzione Generale Salute della Regione Lombardia, che – dopo avere avuto notizia dall’ASL di Como del decesso di un paziente cui era stato somministrato un vaccino antiinfluenzale Fluad (lotto non sospeso) – in stretto contatto con l’AIFA, ha raccomandato comunque la prosecuzione della campagna vaccinale antinfluenzale. L’AIFA riconferma che la vaccinazione antinfluenzale rappresenta la più valida ed efficace misura di prevenzione dell’influenza e delle sue complicanze che, specie nei soggetti più deboli, possono essere anche gravi o a rischio di vita:v”I vaccini autorizzati per l’uso nell’uomo sono prodotti biologici sicuri poichè sono sottoposti ad una serie di controlli accurati che vengono effettuati sia durante la produzione e prima della loro immissione in commercio, sia dopo la loro commercializzazione".

Nonostante le suddette rassicurazioni il dato che fa preoccupare è associato non solo dall’aumento repentino dei decessi sospetti, ma anche il fatto che i lotti ora segnalati non rientrano in quelli sospesi nei precedenti giorni. Lo scontro tra associazioni al fianco dei cittadini e le istituzioni che continuano ad invitare a vaccinarsi, perché rappresenta una pratica sicura…tenderà ad esacerbarsi se non si farà subito chiarezza. Le persone ad oggi, dopo questi dati scoraggianti hanno giustamente paura ad essere inoculati, chi gli darebbe torto? L’AIFA ritiene sia possibile che l’aumento repentino delle segnalazioni di eventi verificatisi diversi giorni fa possa essere in parte ricondotto all’impatto mediatico di tali notizie sulla popolazione e all'acuita sensibilità stimolata nei cittadini e negli operatori sanitari. Ma la farmacovigilanza in questi casi è stata correttamente eseguita, perché questi decessi sono avvenuti in concomitanza di una pratica vaccinale, e la legge dispone la segnalazione come forma di tutela sanitaria affinché sia accertato il nesso. Questo dimostra che l’informazione ben veicolata sta responsabilizzando i cittadini affinché sia attivata una tutela e sicurezza sanitaria che le stesse istituzioni sanitarie dovrebbero attuare nelle proprie normali funzioni. Invero è stato garantito il principio di precauzione? Per il Codacons assolutamente no, e forse sono dello stesso parere molte persone che stanno alla finestra a guardare i prossimi passi del garante della salute pubblica.




VACCINO ANTIFLUENZALE FLUAD: ALTRA MORTESOSPETTA DI UN ANZIANO A PRATO.

Forse è lo Squalene che ha causato una reazione gravi reazioni allergiche, adiuvante nel vaccino e che è stato al centro delle polemiche e report importanti sui veterani colpiti dalla Sindrome del Golfo…si faccia chiarezza!

di Cinzia Marchegiani

Prato (PO)
– Sono tutte anziane le persone che sono morte poco dopo la somministrazione del Vaccino Fluad della Novartis. Dopo i prime tre decessi e una grave reazione è stato attivato il ritiro cautelativo dei numeri dei lotti che erano interessati ai relativi pazienti. In Sicilia un decesso è avvenuto per arresto cardiocircolatorio, gli altri due casi, uno in Sicilia e l’altro in Molise dovuto all’infiammazione del sistema nervoso centrale, di cui uno la morte è avvenuta nell’immediatezza, gli altri entro le 48 ore. Ora si aggiunge un altro decesso avvenuto nel comune di Prato, il medico di famiglia dello sfortunato signore, deceduto giovedì (27 novembre c.a.) nella sua abitazione, ha dato subito l’allarme. Le notizie riportano che nella stessa serata del decesso Edoardo Majno , il direttore generale dell’Asl 4 ha annunciato che verrà organizzata un’unità di crisi partendo da subito, e contemporaneamente a bloccare l’uso del vaccino per via cautelativa, ma soprattutto inviando tale comunicazione a tutti i medici di famiglia per vietarne sia la distribuzione che la somministrazione. Le informazioni sul decesso avvenuto, solo l’autopsia sarà in grado di stabilire le connessioni sull’eventuale vaccino per ora sotto indagine.
In data odierna, la stessa Agenzia Italiana del Farmaco con un comunicato n.402 ricorda che i vaccini sono una risorsa preziosa e insostituibile per la prevenzione dell'influenza stagionale e delle sue complicanze, che possono dare luogo a casi di intensità severa e colpiscono con frequenza maggiore in particolare gli ultrasessantacinquenni e i pazienti affetti da condizioni croniche preesistenti. La stessa agenzia sottolinea che il provvedimento emanato oggi, che dispone il divieto di utilizzo di due lotti del medicinale FLUAD, è stato assunto a scopo esclusivamente cautelativo, a seguito di segnalazioni pervenute all'Agenzia dalla Rete nazionale di Farmacovigilanza, anche se al momento non è certo se si tratti di una casualità oppure se vi sia un nesso con la vaccinazione. Solo un quadro completo potrà essere fornito solo dopo aver analizzato tutti gli elementi di contesto, tra i quali, ad esempio, lo stato di salute dei pazienti, la loro età ed eventuali patologie da cui erano affetti.
E la domanda sorge spontanea: “Se queste sintomatologie gravi colpiscono soprattutto gli ultrasessantacinquenni, perché vengono coinvolti nelle campagne di prevenzione proprio coloro che sono più a rischio? Ma il fatto diventa più inquietante leggendo il bugiardino del farmaco FLUAD che conferma la presenza dell’adiuvante MF59C.1 contenente: 9,75 mg di squalene. Si proprio lo “squalene” che è stato al centro di un’inchiesta, poiché uno studio nel 2000 mise in correlazione la presenza di anticorpi anti squalene nel sangue con l'insorgenza della sindrome del golfo nei veterani: il 95% dei militari che mostravano i sintomi della sindrome presentava gli anticorpi, non rilevabili negli individui del campione che non presentavano i sintomi. Due autori dello studio e un terzo ricercatore pubblicarono un'altra analisi nel 2002 in cui misero in correlazione la presenza degli anticorpi antisqualene nei soggetti affetti dalla sindrome del Golfo con la somministrazione di squalene contenuto in alcuni lotti di vaccino antiantrace.

