Torvajanica, tenta di dare fuoco alla compagna e poi minaccia i carabinieri di morte

Torvajanica (RM) – I Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno arrestato un 41enne originario di Roma e gravemente indiziato di tentato omicidio e resistenza e minaccia a Pubblico Ufficiale.

Nella notte di sabato, una pattuglia di Carabinieri della Stazione di Torvajanica, a seguito di richiesta d’intervento di alcuni passanti al numero di emergenza 112, è intervenuta sul Lungomare delle Sirene per soccorrere una donna che ha denunciato che, nel corso di una lite con il compagno, era stata da questi aggredita e cosparsa di alcool etilico su tutto il corpo, con l’intento di darle fuoco. La vittima, fortunatamente, era riuscita a fuggire di casa chiedendo aiuto.

Raggiunta subito dopo l’abitazione familiare, i Carabinieri venivano affrontati dall’uomo che, armato di coltello e forbici, li minacciava di morte. I militari quindi, riuscivano prontamente a disarmarlo ed a bloccarlo.

L’uomo, quindi, su disposizione della Procura della Repubblica di Velletri, è stato arrestato e portato in carcere in attesa dell’udienza di convalida.




Ferrovia Civitavecchia Capranica Sutri Orte, il Comitato: “Ora necessaria la riapertura”

l giorno 6 marzo 2023, a Ronciglione, si è riunito il comitato per la riattivazione della ferrovia Civitavecchia Capranica Sutri Orte. La ferrovia Civitavecchia-Orte è una linea ferroviaria italiana senza traffico e in parte disarmata, che collega la stazione di Civitavecchia, sulla ferrovia Tirrenica, allo scalo ferroviario di Orte, sulla ferrovia Firenze-Roma passando per il nodo di Capranica.

La ferrovia Civitavecchia-Orte fu inaugurata nella sua interezza il 28 ottobre 1928, in occasione del sesto anniversario della Marcia su Roma, mentre l’apertura al traffico avvenne esattamente un anno dopo; la linea inglobò la breve tratta Capranica-Ronciglione, fino ad allora considerata diramazione della ferrovia Roma-Capranica-Viterbo. Costruito a scartamento ordinario e lungo in totale 85,69 chilometri, al momento dell’apertura il tracciato della linea veniva coperto in circa tre ore: gli elevati tempi di percorrenza (su cui pesavano le basse velocità raggiungibili a causa della notevole tortuosità del binario) uniti alla lontananza delle stazioni ferroviarie dai centri abitati pregiudicarono da subito le potenzialità della strada ferrata. Negli anni Trenta, con l’elettrificazione della ferrovia Tirrenica passante per Civitavecchia e della ferrovia Firenze-Roma passante per Orte, il traffico merci che si originava dal porto civitavecchiese fu deviato interamente sulla direttrice Civitavecchia-Roma-Orte, ritenuta dal punto di vista orografico più conveniente della linea Civitavecchia-Capranica-Orte, anche se più lunga.

La nota del Comitato: “Una riunione con finalità strategiche, all’indomani delle elezioni regionali che hanno portato ad un parziale rinnovamento degli interlocutori politici, per il ripristino di questa infrastruttura, così importante per lo sviluppo del territorio dell’Alto Lazio e di tutto il Centro Italia.
Numerosi i rappresentanti delle istituzioni, che hanno portato il loro contributo fattivo, come il Sindaci di Veiano Teresa Pasquali, di Gallese Danilo Piersanti, il vice sindaco di Barbarano Romano Giovanni Congedi, l’assessore ai trasporti di Sacrofano ing Alessandro D’Armini e il prof arch Mario Cerasoli dell’università RomaTre, già da tempo impegnato nello studio delle strette relazioni tra le infrastrutture e lo sviluppo che ne discende.
Non regge più l’alibi che pretende esista la domanda di servizi prima dello sviluppo del territorio. Per la ferrovia Civitavecchia Orte esiste la domanda che sale dal territorio richiedente il rispetto del diritto alla mobilità;  si rafforza per l’importanza che riveste il congiungimento dei Due Mari Tirreno e Adriatico: Porto di Civitavecchia-Interporto Centro Italia di Orte; per lo sviluppo dei corridoi del Mediterraneo, in particolare Spagna Barcellona-Civitavecchia via mare, Civitavecchia Orte Terni Foligno Ancona via ferrovia, Ancona Croazia via mare; inoltre, a maggior ragione per il congiungimento di Civitavecchia tramite ferrovia con il Corridoio europeo TEN T1 Berlino Palermo.

