Pomezia, ballottaggio. CasaPound e il caso Parnasi Lanzalone: due fattori che risulteranno decisivi sull’esito finale

POMEZIA (RM) – A Pomezia, a distanza di qualche ora dall’esito delle consultazioni del ballottaggio, tra il 5 Stelle Adriano Zuccalà e il candidato di centrodestra Pietro Matarese, che consegnerà un nuovo sindaco a Pomezia, due avvenimenti che potrebbero rivelarsi determinanti per la scelta finale del nuovo primo cittadino.

CasaPound sostiene M5s

Di fatti CasaPound ha invitato i suoi elettori a votare in favore di Adriano Zuccalà. Anche se gli esponenti della tartaruga frecciata rimarcano la loro distanza dai pentastellati come chiosa il candidato sindaco Roberto Camerota: “Il centrodestra di Pomezia rappresenta la peggiore vecchia politica e non possiamo assolutamente sostenerlo, per questo invitiamo i nostri elettori a votare M5S al ballottaggio”. Notizia non da poco dato che la loro percentuale che si attesta intorno all’1,4% potrebbe risultare decisiva.

Mentre si inserisce anche l’ombra del caso Parnasi e Lanzalone sulle elezioni del Comune di Pomezia

È quanto emerge dai verbali dell’inchiesta denominata “Rinascimento” nella quale è interessato Luca Parnasi, l’ormai noto costruttore che avrebbe atteso l’esito delle comunali di Pomezia all’uopo di ricevere il via libera a Campo Jemini. Proprio qui avrebbe voluto una lottizzazione su 185 ettari di terreno attraverso la Dea Capital Sgr. Ciò si sarebbe concretizzato in un’enorme colata di cemento passata facilmente con l’aiuto di un “governo amico”.

L’intercettazione di Sonzogni

Vi è poi un’intercettazione di Stefano Sonzogni, avvocato dell’ex Presidente di Acea Luca Lanzalone, che al telefono con un collega afferma: “Sì adesso guarda a maggior ragione bisogna vedere come finiscono le elezioni. Perché Pomezia è tutto legato al risultato elettorale… cioè Marino è in carica il sindaco va beh e quindi da quel punto di vista volendo secondo me si può anche… , come di… la cosa sta in piedi in ogni caso… appunto come come dici tu… c’è il Governo, c’è tutto… Pomezia è ovviamente molto legato a cosa succede con la nuova amministrazione che viene eletta”.

Anche se la trama di Parnasi e Lanzalone è stata bruscamente sferzata dagli arresti avvenuti a solo 11 giorni dal ballottaggio che vede proprio il candidato M5s come aspirante futuro sindaco, risulta che Lanzalone già conoscesse Pomezia dove la Giunta grillina aveva deliberato l’ingresso di Acea con due anni di anticipo e con un aumento del 60% sulle bollette. Il giudice delle indagini preliminari Maria Paola Tomaselli proprio in merito a tale intercettazione mette nero su bianco come i due professionisti “hanno assoluta consapevolezza che l’intervento richiesto è soprattutto di natura politica, in ragione della appartenenza del Lanzalone all’orbita del Movimento Cinque Stelle, dal che il conferimento dell’incarico rappresenta la modalità con la quale compensare l’attività, quantomeno, di avvicinamento degli amministratori delle aree geografiche dove insistono gli interessi imprenditoriali del Parnasi, al fine evidente di ottenere un trattamento di favore. È infatti chiaro dal tenore della conversazione, anche in relazione agli espliciti riferimenti fatti dagli interlocutori al colore delle amministrazioni comunali di Marino e Pomezia ed alla prossima formazione di un governo a presenza Cinque Stelle, che l’attività che da loro dovrà essere svolta non sarà tecnica, ma di mediazione e diretta interlocuzione con le amministrazioni comunali preposte al rilascio delle autorizzazioni richieste o all’approvazione dei progetti, al fine di consentire il superamento degli ostacoli a ciò frapposti. In tale ottica, quindi, se nessun problema vi è per il Comune di Marino, già amministrato dai Cinque Stelle, l’avvento di un governo con la partecipazione del Movimento potrebbe risolvere qualsivoglia difficoltà in relazione al Comune di Pomezia, al di là dell’esito delle prossime elezioni comunali”.

Gianpaolo Plini




Anzio, Aprilia e Pomezia elezioni: ecco i risultati

Il quadro dei risultati delle elezioni amministrative nei Comuni di Pomezia, Aprilia e Anzio

POMEZIA– manca solo una sezione sulle 49 totali per completare il quadro di queste elezioni comunali. È certa l’esclusione del sindaco Fabio Fucci che si attesta al 23,24%.
Al ballottaggio si fronteggeranno il candidato 5 Stelle Adriano Zuccalà con il 28,51 e Pietro Matarrese del Centrodestra col 25,63%.
Inseguono il candidato del Centrosinistra Stefano Mengozzi al 18,95%, Antonio Aquino (Lista Civica) al 2,23% e il candidato Caspound Roberto Camertota si attesta al 1,4%.