Lo “Squalene” è un componente di alcuni adiuvanti che vengono aggiunti ai vaccini al fine di incrementare la risposta immunitaria, è una sostanza presente in natura (nelle piante, negli animali e negli esseri umani) che viene sintetizzata nel fegato e che circola nel sangue umano. Da un documento dell’OMS si legge che lo stesso squalene viene estratto, per ragioni commerciali, dall’olio di pesce, in particolare dall’olio di fegato di squalo, e, viene purificato in caso di utilizzo come componente di farmaci o vaccini:” L’MF59, un adiuvante contenente lo squalene, fa parte del vaccino anti-influenzale stagionale ed è stato autorizzato nel 1997 in Italia e successivamente anche in diversi altri Paesi. Ogni dose di vaccino contiene circa 10mg di squalene. Oltre 22 milioni di dosi sono stati distribuiti da allora fino ad oggi (2006). I numeri di eventi avversi e reazioni locali non sono risultati superiori rispetto a quanto ci si aspettava in base agli eventi dovuti ad altri vaccini antiinfluenzali; sembra quindi che lo squalene non rappresenti un rischio significativo. Il vaccino è stato somministrato in primo luogo agli individui appartenenti alla fascia di età 65 e oltre per cui il vaccino era stato autorizzato. Alcuni vaccini sperimentali, inclusi dei vaccini anti-pandemia, vaccini anti-malarici e vari altri vaccini di natura virale e batterica, vengono allestititi con adiuvanti contenente lo squalene con l’obiettivo di rafforzare l’immunogenicità e quindi l’efficacia dei vaccini. Sono stati condotti studi clinici con vaccini contenente squalene coinvolgendo bambini e lattanti senza risultati preoccupanti dal punto di vista della sicurezza. E’ stato ipotizzato una relazione tra problemi di salute dei veterani della guerra del Golfo e la possibile presenza di squalene nei vaccini che ai soldati sono stati somministrati. “ L’OMS però nello stesso documento non chiarisce al 100% lo studio sullo squalene infatti si legge:”Un report pubblicato ha ipotizzato che alcuni dei veterani esposti al vaccino anti-antrace hanno sviluppato anticorpi anti-squalene e che questi anticorpi hanno successivamente provocato disabilità. Tuttavia lo squalene non faceva parte dei vaccini somministrati ai veterani e non è stato neppure utilizzato nel processo di produzione dei vaccini. Sono stati pubblicati molti studi che hanno evidenziato dei limiti tecnici di questo report (?) “

Comunque per l’OMS la maggior parte degli adulti, specialmente quelli più anziani, indipendentemente dalla loro storia vaccinale, possiedono anticorpi naturali che reagiscono con lo squalene. In uno studio clinico l’immunizzazione con il vaccino anti-influenzale contenente squalene non ha modificato né frequenza né titolo degli anticorpi anti-squalene. Però….c’è sempre un però, infatti anche se il comitato (il Global Advisory Committee on Vaccine Safety) è d’accordo nel ribadire che preoccupazioni sul fatto che lo squalene contenuto nei vaccini possa indurre anticorpi antisqualene siano infondate, suggerisce tuttavia, dal momento che le esperienze con i vaccini contenente squalene derivano in primo luogo dalla vaccinazione di persone appartenenti a fasce di età più anziane , il comitato evidenzia la necessità di condurre, con particolare attenzione, studi postmarketing al fine di identificare qualsiasi eventuale evento avverso.

Ora si legge che Giorgio Palù, presidente della Società Europea di Virologia e ordinario all'Università di Padova, in un'intervista a La Stampa collega i rischi legati ai vaccini proprio alla presenza dei adiuvanti che possono portare reazioni allergiche, per l’appunto come “squalene” che è presente nel FLUAD, come abbiamo verificato noi del giornale sul bugiardino del farmaco sotto inchiesta. Lo stesso però giustamente riporta che non bisogna creare falsi allarmismi.
Il dato oggettivo che emerge dalla farmacovigilanza è un patrimonio che va custodito e le linee guida dell’OMS vanno rispettate e sono sempre precise: “tuttavia, dal momento che le esperienze con i vaccini contenente squalene derivano in primo luogo dalla vaccinazione di persone appartenenti a fasce di età più anziane, il comitato evidenzia la necessità di condurre, con particolare attenzione, studi postmarketing al fine di identificare qualsiasi eventuale evento avverso.” Ma soprattutto…. se lo Squalene è un’adiuvante che può provocare reazioni allergiche, e non è come mangiare le fragole perché il farmaco viene inoculato per via intramuscolare e quindi va direttamente nel circolo venoso….è’ possibile toglierlo dai vaccini, perché ancora viene autorizzato? Quanti morti in Italia lo scorso anno ha fatto l’influenza, possibile che non si può cambiare cultura approcciando con metodi alternativi, soprattutto per gli anziani che sembrano, dati oggettivi alla mano, essere il bersaglio primario dei vaccini antinfluenzali? La dottoressa Patrizia Maria Milani da tempo ha cambiato approccio proprio nella prevenzione e spiega all’Osservatore d’Italia che la stessa si può attuare utilizzando rimedi omeopatici o fitoterapici e che devono essere sempre essere consigliati da medici competenti in materia:” In scienza e coscienza il medico indica ciò che meglio si addice al singolo paziente. Ci sono rimedi validi per tutti cui si affiancano altri specifici per la persona che si ha davanti.”
Ma se in scienza e coscienza ad un medico gli viene decurtato lo stipendio perché non fa campagna vaccinale- e su questo si cercherà di indagare con dati oggettivi-chi da la certezza al paziente di essere stato consigliato nel migliore dei modi? Questo è l’indirizzo della prossima inchiesta che l’Osservatore d’Italia ha nelle priorità, per scardinare quei dubbi e dare la giusta trasparenza soprattutto nel campo medico e sanitario.




ALLARME VACCINO ANTINFLUENZALE FLUAD: DIVIETO D'UTILIZZO DI DUE LOTTI DOPO MORTE DI QUATTRO PERSONE

A seguito delle segnalazioni di quattro eventi avversi gravi o fatali, verificatisi in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi provenienti dai due lotti 142701 e 143301 del vaccino antinfluenzale FLUAD della Novartis Vaccines and Diagnostics S.r.l. Si sollecita la popolazione di verificare anche i farmaci nelle proprie case

di Cinzia Marchegiani

Dopo il caso Meningitec, torna a far parlare di se il mondo farmaceutico nel campo dei vaccini, nonostante le trasmissioni vengano proposte a cadenza quasi regolare, per sincerare la comunità sulla sicurezza degli stessi vaccini e a caldeggiare la stessa pratica perché quasi priva di eventi avversi.