Quindi la domanda esiste ed è prioritario l’intervento ferroviario, per il Centro Italia e per l’intera Italia, necessario per l’ambiente, anche per promuovere in concreto la transizione ecologica. 
Non sarà più possibile infatti nascondersi dietro il binomio-alibi che pretende ci sia lo sviluppo del territorio, prima della realizzazione di infrastrutture.
Ormai deve essere chiaro che la domanda per la realizzazione della Ferrovia esiste ed  è indispensabile la sua riapertura.

E’ inoltre ormai accertato che è l’offerta di servizi che crea sviluppo ed è questa la strada giusta per avere il riequilibrio del territorio.

Presenti alla riunione rappresentanti di associazioni di categoria, dirigenti del comitato, dirigenti dell’Association europeenne des cheminot, dirigenti di partiti, tecnici del comitato per la riapertura della ferrovia, responsabili del turismo delle radici, ingegneri ferroviari. Fra questi: Claudio Busonero, Sandro Cossetto, Alessandro Di Macco, Cinzia Longo, Marcello Luca, Maurizio Mazzoni, Massimo Montebello, Vincenzo Peparello che hanno ben illustrato l’importanza dell’infrastruttura ferroviaria, sicuramente in grado di promuovere un efficiente servizio e creare l’effetto rete e lo sviluppo.

Hanno inviato gli auguri di buon lavoro il Sindaco di Ronciglione Mario Mengoni influenzato, la Presidente del Consiglio comunale di Ronciglione Alessandra Ortenzi impossibilitata a partecipare per impegni professionali.  Molto gradito l’augurio giunto dal presidente di Trenitalia Michele Pompeo Meta, già presidente Commissione trasporti della Camera che favorì l’inclusione nella legge per le ferrovie turistiche 128/2017 della Civitavecchia Capranica Orte.

Tanti gli interventi che si sono succeduti, che hanno permesso di ben individuare le priorità delle azioni da svolgere e la scaletta degli incontri a livello politico da tenere per promuovere il proseguimento delle attività amministrative per appaltare le progettazioni residue e l’inizio dei lavori di ripristino della Civitavecchia Capranica Orte o Ferrovia dei Due Mari.

A fine giornata, considerata la gran quantità di stimoli positivi e costruttivi raccolti, il presidente del comitato per la riapertura della ferrovia, Raimondo Chiricozzi, ha voluto confermare, ancora una volta, il suo motto incrollabile: Avanti riusciremo a rivedere correre i treni merci, viaggiatori e turistici sulla ferrovia Civitavecchia Orte o  Ferrovia dei Due Mari”.

Nel 1981 il programma integrativo delle Ferrovie dello Stato inserì la tratta Civitavecchia-Capranica fra le linee ferroviarie da riattivare, allo scopo di potenziare la rete ferroviaria dell’Italia centrale. Due anni dopo il Ministero dei Trasporti approvò la concessione dei lavori di ripristino del binario, appaltati all’azienda Astaldi. Il vecchio armamento fu rimosso, le infrastrutture consolidate e le stazioni ferroviarie ampliate per ospitare le sottostazioni elettriche, in quanto era altresì prevista l’elettrificazione del tracciato. Si decise di ripristinare inizialmente il binario fra le stazioni di Mole del Mignone e Capranica, da ricostruire per intero con adeguamento della sagoma e del peso assale massimo: con una spesa complessiva di circa 220 miliardi di lire, i lavori furono avviati nel 1988 e si conclusero nel 1994. Il 25 settembre dello stesso anno, tuttavia, l’affluenza sempre più bassa spinse le Ferrovie dello Stato a sospendere l’esercizio anche sulla tratta Capranica-Orte, che fino ad allora aveva continuato a espletare regolarmente servizio merci e passeggeri[1].

