Ciampino: magazzino Maury’s avvolto dalle fiamme

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Ciampino: grosso incendio al magazzino Maury’s

CIAMPINO (RM) – Attimi di paura si sono vissuti ieri, alle 13.30, a Ciampino, dove all’improvviso ha preso fuoco la parte esterna del magazzino del “Maury’s” in Via dell’Ospedaletto. Le fiamme hanno immediatamente avvolto diversi bancali in legno presenti, oltre a parte del materiale accatastato, principalmente composto da carta, legno e plastica. Il vento, abbastanza forte in quel momento, ha fatto il resto e in pochi secondi le fiamme si sono alzate di circa 5 metri andando a minacciare il confinante campo di calcio – fortunatamente a quell’ora vuoto – e sopratutto un paio di villette poste a pochi metri, dove all’interno le famiglie erano sedute a pranzo.
Fondamentale per scongiurare gli ingenti danni che si sono rischiati è stata la tempestività dei responsabili della struttura sportiva e dei titolari di un bar entrambi confinanti, che hanno allertato sia la Polizia Locale di Ciampino che i Vigili del Fuoco di Marino – entrambe già operative sul territorio – e l’arrivo di queste sul posto in meno di cinque minuti.
Le fiamme sono state domate in circa 15 minuti, mentre un’ulteriore mezz’ora è stata necessaria per la bonifica e la messa in sicurezza dell’area. L’attività di indagine, in corso da parte della Polizia Locale, ha permesso di accertare come il magazzino era stato chiuso non più di dieci minuti prima dell’inizio del rogo; al momento i Vigili del fuoco hanno escluso cause dolose. La tempestività degli interventi ha scongiurato il pericolo, davvero concreto se le fiamme duravano solo pochi minuti in più, che prendesse fuoco la parte principale della struttura, che al suo interno contiene oltre mille metri quadri di detersivi e materiale per casalinghi in carta, plastica e legno.



Nemi, dimensionamento scuola: ne prendi un po’ dal Grembo, un po’ dallo SPRAR e il gioco è fatto

Scuole di Nemi a rischio dimensionamento per l’anno scolastico 2018/2019

 

NEMI (RM) – E’ infatti arrivata al Comune di Nemi la nota della Città Metropolitana di Roma Capitale, inviata a tutti i comuni di competenza dell’Ente sovracomunale, in cui viene richiesto agli amministratori di formulare una proposta articolata riguardante le istituzioni scolastiche della scuola d’infanzia, primaria e della scuola secondaria di 1° grado, funzionanti nel proprio territori.

 

Gli amministratori comunali di Nemi, in riscontro alla richiesta della Città Metropolitana di Roma Capitale hanno deliberato durante la sessione di Giunta comunale dello scorso 23 ottobre, l’intenzione del Comune di Nemi di voler mantenere l’attuale condizione scolastica invariata anche per il prossimo anno 2018/2019 e per gli anni futuri, con almeno la presenza di una sezione per ogni classe. Oggi a Nemi ci sono due sezioni della scuola dell’Infanzia, una sezione per ogni classe della scuola primaria e una sezione per ogni classe della scuola secondaria di primo grado.

Diverse i motivi secondo i quali non bisognerebbe cambiare nulla alla scuola di Nemi

mantenendo così una situazione di fatto in bilico ormai da anni. Un equilibrio precario a cui nessun amministratore ha ancora messo mano e che causa, ogni anno, quella condizione di instabilità, incertezza e insicurezza sul futuro dell’istituzione scolastica nel piccolo paese castellano. Perché dunque lasciare tutto come sta? Perché, ribadiscono gli attuali amministratori, c’è la presenza sul territorio comunale di una Casa Famiglia all’interno della quale sono ospitati minori che vengono assegnati alla struttura – Il Grembo – anche ad anno scolastico iniziato, ai quali ospiti va’ garantita l’istruzione nella struttura scolastica di Nemi.

E ancora si legge tra le cause “le condizioni di particolare isolamento del Comune di Nemi in quanto gran parte della zona residenziale si trova sopra i 600 metri; che i tempi di percorrenza per raggiungere con i mezzi pubblici l’altra sede scolastica ubicata nei Comuni limitrofi sono difficoltose per via della carenza funzionale del sistema di trasporto pubblico locale; che il sistema di percorrenza prevede per alcuni residenti anche tripli collegamenti nel sistema di trasporto pubblico”.