Il ritiro del vaccino antinfluenzale riguarda il FLUAD che a seguito delle segnalazioni di quattro eventi avversi gravi o fatali, verificatisi in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi provenienti dai due lotti 142701 e 143301 della Novartis Vaccines and Diagnostics s.r.l. Lo ha comunicato proprio oggi il sito dell’AIFA ha che riporta sul banco degli imputati i vaccini stessi e ci si augura che almeno questa volta sia correttamente segnalato alle aziende ospedaliere, alle farmacie e ai medici affinché raggiunga tutta la popolazione che in concomitanza della stagione influenzale sta ricorrendo alla prassi di questa medicalizzazione. In attesa di disporre degli elementi necessari, tra i quali l’esito degli accertamenti sui campioni già prelevati, per valutare un eventuale nesso di causalità con la somministrazione delle dosi dei due lotti del vaccino, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha disposto, a titolo esclusivamente cautelativo, il divieto di utilizzo di tali lotti.
Per questo l'AIFA invita i pazienti che abbiano in casa confezioni del vaccino FLUAD a verificare sulla confezione il numero di lotto e, se corrispondente a uno di quelli per i quali è stato disposto il divieto di utilizzo, a contattare il proprio medico per la valutazione di un'alternativa vaccinale. Purtroppo i tre eventi ad esito fatale hanno avuto esordio entro le 48 ore dalla somministrazione delle dosi dei due lotti del vaccino.

Si parla sempre di ritiro cautelativo, ma questi…. farmaci a tutti gli effetti stanno mostrando una trend negativo, che nonostante tutti gli sforzi messi in atto a livello delle comunicazioni istituzionali per depennare i dubbi e i sospetti, la cronaca riporta troppi casi gravi e luttuosi di malasanità che non fanno altro che fotografare un dato oggettivo: troppi ritiri cautelativi in attivo. Gravi reazioni avverse e morti fatali sono quattro e registrate appena poche ore dalla loro somministrazione. Nell'ottobre  in 19 nazioni 2012 era stato ritiratoil vaccino esavalente Infanrix Hexa per «rischio di contaminazione batterica pericolosa». Questo evidenzia come ci siano state e continuino ad esserci gravissime ed imperdonabili carenze in ordine ai protocolli di sicurezza sui vaccini nonostante vengano dichiarati come prodotti assolutamente sicuri e monitorati

Si riuscirà a dare risposte logiche e concrete su tutta la catena di controllo, dalla casa produttrice alle aziende e ai medici che hanno somministrato tale vaccino? Eppure…dovrebbe essere alquanto facilitato questo meccanismo di feedback in un mondo computerizzato e superconnesso!




EBOLA IN ITALIA: SIMIT, "LO AVEVAMO ESCLUSO MA SIAMO PRONTI!"

Redazione

Ebola preoccupa ma gli specialisti della Simit (Società Italiana di malattie Infettive e Tropicali), per bocca del Presidente Massimo Andreoni  rassicurano sul caso, peraltro mai escluso nei precedenti appelli. Il medico di Emergency, secondo quanto si è appreso, non ha avuto alcun problema durante il viaggio, compiuto all'interno di una speciale barella isolata avio-trasportabile. Anche l'ambulanza è stata appositamente equipaggiata in biocontenimento. Il trasbordo del paziente dalla barella aviotrasportabile a quella dell'ambulanza è avvenuto anch'esso in stato di completo isolamento.

“Relativamente al primo caso di Ebola in Italia, – precisa il Prof. Massimo Andreoni, presidente della SIMIT (Società Italiana di malattie Infettive e Tropicali) –  è accaduto quanto era stato più volte ipotizzato: l’arrivo di un operatore sanitario che si è ammalato in uno dei paesi in cui è presente attualmente l’epidemia. Come è accaduto anche in Svizzera, Germania, Francia, Inghilterra e Norvegia, dove sono arrivati operatori sanitari ammalati, nella maggior parte dei casi, curati e guariti. Ma non c’è stata propagazione: possiamo stare tranquilli. Sicuramente, così come è accaduto non solo in USA e Spagna, ma anche in due stati africani quali Nigeria e Senegal, l’Italia ha tutte le attrezzature e competenze necessarie per trattare al meglio il singolo caso e per evitare la propagazione dell’infezione”.

 

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, d'intesa con il presidente del Consiglio, i ministri della Difesa, degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale e dell'Interno, ha dato disposizioni immediate per organizzare il trasferimento e il trattamento del medico italiano e l’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma è pronto da tempo ad accogliere eventuali casi accertati di pazienti colpiti. “Sono operatori addestratisi in questi mesi, i medici e il personale sanitario sono pronti per dare tutta l'assistenza necessaria”, conclude Andreoni. I medici che cureranno il malato si chiamano Emanuele Nicastri e Nicola Petrosillo, che è l'infettivologo responsabile dell'unità di crisi.




MEDICINA ESTETICA: BOOM EPILAZIONE MASCHILE TOTALE TRA GIOVANISSIMI.

Redazione

“Se 10 anni fa c’era un ragazzo ogni 100, oggi sono circa 100 volte tanto. La fascia d’età più interessata è dai 16 ai 25: la maggiore richiesta è per un intervento su schiena e petto”. E per le donne: “La grossezza delle gambe è dovuta anche a questioni genetiche tipiche delle popolazioni mediterranee, all’alimentazione e alle gravidanze”.

In aumento gli interventi per gli uomini, in particolare di epilazione, “aumentati di almeno cento volte negli ultimi dieci anni”. Non c’è ancora, invece, un mercato maschile nel combattimento di patologie vere e proprie. E per le donne? Le dimensioni delle gambe, o il loro essere snelle o tozze invece, può essere anche indipendente dalla presenza di cellulite: nelle popolazioni mediterranee, che interessano anche Grecia, Spagna e Francia del sud, le gambe sono più basse e robuste. C’è poi una particolarità fisica, l’allargamento del bacino, che porta la cellulite localizzata proprio sulle anche.

Se ne è discusso a Firenze nel Palazzo dei Congressi, durante la Seconda edizione dell’AMPIC, Aesthetic Medicine Practical International Congress. Il congresso, organizzato dalla dott.ssa Maria Albini e dalla dott.ssa Cinzia Forestiero, ha visto la nascita dell’AMPIS “Aesthetic Medicine Practical Italian Society” di cui è risultato eletto presidente il Prof. Giovanni B. Agus, Ordinario di Chirurgia Vascolare all’Università di Milano e Presidente d’Onore del Collegio Italiano di Flebologia. All’appuntamento hanno partecipato molti specialisti anche dall’estero, soprattutto dalla Russia, dalla Spagna e dalla Gran Bretagna.