La legge finanziaria del 1998 stanziò 123 miliardi di lire per il completamento dei lavori sulla linea, comprensivi del rifacimento del malmesso tratto Civitavecchia-Mole del Mignone, dell’armamento del sedime tra Civitavecchia e Capranica e dell’elettrificazione dell’intera ferrovia Civitavecchia-Orte; i relativi cantieri, tuttavia, non furono mai aperti e il progetto fu messo in disparte. Uno studio curato da Trenitalia nel 1999 e un dossier di valutazione preparato due anni dopo da Rete Ferroviaria Italiana (RFI), dal 2001 gestore della ferrovia Tirrenica e della ferrovia Firenze-Roma, conclusero che la riapertura della linea avrebbe prodotto un’utenza troppo bassa e non sufficiente a giustificare l’investimento. Negli anni seguenti vennero comunque presentate ulteriori proposte di riattivazione della linea, nessuna delle quali ebbe fortuna[2][3][4][5][6]: il 14 novembre 2011 il decreto ministeriale n. 398 emanato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti formalizzò la dismissione della linea tra Civitavecchia e Capranica, eccezion fatta per i primi 4 chilometri di binario[7], utilizzati per lo spostamento di automobili tra il porto di Civitavecchia e un deposito nei pressi dell’interporto civitavecchiese. Secondo RFI, invece, la linea rimaneva attiva sebbene nei fatti fosse da tempo stata dismessa[8].

Nel 2017 il governo Gentiloni, mediante la legge n. 128 del 9 agosto inerente alla valorizzazione delle ferrovie turistiche, inserì la linea Civitavecchia-Orte nel novero delle 18 strade ferrate che, secondo il provvedimento[9], rientravano fra quelle “dismesse o sospese, caratterizzate da particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico”[10]; anche in questo caso, tuttavia, la questione della riapertura della ferrovia si risolse in un nulla di fatto. Nell’agosto 2020 un comitato costituito allo scopo di promuovere la riapertura della linea ha presentato uno studio di fattibilità, sottoscritto da numerosi comuni e associazioni, alla struttura di missione InvestItalia, l’organo di cui si avvale la Presidenza del Consiglio dei Ministri al fine di valutare le proposte di investimenti in infrastrutture[11][12]. In vista dell’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sono stati richiesti 462 milioni di euro da destinare agli interventi di riattivazione della linea[13][14].

Il binario della ferrovia risulta quasi completamente rimosso fra le stazioni di Aurelia e Capranica, mentre sopravvive fra Capranica e lo scalo di Orte, venendo sporadicamente percorso da treni speciali nell’ambito dello scambio di materiale rotabile con la ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo, che incrocia presso la stazione di Fabrica di Roma. Secondo RFI (Fascicolo Linea 113, p. 21), la tratta Capranica-Orte è “temporaneamente chiusa al traffico”, mentre la tratta Civitavecchia-Capranica si trova in regime di “sospensione temporanea del servizio”, pur risultando da anni effettivamente dismessa e ormai quasi totalmente disarmata.




