VITERBO, I VINI DELLA TUSCIA E IL DIVINO ETRUSCO CONQUISTANO VOLTERRA

Redazione

Viterbo – Grande successo per i vini della Tuscia giunti a Volterra con Il Divino Etrusco. La manifestazione, che nel modello attuale ha debuttato per la prima volta a Tarquinia nel 2008, ha fatto conoscere e apprezzare in terra toscana i vini di Cerenini, Etruscaia, Tenuta Sant’Isidoro, Terre Giorgini Santa Maria di Tarquinia; Villa Puri di Bolsena e Terre Etrusche Cantine Lotti di Cellere.

Ottimi i giudizi sui nostri vini nelle  degustazioni guidate da Fernando Pardini, autore della Guida “Vini d’Italia” de L’Espresso e direttore responsabile di acquabuona.it, Franco Pallini enogastronomo, collaboratore di winenews.it e da Carlo Zucchetti, enogastronomo, wine blogger e ideatore del DiVino Etrusco. Quelli delle degustazioni guidate sono stati importanti occasioni di incontro e di scambio di esperienze per i produttori interessati a garantire una sempre più alta qualità nel bicchiere.

Il DiVino Etrusco mira a ricostituire tramite il vino il legame tra le dodici città etrusche anticamente confederate nella Dodecapoli. L’affascinante popolo etrusco ha lasciato su questo territorio, oltre alle tracce archeologiche della propria civiltà, una comune matrice culturale che si esplica nella continuità dell’allevamento della vite e della coltivazione dell’olivo.  Da queste basi è nato il progetto elaborato da Carlo Zucchetti e Alessandra Di Tommaso. L’idea prevede di creare un evento in ognuna delle dodici città come opportunità per far conoscere il territorio abitato da questo antico e affascinante popolo e come occasione di dialogo, di crescita e di visibilità per i produttori e per le aziende. Anche a Volterra erano presenti le postazioni simbolo delle dodici città disseminate negli angoli più suggestivi del centro storico, segnando le tappe di un percorso enoico che ha permesso di assaporare il territorio etrusco attraverso i  suoi vini. Tavoli al completo e alto gradimento per le cene degustazione con menu dedicati ai prodotti e alle ricette della tradizione accompagnati dai vini presentati e illustrati da Carlo Zucchetti e Alessandra Di Tommaso. 




VITERBO, EMERGENZA ARSENICO: 82 MILA PERSONE RISCHIANO LA CHIUSURA DEI RUBINETTI

Redazione

Viterbo – Legambiente chiede che si faccia chiarezza sullo stato dei lavori rispetto alla realizzazione dei potabilizzatori e a tutte le iniziative messe in campo per risolvere il problema delle alte percentuali di arsenico nell'acqua. La situazione è grave e potrebbe portare la chiusura dei rubinetti già da lunedì prossimo per 82 mila persone nel viterbese.

“L'accesso ad un bene così fondamentale è un diritto di tutti i cittadini e deve essere garantito a tutti i costi – ha dichiarato Roberto Scacchi, direttore di Legambiente Lazio-. Più di due anni fa avevamo chiesto alla Regione Lazio un tavolo di confronto anche con le associazioni ambientaliste e dei consumatori per essere informati sulla strada che si intendeva intraprendere, ma dopo un primo incontro non s'è saputo più nulla. La situazione ora è grave e serve capire tempi e modi degli interventi per tutelare la salute dei cittadini. Risolvere l'emergenza per poi programmare i necessari investimenti per migliorare la rete fognaria e aggiornare il piano per la tutela delle acque.”

 

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BASSANO ROMANO, RIFIUTI PERICOLOSI: PRIMA UDIENZA DEI RICORSI AL TAR

Luca Pagni

Il Comune di Bassano Romano vorrebbe scongiurare un rischio di danno ambientale nella zona. Per questo motivo, auspica che l'iter autorizzativo del progetto di Tuscia Prefabricati possa ripartire da zero con tanto di fermate in Regione per autorizzazione valutazione d'impatto ambientale, eventuale valutazione d'impatto strategico e così via fino ad arrivare ad una piena autorizzazione che sostanzialmente rispetti in pieno i criteri di salvaguardia ambientale. Infatti, si è appena tenuta a Roma la prima udienza del Ricorso al TAR 4975/2013 del ricorrente Comune di Bassano Romano con oggetto, appunto, “Annullamento della d.d. n. A01445/13 con allegata relazione con la quale è stata rilasciata a favore della soc. Tuscia Prefabbricati s.r.l. una pronuncia di verifica con cui si escludeva l'assoggettabilità a V.I.A. ai sensi dell'art. 20 del d. lgs. n. 152/2006 e s.m.i. del progetto di recupero di rifiuti pericolosi per la produzione di manufatti edilizi in calcestruzzo da realizzarsi nel comune di Bassano Romano (VT) Loc.  Stazione Scalo”.  Resistenti sono la Tuscia Prefabbricati, la Regione Lazio e la Provincia di Viterbo.

Privati cittadini, associazioni ed imprenditori agricoli e turistici, hanno presentato anche loro un ricorso al TAR per far valere i propri diritti soggettivi, chiedendo una decisione giudiziale di illegittimità ed annullamento di ogni decisione amministrativa in itinere.

