Asl Roma 4, dieci nuovi casi positivi: il bollettino comune per comune

La Regione Lazio ha appena comunicato 10 nuovi positivi nel territorio della Asl Roma 4.

I nuovi positivi aggiornati alle 12 di oggi sono così suddivisi:

5 a Civitavecchia, 1 a Manziana, 1 a Campagnano, 1 a Santa Marinella, 1 a Bracciano, 1 a S. Oreste.

È avvenuto un decesso di una donna di 88 anni proveniente dalla Rsa Madonna del Rosario.

Di seguito i totali per Comuni dall’inizio dell’epidemia da Covid 19

Allumiere : 2 positivi riscontrati di cui una persona deceduta, attuali 1 positivo
Anguillara :5
Bracciano: 5
Campagnano: 4
Canale Monterano :7
Cerveteri : 14 positivi di cui 1 persona deceduta, attuali 13 positivi
Civitavecchia: 109 positivi riscontrati (inclusi pazienti Rsa Madonna del Rosario), di cui 6 persone decedute, per un totale attuale di 103 positivi.
Fiano Romano: 4
Formello: 3
Ladispoli : 14 positivi, di cui una persona deceduta, per un totale di 13 positivi attuali.
Manziana: 17
Sacrofano :19
Sant’Oreste: 1
Santa Marinella: 13 positivi riscontrati, di cui una persona deceduta, per un totale attuale di 12 positivi.
Tolfa: 7




Guidonia, sequestrate 228 mascherine. Ammaturo: “Distribuitele a chi non le può comprare”

GUIDONIA (RM) – Il 14 marzo una pattuglia della GdF ha proceduto a Guidonia Montecelio a confiscare in una farmacia della Città 228 mascherine che si stavano vendendo a prezzi da sciacallaggio. I dispositivi sono stati sequestrati, intanto mancando in Italia le fabbriche. Per farle siamo estero dipendenti a causa della burocrazia che presiede la Sanità. È stata il consigliere di FdI Giovanna Ammaturo a chiedere al Sindaco Barbet un intervento presso il Procuratore di Tivoli dott. Francesco Menditto affinchè le mascherine possano essere dissequestrate e consegnate alla Protezione Civile per essere distribuite ai cittadini. “ In momenti di quarantena sono tante le categorie sociali che hanno difficoltà non solo economiche. Le mascherine non si trovano, non le hanno neanche i sanitari. Da sabato, ha detto l’Ammaturo, ho provato ad interessare l’assessore Russo responsabile dei servizi sociali per offrire a tanti, troppe volte soli e senza opportunità questa piccola goccia d’acqua senza nessuna risposta.
Analogamente il sindaco Barbet. Considerata la carenza di questi i dispositivi è un gesto di intelligenza e di attenzione oltre ad accettare che è tempo che la burocrazia sia messa da parte. E’ il momento che Barbet decida sullo riscadenzamento dei tributi comunali come fatto da molti Comuni e sollevi all’ANCI la questione. Le tasse comunali, ed è questo il
paradosso, sui vari decreti pasticciati di Conte , non hanno definito i termini di sospensione per le scadenze a marzo, ma l’emergenza sanitaria è scattata il 31 gennaio fino al 31 luglio come è scritto in Gazzetta. Se c’è una emergenza le bollette e le tasse si pospongono almeno fino alla scadenza.
Dalla antologia dei decreti Conte sia le bollette del 2020 recapitate finora agli utenti, sia la tassa sui rifiuti, non si esprime in modo chiaro e netto: è demandata ai regolamenti comunali la facoltà di prorogare la scadenza della Tari.

Guidonia Montecelio che è la seconda città non capoluogo di provincia in Italia deve far sentire la propria voce e saper allineare gli altri comuni. La problematica di una eventuale esposizione di cassa, con un saldo attivo di oltre 20 mln di euro non dovrebbe essere una incognita inaccessibile per Barbet. Occorre lanciare messaggi di solidarietà concreti. In momenti di emergenza sanitaria, rigore e di responsabilizzazione personale, ha detto il consigliere Ammaturo, bene ha fatto il Governo centrale a varare la nuova stretta per chi viola la quarantena ma altrettanto rigore dovrà essere riservato, alla fine del tunnel, per chi occupa case pubbliche, per chi spaccia o delinque o peggio ingiuria le Forze dell’Ordine. Facile fare i forti con i deboli ma l’intransigenza non tollera confusione e arrendevolezza”.




