Fiumicino: sequestrati 11 kg di eroina in aeroporto. Arrestato narcotrafficante

ROMA – Un altro duro colpo al narcotraffico internazionale è stato inferto dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma che, in collaborazione con il personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno sequestrato oltre 11 chili di eroina purissima arrestando un pakistano.

A cadere nella fitta rete dei controlli delle Fiamme Gialle del Gruppo di Fiumicino un passeggero proveniente da Lahore (Pakistan), con scalo all’aeroporto di Dubai (Emirati Arabi).

Il pakistano, alle prime domande dei militari, ha risposto ostentando sicurezza e senza tradire alcuna agitazione, ma, a seguito di un accurato controllo della valigia, è stato scoperto trasportare l’ingente quantitativo di stupefacente, ingegnosamente occultato in un doppiofondo ricavato nelle pareti del bagaglio.

Il sequestro conferma la tendenza in aumento del traffico di eroina, fenomeno che accende i riflettori sul ritorno al consumo della pericolosissima “brown sugar”, detta anche la “droga dei poveri”, considerato il prezzo di vendita relativamente basso di circa 10 euro per dose che permette la sua ampia diffusione tra i giovani.

L’elevata purezza della droga sequestrata avrebbe consentito alle organizzazioni criminali di immettere sul mercato, grazie al viaggio di un solo corriere, oltre 250.000 dosi che avrebbero garantito guadagni nell’ordine dei 2 milioni di euro.

L’operazione è il frutto del potenziamento del dispositivo di contrasto al traffico di stupefacenti disposto dal Comando Provinciale proprio alla luce della recrudescenza del consumo di eroina registrato negli ultimi mesi.




Cotral, Manziana: la beffa della chiusura del deposito

MANZIANA (RM) – Dopo l’ormai noto dossier Cotral realizzato da L’Osservatore d’Italia, il quotidiano torna sull’argomento con un vero e proprio reportage fotografico sullo stato in cui versano alcuni depositi da cui partono i mezzi tutti giorni per arrivare a fine servizio.

IL DOSSIER SU COTRAL PUBBLICATO DA L’OSSERVATORE D’ITALIA (2014)
L’Osservatore d’Italia - Ultima edizione

 

Ebbene, i depositi di Civitavecchia, Tolfa e Blera si presentano in pessimo stato.

Civitavecchia sembra essere quello più critico perché ci sono rifiuti ingombranti nel piazzale vetture, il bagno del personale sporco e vecchio, l’asfalto con il percolato e dulcis in fundo ci sono ponteggi e transenne senza precauzioni di sicurezza per la caduta dei cornicioni.

A Blera l’uscila sulla Statale è senza visuale e c’è un muretto etrusco sottoposto a vincolo archeologico. Il fatto che ci sia un reperto è interessante al fine di certe considerazioni che verranno in seguito. La sala del personale è davvero poco appropriata per circa 40 persone ed ha a disposizione un solo bagno utilizzato sia per le dinne che per gli uomini. Il pavimento del parco vetture ha evidenti percolamenti che permeano nel terreno dove insistono delle falde. C’è assenza totale di segnaletica orizzontale. L’illuminazione è totalmente insufficiente e le vetture vengono disposte senza una via di fuga individuale prevista per legge.

Anche a Tolfa la sala del personale per 40 persone poggia su una pavimentazione ormai inesistente proprio a ridosso di un boschetto. A Cerveteri l’autobus andato bruciato quest’estate non risulta coperto con i teli contenitivi come per legge. C’è un bagno alla turca per il personale che viene utilizzato sia per gli uomini che per le donne e anche qui l’asfalto è notevolmente dissestato.

In questo contesto s’inquadra l’assurda sorte che ha fatto il deposito di Manziana perché oltre al danno che ha provocato la sua chiusura il 25 di giugno 2017 c’è pure la beffa perché sarebbe stato chiuso perché versava, più o meno, nelle stesse condizioni in cui si trovano i depositi di Civitavecchia, Tolfa e Blera.

Il risultato della chiusura del deposito Cotral? Ci sono almeno mille chilometri di fuori servizio al giorno per una spesa di 2,50 euro al Km, disagi per gli utenti perché le corse sono affidate a diversi depositi e i passeggeri aspettano talvolta anche un’ora esposti a intemperie o caldo afoso e ultimo ma non per importanza ci sono circa 30 autisti che per andare a lavorare sono costretti a percorrere dai 30 ai 50 km sia andata che ritorno.

