Nemi, maltempo: esercizi commerciali allagati

NEMI (RM) – Messi in ginocchio dal maltempo alcuni esercizi commerciali di Nemi che questa mattina hanno dovuto fare i conti con l’acqua alta all’interno dei locali.

La causa, sarebbe riconducibile alla mancata manutenzione dei tombini ostruiti dalle foglie:  “Se si fossero fatti interventi di pulizia preventiva questo tipo di situazioni si potevano evitare!!!!! – ha commentato sul social Facebook il titolare di un bar di corso Vittorio Emanuele – Cmq ci tengo a ringraziare i commercianti che hanno aiutato a tirare fuori l’acqua dal mio locale…”.

Non è mancata una stoccata per gli amministratori comunali: “Scusate ma la protezione civile di Nemi esiste o non esiste? – ha aggiunto il commerciante – Tutta l’italia è in allarme per il mal tempo e invece qui si pensa alle gare delle biciclette e si lascia il paese in balia degli eventi…”

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Grottaferrata, rinnovato trasporto scolastico disabili: c’è ancora molto da fare per i portatori di handicap ai Castelli Romani

GROTTAFERRATA (RM) – Ancora si aspetta l’avvio di un concreto tavolo di lavoro interistituzionale tra i servizi sociali e sanitari del territorio che coinvolga anche le istituzioni scolastiche per costruire un protocollo operativo per la gestione integrata del servizio. Nell’attesa, il Comune di Grottaferrata ha rinnovato l’appalto con la Parsifal società di Frosinone che fornisce assistenza scolastica ai disabili anche ai Comuni di Rocca di Papa, Colonna, Frascati, Monte Compatri, Monte Porzio Catone e Rocca Priora. La Parsifal ha un contratto dal 2014 e sembra aver fornito un servizio che ha soddisfatto i comuni del distretto.

A proposito di servizio trasporti per disabili, è importante ricordare che non c’è solo l’ambito scolastico ma le persone con disabilità hanno difficoltà a spostarsi quotidianamente anche per motivi fondamentali per il loro benessere psico- fisico. Ecco importante è non dimenticarsi di queste persone. L’assessorato alle politiche sociali di Ardea, ad esempio, lo scorso inverno ha attivato un servizio importante assegnato alla Cooperativa sociale dializzati Italia. Questo servizio funziona in maniera molto semplice: i cittadini che ne hanno necessità potranno richiederlo scaricando un formulario o ritirandolo all’ufficio servizi sociali per poi presentarlo all’ufficio protocollo. Il progetto è dedicato agli anziani e ai disabili, agli adulti in stato di bisogno e ai minori che siano impossibilitati a raggiungere in modo autonomo i luoghi di utilità come i centri diurni, centri di socializzazione, scuole, luoghi di lavoro, servizi di carattere sanitario, riabilitativo e socio assistenziale. Il servizio sarà attivato di volta in volta dal servizio sociale comunale che segnalerà alla Cooperativa le effettive esigenze del richiedente. Sarà attivo per tutta la settimana, domeniche comprese, per un intero anno e sarà gratuito per tutti gli utenti fino a un massimo di tre prestazioni settimanali, 3 corse di andata e 3 di ritorno per viaggiare nell’ambito del distretto socio-sanitario e una corsa di andata e ritorno verso Roma.




Nemi, rifiuti: un quadro ormai fuori controllo

NEMI (RM) – Mobili, pneumatici, cartoni, materiale elettrico, buste in plastica e chi più ne ha più ne metta: via della Radiosa a Nemi è diventata ormai una discarica abusiva dove chiunque butta rifiuti: sia ingombranti che indifferenziato e umido. Del resto la raccolta differenziata a Nemi non è ancora partita su tutto il territorio e la società “Lazio Ambiente” ultimamente si dedica solo al servizio minimo indispensabile di raccolta dell’immondizia vuoi perché Nemi, come del resto altri Comuni castellani, deve circa 100mila euro alla società di proprietà della Regione Lazio.

Dunque diversi problemi “spazzatura” su più fronti per la città delle fragole che ci si augura si possano risolvere al più presto. Multare i trasgressori non dovrebbe essere un problema perché con l’ausilio del servizio di videosorveglianza (le cosidette foto trappole) gli “incivili” ormai non avranno più vita facile.

 

Resta il problema di rimuovere quella sorta di area di gestione rifiuti in via della Radiosa a soli 60 metri dal pozzo dell’acqua che rifornisce il paese. Quell’area non dovrebbe essere dove si trova e a dirlo è la legge che tutela le acque e il suolo. La risoluzione di tutto potrebbe essere nel tanto atteso avvio del servizio “porta a porta” sul territorio che, secondo quanto annunciato dagli attuali amministratori durante la scorsa campagna elettorale per le amministrative (pochi mesi fa, dunque), avrebbe dovuto essere un’operazione imminente grazie ad un accordo con il Comune di Ariccia che avrebbe condiviso con Nemi l’isola ecologica. Ma nei fatti il quadro rifiuti a Nemi è ancora allarmante: il freno va messo quanto prima.