ASL RM 5, terapia intensiva: ospedale di Subiaco grande escluso. Parte la petizione online

SUBIACO (RM) – Nella ASL RM5 i nosocomi di Palestrina e Monterotondo sono stati potenziati con posti letto di terapia intensiva mentre l’ospedale di Subiaco è per il momento il grande escluso e, con l’avvio dell’area COVID19, si è visto addirittura ridurre l’efficienza dei reparti di lungodegenza e chirurgia.

“Il Sindaco Pelliccia – dichiarano dal Movimento “Alternativa X Subiaco” ha dichiarato di essersi mosso per primo con una letterina alla REGIONE LAZIO. Quali risposte ha ottenuto? Non è questa la battaglia che chiede la popolazione. Dobbiamo alzare la voce e “disturbare” il Presidente Zingaretti. “L’amico” per molti amministratori locali del PD. Noi intanto questa voce la vogliamo rendere forte e torniamo ad invitare i
cittadini a sottoscrivere la petizione online che stiamo sostenendo. Occorrono posti di terapia intensiva anche a Subiaco! Non perdiamo questa occasione. Insieme ce la faremo!

Il link per firmare è il seguente: http://chng.it/4ShkSsfy ” conclude la nota del Movimento “Alternativa X Subiaco”

Simone Cignitti (AxS): Zingaretti ignora l’Ospedale di Subiaco. Ancora una volta

“C’era grande speranza in questi giorni attorno alla possibilità che l’Ospedale di Subiaco avesse potuto vedere ripristinata la terapia intensiva. – Dichiara Simone Cignitti Portavoce del movimento “Alternativa X Subiaco” – Speranza dovuta – prosegue Chignitti – alla necessità di reperire posti letto da parte della Regione Lazio a causa dell’emergenza Covid-19 ed alimentata dai fondi stanziati dal Governo per affrontare l’emergenza. “Alternativa X Subiaco” ha provato a mobilitarsi in tal senso sostenendo una raccolta firme su change.org e chiedendo al Sindaco un pressing deciso nei confronti della Regione.
Purtroppo ancora una volta dobbiamo assistere sconsolati alla totale indifferenza di Zingaretti che ha potenziato la terapia intensiva negli ospedali di Monteretondo, Palestrina, Colleferro e Tivoli ignorando completamente Subiaco. Un’indifferenza che rafforza le perplessità sull’operato del Sindaco di Subiaco, che non più di qualche giorno fa rivendicava l’invio di una letterina alla Regione Lazio ed accusava (tanto per cambiare) la minoranza di strumentalizzare la questione.

Se il Sindaco Pelliccia usasse verso il suo “amico” Presidente Zingaretti tutto il furore che utilizza ogni volta per contestare le proposte della minoranza, probabilmente avremmo ottenuto negli anni qualche risultato degno di nota per il nostro nosocomio. Di certo non chiedevamo miracoli, pretendevamo semplicemente che il Sindaco non si limitasse a letterine formali ma conducesse una battaglia convinta per ottenere questo benedetto ripristino della terapia intensiva.

Esattamente quello che è stato ottenuto dagli altri ospedali e che non ha ottenuto Subiaco. Evidentemente noi siamo utili solo per togliere qualche grana al Presidente Zingaretti, come è accaduto con la realizzazione della Rems che oggi occupa parte di quello che una volta era l’Ospedale di riferimento della Valle dell’Aniene.

Oggi ci troviamo a commentare un’altra sconfitta ed un’altra umiliazione ma prima o poi presenteremo il conto ai responsabili. La tristezza comunque non deve prendere il sopravvento. Quindi – conclude il portavoce – continueremo a sensibilizzare sul tema attraverso la raccolta firme, convinti che laddove mancano le Istituzioni, può arrivare il popolo”.




