Acea Ato 2, nuove bollette e nuovi parametri di calcolo: ecco chi ci perde e… chi ci guadagna

Il nuovo sistema di calcolo del gestore ACEA opera una redistribuzione del peso tariffario. Le fasce deboli e poco avvezze ad internet penalizzate in un desolante silenzio in cui si premia chi consuma di più.

A Guidonia Montecelio, come negli altri comuni, stanno arrivando come fulmini a ciel sereno le lettere di Acea Ato 2

112 Comuni, quattro milioni di utenti sono gli interessati a cui Acea Ato 2 ha inviato una lettera per confermare che entro il 28 febbraio dovranno aggiornare sul sito MyAcea i componenti del nucleo familiare.

Si chiama TICSI il testo integrato per i corrispettivi dei servizi idrici che con delibera n. 4/19 dell’11 novembre 2019 ha approvato la nuova articolazione tariffaria, in applicazione della deliberazione ARERA n. 665/2017.

La nuova tariffa partirà a marzo 2020

Vecchie tariffe a confronto con le nuove

Una delibera governativa di tre anni fa che porta la firma di Gentiloni, transitata attraverso l’Autorità Regolazione per Energia Reti e Ambiente già denominata Autorità per Energia e Gas istituita nel 95, che regola e controlla i settori energetici e idrici del nostro Paese.

Una autorità amministrativa indipendente: l’ultimo organo collegiale fu nominato nel luglio del 2018 su proposta di Di Maio, dal ministro Costa.

E’ presieduto da Besseghini unitamente a Castelli, Guerrini, Poletti e Saglia, con risorse di funzionamento che non provengono dal bilancio di Stato ma da contributi sui ricavi degli operatori, con stipendi da 240 mila euro all’anno oltre le spese di trasporto che dalla trasparenza non sono mai inferiori a 40/45 mila euro sempre cadauno. Roba da far impallidire Mattarella.

“La lettera non firmata inviata da Acea Ato 2 SpA – conferma Giovanna Ammaturo, consigliere di Fratelli d’Italia a Guidonia Montecelio, ben rappresenta la supponenza della burocrazia e la vessazione nei confronti delle fasce più deboli ed anziani. Solo tramite internet sarà possibile indicare il numero dei componenti del nucleo familiare per l’applicazione della nuova tariffa retroattivamente dal primo gennaio 2019. Superato il 28 febbraio la modifica avrà effetto dalla data della comunicazione. Questo perché dal 2020 cambia il calcolo del consumo d’acqua.

La Prima novità: le utenze saranno divise in domestiche e non domestiche. Seconda, importantissima novità: alle utenze domestiche, per la parte variabile del servizio di acquedotto verrà applicata una tariffa sulla base del numero di componenti del nucleo familiare. Ecco come funzionerà: Oltre alla quota variabile proporzionale al consumo procapite la tariffa sarà composta anche da una quota fissa, che riflette “gli oneri inerenti la sicurezza degli approvvigionamenti” (in altre parole: la gestione delle infrastrutture e l’insieme delle attività necessarie per garantire il servizio). Come accade per l’energia elettrica ed il gas che costa più il trasporto che il consumo.