Nettuno, tenta di strangolare l’ex compagna: in manette un 50enne

NETTUNO (RM) – I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno arrestato un 50enne italiano, gravemente indiziato del reato di maltrattamenti in famiglia. Durante la scorsa serata, una donna aveva chiamata il 112 N.U.E in lacrime, denunciando di essere stata appena aggredita dall’ex compagno, che aveva tentato di strangolarla. Immediatamente giunti sul posto, i militari trovavano in casa l’uomo in stato di alterazione psicofisica dovuto all’abuso di sostanze alcoliche e la figlia della donna, che aveva assistito alla scena. La vittima, nel frattempo, per evitare ulteriori aggressioni, si era momentaneamente allontanata dalla sua abitazione. Dopo esser stata medicata al pronto soccorso degli ospedali riuniti Anzio – Nettuno, veniva accompagnata in caserma, ove riferiva una serie di episodi violenti sin dal mese di Giugno 2022.
L’uomo, con diversi precedenti anche per reati rientranti nel cosiddetto Codice Rosso, era già stato in carcere per situazioni analoghe all’interno di un altro nucleo familiare. Nonostante ciò, ha reiterato le stesse condotte penalmente rilevanti anche nei confronti della nuova compagna. Per questi motivi avevano optato per una separazione consensuale, avvenuta proprio nei giorni scorsi. I motivi che avrebbero scatenato l’ira ingiustificata dell’uomo sarebbero legate proprio agli accordi relativi alla spartizione dei loro beni.
Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato portato in carcere, in attesa dell’udienza di convalida.



Via Appia candidata a Patrimonio Mondiale Unesco

Il progetto, promosso direttamente dal Ministero della Cultura attraverso i suoi uffici centrali e periferici, coinvolge 4 Regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 12 tra Province e Città Metropolitane, 73 Comuni, 15 Parchi, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e 25 Università italiane e straniere

E’ stato firmato a Roma, alle Terme di Diocleziano, il Protocollo di intesa per la candidatura del sito “Via Appia. Regina Viarum” nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco.

L’antica strada consolare, circa 900 chilometri di tracciato da Roma a Brindisi inclusa la variante traianea, rappresenta non solo il prototipo del sistema viario romano, ma è anche simbolo millenario delle relazioni tra le civiltà del Mediterraneo e quelle dell’Oriente e dell’Africa.

Alla cerimonia, sono intervenuti, tra gli altri, il Sottosegretario al MiC, Gianmarco Mazzi; il presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, mons. Pasquale Iacobone; il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi; il presidente vicario della Regione Lazio, Daniele Leodori; l’assessore al Turismo della Giunta Regionale Campania, Felice Casucci; la delegata alle politiche culturali della Regione Puglia, Grazia Di Bari e l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor.

Il Protocollo d’intesa è stato presentato dalla dirigente dell’ufficio Unesco del MiC, Mariassunta Peci, dalla coordinatrice scientifica della candidatura, Angela Maria Ferroni. Ad aprire i lavori è stato il direttore del Museo Nazionale Romano, Stéphane Verger.

Il progetto, promosso direttamente dal Ministero della Cultura attraverso i suoi uffici centrali e periferici, coinvolge 4 Regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 12 tra Province e Città Metropolitane, 73 Comuni, 15 Parchi, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e 25 Università italiane e straniere.

Il ministero sta investendo nel restauro e nella valorizzazione di evidenze archeologiche e architettoniche situate lungo il percorso della Via Appia. L’obiettivo è coniugare le ragioni della conservazione e valorizzazione di questo importante patrimonio con lo sviluppo sostenibile dei territori coinvolti. Quest’ultimo elemento si rivela fondamentale anche per la crescita sociale ed economica di molte delle zone coinvolte che, spesso, sono aree interne e quindi fuori dai grandi circuiti turistici.

“La Via Appia è un esempio della grandezza romana, la prima via pubblica e il prototipo, anche dal punto di vista tecnico, di altre strade che hanno poi costruito i romani. Ma è anche molto di più, era un crocevia culturale, parte del sistema culturale e sociale del mondo romano: questa era forse la sua importanza principale e questo sarà l’aspetto sul quale puntiamo – ha detto il sottosegretario Mazzi. “Il ministero ha già investito 19 milioni di euro in restauri, conservazione e per la preparazione del fascicolo. Speriamo di farcela. Quando gli italiani giocano uniti, nessun risultato è impossibile”.

Il 20 gennaio la candidatura sarà valutata dal Consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana Unesco. A seguire, la richiesta sarà inviata a Parigi.