Bracciano, il sindaco: “Sospese rette dell’asilo, la refezione e il trasporto scolastico. Oggi un nuovo positivo ma è guarito il primo caso”

 
“Oggi a Bracciano c’è un nuovo caso di una persona risultata positiva al Coronavirus. Naturalmente la Asl Rm4 ha messo in atto tutte le procedure previste dal protocollo sanitario e il paziente si trova ora a casa”. Sono diverse le comunicazioni di oggi martedì 24 marzo 2020, fornite alla cittadinanza dal Sindaco di Bracciano Armando Tondinelli, inerenti l’attuale situazione di emergenza Covid-19: “Per quanto riguarda il primo paziente positivo al Coronavirus – aggiunge Tondinelli – comunico che è definitivamente guarito. Inoltre il paziente che aveva il tampone indeterminato oggi ha avuto i risultati definitivi e fortunatamente il tampone è risultato negativo. Quindi alla luce di quanto vi ho comunicato, ad oggi effettivamente a Bracciano abbiamo solamente due casi di positività al coronavirus. I pazienti come ho detto sono a casa e sono seguiti dalla Asl RmH”. Il Sindaco ha anche voluto far sapere che il lavoro in Comune continua serrato nonostante l’attuale momento emergenziale: “La giunta comunale sta lavorando e oggi abbiamo fatto una delibera con cui sospendiamo dal 5 marzo tutte le rette dell’asilo comunale, la refezione e il trasporto scolastico. Naturalmente – aggiunge Tondinelli – anche il Consiglio comunale può lavorare da remoto e quindi, ribadisco, l’Amministrazione sta continuando a lavorare con la stessa attenzione e determinazione di sempre. Volevo inoltre ringraziare tutte le associazioni di volontariato che insieme alla sartoria Nori, insieme all’Arcolaio e ad alcune sarte hanno realizzato 300 mascherine che siamo pronti a distribuire sul territorio ai volontari che ogni giorno vengono a contatto con numerose persone e ai commercianti che sono rimasti aperti con le loro attività per garantire i beni di prima necessità. Chiaramente il momento è difficile, si vede qualche spiraglio ma questo non significa che dobbiamo allentare la presa. Rinnovo alla cittadinanza l’invito a restare a casa. Seguite i protocolli e rimanete a casa. Solo così possiamo uscire da questa pandemia. Insieme ce la faremo!”




Asl Roma 4, covid-19: ecco i dati ad oggi

Oggi la Regione Lazio ha comunicato 13 nuovi casi positivi per la Asl Roma 4, di cui 3 risultano pazienti della Rsa, 3 di Canale Monterano, 1 di Bracciano, 1 di Cerveteri, 1 di Ladispoli, 4 di Manziana.
Il decesso riguarda una donna di 78 anni del comune di Allumiere.

I totali dei comuni aggiornati dall’inizio dell’epidemia alle 12 data odierna sono così ripartiti :
Allumiere 1
Anguillara 4
Bracciano 4
Campagnano 3
Canale Monterano 8
Cerveteri 14
Civitavecchia 90
Fiano Romano 4
Formello 3
Ladispoli 12
Manziana 14
Sacrofano 19
Santa Marinella 9
Tolfa 5

Si specifica che i dati riportati potrebbero non essere allineati perfettamente nel caso in cui il tampone sia stato effettuato in un ospedale fuori dal territorio della Asl e debba ancora pervenire il dato.




Covid-19, il caro spesa e la necessità di spostarsi nei comuni limitrofi

L’ordinanza interministeriale dello scorso 22 marzo relativa alle ulteriori misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale ha disposto che: “Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19, è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi
o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute.

Molti cittadini, soprattutto quelli che risiedono nei comuni più piccoli, dove spesso non sono presenti grossi supermercati in grado di proporre un’offerta di generi alimentari esaustiva, sia sotto il profilo dei prodotti messi in vendita sia, soprattutto, sotto quello delle offerte commerciali, si sono trovati in questi giorni ad assistere al fenomeno di lievitazione dei prezzi esposti nei piccoli punti vendita. Prezzi aumentati e non di poco, quindi distanziati in maniera troppo eccessiva da quelli che si trovano invece nei supermercati dei comuni limitrofi più grandi. Una pratica, quest’ultima, che in questo periodo di grave crisi economica, per le tasche di tutti, non è risultata certamente gradita da parte dei tanti consumatori che invece avrebbero preferito aiutare il commercio locale dei piccoli centri urbani.