Questo perché i privati, hanno anche loro, di conseguenza, i propri diritti da tutelare (diritto alla salute, aria salubre, acqua salubre e terra salubre), e pertanto devono forzatamente far valere le proprie ragioni nelle opportune sedi anche e soprattutto per una preventiva tutela dei propri patrimoni e attività che, in questo caso, verrebbero compromessi.

Gli Avvocati Ezio Bonanni e Barbara Costa dell’O.N.A. (Osservatorio Nazionale Amianto) hanno infatti presentato il Ricorso al TAR 4913/2013 promosso dai ricorrenti Leoni Carlo, Associazione Orgoglio Bassanese, Associazione Zero Waste Lazio, Basso Bruno, D’Alessio Dino, Durante Eugenio, Laura Mario, Mari Beatrice, Palumbo Cristiano ed Università Agraria di Bassano Romano.  Resistenti sono la Tuscia Prefabbricati, il ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, la Regione Lazio ed il Comune di Bassano Romano.

La Prima Camera di Consiglio del 16.6.2013 ha fissato la prossima udienza per il giorno 11.7.2013.

Da quanto si evince sul portale della Giustizia Amministrativa entrambi i ricorsi al TAR vedranno come Presidente della Camera di Consiglio Linda Sandulli.

La Regione Lazio ha presentato 5 pagine di memorie difensive in cui potrebbe aver evidenziato di aver ottemperato a tutto quanto di propria competenza.

La Tuscia Prefabbricati ha presentato 13 pagine di memorie difensive in cui immaginiamo possa aver chiesto di rigettare l’istanza cautelare per carenza di presupposti di legge e di rigettare sia il Ricorso e le domande dei ricorrenti sia la domanda risarcitoria.

Sul progetto della Tuscia Prefabbricati il SEL ha presentato alla Regione Lazio due interrogazioni firmate dal Consigliere On. Gino De Paolis.

Cosa potrebbe accadere se la Tuscia Prefabbricati venisse autorizzata da enti pubblici a lavorare sia ceneri leggere di carbone (CER  10 01 02) che fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio (CER 03 03 09), grazie alla Proposta 6549 del 9 maggio 2013 da cui la Regione Lazio ha emanato la determinazione A03805 del 16 maggio 2013 a rettifica degli errori materiali contenuti nella vecchia determinazione A01445 del 27 febbraio 2013 in cui si parlava di rifiuti pericolosi con codice CER 19 01 11 ?

Il ricercatore Giulio Belz, dell'ENEL di Brindisi ha pubblicato  un interessante ricerca su "l'impiego delle ceneri di carbone nei calcestruzzi", dove si parla di cemento disarmato e pericoloso.


Si citano il D.M. 14/01/2008 ART. 11.2.11 con approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni,
secondo cui l'acqua d'impasto deve essere limpida priva di sali (particolarmente solfati e cloruri) che fanno durare meno il cemento.


A Roncade (TV) hanno abbattuto diversi edifici ad uso civile, con risarcimenti di 500.000 Euro, dopo che 5 perizie diverse hanno accertato la pericolosità del cemento usato, che rendeva le strutture potenzialmente pericolanti e non agibili.

A Crotone scuole e case costruite con rifiuti "tossici" hanno portato a 7 indagati.

La Tuscia Prefabbricati non solo non ha inviato alla Regione Lazio tutti i rilievi fotografici richiesti, ma ha anche presumibilmente evitato di inserire immagini del lato Ferrovie dello Stato, zona turistica ed alberghiera con Faggeta monumentale ed altri vincoli paesistici di pregio, oltre che di zone a colture DOP ed ippovie nelle immediate vicinanze.

La Tuscia Prefabbricati non ha presentato nel progetto la campanatura necessaria a proteggere la dispersione di nano polveri e ceneri sottili intorno ai nastri trasportatori di lavorazione, ne le blindature necessarie durante il trasporto di 150 tonnellate al giorno di materiali vari (circa 15 mezzi pesanti al giorno) le cui polveri contamineranno certamente la salubrità dell'aria e la salute di persone ed animali.

 Le valutazioni di impatto acustico non sono sufficientemente garantiste.

si rischia una svalutazione di immobili ed anche attività alberghiere ed agricole.

Si noti bene che la zona industriale su cui si vorrebbe realizzare il progetto in questione, si trova nel mezzo di un'area dell'Università agraria di Bassano dedicata al libero pascolo di mucche, pecore e cavalli, e l'area è anche Riserva Faunistica di caccia.

/* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} Il comune di Bassano Romano non ha inteso convocare la conferenza dei servizi fin dal maggio 2012, data di ricezione del progetto, non informando la cittadinanza e gli imprenditori dei potenziali rischi economici e per la salute di terra, aria, acqua, e dunque per persone ed animali.

Da “La Gazzetta Bassanese” di Giugno 2013 riportiamo e commentiamo questa nota del Comune di Bassano Romano.