 

Dunque, le fotografie sulle condizioni dei depositi Cotral realizzate dalla redazione de L’Osservatore d’Italia parlano chiaro

E questa sorta di tentativo di razionalizzare le spese chiudendo Manziana sembra più un boomerang sia per l’immagine dell’azienda che per le casse nonché per utenti e dipendenti. Ma analizziamo bene la situazione. Sembrerebbe che tra le motivazioni principali della chiusura dell’impianto di Manziana addotte dall’azienda di trasporto su gomma del Lazio ci siano delle presunte ingiunzioni da parte della ASL riguardo inquinamento ambientale, sonoro e vicinanza con delle scuole medie.

Di fatto l’unico documento Asl che risale allo scorso maggio non parla di cause tanto gravi da portare alla chiusura. Al contrario, a seguito dell’ultima ispezione dell’azienda sanitaria a Manziana sono state emesse soltanto alcune prescrizioni facilmente risolvibili quali il fatto di dover tracciare la segnaletica orizzontale nel piazzale vetture  e fornire la documentazione dei vigili del fuoco per la pompa carburanti all’esterno del deposito.

Ecco che arriva il paradosso: il giorno successivo, alla soglia dell’estate appena trascorsa, dall’azienda hanno provveduto a ottemperare alle prescrizioni Asl e realizzata la segnaletica e qualche giorno dopo hanno chiuso e smantellato la pompa per cui le uniche due prescrizioni sono state assolte.

Ma c’è di più, perché se la chiusura del deposito di Manziana da parte dell’azienda fosse stata soltanto operata per risparmiare i costi di affitto della sede e manutenzioni varie, a quest’ora ci sarebbe ancora un deposito.

Questo perché il sindaco di Manziana Bruno Bruni da almeno un anno mandava lettere tracciabili all’amministrazione Cotral senza risposta il cui oggetto era molto chiaro: il Comune avrebbe messo a disposizione un terreno a titolo gratuito già urbanizzato per cui a costo bassissimo. C’era soltanto da fare lo sterro e la pavimentazione e, come se non bastasse, il Comune aveva messo anche a disposizione un ufficio attiguo. Dopo tanto sollecitare, l’azienda ha sostanzialmente giustificato la mancata accettazione dell’offerta del Comune in quanto il terreno messo a disposizione non era adatto per ospitare 12 vetture in quanto nel sito c’era un’antenna telefonica e un manufatto archeologico che ne impedivano la sistemazione. A quel punto il sindaco ha chiesto che fossero ricalcolati gli spazi alla luce dell’antenna e del manufatto archeologico sistemassero 10 vetture, poi otto vetture ma niente. La proposta non è stata accolta.

Ora, a fronte di qualche migliaia di euro al mese d’affitto spese per il vecchio deposito di Manziana, Cotral si accolla, come già scritto prima, un migliaio di chilometri fuori servizio al giorno per un costo al km di minimo di euro 2,50 fai tu i conti.

E i disagi all’utenza? Quando era attivo il deposito di Manziana, i cambi in linea avvenivano sostituendo solo l’autista mentre ora le corse sono affidate a depositi diversi e i passeggeri sono costretti a trasbordi  indecorosi anche sotto condizioni metereologiche avverse senza contare che se si verifica un guasto dell’autobus di cambio, il mezzo non verrà più sostituito immediatamente a Manziana ma i passeggeri dovranno attendere che ne arrivi uno dai depositi limitrofi. Questo significa che gli utenti dovranno aspettare minimo un’ora o più facilmente attendere il soccorso della ditta meccanica esterna dato l’ormai evidente taglio del personale di riserva nei depositi. Il tutto avviene in un zone immerse nel verde dove l’impatto ambientale non è certo trascurabile.

In ultimo ma non meno importante il disagio di trenta autisti e relative famiglie che da anni avevano modellato la loro vita intorno all’impianto di Manziana come ad esempio comprare casa, mandare i bambini a scuola e utilizzare, per spostarsi, una sola macchina. Alcuni si sono trovati a dover comprare una macchina in 10 giorni quando è stato chiuso il deposito di Manziana.

