SPESA DEGLI ITALIANI, ARRIVANO LE NUOVE NORME: ETICHETTE PIU' GRANDI E INDICAZIONI PER ALLERGICI, BAMBINI E SALUTISTI

Redazione

Cambia la spesa degli italiani con l’entrata in vigore delle nuove etichette per i prodotti alimentari in vendita che devono essere piu’ scritte con caratteri più chiari e grandi ma d’ora in poi, devono anche riportare piu’ informazioni, da una maggiore evidenza sulla presenza di sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze all’indicazione del tipo di oli e grassi utilizzati, dalla data di congelamento  alle informazioni sullo stato fisico degli ingredienti utilizzati in modo ad esempio da non poter utilizzare il termine “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del latte. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che la rivoluzione in etichetta scatta il 13 dicembre 2014 nel giorno di Santa Lucia con l’ applicazione delle norme europee sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori (Reg. UE 1169/2011). Le indicazioni obbligatorie – sottolinea la Coldiretti – devono essere scritte in etichetta con caratteri più chiari e grandi, con una dimensione minima di almeno 1,2 mm (o 0,9 nel caso di confezioni piccole) per rendere piu’ agevole la lettura da una parte di una popolazione in progressivo invecchiamento. La data di scadenza deve essere riportata su ogni singola porzione preconfezionata e non più solo sulla confezione esterna. La nuova etichetta – prosegue la Coldiretti – viene in soccorso anche dei circa 2,5 milioni di italiani che soffrono di allergie alimentari imponendo l’obbligo di indicare le sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze (come derivati del grano e cereali contenenti glutine, sedano, crostacei, anidride solforosa, latticini contenenti lattosio) con maggiore evidenza rispetto alle altre informazioni, ad esempio sottolineandole o mettendole in grassetto nella lista degli ingredienti. Anche i ristoranti e le attività di somministrazione di alimenti e bevande – precisa la Coldiretti – devono comunicare gli allergeni, tramite adeguati supporti (menù, cartello, lavagna o registro), ben visibili all’avventore. Una tutela è garantita anche per i bambini e le donne in gravidanza e in allattamento con la previsione di avvertenze particolari per determinati alimenti contenenti caffeina, per esempio i cosiddetti “energy drinks”. Non è più possibile  ingannare il consumatore celando, dietro la definizione generica di “oli vegetali” o “grassi vegetali”, l’utilizzo di olio grassi tropicali a basso costo (come olio di palma, di cocco o di cotone, che hanno un impatto sulla salute) perchè – sottolinea la Coldiretti – bisogna specificare quale tipo di olio o di grasso è stato utilizzato in etichetta. Inoltre, se gli oli o i grassi utilizzati sono stati idrogenati, sarà obbligatorio indicare «totalmente o parzialmente idrogenato», a seconda dei casi. Devono anche essere indicati con accuratezza – continua la Coldiretti – i trattamenti subiti dal prodotto o anche dall’ingrediente e non è possibile usare il termine “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del latte. In caso di carne e pesce congelato e preparazioni congelate di carne e pesce congelato non lavorato, occorre indicare la data di congelamento mentre nel caso di alimenti che sono stati congelati prima della vendita e sono venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”. Per tutelare il consumatore da indicazioni ingannevoli,  quando si sostituisce un ingrediente normalmente utilizzato, in un particolare prodotto, con un altro ingrediente, come ad esempio i sostituti del formaggio, l’ingrediente succedaneo impiegato va specificato immediatamente accanto al nome del prodotto, utilizzando per la stessa caratteri adeguati (pari almeno al 75% a quelli utilizzati per il nome del prodotto). Tra le informazioni obbligatorie, oltre al nome, deve esserci l’indirizzo del responsabile dell’alimento, ossia l’operatore con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto. Tale indicazione – continua la Coldiretti – non va confusa con quelle dello stabilimento di produzione, obbligatoria per la norma nazionale ma che ora diventa facoltativa, apponibile con l’unica accortezza di non ingenerare confusione nel consumatore stesso rispetto all’indicazione obbligatoria del nome e dell’indirizzo del soggetto responsabile dell’etichettatura. In virtù di una norma collegata infine, dal prossimo aprile 2015, dovranno essere indicate in etichetta luogo di allevamento e di macellazione di carni suine e ovi-caprine, come avviene da anni per le carni bovine dopo l’emergenza mucca pazza. In un momento difficile per l’economia in Europa e in Italia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza per combattere la concorrenza sleale a danno delle nostre imprese e per garantire la possibilità di fare scelte consapevoli al consumatore” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare “l’esigenza di accelerare il percorso per rendere obbligatoria l’indicazione di origine in tutti i prodotti alimentari”. Il pressing della Coldiretti in Europa ha data buoni risultati ed ora la strada è tracciata a vantaggio del Made in Italy, dell’economia e del lavoro.

 LA NUOVA ETICHETTA EUROPEA DEGLI ALIMENTI IN SINTESI

Etichette più chiare e leggibili: Le indicazioni obbligatorie dovranno essere scritte con caratteri più chiari e grandi, con una dimensione minima di almeno 1,2 mm (o 0,9 nel caso di confezioni piccole).

Evidenza del responsabile dell’alimento: Tra le informazioni obbligatorie, oltre al nome, deve esserci l’indirizzo del responsabile dell’alimento, ossia l’operatore con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto. Tale indicazione secondo la Coldiretti non va confusa con quelle dello stabilimento di produzione, obbligatoria per la norma nazionale ma che ora diventa facoltativa, apponibile con l’unica accortezza di non ingenerare confusione nel consumatore stesso rispetto all’indicazione obbligatoria del nome e dell’indirizzo del soggetto responsabile dell’etichettatura. 

Allergeni in risalto: Le sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze (come derivati del grano e cereali contenenti glutine, sedano, crostacei, anidride solforosa, latticini contenenti lattosio) dovranno essere indicate con maggiore evidenza rispetto alle altre informazioni, ad esempio sottolineandole o mettendole in grassetto nella lista degli ingredienti. Anche i ristoranti e le attività di somministrazione di alimenti e bevande dovranno comunicare gli allergeni, tramite adeguati supporti (menù, cartello, lavagna o registro), ben visibili all’avventore. 

Più trasparenza sugli oli e grassi utilizzati: Non sarà più possibile  ingannare il consumatore celando, dietro la definizione generica di “oli vegetali” o “grassi vegetali”, l’utilizzo di oli o grassi tropicali a basso costo (es. olio di palma, di cocco o di cotone, che hanno effetti sulla salute): ora tra gli ingredienti si dovrà specificare quale tipo di olio o di grasso è stato utilizzato, sottolinea la Coldiretti

Stato fisico del prodotto: Dovranno essere indicati con accuratezza i trattamenti subiti dal prodotto o anche dall’ingrediente. In tal modo – afferma la Coldiretti – non sarà possibile utilizzare solo il termine “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del latte. 

Informazioni sul congelamento e scongelamento: In caso di carne e pesce congelato e preparazioni congelate di carne e pesce congelato non lavorato, andrà indicata la data di congelamento. Nel caso di alimenti che sono stati congelati prima della vendita e sono venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”.

Indicazione di ingredienti sostitutivi: Per tutelare il consumatore da indicazioni ingannevoli,  quando si sostituisce un ingrediente normalmente utilizzato, in un particolare prodotto, con un altro ingrediente, come ad esempio i sostituti del formaggio, l’ingrediente succedaneo impiegato – riferisce la Coldiretti – va specificato immediatamente accanto al nome del prodotto, utilizzando per la stessa caratteri adeguati (pari almeno al 75% a quelli utilizzati per il nome del prodotto).

Alimenti contenenti caffeina: Per i bambini e le donne in gravidanza e in allattamento sono previste avvertenze particolari per determinati alimenti contenenti caffeina, per esempio i cosiddetti  “energy drinks”.

Scadenza ripetuta sulle monoporzioni: La data di scadenza dovrà essere riportata su ogni singola porzione preconfezionata e non più solo sulla confezione esterna, in modo da rendere piu’ avegole l’informazione al consumatore secondo la Coldiretti.

Provenienza delle carni suine, ovi-caprine e di pollame: In virtù di una norma collegata, che si applica a partire dal prossimo aprile 2015, dovranno essere indicate in etichetta luogo di allevamento e di macellazione di carni suine e ovi-caprine, come avviene da anni – ricorda la Coldiretti – per le carni bovine a seguito dell’emergenza mucca pazza. 




VACCINO INFLUENZALE INEFFICACE: SERRAVALLE INVITA I MEDIA ITALIANI A PUBBLICARE LO STUDIO DEL CDC DI ATLANTA

Severo il dr Eugenio Serravalle, dopo lo scandalo che ha colpito la sanità con il vaccino FLUAD:”questa notizia è stata pubblicata sui giornali statunitensi. Ci aspettiamo che facciano altrettanto quelli italiani che pure hanno accettato subito le affermazioni del ministro Lorenzin sulla sicurezza del vaccino senza indagare su tutti gli aspetti di una vicenda che coinvolge cospicui investimenti e la salute di milioni di persone”

di Cinzia Marchegiani

Molte procure stanno indagando sulle morti avvenute in concomitanza temporale della somministrazione del vaccino Fluad, e nonostante le prime analisi, che ricordiamo sono solo parziali e sulla presenza delle tossine nei lotti incriminati abbiano dato esisto negativo… e per fortuna verrebbe da dire, ancora occorre attendere molti giorni per quelle più importanti. Come ci aveva spiegato il dr Euegnio Serravalle, presidente dell’Assis, ciò che va indagato è il rapporto esistente tra stimolazione artificiale del sistema immunitario e possibili avventi avversi, ossia reazioni impreviste da parte dell'organismo umano:”Questo è l'ambito in cui andrebbe verificata l'esistenza di rapporti di causa-effetto tra i decessi ed i vaccini, e solo uno sforzo in questo senso della autorità sanitarie sarebbe davvero rassicurante ed indice di reale volontà di tutelare la salute degli individui." Ora per l’Italia arriva un’altra tegola e proprio dai laboratori governativi statunitensi, il CDC di Atlanta, Centers for Diseases Control and Prevention che spiegano che quest’anno il vaccino antinfluenzale è pressoché inefficace perché le previsioni riguardo i possibili virus influenzali circolanti non sono state del tutto corrette. Ma come mai in Italia le autorità sanitarie nazionali non forniscono questa informazione a cittadini e pazienti?