PUNTARE ALLA RIGENERAZIONE – “Una delle grandi novità della medicina estetica, di cui si è parlato approfonditamente durante il congresso, è la medicina estetica rigenerativa, vale a dire non più correzione del “difetto” ma vera e propria rigenerazione – spiega dott.ssa Maria Albini, una delle responsabili sezione medicina estetica del Congresso  – Questo è un obiettivo che ci poniamo anche nella nostra scuola di Milano, la cui caratteristica principale è il forte legame con la pratica, in modo da spiegare agli studenti ogni ambito d’intervento e di localizzazione”.

“La chiave principale di questo congresso è stata l’interdisciplinarietà, perché presenti approfondimenti da parte degli specialisti per diversi settori: dalla posturologia all’odontoiatria, dalla flebologia sino all’anti-aging – spiega Cinzia Forestiero, promotrice del Congresso – La medicina estetica, infatti, è scienza multidisciplinare: tutte le discipline sono complementari, tutte importanti in una valutazione complessiva. Occorre riflettere anche sulla totale confusione nella comprensione tra medicina estetica e la chirurgia estetica: la prima si occupa di prevenzione e cura, l’altra implica un vero e proprio intervento chirurgico, con una maggiore invasività. Ma la medicina estetica non deve essere confusa neanche con l’estetica, perché di vera medicina si tratta”.

ESTETICA MASCHILE –  “In aumento gli interventi di epilazione per gli uomini, mentre non c’è un mercato maschile nel combattimento di patologie vere e proprie – conclude Maria Albini – Ormai tutti i ragazzi si epilano completamente, con laser o luce pulsata. Negli ultimi anni questa tendenza è cresciuta in maniera esponenziale: se 10 anni fa c’era un ragazzo ogni 100, oggi sono circa 100 volte tanto. La fascia d’età più interessata è dai 16 ai 25: la maggiore richiesta è per un intervento su schiena e petto, ma anche le gambe sono interessate, mentre molto ridotto l’interesse nei confronti della zona inguinale. Tutto ciò confrontandosi con gli interessati a cominciare da indicazioni etiche”.

QUANDO COMBATTERE LA CELLULITE DEVE ESSERE PERSONALIZZATO – “Le gambe grosse – spiega il Prof. Giovanni B. Agus, Presidente di AMPIS – sono uno dei principali problemi estetici delle donne europee, molto più sentito rispetto alle statunitensi: In America, infatti, è soprattutto il viso a essere protagonista degli interventi di bellezza, mentre le europee spendono di più per gli arti inferiori. La grossezza è dovuta sia a questioni genetiche tipiche delle popolazioni mediterranee, che interessano inoltre Grecia, Spagna e Francia del sud, ma anche a questione legate all’alimentazione e alle gravidanze. C’è poi una particolarità fisica, l’allargamento del bacino, che porta la cellulite localizzata proprio sulle anche. La sporgenza ossea della coscia spinge verso l’esterno le adiposità. Oggi in Italia abbiamo gambe più lunghe rispetto al passato, con una forte sproporzione tra tronco e gambe. La donna del Sud Italia, inoltre, può avere gambe più pesanti rispetto a quella del Nord, ma ovviamente questo non deve essere considerato un canone estetico di bellezza. A cambiare è soprattutto la struttura del bacino, più larga nelle regioni meridionali. A parte queste caratteristiche antropometriche, del nord o del sud, per tutte è possibile una soluzione personalizzata per uno dei molteplici tipi di cellulite e per le inestetiche venuzze delle gambe, che ricordiamo nel loro nome scientifico di teleangectasie”.

IN ARRIVO LE LINEE GUIDA NELLA MEDICINA ESTETICA – “Con questo congresso la medicina estetica punta a darsi delle linee guida – prosegue il Prof. Agus, che ha già contribuito alla produzione delle stesse per la Flebologia estetica, pubblicate su International Angiology un anno fa – ricercando così risultati che perdurino nel tempo e che siano riproducibili ed eseguibili in tutte le zone d’Italia. Questa omogeneità è un grande sinonimo di serietà e di qualità, per servizi offerti e per risultati ottenuti. Importante e gradita durante il congresso la sessione dedicata alla qualificata rappresentanza russa: la Russia, infatti, recita un ruolo di primo piano nella specialità, e si è posta negli anni recenti tra i capofila di tutto il mondo, sia per quanto riguarda la ricerca che per l’applicazione di nuove terapie estetiche”.

 

 

 




EBOLA SPALLANZANI: FARMACO SPERIMENTALE AL MEDICO ITALIANO MALATO

Redazione

Roma –  Il medico italiano ricoverato allo Spalanzani dopo il contagio col virus Ebola ha la febbre da domenica 23, ed e' febbricitante anche ora, con una temperatura che e' arrivata a 39 gradi. Lo ha detto il direttore scientifico dell'ospedale romano, Giuseppe Ippolito, durante la conferenza stampa dopo il ricovero. Da giovedi' 20 novembre si e' registrata la comparsa di un unico episodio di vomito e diarrea senza sangue, con astenia e febricola. Domenica 23 febbre fino a 38 e mezzo, regredita dopo antipiretici. Questa mattina il paziente stamattina era vigile, collaborante, deambulante e autonomo, ma ha ancora febbre alta. Il medico contagiato col virus Ebola in Sierra Leone viene curato allo Spallanzani "con un farmaco sperimentale", un "trattamento antivirale specifico con un farmaco non registrato in Italia autorizzato con un'ordinanza dell'Aifa su indicazione del ministro della Salute". Lo hanno reso noto i sanitari dell'ospedale romano durante la conferenza stampa. "Un team di 15 medici e 15 infermieri volontari, dell'ospedale Spallanzani, e' dedicato all'assistenza del paziente affetto da ebola". Lo ha annunciato il direttore scientifico dell'Istituto nazionale per le malattie infettive, Giuseppe Ippolito, chiarendo che "gli operatori lavoreranno su turni e saranno impiegati in base alle condizioni del paziente". Quanto al farmaco sperimentale col quale il medico di Emergency viene trattato, Ippolito ha concluso chiarendo che "non ne sara' divulgato il nome fino a quando non avremo stabilito il protocollo terapeutico", ma "e' stato gia' usato contro Ebola sia in Usa che in Ue".