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Nemi, scavi archeologici: a palazzo Ruspoli la presentazione della campagna 2017

Giovedì 7 settembre alle ore 18:00 presso la sala delle Armi di Palazzo Ruspoli verrà svelato il restauro conservativo di muratura arcaica inglobata nel podio del Tempio di Diana parte più antica del ritrovamento datato al V secolo aC

 

NEMI (RM) – Il comune di Nemi torna protagonista nel panorama archeologico e storico dei Castelli Romani. Giovedì 7 settembre alle ore 18:00 presso la sala delle Armi di Palazzo Ruspoli verrà presentata la campagna di scavo 2017.

Inoltre per la prima volta verrà svelato il restauro conservativo di muratura arcaica inglobata nel podio del Tempio di Diana parte più antica del ritrovamento datato al V secolo aC quando il santuario era la sede della lega dei Latini che combattevano contro Roma.

L’intervento affidato dal Comune di Nemi al restauratore Roberto Civetta, ha proposto il restauro mediante operazioni di messa in sicurezza del muro arcaico inglobato nel podio del Tempio di Diana. Alcune parti pericolanti inoltre, sono state consolidate nella posizione corretta come quella originaria.

Il Tempio di Diana è uno dei santuari più grandi del Lazio, e tra i più grandi d’Europa è stato anche il riferimento di culto più importante dell’epoca pre Romana.

Oltre ottanta gli archeologi proveniente dalle più importanti Università Europee, coordinate dall’università di Perugia, che hanno avuto l’opportunità di partecipare con lustro alla campagna 2017 di scavo, studio e valorizzazione del Tempio di Diana a Nemi.

L’area archeologica in questione ha risentito della forte mancanza di finanziamenti ma pur con queste difficoltà l’amministrazione Comunale – dichiara il sindaco di Nemi Alberto Bertucci – ha puntato alla valorizzazione dell’area iniziando a finanziare alcuni interventi di restauro ai fini di una apertura al pubblico.

Parteciperanno all’evento: il Sindaco di Nemi Alberto Bertucci, Alfonsina Russo Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, Giuseppina Ghini Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, Filippo Coarelli Università degli Studi di Perugia, Paolo Braconi Università degli Studi di Perugia, Francesca Diosono Ludwig-Maximilians-Universität München e Roberto Civetta restauratore responsabile dell’intervento.

 




Caso Massimiliano Ristagno, per la zia si tratta di omicidio

Supplemento di perizia finalizzato ad analizzare le lesioni sul corpo di Massimiliano Ristagno, il 47enne trovato sgozzato in un appartamento a Genzano il 15 ottobre del 2012. Questa l’azione intrapresa dai legali della zia della vittima che intendono confutare la relazione stilata del medico legale incaricato dal Tribunale dalla quale si evince che l’uomo si sarebbe suicidato. La perizia, secondo gli avvocati, servirebbe a meglio analizzare il tipo di lesioni tenendo conto del luogo in cui è stato trovato morto l’uomo e delle tracce ematiche rilevate. Il caso non è stato ancora chiuso sebbene pende una richiesta di archiviazione. Nel frattempo, su delega del Pm sarebbero stati ascoltati altri t1esti, tra cui il proprietario della ditta di ristrutturazione che nel periodo in cui è morto Ristagno si occupava di alcuni lavori nell’appartamento. Ora i legali della familiare di Massimiliano avrebbero richiesto di sentire altri testi rispetto i quali, per il momento, preferiscono mantenere il massimo riserbo.

 

La zia: “Mio nipote è stato ucciso!” Per la zia Carla, che viveva insieme al nipote a Genzano, non si è trattato di suicidio come invece sostiene il medico legale Mauriello che localizza le lesioni mortali nella parte destra del collo di Ristagno, con movimento dall’alto verso il basso. La dinamica suicidiaria viene contestata dai legali della zia per il semplice fatto che Massimiliano Ristagno non era mancino, al contrario utilizzava per tutte le sue attività quotidiane la mano destra per cui le lesioni che si sarebbe procurato da solo avrebbero dovuto trovarsi a sinistra del collo e non viceversa. Appare innaturale il fatto che l’uomo si sia sgozzato da solo e per giunta con la mano destra sulla parte destra del collo quando invece è sicuramente un gesto più naturale quello prodotto da una dinamica “incrociata”.