Alla luce di tutto quello che L’Osservatore d’Italia ha potuto riscontrare ci si chiede quali siano davvero le motivazioni per cui è stato chiuso il deposito Cotral di Manziana. E se la politica, come spesso succede, ci avesse messo lo zampino?

Certo è che il sindaco Bruni, già membro della Segreteria del Consiglio Unitario dell’Azienda Co. Tra. L per la FIT-CIS, non ha fatto una bella figura con la sua cittadinanza. Che non siano state ripicche politiche a far levare le tende da Manziana? Come diceva Andreotti “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina”.

Certamente lo stato degli altri depositi immortalati da L’Osservatore d’Italia non versa in buone condizioni. Intanto si scaldano i motori per l’avvio dei lavori per l’edificazione del nuovo deposito di Blera per una gara di appalto di circa un milione di euro, neanche fosse l’Empire State Building. Perlomeno sarà un deposito di “sinistra”?

Chiara Rai

Cotral, depositi di Tolfa, Cerveteri, Civitavecchia e Blera: il reportage




Cotral, depositi di Tolfa, Cerveteri, Civitavecchia e Blera: il reportage

Deposito di Cerveteri, autobus bruciato quest’estate non coperto con i teli contenitivi come per legge. Non risultano le vie di fuga individuali per ogni mezzo

Bagno alla turca per il personale. Sempre in promiscuità con le donne come a Blera e Tolfa

Asfalto dissestato, percolamenti

Bagno del personale obsoleto e sporco.

A Tolfa la sala del personale per 40 persone. Pavimentazione e asfalto ormai inesistente con conseguenti rischi di sversamento nel boschetto sottostante

https://www.osservatoreitalia.eu/manziana-cotral/




Roma, Squadra Mobile: sgominata organizzazione criminale attiva sul litorale

ROMA – Al termine di un’articolata attività investigativa coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia e protrattasi per circa un anno, alla prime ore della mattinata odierna, la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della DDA presso la locale Procura della Repubblica, nei confronti un’organizzazione criminale, operante sul litorale romano, finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

12 le misure cautelari eseguite nei confronti del sodalizio criminale che si era organizzato al fine di reperire, acquistare, trasportare e commercializzare rilevanti quantitativi di droga del tipo cocaina hashish e marijuana, destinata al mercato della capitale.

L’attività investigativa svolta dalla Prima Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile capitolina, coordinata dalla D.D.A., scaturisce dal costante monitoraggio della realtà criminale organizzata presente sul litorale romano e pontino.

I conseguenti e successivi sviluppi investigativi hanno consentito di individuare l’esistenza di una vera e propria organizzazione delinquenziale dedita al traffico internazionale di droga importata dal Sudamerica, in particolare dal Perù, destinata al mercato della Capitale e del litorale romano, distribuita in maniera capillare attraverso una rete di pusher, avente base logistica nel comune di Fiumicino, strutturata in modo complesso e composta da una serie di soggetti in stretta sinergia tra loro nella gestione di ogni aspetto dell’illecito traffico, ciascuno con compiti ben precisi.

Al vertice vi era una donna, Bianca ZARFATI, detta la “Regina della neve”, pregiudicata anche per reati specifici, la quale intratteneva direttamente i rapporti con il fornitore peruviano dal quale si approvvigionava regolarmente; sotto di lei vi erano diverse persone che operavano in qualità di partecipi all’associazione con diversi compiti e ruoli, ma solo a lei spettavano le funzioni organizzative e direttive, non essendovi cogestori o finanziatori: vi era chi si occupava di ausiliare il capo, consegnando denari e preziosi quale corrispettivo della sostanza stupefacente importata, chi faceva il pusher, chi il corriere partendo dal sudamerica per prelevare la droga e portarla in Italia o prendendola dopo che arrivava a Milano, chi la occultava per poi spacciarla, chi custodiva i proventi delle cessioni.

L’organizzazione poteva disporre di numerosi mezzi (automobili e cellulari) e materiali (strumenti atti alla pesatura e confezionamento della droga) ma anche di abitazioni (sia a Roma che a Fiumicino, luoghi serventi per la detenzione della droga), di armi (una pistola smith  & wesson ritrovata durante l’indagine) o del denaro (provento dello spaccio o da reinvestire per altra droga da acquistare dal fornitore peruviano).