APRILIA- sarà ballottaggio tra il sindaco uscente Antonio Terra che ha ottenuto il 32% e il candidato di centrodestra Domenico Vulcano col 38%.
Primo partito di Aprilia con il 14% è la Lega, subito dopo Forum col 8,39%. Si registra un forte astensionismo: solo un cittadino su due al voto.
Insegue l’aspirante delle quattro liste civiche tra cui anche Partito Democratico Giorgio Giusfredi che si ferma al 19,58% e Carmen porcelli al 6,59%. Di seguito Casciano 2% e D’Agostini con 1,65%.

ANZIO– al primo turno sembra già fatta per il candidato di centrodestra De Angelis che rappresenta la coalizione composta da Lega, Forza Italia, Lista Civica De Angelis, Il Popolo Della Famiglia, Lista Civica Noi con Anzio, Unione di Centro, Fratelli D’Italia. Non a casa un suo diretto avversario Giovanni Del Giaccio ha spiegato: “ho avuto il piacere di parlare col nuovo sindaco di Anzio, complimentandomi con lui per la vittoria schiacciante quanto inattesa alla vigilia. Noi saremo all’opposizione e la faremo fino in fondo”. Con 25 sezioni su 38 e 8mila elettori ì, De Angelis registra il 54,9%, il M5S di Rita Pollastrini il 14,2%, il PD con Lista Civica Anzio #un’altra città di Giovanni del Giaccio al 9,4%. Inseguono Roberta Cafà con 3 liste più DC al 7,4%, Luca Brignone di Lista Civica Alternativa per Anzio al 5,7%, Roberto Palomba con due liste civiche al 4,5%, Umberto Spallotta con Prc al 2,1%, Manuela D’Alterio al 1,1% per Casapound e Raffale Madonna con una sola lista civica allo 0,7%. Anche qui si registrano disordini ai seggi di schieramenti opposti che hanno portato, verso le 23 di ieri, il Dirigente del Commissariato di polizia di Anzio a fare un sopralluogo a viale Nerone.

Gianpaolo Plini




Ciampino, mazzette su appalti Aeronautica Militare: 22 anni di carcere per la “cricca”

CIAMPINO (RM) – Ventidue anni e due mesi il totale delle pene inflitte dal Tribunale di Velletri nel processo di primo grado ai sei imputati dell’inchiesta sulle tangenti negli appalti milionari per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici dell’aeronautica militare nelle province di Roma e Latina.

Associazione per delinquere tra militari, dipendenti del ministero della Difesa e imprenditori

Una vera e propria associazione per delinquere composta da militari, dipendenti civili del ministero della Difesa e da imprenditori accusati a vario titolo di turbativa d’asta, falso materiale, introduzione clandestina in luoghi militari e corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio.

Le condanne

Nello specifico i magistrati hanno condannato a:

  • sette anni e tre mesi di reclusione l’imprenditore di Avezzano Giovani Sabetti
  • sette anni e tre mesi di reclusione per l’ufficiale superiore Giampiero Malzone in servizio all’Ufficio Infrastrutture ed impianti al secondo reparto lavori Genio dell’Aeronautica militare di Ciampino
  • un anno e otto mesi al dipendente civile del ministero della Difesa Stefano Pasqualini
  • quattro anni e otto mesi ad Angelica Ruscior compagna del dipendente civile del Ministero della Difesa in servizio a Ciampino Fabrizio Ciferri
  • un anno con pena sospesa e la non menzione all’imprenditore Antonio Santilli
  • un anno con pena sospesa e la non menzione all’altro imprenditore Giovanni Passarelli.

Sabetti, Malsone e Ruscior sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici. Sabetti e Malsone sono stati anche interdetti legalmente per la durata della pena. E per Malzone dichiarato estinto il rapporto con il ministero della Difesa.

L’inchiesta delle Procura della Repubblica di Velletri

La sentenza del Tribunale di Velletri è arrivata giovedì scorso sull’inchiesta coordinata dal Procuratore Capo di Velletri Francesco Prete e dal sostituto Procuratore Carlo Morra. Il valore degli appalti ammonta a quasi nove milioni di euro, assegnati a varie società collegate a Giovanni Sabetti che aveva il ruolo di intermediario e “promotore dell’organizzazione”.