Tuona il dr Serravalle e spiega:”Utilizzare un farmaco che non fornisce prove di efficacia è inutile, se non dannoso. A quest’assunto devono rispondere tutte le vaccinazioni, e i vaccini antinfluenzali hanno una difficoltà in più perché devono cambiare ogni anno. I virus influenzali sono 3 (tipo A, B, C) e sono capaci di modificare le loro proteine di superficie; queste mutazioni, oltre a conferire ai virus maggiore o minore aggressività, rendono inutilizzabile l’immunità presente nella popolazione che in passato ha subito l’infezione.”
Nel dettaglio Serravalle illustra la modalità con cui avvengono questi cambiamenti, e sono due meccanismi:

1.Deriva antigenica (antigenic drift), quando i virus influenzali vanno incontro frequentemente a piccole variazioni della sequenza degli amminoacidi di uno o entrambi gli antigeni di superficie (emoagglutinina e neuraminidasi). La mutazione antigenica crea un nuovo ceppo virale che può diventare più aggressivo e diffondersi rapidamente tra la popolazione. Questo fenomeno riguarda sia i virus A, sia i B (ma negli A avviene in modo più marcato e frequente) ed è responsabile delle epidemie stagionali. Le varianti diventano irriconoscibili agli anticorpi presenti nelle persone che si sono già ammalate di influenza, così da renderle suscettibili all’infezione del nuovo ceppo.
2. Spostamento antigenico (antigenic shift), è un fenomeno che riguarda solo i virus influenzali di tipo A, che acquisiscono antigeni del tutto nuovi, ad esempio perriassortimento tra i ceppi aviari e i ceppi umani. Di conseguenza avremo la comparsa di un nuovo ceppo virale, con proteine di superficie diverse da quelle precedenti, con la conseguenza che tutte le persone possono essere vulnerabili. Gli shift antigenici sono dovuti o a riassortimenti tra virus umani e animali (aviari o suini) oppure alla trasmissione diretta di virus non-umani all’uomo.
E andare a scegliere gli antigeni (ossia i sierotipi che devono stimolare una risposta immunitaria nel nostro organismo) presenti nel vaccino è una procedura delicata perché le risposte delle nostre difese immunitarie sono molto specifiche. Tutto è basato sulla previsione di quali saranno i virus in circolazione durante la stagione invernale. Se la previsione è corretta, il vaccino può proteggere dal virus in circolazione per l’anno in corso, ma se la previsione non è corretta l’efficacia diminuisce o si annulla addirittura perché occorre che ci sia una corrispondenza precisa tra i ceppi virali circolanti e quelli contenuti nel vaccino. Il vaccino in uso quest’anno contiene tre virus:
• A/California/7/2009 (H1N1)
• A/Texas/50/2012 (H3N2)
• B/Massachusetts/2/2012 (linea Yamagata)

Cos’è che è andato storto con questi vaccini antinfluenzali, dr Serravalle?
Non basta la corrispondenza con il virus A o B, occorre che tutti “i numeri della targa” siano identici. Basta che differiscano di un solo valore e il vaccino non sarà efficace. Le previsioni di quest’anno non sembrano essere state del tutto corrette, in base alle analisi comunicate dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Sono state identificate le caratteristiche antigeniche di 132 virus influenzali isolati in malati [1 A (H1N1) pdm09, 114 A (H3N2), e 17 B] confermati in laboratorio dal 1 ottobre 2014 ad oggi 8 dicembre. Esiste corrispondenza tra i sierotipi contenuti nel vaccino e i test di laboratorio per i tipi A/California/7/2009 (H1N1) e B/Massachusetts/2/2012 (linea Yamagata), mentre questa non è sufficiente per il terzo tipo contenuto nel vaccino: A/Texas/50/2012 (H3N2), nonostante sia stimato che proprio questo dovrebbe essere il ceppo dominante nell’epidemia influenzale dell’anno in corso. Se 58 (il 42%) dei 114 virus identificati nei malati corrispondono al sierotipo vaccinale, ben 66 (58%) o hanno mostrato titoli ridotti con l’antisiero prodotto contro l’ A/Texas/50/2012, o appartenevano ad un gruppo genetico che tipicamente mostra un ridotto titolo per l’A/Texas/50/2012. Tra i virus che hanno mostrato titoli ridotti con l’antisiero prodotto contro l’A/Texas/50/2012, molti erano simili, dal punto di vista degli antigeni, a A/Switzerland/9715293/2013. L’A/Switzerland/9715293/2013 è correlato all’A/Texas/50/2012, ma è differente da questo sia geneticamente che per alcuni antigeni.Insomma, la targa è differente, anche se simile, ed il vaccino non può funzionare.

La comunicazione del CdC ripropone la complessità di una strategia vaccinale nei confronti di virus perennemente mutanti come quelli influenzali e di epidemie dall’intensità variabile e imprevedibile.In virtù di ciò, il dr Serravalle ricorda, anzi sottolinea fortemente che sottovalutare questi aspetti, insieme all’inadeguatezza degli studi finora condotti e alla grande incertezza della definizione del caso (si tratta d’influenza o di sindrome influenzale?) porta a sopravvalutare l’utilità della vaccinazione. E proprio in questa direzione va dritto al cuore di questa campagna vaccinale 2014/2015:”Non ci sembra di chiedere troppo se desideriamo conoscere la reale situazione epidemiologica italiana, quanti i casi di vera influenza, quali i sierotipi identificati e correlabili con quelli vaccinali, quali le percentuali di malati tra vaccinati e non vaccinati.” E per questo motivo auspica che questa importante comunicazione pubblicata sui giornali statunitensi, sia altrettanto evidenziata da quelli italiani che pure hanno accettato subito le affermazioni del ministro Lorenzin sulla sicurezza del vaccino senza indagare su tutti gli aspetti di una vicenda che coinvolge cospicui investimenti e la salute di milioni di persone.

Arriveranno questi dati dalle autorità sanitarie? 




MARATONA TELETHON CON RAI E BNL: RETROSCENA INQUIETANTI DENUNCIATI DAL PARTITO ANIMALISTA EROPEO.

Stefano Fuccelli, il presidente del PAE denuncia:"Telethon destina solo il 35,5% alla voce "delibere per ricerca" tutto il resto ed esattamente il 64,5% è destinato ad altre voci : personale, servizi, spese materiale e di struttura, acquisti, ammortamenti, oneri commerciali oneri finanziari, altri oneri. La voce ‘Personale’ comprende compensi, stipendi, emolumenti dei dirigenti e dello staff di segreteria e non dei medici, ricercatori o scienziati. Circa 8 milioni di euro in un anno da spartire tra poche persone; mentre la voce ‘Servizi’ e ‘Spese materiali e di struttura’ comprende i costi di locazione, utenze, noleggio auto, viaggi aerei in business class, lussuosi hotel e ristoranti, ecc. sempre riferito ai dirigenti ed allo staff di segreteria. Circa 9 milioni di euro, il tutto vergognosamente esagerato.”

di Cinzia Marchegiani

Continua far parlare di se la maratona per la raccolta dei fondi che sulla rete ammiraglia italiana sta raccogliendo soldi per la fondazione Telethon iniziata l’8 dicembre. Caustico tuona il presidente del PAE, Partito Animalista Italiano:” che è iniziata la campagna mediatica per la raccolta fondi di Telethon sulle reti Rai all'insegna della menzogna, la conduttrice del programma La Vita in Diretta, Cristina Parodi insieme al direttore generale Telethon Francesca Pasinelli, nella presentazione dell'iniziativa ha dichiarato che l'intero importo delle donazioni viene destinato totalmente alla ricerca scientifica per sconfiggere le malattie genetiche e rare. Niente di più falso.”
Nel dettaglio Fuccelli spiega il motivo:”Telethon destina solo il 35,5% alla voce "delibere per ricerca" tutto il resto ed esattamente il 64,5% è destinato ad altre voci : personale, servizi, spese materiale e di struttura, acquisti, ammortamenti, oneri commerciali oneri finanziari, altri oneri. La voce ‘Personale’ comprende compensi, stipendi, emolumenti dei dirigenti e dello staff di segreteria e non dei medici, ricercatori o scienziati. Circa 8 milioni di euro in un anno da spartire tra poche persone; mentre la voce ‘Servizi’ e ‘Spese materiali e di struttura’ comprende i costi di locazione, utenze, noleggio auto, viaggi aerei in business class, lussuosi hotel e ristoranti, ecc. sempre riferito ai dirigenti ed allo staff di segreteria. Circa 9 milioni di euro, il tutto vergognosamente esagerato.”