La quota variabile del servizio di fognatura e depurazione non sarà articolata in scaglioni, ma calcolata secondo il volume. Le utenze non domestiche di cui fino ad oggi si riconoscevano 1.700 tariffazioni diverse saranno private del minimo impegnato e ricondotte a sei nuove categorie d’uso. Avranno invece una tariffa differente a seconda del fatto che conferiscano nella fognatura pubblica solo reflui assimilabili agli usi domestici ad es. uffici, oppure reflui industriali autorizzati. Per le utenze condominiali continuerà ad essere applicata la tariffa domestica residenziale con scaglione di consumi modulati in funzione del numero degli appartamenti per cui non sarà necessaria nessuna comunicazione da parte dell’amministratore. L’Autorità ha stabilito anche la gestione della morosità del servizio idrico arrivando alla sospensione dopo un anno tutelando gli utenti vulnerabili. Per i condomini l’acqua non potrà essere staccata se l’amministratore dopo la messa in mora paga in una unica soluzione la metà e il restante in 12 mesi. Un sistema di calcolo , conferma Ammaturo, che sulla carta dovrebbe offrire equità, ma che di fatto fa aumentare i costi per i consumi più contenuti mentre diminuisce per quelli alti, in osservanza del principio che è garantito l’utilizzo di 50 litri d’acqua al giorno cadauno. Rispetto al passato il nucleo familiare al di sotto dei tre componenti avranno un aumento di tariffa, con tre persone ci sarà il mantenimento e diminuirà con nuclei superiori. In assenza di uffici locali Acea in molti Comuni o di presenza rada sarà anche difficile chiedere il bonus sociale idrico già dal primo febbraio che per una famiglia tipo di 3 persone, come stabilito dall’Autorità, con consumo di 150mc/anno potrà coprire 1/3 della spesa. Tutti i nuclei familiari in stato di bisogno potrebbero chiederlo con Indicatore di Situazione Economica Equivalente ( ISEE) non superiore a 8.265 euro che sale a 20.000 con tre figli a carico. La stessa famiglia in un condominio non potrà avanzare medesima richiesta. Un eccesso di potere ( Art. 3 Costituzione) per disparità di trattamento tra i cittadini tra condomini e singoli utenti e soprattutto non premia chi risparmia l’acqua. Singolare a Guidonia Montecelio l’assoluta mancanza di comunicazione e trasparenza abbandonando i cittadini a se stessi. Il sindaco Barbet a cui abbiamo rivolto una circostanziata interrogazione ha mancato per l’ennesima volta in chiarezza e vigilanza oltre a non cautelare i più anziani e altri che non hanno dimestichezza con internet. Comuni come Manziana fino al 28 di febbraio terranno aperto l’URP per due giorni a settimana per offrire una mano ai cittadini. Occorre una forza morale per cambiare le cose non gli slogan grillini. I silenzi di Barbet non danno speranze ai cittadini. Chi ha proposto e chi ha approvato ha il dovere di spiegare ai cittadini come cambia e cosa comporta. Anche nella conferenza dei 52 sindaci con Acea a dicembre del 2018, Barbet, fu tra i nove che votò a favore mentre altri 27 insieme a 16 astenuti dissero no a questo accordo. In tempi di coronavirus avremmo voluto parlare d’altro ma la fumosa burocrazia e la mancanza di trasparenza sono peggio.”




Colleferro, in manette due topi d’auto con numerosi precedenti

COLLEFERRO (RM) – Sono stati individuati dai Carabinieri della Compagnia di Colleferro i responsabili di vari furti commessi a Labico, Colleferro e Valmontone con la tristemente famosa tecnica della “gomma forata”, approfittando della disattenzione delle vittime, intenti ad armeggiare con cric e bulloni, i ladri riuscivano a intrufolarsi negli abitacoli e portare via borse o oggetti di valore.  

Il luogo preferito dai malviventi
per mettersi all’opera erano i parcheggi di bar e centri commerciali, mentre le
vittime erano generalmente persone anziane.

A finire in manette sono stati un
50enne e un 45enne, entrambi italiani e con numerosi precedenti anche specifici,
che dopo aver danneggiato gli pneumatici delle auto delle vittime designate,
approfittando dell’intervento di riparazione, si avvicinavano all’autovettura
dal lato opposto e con particolare destrezza, rubavano gli oggetti lasciati
momentaneamente incustoditi nell’abitacolo.

A scovarli sono stati i Carabinieri
della Stazione di Labico che, nei quotidiani servizi di controllo del
territorio, hanno fermato i due malviventi proprio in un centro commerciale
della cittadina labicana.

Controllati, avevano appena messo a
segno un furto a Valmontone dove, dopo aver danneggiato l’autovettura di due
coniugi e mentre l’uomo era intento a procedere alla sostituzione del
pneumatico, hanno rubato la borsa della moglie.

I militari hanno rinvenuto tutta la
refurtiva, che è stata restituita ai coniugi valmontonesi, nonché gli attrezzi
del mestiere dei truffatori: vari taglierini utilizzati per forare
pneumatici.

Al vaglio dei Carabinieri di Labico
altri episodi verificatisi nelle città circostanti.

I “topi d’auto” sono stati arrestati
e portati nel carcere di Velletri.