Le indagini condotte dai carabinieri del Noe sono partite nel 2014 e tramite le intercettazioni ambientali e telefoniche si è ricostruito il sistema:

Ciferri insieme a Pasqualini e con l’aiuto della Ruscior, su indicazione del tenente colonnello Malzone, entravano negli uffici del secondo reparto Lavori Genio dell’Aeronautica militare di Ciampino e truccavano le offerte delle imprese partecipanti garantendo l’aggiudicazione a società colluse che versavano in cambio tangenti del 5 e 10 per cento del valore degli appalti.

L’inchiesta è partita da quella condotta dalla procura di Napoli (pm Woodcock, Carrano e Loreto) sulla Cpl Concordia, la cooperativa modenese al centro di un sistema corruttivo messo in piedi da alcuni suoi vertici.

Proprio dai dialoghi tra alcuni dirigenti della Cpl Concordia, interessati nel 2014 alle opere di efficientamento energetico dell’aeroporto militare di Pratica di Mare, è emersa infatti la figura dell’intermediario di Avezzano Giovanni Sabetti che veniva definito da Nicola Verrini, manager di Cpl, uomo di fiducia di Giovanni Santilli, vice segretario generale della Fondazione Icsa, impegnata nel settore degli studi ed analisi sulla sicurezza interna ed esterna.

TANGENTI IN AERONAUTICA A CIAMPINO: ANCHE GLI HANGAR DEI TORNADO TRA LE COMMESSE

Gli appalti sono molteplici, eccone alcuni:

Si parla di oltre un milione e mezzo per la manutenzione di una palazzina all’aeroporto militare di Guidonia per cui è stata favorita l’assegnazione a Massimiliano Ciceroni amministratore unico della società M. PLANT Srl. Ciceroni ha promesso 150 mila euro di tangente a Sabetti che l’avrebbe spartita con il tenente colonnello e il resto della cricca. Un’altra gara d’oro riguarda l’appalto di oltre 4 milioni di euro all’aeroporto militare di Centocelle per l’ampliamento della mensa dei sottufficiali. E così anche i lavori all’aeroporto Vigna di Valle per oltre 600 mila




Ostia, processo clan Spada: clima di paura

ROMA – Le vittime delle presunte vessazioni messe in atto da appartenenti al clan Spada non si sono presentate in aula oggi a Roma e non si sono costituite parti offese nel processo iniziato oggi davanti alla III corte d’Assise.

In totale una quindicina di persone che hanno deciso di disertare l’aula bunker di Rebibbia ribadendo di non volere presentare istanza ai giudici. Per i pm ciò conferma che nella zona di Ostia “permangono gravi problemi di sicurezza legati a un contesto criminale mai placato”.

Come sottolineato dalla pm Calò a parte Regione Lazio, Comune di Roma, le associazioni antimafia Libera, Caponnetto e ambulatorio antiusura onlus nessuna associazione di Ostia si è presentata al processo. Così come nessuna vittima delle angherie del clan che per anni ha “governato” il litorale romano.

“La presenza di Libera come parte civile in questo processo è coerente con la sua storia di impegno contro le mafie – ha dichiarato l’avvocato Giulio Vasaturo, legale dell’associazione Libera di don Luigi Ciotti, non appena il giudice ha accolto le 5 costituzione di parte civile – Ostia deve rispondere con coraggio all’appello del Santo Padre per fare breccia nel muro di omertà che comprime la libertà di questo territorio”.

L’elenco degli imputati si apre con Carmine Spada, 51 anni, detto Romoletto, ritenuto da chi indaga “capo, promotore e vertice dell’organizzazione, responsabile di impartire ordini e direttive in ordine al controllo del territorio, ai fatti di sangue, alla gestione delle attività delittuose di estorsione, usura, traffico di stupefacenti e detenzione e porto di armi da sparo nonché del controllo delle attività economiche di balneazione, ristorazione e delle sale giochi nel litorale di Ostia gestite o direttamente o tramite prestanome dall’organizzazione”.

A fargli compagnia, sul banco degli imputati, ci sono poi gli autori (attualmente sotto processo) dell’aggressione alla troupe Rai ‘Nemo – Nessuno escluso’ del 6 novembre scorso, e cioè il 43enne Roberto Spada, che condivide con il fratello Carmine le scelte strategiche del sodalizio ed è dotato di potere decisionale, e il suo complice Ruben Alvez del Puerto, attivo nel settore ‘armi, violenza e intimidazione’.

Lunghissima la lista dei reati contestati dai magistrati: si va dall’associazione per delinquere di stampo mafioso “che si avvale della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva”, a episodi di omicidio, estorsione, usura, detenzione, porto di armi e di esplosivi, incendio e danneggiamento aggravati, traffico di stupefacenti e attribuzione fittizia di beni.