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PIANURA PADANA: LA PIU' INQUINATA D'ITALIA

Redazione

La zona piu' inquinata d'Italia e' la Pianura Padana: diversi studi stimano che qui ogni abitante perda in media da 2 a 3 anni di vita a causa dell'inquinamento.
  A causa dello 'sforamento' delle soglie fissate dall'Oms per la quantita' di inquinanti nell'aria, in Lombardia ogni anno muoiono 300 persone, l'80% delle quali (circa 230) nella sola Milano. Questo dato considera unicamente gli effetti 'acuti' dell'inquinamento, e non prende in considerazione l'impatto maggiore dovuto all'esposizione cronica. Nel capoluogo lombardo qualcosa si e' mosso per risolvere la situazione, anche se non e' ancora abbastanza. I tentativi di incentivare il car sharing e l'uso della bicicletta, insieme alle restrizioni del traffico automobilistico (prima con l'Ecopass e poi con l'Area C) hanno ridotto del 18% le concentrazioni di PM 10, e del 10% quelle dagli ossidi d'azoto. Questi e altri dati sono al centro del convegno "I costi dell'inquinamento atmosferico: un problema dimenticato", organizzato da Fondazione Ca' Granda Policlinico di Milano, IEFE – Universita' Bocconi e Associazione Peripato.
  Gli esperti si sono confrontati in Bocconi per approfondire il legame tra salute e inquinamento, capire l'impatto economico delle polveri sottili sulla salute e per proporre delle strategie condivise con cui abbattere il livello di inquinanti.
  "Il dato piu' importante – spiega Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico del Policlinico – e' il marcato miglioramento della qualita' dell'aria attraverso la riduzione della componente del particolato chiamata black carbon, che e' considerata la piu' nociva per la salute dell'uomo per la sua elevata capacita' di superare la barriera polmonare ed entrare nella circolazione del sangue. Anche durante le domeniche senza traffico, tanto criticate per la loro inefficacia nel ridurre le concentrazioni globali di PM 10, e' stata ottenuta una riduzione del black carbon del 78% in paragone a precedenti domeniche con traffico normale e simili per condizioni meteorologiche". "Calcolare correttamente i costi e i benefici sociali dei piani, delle misure, delle infrastrutture e dei servizi che incidono sul territorio e sull'ambiente, non limitandosi alle cifre iscritte nei bilanci delle istituzioni e delle imprese – aggiunge Edoardo Croci, direttore di ricerca allo IEFE-Universita' Bocconi – e' necessario per valutare l'effettiva convenienza delle scelte pubbliche. Secondo l'ultimo rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente sulla qualita' dell'aria in Europa la Pianura Padana, nonostante la tendenza al miglioramento, resta la peggiore d'Europa in termini di qualita' dell'aria, insieme all'area piu' industrializzata della Polonia. A Milano la responsabilita' principale delle emissioni di PM 10, circa l'85%, e' del traffico, e in Area C l'Agenzia Mobilita' Ambiente Territorio (AMAT) ha stimato che oltre il 70% delle emissioni allo scarico e' attribuibile ad auto e camion diesel euro 3 e 4 e a motorini a due tempi. Politiche che riducano la circolazione di questi veicoli – conclude Croci – possono dunque generare grandi benefici anche in termini economici"




SPERIMENTAZIONE SLA (SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA): “VIVA LA VITA ITALIA” CAMBIA ROTTA SUI FINANZIAMENTI PER LA RICERCA

 

Intervista a Giacomo Gigliotti, presidente di “Viva la Vita Italia”, che con orgoglio rivendica la responsabilità di attuare un radicale cambiamento nel settore dei finanziamenti delle ricerche, da oltre 10 anni abbiamo solo un farmaco il Riluzolo che non sortisce nessun tipo di effetto

 

di Cinzia Marchegiani

Troppi anni ad aspettare, questo è il ritornello che i malati di SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) vogliono interrompere. Infiniti gli annunci di imminenti di farmaci prodigiosi prima di campagne altisonanti per progetti di ricerca che si perdono costantemente nelle pieghe del tempo…e dei risultati promessi. I malati di SLA dicono basta! In virtù di un cambiamento sentito e vissuto sulla propria pelle, l’associazione “Viva la Vita Italia Onlus” nella seduta del Consiglio Direttivo tenutosi lo scorso 22 novembre 2014 ha deliberato ad unanimità, il finanziamento immediato di € 15.000,00 ripartito equamente tra due progetti selezionati direttamente dalla Presidenza.

Il primo progetto selezionato è del professor Bruno Bonetti, Dipartimento di neuro scienze, Università degli Studi di Verona, il titolo progetto “Nanovesciole ottenute da cellule staminali mesenchimali – un approccio terapeutico innovativo per la Sla”. Il secondo, a parimerito, quello del dr. Steven James Kellner, Chief Scientist Med Cell Europe – Muenchwilen Switzerland, titolo del progetto “In vitro studies regarding the production of exosomes and paracrine substances”.

Giacomo Gigliotti, il Presidente di Viva la Vita Italia intervistato dall’Osservatore d’Italia spiega questo importante contributo destinato con orgoglio a due scienziati fuori da ogni logica di lobby o società per azioni: “sappiamo che il nostro contributo non è sufficiente per l’adeguata ricerca, (ciononostante investiamo oltre il 70% del nostro budget) tuttavia rappresenta per noi l’opportunità di aiutare quei campi di ricerca troppo spesso vittime dell’ormai triste clientelismo instauratosi tra certe grandi associazioni e soliti ricercatori, (per non parlare di quelle associazioni che mostrano nei loro bilanci troppi pagamenti di contributi rischiando troppo spesso di divincolarsi dal ruolo di onlus per un più concreto ruolo di S.p.A.) noi al contrario abbiamo valutato le diverse possibilità scegliendo chi ci ha convinto prima di tutto per la voglia di lavorare con umiltà e serietà, infatti questa mattina la Presidenza ha confermato via mail ai diretti interessati l’avvenuta approvazione.