Si può uscire dal proprio comune per fare la spesa?

Sulle FAQ della Regione Lazio si legge che si deve fare la spesa nel posto più vicino possibile a casa o, per chi non lavora a casa, al luogo di lavoro. Infatti, gli spostamenti devono essere limitati allo stretto necessario sia tra Comuni limitrofi che all’interno dello stesso Comune. In ogni caso, si deve sempre rispettare rigorosamente la distanza tra le persone negli spostamenti, così come all’entrata, all’uscita e all’interno dei punti vendita. Per questa ragione la spesa è fatta di regola nel proprio Comune, dal momento che questo dovrebbe garantire la riduzione degli spostamenti al minimo indispensabile. Qualora ciò non sia possibile (ad esempio perché il Comune non ha punti vendita), o sia necessario acquistare con urgenza un bene non reperibile nel Comune di residenza o domicilio, o, ancora, il punto vendita più vicino a casa propria si trovi effettivamente nel Comune limitrofo, lo spostamento è consentito solo entro tali stretti limiti, che dovranno essere autocertificati.

Non sembrerebbe dunque prevista la condizione di spostarsi nel comune limitrofo nel caso in cui uno o più prodotti alimentari venduti nel proprio comune di residenza o domicilio presentino dei prezzi “esagerati” rispetto a ai prezzi applicati dalle rivendite situate nei comuni limitrofi. E in tal senso sembra muoversi l’associazione Codici che ha presentato al Prefetto di Roma una richiesta ufficiale per l’autorizzazione in deroga per i residenti del Comune di Gallicano nel Lazio ad uscire dal territorio cittadino per gli approvvigionamenti alimentari.

Ovviamente qualora il prefetto di Roma dovesse esprimere un parere favorevole la regola si applicherebbe a tutti i comuni di pertinenza.

“Parliamo di un Comune – spiega l’avvocato Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – di circa 6.500 abitanti, che ospita due supermercati e tre negozi di alimentari. Prima delle ultime disposizioni del Governo, molti cittadini si recavano nei paesi vicini per fare la spesa, perché trovavano esercizi commerciali più grandi e più forniti. A seguito delle norme introdotte dall’ultimo Dpcm, ciò non è più possibile. Riteniamo questo fatto molto grave – sottolinea l’avvocato Giacomelli – perché le attività del piccolo Comune di Gallicano nel Lazio non sono fornitissime e stanno anche subendo dei rincari e dei ritardi nell’approvvigionamento delle merci, il tutto per colpa dei fornitori. A nostro avviso in un momento così delicato bisogna tutelare i cittadini – afferma il Segretario Nazionale di Codici – pertanto abbiamo chiesto l’autorizzazione per chi ne faccia richiesta ad uscire dal territorio comunale per potersi rifornire di generi alimentari, anche soltanto una volta a settimana”.

Insomma, aiutare il commercio locale è cosa buona e giusta, ma il commercio locale non esageri nel rialzare i prezzi. E a buon intenditor poche parole.




Anguillara Sabazia, emergenza coronavirus. Serami (FdI): Necessario un cambio di passo che coinvolga tutte le forze politiche del territorio

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Appello al Governatore del Lazio Nicola Zingaretti da parte del gruppo regionale di Fratelli d’Italia affinché recepisca le proposte presentate da tutte le forze del Centrodestra.