Roccagorga, due agenti della polizia penitenziaria di Latina salvano la vita a un uomo

Stamattina, tornando a casa dopo un turno notturno, un sovrintendente (A.C.) ed un agente scelto (C.R.) della polizia penitenziaria del carcere di Latina hanno salvato la vita ad un uomo che con la sua macchina era precipitato in un burrone. Il fatto è accaduto intorno alle 9.30 di questa mattina in località Prati nel comune di Roccagorga. I poliziotti penitenziari sarebbero stati allertati da un agente della polizia locale del paese che evidentemente si era accorto per primo dell’incidente.

I poliziotti penitenziari, liberi dal servizio, sono immediatamente intervenuti ed uno di loro, l’agente scelto R.C., senza pensare ai possibili rischi, si avvicina alla lancia Yipson caduta nel burrone e con il cinturone della mimetica di servizio ha salvato la vita al conducente Luciano Rendina impaurito da ciò che gli era accaduto. La polizia Penitenziaria ha anche attivato tutte le procedure relative ai soccorsi.

“Questa triste circostanza dimostra il ruolo delle donne e degli uomini della polizia Penitenziaria che anche liberi dal servizio sono impegnati, come le altre forze di polizia, a salvare vite umane”. Lo dichiara Alessandro De Pasquale, presidente nazionale del SIPPE il quale auspica una richiesta da parte del Direttore del carcere di Latina di un encomio per i due poliziotti che dopo un turno di notte massacrante hanno dato prova della loro professionalità.

“Il carcere di Latina, negli ultimi tempi, conclude De Pasquale, è stato mal dipinto per colpa di due agenti finiti al processo per fatti di corruzione, ma questo valoroso gesto dimostra che nel penitenziario pontino ci sono uomini e donne al servizio del paese pronti a sacrificare la loro vita”.

Il fratello dell’uomo ha voluto pubblicare un post con le immagini per far capire il miracolo fatto dai due agenti




Tivoli, un caso sospetto di coronavirus: uomo ha lavorato nell’hotel dove hanno alloggiato i due contagiati

Un caso sospetto di Coronavirus al pronto soccorso dell’Ospedale San Giovanni di Tivoli. A darne notizia la redazione de Il Tiburno. Il fatto, si legge, è accaduto ieri pomeriggio giovedì 30 gennaio, quando verso le ore 18 si è presentato un 41enne operaio romeno, residente a Vicovaro. L’uomo, ai sanitari del nosocomio di via Parrozzani, ha riferito di avvertire dolori articolari alle gambe, sintomi tipici del Coronavirus. L’operaio ha specificato che nei giorni scorsi aveva lavorato presso l’Hotel Palatino di via Cavour a Roma lo stesso dove sono stati accertati due casi di infezione su tue turisti cinesi. L’operaio ha prestato servizio nell’albergo negli stessi giorni in cui i due turisti soggiornavano e ha aggiunto di essere entrato in contatto con uno di loro.  Arrivato al pronto soccorso, il 41enne è stato collocato in isolamento in via precauzionale. Al personale sanitario sono state fatte indossare delle mascherine. Verso l’una e trenta della scorsa notte il paziente è stato trasferito all’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma.




Roma, autista aggredito e poi licenziato: l’associazione TrasportiAmo lancia la petizione online

Una petizione in sostegno alla causa di Federico Maruca (l’ex) autista di Autoservizi Troiani, parte del consorzio RomaTpl, rimasto vittima di una brutale aggressione durante il servizio, licenziato in tronco il 10 gennaio scorso “per giusta causa”.

Una tipica storiaccia italica, balzata agli onori della cronaca nazionale per singolarità e controversia. A lanciarla in rete, sulla piattaforma change.org, l’Associazione TrasportiAmo: “È un piccolo ma grande gesto per dimostrare la nostra solidarietà a Federico, che oltre al danno ha subito una grande beffa”.

Teatro del grave episodio, avvenuto nell’ottobre 2017, la linea periferica 055, che mette in collegamento il capolinea della Metro C Pantano con Ponte di Nona, passando per Finocchio, l’Osa, Castelverde e Lunghezza.