Ma non è tutto. Oltre ai minori del Grembo bisogna tenere conto dei migranti

Gli amministratori comunali infatti, mettono nero su bianco di aver aderito allo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), tema quest’ultimo sul quale a Nemi, di recente, sono state presentate dai consiglieri di minoranza interrogazioni e mozioni perché sostanzialmente non si trova traccia di questa adesione e c’è poca informazione a riguardo. Lo scorso 6 ottobre, infatti Patrizia Corrieri e Carlo Cortuso di “Ricomincio da Nemi 2017” hanno reso noto di essersi rivolti al Prefetto di Roma e di aver appreso da questi la notizia che il Comune di Nemi non ha presentato ancora domanda di adesione allo SPRAR. Ma dal 6 ottobre alla data della delibera sono trascorsi 17 giorni e potrebbe essere che in questo lasso di tempo gli amministratori comunali abbiano presentato domanda.

 

Quest’ultimo passaggio potrebbe di fatto essersi concretizzato perché lo stesso Comune, tra le motivazioni per cui lasciare invariata la scuola ha scritto che ha aderito allo SPRAR e pertanto, nei prossimi mesi, si troverà ad ospitare famiglie con figli in età scolare che necessariamente dovranno essere inseriti nelle scuole di Nemi, determinando così “un incremento degli iscritti che al momento non è quantificabile”. Da evidenziare il fatto che il sindaco Alberto Bertucci, durante la trascorsa campagna elettorale parlava di 2 o 3 famiglie di immigrati al massimo: possibile che tale esiguo numero di migranti possa ribaltare la situazione precaria della scuola di Nemi?

In ultimo gli amministratori comunali chiedono che il Comune di Nemi venga considerato quale comune montano

Un escamotage che con gli anni si è visto che non funziona ma forse al livello mediatico fa ancora notizia quando si indicono sedute straordinarie per “salvare la scuola”. Infatti, per poter essere riconosciuti come comune montano è necessario che la sede legale dell’Ente locale sia collocata sopra i 600 metri dal livello del mare. E purtroppo per Nemi l’altitudine del centro, dove è situata la sede comunale, si trova a 521 metri sopra il livello del mare (dato Istat), ben al di sotto del requisito richiesto per poter essere riconosciuto come Comune montano. Perciò non è proceduralmente possibile ottenere questo riconoscimento nonostante una piccola parte del territorio si trovi sopra i 600 metri, come per esempio la zona dei Corsi.

 

Comunque, qualora succedesse un miracolo e madre natura dovesse innalzare la sede comunale al di sopra dei 600 metri, Nemi potrebbe vedersi derogare il numero minimo degli iscritti per classe ed evitare la formazione di pluriclassi. Insomma il futuro della scuola di Nemi è nelle mani di futuri ipotetici nuovi iscritti che deriverebbero anche dal centro per disagiati sociali Il Grembo e dai figli dei migranti.

 

Intanto, da quando anche quest’anno si è votata la mozione per la scuola (all’unanimità) non si sono viste massicce campagne di sensibilizzazione, appuntamenti, conferenze pubbliche. Nulla. Insomma se la scuola di Nemi fosse un’eccellenza a saperlo sarebbero soltanto gli stessi nemesi che la vedono colare a picco anno dopo anno.

Ivan Galea




Frascati, Mastrosanti su Acea: “La crisi idrica non deve finire nelle bollette dei cittadini”