"Le novità relative al famoso progetto per la realizzazione di un impianto di recupero rifiuti per la produzione di manufatti in calcestruzzo per l'edilizia – recita la nota del comune –  presentato dalla società Tuscia Prefabbricati Srl presso il sito ex Colacem di loc. Stazione Scalo, ci fanno essere leggermente ottimisti e ci permettono, per qualche istante, di tirare un sospiro e ragionare sulle azioni future da mettere in atto.

Dopo l'assemblea pubblica del 30 aprile scorso, infatti, abbiamo proseguito l'azione di contrapposizione al progetto che ha visto come primo passo importante la notifica del ricorso al TAR del Lazio contro la Determinazione Regionale (n. A01445 del 27.2.2013 rettificata con Determinazione Regionale A03805 del 16.05.2013 per quanto concerne il codice CER 190111* ceneri pesanti e scorie, contenenti sostanze pericolose erroneamente segnalato al posto del codice 190112 ceneri pesanti e scorie, diverse da quelle di cui alla voce 190111, n.d.r.) che esclude lo stesso dalla Valutazione di Impatto Ambientale.

L'Avv. Vanessa Ranieri, legale scelto dall'Amministrazione come figura di estrema garanzia su tematiche ambientali come questa (infatti è anche Presidente WWF Lazio ed è stata parte civile nel processo Malagrotta/Cerroni), ha inserito nel ricorso anche la Provincia di Viterbo, principale Ente interessato dall'iter autorizzativo dell'impianto, richiedendo la sospensione del procedimento stesso da parte del giudice.

Ma le novità positive sono molte. Dopo la notifica del ricorso abbiamo avuto un incontro tecnico presso la sede dell'Assessorato Regionale all'Ambiente tra i tre Enti coinvolti dal procedimento: Regione, Provincia e Comune. Scopo dell'incontro era quello di una verifica della diversa documentazione in possesso, oltre all'esposizione delle motivazioni per le quali chiedevamo al Dirigente regionale di agire in autotutela revocando la determinazione sopraccitata.

Da quell'incontro siamo usciti con l'accordo che il nostro Ufficio Tecnico avrebbe inviato una nota che riassumesse la cronologia della documentazione prodotta fino a quel momento e certificasse quanto emerso: la mancanza del possesso di alcuni requisiti previsti per le strutture dell'impianto, necessari al rilascio dei permessi provinciali. (Tutto questo dalla lettera del 22.9.2010 Prot. 9629 in cui si evidenzia che “prima dell’inizio dell’attività di recupero di rifiuti non pericolosi DOVRA’ essere modificata la destinazione d’uso dell’immobile e successivamente DOVRA’ essere richiesta l’agibilità”; alla comunicazione del 5.9.2012 Prot. 8182 in cui si evidenzia che “nel comprensorio “D4-industriale” non esistono attività né sono stati presentati progetti per attività produttive nell’area intorno a quella della Tuscia Prefabbricati… ma sono comunque presenti un’abitazione residenziale con annesso B&B, terreno dell’Università Agraria affittato ad allevatori con fida pascolo, alcune vecchie abitazioni, ed un’azienda agricola autorizzata con P.U.A. per la coltivazione di colture orticole” di Carlo Leoni che per primo ha segnalato la potenziale pericolosità dell’impianto per la salute delle persone, degli animali, delle falde acquifere, dell’aria e delle acque utilizzate per innaffiare coltivazioni di prodotti messi in vendita al pubblico, con potenziale grave rischio per la salute pubblica, n.d.r.).

La suddetta nota (Prot. n. 5178 del 24/05/2013, n.d.r.) è stata inviata alla Dirigente provinciale (L’Ing. Flaminia Tosini, dirigente dei settori ambiente e lavori pubblici della provincia di Viterbo, è stata nominata sabato mattina assessora della giunta del comune di Civitavecchia dalle cui centrali di Valdaliga Nord e Sud dove dovrebbero provenire i rifiuti, n.d.r.) la quale, subito dopo, ci ha confermato che a seguito di quella avrebbe comunicato al Comune della sospensione a tempo indeterminato del procedimento di autorizzazione.

Nonostante queste rassicurazioni, abbiamo voluto rimarcare ancora una volta la volontà dell'Amministrazione, presentando durante la seduta del Consiglio Comunale del 30 maggio scorso una mozione , firmata da tutta la maggioranza, con il parere contrario alla realizzazione di questo impianto.

Con questo atto, oltre a sottolineare le motivazioni che ci hanno spinto a presentare ricorso contro il progetto, abbiamo voluto rimarcare a gran voce quale è la nostra idea di sviluppo del territorio, totalmente opposta al modello di gestione del ciclo dei rifiuti che sta alla base di quel progetto.

Abbiamo ancora una volta ribadito che le opportunità di sviluppo esistono già e vanno tutelate e valorizzate. Che deve essere stimolato e incentivato il turismo di qualità. Che devono essere salvaguardate le radici agricole del territorio, non solo di Bassano ma dell'intera Tuscia.