“E’ innegabile che lo spirito di Fratelli d’Italia sin da subito sia stato quello di offrire la massima collaborazione a tutte le autorità a tutti i livelli. -dichiara il coordinatore di Fratelli d’Italia ad Anguillara Sabazia Enrico Serami – Ci auguriamo – prosegue – che tanto la Giunta Zingaretti quanto il
Commissario prefettizio Caroli vogliano recepire tanto quelle del gruppo Regionale il primo quanto quelle del direttivo locale il secondo, le proposte presentate. Come dichiarato dai Consiglieri Regionali di FDI, infatti, sentiamo il dovere di dare il nostro contributo perché convinti che dall’emergenza coronavirus, come da ogni emergenza, si possa uscire solo lavorando tutti insieme. Oggi – Continua Serami – sono arrivate proposte concrete dal Gruppo Regionale e da tutti i partiti del Centrodestra, come la richiesta di dotazione di dispositivi di protezione individuale per tutto il personale medico/sanitario e per tutte le categorie a rischio così come l’aumento di posti di terapia intensiva ovvero la necessità di incrementare
l’uso dei tamponi. Come richiesto da FDI in Regione Lazio e così per Anguillara – conclude Serami – crediamo che, nonostante lo sforzo messo in campo fino a ora, sia necessario un cambio di passo che è possibile attuare solo col contributo di tutte le forze che vivono e ascoltano il territorio. Nel pieno rispetto delle capacità tanto del Presidente Zingaretti quanto, per quanto riguarda Anguillara, del Commissario Caroli, ci permettiamo di chiedere, come fatto più volte in questi giorni per via ufficiale protocollando istanze ed osservazioni, un coinvolgimento attivo delle forze politiche tutte con l’obiettivo primario di fare il meglio per la Comunità in questo difficile momento che tutti noi auspichiamo passi più in fretta
possibile”.




Anguillara Sabazia, da Italia Viva parte l’appello a supermercati e attività essenziali: far saltare la fila a operatori sanitari e volontari

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Far saltare la fila a operatori sanitari e volontari nei vari punti vendita sparsi nel territorio comunale di Anguillara Sabazia. Questo l’appello lanciato da Italia Viva ai vari gestori di supermercati e di attività relative ai servizi essenziali e anche al Commissario prefettizio.

“Come Italia Viva Anguillara – ha detto Benedetta Onori coordinatrice Italia Viva Anguillara e membro dell’Assemblea Nazionale di Italia Viva – proponiamo, nella speranza di una condivisione, di garantire agli operatori sanitari e ai volontari l’accesso prioritario ai punti vendita nel territorio comunale. Un “salta la fila” – ha proseguito Onori – che riteniamo doveroso dedicare ai medici, agli infermieri, al personale sanitario e ai volontari dopo turni di lavoro estenuanti. Alcuni Comuni della Provincia di Roma hanno già, in autonomia, proposto la priorità d’accesso ai punti vendita. Un piccolo gesto di gratitudine per l’immenso lavoro che svolgono ogni giorno. Ringraziamo, fin da subito, i supermercati e le attività di servizi essenziali che decideranno di rispondere all’appello, ringraziandoli sinceramente a loro volta per il servizio quotidiano reso alla comunità. Abbiamo inoltrato l’appello al Commissario Prefettizio” conclude la coordinatrice locale del partito di Matteo Renzi.




Anguillara Sabazia, contenzioso Sogeea e l’accordo kamikaze della ex giunta pentastellata: sentenza sfavorevole per il Comune. Manciuria (AnguillaraSvolta): “Ora paghino gli ex amministratori M5s”

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Il Comune di Anguillara Sabazia condannato a pagare circa 400mila euro alla società Sogeea SpA.

Questo il risultato della sentenza relativa il contenzioso tra la Sogeea e il Comune per il servizio di istruzione delle pratiche di condono edilizio.

“Gli ex consiglieri M5s ora si mettano le mani in tasca e paghino il debito contratto con Sogeea SPA”

“In piena emergenza coronavirus abbiamo assistito al sussulto indisponente quanto autocelebrativo della fu maggioranza Anselmo, – commenta il Presidente di AnguillaraSvolta Sergio Manciuria – dove piuttosto che scusarsi con i cittadini di Anguillara per i 4 anni di malgoverno e incapacità amministrativa, hanno preferito esaltare qualità mai riconosciute dagli elettori all’ex consigliere indisponente ai containers De Rosa, improbabile futuro “coraggioso” candidato sindaco dell’armata Brancaleone grillina. Ora – prosegue Manciuria – auspichiamo che i vari componenti del defunto ex gruppo consiliare giallo-sbiadito con la stessa convinzione siano pronti a mettersi le mani in tasca e pagare il debito contratto con Sogeea SPA”.