FRASCATI (RM) – Il Primo cittadino di Frascati Roberto Mastrosanti è contrario a far pagare ai cittadini le forniture straordinarie della crisi idrica, come ha proposto il gestore del servizio idrico integrato Acea Ato2 nel corso dell’ultima Conferenza dei Sindaci, convocata dalla S.T.O. a Palazzo Valentini a Roma. Al punto 4 all’Ordine del Giorno, “Stato dell’arte relativo all’attuale Crisi idrica nell’ATO 2”;, si riportavano i dati della crisi idrica ed i costi connessi alla sua gestione, che il management di Acea intende riversare sulla bolletta dei cittadini.
«Nonostante questa Amministrazione sia arrivata a fine giugno, devo dare atto che con ACEA si sta instaurando un buon dialogo, anche dal punto di vista della pianificazione degli interventi e dei progetti di futuri investimenti – ha esordito il Sindaco Roberto Mastrosanti nel corso dell’intervento di Palazzo Valentini. Rilevo però che nel punto in questione si chiede che i costi di gestione delle autobotti finiscano tra i costi operativi e vengano reinseriti sulle bollette. A mio avviso questo non è accettabile. Se facciamo pagare in bolletta al cittadino anche il costo dell’autobotte, quando questo probabilmente è un costo eccezionale e straordinario, si aggiunge al danno la beffa, perché i cittadini di Frascati hanno sofferto non dei problemi connessi alla turnazione a causa della prolungata siccità, ma ai problemi dell’inefficienza della turnazione con molte famiglie rimaste per intere giornate senza acqua. È evidente – conclude il Sindaco Mastrosanti – che c’è un problema gestionale, che chiaramente è anche strutturale e che va affrontato».
Tutto quello che rappresenta un costo straordinario della gestione del servizio idrico, soprattutto le autobotti, è un costo connesso a delle inefficienze, ma anche ad un rischio d’impresa che il gestore dovrebbe farsi carico e che tra l’altro potrebbe ottenere un contributo dalla Regione o dallo Stato in quanto stato di calamità.  Per questo l’Amministrazione comunale di Frascati è contraria a considerare i costi delle autobotti di questa estate come operativi e quindi a farli pagare ai cittadini attraverso le bollette.




Nemi e le sue “perle”: terza nave, astronavi, pseudo ricorrenze e tanto altro

Caro Direttore
“Non sono più i tempi di una volta!”, direi, se volessi ritirarmi in una sorta di osservatorio per guardare dall’alto il “degrado” che avvolge e asfissia Nemi, proprio come le coltri di smog di Torino e di Pechino. Siamo arrivati al punto che ci mancano le certezze, come se tutti fossimo “analfabeti di ritorno”.
“Perché ?”, sicuramente mi dirai.

Tutti sapevamo, in forza dei retaggi storici, che le Navi Romane di imperiale memoria fossero due. E c’erano davvero in fondo allo “Specchio di Diana” quando la “Bonanima” fece prosciugare il lago e svelò un mistero che da millenni aleggiava sulla conca del Bosco Sacro a Diana e nell’immaginario collettivo degli studiosi e della opinione pubblica.
Di botto, ora, le Navi Imperiali sarebbero state tre (sic!). E si sono messi pure a cercarle! Barche, gommoni, ricercatori tronfi e gallonati hanno sondato il lago, quasi come avvenne a Lochness durante la spasmodica ricerca del buon mostro Nessie. Risultato: la terza nave non c’è, i pesci (poveri!) sono ancora incaz ……ti e, quel che è più grave, è che il beneamato Sindaco ha investito nella impresa un bel po’ di soldi pubblici.

Non basta! “Qualcuno” è sicuro che, in passato, durante uno dei tanti tentativi di individuare le Navi Imperiali in questione, un palombaro in immersione aveva, udite-udite, trovato resti, nientepopodimeno, che di una astronave! E su questa panzana ci hanno fatto pure un convegno! Fino a qui, passi. Ma vuoi vedere che pure in questo caso il nostro beneamato Sindaco finisce di investire qualche altro “soldo pubblico?” Vuoi vedere che ci ricasca? Vuoi vedere che qualche inclita mente, simile a quella dei nostri amministratori, dirà che quel reperto è solo l’antipasto dell’imminente disastroso ritorno sulla terra della stazione spaziale orbitante sfuggita al controllo degli scienziati cinesi? Ormai i cittadini si aspettano di tutto.

 

Ma ancora non basta! In questa congerie di eventi straordinari, concepiti da quelle inclite menti sopra citate, vi è stato spazio, da ultimo, per altre due perle.