È importante quanto tristemente nota, insieme allo 051, 056 e il 20 di Atac, tanto per rimanere nel territorio del Municipio VI, per gli atti di violenza perpetrati nei confronti dei conducenti. “Non può passare questo tipo di concetto – riprende l’Associazione -, sarebbe un incredibile precedente. Licenziato perché infortunato durante lo svolgimento del lavoro? Assurdo, e poi in che modo”.

Quella sera voleva calmare i bollenti spiriti, e proteggere la vettura e i passeggeri

Ma la risposta dell’uomo in stato di ebbrezza, infastidito dai rimproveri del conducente, si è tramutata in violenza estrema. In pochi attimi Federico è stato raggiunto da calci e pugni, sferrati ripetutamente, e sfibrato da una serie di bottigliate, assestate sulla testa. Non ha avuto neanche il tempo di respirare o cercare di difendersi, tanto era l’impeto nevrotico dell’aggressore. Era una maschera di sangue, sfinito e debilitato.

Dai primi accertamenti sanitari emerge un trauma facciale, che compromette
la funzionalità dell’occhio sinistro. È l’inizio dell’odissea. “Mesi in
ospedale, aspettativa, infortunio INAIL e ferie forzate”, recita la petizione. “Poi
la terribile notizia – prosegue – quella che non si aspettava davvero. Alle
visite mediche risulta inidoneo alla guida dei bus e la società, incredibile,
che percepisce corrispettivi da Roma Capitale, invece di ricollocarlo in altre
mansioni, come giusto che fosse, lo ha sbattuto fuori”. È il 10 gennaio, una
data indelebile, un altro primato, negativo, registrato nel flebile mercato del
lavoro, reso ancora più amaro dal fatto che Autoservizi Troiani ha sempre
negato il collegamento tra l’aggressione, subita durante l’espletamento del
servizio, e il danno cagionato all’occhio. “Non mi sono fatto male in casa”, tuona
Federico, “mi è stata riconosciuta un’invalidità del 25% ma io voglio lavorare”.

Appena pubblicata, la petizione è iniziata a correre, tanti i commenti di
sdegno rilasciati, a corredo delle condivisioni. “Questo licenziamento è uno
schifo”, scrive Michele, mentre Anna aggiunge: “trovo assurdo che un
ragazzo che lavora dopo essere stato picchiato e mandato in ospedale venga
licenziato”. “È semplicemente vergognoso”, commenta Mario, “non tutelare un dipendente infortunato durante lo
svolgimento del proprio lavoro! Condizione aberrante d’insicurezza e non tutela
di chi svolge le proprie mansioni”. E Marco
sottolinea: “Com’era la storia del privato che funziona? TPL è l’esempio
didattico di come il pubblico, Atac, può non funzionare e sappiamo bene che non
c’entra con la natura della proprietà, ma il privato è quanto di peggio possa
capitare su un bene comune come il trasporto pubblico, che non deve fare utili
ma migliorare e rendere possibile la vita delle persone. Se esistesse un
sindacato, e se i tranvieri fossero degni della loro storia domani Roma
rimarrebbe a piedi”. L’attacco è forte, giustamente, dato il tema trattato. “Ecco
che significa lavorare per un azienda privata”, affonda Paola, “il settore trasporti di Roma deve tornare ad essere gestito
dal Comune”.

Pesante le reazioni politiche. “È un paradosso”, afferma il consigliere
regionale di Fratelli d’Italia Fabrizio
Ghera
, “la sindaca Raggi ha il compito di fare di tutto per salvaguardare
il posto di lavoro di chi ha subito un’aggressione mentre cercava di difendere
gli utenti del trasporto pubblico”. D’accordo i consiglieri comunali del PD Giovanni Zannola e Ilaria Piccolo: “Roma non può accettare questa grave ingiustizia, è
inaccettabile che un lavoratore intervenuto per difendere passeggeri del bus da
un’aggressione, da un uomo violento, oltre ad aver subito una menomazione
fisica, ci rimetta la salute e il posto di lavoro. Presenteremo una mozione
urgente affinché il Comune prenda provvedimenti per salvaguardare il posto di
lavoro. Contro una decisione ingiusta e crudele esprimiamo tutta la solidarietà
alla vittima dell’aggressione”. “Il Campidoglio faccia fino in fondo la propria
parte e chieda con autorevolezza il reintegro immediato”, dichiara la
consigliera Svetlana Celli,
capogruppo di RomaTornaRoma in Assemblea Capitolina. “Siamo certi che non siano
necessarie azioni legali, che mi sento per prima di voler sostenere, ma che
siano sufficienti piuttosto il buon senso e la volontà delle istituzioni”.