Così il clan si è preso Ostia
Al centro degli accertamenti, tra l’altro, l’agguato (di grande valore strategico perché segnò l’ascesa del clan Spada) costato la vita a Giovanni Galleoni (detto Baficchio) e a Francesco Antonini (‘Sorcanera’) uccisi a colpi d’arma da fuoco in pieno giorno da killer a volto scoperto, in un bar del litorale romano, il 22 novembre del 2011 e, più in generale, l’acquisizione, in modo diretto e indiretto, la gestione e comunque il controllo delle varie attività economiche, oltre all’aggiudicazione di autorizzazioni e appalti.

Per gli investigatori non ci sono dubbi: “Quella degli Spada è mafia autoctona, cioè diversa da quella storica, ma pur sempre mafia”. Un’interpretazione condivisa dal gip che ha parlato di “un’associazione che ha provocato un profondo degrado sul territorio, consentendo il dilagare di reati gravissimi e lesivi di beni primari”: gli Spada, come poi ha confermato sostanzialmente anche il tribunale del Riesame, hanno messo in piedi “un sodalizio che ha fondato la sua potenza sull’organizzazione a base familistica e sulla ripartizione delle competenze.

Gli Spada, insomma, hanno fatto il bello e il cattivo tempo sul litorale, infiltrando attività economiche legali e seminando il terrore. Come è successo quando è stato lo stesso Carmine Spada, per ben due volte, a essere bersaglio di un attentato: in quel caso, non ha denunciato alcunché, ma ha pensato solo a come ‘rifarsi’, nonostante gli amici Fasciani lo avessero sconsigliato.




Pomezia, nuovo centro di salute mentale per la Asl Roma 6

POMEZIA (RM) – La Asl Roma 6 si dota di una nuova sede per il Centro di salute mentale di Pomezia, che è stata inaugurata nel pomeriggio di ieri, 5 giugno, alla presenza del Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, dell’Assessore regionale alla Sanità e l’Integrazione Socio-sanitaria, Alessio D’Amato e del Direttore generale della Asl Roma 6, Narciso Mostarda. La nuova struttura, di proprietà della Asl, misura circa 800 mq su un unico piano e consentirà di migliorare l’assistenza psichiatrica territoriale in termini di accessibilità, razionalizzazione e valorizzazione degli spazi. Il servizio comprende gli ambulatori del Centro di salute mentale e il Centro diurno riabilitativo e si trova in via Del Mare, Km 19, località “Macchiozza”.

L’Ambulatorio si compone di 6 stanze per i medici, 3 stanze per gli Psicologi, un’ampia sala riunioni per gli incontri di gruppo e per i briefing quotidiani, una medicheria, una segreteria, una stanza per l’assistente sociale, una stanza per la coordinatrice infermieri, ampi spazi per l’attesa. Il Centro Diurno comprende due sale attività, di cui una con annesso terrazzo esterno, una cucina e un ampio spazio comune. La segreteria è posta nella sala infermieristica. In prospettiva è previsto un campo sportivo polivalente (calcio a 5, pallavolo, tennis, ) e l’utilizzo degli spazi aperti appartenenti alla struttura.

CENTRO SALUTE MENTALE

Il Centro di Salute Mentale svolge nel territorio dei Comuni di Ardea e Pomezia, tutte le attività di prevenzione, trattamento e riabilitazione del disagio psichico cercando di offrire una risposta valida e articolata alla domanda di assistenza psichiatrica sempre più in aumento, considerate le caratteristiche demografiche del territorio. Opera dal 1990 in un territorio che ha subito negli ultimi anni notevoli trasformazioni, sia riguardo al forte aumento dei residenti (circa 115.000: Pomezia 65.438 e Ardea 49.594). Al CSM accedono ogni anno in media 1.700 persone. I pazienti che si rivolgono al Servizio ricevono, nelle situazioni valutate più gravi, una consulenza psichiatrica immediata. Oltre alle visite psichiatriche, nel Servizio si effettuano altre prestazioni quali sedute di psicoterapia individuale e di gruppo, gruppi psicoeducazionali, somministrazione di test psicodiagnostici, somministrazione di terapie long-acting, attività di consulenza urgente su richiesta del 118 e del Pronto Soccorso.