PRIMA PERLA. L’illuminazione pubblica si è vestita a festa “come le brocche del biancospino”. Ma nessuno ha pensato che il sistema a “Led” ha spento l’anima romantica del Borgo, annegandolo in un riflesso pallido-spettrale, freddo come i vecchi “Neon” delle sale d’aspetto. “Ma così si risparmia!”, è stato balbettato dai responsabili dell’amministrazione.
Forse è vero che qualcosa si possa effettivamente risparmiare. Ma intanto non si è tenuto conto del notevole incremento dell’inquinamento luminoso e, soprattutto, della ricaduta negativa sulla salute umana.
Sembra proprio, infatti, che quella luce diafano-spettrale, pregiudichi, tra l’altro, la produzione della melatonina da parte del fisico umano.
Ma non era meglio risparmiare sui “bonus a pioggia” e su molte sconcertanti scelte ludiche che affliggono, durante l’anno, le tasche dei nemesi e la loro serenità.

SECONDA PERLA. Dalla nascita ci hanno detto che con la vittoria nella Prima Guerra mondiale l’Italia riconquistava i territori che la storia le aveva strappato e che con il QUATTRO NOVEMBRE si concludeva la stagione storica del Risorgimento. Eh si! Proprio il 4 Novembre 1918 e da allora la Patria ne ha festeggiato giustamente la ricorrenza con cortei e manifestazioni in onore dei caduti. Corone d’alloro e fanfare in onore di tanti sacrifici. Ebbene, perché, però, a Nemi il 4 Novembre si festeggia il 3 dello stesso mese, con tanto di solenni e pubblici annunci?.

Ma tu vedi che i nostri magnifici amministratori comunali dopo i tentativi di cavalcare la Storia (terza nave anche con astronave, ecc) ora pensano addirittura di cambiarne i connotati!
Lo sanno tutti, ed a prescindere da tutto, che ogni ricorrenza (altrimenti si chiamerebbe in altro modo) non possa che coincidere con la data dell’evento. NON SI PUO’, INFATTI, FESTEGGIARE E RICORDARE UN APPUNTAMENTO CON LA STORIA PRIMA CHE NE CADA IL COMPIMENTO ANNUO. Ma a Nemi non è così: 4 o 3 per qualcuno “PARI SONO”.

In proposito, qualche cittadino, parafrasando una famosa esternazione, ha sentenziato:
“ESSERE GOVERNATI DA QUESTI AMMINISTRATORI PUBBLICI NON E’ DIFFICILE… E’ ASSOLUTAMENTE INUTILE, CON L’AGGIUNTA DEL RISCHIO PERMANENTE DI DANNO”.

Virbio




Ciampino, buoni pasto comunali: segretario generale e dirigenti nel mirino dell’USB

CIAMPINO (RM) –  Omesso controllo, al Comune di Ciampino, su quella che è la distribuzione dei buoni pasto ai dirigenti e al segretario generale. Questa, in sintesi, l’ennesima denuncia dell’Unione Sindacale di Base – USB –  che evidenzia il mancato rispetto, da parte dell’amministrazione  comunale di Ciampino delle indicazioni di legge.

 

Alla base della denuncia sindacale l’ufficio trattamento economico del Comune di Ciampino avrebbe elargito per anni migliaia di buoni pasto ai dirigenti e al segretario generale senza verificare la loro effettiva presenza in servizio e l’interruzione della pausa per il pranzo, accogliendo solo quella che è stata definita come una “impropria dichiarazione che appare del tutto autoreferenziata.”
Ancora oggi, quindi, il Comune di Ciampino, secondo quanto riportato dall’Unione Sindacale di Base, non avrebbe documentato con le opportune timbrature degli orari di lavoro la effettiva permanenza in servizio, del segretario generale e dei dirigenti, per almeno 8 ore e la pausa pranzo di almeno mezzora, cosicché ognuno di loro ha usufruito di circa 20 buoni pasto al mese.

 

“Un comportamento insostenibile e vergognoso, che dura ormai da anni e decenni. – commentano dall’USB di Ciampino – Puntualmente disattese anche le ultime assicurazioni rese alla parte sindacale lo scorso 19 ottobre. – proseguono dall’USB Ciampino – Infatti la delegazione di parte pubblica (tutta autoreferenziata e composta dai dirigenti comunali e dunque pienamente coinvolti in questa vicenda) non ha fatto seguire nulla alle ampie dichiarazioni che riconoscono come innegabile l’obbligo di timbratura e le espresse indicazioni delle numerose sentenze e giudizi già formulati in argomento. E’ uno scandalo che va fermato immediatamente! Questa situazione rivela ancora una volta l’arroganza e la prepotenza dei dirigenti e del segretario generale e come l’amministrazione comunale – concludono dal sindacato – continui ad ammettere un comportamento scorretto e irriverente.”