“Non possiamo entrare nelle dinamiche del rapporto di lavoro tra
un’azienda privata e un suo dipendente”, scrive l’assessore alla mobilità Pietro Calabrese, “ma non rimarremo in
silenzio di fronte a quella che appare un’ingiustizia. Ci auguriamo che il buon
senso conduca a una soluzione che possa soddisfare entrambe le parti e che
consenta a un padre di famiglia di continuare a svolgere il suo lavoro e poter
mantenere la sua famiglia”. Per quanto ci riguarda cercheremo, nel rispetto
delle regole e delle normative, di fargli sentire la nostra costante vicinanza
umana oltre che verificare tutte le strade previste dalla legge”.

Risposta ritenuta insufficiente dalla SLM-Fast-Confsal
Roma e Lazio, sindacato al quale Federico è iscritto. “Pretendiamo che
l’assessorato si faccia carico della situazione e prenda provvedimenti contro
queste società”, chiosa il Segretario Provinciale Daniel Di Martino, “dove non esiste né trasparenza né trattamento
equo tra i lavoratori. Troviamo inaccettabile che un conducente, dopo aver
subito una aggressione durante il turno di lavoro oltre ad aver subito dei
danni fisici permanenti venga licenziato perché non si ha voglia di trovare
altra collocazione all’interno dell’azienda”. “Bisogna cambiare le regole nella
gestione del tpl”, rincara il Segretario Regionale Renzo Coppini, “le società come Troiani srl hanno finanziamenti
pubblici ma non sono soggette alle regole delle società pubbliche, trasparenza,
imparzialità e pubblicità, nella gestione del personale, nel pagamento degli
stipendi, dei fondi pensioni, delle cessioni del quinto, nelle assunzioni,
negli avanzamenti di carriera, nell’orario di lavoro. Nella RomaTpl e Consorzio
Cotri, quando gli è servito hanno passato il personale da una società all’altra
da un giorno all’altro, sono migliaia i casi, ora per tutelare un autista
aggredito in servizio non ci sono possibilità. Chi non ha rispetto per la
persona non può continuare a gestire il Tpl con i soldi pubblici”.

“Chiediamo la massima condivisione della petizione”, commenta infine TrasportiAmo, “proprio per sensibilizzare l’intervento dei Campidoglio. Occorre far sentire la nostra indignazione. Al riguardo c’è un grande precedente che risale al 2015, quando l’ex-assessore ai trasporti Stefano Esposito intervenne su Atac e fece reintegrare un autista, ingiustamente allontanato. RomaTpl e il Cotri percepiscono corrispettivi pubblici, pertanto sarebbe fuori luogo fare delle distinzioni. Sarebbe un’altra ingiustizia. Firmate, #noistiamoconfederico”. https://www.change.org/p/virginia-raggi-revoca-licenziamento-autista-romatpl-aggredito-iostoconfederico




Manziana, un asilo nido e un polo museale prenderanno il posto della ex area militare “Vedette”

Nella giornata di ieri il progetto di valorizzazione presentato dal Comune di Manziana per riqualificare l’ex complesso militare delle “Vedette” ha ottenuto il parere favorevole della Soprintendenza.
Un passaggio fondamentale che chiude con successo un lavoro iniziato ormai da anni.

Era infatti il 2014 quando per la prima volta il Comune di Manziana aveva formalmente avanzato l’idea di valorizzare l’area militare ormai da tempo abbandonata a sè stessa. La sola concessione del suo utilizzo, ottenuta qualche anno prima dal Ministero della Difesa, non permetteva infatti all’Amministrazione di potere avanzare progettualità ed investimenti di livello né tanto meno di potere accedere a finanziamenti pubblici o a partecipare a bandi europei.

Da qui l’avvio del lungo l’iter per entrare in possesso della proprietà.