La vostra associazione ha voluto premiare progetti specifici sulle cellule staminali mesenchimali, per rendere concreta la speranza dei malati di SLA. Finora il panorama delle ricerche finanziate con soldi pubblici non è stata all'altezza delle aspettative di questi malati? Da quanto tempo siete in attesa di grandi annunci?
La strada delle cellule staminali mesenchimali di fatto non è mai stata voluta percorrere in quanto le grandi lobby finanziano ricerche sulle embrionali. Come molti ormai sanno, le ricerche sulle cellule embrionali non saranno concretizzabili, su di loro vige un veto che impedisce la loro somministrazione negli esseri umani, poiché la stessa autorità europea, EMA, le classifica altamente cancerogene e instabili ma soprattutto le ricerche in questa direzione non possono essere tradotte in farmaci poiché la sentenza della Corte di Giustizia europea ne vieta la brevettabilità! Uno strano approccio scientifico invece vuole vedere sempre in prima linea ricercatori in molteplici simposi fare critica esclusivamente sulle cellule staminali mesenchimali che invero, le ricerche in tutto il mondo hanno prodotto infinite pubblicazioni scientifiche sulle loro qualità e caratteristiche che testimoniano le proprietà anti infiammatorie/immomodulanti e funzione neuro protettiva, entrambe importantissime nelle malattie neurodegenerative per l’appunto! Per questo sembra anche anacronistico ancora continuare a foraggiare questo tipo di ricerca. Noi malati di SLA non abbiamo alternative terapeutiche e finora i finanziamenti sono andati per la maggior parte solo verso la ricerca genetica trascurando quella clinica, da oltre 10 anni abbiamo solo un farmaco il Riluzolo…che non sortisce nessun tipo di effetto!”

Quanto costa curarsi con questo farmaco che tra l’altro non da effetti sperati?
“Costa alla sanità pubblica 350 euro a scatola che bisogna assumere ogni mese, quindi ogni paziente grava sulla spesa sanitaria pubblica, per avere un farmaco inutile 4.000 euro all'anno, siamo circa 6.000 malati Sla. Si faccia lei il conto!”

Questi due progetti sono fuori da ogni logica di lobbies e società per azione, la vostra associazione vuole dare un forte messaggio e cambiamento di indirizzo e cambiamento anche se vogliamo…culturale, sperate di poter essere seguiti da altre associazioni?
“Assolutamente si. Vogliamo essere da esempio anche se da un piccolo osservatorio come il nostro avevamo chiesto ad Aisla di creare un tavolo unico di concertazione con tutte le associazioni che si occupano di SLA, al fine di valutare e decidere insieme gli indirizzi di sostegno e finanziamento alla ricerca magari premiando di più quelli clinici e più concreti alle aspettative dei malati. Purtroppo non siamo stati seguiti su questa proposta, ma noi andiamo avanti per la nostra strada convinti di dare un esempio diverso.”

Una battaglia che vi vede in prima linea non solo contro una grave malattia, ma anche contro le false speranze, chi si sente di ringraziare?
“Con emozione e orgoglio voglio ringraziare tutti coloro che credono in noi, l’associazione vuole dare ed essere quel cambiamento necessario e alquanto prioritario che possa contribuire alla svolta scientifica per dare speranza concreta, e nell’immediato futuro, ai malati di SLA. Viva la Vita Italia  per questo motivo è amministrata interamente da due malati di Sla.”




DEPRESSIONE: TROPPO CONSUMO DI ZUCCHERO CAUSA ANSIA E STRESS

Redazione

In realtà lo zucchero che puo' essere dolce, ha effetti sul corpo di sicuro non lo sono altrettanto. Uno studio della Emory University di Atlanta (Usa) ha infatti scoperto che il consumo eccessivo di zucchero non si limita a causare un aumento di peso, ma anche il rischio di depressione, stress e ansia. Una dieta ad alto contenuto di fruttosio, secondo gli studiosi, altera la risposta del cervello allo stress con importanti effetti sul comportamento, specialmente durante l'adolescenza. Questa alterazione, inoltre, aumenta l'esposizione prolungata allo stress che di conseguenza aumenta la pressione sanguigna, indebolisce il sistema immunitario, aumenta il rischio infarto e ictus, contribuisce alla sterilita' e accelera il processo d'invecchiamento. Per arrivare a queste conclusioni gli scienziati hanno condotto una serie di esperimenti su topi adolescenti e adulti che hanno seguito una dieta standard e una ad alto contenuto di fruttosio. Dopo 10 settimane, le cavie sono state esposte a situazioni stressanti. I topi adolescenti alimentati con cibi ad alto contenuto di fruttosio hanno prodotto piu' cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress, rispetto ai topi adulti.
  Inoltre, le cavie giovani hanno mostrato comportamenti depressi e ansiosi. "I nostri risultati – ha detto Constance Harrel, autrice dello studio – offrono nuove intuizioni sui modi in cui la dieta puo' alterare la salute del cervello e puo' portare a conseguenze importanti per la nutrizione e lo sviluppo degli adolescenti".
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PSICOFARMACI AI BAMBINI: “GIU’ LE MANI DAI BAMBINI” APRE UN VASO DI PANDORA INQUIETANTE!

Non si hanno elementi di valutazione regionali e nazionali per poter dimostrare statisticamente l’efficacia sui sintomi dell’ADHD delle terapie attuate sui minori affidati sia durante che dopo il trattamento

di Cinzia Marchegiani

Ci sono inchieste che non si vorrebbero mai scrivere, ma il dovere di cronaca e di documentazione costringe a studiare casi di malasanità che purtroppo vengono repentinamente denunciate esclusivamente dalle associazioni o comitati costitute per tutelare il benessere fisico e psichico dei minori…mentre in realtà ci sono già indirizzi istituzionali che dovrebbero lavorare in questa direzione essendo garanti della sanità pubblica.
Sulla questione dei psicofarmaci somministrati ai bambini si è aperto un vero vaso di pandora che mette a serio rischio, se convalidato, una inattività dei garanti delle istituzioni sanitarie soprattutto nei confronti dei minori, nel monitorare sia l’efficacia di questi farmaci spesso dati a go go, ela relativa farmacovigilanza che dovrebbe per legge sempre essere attuata, soprattutto per questi farmaci che in pediatria non hanno studi conclamati a breve e lungo termine. Il confronto tra le autorità di controllo sanitario – Ministero della Salute ed Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) – e “Giù le Mani dai Bambini”, il più rappresentativo comitato indipendente per la farmacovigilanza pediatrica in Italia fa emergere una situazione grave in questo mondo sanitario. Luca Poma, portavoce del comitato “Giù le Mani dai Bambini” senza giri di parole lancia un grave allarme sui psicofarmaci somministrati ai minori e non:”non esistono a tutt’oggi dati certi sull’efficacia di questi farmaci, le uniche certezze sono i potenziali gravi effetti collaterali. Si trattano bambini per anni con psicofarmaci, ma non uno è stato mai ‘curato’, perché interrompendo la somministrazione tornano tutti i disturbi che il bimbo aveva prima della terapia: perché si continuano a correre rischi e a spendere soldi pubblici per cure senza prove di reale efficacia?”