Una denuncia pesante quella che Stefano Fuccelli vuole portare avanti e lo fa con tanto di dati proprio sulle donazioni che la fondazione riceve e spiega:”Del fondo che rimane è circa il 35,5% e che dovrebbe essere destinato alla ricerca di fatto viene utilizzato principalmente per stipendiare i circa duecento membri, tra dottorandi, ricercatori, tecnici e personale amministrativo del progetto Tigem; per finanziare la ricerca sugli animali nell’Istituto San Raffaele (istituto del prete Don Verzè noto alla cronaca per il crack finanziario e per l'acquisto di un jet privato dal costo di 20 milioni di euro onde evitare le file in aeroporto) Telethon per la terapia genica, del progetto Hsr-tiget; per finanziare l’Istituto Telethon Dulbecco, un programma creato per sostenere la carriera indipendente di giovani ricercatori del progetto DTI.” Il sito ufficiale riporta testualmente che la Fondazione Telethon* è un ente senza scopo di lucro riconosciuto dal Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica. Si occupa principalmente: della raccolta dei fondi e della loro assegnazione a progetti di ricerca rigorosamente valutati e approvati da una Commissione medico-scientifica indipendente e internazionale; della gestione degli istituti interni di ricerca (Tigem, HSR-Tiget, DTI); della gestione diretta dei fondi di ricerca assegnati a enti esterni (università, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, enti ospedalieri altri istituti di ricerca). In questo caso gli scienziati affidano alla Fondazione l’assegnazione delle borse di studio e l’acquisto di prodotti e servizi necessari ai loro progetti di ricerca. Per questo lo stesso Fuccelli invita il d.g. Pasinelli a dichiarare i numeri reali, che dopo 2500 progetti, 405 milioni spesi, 459 malattie finanziate, 9380 pubblicazioni, hanno prodotto ben poco, e riporta una dichiarazione di Francesco Paravati presidente della Società Italiana di Pediatria Ospedaliera a margine del VI Congresso Nazionale tenutosi a Roma:”'in questi anni abbiamo assistito in Italia ad un aumento esponenziale delle malattie genetiche e quelle rare che interessano circa 50.000 pazienti in età pediatrica". Il PAE non guarda solo in casa Telethon, ma anche i legami quasi indissolubili che la stessa fondazione ha con la RAI e la BNL :”Il servizio Report di Milena Gabanelli spiega come Telethon sia considerato un varieta', pertanto l'autore che firma il programma percepisce dall'emittente un compenso per il suo contratto di esclusiva e una cifra a minutaggio stabilita dalla SIAE che e' di 79 euro a minuto. Se calcoliamo che queste maratone hanno una durata di oltre 30 ore, è evidente che si accumulano compensi di oltre 150.000 euro.”Anche le fondazioni bancarie entrano i questa maratona dove i bambini e le loro tragiche storie entrano con forza ed emotività nelle case degli italiani passando da un format ormai ben congeniato. A spiegarlo, anzi ad alzare il dito contro questi rapporti economici ritorna Fuccelli:”Il 60% dei fondi raccolti è passato attraverso la Bnl sponsor dell' iniziativa ed il Centro studi Telethon che viene finanziato attraverso il fondo etico Fondo Bnl Telethon, investe in azioni e obbligazioni di imprese. E' evidente che alla ricerca scientifica Telethon destina solo una piccola parte dei fondi ricevuti, oltretutto la ricerca utilizza metodi sbagliati quale la sperimentazione animale, euristica pratica non predittiva per il genere umano, visto che le malattie oggetto della mission della Fondazione sono in aumento esponenziale.”

Per questo motivo  il PAE invita Pasinelli ad essere più trasparente possibile, in virtù dell’onestà intellettuale che in queste dirette televisive dovrebbe essere un punto cardine, e prima di chiedere le donazioni, i telespettatori devono conoscere il destino dei fondi ricevuti. Fuccelli ricorda che Telethon, Rai e Bnl sono sotto indagine giudiziaria:”Iscritti nel registro degli indagati il presidente del cda di Bnl Luigi Abete, l’ad Fabio Gallia, l’ex vicepresidente Piero Sergio Erede e il presidente del collegio sindacale Pier Paolo Piccinelli ma anche il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, in qualità di ex capo della Vigilanza di Bankitalia, per usura a danno dei piccoli risparmiatori.”

Insomma retroscena pesanti denunciati dal PAE che un garante in primis della RAI dovrebbe scardinare poiché è impensabile che si possa far leva sui volti dei bambini e il dramma delle malattie per fare cassa. Nel dettaglio l’Osservatore d’Italia cercherà di capire quanti soldi sono stati donati alla fondazione e quali terapie geniche sono state d’aiuto per chi da tanti anni sente promettenti ricerche, ma che con triste consapevolezza è rimasta ancora di nuovo ad aspettare….forse è arrivato il momento di cambiare strategia? Intanto da una prima passeggiata sul sito Telethon si possono leggere per ogni malattia studiata, fondi milionari destinati, diverse pubblicazioni e la conferma che per molte di queste patlogie “al momento non esiste una terapia risolutiva per la malattia.” Sarà interessante fare una classifica e le eventuali terapie geniche individuate, un modo per dare più trasparenza per chi vuole nella libertà contribuire alla ricerca e comprendere che forse non esiste solo Telethon. La Rai dovrebbe dare pari opportunità, poiché nel pluralismo dell’informazione si sconfiggono legami che troppo spesso finiscono nel setaccio delle indagini! 




MALATI RENALI: SCOPERTA PROTEINA CHE PROTEGGE IL CUORE

Redazione

 La carenza di una proteina, chiamata Klotho, che viene prodotta dai reni, aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiache in chi e' gia' affetto da malattia renale. Almeno e' stato cosi' in uno studio condotto sui topi da un gruppo di ricercatori della University of Texas Southwestern Medical Center. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of the American Society of Nephrology. Se le conclusioni di questo studio venissero confermate negli esseri umani, una terapia sostitutiva di Klotho potrebbe proteggere la salute cardiaca dei pazienti con scarsa funzionalita' renale.
  Le malattie cardiache sono la principale causa di morte nei pazienti con malattia renale cronica. Inoltre, l'ipertrofia cardiaca (ovvero l'ispessimento del muscolo cardiaco) si verifica nel 95 per cento dei pazienti con insufficienza renale cronica e aumenta il loro rischio di morte cardiovascolare. I ricercatori hanno ora osservato che una diminuzione dei livelli circolanti di Klotho potrebbe spiegare l'origine della cardiomiopatia uremica, ovvero l'ipertrofia cardiaca associata all'insufficienza renale.




ANTIBIOTICI IN GRAVIDANZA: ASSUNTI AL 2° E 3° TRIMESTE CONFERMA RISCHIO OBESITA’ INFANTILE.

Lo studio pubblicato lo scorso 18 novembre 2014 da Mailman School of Public Health dell'Università di Columbia non dovrebbero scoraggiare l'uso di antibiotici quando sono medicalmente necessarie, ma è importante riconoscere che gli antibiotici sono attualmente overprescribed (pescritti in eccesso). I bambini esposti agli antibiotici in questo lasso di tempo ha avuto un 84 % più alto rischio di obesità, rispetto ai bambini che non sono stati esposti

di Cinzia Marchegiani

New York (USA) – Una malattia che sta colpendo molti bambini nell’età dell’adolescenza, il diabete. In questa direzione è stato eseguito uno studio presso Mailman School of Public Health dell'Università di Columbia in New York per individuare una delle tante concause che stanno alzando i report sull’obesità proprio nei bambini. La ricerca, oltre a confutare il nesso importante tra i bambini che sono stati esposti agli antibiotici nel secondo o terzo trimestre di gravidanza e il rischio più elevato di obesità infantile all'età di 7 anni, ha anche mostrato che per le madri che hanno consegnato i loro bambini da un taglio cesareo, sia elettiva o non elettivo, c'era un alto rischio di obesità nella loro prole. I risultati dello studio sono stati pubblicati online nella rivista International Journal of Obesity. .

ANTIBIOTICI IN GRAVIDANZA E ANCHE IN ETA’ PRECOCE, UN DATO ALLARMANTE
Anche se studi precedenti hanno dimostrato che gli antibiotici somministrati in età precoce può essere associato ad un aumentato rischio di obesità nell'infanzia, questo è il primo studio riferendo che l'uso di antibiotici materno nel secondo o terzo trimestre di gravidanza aumenta il rischio di obesità prole. Antibiotici influenzano microbi nella madre e per entrare circolazione fetale attraverso la placenta. I ricercatori stanno cominciando a capire che i batteri che normalmente popolano il nostro colon hanno un ruolo importante nel mantenere la nostra salute e squilibri in queste popolazioni batteriche può causare una varietà di malattie. Disturbi del normale, la trasmissione di batteri dalla madre al bambino sono pensati per mettere il bambino a rischio per diverse condizioni di salute, tra cui l'obesità.

DATI DELLO STUDIO
Lo studio si basa su dati di buona salute, non fumatori, le donne in gravidanza che sono stati reclutati per la Northern Manhattan Study mamme e bambini da cliniche prenatali a New York-Presbyterian Hospital e Harlem Hospital Center tra il 1998 e il 2006. Di 727 madri iscritti al studio, 436 madri ei loro bambini sono stati seguiti fino a 7 anni di età. Di questi 436 bambini, il 16% ha avuto madri che hanno utilizzato antibiotici nel secondo o trimestre. Questo lavoro è uno sforzo proprio per capire come promuovere la crescita sana e lo sviluppo attraverso fuori l'infanzia e l'adolescenza e quindi ottimizzare una salute ambientale. I bambini esposti agli antibiotici in questo lasso di tempo ha avuto un 84% più alto rischio di obesità, rispetto ai bambini che non sono stati esposti.

DICHIARAZIONI STUDIOSI
Noel Mueller, PhD, assegnista di ricerca post-dottorato presso Mailman School of Public Health e l'Istituto di Nutrizione Umana della Columbia University
dichiara in merito: "I nostri risultati su antibiotici prenatali e di rischio per l'obesità prole sono nuovi, e quindi meritano la replicazione in altri studi di coorte prospettici. Se questi risultati reggono, suggeriscono nuovi meccanismi attraverso i quali le traiettorie di crescita dall'infanzia sono influenzati nelle prime fasi di sviluppo. I nostri risultati non dovrebbero scoraggiare l'uso di antibiotici quando sono medicalmente necessarie, ma è importante riconoscere che gli antibiotici sono attualmente overprescribed. "

Indipendente dall’ utilizzo di antibiotici prenatale, il parto cesareo è stato anche associato ad un rischio pari al 46% più alto di obesità infantile. I ricercatori hanno controllato per età materna, etnia, peso alla nascita, il sesso, l'allattamento al seno durante il primo anno, e antibiotici gestazionale o la modalità di consegna.

Andrew Rundle, DrPH, professore associato di Epidemiologia presso l'Mailman School of Public Health spiega:"I nostri risultati sono coerenti con una serie di tabella che ha esaminato i dati sul parto cesareo. Mentre gli studi precedenti hanno suggerito che i risultati infanzia differiscono se il taglio cesareo elettivo era o non elettiva, non abbiamo osservato tali prove. Così, i nostri risultati forniscono nuove prove a sostegno dell'ipotesi che il taglio cesareo contribuisce in modo indipendente al rischio di obesità infantile."

Lo stesso dr Mueller mette a confronto la similitudine dell'uso di antibiotici durante la gravidanza, e la sezione cesareo per la nascita del bambino, sono entrambe utilizzati per ridurre la normale trasmissione di batteri dalla madre al bambino e perturbare l'equilibrio di batteri nel bambino. Per questo Mueller osserva che le strategie per ridurre cesarei medicalmente necessarie e per fornire il bambino con salutari batteri dopo cesareo devono essere studiati.