CENTRO DIURNO RIABILITATIVO

Il Centro Diurno Riabilitativo H4 è una struttura socio-sanitaria semiresidenziale territoriale specifica per pazienti psichiatrici i quali necessitano di un trattamento quotidiano che si integri ad un progetto terapeutico-riabilitativo più complessivo. Le attività del Centro Diurno sono individuali e di gruppo e possono svolgersi sia all’interno che all’esterno dello stesso sviluppando o utilizzando, laddove presente, la rete sociale del territorio dove esso è ubicato. I pazienti inseribili in un Centro Diurno sono pazienti provenienti dal CSM trattati ambulatorialmente o pazienti provenienti da altre strutture intermedie di tipo residenziale. I dati rilevati alla frequenza del Centro Diurno Riabilitativo H4: dal 2011 al 2017 gli accessi nell’anno sono aumentati da 1.778 a 2.993 (+40,6%). Le attività che si svolgono sia all’interno della struttura sono Laboratori di scrittura, tessitura, lettura, cucina e pittura e all’esterno della sede del Centro, ortoterapia, attività sportive, Cinema e attività riabilitativa in ambiente equestre.




Pomezia, arrestata banda di criminali: sono gli autori degli incendi al Comune e “Pratiko”

POMEZIA – I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati e della Compagnia di Pomezia hanno eseguito un’ordinanza che dispone misure cautelari nei confronti di tre persone ritenute responsabili del tentato incendio degli uffici del Comune di Pomezia dell’aprile 2017 e dell’incendio dei locali dell’esercizio commerciale “Pratiko”, verificatosi invece nel febbraio 2016. Di fatto si chiude il cerchio sugli esecutori materiali e su uno dei mandanti intermedi del tentato incendio presso il locale Comune, evento per il quale nel maggio del 2017 era stato già arrestato un 43enne, già noto alle forze dell’ordine, originario di Roma e residente ad Anzio. Sin dalle prime battute, grazie anche al contributo fornito da alcune testimonianze e dalle telecamere installate presso l’edificio pubblico, era stato accertato che due malviventi, attraverso una finestra protetta da grate in ferro, avevano cercato di dare fuoco all’immobile mediante l’utilizzo di una vera e propria bomba incendiaria costituita da ben tre taniche da 5 litri cadauna, contenenti in origine del liquido infiammabile. I due uomini, per appiccare l’incendio, avevano utilizzato una bottiglia contenente liquido infiammabile (verosimilmente del tipo benzina) recante sul tappo uno stoppino in stoffa (c.d. “molotov”) che, per un probabile errore nell’uso dei mezzi di esecuzione, aveva causato l’esplosione anticipata con la propagazione delle fiamme che, fra l’altro, avevano investito almeno uno degli autori. Nel corso del sopralluogo, infatti, erano stati rinvenuti nelle immediate vicinanze un giubbino, al cui interno era stato recuperato anche un telefono cellulare quasi completamente distrutto, e parte di un altro indumento, entrambi visibilmente deteriorati dalle fiamme.

Le indagini, avviate dai Carabinieri nell’immediatezza dei fatti, si erano indirizzate nel giro di poco tempo verso un uomo con precedenti, poi arrestato, che, dopo lunghe e vane ricerche effettuate presso i pregressi domicili ed i luoghi maggiormente frequentati, era stato rintracciato ad Ardea; l’uomo, all’atto del controllo, mostrava una grossolana fasciatura che copriva per intero la sua mano destra. Alla presenza di personale medico era stata eseguita un’ispezione personale, delegata dall’Autorità Giudiziaria, nel corso della quale erano state documentate le vistose ferite, riconducibili a ustioni, che l’uomo presentava alla mano destra e ad un orecchio.

Le indagini, condotte sinergicamente dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati e della Compagnia di Pomezia, anche mediante l’ausilio di strumentazione tecnica, si sono concentrate subito dopo su un gruppo di soggetti ritenuti vicini all’arrestato, portando all’esatta identificazione degli altri correi e precisamente un 36enne di origine bosniaca con numerosi precedenti penali, ritenuto il promotore del gruppo criminale, nonché un 31enne ed una 24enne, italiani ed all’epoca conviventi fra loro, tutti domiciliati di fatto fra Torvajanica ed Ardea.

Nel corso dell’attività investigativa sono emerse chiare responsabilità degli stessi, unitamente ad altre persone, allo stato non ancora identificate, in relazione anche all’incendio dell’esercizio commerciale all’insegna “PRATIKO”, un importante bricolage avente sede in Pomezia, via del Mare n.87. Nella notte dell’11 febbraio 2016, dopo un primo tentativo andato a male il precedente 13 gennaio 2016, si era sviluppato un incendio che aveva interessato inizialmente l’esposizione esterna degli arredi da giardino ed il magazzino di stoccaggio della merce e successivamente, nel corso delle fasi a seguire, l’intero stabile, impegnando per diverse ore numerosi automezzi dei vigili del fuoco per le operazioni di spegnimento e la messa in sicurezza dello stabile. L’incendio, di vaste dimensioni, aveva distrutto di fatto tutto lo stabile causando un danno di ingente valore.