Tra gli arrestati, di cui 5 fatti in flagranza di reato durante l’indagine, figurano italiani (romani in particolare) e stranieri: una cittadina bulgara, 3 donne peruviane ed un uomo di etnia albanese.

I luoghi di spaccio erano Ostia e Fiumicino, nella maggior parte dei casi, e  Roma, il più delle volte con appuntamenti dati dai pusher ai clienti presso la Stazione della Metropolitana Battistini.

L’attività tecnica, basata sulle intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha permesso di fornire un notevole contributo probatorio all’indagine, con l’essenziale supporto di plurimi elementi di riscontro forniti dai sequestri di sostanza stupefacente, con conseguenti arresti in flagranza di reato, non dimenticando il contributo fornito dai  pedinamenti, dai servizi di osservazione, dai tracciati gps posti sulle autovetture e dalla acquisizione di documentazione: sono stati infatti sequestrati circa kg. 3,5 di cocaina e kg. 3 di hashish, nonché quasi 150.000 €uro di provento dello spaccio ed una pistola di provenienza furtiva.

In una circostanza sono stati arrestati, a riscontro dell’attività in corso, i due soggetti più importanti del gruppo, trovati all’interno della loro autovettura, con 500 gr. di cocaina, occultata dentro un dolce, nello specifico una colomba pasquale ben confezionata come se fosse ancora integra.

La droga, in modo criptico, veniva chiamata in diversi modi ma sempre col riferimento al cibo: “pasta”, “barilla”, “spaghetti” o “rigatoni” ma anche “spezzatino” o “crema”; in qualche caso anche “polline”.

Vi era poi un’elaborazione di un codice comunicativo anche con riferimento ai soprannomi dei membri dell’organizzazione.

I prezzi stabiliti dal mini cartello erano di:80.000 € al kg. per la cocaina;2.500 € al kg. per l’hashish;1.800 € al kg. per la marijuana.

Quando la droga non veniva fatta arrivare in Italia, passando per Milano, le donne peruviane del gruppo si recavano direttamente in Perù per rifornirsi, acquistandola da un trafficante in particolare, chiamato Nieto, per poi portarla a Roma dove, a seguito delle indicazioni della “Regina”, veniva immessa sul mercato romano ed i proventi della vendita subito reinvestiti per nuovi acquisti; circa 22 persone ruotavano attorno all’associazione, nella quale 12 soggetti ne facevano parte in modo stabile, animati dal perseguimento di un unico intento comune, vale a dire quello di lucro; infatti l’unico scopo del sodalizio era quello di ricavare profitti elevati senza lo svolgimento di alcuna attività lavorativa. Era diventata ossessiva la necessità di recuperare le somme che rappresentavano il corrispettivo della sostanza ceduta.

L’indagine è durata diversi mesi, da settembre 2015 fino ad aprile 2016, ed è stata chiamata Regina, per il soprannome dato da tutti i sodali del gruppo al loro capo, chiamata “Regina” o “Regina della neve”.

Stamattina gli agenti della Squadra Mobile capitolina hanno messo fine a questa lucrosa organizzazione criminale.




Terracina, precipita caccia: due inchieste. Al vaglio filmati

TERRACINA (LT) – C’è un’inchiesta della Procura militare e anche un’indagine coordinata dalla Procura di Latina sull’incidente aereo avvenuto ieri pomeriggio all’Air show a Terracina, in cui è morto il pilota Gabriele Orlandi, capitano dell’Aeronautica. Le ipotesi su cui si lavora sono quella dell’errore umano o di un possibile malore del pilota e quella di un eventuale guasto o problema tecnico.

L’incidente è avvenuto durante le fasi del programma di volo, il caccia pilotato da Orlandi stava per lasciare la scena ed era impegnato in un’acrobazia in discesa. Ma il velivolo non ha ripreso quota e si è inabissato in mare. Il sostituto procuratore di Latina Gregorio Capasso, che già ieri ha raggiunto il luogo della tragedia, ha disposto ora una serie di accertamenti.

Al vaglio degli inquirenti i filmati dell’esibizione di ieri e anche delle prove di volo delle ore precedenti. Ma sarà la scatola nera del velivolo a rivelare di più. Sono iniziate intanto le operazioni di recupero dei resti del caccia Eurofighter.