MISSIVA ALLE ISTITUZIONE E ORGANI DI CONTROLLO SANITARI
Giù le Mani dai Bambini, nella lettera inviata il 20 novembre 2014 alle istituzioni, ha richiesto all’AIFA e al Ministro della Salute On. Beatrice Lorenzin – da sempre sensibile a questi temi – uno sforzo maggiore, nell’interesse dei più piccoli: “Oggi si festeggia la Giornata Mondiale dell’Infanzia, un’iniziativa che ha come scopo proprio quello sollecitare la massima attenzione possibile sui più deboli tra noi, i bambini: perché non aggiungere agli strumenti di controllo già oggi utilizzati anche un sistema per il controllo di efficacia di questi farmaci? Di cosa si ha paura: di scoprire che in realtà non è ‘sedando’ un bambino che si risolvono i suoi problemi? E perché non estendere gli strumenti di controllo e di misurazione dell’efficacia non solo agli psicofarmaci utilizzati per l’iperattività e il deficit di attenzione, ma anche a quelli somministrati per la depressione e per gli altri disturbi di comportamento, che ad oggi posso essere prescritti magari con disinvoltura, senza venir segnalati sul registro nazionale di controllo? A queste semplici domande – afferma Poma – l’intero Ministero per la Salute pare non sapere che cosa rispondere, mentre rischia di portare su di se la grave responsabilità di un’azione di medicalizzazione in grado di condizionare il futuro delle nuove generazioni italiane”.

CONFRONTO EPISTOLARE
Nel corso uno scambio di corrispondenza tra l’Agenzia e il Comitato, sono emerse le carenze nel monitoraggio sull’efficacia degli psicofarmaci somministrati in Italia, come dichiara Luca Poma, giornalista e portavoce del Comitato: “Gli studi pre-marketing e post-marketing per testare la sicurezza ed efficacia dei farmaci sono carenti, sia per numero di soggetti coinvolti che per la brevità della sperimentazione. Nonostante ciò, le autorità di controllo sanitario italiane a tutt’oggi non hanno ancora raccolto – in anni di somministrazione di psicofarmaci ai bambini – dati certi sull’efficacia di questi contestati prodotti, ovvero: quali reali beneficihanno apportato ai minori queste terapie, a parte una riduzione artificiale e transitoria dei sintomi? Quante risorse pubbliche sono state utilizzate per cure farmacologiche che non risolvono nulla, ma espongono i minori a rischi, e finiscono per negare ai soggetti interessati dal disturbo alternative terapeutiche non farmacologiche, pregiudicate dall’uso continuativo di questi prodotti? In nessuno degli studi fin qui pubblicati si espongono dati statistici sull’efficacia di questi farmaci. Quanti bambini e adolescenti sono stati a tutti gli effetti “curati” in via definitiva in questi anni? Non ci è dato saperlo. Manca qualunque dato che dimostri un concreto miglioramento nelle relazioni interpersonali e nelle capacità di apprendimento scolastico, o un aumento nell’autonomia e nell’autostima, obiettivi questi che erano alla base delle motivazioni che hanno giustificato la messa in commercio di questi psicofarmaci per bambini. Ma Poma va oltre e dichiara:” L’unico dato davvero certo è il fatturato che hanno generato a favore delle multinazionali farmaceutiche che – in modo spregiudicato – continuano in tutto il mondo a basare una parte sostanziale del proprio business nello spaccio di farmaci psicoattivi e derivati delle anfetamine , che vengono somministrati a bimbi e adolescenti per migliorare le loro performance scolastiche o per normalizzare il loro comportamento troppo agitato, distratto o aggressivo”

L’ISS E LA SUA GAFFE
Gaffe dell’ISS che in data 17 luglio 2014 invia la risposta al comitato “Giù le mani dai Bambini” dove in merito ai report derivanti dal registro italiano ADHD rispondeva: “l'intento e la finalità del Registro non è stata quella di valutazione dell'efficacia dei farmaci che in generate viene effettuata a monte in fase di registrazione, ma del monitoraggio dell'accuratezza diagnostica e dell'appropriatezza della terapia farmacologica”.

REPLICA DI “GIU’ LE MANI DAI BAMBINI”
Pur formalmente ineccepibile, ci ha fatto riflettere. E’ noto in letteratura che i trials pre-marketing per testare la sicurezza ed efficacia dei farmaci sono spesso carenti per numero di soggetti coinvolti, per la brevità della sperimentazione o per entrambi questi fattori, e che da questi esperimenti non è possibile fare previsioni a lungo termine sulla sicurezza ed efficacia dei farmaci. Gli studi post-marketing che dovrebbero colmare questa lacuna sono anch’essi spesso carenti e in ogni caso non equiparabili ai trials. La prima valutazione sistematica dell’esposizione dei pazienti ai farmaci per curare l’ADHD pre-marketing – che conferma quanto abbiamo appena asserito – è la ricerca di Kenneth D. Mandl et. alt., Premarket Safety and Efficacy Studies for ADHD Medications in Children, PLOS ONE, July 09 2014. Già solo questo avrebbe dovuto suggerire alle autorità di vigilanza – prima tra tutte la Vostra Agenzia – l’opportunità di un monitoraggio dell’efficacia e della sicurezza sia durante che post trattamento dei minori iscritti al registro ADHD, per avere certezze sugli esiti finali dei trattamenti, monitoraggio che non pare sia minimamente stato effettuato in questi termini. Questi dati sarebbero stati utili alla comunità scientifica a fini di ricerca, ai medici per meglio calibrare in futuro le terapie farmacologiche, alle famiglie dei piccoli pazienti, in un’ottica di maggior tutela in ossequio al noto principio di precauzione ormai riconosciuto in letteratura, nonchè all’opinione pubblica, con riguardo al profilo etico e all’estrema e comprensibile sensibilità della cittadinanza sul tema della somministrazione di psicofarmaci a bambini e adolescenti. In aggiunta a ciò, è appena utile ricordare come l’impegno a monitorare l’efficacia dei trattamenti farmacologici in Italia sia stato anche sancito nella “Conferenza Nazionale di Consenso – Indicazioni e strategie terapeutiche per i bambini e gli adolescenti con disturbo da deficit attentivo e iperattività – Cagliari, 6-7 Marzo 2003”, dove ai punti 11 e 12 si afferma che il monitoraggio della efficacia dei trattamenti e della gravità dei sintomi deve essere effettuata ad intervalli prestabili per almeno due anni.
Malgrado l’assunto della Consensus Conference di Cagliari, pur criticabile per vari altri Aspetti, rileviamo che purtroppo tutti i feedback a noi noti non fanno che confermare l’estrema superficialità nel monitoraggio del profilo di efficacia – e quindi di sicurezza – di questi psicofarmaci: nella ricerca da voi segnalataci quale studio osservazionale il più completo e dettagliato “Dino Maschietto et al, Prevalenza dell’ADHD in una popolazione pediatrica e sua esposizione al trattamento psico–comportamentale e farmacologico, Medico E Bambino, Dicembre 2012”, di San Donà di Piave, non abbiamo trovato dati statistici relativi all’efficacia dei trattamenti elencati, benché nell’articolo si affermi “Ogni sei mesi il paziente torna al centro di riferimento per una valutazione sulla sicurezza ed efficacia del trattamento.”

