ALIFE, IMPIANTO TRASFORMAZIONE RIFIUTI ORGANICI: CITTADINI IN RIVOLTA

di Adele Consola
Alife (CE)
– Presso l’aula consiliare del Comune di Alife è cominciata ufficialmente, venerdì 23 gennaio, ufficialmente la raccolta di adesioni e la protesta impugnata dal neonato “Comitato per la tutela della salute e dell’ambiente” contro la realizzazione di un impianto di trasformazione di rifiuti organici da 75.000 tonnellate/anno previsto nella zona ASI di Alife. Vista la grande affluenza di cittadini già è stato fissato un prossimo incontro per venerdì 30 gennaio alle ore 20:00, in modo da proseguire con la raccolta delle già numerosissime adesioni e discutere sul da farsi.

Antonio Capriata e Mariano Ginocchio hanno introdotto le questioni discusse nel corso della serata ed hanno svolto la funzione di moderatori dell’incontro. In particolare hanno spiegato l’iter della costituzione del comitato. E’ poi intervenuto Gianfranco Di Caprio, ingegnere esperto in materia tecnica-ambientale, il quale avvalendosi di una presentazione power point, video proiettata per rendere più fruibili le informazioni al pubblico, ha sviscerato tutte le questioni tecniche dell’impianto. In particolare ha fatto un quadro generale della situazione rifiuti in Campania, evidenziando quali sono le cifre attuali di produzione di rifiuti e le proiezioni per il futuro, ha poi illustrato quali e dove sono collocati gli impianti che attualmente provvedono allo smaltimento dei rifiuti. Detto ciò è passato alla illustrazione tecnica specifica dell’impianto alifano: la posizione, l’impatto ambientale e paesaggistico, il funzionamento e la ripartizione delle varie tipologie di rifiuti trattati. Ha concluso il suo intervento evidenziando i pro: occupazione (10 unità lavorative più un responsabile), minore costo smaltimento rifiuti, ed i contro: dimensioni, trasporti (60 camion al giorno in transito), gestione, pericolo in caso di crisi ambientali e carenza di stabilizzante (materiale in discarica).

Terminato l’intervento tecnico si è dato il via alla discussione a cui ha partecipato Filippo Mercorio, tecnico progettista dell’impianto, che ha illustrato come l’elevata tecnologia realizzativa dell’impianto non possa costituire un rischio ambientale per il territorio. Presenti anche rappresentanti della maggioranza consiliare Giammatteo, Riccio, Sasso e Palmieri che hanno dichiarato la loro contrarietà all’impianto promettendo appoggio e collaborazione al comitato a partire dal prossimo Consiglio comunale che si focalizzerà sulla questione, nonostante fosse stato convocato solo in seguito alla mobilitazione dei cittadini. Il gruppo consiliare di opposizione rappresentato da Gianfranco Di Caprio ha ribadito la sua contrarietà all’impianto e si è mostrato ben felice di poter celebrare il Consiglio comunale già richiesto a tempo debito.

Furibondi i cittadini intervenuti, totalmente contrari perché si tratterebbe di un impianto fortemente impattante data la mole. Nella ridente vallata alifana si rischierebbe di ricevere i rifiuti organici di più della metà dei comuni dell’intera provincia di Caserta a poco più di un chilometro dal centro abitato. Un territorio a vocazione agricola che rischierebbe tutto.

 




STAMINA: L'ALTRA FACCIA DEL PATTEGGIAMENTO, LA TERAPIA DEVE INTERROMPERSI IN ITALIA E ALL'ESTERO

di Chiara Rai

Un'altra doccia ghiacciata per Vannoni ma soprattutto per i malati che speravano di curarsi con la terapia stamina. Il patteggiamento sta portando al decesso di una terapia che avrebbe potuto salvare tanti bambini, tanti malati che chiedono disperatamente che gli venga garantito il diritto alla vita. Se la Procura di Torino dovesse accettare la richiesta di patteggiamento per Davide Vannoni, il presidente di Stamina Foundation dovra' astenersi dal commettere reato sia in Italia che alla estero, il che significa stop definitivo alle cure. Sarebbe questa la condizione imposta dalla procura, dopo la richiesta di patteggiamento a 1 anno e 10 mesi avanzata da Vannoni, che dovrebbe inoltre ritirare il ricorso al Tar del Lazio contro il ministero della Salute. Finisce tutto a tarallucci e vino e a farne le spese è solo chi soffre.




STAMINA: DAVIDE VANNONI PRONTO A RITIRARE IL RICORSO CONTRO IL MINISTERO DELLA SALUTE

di Alberto De Marchis

Non ci si può credere: la vicenda stamina finisce così? Nulla di ufficiale ma pare proprio che il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, abbia chiesto il patteggiamento a 1 anno e 10 mesi e il rovescio della medaglia è presto servito: i legali sono pronti a ritirare il ricorso al Tar Lazio contro il ministero della Salute e a fermare l'attività in Italia. Ora l'ultima parola spetta al pm Raffaele Guariniello, il quale dovra' esprimere il suo verdetto. "Non c'e' nulla di ufficiale: abbiamo preannunciato il ritiro del ricorso al Tar del Lazio contro il ministero della Salute, ma stiamo ancora facendo le nostre valutazioni". ha detto Pasquale Scrivo, avvocato difensore di Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation, a proposito del patteggiamento a 1 anno e 10 mesi proposto dal suo assistito. "Escludo qualsiasi contraccambio – ha concluso Scrivo – e sull'interruzione della sperimentazione dico che e' gia' ferma da mesi, quindi non avrebbe senso neppure proporla". Sull'entita' della condanna, il legale dice invece: "Ci puo' stare, ma ancora e' presto per trarre conclusioni".  Un epilogo veramente devastante. Soltanto il 19 gennaio scorso, scrivevamo "nessuno tocchi il ricorso al Tar", a dirlo erano i fratelli Biviano, malati di distrofia muscolare che vivono ormai dal 13 luglio 2013 dentro la tenda blu davanti al parlamento italiano. Che dire, forse si è vicini all'ultimo sogno infranto ma la speranza dei malati non può e non deve spegnersi perché la voglia di vivere deve aiutarli a superare l'aparente muro di egoismo e curruzione eretto.