Inoltre con la mozione, passata con un solo voto contrario (dell’ex sindaco De Luca oggi all’opposizione, n.d.r.), abbiamo ribadito la volontà della'Amministrazione a voler attivare una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti, che prevede l'adesione alla strategia internazionale Rifiuti Zero ed ha come punti di riferimento Comuni virtuosi come Oriolo e Corchiano (due esempi tra quelli a noi vicini). Volontà convinta ed immutata nonostante le difficoltà incontrate fino ad ora. Tutte queste argomentazioni sono state esposte anche durante la diretta del programma di Rai 3 Buongiorno Regione, andata in onda il 7 giugno scorso (invitato da Luca Pagni, Commissario speciale ONA ONLUS di Bassano Romano, n.d.r.). In conclusione, tra le azioni da mettere in atto per evitare il ripetersi di situazioni analoghe a questa, ci siamo posti l'obiettivo di una revisione partecipata della zona industriale che regolamenti ancora più nello specifico il tipo di insediamenti produttivi che siamo disposti ad accettare sul territorio e quelli che, al contrario, vogliamo assolutamente evitare. Non siamo disposti a diventare la discarica di nessuno e ogni attività proposta deve rispettare il nostro territorio, il nostro ambiente, le nostre radici e, soprattutto, la salute della comunità bassanese". Così termina la nota dell'Amministrazione Comunale siglata da Ugo Pierallini, Assessore Ambiente e Cultura.




VITERBO, DANNI DA CINGHIALI: LA PROVINCIA SI STA DOTANDO DI UN NUOVO PIANO FAUNISTICO VENATORIO

Redazione

Viterbo – Il presidente della Provincia di Viterbo Marcello Meroi, unitamente al presidente del Consiglio provinciale Piero Camilli ed al vicepresidente del Comitato Tecnico Faunistico Alberto Grazini, ha incontrato nel pomeriggio di ieri alla Camera dei Deputati il presidente della Commissione Agricoltura Luca Sani. 

Oggetto dell’incontro la problematica relativa ai danni provocati dai cinghiali, che si va caratterizzando sempre di più come una vera e propria emergenza in campo agricolo. La Provincia di Viterbo si sta dotando di un nuovo Piano Faunistico Venatorio  elaborato con la preziosa consulenza del professor Andrea Amici, docente presso il Dipartimento di Produzioni Animali dell’Università degli Studi della Tuscia. 

“L’origine del problema – spiega il presidente Meroi – sta tutto in una normativa nazionale che è interessata a tutelare i cinghiali ma non allo stesso modo i diritti degli agricoltori a non essere da questi danneggiati. E’ doveroso – prosegue il Presidente – garantire il mantenimento dell’equilibrio ambientale e dell’habitat naturale salvaguardando la fauna selvatica, ma in un territorio come la Tuscia in cui l’agricoltura continua ad essere la principale fonte di reddito, non si può restare indifferenti di fronte al danno sempre più consistente che la proliferazione dei cinghiali produce alle colture locali. Grazie al Presidente Camilli che si è fatto promotore dell’iniziativa, è stato possibile incontrare l’onorevole Sani presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati al quale abbiamo chiesto un intervento legislativo volto a modificare la normativa nazionale in materia. E’ necessario infatti introdurre nel quadro normativo di riferimento maggiori misure a salvaguardia del comparto agricolo, prevedendo azioni di contenimento più efficaci. Il tutto non per incrementare l’attività venatoria, ma per evitare che gli Enti locali si trovino a dover sborsare cifre sempre più esorbitanti per compensare le perdite subite dagli agricoltori a causa dei danni provocati dai cinghiali. Insieme al sottoscritto e al presidente Camilli ha partecipato all’incontro anche il vice presidente del Comitato tecnico faunistico dottor Grazini, che insieme all’assessore provinciale all’Agricoltura Luigi Ambrosiani, anche lui molto attento e sensibile al problema, sta seguendo la predisposizione del Piano Faunistico Provinciale. Da parte dell’onorevole Sani – ha concluso Meroi – abbiamo riscontato attenzione, consapevolezza del problema, ed una piena disponibilità ad affrontare la questione in sede parlamentare. Ci ha comunicato che presto potrà essere interessata la Commissione competente della Camera su una problematica sollevata da altre istituzioni locali e dalla Regione Toscana, forse prevedendo una normativa specifica a tutela delle produzioni agricole”

Soddisfatto anche il presidente del Consiglio provinciale Camilli: “I cinghiali per molti agricoltori che operano sul nostro territorio sono diventati un vero e proprio incubo. Abbiamo incontrato l’onorevole Sani insieme al presidente Meroi proprio per manifestargli l’urgenza di intervenire su questo problema e mettere un argine al proliferare indiscriminato della specie. Far morire l’agricoltura significa far morire l’economia del territorio. Questo non possiamo più permetterlo in alcun modo”.   




TARQUINIA, PATRIMONIO STORICO E ARTISTICO: LA COMMISSIONE CULTURA PREPARA IL DOCUMENTO DA PRESENTARE ALLE ISTITUZIONI

Redazione

Tarquinia (VT) – È stata positiva la riunione della Commissione Consiliare Cultura, che si è svolta martedì 25 giugno. Tutte le forze politiche hanno espresso parere favorevole alla proposta del presidente Angelo Centini di presentare un documento comune per chiedere alle Istituzioni Centrali più attenzione e più risorse per tutelare, valorizzare e promuovere il patrimonio storico e artistico di Tarquinia, con particolare riferimento al tempio etrusco dell’Ara della Regina, alle necropoli, al Museo Archeologico Nazionale Tarquiniense e a Porto Clementino.