Sergio Manciuria Presidente di AnguillaraSvolta

Il dispositivo ha riconosciuto entrambi i ricorrenti in reciproca parziale soccombenza, e i rispettivi risarcimenti prevedono, per differenza, che il Comune versi alla società circa 400.000 euro.

“Il
Commissario prefettizio si attivi immediatamente con la Corte dei Conti per rivalersi
sui responsabili”

“Ora
chiediamo al Commissario prefettizio, che lo scorso 17 marzo unitamente al
segretario comunale, si schermiva scaramanticamente e giurava sull’esito
favorevole – rammenta il referente sabatino – di agire legalmente ad ogni
livello sui responsabili del debito da circa complessivi 500.000 euro tra
risarcimenti e spese del giudizio, attivando immediatamente la Corte dei Conti
rivalendosi su beni e patrimoni dei colpevoli”.

“Invece
di affidarsi alla speranza e ai pessimi consigli di parte  – rincara il Presidente di AnguillaraSvolta –  il commissario Cairoli prenda definitivamente
le distanze dall’ex Giunta pentastellata e renda pubbliche le pagine del
giudizio per far comprendere ai residenti chi è il responsabile di questo
enorme danno, e soprattutto, alla luce di come è stata condotta la causa, si
adoperi per evitare ricorsi in appello che prendano in esame l’iniziale stima
del risarcimento complessivo che ammonta a oltre 3.000.000 di euro, come
previsto dal consulente tecnico del giudice”.

“Vista
la gravissima situazione sanitaria in atto e per la quale ci uniamo all’appello
#iorestoacasa, la nostra posizione può apparire fuori luogo ma – conclude Manciuria – teniamo a
ribadire più che mai il nostro impegno per Anguillara affinché non si ripetano
più esperimenti amministrativi inconcludenti e di facciata o, ancor peggio,
proposte politico-amministrative buone solo per ottenere una poltrona e fare
danno”.




Bracciano, contagi fermi a 3: intanto continuano le denunce a chi non rispetta le regole

BRACCIANO (RM) – Altre denunce nella giornata di oggi effettuate dalla polizia locale di Bracciano diretta dal Comandante Claudio Pierangelini.

Gli agenti hanno fermato e denunciato persone provenienti da altri Comuni che sono venuti a fare la spesa nel nostro territorio”. A darne notizia è il Sindaco di Bracciano Armando Tondinelli che oggi, domenica 22 marzo, ha inteso comunicare il consueto aggiornamento sulla situazione dei contagi sul territorio: “Anche oggi come ieri – dice il Sindaco Tondinelli – non registriamo ulteriori casi positivi a Bracciano. Pertanto i contagi rimangono stabili a tre persone risultate positive al Covid-19.

La strada da fare insieme è ancora lunga e dobbiamo assolutamente rispettare l’unica regola possibile per evitare focolai e contagi fuori controllo: restiamo a casa per il nostro bene, per tutelare la salute di chi amiamo e della collettività. Il momento è difficile, che potranno esserci attimi di sconforto ma restiamo uniti. L’Amministrazione continuerà a fornire tutto il supporto possibile. Insieme ce la faremo!”  




Asl Rm5, sanitari e cittadini in guerra… a mani nude

Il disorientamento generato da altalenanti e pasticciate azioni governative oltre ad una mancanza di comunicazioni esaustive è aggravato dalla mancanza di generi sanitari necessari.

Dove sono le mascherine? Dove i cosiddetti DPI? I Dispositivi di Protezione Individuale che insieme all’alcool, le sovrascarpe, i guanti, gli occhiali e le tute sanitarie monouso gli stessi che tutti i cittadini verrebbero acquistare: sono introvabili.

Dai filmati dei TG si vedono sanitari in Cina bardati da assomigliare all’omino Michelin, ben altro i nostri. Sui social c’è chi invita ad usare in bagno le ultime mascherine fornite dalla Protezione Civile. Ancora prima dei Sindacati di categoria e senza allarmismi, diversi operatori sanitari della ASL RM5, tra le più grandi d’Italia, avevano denunciato già l’11 marzo di essere costretti a visitare gli assistiti privi di guanti e mascherine e come definiscono centinaia di titoli sui giornali “a mani nude”.