MALARIA: SCOPERTE LE CAUSE DELLA RESISTENZA

Redazione

Un grande passo per la ricerca scientifica. Scoperte le mutazioni genetiche nel genoma del parassita che causa la malaria responsabili della resistenza all'artemisinina, un farmaco di prima linea molto utilizzato contro la malattia. Almeno questo e' quanto emerso da uno studio della Mahidol-Oxford Tropical Research Unit (MORU), in Thailanda, pubblicato sulla rivista Nature Genetics.
  I risultati, secondo i ricercatori, aiuteranno a identificare le aree in cui la resistenza all'artemisinina potrebbe diffondersi. "L'artemisinina e' il farmaco migliore che abbiamo avuto per lungo tempo e vogliano che questa storia di successo continui", ha detto Olivo Miotto, autore principale dello studio. "Per questo la sua efficacia deve essere protetta e sostenuta", ha aggiunto. Quando il primo farmaco contro la malaria, la clorochina, e' stato sviluppato, i ricercatori pensavano che la malattia potesse essere eliminata entro pochi anni. Ma il parassita della malaria di e' dimostrato piu' "furbo" e si e' evoluto in modo da eludere il trattamento. Con il tempo sono emerse varie forme di resistenza, iniziate negli stessi luoghi: dal confine Cambogia-Thailandia e poi in tutta l'Asia e in Africa. Ora sembra che la storia possa ripetersi con l'artemisinina. Alcuni casi sono stati confermati in Thailandia, Cambogia, Laos, Vietnam e Myanmar. I ricercatori hanno cosi' identificato le diverse mutazioni genetiche del parassita della malaria legati alla resistenza. Dopo aver analizzato 1.612 campioni provenienti da 15 localita' in Asia e in Africa, gli studiosi hanno confermato che le mutazioni in un gene chiamato "Kelch13" sono fortemente associate alla resistenza della malaria. "Se non si ha questa mutazione di kelch13 non si ha resistenza", ha detto Miotto alla Bbc. I ricercatori hanno inoltre scoperto altre 4 mutazioni che sembrano lavorare insieme alla mutazione di kelch13. "Riuscire a mappare i posti in cui c'e' la resistenza e in cui c'e' il rischio di svilupparla e' incredibilmente utile per aiutare a concentare le risorse per eliminare la malaria", hanno detto i ricercatori.




SANITA': LIVELLI MINIMI DI ASSISTENZA A RISCHIO

Redazione

I pesanti tagli che hanno colpito la sanita' pubblica negli ultimi anni potrebbero, se i risparmi ottenuti non verranno reinvestiti nell'assistenza territoriale e domiciliare e nell'ammodernamento tecnologico e infrastrutturale, mettere a rischio i livelli essenziali di assistenza (Lea), "facendo emergere, nel lungo periodo, deficit assistenziali" soprattutto al Sud. E' l'allarme lanciato dalla Corte dei Conti nella Relazione sulla gestione finanziaria degli enti territoriali 2013. Secondo il rapporto, "le manovre correttive dei conti pubblici, attuate, nel triennio 2011/2013",sono state poste, "per una parte significativa, a carico del settore sanitario: nello scorso anno, quasi il 30% delle minori spese nel conto della PA rispetto al preconsuntivo di ottobre, sono da ascrivere al settore sanitario, che pero' ha assorbito solo il 16,20% della spesa primaria corrente".




STAMINA: LA BATTAGLIA DEI FRATELLI BIVIANO, NESSUNO TOCCHI IL RICORSO AL TAR!

di Cinzia Marchegiani

Roma – L’anno per i fratelli Biviano è iniziato male, e non è un caso. Sono malati di distrofia muscolare e vivono ormai dal 13 luglio 2013 dentro la tenda blu davanti al parlamento italiano. Vivere per loro in quelle condizioni è ogni giorno una battaglia senza armi, senza scudi, non hanno un bagno privato, le comodità di una casa, ma soprattutto da tempo ormai non fanno più fisioterapie. No, non è uno scherso purtroppo! Hanno accumulato in quasi due anni di lotta pesanti ripercussioni sul loro stato di salute, e spesso nascondono i malesseri per non far preoccupare nessuno. Ma il corpo è una macchina che non fa sconti a nessuno e prima o poi presenta il conto. Con lo scoccare del nuovo anno, Sandro è stato ricoverato d’urgenza in ospedale, accertamenti sul suo stato di salute, la sua unica preoccupazione lasciare da solo il fratello con la sua compagna in tenda da soli, lui era ricoverato al caldo e al riparo. Ora è inngravi condizioni Marco suo fratello, che nonostante avesse provato a celare quei malesseri subdoli, è stato portato con il 118 all’ospedale. Di lui Sandro racconta: «542 giorni in questa piazza e ormai tutti sapete quello che abbiamo affrontato e quello che lasceremo per sempre in questa piazza….Noi dignitosamente e democraticamente da liberi cittadini consapevoli che il metodo stamina potrebbe non funzionare sulla nostra patologia, ma di certo ha funzionato su altre patologie, offrendo una vita dignitosa a bambini ed adulti con risultati evidenti non solo ai nostri occhi. Noi abbiamo ritenuto doveroso provare a non far togliere quella speranza a chi di speranza vive.

Sono orgoglioso di avere un fratello determinato al punto di quasi morire dentro questa tenda, chiedendo come stava e lui mi rispondeva "sto bene non chiamate nessun medico", venerdì a sua insaputa abbiamo chiamato dei paramedici dove si sono presentati davanti a lui e non ha potuto rifiutarsi, si sono accorti di una sofferenza nella respirazione per via dei bronchi pieni e difficoltà nell'espellere il catarro, con saturazione a 70.
Ieri mi hanno fatto entrare in sala di rianimazione il mio cuore era a pezzi, ci siamo consumati come una candela. Il 13 dicembre mi sono sentito con il prof Davide Vannoni, mi disse "io voglio andare avanti non voglio che i miei figli quando crescono gli dicono che loro padre era un ciarlatano". Siamo andati in guerra siamo sul campo e stiamo lottando trasurando salute…il ricorso al tar non si deve toccare è una battaglia che noi con tutti i genitori e tantissime famiglie stiamo lottando con tutte le forze!! La giustizia e la speranza non devono perdere e noi sempre in tutti i modi andremo avanti a lottare per i diritti dei malati e per la loro speranza…perchè nessuno mai deve essere abbandonato».

La telenovelas della sperimentazione sta mostrando tutte le sue sbavature, un Ministro della Salute che come uno schiacciassassi, ha bocciato, nonostante il Tar del Lazio avesse intimato la nomina di personaggi fuori da ogni logica di conflitto di interessi, altri due comitati nominati, l’ultimo sembra non aver rispettato la guida con inviti precisi e tecnici, ma evidentemente nessuno vuole conoscere la verità che si è consumata nelle stanze dei bottoni.
Indipendentemente dal Processo a Torino, il ricorso al Tar qualcuno dovrà rispondere, non si facciano spallucce, perché le famiglie dei malati vogliono sapere cosa è accaduto, e perché il Ministro Lorenzin non risponde alle interrogazioni parlamentari, cosa attende…il patteggiamento?