Ciampino, buoni pasto comunali: l’USB denuncia disparità di trattamento tra dipendenti e dirigenti

 




Genzano, raccolta differenziata: raggiunto il 71,19%

GENZANO DI ROMA (RM) – Ad agosto 2017 la percentuale di rifiuti differenziati si è attestata al 72,86%, in aumento rispetto al dato registrato a luglio 70,28% e rispetto ad agosto dello scorso anno, quando la percentuale era pari al 71,19%. È quanto emerge dal report periodico elaborato sulla base dei dati inviati da Ambiente spa. Il dato positivo conferma l’impegno dell’Amministrazione nella gestione e nella promozione del servizio di raccolta differenziata ‘Porta a porta’.
“La percentuale di rifiuti differenziati raggiunta dimostra che la cittadinanza risponde in maniera positiva – ha commentato il sindaco Daniele Lorenzon –. Tutto questo si traduce in una città più pulita e decorosa”.
Alla sensibilizzazione della cittadinanza per il rispetto dell’ambiente si accompagna una presenza costante della Polizia locale, che opera una puntuale azione di controllo nei confronti di chi non rispetta le regole e si adopera insieme ai dipendenti comunali e alla ditta preposta per mantenere un’adeguata situazione igienico-sanitaria sul territorio.
Ricordiamo ai cittadini che il Comune di Genzano di Roma è attivo su ‘Decoro Urbano – WE DU!’, il social network che favorisce il dialogo tra i cittadini e le Pubbliche amministrazioni. Invitiamo chiunque sia desideroso di contribuire personalmente alla cura della nostra città di iscriversi al portale e inserire le proprie segnalazioni: un modo per agevolare la macchina amministrativa nel monitoraggio costante del territorio, ottimizzando la gestione degli interventi.



La Bella d’Italia, tappa romana: i Castelli Romani spopolano al concorso di bellezza

La fascia vincitrice della tappa romana di “La bella d’Italia delle Nevi” è stata aggiudicata da Melania Verde 17 anni, di Rocca di Papa (RM) e la fascia “Ragazza Prima Pagina” è stata conquistata da Giorgia Palla, 16 anni di Ciampino (RM). La fascia “Ragazza gambe Ok” a Giulia Testalepre, 16 anni, di Civita Castellana (VT). E infine, il riconoscimento “Ragazza gold hair” è andato a pari merito ad Andreea Chasovschi, 19 anni di Roma e a Katia Pasquali, 17 anni di Vetralla (VT). Una kermesse che ha visto bellezza, moda, musica e spettacolo sfilare in passerella con le ragazze e i ragazzi impegnati in una coreografia per sensibilizzare il pubblico e per dire “NO” alla violenza delle donne. Questi, in sintesi, gli ingredienti principali protagonisti della serata da poco conclusa al Porto Turistico di Ostia, sede della tappa regionale del concorso di bellezza “La Bella d’Italia delle Nevi”, con la direzione artistica di Laura Pudda.

 

Dopo il successo registrato nel periodo estivo nei diversi comuni del territorio laziale, la patron Pudda sta organizzando la sessione invernale, da ottobre a marzo, in diverse cittadine. Il concorso “La bella d’Italia” che da tati anni, precisamente dal 1983, seleziona volti nuovi, rappresenta per le ragazze aspiranti al concorso un ottimo trampolino per il lancio nel mondo della moda, della pubblicità e dello spettacolo. Con un padrino d’eccezione, il conduttore radio-televisivo Anthony Peth, l’evento inserito nel cartellone del Festival delle Arti “Porto Expò”, dedicato alle culture del nostro tempo, prodotta da Acca Edizioni e patrocinata dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma, con la direzione artistica del gallerista Roberto Sparaci, a visto sfilare decine di bellezze dell’hinterland laziale. L’evento condotto brillantemente da Serena Gray, attrice e presentatrice, ha avuto in apertura uno spazio dedicato a una coreografia per ricordare tristi episodi sulla violenza che ogni giorno le donne subiscono in Italia.