Nelle fasi operative dell’esecuzione dell’ordinanza del Gip, uno dei tre soggetti è stato denunciato anche per la detenzione di tre manufatti artigianali esplodenti, rinvenuti e sequestrati durante la perquisizione presso la sua abitazione.

Gli arrestati sono stati associati presso la Circondariale di Velletri, ad eccezione della donna che è stata invece sottoposta agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.




Pomezia, amministrazione comunale condannata per comportamenti antisindacali

POMEZIA (RM) – Il Comune di Pomezia è stato condannato dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Velletri per comportamento antisindacale a seguito dell’accoglimento totale del ricorso presentato dalla CISL FP di Roma Capitale e Rieti, elaborato dall’avvocato Roberto Muzi. Un’ordinanza importante che obbliga l’amministrazione comunale ad emettere tutti i provvedimenti idonei ad eliminare gli effetti del comportamento antisindacale perpetrato nei confronti della CISL FP di Roma Capitale e Rieti, condannando altresì il Comune a pagare le spese legali.

Gli episodi risalgono a giugno 2017

Il Comune di Pomezia, a fronte delle richieste di svolgere le proprie assemblee sindacali per i lavoratori della Polizia Locale e della scuola dell’infanzia, impose alla sigla sindacale di effettuarle presso il Complesso Selva dei Pini, compromettendo di fatto il regolare svolgimento delle assemblee nei luoghi nei quali da anni e fino ad allora si erano regolarmente svolte, cioè la sala del consiglio comunale, la sede del comando della Polizia Locale, la sala della biblioteca comunale e l’Istituto Scolastico Umberto Sant’Andrea. Il Giudice ha pertanto ritenuto lesiva tale condotta, che, oltre ad ostacolare l’organizzazione sindacale nello svolgimento della propria attività istituzionale di negoziazione, è stata idonea a recare pregiudizio all’immagine della CISL FP di Roma Capitale e Rieti presso i propri assistiti sotto il profilo della sua autorevolezza all’interno dell’amministrazione datrice di lavoro, così riducendone la credibilità, nonché a pregiudicare l’attività di proselitismo tra i lavoratori e la possibilità di acquisire nuovi iscritti.

“Siamo estremamente soddisfatti – dichiarano da CISL FP Roma Capitale e Rieti – dell’ordinanza emessa dal tribunale di Velletri a salvaguardia dei diritti dei lavoratori e già dalla prossima settimana convocheremo finalmente l’assemblea del personale della Polizia Locale di Pomezia in uno dei locali del Comune di Pomezia disponibili a Piazza Indipendenza”.




Mostro del Circeo, rivelazione shock di Angelo Izzo: “Uccidemmo anche una ragazza friulana”

CIRCEO (LT) – Angelo Izzo, uno dei mostri del Circeo, condannato a due ergastoli, ha riferito ai magistrati che Rossella Corazzin, la 17enne friulana sparita il 21 agosto 1975 nei boschi del in Cadore, fu seguita dalla banda di criminali romani in vacanza in Cadore, e poi sequestrata e portata sul lago Trasimeno. Lì sarebbe stata violentata dal branco e uccisa. Il fascicolo con le dichiarazioni di Izzo è finito sul tavolo del procuratore di Belluno Paolo Luca, che poi lo ha trasmesso a Perugia. Lo riferisce l’edizione on line del Gazzettino.

“Nelle dichiarazioni sulle altre violenze del gruppo rese ai pm di Roma e che mi sono state trasmesse, Angelo Izzo ha dedicato poche parole, vaghe, alla vicenda di questa ragazza, Rossella Corazzin, ma ha dato riferimenti su data della scomparsa e luogo dell’uccisione, da far ritenere che sia effettivamente lei”. Lo dice all’ANSA il Procuratore di Belluno, Paolo Luca, che ha trasmesso per competenza a Perugia il fascicolo sul caso della 17enne avuto da Roma. “Le parole di Izzo mi distruggono da un lato, ma dall’altro mettono la parola fine ad una ricerca che non si è mai fermata e che dura da 43 anni”, ha detto all’ANSA Mara Corazzin, cugina della diciassettenne scomparsa.

“In passato Angelo Izzo mi ha raccontato della vicenda di Rossella Corazzin, e mi ha detto che con lui c’erano altre persone tra cui Andrea Ghira, coinvolto con lui nel massacro del Circeo”, ha detto Rolando Iorio, l’avvocato di Izzo.