Eppure il 4 dicembre 2014, Matteo Mantero, deputato alla Camera del M5S chiedeva risposte precise:” Esattamante un anno fa il Tar del Lazio sospendeva il parere del Comitato Scientifico contrario alla sperimentazione e accoglieva il ricorso di Davide Vannoni. Il Ministero annunciava, così, la nomina, a breve, di un nuovo comitato scientifico per la valutazione del metodo Stamina, la cui prima riunione avveniva lo scorso 10 giugno presieduto da Michele Baccarani, il cui lavoro è durato quattro mesi. La decisione del comitato con la quale gli esperti bocciano il metodo, stabilendo che non esistevano i presupposti per fare partire la sperimentazione scientifica del protocollo Stamina, è arrivata il 2 ottobre; Il 5 novembre interviene il Ministro Lorenzin, la quale emana un decreto ministeriale che accogliendo le valutazioni del Comitato Scientifico pone il divieto definitivo alla sperimentazione. Abbiamo richiesto al Ministero di poter vedere il parere del comitato scientifico dal quale deriva la bocciatura, ma nonostante i ripetuti solleciti non abbiamo ottenuto risposte. Riteniamo doveroso che il Ministro, per il rispetto che si deve alle diverse famiglie che credono nella cura del dottor Vannoni, renda immediatamente noto e pubblico il contenuto del documento redatto dal comitato Scientifico Presieduto da Baccarani.”

Dal Ministro nessuna risposta, queste famiglie non contano nulla?

Anche l’On.Angelo Attaguile della Lega Nord ha presentato un’interrogazione a risposta scritta 4-07363 lo scorso 19 dicembre 2014, seduta n. 353 al ministro Lorenzin, che qui lasciamo nella sua interezza:
«Al Ministro della Salute, premesso che: le cronache hanno ben rappresentato tutta la vicenda drammatica che ha riguardato il cosiddetto "metodo Stamina"; la speranza che i malati hanno riposto nel metodo di cura è stata infinita; la fine traumatica della sperimentazione ha gettato nello sconforto pazienti e famiglie che vivono situazioni di assoluta drammaticità; i pazienti che ancora hanno fiducia nella cura da quasi 600 giorni dimorano con una tenda davanti al palazzo di Montecitorio, ricordandoci che non voglio arrendersi alla malattia; gli stessi pazienti ci ricordano che "Posto che alla base del metodo scientifico c'è l'osservazione, non capiamo perché non si indaghi su cosa è successo nei pazienti che già si sono sottoposti alla terapia di cui al metodo Stamina visto che, come ripetiamo, tutti i pazienti hanno avuto miglioramenti e nessun effetto collaterale dopo oltre 400 infusioni effettuate?"; a detta degli stessi "il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ha garantito in più occasioni a Marco e Sandro Biviano, Tiziana Massaro (mamma del piccolo Federico Mezzina), Andera Sciarretta (papà della piccola Noemi) Ilaria Giovanelli (mamma del piccolo Daniele) di avere delle terapie alternative a Stamina che, a sua detta, stavano dando ottimi risultati, ma, di fatto non ha mai dato seguito a quelle promesse"; i pazienti dichiarano inoltre: "Siamo consapevoli che Stamina non rappresenta una cura definitiva, come del resto tante medicine o terapie non lo sono (cortisone, insulina, paracetamolo, ecc.) ma sappiamo con certezza che dal 2011 ad oggi, Stamina non ha prodotto alcun effetto collaterale sulle oltre 400 infusioni effettuate. Sappiamo per certo che le patologie destinate alla terapia Stamina sono gravissime, a rapida progressione e ad esito infausto, per le quali la medicina attualmente non può offrire nessun rimedio."
L'interrogante chiede di sapere: se il Ministro, essendo a conoscenza della situazione, non intenda provvedere, in tempi rapidissimi, ad incontrare i rappresentanti dei pazienti e delle loro famiglie al fine di predisporre una soluzione che possa dare un segnale di attenzione concreto alla "tenda blu" che davanti al Parlamento ogni giorno ci ricorda che ci sono moltissime famiglie che vivono un dramma quotidiano senza speranza.»

Il muro del silenzio ancora è imponente, evidentemente si aspetta che altri traccino la storia, nessuna parola sull’ultimo comitato che annovera nelle nomine, importanti personaggi non indifferenti al destino di stamina. Per etica, onestà intellettuale e giustizia il governo tutto si deve sentire investito dalla necessità di indagare seriamente in questa direzione, poiché ad oggi, non è più adeguato che siano solo le associazioni a voler chiedere trasparenza! La verità è d’obbligo ed un atto dovuto, indipendentemente dal ricorso al Tar del Lazio, poiché non si può accettare che al governo non c’è un garante delle istituzioni che si chieda cosa è accaduto realmente. In una òegge di Stato ha autorizzato la sperimentazione votata all’unanimità dal governo, inutile appellarsi falsamente alla sentenza della Corte Costituzionale, perché da nessuna parte c’è scritto che la sperimentazione non s’ha da fare.
E allora ci vorrebbe una magistratura che apra un fascicolo su questo Comitato Scientifico, affinche la verità non venga seppellita nelle memorie solo di chi ha vissuto questi due anni, nella consapevolezza che che è giusto arrivare ad una conclusione…

Ebola, ha insegnato con fatti eclatanti, che questi bambini e malati di malattie rare e degenerative sono di serie B, e ciò è assolutamente inaccettabile. Vadano a verificare i magistrati quali sono le terapie che l’AIFA ha autorizzato per provare a curare Ebola ai medici che sono stati contagiati, in piena e totale dicitura, cure compassionevoli,  anche i medici erano appesi ad un filo etero e sottile, tra la vita e la morte, ma per etica gli è stata concessa un’opportunità… Non solo il ministro Lorenzin dovrebbe rispondere, ma l’intero governo, altrimenti diciamocelo in faccia onestamente, lasciate morire questi bambini, e non si dica che è una questione di cure compassionevoli, di soldi, di deregolamentazione, che in questi giorni in Italia c’è stato un bel show, a suon di dollaroni!