Pomezia, Volontari dell’Ordine di Malta: tessere precaricate per fare la spesa distribuite a famiglie bisognose da delegazione di Veroli

POMEZIA – Oggi alcuni Volontari dell’Ordine di Malta, Delegazione di Veroli, hanno fatto visita alla Parrocchia di Sant’Isidoro Agricoltore di Pomezia per distribuire a 15 famiglie assistite dalla Caritas alcuni dolci ed una tessera precaricata di 25 euro, da spendere presso una primaria catena di supermercati.

“E’ un piccolo sostegno che può tornare utile in un periodo senz’altro non facile, in cui sempre più famiglie fanno fatica ad affrontare anche le piccole spese quotidiane”, ha dichiarato il M.se Alessandro Bisleti, Delegato della Delegazione di Veroli. Non è la prima volta che l’Ordine dà il proprio sostegno alla Caritas Diocesana e ai suoi assistiti, che nel recente passato – oltre ad aiuti alimentari e vestiario – in alcuni casi hanno potuto beneficiare anche di prestazioni odontoiatriche gratuite. La Delegazione di Veroli è competente per le Province di Frosinone, Latina e da circa un anno per la Provincia sud di Roma (Diocesi di Albano Laziale, Frascati e Velletri-Segni)




Ostia, colpo alla gestione dell’occupazione abusiva delle case: arrestata coppia vicino ai Fasciani e Spada

OSTIA – Su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Ostia hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare per una coppia di italiani gravemente indiziati di aver organizzato, gestito e tratto profitto dall’occupazione abusiva di locali e box di proprietà dell’A.T.E.R., siti in Via delle Ebridi e Via Martinica, nonché eseguito un decreto di sequestro preventivo di numerosi locali commerciali e di tutte le cantine situate nel complesso alloggiativo di edilizia popolare, per un totale di 4947 mq.
La coppia è gravemente indiziata del reato di invasione di edifici, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, proprio perché gli immobili, ubicati nel quartiere c.d. “Nuova Ostia”, feudo delle famiglie Fasciani e Spada, sarebbero occupati al fine di utilizzare i locali quali basi logistiche e depositi per lo stoccaggio di materiale illecito, armi ed ingenti quantità di stupefacenti. 
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
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Mafia a Ostia, si stringe la maglia intorno a Roberto Spada: nuova ordinanza

ROMA – I Carabinieri del Gruppo di Ostia hanno eseguito un’ordinanza che applica nei confronti del 47enne Roberto Spada l’obbligo di non lasciare il comune di Roma e di recarsi in caserma due volte al giorno.  Il provvedimento è stato emesso dalla Corte di Assise di Appello di Roma su richiesta della locale Procura Generale poiché si ritiene che le iniziali esigenze cautelari sono ancora attuali tenuto conto della elevata pericolosità sociale di Roberto Spada quale emerge, oltre che dai plurimi precedenti penali, dal suo accertato in via definitiva inserimento, quale organizzatore, nell’associazione di stampo mafioso denominata “clan Spada” (con il ruolo di organizzatore) e nell’attesa che la Corte Suprema di Cassazione si pronunci sulla rideterminazione della pena a seguito della sentenza della Corte di Assise d’Appello che lo ha condannato a 10 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso.Roberto Spada era stato scarcerato il 29 settembre scorso ed il suo ritorno ad Ostia era stato festeggiato con una serie di fuochi di artificio. Da subito, i Carabinieri hanno quindi intensificato i controlli e gli accertamenti nei confronti dello stesso al quale, poche settimane dopo la liberazione, è stata applicata anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale.Il presente comunicato è stato redatto in aderenza a quanto indicato nel d. Lgs. 188/2021




Anzio, blitz dei carabinieri a un centro commerciale: fuga e aggressione

ANZIO (RM) – Nella notte, i Carabinieri della Stazione di Lavinio Lido di Enea, nel transitare nei pressi del parcheggio di un centro commerciale di Via Nettunense di Anzio, notavano tre soggetti nascosti dietro ad un manufatto. La circostanza destava subito sospetto ai militari, i quali decidevano di procedere ad un immediato controllo dei soggetti che, intuite le intenzioni dei militari, si davano a precipitosa fuga a piedi. Dopo circa un chilometro, i militari sono riusciti a bloccare solo uno dei fuggitivi, identificato in un cittadino del Marocco 29enne, già noto ai militari, il quale al momento del fermo iniziava ad avere un atteggiamento minaccioso ed insofferente al controllo, aggredendo fisicamente uno dei due militari che riportava lesioni.L’arrestato è stato accompagnato in caserma e dovrà rispondere dei reati di resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale.