Il dottor Rundle riflette l’importanza di questo studio: "Sono necessarie ulteriori ricerche su come la modalità di consegna, l'uso di antibiotici durante la gravidanza e di altri fattori influenzano la costituzione dell'ecosistema di batteri che abitano ciascuno di noi. Questa ricerca ci aiuterà a capire come creare una piattaforma presto per sostenere la crescita sana e lo sviluppo dei bambini." 




VACCINI: PRESUNTE COLLUSIONI TRA AZIENDE FARMACEUTICHE ED AIFA.

Il dott. Serravalle, presidente dell’ASSIS interviene sulle dichiarazioni dopo i primi test eseguiti sul vaccino Fluad: ”l’apprendere che non sono state trovate tossine anomale nelle fiale incriminate, infatti, esclude una sola tra le cause che possono avere determinato i decessi. Si tratta della causa più facile e più semplice da verificare, ma non della più probabile. Tanto è vero che le morti ci sono state, e che tutte e 13 si siano verificate dopo l'inoculazione del vaccino per pura coincidenza è difficile crederlo!

di Cinzia Marchegiani

Arriva un comunicato secco, a firma di Elio Lannutti di Adusbef e Rosario Trefiletti di Federconsumatori in merito allo scandalo di malasanità che l’Italia ha subito dopo i decessi avvenuti in concomitanza temporale della somministrazione del vaccino antinfluenzale FLUAD. I due presidenti, Lannuti e Trefiletti hanno annunciato il 29 novembre 2014 che avrebbero chiesto alle Procure della Repubblica di chiarire ed accertare le precise responsabilità delle 11 morti sospette di anziani dopo la vaccinazione con l’antinfluenzale Fluad: ”Non è la prima volta che le aziende farmaceutiche, aduse a pagare ed a corrompere per realizzare disegni criminosi sulla pelle degli ammalati, riescono a trovare sponde istituzionali, come nel caso del farmaco Avastin che ha visto coinvolta l’Aifa, per realizzare i propri profitti.”

Per Adusbef e Federcosumatori non è accettabile che decine di persone, che volevano vaccinarsi per salvaguardare la loro salute e prevenire la morbilità, possano morire impunemente senza accertare i responsabili di quelle morti, che sarebbero state tardivamente individuate in due lotti incriminatì del vaccino bloccati dall’Agenzia italiana del Farmaco AIFA, in tutto di 500 mila dosi, distribuite in 12 Regioni, ma solo nelle Asl e non in farmacia.
E i dubbi sollevati dalle due associazioni chiedono quale ruolo preventivo hanno svolto l’AIFA ed il Ministero della salute per testare i vaccini antinfluenzali che ha prodotto decine di vittime, specie dopo l’annuncio del ritiro di altri lotti del vaccino, poiché fra le 8 nuove segnalazioni di morti ulteriori, alcune riguardavano persone che avevano utilizzato il vaccino di altri lotti, procurando un allarme sociale di vaste dimensioni ?

Il comunicato spiega tra l’altro che anche se occorre ancora provare la relazione diretta vaccino-decessi, le inchieste della magistratura hanno già provato le attività di comparaggio delle aziende farmaceutiche anche nella prima infanzia, oltre a corruzioni e procedimenti illegali all’interno dell’Aifa, compreso l’ipotesi di disastro colposo per la messa in commercio di farmaci non perfetti, come ventidue medicine in commercio, sospettate di essere dannose per la salute dell'uomo.

Sul banco degli imputati e quindi sotto inchiesta ci sono troppi farmaci come un antinfiammatorio che, nonostante potesse provocare danni al fegato non è stato sospeso dal commercio; un anestetico locale che, secondo gli accertamenti, presenta un difetto a causa del quale due fiale diverse non sono distinguibili tra loro, con evidenti conseguenze per la salute pubblica; e poi psicofarmaci, antibiotici, diuretici, antipertensivi, antiasmatici a base di principi attivi che, scaduti i canonici dieci anni del brevetto, dovevano essere nuovamente sperimentati secondo le normali procedure che, invece, sono state ignorate.

A fronte di questo ennesimo scandalo sulla salute dei cittadini, Adusbef e Federconsumatori invieranno esposti-denunce alle principali Procure della Repubblica, e chiedono che vengano immediatamente revocati i componenti del Consiglio di Amministrazione (CdA) dell’Aifa, a cominciare da Sergio Pecorelli; Giovanni Bissoni; Carlo Gaudio; Walter Bergamaschi; Ludovico Abbaticchio, oltre a Luca Pani direttore dell’Aifa, essendo intollerabile l’accaduto, con l’aggravante di quanto è stato segnalato dalla Regione Lazio, secondo la quale: "l'AIFA, l'Agenzia del farmaco non avrebbe fornito informazioni all'amministrazione, dimostrando grossi limiti di comunicazione".

L’AIFA nel frattempo rimane in silenzio stampa, non aggiorna sui nuovi decessi, ma invita comunque a continuare la campagna vaccinale influenzale, facendo leva sulle prime e incomplete analisi sui vaccini. In merito interviene il dottor Eugenio Serravalle, presidente dell’ASSIS (Associazione di Studi Informazione sulla Salute) che ricorda:"le dichiarazioni della ministra Lorenzin riguardanti la causa della morte di 13 persone dopo la somministrazione della vaccinazione antinfluenzale non rassicurano più di tanto. L’apprendere che non sono state trovate tossine anomale nelle fiale incriminate, infatti, esclude una sola tra le cause che possono avere determinato i decessi. Si tratta della causa più facile e più semplice da verificare, ma non della più probabile. Tanto è vero che le morti ci sono state, e che tutte e 13 si siano verificate dopo l'inoculazione del vaccino per pura coincidenza è difficile crederlo. Ciò che va indagato è infatti il rapporto esistente tra stimolazione artificiale del sistema immunitario e possibili avventi avversi, ossia reazioni impreviste da parte dell'organismo umano. Questo è l'ambito in cui andrebbe verificata l'esistenza di rapporti di causa-effetto tra i decessi ed i vaccini, e solo uno sforzo in questo senso della autorità sanitarie sarebbe davvero rassicurante ed indice di reale volontà di tutelare la salute degli individui."
E l’ombra ora si fa più pesante anche su quelle 8 mila morti dichiarate dall’AIFA e EMA collegate all’ influenza stagionale del 2013/2014. I dati di Influnet, sono altri, ce lo ricorda lo stesso dr Serravalle :”In base ai dati riportati da Influnet (il sistema di sorveglianza italiano basato sulle segnalazioni dei Medici e dei Pediatri di base) i casi stimati di sindromi influenzali nella stagione 2013-14 sono stati circa 4.542.000 . Di questi, i casi gravi di influenza confermata sono stati 77 con 16 decessi. L’80% (62/77) dei casi gravi segnalati presentava almeno una patologia cronica pre-esistente. Dei 16 casi deceduti, 14 presentavano condizioni di rischio pre-esistenti."

Si faccia chiarezza su chi fa vero allarmismo, poiché tanti cittadini, giustamente si affidano alle istituzioni sanitarie e questo non è certo un bel vedere…le procure hanno ora tutte le basi per poter avviare una vera inchiesta sanitaria, e lo show Fluad andato in onda a Porta a Porta il 1° dicembre 2014 forse dovrebbe far interrogare anche tutti i rappresentanti di questo governo, e capire se è accettabile che una trasmissione pubblica e un garante dell’agenzia dei farmaci possano aver inscenato una performance per indurre la comunità italiana a rompere gli indugi e farsi vaccinare in assoluta tranquillità? E poi ancora, Luca Pani, direttore generale dell’AIFA si è fatto vaccinare due volte con lo stesso vaccino a distanza di un mese? Altrimenti oltre ad essere uno show, si è dichiarato anche un falso e le risposte per questione di trasparenza e obiettività verso i telespettatori e tutti i cittadini devono essere profuse…




ANTITUMORALI ESSENZIALI: RINCARI FINO A 1.500% DEI PREZZI

Aspen ha abusato della propria posizione dominante su questi farmaci, essenziali per la cura di certe malattie e che al momento non possono essere sostituiti con altri farmaci equivalenti, in particolare di quattro prodotti, Alkeran, Leukeran, Purinethol e Tioguanina di cui la stessa casa produttrice riconosce la “unicità” nel trattamento di alcune specifiche patologie. AIFA e Ministero della Salute…stanno a guardare? 

di Cinzia Marchegiani

L’Agenzia italiana del Farmaco, AIFA sembrerebbe essere stata obbligata ad accettare elevatissimi incrementi di prezzo, determinando un aumento della spesa a danno del Ssn dalla Aspen Pharma Trading Limited e Aspen Italia S.r.l., appartenenti al gruppo sudafricano Aspen per medicinali antitumorali , in particolare di quattro prodotti, Alkeran, Leukeran, Purinethol e Tioguanina di cui la stessa casa produttrice riconosce la “unicità” nel trattamento di alcune specifiche patologie. L’Autorità Antitrust ha deciso di avviare un’istruttoria nei confronti delle società Aspen per verificare l’ipotesi di un “abuso di posizione dominante” nel mercato dei farmaci antitumorali compresi nella fascia A e quindi a carico del Servizio sanitario nazionale. Grida vittoria Altroconsumo:”si inizia a vedere più chiaro, per i diritti dei pazienti e la trasparenza dei prezzi sui farmaci antitumorali. Una vittoria per tutto il sistema, partita da una denuncia di Altroconsumo, che aveva documentato le anomalie sul mercato, già denunciate all'AIFA, dopo un periodo di carenza dei farmaci della Aspen Pharma dal commercio.”
L’indagine è partita da un forte rincaro – dal 250% fino al 1.500% – applicato a questi farmaci nel corso del 2014. La stessa AGCOM fa riferimento della notizia di tali aumenti di prezzo diffusa dall’associazione dei consumatori Altroconsumo, nell’ambito di un’inchiesta condotta con riferimento al fenomeno della cosiddetta “sparizione dei farmaci”. L’Agcm viene a conoscenza che il 10 settembre 2014 Altroconsumo ha segnalato al Ministero della Salute e ad AIFA i risultati dell’esame delle denunce con le quali i propri iscritti informavano l’associazione della scomparsa dal mercato di una serie di farmaci, tra i quali anche le specialità medicinali oggetto del presente provvedimento. In data 30 luglio 2014, è stata inviata una richiesta di informazioni ad AIFA al fine di acquisire ulteriori elementi conoscitivi in merito alle modalità di incremento dei prezzi. AIFA ha fornito informazioni in data 8 settembre, integrate in data 9 e 22 ottobre 2014 e da ultimo in data 11 novembre 2014.