STAMINA: OMBRE SUL PROCESSO CON IL PATTEGGIAMENTO

 I rumors, sembrano delineare ancora un’altra deviazione su quella strada che giustamente doveva portare alla verità, verità che nessuno ad oggi sembra non poter ancora accedere come se queste piccole vite non contassero nulla…proprio nulla!

di Cinzia Marchegiani

La vicenda Stamina sembra destinata a non aprire le stanze segrete della verità. A notizie ultime sembra che ci sia una trattativa tra i legali di Davide Vannoni, Pasquale Scrivo e Liborio Catagliotti, con la pubblica accusa del procuratore Raffaele Guariniello, le difese avrebbero messo la condizione di restare sotto i due anni. Il giudice ha rinviato la discussione al 27 gennaio per i difensori degli imputati. Una mossa alquanto bizzarra visto la veemenza con cui il Procuratore Guariniello abbia mosso accuse specifiche contro il guru di Stamina e tutti i medici che hanno operato agli Spedali Civili di Brescia facendo entrare un metodo con cellule staminali mesenchimali che a tutt’oggi hanno dimostrato, per il principio della coerenza, che i bambini trattati non hanno ricevuto effetti collaterali, anzi, il tempo ha dimostrato che hanno perso quei benefici dopo le interruzioni e che stranamente una metodica aveva sortito effetto. Nessuno degli accusatori, è andato a bussare alle case dei genitori, per fare analisi specifiche su questi bimbi trattati per convalidare le accuse esternate.
Un patteggiamento alquanto misterioso quindi agli occhi di chi ha visto dichiarazioni forti e con certa precisione contro questo metodo e metodiche attuate nel nosocomio di Brescia. La Lorenzin, il Ministro della Salute, dovrebbe per onestà non solo intellettuale invece essere la prima a cercare di capire cosa c’è dietro a questa storia diventata quasi irreale, per i puntuali effetti scenografici che abbiamo assistito in questi anni….si può conoscere la verità?

Un procuratore che ha sempre dichiarato che i documenti era chiari, eppure si scende ad un patteggiamento…che non va dimenticato comunque può essere impugnato da una procura che vorrebbe vederci chiaro su tutta questa strana vicenda giudiziaria. Il punto emblematico che custodisce la vera forza della verità è il ricorso al Tar, che per chi conosce i dati documentali, apre ulteriori scenari sull’ultimo comitato scientifico che la Lorenzin ha nominato, di cui però non si conosce il decreto di nomina, di cui molti membri sembrano essere ancora in totale conflitto d’interesse e di cui l’Osservatore d’Italia si riserva con un’inchiesta di capire cosa si nasconde dietro nomi e associazioni.

Proprio in questo momento è arrivato il comunicato dei genitori dei bambini che sono stati in cura con stamina e di chi non ha avuto accesso nonostante le ordinanze imponevano le terapie agli Spedali Civili di Brescia, che lasciamo nella sua interezza:
«Come genitori e pazienti in cura con il metodo Stamina a Brescia, uniti alla famiglia di Noemi Sciarretta cui è stato negato in extremis l'accesso alla terapia, al di là delle legittime ed inopinabili scelte processuali del singolo imputato, riteniamo necessario procedere con l’azione intrapresa con i il ricorso presentato da Stamina Foundation al Tar del Lazio contro il parere della seconda commissione scientifica nominata dal Ministro Lorenzin. Soltanto attraverso la limpida sperimentazione del metodo potremo finalmente fare luce sulla vicenda e, senza compromessi,ottenere una verità cui l'opinione pubblica e noi pazienti abbiamo diritto.
Attendiamo l’evolversi giudiziario della presente vicenda: dall’udienza innanzi al Tar del Lazio fissata per il giorno 21 gennaio, augurandoci che i rumors relativi ad un ipotetico ritiro del ricorso da parte di Stamina siano infondati, alla successiva udienza innanzi alla Procura di Torino fissata per il giorno 27 gennaio.»

Insomma, il Tar del Lazio potrebbe dimostrare la prima verità, chi non voleva la sperimentazione? E ora forse Vannoni ritirerà il ricorso al TAR, per beneficiare del patteggiamento?

Qualcosa non torna e sarebbe davvero un fatto di estrema gravità se la verità non fosse perseguita, per chiarire finalmente una questione che vede in ballo le morti di piccoli malati che potrebbero essere salvati. I rumors, come dice il comunicato stampa stesso, sembrano delineare ancora un’altra deviazione su quella strada che giustamente doveva portare alla verità, verità che nessuno ad oggi sembra non poter ancora accedere come se queste piccole vite non contassero nulla…proprio nulla! 




TUMORI: STATINE POSSONO FERMARE DIFFUSIONE METASTASI

Redazione

Le statine, noti farmaci che tengono a bada il colesterolo alto, possono contribuire a fermare la diffusione del cancro. Almeno questo e' quanto emerso dauno studio della University of Pittsburgh, pubblicato sulla rivista Scientific Reports. Le cellule tumorali hanno bisogno del colesterolo per espandersi dal tumore originale e per creare metastasi. Ora gli scienziati americani hanno dimostrato che le statine potrebbero essere in grado di fermare le cellule responsabili della diffusione mortale del cancro. In una serie di esperimenti in provetta, gli studiosi hanno dimostrato che i farmaci anti-colesterolo lavorano meglio contro alcune cellule tumorali rispetto ad altre. "Anche se le statine probabilmente non sono efficaci contro il tumore primario del paziente, potrebbero invece agire per bloccare la capacita' del tumore di metastatizzare"; ha detto Zoltan Oltvai, autore dello studio. "Questo e' molto importante perche' la maggior parte deimalati di cancro muore per le metastasi", ha aggiunto. Una soluzione potrebbe essere quindi quella di somministrare le statine insieme agli altri trattamenti standard, come la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia.




AUTISMO: QUALCOSA ACCADE ALLA NOSTRA SOCIETA' AL LIVELLO EPIDEMIOLOGICO

Importanti osservazioni del dottor Girolamo Giannotta sull’autismo che ricorda come sia a tutti gli effetti un membro di una famiglia allargata di epidemie post-industriali che coinvolgono una risposta immune inappropriata. La società industriale ha depositato un pesante carico tossicologico capace di intaccare la nostra prole. Tra gli imputati il mercurio che non è solo presente nei vaccini. Nel periodo gestazionale lo sviluppo del cervello dipende dalla genetica ma anche dalla dieta della madre se si alimenta con pesce contaminato

di Cinzia Marchegiani

A parlarci di autismo interviene il dottor Girolamo Giannota, medico pediatra che da tempo sta analizzando molti studi in merito a questa malattia che ad onor di cronaca comincia a diventare non più una patologia rara, i numeri in crescita purtroppo cominciano ad indicare che qualcosa di importante sta accadendo alla nostra società a livello epidemiologico e non solo. Per il dr Giannotta ci sono diverse linee di evidenza che supportano l’idea che l’autismo è un membro tipico di una grande famiglia di malattie croniche, non infettive, immuno-correlate ed associate alla società post-industriale. La famiglia di questa nuova nobiltà annovera tra i suoi membri le malattie auto-infiammatorie, allergiche ed auto-immuni che sono la conseguenza di una forte destabilizzazione del sistema immunitario:”Queste malattie sono il risultato dell’interazione tra genetica ed epigenetica, hanno cause scatenati, esiste un ruolo apparente del sistema immunitario nella patogenesi, sono altamente prevalenti, l’eziologia e le manifestazioni sono complesse. Se anche l’autismo è una questione associata all’ipersensibilità immunitaria, che si manifesta in modo epidemico in una società post-industriale; c’è da pensare che la sola presa di coscienza possa consentire di adoprarsi per la sua prevenzione.”