Banca Popolare Valconca, salta la fusione col gruppo Banca Popolare del Lazio: l’analisi di un clamoroso “no”

Blu Banca offriva come biglietto da visita azioni svalutate che oggi ammontano a circa 17 euro cadauna contro i 40 euro di qualche anno fa

È clamorosamente saltata la fusione tra la Blu Banca (gruppo Banca Popolare del Lazio) e la Banca Popolare Valconca. Messi i pro e i contro sulla bilancia (e anche il nostro giornale è uscito con diversi interrogativi sul tema) i soci con la schiena dritta hanno impedito che questo matrimonio si perfezionasse, nonostante il bene placido di Banca D’Italia che in maniera fulminea aveva benedetto l’unione e sembra così voler proseguire a recitare il ruolo da protagonista di una tra le fiabe più famose al mondo: “La bella addormentata nel bosco”. Questo perché mentre dorme o peggio ancora finge di sonnecchiare, il gruppo Bpl continua a fare un po’ come gli pare, tentando gesta che vanno oltre le più temerarie intenzioni.

Blu Banca offriva come biglietto da visita azioni svalutate che oggi ammontano a circa 17 euro cadauna contro i 40 euro di qualche anno fa quando la governance era composta da elementi con la schiena dritta che proprio per questa conformazione sono stati sbattuti fuori in favore di modellanti e accomodanti uomini mutanti (o mutandis) stampati sul modello delle tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo.

Il 50,44 per cento dei soci, pari a 3.586.255 azioni, si è espresso contro la fusione, mentre il 46,74 per cento, pari a 3.323.169 azioni, a favore

«Si tratta di una vittoria abbondante – ha spiegato l’ex presidente Valconca Gianfranco Vanzini in un articolo di Corriere Romagna, contrario al progetto di fusione –. Con questo voto abbiamo sventato la morte della Banca Popolare Valconca. Ora vedremo se riusciamo a farla continuare a vivere», e sull’attuale Cda aggiunge: «Vedremo quali scelte prenderanno, se non faranno nulla oppure si dimetteranno. Certamente, almeno una riflessione dovranno farla».
E adesso Banca d’Italia come si muoverà? Il 5 ottobre scorso aveva rilasciato l’autorizzazione all’operazione di fusione e ora, terminata l’assemblea straordinaria dei soci e raccolto il sonante NO, chissà se la strada indicata verrà definitivamente archiviata (ricordiamo che la fusione era vista da tutti, direttore generale della Valconca Dario Mancini in testa, come l’unica possibile soluzione per dare un futuro alla Valconca).

Ebbene i soci Valconca, diversamente dai tanti Bpl, non hanno digerito la palese malconvenienza del cambio con le azioni Blu Banca. L’ex Vanzini ha spiegato chiaramente come con la fusione, il 93 per cento del capitale sarebbe stato di proprietà dei soci della Blu Banca, mentre ai soci dell’istituto di credito morcianese, sarebbe rimasto un 7 per cento. Un rapporto che si sarebbe senz’altro ripercosso sui dividendi futuri.

Nel frattempo a Mancini sembra non restare altro che addrizzare il tiro. Lui che due anni fa decantava la sana gestione Valconca e il bilancio in buona salute, lui che prima della fusione parlava di situazione compromessa a tal punto da vedere nella fusione la sola via d’uscita. Le sue prime parole a caldo dopo aver incassato la sonante stangata dai soci sono state: «La fusione non è passata e andremo avanti con le nostre forze». (Sicuramente la Valconca andrà avanti ma più di qualcuno non disdegna un periodo di commissariamento letto quasi come il classico periodo di riflessione tra due ex innamorati che preferiscono non rincollare i pezzi di una relazione ormai rotta. Mancini per mantenersi almeno apparentemente coerente ha aggiunto «Il fronte del no ha prevalso ma senza un motivo. Evidentemente la trasparenza non ha pagato. Andremo comunque avanti con forza».