Irene Tagliente




Fiumicino, personale del Comune fermo da dieci anni: i sindacati proclamano stato di agitazione. Pronti a manifestare

FIUMICINO (RM) – Tornata la compattezza totale dei sindacati presso il Comune di Fiumicino per proclamare lo stato di agitazione e la richiesta di intervento del Prefetto di Roma per espletare il tentativo di conciliazione.

Dopo estenuanti trattative iniziate lo scorso anno, con un accordo formale sottoscritto dal Sindaco Montino e le rapprersentanze sindacali mai portato a termine, si era giunti
alla previsione per il 2017 di una valorizzazione del personale comunale di Fiumicino attraverso l’istituto delle progressioni economiche orizzontali con una ripartizione del fondo del salario
accessorio dello scorso anno pari a cento mila euro.

Presso il Comune di Fiumicino il personale è fermo da circa dieci anni nel proprio livello economico senza aver potuto partecipare ad alcuna selezione ed è un ente nel quale, a differenza degli altri enti locali della Città Metropolitana di Roma Capitale, ad oggi non si è proceduto a valorizzare il personale.

Solo qualche giorno fa l’amministrazione è tornata al tavolo con i sindacati prevedendo una ripartizione pari a sole sessanta mila euro, al di sotto dell’accordo sottoscritto con il Sindaco Montino nel 2017. Proposta ritenuta assolutamente irricevibile dai sindacati.
Una situazione di empasse totale, in materia di personale, anche da un punto di vista organizzativo e di benessere organizzativo, che ha portato ieri l’assemblea generale del personale a chiedere alle rappresentanze sindacali l’indizione dello stato di agitazione e la richiesta dell’intervento del Prefetto del tentativo di conciliazione. I sindacati sono comunque pronti ad andare avanti, se non ci saranno risposte, con ulteriori iniziative che potranno portare anche allo sciopero generale e a manifestazioni di piazza.

FP CGIL CISL FP UIL FPL CSA DICCAP RSU
Scannella Cosentino Longobardi Lulli Fabiani Marchetti Ceccarelli




Fregene, ancora allarme erosione spiagge: stagione in alto mare… se i privati non pagano

FREGENE (RM) – La difesa della costa di Fregene condizionata dalla disponibilità dei privati a farsi carico della manutenzione e dell’eventuale rimozione del geotubo già finanziato dalla Regione Lazio. Questo il dato che emerge ancora oggi dopo che la Regione, per frenare l’avanzata del fenomeno erosivo, ha stanziato 350 mila euro per la posa in opera di un geotubo sommerso, a circa 30 metri dalla costa, su un tratto di litorale di circa 800 metri per dare modo ai balneari di lavorare durante l’imminente prossima stagione estiva e dopo che la stessa Regione ha individuato altri 300 mila euro circa con cui effettuare il ripascimento del tratto eroso, con immissione di circa 30 mila metri cubi di sabbia.

Un mese fa il sindaco Esterino Montino insieme all’assessore regionale Mauro Alessandri presentavano i lavori

Eppure solo un mese fa l’Assessore ai Lavori pubblici della Regione Lazio, Mauro Alessandri, insieme al Sindaco di Fiumicino Esterino Montino e all’associazione dei balneari, durante un sopralluogo aveva presentato i lavori per contrastare l’azione di erosione del litorale di Fregene. Quindi a conclusione della conferenza dei servizi gli uffici regionali avevano dato il via libera all’installazione del geotubo e al relativo ripascimento per completare il posizionamento della struttura sul fondale.

Prosegue l’erosione: associazioni e balneari in ginocchio

E ancora si assiste all’avanzata del mare che sta continuando a divorare la spiaggia del litorale Sud di Fregene nel Comune di Fiumicino costringendo in ginocchio le associazioni e i balneari più colpiti dall’erosione.  “La stagione balneare è cominciata mentre i lavori per il geotubo che rimpingui le spiagge sono ancora un miraggio”. Parole queste pronunciate da Mario Baccini candidato sindaco alla prossima tornata elettorale per il rinnovo dell’assise comunale di Fiumicino. “Visto che la Regione ha approvato l’opera – ha proseguito Baccini – è urgente dare il via ai lavori che, seppur non risolutivi della situazione, posso tamponare per ora l’erosione delle nostre spiagge.