Il documento sarà trasformato in una mozione da portare in consiglio comunale. «È stato un incontro produttivo. – dichiara il presidente Centini – Presenteremo a breve il documento da sottoporre all’approvazione dell’assemblea comunale, per poi inviarlo ai rappresentanti politici viterbesi alla Regione Lazio e in Parlamento. L’Amministrazione Comunale d’altro canto sta già facendo molto: esempio ne sono i fondi POR e quelli europei dell’Eaceca. Come Commissione Consiliare Cultura, continueremo a lavorare per realizzare progetti ad ampio respiro, che trasformino il nostro patrimonio in una vera risorsa economica».




BASSANO ROMANO, INIZIATO IL COUNTDOWN PER LA 17° EDIZIONE DE “I MERCATINI DEL ‘600”

Bassano Romano (VT) – La manifestazione “I Mercatini del ‘600”, giunta alla XVII edizione, rappresenta un evento storico-culturale e folcloristico di notevole pregio per Bassano Romano.

L’appuntamento è per il 5 (pomeriggio), 6 e 7 luglio, dove il borgo del centro della Tuscia Romana diventa una sorta di museo vivente, in cui gustare uno spaccato di vita secentesca. La manifestazione, organizzata dalla Pro Loco, dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bassano Romano, dal Consiglio dei Giovani e da rappresentanze associative e singoli cittadini, consiste in una rievocazione di una giornata di festa-mercato ambientata nel XVII secolo. Periodo, soprattutto nei prime decenni, molto florido grazie alle notevoli capacità amministrative e culturali di Vincenzo Giustiniani che seppe trasformare l’assonnato borgo in un centro di ragguardevole interesse culturale ed economico.

La famiglia Giustiniani arriva a Bassano nel 1595 dopo che Giuseppe Giustiniani, ricco banchiere di origine genovese, acquista l’intero feudo dalla famiglia Anguillara. Da quel momento inizia per il centro viterbese una trasformazione sostanziale e questo soprattutto grazie al mecenate Marchese Vincenzo Giustiniani, erede di Giuseppe. E’ lui che dispone lavori per il restauro ed abbellimento del preesistente palazzo, chiamando architetti e i più noti pittori del momento. Realizza l’immenso parco con annessa casina di caccia (La Rocca), fa edificare la chiesa di San Vincenzo Martire, avvia una oculata politica agricola, insomma crea un tale fermento che porta beneficio economico alla popolazione. Tale benessere dava quindi vivacità a mercati e feste che si tenevano nella piazza del paese.

Ecco che gli organizzatori vogliono “portare la storia a contatto con il presente”, facendo rivivere quei momenti  con una rappresentazione  tutta ambientata nei vicoli e piazzette del centro storico, testimoni della vitalità del XVII secolo . Una scenografia appropriata, figuranti in costume d’epoca danno vita al bel rapporto che legava la popolazione all’amata famiglia Giustiniani.   Attrazioni culturali e folcloristiche (teatro di strada, giochi popolari, carnevale secentesco, mostre e concerti di musica barocca), percorsi dei sapori, dove poter gustare la cucina rurale tra cantine e vicoli suggestivi e, nelle piazzette, ammirare i piccoli mercati artigianali; tutti fattori che vogliono far vivere al visitatore una giornata di altri tempi: una festa nella storia.

Di notevole interesse culturale sarà poi l’apertura straordinaria di Palazzo Giustiniani-Odescalchi, dove sarà possibile ammirare i pregevoli affreschi che ornano il piano nobile.




VITERBO, OPERAZIONE “DRUM” – MAXI OPERAZIONE DEI CARABINIERI DI VITERBO: ESEGUITE 61 ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE E 111 PERQUISIZIONI NEL LAZIO ED IN ALTRE CITTA’ ITALIANE.

In fondo all'articolo il video dell'operazione scattata all'alba

 

Redazione

Viterbo – Dalle prime luci dell’alba i Carabinieri del Comando Provinciale dei Carabinieri di Viterbo in collaborazione con quelli del Comando Provinciale di Roma stanno notificando 61 ordinanze di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari nei confronti di altrettanti cittadini italiani facenti parte di una vasta ed articolata organizzazione criminale dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Impiegati per il maxi blitz più di 400 Carabinieri, oltre 100 mezzi, unità cinofile ed un elicottero tra le città di Viterbo e Roma. Ma gli arresti e le oltre 110 perquisizioni delegate dal Tribunale di Viterbo a conclusione dell’indagine iniziata a giugno 2012, condotta dai Carabinieri di Viterbo  coordinati dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica Dott. Renzo Petroselli e che ha consentito di smantellare una vasta rete dedita al traffico di sostanze stupefacenti tra la città dei Papi e la Capitale, sono stati effettuati anche a Latina, ad Ascoli Piceno ed a Milano.

In provincia di Viterbo i militari hanno operato oltre che nel capoluogo anche nei comuni di Tuscania, Marta, Montefiascone, Arlena di Castro e Capodimonte, mentre a Roma  nei quartieri San Basilio, Cassia, Olgiata, Monte Mario,Trionfale e Acilia, e sul litorale ad Ostia ed a Civitavecchia.