A partire dall’aprile 2013, in base alla ricostruzione dell’Antitrust che s’è avvalsa delle ispezioni della Guardia di Finanza, l’Aspen ha manifestato all’Aifa “la necessità con urgenza di allineare il prezzo di vendita in Italia a quello significativamente maggiore in vigore nei principali Paesi di area Ue”. In questo modo, sarebbe riuscita ad “alterare la struttura concorrenziale dei mercati rilevanti, al fine di ottenere extra-profitti”. Elemento costitutivo dell’abuso contestato sarebbe stata la minaccia di Aspen, nei confronti di Aifa, di ritiro dell’autorizzazione al commercio dei farmaci qualora non si fosse raggiunto un accordo sui nuovi prezzi.
Trattandosi di medicinali con indicazioni terapeutiche di carattere “essenziale”, di cui la stessa casa produttrice riconosce la “unicità” nel trattamento di alcune specifiche patologie, la strategia di Aspen sarebbe stata finalizzata – oltre a ottenere extra-profitti sul mercato nazionale – anche “a limitare il fenomeno del commercio parallelo da parte dei distributori locali”. Ora l’istruttoria dell’Agcm tende a verificare se il diritto di richiedere una revisione del prezzo o della classe di rimborsabilità dei propri farmacia sia “stato esercitato in maniera strumentale, non coerente con il fine per il quale l’ordinamento lo riconosce”, attraverso eventuali “pressioni indebite” e un abuso della propria posizione dominante.

I FATTI OGGETTO DI ACCERTAMENTO
La richiesta di incremento dei prezzi, tra il 2013 e il 2014 la società Aspen ha condotto una contrattazione con AIFA relativamente ad alcuni farmaci antitumorali di propria titolarità,
inclusi nella classe di rimborso A, a carico del SSN, L’andamento dei prezzi al pubblico sul mercato come rilevato da Altroconsumo non giustificati da nessuna ragione sopravvenuta, legata ad esempio a maggiori costi sostenuti, erano i seguenti:
– il prezzo al pubblico di una confezione di Alkeran (25 compresse da 2 mg, principio attivo: melfalan) è passato da 5.23 € a 85.83 € a partire dal giorno 3 aprile 2014
– il prezzo al pubblico di una confezione di Leukeran (25 compresse da 2 mg, principio attivo: clorambucile) è passato da 7.13 € a 90.20 € a partire dal 2 aprile 2014
– il prezzo al pubblico di una confezione di Purinethol (25 compresse da 50 mg, principio attivo: mercaptopurina) è passato da € 15.98 a € 90.35 a partire dal 3 aprile 2014.

In particolare, nel mese di aprile 2013 Aspen ha sottoposto ad AIFA le domande di variazione del regime di rimborsabilità delle suddette specialità medicinali, chiedendone il passaggio dalla classe A-RNR (Ricetta Non Ripetibile), ovvero soggetta a rimborso del SSN dietro presentazione di ricetta non ripetibile, alla classe C, come farmaci a totale carico del paziente soggetti a prescrizione. Nelle richieste di riclassificazione presentate da Aspen, la società afferma tuttavia l’unicità di ognuno dei prodotti in esame nel trattamento di determinate patologie.
Dalle domande presentate dalla società emerge con chiarezza il fine ultimo della richiesta, ovvero “…la necessità con urgenza di allineare il prezzo di vendita in Italia a quello significativamente maggiore in vigore nei principali paesi di area UE”. Le domande dell’impresa non contengono, al contrario, alcun dato di natura economica o analisi dei mutamenti del contesto concorrenziale a sostegno della richiesta di revisione dei prezzi, come invece previsto dalle norme che informano il processo negoziale con il regolatore, al di fuori del generico riferimento ai maggiori prezzi vigenti all’estero.
È ancora Aspen ad evidenziare, in una successiva comunicazione ad AIFA, “la necessità di allineare i prezzi nei vari Paesi dell’area UE per garantire nei rispettivi mercati la sostenibilità del prezzo e l’adeguatezza della fornitura”. Nella stessa lettera Aspen fornisce un’indicazione generica di alcune voci di costo che avrebbero reso necessaria la revisione dei prezzi (tra le quali il costo per la farmacovigilanza e le attività di informazione medico scientifica), indicazione priva di alcuna quantificazione e di alcun riscontro documentale. In seguito al ricevimento delle domande, la Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA si è riunita in due sedute, a settembre e novembre 2013, e “…in seguito ad approfondite valutazioni con il gruppo di esperti oncologi, ha ritenuto che i sopra indicati medicinali avessero alcune indicazioni terapeutiche di carattere “essenziale”, pertanto, ha dato mandato al Comitato Prezzi e Rimborso dell’AIFA (CPR) “di rivalutare con la ditta un congruo incremento” del prezzo per poterli mantenere in classe A…” (enfasi in originale).
La negoziazione del prezzo ha avuto inizio con la presentazione di una proposta da parte della società ritenuta troppo alta dal CPR, alla quale è seguito un contraddittorio. L’accordo finale è stato raggiunto in seguito ad una seconda proposta dell’azienda e a una controproposta del CPR. In base ai dati forniti dall’azienda al Regolatore, il quadro dei prezzi
vigenti a livello europeo appare piuttosto diversificato, con Paesi in cui i prezzi sono in linea con quelli in vigore in Italia anteriormente alla rinegoziazione avviata da Aspen e altri con prezzi più elevati. Documentazione agli atti dimostra che nel corso della negoziazione con AIFA, Aspen avrebbe esercitato una pressione negoziale sul Regolatore, attraverso la minaccia del ritiro dei farmaci dal mercato italiano. Nella comunicazione citata, si legge infatti, che qualora AIFA non avesse provveduto alla pubblicazione in GU delle determine di riclassificazione in fascia C o, eventualmente, di rideterminazione del prezzo in fascia di rimborsabilità, entro il termine dettato da Aspen (novembre 2013) “..la scrivente procederà tempestivamente ai sensi di legge a comunicare l’interruzione della commercializzazione in Italia dei prodotti, a far data da gennaio 2014. Nella suddetta evenienza, la scrivente si adopererà per rendere reperibili i medicinali per i pazienti italiani attraverso i mercati di altri paesi di area UE al prezzo ivi vigente.” L’AIFA ha fornito i pareri degli esperti oncologi dai quali discende l’indicazione di mantenere i farmaci oggetto di esame nella classe di rimborsabilità A. In Belgio, Finlandia, Grecia, Spagna e Portogallo nel 2012 e nel 2013 erano in vigore prezzi allineati ai prezzi italiani anteriori alla negoziazione. L’AIFA ha approvato nuovi prezzi ex factory e al pubblico 11 delle specialità medicinali in esame, e riconfermato per tutte il rimborso a carico dello Stato (classe A).
Il potere di mercato di Aspen in Italia appare rafforzato dalle norme che regolano il processo di rinegoziazione dei prezzi: la forza negoziale che l’impresa ha acquisito per effetto della decisione della CTS di AIFA di mantenere i farmaci a carico dello Stato le conferisce la possibilità di agire in modo indipendente nella definizione del prezzo da applicare al cliente,
ovvero al SSN
.

Ora l’istruttoria dell’Agcm verificherà se il diritto di richiedere una revisione del prezzo o della classe di rimborsabilità dei propri farmacia sia “stato esercitato in maniera strumentale, non coerente con il fine per il quale l’ordinamento lo riconosce”, attraverso eventuali “pressioni indebite” e un abuso della propria posizione dominante. Dalla notifica del provvedimento, le imprese avranno 60 giorni di tempo per chiedere un’audizione ed esercitare il diritto di essere sentita dall’Autorità presieduta da Giovanni Pitruzzella. L’istruttoria si chiuderà entro il 31 dicembre 2015.
E il quesito di base rimane un’ombra pesante: ma se  l’AIFA e il Ministero della Salute, sono gli organi a garanzia preposti nel monitorare e controllare le possibili frodi a danno dei malati e soprattutto dei conti a danno del Sistema Sanitario Nazionale, è possibile che  l’Agcm, come si evince dalla lettura del procedimento avviato, datato 27 novembre 2014, ha aperto questo fascicolo in seguito alle inchieste giornalistiche come quella dell’associazione Altroconsumo? Sono davvero efficienti questi organi istituzionali sanitari che devono vigilare sui farmaci autorizzati al commercio in Italia? Possibile che sono esclusivamente le associazioni dei consumatori a dover far emergere situazioni poco trasparenti a danno dei contribuenti e anche dei malati che si trovano a non poter usufruire di medicinali essenziali, volatilizzati all’improvviso dal mercato?

L’ultima notizia vuole che il Tar del Lazio conferma la sanzione di 180 milioni di euro per le due multinazionali Roche Novartis accusate di aver favorito un farmaco più caro per la cura di alcune patologie dell’occhio…Anche in questo caso, l’Agcm si è attivata in seguito ad alcune interrogazioni parlamentari, inchieste giornalistiche e appelli della Società Italiana di Oftalmologia, qualcuno ancora dorme sonni tranquilli?