“Quando lo scorso giovedì sono uscito dal Segretariato Regionale per il Lazio del Ministero per i beni e le attività culturali ero davvero emozionato e felice- dichiara soddisfatto il Sindaco Bruno Bruni – con la concretizzazione di questa idea Manziana nei prossimi anni non solo vedrà riqualificata quella zona ma potrà sfruttarne a pieno le potenzialità. A metà strada tra Manziana e Quadroni, l’area delle ex caserme, utilizzate un tempo per l’alloggiamento dell’artiglieria di montagna, ospiterà un asilo nido, uno spazio museale ed espositivo, un’arena per spettacoli all’aperto, un punto di incontro intergenerazionale ed un punto ristoro e informativo. Tutti servizi e spazi che oggi mancavano al paese e che ora potranno finalmente essere messi a servizio dei Cittadini.”

Nei prossimi mesi verranno messi a punto gli ultimi atti formali: prima l’approvazione in Consiglio Comunale del passaggio di proprietà al Comune di Manziana, poi la cerimonia di consegna delle chiavi ed infine si inizierà con le varie fasi di lavoro, a partire dalla ripulitura dell’area.

“Chi mi conosce sa quanto ami fare politica – conclude il Sindaco Bruni – ammetto però che spesso è frustrante non riuscire a rispondere alle esigenze dei propri Cittadini. Questa notizia offre a me e a tutta la mia squadra nuovo slancio: il lavoro paga. Sempre. Bisogna solamente avere la costanza e la pazienza di aspettare e credere in ciò che si fa. Grazie a tutti coloro che hanno collaborato al raggiungimento di questo importante obiettivo: i Sindaci e gli Amministratori passano ma i progetti e i frutti che da essi scaturiscono invece restano ed arricchiscono la qualità della vita del paese.




Anguillara Sabazia, Antonio Fioroni: l’ex 5 stelle entra in Fratelli d’Italia

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Ufficializzato in Regione Lazio l’ingresso in Fratelli d’Italia del Consigliere comunale ad Anguillara Sabazia Antonio Fioroni, fuoriuscito dalla maggioranza M5s della città sabatina nel 2018.

Una cerimonia, quella di ieri, che ha visto la partecipazione dell’intero gruppo regionale del partito di Giorgia Meloni. Erano presenti insieme al coordinatore Fdi di Anguillara Sabazia Enrico Serami, Luciano Ciocchetti, Massimiliano Maselli, Chiara Colosimo, Fabrizio Ghera, Giancarlo Righini e Antonello Aurigemma e il Presidente di AnguillaraSvolta Sergio Manciuria.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 30/01/2020

A dare il benvenuto al nuovo entrato l’onorevole Luciano Ciocchetti che ha definito Fioroni come un ragazzo molto giovane capace e competente che sta portando avanti, ormai da tempo, battaglie importanti nel comune di Anguillara contro la giunta pentastellata definita dallo stesso Ciocchetti come la peggior giunta che l’intera regione ha dovuto subire.

Fioroni ha
parlato del grande bisogno di politica per Anguillara Sabazia necessario a
colmare quel grande vuoto creato dall’attuale maggioranza pentastellata e anche
dalle attuali opposizioni. Un chiaro riferimento, quest’ultimo ai consiglieri
comunali di centrosinistra e di centrodestra. Fioroni ha quindi ringraziato
l’intero gruppo regionale di Fratelli d’Italia e il presidente di
AnguillaraSvolta Sergio Manciuria per il sostegno nel portare avanti
l’obiettivo di “silenziare l’assordante silenzio”.

Grande
apprezzamento per il consigliere Fioroni anche da parte di Enrico Serami che ne
ha ricordato le grandi capacità amministrative e di opposizione dimostrate sul
campo.

Un partito,
quello di Fratelli d’Italia, che dopo l’indiscutibile successo elettorale delle
ultime regionali in Emilia Romagna e Calabria, ha definitivamente messo la
freccia nella corsia di sorpasso e si prepara a ricevere tanti altri ingressi
riconquistando di diritto il ruolo di partito di riferimento per gli elettori
di destra che qualcuno aveva distrutto anni fa.




Colleferro, sotterra un chilo di droga e un fucile rubato: arrestato

COLLEFERRO – I Carabinieri della Compagnia di Colleferro continuano nelle attività volte al contrasto di spaccio di sostanze stupefacenti.