Impronte sconosciute Ma non è tutto perché sull’arma del delitto, un coltello a serramanico, sono state trovate impronte digitali non appartenenti alla vittima e delle quali non è stata individuata la provenienza. E poi ancora sarebbero state rilevate delle impronte di scarpe diverse da quelle di Massimiliano sul luogo del delitto a Genzano. Qui, è stato trovato anche un guanto in lattice che però, a quanto scrivono i legali, non sarebbe stato repertato e quindi analizzato per verificare se vi fossero impronte digitali compatibili con quelle ritrovate sul coltello
Ipotesi pista omosessuale Intanto il caso assume ancora di più le tinte forti di un giallo e non mancano i colpi di scena: dietro la morte di Ristagno potrebbe addirittura nascondersi la pista di una vendetta omosessuale.

Ci sono dei chiari messaggi indirizzati a Massimiliano che in quattro anni non sarebbero stati presi in considerazione dagli inquirenti. Qualcuno li ha scritti con una bomboletta rossa sul muro dell’ascensore tra un piano e l’altro della palazzina di quattro piani dove viveva la vittima. Massimiliano all’età di 47 anni conviveva con la zia nella casa di famiglia, viene descritto come un “bambinone”, una persona senza vizi di alcool o droga che “viveva serenamente, passeggiava con il suo cane e conduceva una vita senza troppe pretese”: “Era buono con tutti Massimiliano – racconta la zia Carla – qualcuno gli dava fastidio, anche qualche omosessuale che forse si era invaghito di lui”.

Messaggi nell’ascensore Una sequenza di messaggi scritti sul muro con una bomboletta rossa tra un piano e l’altro dell’ascensore facevano molta paura a Massimiliano Risitagno durante le ore precedenti la sua tragicamorte. La zia racconta che il nipote era impaurito: “Queste scritte mi fanno paura, andiamo via di qui!” ripeteva la vittima. I messaggi riportano le seguenti parole: “Massi” con un cuore disegnato vicino, “Stefano” sempre con un cuore disegnato e poi “Giaci” che è stato scritto e successivamente malcoperto sempre con vernice rossa.

L’analisi della grafologa Sulla questione delle scritte è intervenuta la grafologa Valentina Pierro che ha analizzato i messaggi: “È una scrittura tendenzialmente femminile ma di mano maschile – asserisce l’esperta – e sicuramente l’autore ha utilizzato la mano destra. I tre messaggi sono riconducibili a una stessa mano. Inoltre, da uno sguardo approfondito, la ‘I’ finale di Giaci sembra terminare a croce e la croce è un chiaro simbolo negativo che ci fa pensare ad un messaggio di avvertimento e minaccia”.

L’appartamento Il tempo è rimasto fermo al giorno della morte dell’uomo in quell’appartamento all’ultimo piano in centro a Genzano, a pochi passi dall’Olmata: il sangue è ancora a terra e sulle pareti e mobilio. Ci sono dei chiari segni di trascinamento, vere e proprie scie di sangue copioso. Regna il disordine anche dovuto al fatto che in quei mesi erano in corso lavori di ristrutturazione dell’appartamento sia esterni che interni. La zia non ha voluto più viverci: è un posto che gli arreca dolore e poi ritiene che quella scena del crimine ancora intatta possa essere la chiave per aiutarla a trovare chi, secondo lei, avrebbe ucciso il suo adorato nipote

La notte della morte La sera prima del delitto Massimiliano e la zia avevano visto un vecchio film in televisione fino a tardi, circa le 2:30 di notte. Poi i due si sono coricati: lui nel salottino dove c’è un letto e lei nella camera matrimoniale vicino alla cucina. Un piccolo corridoio distanzia le due stanze. Quando la zia Carla si è svegliata al mattino non ha trovato Massimiliano nel suo letto ma era già cadavere, nudo riverso a pancia in sotto all’ingresso dello studio del nonno (un’altra stanza che era chiusa) sgozzato. La zia aveva lasciato, prima di coricarsi, tutte le tapparelle chiuse a metà e le porte delle stanze tutte aperte mentre al risveglio le porte erano tutte chiuse compresa quella della stanza dove dormiva Carla. “Evidentemente loro si sono arrampicati sulle impalcature esterne che danno allo studio o dalla mansarda della quale avevano tutti le chiavi – dice Carla – Massimiliano l’ho lasciato che dormiva, addirittura russava un pochino. Qualcuno è entrato sicuramente nell’appartamento altrimenti le porte sarebbero rimaste aperte come le avevamo lasciate”.

Bruzzone: “Situazione complessa” Il profilo psicologico non è certamente di facile lettura. La criminologa Roberta Bruzzone ritiene che sia molto utile una autopsia psicologica del soggetto che comunque appare molto sensibile: “È sicuramente un caso che merita un approfondimento – dice Bruzzone – comunque si tratta di una persona in preda ad un crescendo di angoscia e paura e bisognerebbe capire l’origine di questi suoi stati d’animo. Non mi sento di escludere del tutto l’ipotesi suicidiaria ma neppure il fatto che in qualche modo possa essere stato vittima di una serie di sollecitazioni negative delle quali possono far parte anche le scritte nell’ascensore”.