FARMACI PER ANGINA E INSUFFICIENZA CARDIACA: CORLENTON/PROCORALAN RIVALUTATO PER PROBLEMI DI SICUREZZA

di Cinzia Marchegiani

L'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha completato una revisione di Corlentor / Procoralan (ivabradina) e ha formulato raccomandazioni volte a ridurre il rischio di problemi cardiaci, tra cui infarto e bradicardia (frequenza cardiaca troppo bassa), in pazienti che assumono il farmaco per l'angina. Corlentor / Procoralan era usato per trattare i sintomi dell'angina (dolore al torace a causa di problemi con il flusso di sangue al cuore) e per il trattamento di insufficienza cardiaca. La scienza medica e i suoi limiti fotografano sempre un dato oggettivo allarmante, i farmaci immessi e autorizzati dall’EMA e poi dall’AIFA italiana, sono continuamente testati sui malati che spesso non sono consapevoli che stanno continuando l’iter della sperimentazione clinica del farmaco prescritto. D’altronde ce lo ricorda l’AIFA stessa quando asserisce: "l’introduzione di un nuovo medicinale sul mercato porta con sé sempre una quota di azzardo che purtroppo si gioca sulla pelle dei pazienti (?). I dati a disposizione al momento di capire se vale la pena metterlo a disposizione della comunità sono sempre limitati a ciò che siamo in grado di valutare in un ambito sperimentale. Spesso si è in condizioni distanti dalla pratica clinica di tutti i giorni, dove sono molteplici i fattori che entrano a complicare lo scenario del nuovo intervento terapeutico. Appare quasi scontato che, una volta in commercio, la disponibilità di un medicinale possa essere riconsiderata solo a fronte di nuovi dati di sicurezza."
Sul sito dell’Aifa lo scorso 7 novembre 2011 è stato pubblicato il documento con cui il Comitato per la Valutazione dei Rischi in Farmacovigilanza dell’EMA (PRAC) informa in merito al completamento della rivalutazione di Corlentor/Procoralan (ivabradina). La Farmacovigilanza d’altronde è quello strumento che permette di valutare farmaci autorizzati in commercio anche se hanno superato una sperimentazione che di per sé non da alcuna rassicurazione definitiva e certa sulle potenzialità del beneficio/rischio. Il PRAC raccomanda il monitoraggio per questa condizione nei pazienti trattati con Corlentor/Procoralan, e nel caso di angina, sia usato solamente per alleviarne i sintomi in quanto i dati disponibili non indicano che il medicinale offra vantaggi su esiti quali la riduzione di infarto o morte per cause cardiovascolari (morte a causa di problemi del cuore). Queste raccomandazioni fanno seguito ad una rivalutazione dei dati finali dello studio SIGNIFY, che ha valutato se il trattamento con Corlentor/Procoralan in pazienti con malattia coronarica (una cardiopatia causata da ostruzione dei vasi sanguigni che alimentano il muscolo cardiaco) senza insufficienza cardiaca riduca la frequenza di infarto rispetto al placebo (medicinale privo di principio attivo).

NUOVE EVIDENZE

Lo studio evidenzia che in un sottogruppo di pazienti con angina sintomatica (Canadian Cardiovascular Society classe II – IV) c’era un piccolo, ma significativo incremento del rischio combinato di morte cardiovascolare o infarto non-fatale con Corlentor/Procoralan rispetto al placebo (tassi di incidenza annuale 3.4% vs 2.9%). I dati hanno anche indicato un più alto rischio di bradicardia con Corlentor/Procoralan rispetto al placebo (17.9% vs. 2.1%).
Nella sua valutazione il PRAC ha anche preso in esame altri dati disponibili sulla sicurezza ed efficacia di Corlentor/Procoralan che hanno dimostrato che il rischio di fibrillazione atriale risulta aumentato nei pazienti trattati con Corlentor/Procoralan rispetto ai controlli (4.86% vs 4.08%). Il PRAC ha osservato che i pazienti dello studio SIGNIFY hanno ricevuto una dose iniziale superiore a quella raccomandata di Corlentor/Procoralan e hanno assunto fino a 10 mg due volte al giorno, che è un dosaggio superiore alla dose giornaliera massima attualmente autorizzata (7.5 mg due volte al giorno). Il PRAC ha ritenuto che la dose più alta utilizzata nello studio non spieghi completamente i risultati. Pertanto, il Comitato ribadisce che la dose iniziale per l’angina non debba superare i 5 mg due volte al giorno e che la dose massima non debba eccedere i 7.5 mg due volte al giorno.

Insomma un iter ormai consueto quello della rivalutazione dell’efficacia di un farmaco, troppo spesso autorizzato al commercio ma ottimizzato il suo studio quando viene distribuito alla massa tramite il monitoraggio e farmacovigilanza. In questo caso L’EMA nella sua valutazione ha anche valutato i dati aggiuntivi sulla sicurezza e l'efficacia di Corlentor / Procoralan che ha dimostrato che il rischio di fibrillazione atriale è aumentata nei pazienti trattati con Corlentor / Procoralan rispetto ai controlli (4,9% vs 4,1%). Nello studio la fibrillazione atriale è stata osservata nel 5,3% dei pazienti trattati con Corlentor / Procoralan rispetto al 3,8% nel gruppo placebo. I pazienti nello studio sono stati avviati significare una dose superiore a quella raccomandata di Corlentor / Procoralan e ha ricevuto fino a 10 mg due volte al giorno, che è superiore alla dose giornaliera massima attualmente autorizzata (7,5 mg due volte al giorno). L'EMA ha ritenuto che la dose più alta utilizzata nello studio non ha spiegato pienamente i risultati. Tuttavia, l'Agenzia ribadito che la dose iniziale per angina non deve superare i 5 mg due volte al giorno e la dose massima non deve superare 7,5 mg due volte al giorno.


RACCOMANDAZIONI IN BASE ALLA REVISIONE CORLENTON/PROCORALAN

Quando viene utilizzato per l'angina, Corlentor / Procoralan deve essere iniziata solo se la frequenza cardiaca a riposo del paziente è almeno 70 battiti al minuto (bpm). Perché Corlentor / Procoralan non ha dimostrato di fornire benefici quali la riduzione del rischio di infarto o morte cardiovascolare (rischio di morte per problemi cardiaci), il farmaco deve essere usato solo per alleviare i sintomi di angina. I medici dovrebbero prendere in considerazione l'interruzione del trattamento, se non vi è alcun miglioramento dei sintomi di angina dopo 3 mesi, o se il miglioramento è solo limitata.
Altre raccomandazioni sono che i medici non devono prescrivere Corlentor / Procoralan insieme al verapamil o diltiazem farmaci che riducono la frequenza cardiaca, e che dovrebbero monitorare i loro pazienti per la fibrillazione atriale (rapide contrazioni irregolari delle camere superiori del cuore). Se la fibrillazione atriale si sviluppa durante il trattamento, l'equilibrio dei benefici e dei rischi di un trattamento continuo con Corlentor / Procoralan deve essere attentamente riconsiderato. Le raccomandazioni del PRAC saranno ora trasmesse al Comitato per i Prodotti Medicinali ad Uso Umano (CHMP), che adotterà il parere definitivo dell’Agenzia e fornirà orientamenti definiti per pazienti e operatori sanitari.

Il mondo farmaceutico ancora sotto lente d’ingrandimento che purtroppo testimonia come siano labili le ricerche e le autorizzazioni in commercio dei farmaci che dovrebbero essere un salvavita.




VACCINO FLUAD: GAFFE DI LUCA PANI, DIRETTORE DELL’AIFA CHE A "PORTA A PORTA" SI VACCINA PER LA SECONDA VOLTA?

di Cinzia Marchegiani

Dopo le ultime notizie che vedono al centro di inchieste in diverse procure d’Italia in merito ai molteplici decessi avvenuti in concomitanza temporale della somministrazione del vaccino FLUAD, e con un report che sembra crescere di giorno in giorno, non passano inosservate le interviste che lo stesso direttore generale dell’AIFA, Luca Pani ha rilasciato ai giornali. Il 28 novembre 2014, in piena tempesta mediatica sullo scandalo del vaccino FLUAD, lo stesso Luca Pani al giornale Repubblica rilasciava un’intervista, a firma di Corrado Zunino e sotto il titolo Luca Pani: "Come Aifa eravamo obbligati a intervenire ma sono sicuro che non c'è pericolo, lo stesso dichiarava: "Io mi sono vaccinato con il Fluad un mese e così tutti i miei familiari".

Ma il caso di malasanità si espande a macchia di leopardo, non solo, ma ci sono malumori anche da parte delle stesse regioni che rimandano al mittente la mancata osservazione del principio di precauzione in attesa che si abbia l’esito delle indagine, e così arriva lo SHOW FLUAD andato in onda a Porta a Porta, dove durante la stessa trasmissione, Bruno Vespa e lo stesso Luca Pani si sono fatti inoculare il vaccino FLUAD. Uno show… la comunicazione istituzionale è in mano ad uno show? Gaffe per Luca Pani che forse aveva dimenticato la suddetta intervista che cercava di rassicare la bontà e la sicurezza dei prodotti in commercio, ma ora gli spettatori chiedono:”cosa c’era nelle fiale che è stata somministrata?
E il web impazzisce, siamo in mano ad una campagna mediatica senza precedenti, manca il rispetto per le persone che comunque sono morte in seguito alla somministrazione di questo vaccino Fluad. Il principio di precauzione non è stato applicato poiché si continua a dire che la campagna vaccinale è sicura, e viene spiegata in termini di calcoli matematici dalla stessa agenzia AIFA: ”anche se i lotti coinvolti sono passati da 2 a 6 per un totale di 1.357.399 dosi le segnalazioni sono pervenute tramite la Rete Nazionale Farmacovigilanza con un range temporale da immediato (stesso giorno del decesso) a 13 giorni dopo. Se tutte le dosi di questi 6 lotti fossero state somministrate, la percentuale di decessi passerebbe dallo 0,001% (1,2 ogni 100.00) allo 0,0009% (0,9 ogni 100.00) con una diluizione del 25% del segnale. Se ne fossero state somministrate anche solo la metà, il numero di decessi sarebbe comunque inferiore di centinaia di volte rispetto a quanto atteso nella stessa popolazione non vaccinata (circa 8.000 all’anno decessi per complicanze dell’influenza).” Continua nel suo comunicato l’Aifa a giustificare la propria presa di posizione, nonostante in attivo ci siano decessi sospetti ancora non chiariti asserendo:" anche solo il 10% delle reazioni avverse fossero segnalate (e l’AIFA non ha motivo di credere che la nostra RNF sia così carente), ci sarebbero 13 decessi al giorno e non invece 12 in 22 giorni, che corrispondono al 4% del minimo atteso."
Siamo certi che lo scorso anno siano morti 8.000 persone per l’influenza stagionale? E poi ancora, l’AIFA che non ha motivo di credere che la Rete Nazioanle di farmacovigilanza sia carente, ha rimosso dalla sua memoria un comunicato datato 13 novembre 2014 dove aveva bacchettato con un richiamo i medici e gli operatori sanitari poiché è stato recentemente riscontrato nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) un numero cospicuo di segnalazioni con una data di insorgenza della reazione di parecchi anni precedente alla data di compilazione della scheda stessa. Altro che gaffe, ma davvero la sanità è diventa esclusivamente un operazione commerciale?
Un pensiero in questo momento è rivolto ai familiari che hanno perso un parente o che ancora sono ricoverati in ospedale e stanno combattendo l’ultima battaglia più importante….