Durante lo sviluppo dell’attività di indagine, convenzionalmente denominata “operazione Drum” e giunta oggi al suo epilogo, erano già stati arrestati in flagranza di reato 11 pusher e sequestrate  rilevanti quantità di sostanze stupefacenti di varia tipologia. Al centro dell’indagine una famiglia che gestisce un agriturismo ed alcuni forni nel viterbese, utilizzati per l’occultamento dello stupefacente,  che in gran parte veniva importato da Roma, e la lavorazione ed il taglio delle sostanze: in particolare una droga recentemente diffusasi tra i più giovani, denominata “Amnè”, ottenuta da alcune qualità di marijuana imbevute di eroina e metadone, che oltre a creare rapida dipendenza provoca negli assuntori pericolosissime amnesie.




VITERBO, CONTROLLO DEI CASTAGNETI: E' BAGARRE TRA PROVINCIA E PRODUTTORI

Angelo Bini – Vice Presidente CoopCast Cooperativa Agricola Produttori Castagne di Vallerano, Canepina, Monti Cimini 

Viterbo – Per settimane le strade di campagna che portano ai castagneti dei Cimini sono state transitate da decine di irroratori trascinati da trattori non in regola facendo riferimento alla sola cabina assente in più del novanta per cento dei trattori medesimi.

Sarebbe bastato questo semplice controllo per evitare la ormai tradizionale campagna dei veleni che non finisce qui perché continuerà fino a tutto agosto in quanto per ora si è svolta la campagna contro la Cydia Precoce mentre seguiranno, da metà luglio, la campagna contro la Cydia Intermedia e poi, dal primo agosto, la campagna contro il Balanino.

Vedremo se le guardie provinciali, che sono state notate per un solo controllo, tra l’altro sulla provinciale e su un cabinato, strana coincidenza, sapranno ostacolare o fermare il fenomeno avvelenamento partendo appunto dalle caratteristiche tecniche del trattore.

Poi vi sono altri facili ed evidenti elementi di controllo per cui, ricapitolando, possiamo considerare i seguenti parametri: 

1. caratteristiche tecniche del trattore

2. caratteristiche tecniche degli irroratori, 

3. abilitazione alla manipolazione delle sostanze chimiche

4. contenuto dei serbatoi da prelevare non in itinere ma a sorpresa durante l’irrorazione, 

5. distanze dai corsi d’acqua, dalle sorgenti, dalle strade e dai confini

6. verifica a sorpresa della deriva zero, assolutamente obbligatoria e inderogabile perché se vi è vento, anche leggero, o brezza, la nebbia dei liquidi avvelenati può emigrare per chilometri e investire anche bambini e donne in cinta, oltre che tutti gli essere umani e gli animali di qualunque specie, compresi gli insetti non dannosi ma preziosi come le api,

7. aspetto fiscale: buona parte degli irroratori lo fanno in conto terzi e in nero per cui sarebbe opportuna anche la mobilitazione della Guardia di Finanza insieme alle altre Guardia Provinciali, Forestali e Locali.

Il Presidente Meroi ha dichiarato che i castagneti sono sotto controllo: tutto regolare.

Allora noi produttori che l’anno scorso abbiamo fatto, a nostre spese, numerosi lanci di Torymus Sinensis e questa’anno non lo abbiamo fatto più per la realtà negativa dei fitofarmaci siamo degli sprovveduti pur vivendo da appena nati nei castagneti notte e giorno?

I nostri amministratori hanno spesso una lodevole intenzione: salvaguardare il buon nome delle nostre località, del nostro territorio e non pregiudicare visite, turismo e altre attività economiche messe in pericolo dal marketing territoriale negativo.

Però in questi casi, quando si tende ad esorcizzare la realtà, mi sembra di ricordare mio padre quando passando per la strada che porta da Gallese a Borghetto mi raccontava che da ragazzino vide ad un tratto tutte le facciate delle abitazioni visibili dalla ferrovia restaurate a nuovo mentre il resto dei fabbricati rimaneva vecchio e cadente. Non mi sembra che siano più quei tempi e se lo fossero sarebbe molto triste.

Insomma Meroi non può dire cose fantasiose a chi lavorando nei propri castagneti è costretto a tornare velocemente a casa perché la saliva inizia a diventare amara, la lingua inizia a gonfiarsi come la gola e sente le narici irritate in modo anomalo e preoccupante tanto da rendere il respiro quasi impossibile. Forse è errato, secondo Meroi, associare quei sintomi alle decine di “cannoni” (nome popolare degli irroratori) transitati poco prima?

Visto che ho constatato di persona che qualcuno non conosce, in questo campo, il significato del termine “deriva” non sarebbe opportuno che l’Amministrazione Provinciale organizzasse di fretta un corso accelerato sul tema fitofarmaci per coltivatori, produttori, operatori dell’irrorazione, trattoristi, agenti ed funzionari ed amministratori pubblici in modo che col primo luglio tutta la macchina, ben coordinata da un'efficiente e competente cabina di regia, possa evitare che le campagne di luglio e agosto tornino a spargere veleni illegalmente e dannosi più del solito come avvenuto fino ad oggi?