Nei giorni scorsi, i Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile hanno arrestato un 50enne del luogo, con precedenti, che dovrà rispondere delle accuse di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, detenzione illegale di armi e ricettazione.

Nello specifico, i Carabinieri dell’aliquota operativa, con l’ausilio dei militari del Nucleo cinofili di S. Maria di Galeria, hanno dato vita ad un mirato servizio di osservazione nei pressi dell’abitazione dell’arrestato, situata nel centro storico di Artena, dove diverse auto sostavano per pochi minuti per poi ripartire a grande velocità. Avuto sentore dell’attività illecita i militari sono intervenuti all’interno dell’abitazione supportati dal nucleo cinofili di S. Maria di Galeria. L’intuito dei Carabinieri del Nucleo operativo e Radiomobile ha permesso di rinvenire, nel terreno circostante la propria abitazione, una cassa metallica sotterrata contenente più di 700 grammi di hashish suddiviso in sette panetti con materiale per il confezionamento della stessa e cinque bilancini di precisione. Oltremodo i Carabinieri dell’aliquota operativa hanno rinvenuto, sempre sotterrato, un barattolo di vetro contenente 260 grammi di cocaina suddivisa in dosi e, per finire, un fucile risultato rubato in Zagarolo nel corso di un furto in abitazione con relative 139 cartucce.

L’uomo è stato arrestato e tradotto presso il carcere di Velletri dove è rimasto anche dopo la convalida dell’Autorità giudiziaria.




Monterotondo, arrestati i componenti della banda di picchiatori

MONTEROTONDO (RM) – I Carabinieri della Compagnia di Monterotondo e gli agenti del Commissariato di Polizia di Stato di Tivoli hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere e di obbligo di dimora, emessa dal GIP del Tribunale di Tivoli, nei confronti di diversi soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di rapina e lesioni personali aggravate.

Gli arrestati si muovevano ed agivano come “branco”, pestando, anche solo per futili motivi, i cittadini di Fonte Nuova, una popolosa cittadina alle porte di Roma.

Tutti di età compresa tra i 19 e i 26 anni, facevano parte di una vera e propria “banda di picchiatori”, resasi responsabile di brutali aggressioni in danno di malcapitati presi di mira per futili motivi e nei casi più gravi ridotti quasi in fin di vita, con azioni plateali sulla pubblica via.

L’indagine, condotta dai Carabinieri
di Monterotondo e dal Commissariato di P.S. di Tivoli, ha consentito di
ricostruire l’esatta dinamica degli eventi e di individuare gli indagati,
nonostante le difficoltà incontrate dalle iniziali mancate collaborazioni delle
vittime, terrorizzate dai brutali pestaggi e con timore di eventuali
ripercussioni anche per i familiari.




Bracciano, minore aggredito da gruppo di bulli: arresti e denunce

BRACCIANO – Pochi giorni fa, un gruppo di cinque “bulli” (tra i 19 e 24 anni di età), per futili motivi ha preso di mira un ragazzo minorenne all’interno del parco comunale di Piazza degli Ulivi. Dapprima, lo hanno circondato e percosso ripetutamente, assicurandosi di non essere visti da eventuali testimoni; successivamente, si sono appropriati del suo giubbotto e della felpa, per poi scappare via.
A seguito delle ferite, la vittima è stata medicata presso l’Ospedale di Bracciano e dimessa con alcuni giorni di prognosi.

In data odierna, a conclusione delle indagini volte identificare gli ignoti aggressori e coordinate dalla Procura di Civitavecchia, i Carabinieri del NORM e della Stazione di Bracciano hanno eseguito un’Ordinanza di Custodia Cautelare emessa dall’omonimo Tribunale nei confronti di 5 giovani, responsabili dell’accaduto.
In particolare, due 21enni italiani e pregiudicati, sono stati tratti in arresto, mentre altri 3 ragazzi sono stati sottoposti alla misura cautelare dell’Obbligo di Dimora.
Nel corso delle perquisizioni presso le abitazioni degli indagati, è stato ritrovato il giubbotto asportato alla vittima.
Altresì, lo scorso mese di dicembre, uno dei rei era stato già denunciato dai Carabinieri a Trevignano Romano, per aver pesantemente danneggiato le luminarie natalizie installate nel locale giardino comunale.