 

La Gray ha detto come sia fondamentale dire “Basta” e cambiare le cose è possibile, anche un concorso di bellezza può aiutare l’opinione pubblica, veicolando un messaggio efficace sul femminicidio. Il cantante Gianni Giacomini ha allietato la serata con alcuni brani di Renato Zero.

 

La giuria è stata composta da Simonetta D’Onofrio (giornalista), Silvio Rossi (giornalista), alla stilista Cinzia Maria Statuto. Sponsor della serata: Agelli & Co per il defilè uomo, Pagoda per aver vestito le modelle in gara nel quadro moda casual, Byas di Aldo Evangelista ai fotografi Daniele Anselmi e Valfredo Birugaglia, ad Elisabetta Viccica per il supporto tecnico, il parrucchiere e a tutto lo staff dell’Accademia di trucco professionale che hanno curato l’immagine delle ragazze. Presente anche il Patron Nazionale Alfonso Cariello, che ha omaggiato il pubblico della sua visita.

Simonetta D’Onofrio

Foto: Daniele Anselmi

 




Reato d’usura: il focus ad Ariccia con Imposimato e Cuttaia

ARICCIA (RM) – Si è tenuta oggi nella sala Maestra di Palazzo Chigi ad Ariccia una conferenza che presentava come tema di stretta attualità il reato d’usura.

Tra i relatori il professor Ferdinando Imposimato (magistrato, politico e avvocato, nonché presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione) e il prefetto Domenico Cuttaia (Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura).

 

Ferdinando Imposimato ha inquadrato il fenomeno dell’usura all’interno di un contesto criminale e soprattutto sociale. Con precisi richiami alla sua esperienza di magistrato, il professore ha utilizzato l’esempio di Domenico Balducci per far comprendere come si arriva ad un’accusa di usura ed estorsione, reati che sono spesso legati. È proprio durante il periodo dei processi alla Banda della Magliana che Imposimato registra un’imprecisione nella norma 644 del codice penale la quale disciplina il reato di usura. Tale legge, non tassativa, permette l’impunità di molti empi e il precario equilibrio nelle interpretazioni dei giudici. Il problema è lo Stato di bisogno che col vecchio Codice Rocco era elemento necessario per discutere di usura e che, oggi a seguito della legge 108 del 1996, come ha ricordato l’avvocato Sciamanna, diventa elemento accessorio. In pratica l’articolo ibidem configura la persona fisica dell’usuraio come colui che presta denaro facendosi promettere la restituzione con tassi d’interesse fuor di legge ma non indica la persona della vittima come colui che all’uopo di prestito diventa oggetto di tale tassazione e in seguito di estorsione. Bisogna infatti riferirsi a tutti quei casi in cui la vittima utilizza i soldi per finanziare traffici illegali e perciò vive fuori dallo Stato di Bisogno.

 

Il dibattito in seguito è uscito dai rigidi schemi tecnici e si è spostato sul canale economico e sociologico che è agli antipodi dell’usura. Con le indicazioni finanziarie del dottor Borbini, si è potuto comprendere che tutto inizia dalla crisi del 2001 negli USA, quando la Banca Centrale droga il mercato abbassando i tassi d’interesse incoraggiando i cittadini statunitensi ad una corsa alla compera del mattone. Si generano così debitori Prime (che restituiranno con certezza il mutuo) e Subprime (che non restituiranno il mutuo) ed il famoso Capital Ratios (un tesoro patrimoniale bancario). Nel 2006, dopo che le banche cartolarizzano i mutui subprime vendendoli ed allargandoli sul mercato, la bolla immobiliare scoppia ed i tassi di morosità impennano. Il 25% dei mutui non vengono restituiti. Al fallimento della manovra del Trickle down, segue il Credit Crunch per cui l’erogazione da parte delle banche viene bloccata. Si crea il fenomeno del sovra indebitamento che apre le porte all’usura.