VACCINO FLUAD: UN CASO DI MALASANITA’ TRA BATTUTE AL VETRIOLO, IL CODACONS DENUNCIA L’AIFA

Molti decessi avvenuti in concomitanza temporale della somministrazione del vaccino Fluad. Salgono a sei i lotti incriminati, mentre l’AIFA ne aveva vietati inizialmente solo due. A rischio il principio di precauzione, parte un esposto alla Procura della Repubblica di Roma contro l’Aifa per omissione di atti d’ufficio dal Codacons

di Cinzia Marchegiani

Un caso di malasanità gestito nel peggior dei modi, verrebbe da dire, ma la realtà sta mostrando un volto che non piace a nessuno, quelle delle istituzioni sanitarie, che in virtù di un principio di precauzione doveva attivarsi nel migliore dei modi affinché fosse tutelata la salute pubblica, semplicemente sospendendo la campagna vaccinale antinfluenzale in attesa dell’esito sulle indagini legate alle 13 morti sospette, bollettino aggiornato al 30 novembre 2014. Molte decessi tra l’altro sono avvenuti in concomitanza temporale del vaccino Fluad, ma ad aggravare la posizione delle istituzioni, tra cui l’AIFA e il Ministero della Salute è il dato oggettivo che vede i lotti ritirati dal commercio salire a sei, quando i primi comunicati dell’AIFA parlavano solo di due mentre si invitava nella serenità a continuare la campagna vaccinale, pratica assolutamente sicura.
Il Codacons, che da subito ha chiesto di attuare l’adozione del principio di precauzione, invitando i preposti sanitari a bloccare la pubblicità della campagna vaccinale nazionale, ora interviene con un esposto alla Procura della Repubblica di Roma contro l’AIFA per omissione di atti d’ufficio. Ad annunciarlo è la stessa associazione Codacons in relazione a quanto denunciato dalla Regione Lazio, secondo la quale l’Agenzia del farmaco non avrebbe fornito informazioni all’amministrazione, dimostrando grossi limiti di comunicazione. Il Presidente Carlo Rienzi denuncia:”“Ciò che si sta registrando in Italia sul fronte dell’allarme vaccini è un vero e proprio caos, e le Regioni si muovono in ordine sparso e manca un coordinamento nazionale in grado di offrire precise tutele ai cittadini. Il Ministero della salute deve bloccare da oggi la somministrazione del Fluad in tutta Italia e presso tutte le strutture, fino a quando non arriveranno risposte certe e come misura precauzionale a garanzia della salute collettiva. L’Aifa dovrà inoltre rispondere delle omissioni segnalate dalle regioni e, se verrà accertato un nesso tra i decessi e il vaccino, anche di concorso in omicidio colposo”.
Il Codacons denuncia anche tempi troppo lunghi sul fronte delle analisi: dai 10 ai 20 giorni per avere risposte sull’allarme vaccini è un tempo eccessivo, considerata la gravità della situazione. L’Italia chieda aiuto ai paesi dell’Unione Europea per ottenere risultati in tempi brevi, utilizzando le strutture di paesi più avanzati del nostro sull’argomento.

Ma veniamo alle ultime notizie ufficiali. L’AIFA, in data 30 novembre 2014 aggiornava il report ottenuto dalla Rete Nazionale di Farmacovigilanza, e la segnalazione di un nuovo caso di decesso avvenuto in concomitanza temporale con la somministrazione del vaccino antinfluenzale FLUAD, prodotto da Novartis Vaccines and Diagnostics:”Si tratta di una paziente di 83 anni affetta da gravi patologie e in politerapia. Complessivamente il numero di decessi presenti nella Rete Nazionale sale a 13. Le segnalazioni riguardano 8 Regioni: Sicilia (2); Molise (1); Puglia (2); Toscana (2); Emilia Romagna (2); Lombardia (2); Lazio (1) e Umbria (1).
Domani avrà inizio l’esame approfondito dell’intera problematica in sede europea presso il Comitato per la Valutazione dei Rischi e la Farmacovigilanza dell’Agenzia Europea dei Medicinali, che si concluderà entro giovedì 4 dicembre."

Dal comunicato dell’AIFA stessa si viene a conoscenza che dopo il divieto di utilizzo dei lotti 143301 e 142701 del vaccino FLUAD successivo alla segnalazione di tre decessi avvenuti tra il 7 e il 18 novembre, il 29 ottobre 2014 sono state inserite altre 8 segnalazioni (decessi avvenuti tra il 15 e il 28 novembre) di cui l’Agenzia ha chiesto una dettagliata relazione clinica che finora non è ancora pervenuta per nessuna di esse.
Nella giornata del 30 novembre 2014 invece è stato registrato nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) un nuovo decesso avvenuto in data 24 novembre e il 29 novembre è pervenuta un'e-mail su un decesso che deve essere ancora verificata. Il totale dei casi segnalati tramite la RNF è pertanto di 12. L’AIFA in una prima analisi di questi segnali consente di trae le seguenti conclusioni esclusivamente preliminari:
• In 8 casi (67%) si tratta di persone di età ≥ 80 anni.
• 7 casi sono di genere femminile e 5 maschile.
• In 8 casi il decesso è avvenuto nelle prime 24 ore.
• In 8 casi il decesso è avvenuto per cause cardiovascolari.
• Le segnalazioni riguardano 6 Regioni: Sicilia (2); Molise (1); Puglia (2); Toscana (2); Emilia Romagna (2); Lombardia (2); Lazio (1).

Ma lo sforzo raggiunto da questa Agenzia, che dovrebbe regolare i farmaci nel mercato, va oltre e appellandosi ai dati dei calcoli della probabilità mette in cifre il suo percorso “logico” che dovrebbe spiegare il motivo della mancato ritiro, anche se momentaneo, della campagna vaccinazione:”anche se i lotti coinvolti sono passati da 2 a 6 per un totale di 1.357.399 dosi le segnalazioni sono pervenute tramite la RNF con un range temporale da immediato (stesso giorno del decesso) a 13 giorni dopo. Se tutte le dosi di questi 6 lotti fossero state somministrate, la percentuale di decessi passerebbe dallo 0,001% (1,2 ogni 100.00) allo 0,0009% (0,9 ogni 100.00) con una diluizione del 25% del segnale. Se ne fossero state somministrate anche solo la metà, il numero di decessi sarebbe comunque inferiore di centinaia di volte rispetto a quanto atteso nella stessa popolazione non vaccinata (circa 8.000 all’anno decessi per complicanze dell’influenza).”
Quindi l’AIFA conferma la concordanza temporale sospetta per eventi cardiovascolari nelle prime 24 ore dalla somministrazione in pazienti ultraottantenni affetti da polipatologie e in politrattamento. Al contempo ricorda che il Fluad è tuttavia espressamente indicato in questa popolazione. Le indicazioni terapeutiche della scheda tecnica di questo vaccino sono infatti l’immunizzazione attiva contro l’influenza negli anziani (di età pari o superiore a 65 anni), specialmente in soggetti con un maggior rischio di complicazioni associate (ad esempio soggetti affetti da malattie croniche come diabete, disturbi cardiovascolari e respiratori).
Si contestualizza il numero atteso di decessi in questa popolazione in relazione alle dosi realmente somministrate, affermando che la popolazione italiana over 65 è pari a 12.5 milioni di persone; di queste circa 500.000 purtroppo muoiono ogni anno, il che equivale a 1.369 decessi al giorno tra gli over 65:"Anche assumendo che solo il 10% di questi si siano vaccinati con Fluad (= 50.000 persone over 65, stima improbabile perché verosimilmente in questa fascia d’età sono molti di più), avremmo 136 persone decedute in questa popolazione al giorno (le cui cause dovrebbero essere per il 65% cardiovascolari; 13% respiratorie; 6% gastroenteriche; 5% sistema nervoso centrale e il restante 11% per altre cause). Se anche solo il 10% delle reazioni avverse fossero segnalate (e l’AIFA non ha motivo di credere che la nostra RNF sia così carente), ci sarebbero 13 decessi al giorno e non invece 12 in 22 giorni, che corrispondono al 4% del minimo atteso."
L’AIFA in quest'ultimo comunicato smentisce se stessa non memore che proprio  in un recentissimo comunicato ha bacchettato con un richiamo i medici e gli operatori sanitari poiché è stato recentemente riscontrato nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) un numero cospicuo di segnalazioni con una data di insorgenza della reazione di parecchi anni precedente alla data di compilazione della scheda stessa. L’Osservatore d’Italia aveva sollevato questo come un grave caso di malasanità.

Nonostante gli appelli sollevati dal Codacons, secondp lìAIFA le dosi attualmente distribuite di Fluad nel nostro Paese sono pari a 3,5 milioni e, anche assumendo in modo conservativo che ne siano state usate solo 1 milione, i numeri, sembrano confermare che non dovrebbe trattarsi di un problema nel processo produttivo o di contaminazione del vaccino che è sottoposto, in accordo alle procedure internazionali di autorizzazione, a 38 controlli di cui 14 sul prodotto finito e 23 sui singoli componenti prima che ciascun lotto sia rilasciato in commercio. Ma il fatto pittoresco è che si richiede ancora alla ditta produttrice di fornire entro le ore alle 13:00 di questa mattina una relazione di aggiornamento su tutti i controlli di qualità ripetuti sui lotti sequestrati e una valutazione clinica dei possibili rapporti causa-effetto. Nel corso della prossima settimana invece arriveranno anche i primi risultati delle analisi dell’Istituto Superiore di Sanità, anche se, continua sempre l’AIFA….”il calcolo sulle mortalità fa supporre che non vi siano delle variazioni fuori specifica nella qualità del vaccino.