Le professioni di fede e l’impegno profuso sino ad ora da alcuni amministratori pubblici è evidentemente, nei fatti, improduttivo di conseguenze positive visti i risultati: si passi dall’impegno puramente passionale e declamatorio all’impegno razionale ed all’organizzazione efficiente.

Solo a risultati raggiunti si distribuiranno i meriti e i demeriti.

Ora, presidente Meroi, coordini e al lavoro. Seriamente. Poi diremo se i castagneti sono tornati sotto controllo o no.

Da parte mia propongo che la Provincia istituisca un gazebo all’ingresso della pineta di Pratolungo, sulla strada canepinese tra il bivio di Ronciglione e quello della Colonnetta e dia la possibilità a tutti di documentare la realtà al pubblico dei frequentatori della pineta medesima.

Da parte mia, se non lo farà la Provincia o la Comunità Montana o altro Ente Pubblico, sono disponibile a collaborare con chi voglia organizzare l'informazione e la documentazione sulla realtà.

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VITERBO, VERTENZA ESATTORIA S.P.A.: 38 DIPENDENTI A RISCHIO….E LA PROVINCIA FA L'INTERMEDIARIO TRA SOCIETA' E ISTITUZIONI

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Viterbo – “La Provincia di Viterbo vuole porsi come intermediario per favorire il dialogo tra le amministrazioni locali del territorio, i sindacati, i dipendenti e l’azienda Esattorie spa, per superare le difficoltà del momento e trovare una soluzione utile a salvaguardare il servizio di riscossione tributi e i livelli occupazionali attuali”. Così il presidente della Provincia di Viterbo, Marcello Meroi, ha esordito durante la riunione convocata a Palazzo Gentili questa mattina per discutere della vertenza Esattorie. All’iniziativa hanno partecipato l’assessore provinciale e consigliere comunale di Viterbo, Gianmaria Santucci; i rappresentanti dei Comuni di Viterbo, Luisa Ciambella; di Bomarzo, Roberto Furano; di Valentano, Leonardo Ricci; di Montalto di Castro, Stefania Flamini; di Celleno, Marco Taschini; di Civitella d’Agliano, Roberto Mancini; i sindacalisti Fabi Viterbo, Paolo Barbieri e Milena Iacobazzi; UilTucs Uil, Elvira Fatiganti; Filcams Cgil, Carlo Proietti; il consigliere comunale di Viterbo, Sergio Insogna; i lavoratori degli sportelli viterbesi di Esattorie spa; il ragioniere capo del Comune di Viterbo, Stefano Quintarelli.

La vicenda di cui si è trattato è nota: la società Esattorie spa, incaricata della riscossione di alcuni tributi in nome e per conto di diverse amministrazioni locali della Tuscia, interromperà il rapporto di lavoro con 38 dipendenti. Contestualmente, a fronte di alcune difficoltà gestionali riscontrate dal Comune di Viterbo, quest’ultimo attraverso l’assessore al Bilancio, Luisa Ciambella, e il ragioniere capo, Stefano Quintarelli, ha comunicato di aver rescisso il contratto per la riscossione dei tributi. La scorsa settimana il presidente Meroi aveva incontrato il presidente della società, Sandra Marcucci, e l’avvocato Alba Torresi, che sta gestendo la fase di concordato di Esattorie spa: da parte dell’azienda era arrivata la richiesta ai Comuni di rendersi disponibili ad una gestione “in house” del servizio, propedeutica ad un diverso successivo affidamento.

Molte le perplessità sollevate dai presenti, sia di natura giuridico-amministrativa inerenti le procedure, sia di natura sindacale, per la tutela dei lavoratori che non percepiscono stipendio da quattro mesi e che rischiano di rimanere disoccupati dal 1° luglio prossimo. “Il servizio di riscossione dei tributi non può essere interrotto perché è un servizio pubblico – spiega Meroi – ma anche tenere gli sportelli con poche unità di personale sarebbe sinonimo di interruzione. Bisogna capire come organizzare il servizio a partire dalla fine del mese, valutando la possibilità, che avrebbe comunque tempi lunghi, di realizzare insieme una struttura che riscuota i tributi per la quasi totalità dei Comuni della provincia e che possa assorbire le 38 unità di personale che oggi sono a rischio”.

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VITERBO, L'ASSESSORE PROVINCIALE AMBROSINI CHIARISCE SUGLI INTERVENTI FITOSANITARI NEI CASTAGNETI DEI MONTI CIMINI

Redazione

Viterbo – “Quello del Cinipide dei castagni è un problema che nel territorio provinciale esiste dal 2005. Al momento della scoperta del parassita, tutti gli istituti scientifici si sono adoperati per trovare una soluzione indirizzandosi da prima sull’utilizzo dei fitofarmaci come strumento per debellare il Cinipide. In seguito per cercare di evitare l’uso dei fitofarmaci che, se utilizzati in maniera indiscriminata, possono creare danni ambientali e di salute, si è deciso di puntare su un antagonista biologico. Gli studi portati avanti dall’università di Torino e quella della Tuscia hanno portato a optare per l’utilizzo del Torymus, insetto antagonista naturale del Cinipide. Successivamente, in accordo con i Comuni interessati e le associazione castanicole della zona sono state individuate le aziende disposte a mettere a disposizione la propria coltura per un trattamento biologico con lanci di Torymus, coordinati dal Servizio fitosanitario regionale, unico responsabile dei trattamenti. In tutta la regione Lazio sono state individuate 68 aziende, una quarantina nel territorio del viterbese, l’elenco delle aziende in cui è stato lanciato il Torymus è depositato al Servizio fitosanitario regionale. 