Il dottor Giannotta entra nel dettaglio e cerca di inabissarsi in quei vuoti e bui angoli che dovrebbero invero suscitare interesse.

« Se pensiamo che l’autismo è un membro di una famiglia allargata di epidemie post-industriali che coinvolgono una risposta immune inappropriata, ammettiamo fin da ora che la società industriale ci ha dotato di un carico tossicologico capace di intaccare la nostra prole e quella futura. Questa è decisamente una nuova ed olistica prospettiva che considera l’essere umano la risultante di un complesso processo di interazioni tra genetica ed epigenetica. Anche lo sviluppo del cervello nel periodo prenatale è la prova vivente che nessun processo evolutivo può realizzarsi indipendentemente dai fattori ambientali, che orchestrano e dirigono l’espressione genica, i cui prodotti (proteine) segnalano alle cellule quale è la strada temporale da percorrere.
Se è vero, come è vero, che lo sviluppo del cervello dipende dalla genetica e, soprattutto, dall’epigenetica; se sulla genetica possiamo incidere in misura infinitesimale, sull’epigenetica abbiamo la potenzialità di incidere decisamente per frenare questa continua ascesa della prevalenza dei disturbi pervasivi della comunicazione, che si sta realizzando sotto i nostri increduli occhi.»

AUTISMO E VITA INTRAUTERINA. PREVENZIONE

« Solo per ipotesi, se le radici della malattia emergono dalla vita intrauterina, è alla gestante che dobbiamo pensare per effettuare una minima prevenzione. Viceversa, se pensiamo che una parte dei casi si producono, come fatto iniziale, nella vita post-natale, dobbiamo concentrare la nostra attenzione sull’ambiente nutrizionale e tossicologico che circonda il neonato-lattante. Un esempio pratico vi farà capire la rilevanza del mio dire. Prendiamo il caso della tossicità del mercurio. Se pensiamo che il mercurio presente in piccole quantità in alcuni vaccini è lesivo per il sistema nervoso del neonato-lattante, potremmo anche decidere, in autonomia informativa, di non vaccinare il bambino. In questo caso abbiamo prodotto il nostro bilancio rischio/beneficio ed abbiamo allontanato il nostro bambino dal mercurio. Questo è quello che noi pensiamo di aver fatto adottando questa opzione. Ma siamo sicuri che questo bambino è libero dal mercurio? Evidentemente, siamo sicuri, ma è molto probabile che non sia così.
Tra i nutrizionisti italiani gira la bella e deleteria favoletta che la gestante deve mangiare molto pesce perché gli acidi grassi essenziali polinsaturi a lunga catena sono i precursori di EPA e DHA che servono al cervello fetale. Purtroppo, per la dinamica ambientale planetaria del mercurio, l’elemento tossico è concentrato nel pesce, e lo è in misura tanto maggiore, quanto più alta è la posizione del pesce nell’ambito della catena alimentare marina. Così la gestante consuma discrete ed importanti quantità di pesce che apportano molto più mercurio al feto di quanto possa fare la pratica vaccinale intera. Per di più, tale apporto avviene in un periodo di altissima vulnerabilità del cervello in via di sviluppo. Se questo è il danno, rimane la beffa che ci ha propinato il nutrizionista, che è un settorialista e non ha una mentalità olistica, poiché per lui gli alimenti sono solo fonte di nutrienti e non di nutrienti e di molecole tossiche eventualmente contaminanti. Inoltre, come fatto aggravante, è nella vita post-natale che servono molti acidi grassi per edificare le membrane del sistema nervoso centrale, poiché la mielinizzazione delle fibre nervose del cervello avviene nei primi due anni di vita post-natale.
Adesso sorge spontaneo il quesito: ha prodotto più danni il vaccino od il nutrizionista?
Mentre voi pensate che esiste anche la tossicologia che interessa l’unità materno-fetale, e della quale in pochi ne parliamo, io passo a fornirvi qualche altra notizia flash.
Nel 1992, Colborn and Clement, dissero alla comunità scientifica che certe sostanze chimiche di sintesi industriale erano in grado di attraversare la placenta e la barriera cerebrale, ed interferire con lo sviluppo e la funzione del sistema nervoso centrale del feto. Nel 1980 qualche studioso si preoccupava del fatto che la prevalenza dell’autismo era in aumento. Uno studio condotto nel 1998 nel New Jersey, dava prevalenze dello 0,40% e dello 0,67%, rispettivamente, per i criteri ristretti ed allargati per la diagnosi. Attualmente, la prevalenza negli USA di ASD pare che sia di 1 caso ogni 65 bambini, ben oltre l’1%.
Nel 1996 partirono le indagini strumentali con la risonanza magnetica nucleare (MRI), cominciarono le indagini istologiche su materiale umano e modelli animali, e cominciò ad essere evidente che le lesioni tipiche dell’autismo si verificavano prima o subito dopo la chiusura del tubo neurale che avviene attorno alle 6-7 settimane di gestazione.
Non mancano gli tabella sugli ormoni tiroidei. Vi ricordo che nelle prime settimane di gravidanza il feto è totalmente dipendente dagli ormoni materni e che gli ormoni tiroidei sono importantissimi per edificare una corretta struttura cerebrale. Nel 2003, Lavado-Autric et al., dimostrarono che esisteva un’anormale migrazione cellulare ed un’anormale cito-architettura nell’ippocampo e nella corteccia primaria somato-sensoriale nei piccoli ratti, la cui mamma era stata alimentata con una dieta carente di iodio. La carenza di ormoni tiroidei nelle fasi precoci della gravidanza non provoca l’autismo, ma imponenti e definitivi effetti sul divenire del sistema nervoso centrale che possono essere prevenuti solo con un banale dosaggio degli ormoni tiroidei e del TSH, appena dopo che è arrivata la notizia della gravidanza.»

MA QUANDO INIZIA L’AUTISMO?