MONITORAGGI INEFFICIENTI
Il Comitato “Giù le mani dai bambini” analizzando i dati che gli sono stati inviati, scatta un’istantanea crudele:

• I Rapporti ISTISAN 08/35, pur affermando che uno dei punti di forza del registro è la “valutazione efficacia del trattamento multi-modale (…) e che il bambino è quindi controllato presso il Centro di riferimento al primo mese e successivamente a 6, 12, 18 e 24 mesi, con un ciclo di controlli totale di due anni, tanto quanto la durata dei dati nel Registro”, non compaiono dati statistici sulla reale efficacia dei farmaci usati. Manca altresì qualunque dato che dimostri un concreto miglioramento nelle relazioni interpersonali, le capacità di apprendimento scolastico, l’accettabilità sociale del disturbo e la qualità della vita dei bambini, un aumento nell’autonomia e nell’autostima, e una diminuzione dei comportamenti dirompenti e inadeguati, etc, obiettivi questi alla base delle motivazioni che hanno giustificato l’autorizzazione alla messa in commercio di questi farmaci.

• Facciamo notare inoltre che non avete risposto in toto o in parte ai quesiti da noi posti ai punti B 1-2-3-4-5-6-7, C 1-2-3-4-5-6, D 1-2-3-4-5, E 1-2-3-4, nonché A 3-4 della nostra lettera del 28/10/2013 avente per oggetto: richiesta di approfondimenti sul rapporto nazionale sulla sicurezza ed efficacia di Ritalin® (metilfenidato) e Strattera® (atomoxetina) sui minori iscritti nel Registro ADHD, e relativi costi economici a carico del Servizio Sanitario Nazionale, nonché approfondimento sulla diagnosi differenziale.

• Stando alla vostra dichiarazione riportata all’inizio di questa nostra replica e alla letteratura scientifica evidenziata, dobbiamo concludere che non avete elementi di valutazione regionali e nazionali per poter dimostrare statisticamente l’efficacia sui sintomi dell’ADHD delle terapie attuate sui minori a voi affidati sia durante che dopo il trattamento. Questa situazione di incertezza permane a distanza di anni dall’istituzione di questo pur utilissimo strumento di controllo.


Stoccata finale di “Giù le mani dai bambini” è rivolta all’Istituto famoso e di riferimento:“Stupiscono poi le straordinarie doti da camaleonte di centri di ricerca e cura come l’Istituto Mario Negri di Milano, che si sveglia all’alba del 2015 dichiarando che le percentuali di incidenza dell’iperattività e deficit di attenzione nei bambini (“sindrome ADHD”) sono di molto inferiori alle medie altissime che – su pressione delle multinazionali farmaceutiche, che a scopo di profitto alterano sistematicamente i dati delle ricerche con raffinate operazioni di disease mongering – vengono dichiarate in USA e in altre nazioni. I ricercatori del Mario Negri in passato sostennero a spada tratta i risultati del Progetto di indagine Prisma, che dichiarava numeri folli, quasi un milione di bambini italiani potenziali destinatari di terapie a base di psicofarmaci, e si bevvero serenamente la propaganda pro-farmaco dei produttori. Oggi, ben 10 anni dopo, scoprono l’acqua calda: l’ADHD è sovra-diagnosticata ovunque nel mondo, consapevolezza che in Giù le Mani dai Bambini® abbiamo da sempre e che è talmente evidente da poter essere negata solo da chi è in mala fede. Ora il Mario Negri potrebbe fare un altro straordinario ‘salto di consapevolezza’: ci sono oltre 300 studi scientifici che dimostrano che iperattività e disattenzione sono sintomi presenti in moltissime patologie infantili. Quando la smetteremo – conclude Poma – di curare come malati psichiatrici bambini che hanno tutt’altri problemi, che non devono e non possono essere risolti a colpi di psicofarmaci e anfetamine?”

Altro che vaso di pandora, a leggere i documenti, i bambini sembrerebbero un terreno fertile per cure somministrate all’anfetamine e psicofarmaci che non servirebbero a curare patologie che hanno tutto altro nome. Una società che permette questo abuso, se verificato, dovrebbe prendere seriamente in considerazione di cancellare tutte queste istituzioni che vengono richiamate dalle associazioni e comitati nati per difendere i bambini dai "mostri del profitto"..e allora molti si chiedono..questa società cosa è diventata se proprio i minori non hanno garanti istituzionali….non si può festeggiare la Giornata del'infazia e dei suoi diritti, se poi nella quotidianità proprio nella sanità accadono questi fatti aberranti….




OLIVO D'OLIVA: RIDUCE RISCHIO INFARTO IN SEI SETTIMANE

Redazione

Consumare l'olio d'oliva anche solo per sei settimane riduce il rischio di avere un attacco di cuore. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori britannici della Glasgow University in uno studio pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition. Gli scienziati hanno studiato gli effetti di uno dei pilastri della dieta alimentare, appunto l'olio d'oliva, sulla salute cardiaca di 69 uomini e donne che normalmente non lo usano. I volontari sono stati divisi in due gruppi e sono stati invitati a consumare 20 ml d'olio d'oliva sia a basso che ad alto contenuto di polifenoli ogni giorno per un periodo di sei settimane. I ricercatori hanno poi applicato una nuova tecnologia diagnostica esaminando la presenza nell'urina di una serie di peptidi, prodotti dalla scomposizione delle proteine, gia' noti come biomarcatori di alcune malattie cardiache. Conosciuta come proteomica, questa tecnologia permette di osservare l'alterazione dei livelli di alcune proteine, segni precoci della malattia prima della comparsa dei sintomi. Ebbene, dai risultati e' emerso che il consumo di olio d'oliva ha ridotto il rischio di sviluppare la malattia coronarica. "E' la prima volta che questa tecnica e' stata applicata dal punto di vista nutrizionale – hanno detto i ricercatori – per cercare di capire quale alimento o quali ingredienti sono veramente responsabile dei benefici per la salute".