In questo pasticciaccio di malasanità contestualizzata semplicemente come “casi=decessi che rientrano nella normalità" riferendosi a calcoli delle probabilità, traspare una seria e patologica attività di scaricabarile tra le varie istituzioni, partendo dal Ministero della Salute sulle responsabilità delle Regioni italiane. E’ emblematica la risposta, a mezzo dell’ufficio stampa del dottor Bruno Di Lascio, Presidente Ordine Medici di Ferrara che lasciamo qui nella sua interezza: «La preoccupazione dei medici sta ormai superando quella dei pazienti. Il Ministero non può stare a guardare in nome della discrezionalità concessa in materia sanitaria alle Regioni. Regioni che in alcuni casi, come il Lazio, hanno bloccato i vaccini, mentre altre, come l’Emilia Romagna, al momento in cui scrivo permettono la continuità, lasciando tutto nelle nostre mani. Noi non possiamo assumerci questa responsabilità. Soprattutto considerando il fatto che da un lotto isolato, anche geograficamente, da cui è partita questa incresciosa vicenda, si è passati a più lotti. Questo modo di procedere, oltre che ambiguo, è deleterio. Un conto è evitare l’allarmismo, un conto è mettere noi professionisti nelle condizioni di prendere decisioni senza avere un adeguato supporto di informazione. Io da lunedì non somministrerò più vaccini. E così sarà di finché la situazione non sarà chiara. Ma tutto ciò comporterà conseguenze. Sia in termini di credibilità, sia, soprattutto, di salute. Perché c’è chi del vaccino ha bisogno per vivere. E pensare che rinunci a farlo, per il timore legittimo di morire, è contro ogni forma di etica. Il Ministero se ne assuma la responsabilità».

Caro Dr Luca Pani, dg dell’AIFA, si comincia a fare chiarezza anche sulle mancate e tardive segnalazioni delle reazioni avverse denunciate sul sito istituzionale e soprattutto l’onestà intellettuale imporrebbe un’azione seria per far definitivamente luce su un dato oggettivo che ormai è evidente che fotografa una gestione supefciale delle pratiche vaccinali:”Quanti anziani finora sono morti senza correlare il nesso vaccinale? Tanti, in solitudine e lontani da qualsiasi farmacovigilanza, le persone si vaccinano, comprando il prodotto in farmacia, e un conoscente o un amico gli somministra la dose, buttando nel cestino il numero del lotto, che rimarrà sconosciuto… e se la persona muore è perchè era semplicemente anziano? Una crepa immensa si è formata, quella delle mancanze di informazioni quando, partendo dalla farmacia sotto casa, dal medico di famiglia e dalle asl di appartenenza, non si danno concrete informazioni per attuare una vera farmacovigilanza, e a leggere quello emerso dalle tardive, anche di anni, nelle rete nazionale, sono ulteriore conferma che questo sistema deve essere riorganizzato e anche in fretta. C'è carenza di trasparenza,  ma soprattutto rimane quella domanda originale che il Codacons ha formulato e ancora è senza ancora risposta…”è stato tutelato il principio di precauzione?” Non è sufficiente citare le percentuali dei morti di anziani, la consapevolezza del cittadino all’atto di una vaccinazione, tra l’altro obbligatoria, deve essere un elemento cardine di una sanità pubblica seria e corretta…




MESTRE TERZA TAPPA DEL TOUR DEL MOVIMENTO STAMINA “COLORIAMO L’ITALIA DI SPERANZA"

Il movimento Stamina Italia, oggi domenica 30 novembre a Mestre, in Piazzetta Coin, dalle 10.30 alle 18.30 e sarà un’occasione per sostenere le famiglie che da mesi lottano per poter curare i propri figli col metodo Stamina, ma soprattutto per sentire la loro testimonianza diretta (con i documenti medici) e far conoscere a nuove e più persone la verità su questo tema così delicato

di Cinzia Marchegiani

Gli intrecci e i misteri che avvolgono il caso Stamina sono finiti in una bolla di sapone? Non è proprio così anzi, la vera storia inizia adesso. Con il processo in corso, se il Pubblico Ministero vuole dimostrare una verità occorrerà accertare anche la giungla dei misteri creatasi da una sperimentazione dapprima con una legge approvata all’unanimità… nonostante vi fosse già un’inchiesta su Davide Vannoni e poi ci sono voluti ben tre, dico tre nomine di Comitati scientifici per dire che il presunto metodo stamina non ha evidenze scientifiche (non era questo  il compito che dovevano svolgere) e infine con una senatrice inserita nella Commissione Igiene e Saniutà che organizza incontri e convegni, senza alcun confronto scientifico spiegando a chi in realtà di scienza e cellule staminale non sa neanche dove alberghi nella loro quotidianità…insomma un pour parler….In questa direzione vogliono entrare i veri attori di questa strana e nebulosa storia, i bambini sottoposti alle infusioni in un ospedale pubblico, autorizzati da una legge e da sentenze di giudici che al di là dell’evidenza scientifica, hanno imposto la prosecuzione di terapie che sono state le uniche che hanno migliorato la qualità della vita, per chi  la scienza e il governo non è capace a dare….speranza! Questa domenica 30 novembre a Mestre in Piazzetta Coin, dalle 10.30 alle 18.30 continua la terza tappa del tour Movimento Stamina, con un titolo che rappresenta la speranza cui vogliono avere queste famiglie:” Coloriamo l’Italia di speranza”, un’occasione per sostenere le famiglie che da mesi lottano per poter curare i propri figli col metodo Stamina, far sentire la loro testimonianza diretta e far conoscere a nuove e più persone la verità su questo tema così delicato. Ci saranno gadget, magliette, braccialetti, e tanti oggetti carini ideali come piccoli regali, anche in vista del vicino Natale, per sostenere con un piccolo gesto il Movimento (un’associazione apolitica e apartitica, formata da volontari di tutt’Italia, per aiutare concretamente le famiglie dei malati in cura con Stamina o di quelli in lista d’attesa, anche contribuendo per le varie azioni legali di questi mesi). Durante tutta la giornata ci sarà l’intrattenimento per i bambini, che potranno disegnare e giocare con noi con tanti palloncini colorati, anche a forma di animali e oggetti a scelta, col ballon art, inoltre ci sarà la truccabimbi e tante cose buone, dolci e salate, da mangiare a tutte le ore!"

Saranno presenti i genitori di Celeste Carrer, la prima bimba in cura con Stamina, che potranno raccontare i miglioramenti che ha avuto la piccola di Tessera, pur avendo una patologia neurodegenerativa molto grave, inoltre daremo voce anche a chi non ha potuto accedere alle cure, e ai malati che vorranno portare la loro testimonianza di un diritto che viene negato. L’incontro è rivolto a tutti… Chiedono di sentire direttamente dai diretti interessati una verità anche troppo manipolata e soprattutto sollevare la battaglia che non si è arresa, della difesa del diritto alla libertà di cura, per coloro cui questa società è capace solo a dire no e a proprorre una eutanasia passiva.
Il neurologo Marcello Villanova, che dirige da circa 14 anni è nata un’unità di “Riabilitazione e Recupero Malattie Neuromuscolari”presso l’ospedale privato accreditato Nigrisoli di Bologna che assieme al dottor Bach aveva visitato e Celeste Carrer e studiato il suo percorso dopo le infusioni,  da troppo tempo chiede un confronto scientifico serio, e con una nota amara scatta una fotografia che sembrerebbe anacronista per i tempi moderni in cui stiamo vivendo:”E' da qualche tempo che non c'è giorno che passi che non esca un articolo di qualche "scienziato" e/o affine al campo scientifico che non denigri i giudici che hanno autorizzato le infusioni di Brescia e/o plaude al comportamento della scienza italiana. Lo trovo straordinario, riescono a dire tantissime cose senza avere un minimo dato scientifico concreto nelle proprie mani, senza avere una sola briciola di verità scientifica della vicenda; verità, tra l'altro, mai ricercata. Posso capire un magistrato che si occupa di penale che ipotizzi qualche reato nel comportamento di singole persone, ma non posso assolutamente comprendere come queste persone cosiddette di scienza o affini possano tutti i giorni insultare la dignità di famiglie e bambini affetti da gravissime malattie senza avere un minimo di conoscenza concreta di ciò che è accaduto. Io posso solo dire, avendo avuto conoscenza diretta dei dati scientifici emersi in alcuni di essi, che molti giudici del lavoro hanno svolto un lavoro straordinario di verità, le loro decisioni in senso positivo sono avvenute grazie ad una presa di coscienza diretta della documentazione clinica in possesso dei genitori. Molti bambini li ringraziano, forse senza di loro il loro presente sarebbe stato molto diverso, qualora ci fosse stato.”
Che dire carissimo dr Villanova, agli occhi di chi vede il dolore e il corraggio, ancora dopo questa prova di forza tra istituzioni e famiglie colpite da una malattia neurodegenerativa, è davvero umiliante per questo paese continuare a dover leggere queste prese di posizione, un paese che ha dato i natali a Galileo Galei, i suoi scritti erano stati messi nell'indice dei libri proibiti, un elenco di pubblicazioni proibite dalla Chiesa cattolica, creato nel 1558 per opera della Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione. Galilei, padre del Metodo Scientifico, un italiano che ha reso servizio al mondo con il suo talento, la sua genialità ma soprattutto la sua forza di contrastare un abominio nei suoi confronti. La cosa più bella che uno scienziato può e deve mettere a disposizione, non verdetti e giudizi, ma semplicemente STUDIO e OSSERVAZIONE. Uno scienziato non è un giudice ma un semplice servo della scienza, guidato dalla passione per la verità…Oggi chi può a Mestre c’è l’occasione per capire, e dare solidarietà a chi non combatte contro solo una grave malattia, ma soprattutto contro un sistema che divora chi chiede trasparenza e onesta intellettuale e il diritto di curarsi con un metodo che finora ha dato solo speranza.