«Accertato che non conosciamo la causa, non conosciamo l’iniziale evento della malattia, non conosciamo il tempo d’insorgenza, ma sapendo che le sostanze chimiche nocive raggiungono facilmente il cervello fetale, che il cervello fetale può essere compromesso nel suo iter evolutivo da tossici e carenze ormonali; non ci resta che proiettarci sui temi più dibattuti, senza esprimere un giudizio di merito derivante da personali convinzioni.
La prima cosa sulla quale fare chiarezza sono i disturbi intestinali che spesso si associano ai sintomi neurologici e psichici, nei bambini affetti da questa patologia. I disturbi intestinali cui si fa riferimento non sono le malattie infiammatorie intestinali (IBD), quali morbo di Crohn e colite ulcerosa, che qualcuno in modo marchiano confonde. Le IBD non sono associate dagli studiosi all’autismo, almeno nella letteratura che ho letto, seppur entrambi abbiano una componente infiammatoria importante (l’unico articolo è stato quello di Wakefield costretto a ritrattarlo). Visto che siamo nell’intestino dobbiamo pure sfatare il mito della dieta “Gluten-Free, Casein-Free”. Tale dieta viene adottata su bambini affetti da ASD che non hanno la celiachia. Il suo ipotetico razionale è alla base della teoria dell’asse microbiota-intestino-cervello, che si regge su questa catena di eventi: il microbiota è alterato, rende la mucosa intestinale suscettibile al danno, all’infezione, all’infiammazione, all’anormale digestione, allo sbilanciamento del sistema immunitario ed alla cross-reazione in altri tessuti, incluso il cervello. È decisamente una catena di eventi sulla quale non posso esprimere opinioni; ma che comunque mi detta una relazione temporale: il danno intestinale precede e determina il danno neurologico.»

NEURO- INFIAMMAZIONE…IN CASO DI ASD, SI MA QUANDO INIZIA?

«L’altro campo di battaglia è la neuro-infiammazione in caso di ASD. Ci sono troppe cose che bollono in pentola ma manca l’elemento chiave: quando inizia e dove inizia?
In attesa della fondamentale risposta, vi dico che le ricerche attuali sono incentrati sulle risposte anomale del sistema immunitario prodotte in risposta a non si sa che cosa. Poi i filoni utilizzati privilegiano, di volta in volta, lo stress ossidativo, la disfunzione mitocondriale, l’esposizione a tossine ambientali e l’alterazione del sistema immunitario.
Infine, alcuni quesiti li lascio alla vostra riflessione: è possibile che il cervello durante la gravidanza non venga influenzato dalle molecole chimiche nocive disperse nell’ambiente? Siamo in grado di discernere tra causa prenatali e cause post-natali? La malattia quando, e dove inizia? La neuro-infiammazione quando inizia dove inizia e chi la scatena?
Anomalie istologiche cerebrali possono attivare la neuro-infiammazione, ed essa è causa od effetto del danno? Il fetal programming prenatale che ruolo ha nello stress del feto, poiché esso attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene ed inattiva l’asse con la tiroide e le gonadi? Il fumo di sigaretta ed altri fattori quali la carenza di ormoni tiroidei e della vitamina D li abbiamo considerati?»

Conclude il dr Giannotta con un aneddoto: “Stewart Johnson, aveva un figlio autistico che spesso manifestava episodi autodistruttivi e la disperazione lo indusse a cercare tabella in merito. Un giorno ne lesse uno, prodotto dall’Università dell’Iowa, che sosteneva che c’è stato un successo nel trattamento dei pazienti con il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa (entrambi IBD) con le uova di Trichuris suis (un parassita del maiale). Nelle IBD il sistema immune attacca la parete intestinale. Vargas et al. hanno dimostrato un’attivazione gliale estesa e la neuro-infiammazione nel cervello dei pazienti con autismo. Il signor Stewart è stato veloce di pensiero ed ha formulato l’ipotesi che esisteva una connessione tra intestino e cervello, fino a spingerlo ad ipotizzare la risoluzione del problema intestinale come apripista per la risoluzione del problema neurologico. Il dr. Eric Hollander ed il dr. Montefiore, non della Papuasia ma, del Medical Center University of the Albert Einstein College of Medicine, hanno preso la palla al volo ed hanno ottenuto il permesso da parte della FDA (Food and Drug Administration), che è la principale agenzia regolatoria sull’uso dei farmaci degli USA, di trattare il povero bambino di Stewart con le uova di parassita con l’etichetta delle“cure compassionevoli”. Dopo 10 settimane di trattamento con 2500 uova date ogni 2 settimane, i sintomi erano scomparsi. Il bimbo smise di picchiare la testa contro le pareti. Il comportamento psicotico si era arrestato e la vita del bimbo divenne normale.
La situazione testé riferita ha portato comunque ad un’ipotesi scientifica: il parassita intestinale può attivare la risposta di tipo TH2, e come conseguenza, sopprime la risposta TH1, la quale è usualmente implicata nelle malattie autoimmuni. Rottamata la prima, la seconda ipotesi formulata attribuisce al parassita la capacità diretta di modulare l’attività delle cellule Treg. I Treg sopprimono l’attivazione del sistema immune, perciò lo preservano dagli attacchi contro i propri tessuti. L’induzione delle cellule Treg nell’intestino modifica lo stato infiammatorio che risulta in una ridotta infiammazione del cervello.
Questo non vuol dire che cureremo l’autismo con i parassiti di maiale."

Riflessioni, osservazioni sempre importanti, perché lasciano la traccia di un viaggio, di uno studio che cerca tanti in tanti perché e le molteplici risposte, nascoste nell'ngegneria umana, fatta di tante molecole e cellule che improvvisamente rispondono agli imput di un sistema esterno forse per proteggere qualcosa di davvero miracoloso, la vita. Mai arrendersi, questi bambini hanno bisogno di risorse umane e intellettive, capaci anche di dare supporto e assistenza. 




OGM: IL PARLAMENTO EUROPEO HA DECISO, GLI STATI POSSONO SCEGLIERE SE VIETARLI

Novartis e altri colossi delle sementi OGM indirettamente puntano un riflettore sul potere della scienza in Italia dove emergerebbe una posizione predominate sulla scena molto politicizzata della senatrice Cattaneo

di Cinzia Marchegiani

Dalla Sessione Plenaria del Parlamento europeo arriva un segnale importante, gli Stati membri possono decidere di vietare le colture OGM sul loro territorio.

L'UE ha affrontato una delle più difficili norme sugli alimentari geneticamente modificati nel mondo, d’altronde la coltivazione di colture OGM è consentito solo a seguito di una valutazione dei rischi approfondita. Il Consiglio ha approvato una proposta di dare agli Stati membri una maggiore flessibilità per affrontare OGM sul loro territorio. I deputati hanno discusso la proposta che è stata votata proprio lo scorso martedì.
La nuova legislazione, che permette a gli Stati membri dell'UE di limitare o vietare la coltivazione di colture contenenti organismi geneticamente modificati (OGM) sul loro territorio, anche se questo è consentito a livello europeo, è stata approvata dai deputati il 13 gennaio 2015. L'accordo negoziato con i ministri europei è stato approvato dal 480 voti a 159, con 58 astensioni. La nuova normativa entrerà in vigore nella primavera del 2015.