Attualmente, sono in corso accertamenti per verificare se altri ragazzi abbiano subito simili vessazioni dal gruppo.

Gli arrestati sono stati sottoposti agli Arresti Domiciliari.




Tivoli e Guidonia, scacco matto al traffico di droga: 11 arresti

A Tivoli e Guidonia Montecelio, i Carabinieri della Compagnia di Tivoli hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Tivoli, su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 11 persone (5 in carcere e 6 agli arresti domiciliari) per il reato di spaccio aggravato di sostanze stupefacenti, nonché all’esecuzione di numerose perquisizioni.

L’indagine convenzionalmente denominata dai Carabinieri “ADRIANO”, ha consentito di ricostruire l’operatività di un gruppo criminale dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti operativo principalmente all’interno delle case popolari del cd. Quartiere “Adrianella”, ma anche in luoghi insospettabili, quali una famosa gelateria sita in Villa Adriana, molto vicina all’omonimo sito UNESCO.

Le indagini, avviate nel febbraio 2019 su iniziativa di un militare dell’Arma dei Carabinieri che, libero dal servizio, nel passeggiare per il centro cittadino, percepiva una concitata conversazione telefonica tra un professionista del luogo ed altra persona in merito a pagamenti di somme di denaro.

La professionalità dei Carabinieri della Compagnia di Tivoli ha consentito di svelare “ramificazioni criminali” in cui emerge la figura di M. S. del 1989 – dal dicembre 2019 agli arresti domiciliari per detenzione di un fucile a canne mozze – che, con la collaborazione di numerose persone, tra cui L. C. del 1969 e M. M. del 1986, aveva organizzato un fiorente mercato di più tipologie di narcotici, sia delle cd droghe leggere, sia di cocaina e crack, circondandosi di più pusher che partecipavano alla redditizia attività delittuosa.

L’attività investigativa dei Carabinieri, svolta con intercettazioni e servizi di osservazione, ha interrotto una diffusa e capillare attività di vendita di narcotici nell’area Tiburtina che tendeva a estendersi nei comuni limitrofi e anche al IV e VI municipio di Roma. Scrive il G.I.P.: “”In un periodo di investigazioni relativamente circoscritto – si è trattato di un bimestre che ha compreso gli scorsi mesi di febbraio e di marzo 2019 – i tenaci ed efficaci sforzi dei militari hanno fatto emergere uno scenario francamente allarmante, caratterizzato dalla disinvolta, pervicace e ben organizzata realizzazione, in varie zone del territorio tiburtino, di stabili punti di spaccio di stupefacenti assortiti (cocaina, crack, derivati della cannabis e anche eroina). Principale motore di tale ininterrotta attività di colonizzazione delittuosa di più zone del tiburtino – da Tivoli a Villa Adriana e a Tivoli Terme – è certamente M. S., che promuove, organizza, coordina, rifornisce, controlla e dirige più piazze, presidiate da vari pusher alle sue dipendenze, organizzati su turni e orari nel cuore della notte, talora anche riforniti di vitto e generi di conforto; qui vengono smistati e indirizzati numerosi tossicodipendenti, molti dei quali sono clienti abituali”.

Gli elementi investigativi acquisiti hanno dimostrato:

  • che veniva elargito uno “stipendio” giornaliero agli spacciatori (50 euro a turno), operanti su più turni al fine di garantire lo spaccio per 12 ore al giorno (le forniture a domicilio erano invece garantite h24);
  • che veniva garantito ai pusher in turno il rifornimento sul posto dello stupefacente, con consegna di generi di conforto per evitare che l’attività di spaccio fosse interrotta;
  • che veniva imposto ai concorrenti nel reato di utilizzare utenze telefoniche dedicate per le comunicazioni, in maniera tale da rendere difficile ogni intercettazione telefonica, di non cedere stupefacente a credito, e di non accettare altre forme di pagamento che non fosse denaro contante.

Nel corso delle fasi esecutive dell’operazione di questa mattina, a casa di uno degli indagati – un 50enne romano non destinatario di misure cautelari ma per cui la Procura aveva delegato la perquisizione domiciliare – i Carabinieri hanno rinvenuto 50 g. di hashish e l’uomo è stato arrestato, in flagranza, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.