La Asl aveva risposto: “La Direzione provvede quotidianamente all’invio in Regione Lazio dei fabbisogni di DPI comprensivi di quelli destinati al MMG/PLS secondo le vigenti indicazioni regionali. Si deve tuttavia evidenziare che le scorte sono, come è noto, contingentate e che i quantitativi ed i tempi di consegna sono dettati da Istituzioni diverse. Per il semplice motivo che sono introvabili.”

Sebbene fosse stato diffuso da parte dell’Azienda Sanitaria un documento relativo ai comportamenti da tenere nella gestione dell’emergenza (Protocollo 218196 del 11.03.2020) con relativi allegati; nell’allegato B del documento è esplicitamente indicato che “La modalità distributiva dei DPI e dispositivi medici monouso legati all’emergenza è competenza della Direzione Regionale”.

Ad oggi ancora nessuna traccia di detti materiali e dispositivi, né comunicazione di dispensazione è giunta agli operatori sanitari. La Medicina Generale/Medicina di Famiglia è la branca specialistica che si occupa in modo specifico di medicina di comunità, cure primarie e gestione delle patologie sul territorio in ambiente extraospedaliero. I medici di medicina generale sono figure da non confondere con il “medico generico”, che identifica il laureato in medicina senza formazione post laurea. I medici hanno nei loro studi dei dipendenti, nei confronti dei quali hanno degli obblighi relativi alla sicurezza sul luogo di lavoro. Oltre ad una particolare posizione lavorativa di medici convenzionati con il SSN non li pone in dipendenza diretta, ma si fa presente che la Direzione Generale della ASL ROMA 5 ha nei confronti delle responsabilità di tutela della salute. Una esposizione ad un concreto pericolo, che mette nelle condizioni di essere inibiti nel normale svolgimento della professione, limitando nella possibilità di visitare in sicurezza i pazienti affetti da sintomatologia respiratoria.

Colpa di una spending review sanitaria che alla fine fa pagare il conto a tutti gli Italiani. Dal 2011 con Monti ogni Governo ha pensato di risparmiare sulla sanità anzi che sul superfluo. Bene lo ribadisce un dossier intitolato “La spending review sanitaria”, risalente allo scorso 4 marzo e pubblicato dagli uffici della Camera.

Dai tagli sui posti letto ai tempi di ospedalizzazione, spese per dispositivi e aumentando ogni due anni i metri quadrati da mettere a disposizione per i pazienti che hanno fatto chiudere decine di cliniche private. Tutti gli esecutivi hanno fatto il possibile per risparmiare quasi che la sanità fosse superflua, eccedente ed inutile. Di queste ore la denuncia dei quattro sindacati dei camici bianchi contro Zingaretti che con i soldi che ci sono, oggi in piena emergenza covid 19, sta pensando bene di acquisire una App, chissà a quali costi, per monitorare a distanza i pazienti in quarantena. Troppi gli errori di valutazioni e della burocrazia che mette a nudo la irrazionalità di una nazione che non ha fabbriche capaci di creare certi prodotti a scapito di centinaia di maestranze che ben sarebbero capaci ma non a disdegnare l’acquisto in Ucraina ed in Cina dove nessuno si è sognato di chiedere la conformità costruttiva degli opifici, i durc, gli impianti antincendio , le referenze bancarie, la tripla messa a terra o la quantità di aria introdotta nell’azienda per addetto: basta che ci sia il marchio CEE. Grazie alla emergenza sono tante le camicerie o i cravattifici che hanno diversificato la produzione con le mascherine. Una burocrazia mostruosa che ha fatto male dopo aver fatto desistere chiunque. Ha creato un danno all’intera Nazione che dovrebbe far arrossire e non solo i responsabili di settore al Ministero e nei venti assessorati alla sanità regionali. Oggi si paga il conto di avere tanti marchese del grillo che amava dire io so io e voi…