La legislazione, informalmente concordata dal Parlamento e dal Consiglio nel mese di dicembre, è stata originariamente presentata nel 2010, ma è stata poi in fase di stallo per quattro anni a causa di un disaccordo tra pro e anti-OGM stati membri.
FrédériqueRies (ALDE , BE) ha spiegato: "Questo accordo garantirà una maggiore flessibilità per gli Stati membri che desiderano limitare la coltivazione di OGM sul loro territorio. Sarà, inoltre, cartello di un dibattito che è tutt'altro che finito tra pro e posizioni anti-OGM. Per quanto riguarda ciò che viene dopo, ho posto la mia fiducia in impegno formale della Commissione il presidente Jean-Claude Juncker per rafforzare il processo democratico sugli OGM in Europa e garantire che la ricerca sia realmente indipendente”.

VALUTAZIONE E GESTIONE DEI RISCHI
Le nuove norme dovrebbero consentire agli Stati membri di vietare OGM per motivi di politica ambientale diversi rischi per la salute e per l'ambiente già valutati dall'Autoritàeuropea per la sicurezza alimentare (EFSA).
Gli Stati membri possono inoltre vietare le colture OGM per altri motivi, come lapianificazione urbana e rurale requisiti, l'impatto socio-economico, evitando lapresenza involontaria di OGM in altri prodotti e gli obiettivi politici farm. Squalifiche potrebbero includere anche i gruppi di OGM designati dalla coltura o tratto.

Prima che uno Stato membro può adottare tali misure, la normativa prevede una procedura che consenta all'azienda coltura OGM ad acconsentire a tali restrizioni alla sua autorizzazione all'immissione in commercio. Tuttavia, se la società non è d'accordo, lo Stato membro può imporre un divieto unilaterale. Il mais MON810 è attualmente l'unica coltura GM coltivata nell'UE. Il "Amflora" GMpatata è stato vietato dal ribunale dell'Unione europea nel 2013, dopo un iniziale via libera della Commissione europea.

ZONE CUSCINETTO / CONTAMINAZIONE INCROCIATA

Gli Stati membri dovrebbero inoltre garantire che le colture OGM non contaminino altriprodotti, e una particolare attenzione deve essere rivolta alla prevenire la contaminazione transfrontaliera con i paesi vicini, dice il testo ..
Una decisione attesa e combattuta da due fronti decisamente opposti, ma finalmente ora sarà permesso di crescere colture geneticamente modificate nell'Unione europea gli Stati solo una volta che sono stati autorizzati a livello comunitario, a seguito di una valutazione del rischio rigoroso effettuata dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Dopo l'autorizzazione, i singoli paesi dell'UE possono vietare il prodotto OGM sul loro territorio, utilizzando la cosiddetta clausola di salvaguardia. E’ stata giustificata questa decisione, dimostrando che l'OGM può causare danni a persone o per l'ambiente. Attualmente, solo un prodotto transgenico – il mais resistente agli insetti MON 810 della Monsanto – è cresciuto nella UE. Tuttavia, alcuni paesi – Austria, Bulgaria, Grecia, Germania, Ungheria, Italia, Lussemburgo e Polonia – hanno clausole di salvaguardia adottate per vietare la coltivazione nei loro territori.

IL PUNTO

L'Unione europea ha sentito la necessità di cambiare l'attuale sistema di autorizzazione dei prodotti geneticamente modificati, poiché alcuni Stati membri hanno chiesto maggiore libertà e flessibilità di limitare o vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio. Gli Stati membri possono inoltre vietare le colture OGM per altri motivi, come la pianificazione urbana e rurale requisiti, l'impatto socio-economico, evitando la presenza involontaria di OGM in altri prodotti e gli obiettivi politici. Squalifiche potrebbero includere anche i gruppi di OGM designati dalla coltura o tratto.

CONFLITTI DI INTERESSE O SCIENZA POLITICIZZATA?

Tuonava la senatrice Elena Cattaneo, che occupa un importante ruolo nella Commissione Sanità, che “Vietare gli Ogm è un grave danno. Non ci sono prove che siano nocivi.” E poi ancora:” Il Governo e la politica economica del Paese non possono basarsi sui sentimenti o sulle opinioni, invece che su fatti scientificamente validati. Nell'interesse del Paese le decisioni devono essere prese confrontando fatti, numeri e statistiche. Queste sono le regole del confronto scientifico, ma in ultima istanza anche democratico. Altrimenti è come se Galileo Galilei non fosse nemmeno nato e non avessimo ancora capito cosa ha permesso di triplicare l'aspettativa di vita, curare malattie, riscaldare le case, andare sulla Luna, etc.” ed invitava a coinvolgere le istituzioni a confrontarsi sui fatti che potevano giustificare il divieto o coltivare gli OGM. La Cattaneo che ora è senatrice dovrebbe ricordare che in seguito all’indagine del senato proprio sulla sicurezza degli OGM  emerse che non c’è sufficiente chiarezza in merito agli obiettivi della valutazione del rischio, dove purtroppo mancano studi predittivi proprio sull’impatto sugli ecosistemi in merito ai fenomeni di ibridazione tra piante trasgeniche e quelle che il buon Dio ha creato.

E sorge un lecito sospetto in quanto la Cattaneo propone di coltivare Ogm «al di là di brevetti e multinazionali»…interessante presa di posizione che stona e non poco con il ruolo di un senatore della nostra Repubblica che dovrebbe prima di ogni decisione tutelare il principio di precauzione. Quanto il ruolo della Novartis e delle altre multinazionali nel campo degli OGM potrebbe influenzare queste entrate a gamba tesa sulle decisioni politiche del nostro paese? Ricordiamo che le multinazionali delle colture transgeniche Monsanto, Pioneer Hi-Breed, Angrevo, Zeneca, Rhone-Puolenc, Bayer e Novartis sono i setti colossi dell’industria dei prodotti tran genici..Ma non solo, NOVARTIS è uno dei colossi del business agro-farmaceutico, che ha fiutato l' ”affaire” dell'industria genetica applicata all'agricoltura, alla zootecnia, alla medicina. Si legge:”Frutto della fusione – pari a 27 miliardi di dollari – tra Sandoz e Ciba-Geigy, NOVARTIS oggi controlla il 35% delle sperimentazioni a campo aperto di OGM presenti in Italia (97 su 264 a tutto il 31.03.2000) e, un po' per la tendenza alla concentrazione tipica di questa fase della globalizzazione, ha recentemente concluso un ulteriore accordo di fusione dei rispettivi settori agricoli con la Zeneca, dando vita all'ultimo prodotto societario: SYNGEMA.”