Il fatto Durante un air show sul lungomare di Terracina, un velivolo Eurofighter dell’Aeronautica militare è caduto in mare. Il velivolo, un Typhoon del reparto sperimentale, era impegnato in una esibizione quando è improvvisamente collassato in mare. L’esibizione del caccia militare avrebbe dovuto precedere quella delle Frecce Tricolori e come manovra avrebbe dovuto eseguire una picchiata. Quando dal cielo si è diretto verso il basso però, invece di allinearsi al mare, ci è caduto dentro.




Ladispoli, Grando su Bracciano: “No a Cupinoro centro di trattamento industriale dei rifiuti di Roma”

LADISPOLI – “Il nostro territorio non deve diventare la pattumiera di Roma, contrasteremo in tutte le sedi l’ennesimo tentativo di aggressione al litorale che arriva da Cupinoro”.
Con queste parole il sindaco Alessandro Grando ha annunciato che il comune di Ladispoli è fermamente contrario alla realizzazione di un centro di trattamento dei rifiuti e di una centrale a Biogas nell’ex discarica della via Settevene Palo a Bracciano.
“Abbiamo appreso dalla stampa – prosegue il sindaco Grando – che la sezione fallimentare del Tribunale di Civitavecchia ha messo in vendita l’autorizzazione integrata ambientale della Bracciano Ambiente per la realizzazione del trattamento industriale dei rifiuti provenienti dalla capitale e per l’apertura di un impianto a Biogas. Sono scelte che respingiamo totalmente, il nostro territorio ha vissuto per anni con l’incubo della discarica di Cupinoro, ora che finalmente è stata dismessa c’è qualcuno che tenta di riportarla in vita con progetti deleteri per l’ambiente. L’impianto della via Settevene Palo deve essere messo in sicurezza, vogliamo sapere dove sono finiti i milioni di euro versati dal comune di Ladispoli e dagli altri enti locali del comprensorio per il cosiddetto trattamento post mortem che non è mai stato avviato. La Regione Lazio ed il comune di Roma sappiano che contrasteremo in ogni modo questo assurdo progetto. Ladispoli ed il litorale non sono la discarica dei romani”.




Elezioni Ostia: il Pd punta su Athos De Luca

OSTIA (RM) – È Athos De Luca il nome su cui il Partito Democratico punterà per la corsa alla presidenza di Ostia, primo municipio nella storia di Roma ad essere stato commissariato per mafia e che andrà al voto il prossimo 5 novembre. L’ex senatore, 70 anni, avrebbe trovato il via libera di tutte le anime del partito, ma bisognerà attendere ancora qualche ora prima che venga ufficializzata. De Luca, da sempre attivista per l’ambiente, si è impegnato più volte per il rilancio del litorale. Sotto il sindaco Ignazio Marino, quando era consigliere comunale, ha più volte chiesto l’abbattimento del cosiddetto “lungomuro”. Anche lui, come i restanti consiglieri Pd, firmò le dimissioni che costarono il posto al sindaco Marino. In passato è stato assessore all’Ambiente della provincia di Roma nonché vicepresidente della commissione ambiente in Campidoglio durante il mandato di Gianni Alemanno.
Il centrodestra con Fi e Fdi per la candidatura starebbe pensando invece all’ex dirigente della Polaria Antonio Del Greco.




Ladispoli: il Sindaco Grando nomina 12 delegati

LADISPOLI – Il sindaco Alessandro Grando ha ufficializzato questa mattina le deleghe conferite ai consiglieri di maggioranza. “Ringrazio tutti i consiglieri – ha commentato il sindaco – per l’impegno che profonderanno a favore della cittadinanza. A breve saranno assegnate deleghe anche a cittadini non eletti”. Questo l’elenco dei consiglieri delegati: Carmelo Augello: Igiene Urbana Integrata; Manuela Risso: Coordinamento e sviluppo delle attività ricettive; Luca Quintavalle: Rapporti con i Comitati di Quartiere, Riqualificazione periferie urbane; Renzo Marchetti: Piano di lottizzazione Olmetto – Monteroni; Miriam De Lazzaro: Rapporti con il quartiere Caere Vetus; Marco Antonio Fioravanti: Edilizia residenziale pubblica, Finanza di Progetto e Partenariato pubblico privato; Emiliano Fiorini: Manutenzioni scolastiche, Abbattimento barriere architettoniche, trasporto locale; Marco Fiorenza: Rapporti con il quartiere Campo Sportivo, Rapporti con l’Ordine degli Architetti; Emiliano De Simone: Censimento e gestione del patrimonio comunale; Raffaele Cavaliere: Formazione del cittadino, Scuola Arte e Mestieri; Filippo Moretti: Risorse idriche e ambientali, Aree protette, Affari Istituzionali e Controllo analogo; Giovanni Ardita: Diritti dei pendolari e rapporti con Trenitalia e RFI.