Ma le opere saranno realizzate solo se i privati sottoscriveranno un impegno a sostenere i costi di manutenzione

L’amministrazione comunale di Fiumicino ha inviato un sollecito alle associazioni e ai balneari di Fregene sud più colpiti dall’erosione in cui viene richiesta la conferma della disponibilità a sottoscrivere una specifica convenzione con la quale si impegnano a farsi carico della manutenzione e dell’eventuale rimozione del geotubo. “Ricordiamo però – ha detto ancora Mario Baccini – che le spiagge non sono dei balneari ma sono un patrimonio che porta un indotto a tutta la città quindi ci sembrerebbe logico che il Comune si facesse carico degli oneri di manutenzione insieme alla Regione. Dobbiamo aiutare e sostenere lo sviluppo dell’economia blu e dell’indotto che genera per tutto il territorio. Sembra assurdo voler gravare sui balneari con oneri spropositati vista la situazione che vede già molte strutture ridotte a strutture fatiscenti per colpa dell’erosione e dei ritardi negli interventi dovuti al continuo ritardo e al rimpallo di responsabilità tra Regione e Comune. Oltre al danno non si può aggiungere la beffa e la rapina ai danni degli esercenti. È inaccettabile – ha concluso il candidato sindaco – da parte di chi amministra ricattare gli operatori chiedendo che s’impegnino anche nella manutenzione di un’opera di rilievo regionale”.

Fregene: 600mila euro dalla Regione Lazio a difesa della costa




Comunali Lazio: i candidati a Pomezia, Velletri e Fiumicino

Giugno sarà il mese di importanti elezioni comunali che coinvolgeranno vari comuni del Lazio tra cui Pomezia, Velletri e Fiumicino.

Pomezia

Il 10 giugno (ballottaggio previsto per il 24) consulterà i propri cittadini che dovranno passare oltre o riconfermare la Giunta retta dal Movimento Cinque Stelle di Fabio Fucci. Quest’ultimo eletto nel 2013 è stato al centro di una bufera programmatica con Luigi Di Maio nel dicembre 2017. Il capo del M5S negava al primo cittadino la terza rielezione dopo la sottoscrizione del contratto del movimento che la vietava, ammonendolo circa una prossima rottura. A tali moniti Fabio Fucci rispose definendoli un’ipocrisia. Per questo a giugno Fucci tenterà il riscatto candidandosi con la Lista Civica il Bene in Comune e la Lista Essere Pomezia contro cinque candidati. Roberto Camerota di Casa Pound, Antonio Aquino con la Lista Progetto Comune Pomezia, Pietro Matarese di centrodestra ( Forzi Italia, Udc, Lista III° millennium, Lega, Fdi, Lista dello Scarpone, Msi), Stefano Mengozzi del centrosinistra sostenuto dal Partito Democratico, Unione imprenditori lavoratori socialisti, Psi, Pomezia domani, e Adriano Zuccalà M5S.

 

Velletri

Saranno ben 26 le liste a sostegno di sette candidati allo scranno maggiore del Comune. Ad auspicare di prendere il posto del sindaco uscente Fausto Servadio eletto nel 2013 nell’aerea di sinistra
sono Paolo Trenta del Movimento Cinque Stelle già consigliere di opposizione, l’assessore uscente Orlando Pocci sostenuto dalla coalizione di centrosinistra di Partito Democratico, Liberi e Uguali, Mpb, Gente Nuova e Velletri e Beni Comuni. Alle elezioni si spacca il centrodestra che vede da una parte Alessandro Priori con Forza Italia e le Liste Civiche di Patto Popolare Velletri, Viviamo Velletri, Insieme per Velletri, e dall’altra Giorgio Greci caldeggiato dalla Lega, Fratelli d’italia, Pri, Popolo della Famiglia e ben 5 civiche di cui Noi con Velletri, Con voi per Velletri, Gente Libera, Forza Velletri. Mentre Paolo Felci verrà sostenuto da Casa Pound e Difendere Velletri e Lista Civica Felci Sindaco. Augusto Di Lazzaro è il candidato di Laboratorio Velletri e Laboratorio in Movimento. Ed infine il consigliere uscente Stefano Pennacchi al vertice di Sinistra per Velletri e Lista Velester.

 

Fiumicino

Il 10 giugno vedranno fronteggiarsi cinque candidati. Il centrodestra ancora una volta si divide tra Mario Baccini con Forza Italia e sette liste civiche tra cui Progetto Fiumicino, Energie per l’Italia, Cristiano Popolari, Lista Petralia-MDM, Crescere Insieme, Cuori per Fiumicino, Orgoglio Tricolore; Gaia Desiati sostenuta da Casapound Italia e William De Vecchis con la Lega di Noi con Salvini, Fratelli d’Italia, Legittima difesa, Passione Comune. Nell’area di centrosinistra si candida Esterino Montino sostenuto dal PD, Liberi e Uguali, Unione di Centro, Civica Montino, Comune Autonomia e Libertà, Per Vivere Fiumicino, Fronte Verde- Pensionati Centro e Libertas-Democrazia. Il Movimento 5 Stelle porterà invece come candidato alla fascia di primo cittadino Fabiola Velli.

Gianpaolo Plini