Eppure la 9a Commissione permanente del Senato, Agricoltura e produzione agroalimentare, ha svolto una serie di audizioni, che hanno interessato i Ministeri della sanità, dell'ambiente, dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, dell'industria, commercio e artigianato, delle politiche agricole. Le audizioni tenute in virtù di acquisire un quadro d'insieme, sia sotto il profilo delle competenze che delle iniziative e delle valutazioni, relativamente agli Organismi geneticamente modificati (OGM) e alla loro immissione nell'attività agricola, nella catena agroalimentare e complessivamente nei sistemi naturali dalla qual emerge con fermezza che occorre adottare, relativamente agli OGM, il principio di precauzione ed introdurre una moratoria relativa alla coltivazione e alla commercializzazione dei prodotti geneticamente modificati e di alimenti derivati, realizzati con le attuali conoscenze ed indirizzi tecnico-scientifici e non sottoposti ad una adeguata sperimentazione, proponendo con forza analoga moratoria in sede europea.
La Cattaneo dovrebbe anche ricordare che la Commissione ha sottolineato un principio fondamentale:”la politica pubblica è tale solo se risponde ad interessi generali, ai quali gli interessi particolari ancorché legittimi si devono adeguare.” E proprio nell’ultimo punto chiede di adoperarsi affinché in sede europea venga stabilito senza possibilità di dubbio il divieto di brevettare invenzioni biotecnologiche che prevedano direttamente o indirettamente la manipolazione di cellule e geni umani….

Rimane appesa sempre la solita domanda, quanto una senatrice e ricercatrice, può condizionare le scelte nazionali in materia di scienza se occupando un posto privilegiato, può condurre battaglie anche personali? Occorrerebbe sempre tenere a mente che nessun scienziato ha una verità assoluta e in un mondo etico e obiettivo il confronto del pluralismo delle posizioni e delle esperienze rappresenta l’unica strada per la credibilità proprio in nome del principio di coerenza scientifica…

Ma qualcuno si è posto  il dubbio che in questa posizione c’è chi può trarne beneficio?




PILLOLA DEL GIORNO DOPO: SVOLTA STORICA, AUTORIZZATO L’ACQUISTO IN FARMACIA SENZA RICETTA DEL MEDICO

L’indagine statistica effettuata su 7000 donne ha evidenziato che il 30% ha ancora rapporti sessuali non protetti. Va sempre ricordato che il farmaco, anche se non abortivo, rimane sempre un farmaco di emergenza

di Cinzia Marchegiani

L’azienda HRA Pharma l’8 gennaio 2015 scorso ha annunciato che la Commissione europea, con una storica sentenza ha autorizzato ellaOne® (ulipristal acetato, 30mg), il  contraccettivo di emergenza avanzata. Ora, la pillola del giorno dopo potrà essere accessibile in farmacia senza la necessità di una prescrizione di un medico. E’ stata definita la prima decisione di questo tipo per quanto riguarda qualsiasi prodotto contraccettivo orale applicabile a tutti gli Stati membri dell'UE, secondo le procedure nazionali di attuazione. La decisione che consentirà a più di 120 milioni donne in tutto il tutta l'unione europea di accedere direttamente alla contraccezione d'emergenza, è stata valutata dal parere positivo del CHMP (Comitato dell’Agenzia Europea per i Medicinali per uso umano), che ha concluso che ellaOne® funziona meglio se usato durante le prime 24 ore, e può essere utilizzato in modo sicuro senza prescrizione medica.

Nonostante l'uso diffuso di contraccettivi regolari, il 44% di tutte le gravidanze in Europa sono ancora indesiderate e una grande indagine europea di oltre 7000 donne sessualmente attive hanno mostrato che il 30% ha riferito di aver rapporti sessuali non protetti, almeno una volta negli ultimi 12 mesi, pur non volendo ottenere pregnant4. L’HRA Pharma che per prima ha dato la notizia ricorda che la decisione della Commissione Europea è una ulteriore testimonianza della accettazione della necessità per le donne di essere offerto un migliore accesso ai opzione superiore contraccettivo d'emergenza, come ellaOne®.”
Erin Gainer, CEO di HRA Pharma ha commentato: "Dal suo lancio nel 2009, è stato sempre più ellaOne® riconosciuto tra i professionisti della sanità come un nuovo standard in contraception5,6 emergenza e oltre 3 milioni di donne, in 70 paesi hanno utilizzato ellaOne® da quando è diventato disponibile. È più efficace l'opzione esistente se assunto entro 24 ore di rapporti non protetti, perché è dimostrato che funziona quando rischio di gravidanza è al massimo, a destra prima ovulazione. Ha poi aggiunto. "Sia come donna e l'amministratore delegato di una società impegnata nell'innovazione in donne sanità vedo questo come un momento svolta dove, per la prima volta, una sola decisione ha dato così molte donne in tutto nell'Unione europea la libertà di decidere il proprio futuro. "

ellaOne® sarà inizialmente disponibile in farmacia senza prescrizione medica in alcuni paesi europei a partire dal mese di febbraio 2015, con un programma ricco di lancio che si svolgono in tutta l'UE durante il resto dell'anno.

COSA CAMBIA?

La decisione della Commissione europea permette l’acquisto di ellaOne in farmacia senza la necessità di dover presentare la prescrizione medica del contraccettivo di emergenza e si applica in tutti i paesi membri dell’UE.

Il Contraccettivo deve essere assunto entro 120 ore, quindi entro 5 giorni dal rapporto sessuale. La donna che prima si rivolgeva al medico per avere la ricetta, doveva effettuare il test di gravidanza, ora può rivolgersi direttamente in farmacia. Ma occorreranno due mesi di tempo per poter rendere obbligatoria questa decisione negli stati membri, e quindi anche in Italia il Ministro Lorenzin deve decidere in questa materia.

Come sempre ogni decisione ha sfaccettature non solo etiche e morali, ma in questo caso anche nella direzione della tutela della salute della donna, sorge il dubbio in questo bypassare il test di gravidanza e un confronto con il medico, poiché le donne potrebbero farne uso anche nel caso di un non reale bisogno effettivo, poiché va sempre ricordato che il farmaco, anche se non abortivo, rimane sempre un farmaco di emergenza.
E comunque la fotografia che esce dall’indagine statistica non è dato confortante, su 7000 donne il 30% ha rapporti sessuali non protetti, e riporta sul banco degli imputati come la prevenzione delle malattie trasmissibili per via sessuale è un fenomeno ancora non arginato, che rispetto ad una gravidanza non voluta, rimane un dato agghiacciante.