E il presidente della Bpl Capecelatro che si era già “apparecchiato” nel Cda Valconca nonostante l’evidente conflitto d’interessi che cosa farà? Assaporato il pre aperitivo, non ha potuto apprezzare le portate più ricche… i soci hanno tenuto ben salde le redini di una banca che vuole mantenere la propria autonomia senza essere fagocitata da chicchessia o da certi strani soggetti il cui modus operandi poco trasparente è stato già messo nero su bianco in un verbale stilato, sembrerebbe obtortocollo, da Banca d’Italia che ha bacchettato la governance Bpl senza prendere provvedimenti concreti per “punire” gli errori commessi dai singoli. Anzi c’è anche chi aveva il dovere di investigare ma ahinoi, invece, ha trovato un posto sicuro in banca per il suo pupillo. D’altronde non è la prima volta che lo diciamo: «I figli so’ piezz’e core».




Da Roma a Ladispoli per rubare capi d’abbigliamento, in manette coppia di ladri

LADISPOLI (RM) – I Carabinieri della Stazione di Ladispoli hanno sorpreso e arrestato 2 cittadini sud-americani, un 32enne ed una 28enne, entrambi già noti alle forze dell’ordine per pregresse vicende giudiziarie, gravemente indiziati di aver sottratto capi di abbigliamento in esposizione da ben 3 differenti negozi.

I fatti sono accaduti nella mattinata di sabato scorso, in pieno centro a Ladispoli: i due soggetti, camuffati tra i numerosi clienti di un sabato mattina come tanti, hanno più volte percorso andata e ritroso il centralissimo Viale Italia, scegliendo con attenzione gli esercizi commerciali e la merce in vendita di loro interesse. Dopodiché, in maniera fulminea, hanno fatto ingresso, in rapidissima successione, nei negozi prescelti e si sono impossessati di alcune t – shirts, un giubbino e indumenti intimi, tutti capi di noti marchi griffati, per darsi velocemente alla fuga a piedi verso la locale Stazione ferroviaria.

È stato proprio lì che i militari della locale Stazione li hanno bloccati mentre erano in procinto di salire su un treno regionale diretto a Roma. L’intera refurtiva, del valore di oltre mille euro, è stata recuperata e restituita ai commercianti vittime dei furti. Condotti in Caserma, sono stati entrambi arrestati e condotti agli arresti domiciliari. Gli arresti operati sono stati convalidati dall’Autorità Giudiziaria.




Pomezia, Carabinieri arrestano a Napoli coppia di truffatori

POMEZIA (RM) – I Carabinieri della Stazione di Pomezia, alle prime luci dell’alba, si sono recati a Napoli per arrestare un uomo ed una donna di 47 e 69 anni gravemente indiziati di aver truffato un’anziana signora di Pomezia, riuscendo a sottrarle svariati oggetti in oro e quasi 5 mila euro in contanti.

La mattina del 26 ottobre la donna ha ricevuto una chiamata da un interlocutore che le ha raccontato falsamente che suo nipote aveva bisogno di soldi per evitare che i suoi genitori venissero arrestati. A quel punto un uomo si è presentato a casa della signora ed ha recitato il suo copione, convincendo l’anziana donna a consegnargli tutti i suoi averi. Nel fuggire l’uomo è stato bloccato dai Carabinieri che hanno anche identificato una donna che lo stava aspettando in macchina, riuscendo a riconsegnare i valori ed il denaro alla malcapitata signora.

Non ha tardato ad arrivare la risposta del Tribunale di Velletri che su richiesta della locale Procura della Repubblica ha emesso un’ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere per l’uomo che materialmente è stato sorpreso mentre usciva da casa della signora e gli arresti domiciliari per la donna che lo attendeva in auto.