Anzio: Chikungunya, 10 nuovi casi

ROMA – Dieci nuovi casi di Chikungunya nel Lazio. “Ad oggi al Servizio Regionale di Sorveglianza Malattie Infettive (Seresmi) sono pervenute 27 notifiche di casi di Chikungunya – ha reso noto la Regione Lazio -. I 10 nuovi casi rispetto alla giornata di ieri sono residenti o riportano un soggiorno nel comune di Anzio e sette casi non risultano aver viaggiato in Italia o all’estero nei 15 giorni precedenti l’esordio dei sintomi. Rimangono inalterate le notifiche facenti riferimento il territorio di Roma”. Un altro caso si é verificato invece in provincia di Modena, A Casinalbo di Formigine, e riguarda un residente. Avviata la disinfestazione.




Fregene, il bar più bello d’Italia: il lifestyle beach club si aggiudica il titolo per il secondo anno

FREGENE (RM) – E’ il Singita il Beach Bar più bello d’Italia! Per il secondo anno consecutivo il Singita Miracle Beach di Fregene si aggiudica il titolo di Best Beach Bar, il Premio, alla seconda edizione, assegnato da Mondo Balneare e SUN-Salone internazionale dedicato al settore balneare, con votazione online aperta a tutti.

Il concetto di “Beach Bar” va al di là del semplice stabilimento balneare con ristorante, indicando quelle strutture che danno grande valore all’accoglienza dei propri ospiti, con attenzione al divertimento, allo sport, al fitness e wellness, all’innovazione e al marketing.

Ancora una volta il Singita si conferma il beach club che meglio rappresenta questo nuovo modo di fruire la spiaggia, forte di una stagione estiva estremamente positiva, fatta di giornate trascorse al sole, tra relax e meditazione, aperitivi al tramonto ed Eventi originali che hanno fatto registrare migliaia di presenze sia di giorno che di sera. Un angolo di Fregene, nel cuore del Villaggio dei pescatori, dove la spiaggia non è semplicemente sole e mare ma arte e drink ricercati. Tanto che al Singita nemmeno l’aperitivo è un comune aperitivo.

I drink vengono realizzati da barman professionisti: un mix di sapori, colori, profumi, spiriti e distillati premium alcuni dei quali anche di produzione propria. Fra questi il famoso aperitivo italiano Circus che ha reso il Circus spritz il drink più richiesto dell’estate firmata Singita. Punto di forza indiscusso sono gli Eventi diventati un must dell’estate come Singita Wonderland, Dias de los muertos e il Vintage Circus Party.

Feste che sono frutto di uno studio che unisce il divertimento all’intrattenimento di qualità e alle contaminazioni culturali. Gli Eventi del Singita sono un riferimento per l’estate della Capitale ma anche ispirazione per tanti Lidi italiani e stranieri già pronti a replicare il format grazie al quale le installazioni artistiche si vestono di nuova luce a pochi metri dal mare, con la musica e le performance artistiche.

“Per noi è motivo di grande orgoglio ricevere per il secondo anno questo prestigioso Premio che ci ripaga del duro lavoro fatto sia nei mesi estivi, sia in quelli precedenti per prepararci al meglio – hanno commentato Marco Falsarella, Claudia Serafini e Luca Iacoponi titolari del Singita Miracle Beach – La nostra è un’estate capace di trasformarsi in un viaggio fra le usanze e le culture del mondo, che hanno ispirato tutti i nostri eventi. Per noi è importante riuscire a rinnovarci ogni giorno, per dare la possibilità a chi ci viene a trovare di vivere emozioni ed esperienze nuove. Il tutto, però, restando sempre fedele all’identità del Singita, un format amato ormai sia in Italia che all’estero”.

 

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