Nel momento in cui l’agricoltore ha acconsentito ad effettuare il trattamento biologico, ha accettato di rispettare determinate prescrizioni contenute nella nota n°332543 del 27/7/2012 redatta dal direttore dell’assessorato regionale all’Agricoltura. Gli imprenditori si sono impegnati fino a maggio 2014 a non effettuare trattamenti fitosanitari per un raggio di almeno un chilometro dal punto di rilascio dell’antagonista biologico. Da colloqui intercorsi con la dottoressa Bianchi del servizio fitosanitario regionale, si è appreso che la distanza di un chilometro ricade direttamente all’interno dei castagneti, in quanto sono stati scelti, per la sperimentazione, appezzamenti di dimensioni notevoli. 

Il controllo del rispetto delle norme spetta esclusivamente al servizio fitosanitario regionale che si può avvalere, per i controlli, della Asl competente. I Comuni, per maggior tutela, possono emettere ordinanze affinché ogni coltivatore che effettua trattamenti chimici rispetti la normativa. Il Nucleo ambiente della Polizia provinciale può effettuare, quindi, solo ed esclusivamente controlli di routine sul territorio, ciò è quello che è accaduto nei giorni scorsi, con gli agenti che si sono recati in alcuni negozi specializzati, oppure direttamente nei castagneti. 

Quindi, l’assessore Ambrosini non cade affatto dalle nuvole, ma realisticamente si attiene alla normativa e svolge il suo compito secondo le proprie competenze. Auspico che, con questo chiarimento si possa mettere la parola fine su una querelle che reiterandosi ostacola l’operato di chi sta effettuando le indagini, che devono rimanere segrete almeno fino alla loro conclusione. Allo stesso tempo è utile fare massima attenzione visto che questo modo di divulgare notizie e informazioni inesatte crea inutili allarmismi”. 

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TUSCIA: FITOFARMACI NEI CASTAGNETI NEL MIRINO DEL NUCLEO AMBIENTALE DELLA POLIZIA




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Redazione

Il Nucleo ambientale della Polizia provinciale da alcuni giorni sta effettuando controlli nei castagneti e in alcuni negozi specializzati della zona dei Cimini. L’obiettivo di palazzo Gentili è quello di monitorare la situazione relativa all’utilizzo di fitofarmaci nei castagneti della Tuscia. “A seguito di alcune segnalazioni – ha affermato il presidente della Provincia, Marcello Meroi – abbiamo fatto scattare i controlli del nucleo ambientale della Polizia provinciale”.

Diversi gli ambiti di controllo. “Per prima cosa – ha proseguito Meroi – gli agenti hanno effettuato accertamenti nei negozi specializzati del territorio. La normativa prevede due tipi di autorizzazioni che devono essere in possesso dei negozianti: una certificazione relativa al luogo di stoccaggio dei materiali e la presenza di un patentino per il rivenditore. Per ora, in tutti i negozi controllati, non si sono riscontrate anomalie”. Ma la Polizia provinciale ha fatto anche i controlli sul campo: “Da alcune mattine – ha continuato Meroi – gli agenti si stanno recando nei castagneti per controllare da vicino la situazione. Per ora tutti gli operatori sono stati trovati in regola, in quanto l’irrorazione è stata eseguita seguendo i canoni prestabiliti”.

Ma palazzo Gentili non starà a guardare: “Nonostante la normativa a livello nazionale sia estremamente carente – ha affermato ancora il presidente – proseguiremo con i controlli in tutti i paesi del comprensorio. I riscontri riguarderanno tutte le zone con particolare attenzione a quelle in cui è stato rilasciato il Torymus, ma staremo molto attenti anche a certificare la presenza o meno di cartellonistica che segnala l’utilizzo delle sostanze, ciò per garantire l’incolumità di coloro che si recano nei castagneti per cercare funghi o per fare semplicemente delle passeggiate. Inoltre, con la collaborazione dell’Arpa, verranno eseguiti riscontri anche su pozzi e sorgenti per verificare lo stato delle acque”.

Intanto, la Provincia in collaborazione con il dipartimento Dibaf dell’Università della Tuscia sta portando avanti la realizzazione di un progetto europeo nell’Ambito del programma comunitario Life+ per la tutela della biodiversità dei boschi di Castanea Sativa. “Il progetto – ha ribadito l’assessore provinciale all’Agricoltura, Luigi Ambrosini – si propone di promuovere la gestione sostenibile e integrata dell’habitat castanicolo attraverso azioni che rispondano alle più rilevanti emergenze che minacciano la conservazione dei castagneti, che da tempo stanno dando segni di deperimento e degrado essendo stati attaccati da parassiti come il Cinipide”.