 

Da questo punto prettamente economico si dirama la compagine sociale illustrata dalla sociologa Martiti. La dottoressa, rivolgendosi ai circa 40 studenti del liceo James Joyce, si è soffermata su tre punti indispensabili per comprendere e combattere l’usura: la sdrammatizzazione dei vizi che generano sovraindebitamento (alcool, droga, gioco d’azzardo); la consapevolezza e la coerenza delle proprie azioni ed infine la presa di responsabilità.

 

Per ultimi hanno parlato il dottor Morais e il prefetto Cuttaia, il primo per le istituzioni locali ed il secondo per il programma relativo al governo. Il responsabile dello sportello intercomunale antiusura e sovraindebitamento della città Metropolitana di Roma Capitale, descrive il suo lavoro svolto come volontario per aiutare le vittime di un fenomeno in crescita esponenziale nel nome della riservatezza e della privacy col solo e nobile fine di dare sostegno e senso di solidarietà a chi ne “ ha veramente bisogno”. Per quanto riguarda l’economicità di tali iniziative, è intervenuto Domenico Cuttaia che ha citato il Fondo di Prevenzione controllato dal Ministero di Economia e Finanza che devolve sostegno sotto forma di garanzie a tutti gli enti che si impegnano in tale progetto; ed il Fondo di Solidarietà che si avvale della legge 108/96 che prevede la confisca dei beni dell’usuraio e di un tesoro di 25 milioni in dieci mesi concretamente utili alle vittime titolari di attività commerciali dopo il processo. Insomma il tema dell’usura è stato affrontato in maniera organica e chiara davanti ad una platea attenta che ha compreso l’importanza della denuncia e degli sportelli di sostegno. Come effige dell’impegno umano delle istituzioni le lacrime dell’assessore Carla Gozzi che ha lavorato con UNICEF e che si intende di catene di fratellanza per sconfiggere un fenomeno sociale e criminoso che riguarda l’intera comunità.

Gianpaolo Plini




Genzano, mensa scolastica: vermi nelle pietanze dei bambini. Il sindaco sollecita la Asl

GENZANO (RM) – Resta alta l’attenzione dell’Amministrazione comunale di Genzano a seguito del ritrovamento di vermi nella pasta dei piccoli alunni della scuola De Amicis. L’episodio, avvenuto giovedì 12 ottobre, è stato comunicato informalmente il giorno stesso dalla scuola, a cui è stato chiesto l’inoltro formale di una segnalazione in forma scritta – pervenuta l’indomani – in modo da poter mettere subito in atto le dovute procedure del caso. Una volta appresa la notizia, dal Comune sono state attivate tutte le misure di propria competenza contattando la ditta di ristorazione per le opportune delucidazioni e richiedendo alla Asl un’ispezione sanitaria per la verifica della qualità degli alimenti e il controllo dell’igiene.

 

“Va ricordato – dichiara attraverso una nota Daniele Lorenzon sindaco di Genzano – che non è stato consegnato a questa Amministrazione un campione del pasto da poter mandare immediatamente al laboratorio per le analisi. La mensa scolastica – prosege il primo cittadino – è per noi un servizio fondamentale. Non abbiamo alcuna intenzione di minimizzare l’accaduto e ci siamo riservati di adottare ogni tipo di provvedimento per tutelare la salute dei nostri cittadini più piccoli”.

Si apprende inoltre, dalla nota del primo cittadino della città dell’infiorata, che la ditta di ristorazione ha recapitato i risultati delle analisi svolte da un laboratorio specializzato, dove si evince che “dai rapporti di prova non solo non emergono anomalie di carattere microbiologico, ma è esclusa anche la presenza di infestanti. È da precisare in ogni caso che i rapporti di prova sono relativi ad un campione di prodotti rappresentativo. Non possiamo escludere, pertanto, che vi siano stati dei legumi con corpi estranei, considerata la loro produzione con metodi dell’agricoltura biologica”.

 

Per il sindaco di Genzano si tratta di risultati insoddisfacenti. “Per far luce su un episodio tanto grave – ha aggiunto Lorenzon – abbiamo bisogno di risposte certe che solo la ASL può fornirci; abbiamo richiesto formalmente di effettuare un’ispezione il giorno stesso dell’accaduto e soltanto l’altro ieri l’azienda sanitaria ci ha informato di non avere ancora la pratica sul tavolo: non siamo disposti a restare inermi, i genitori meritano risposte concrete. Per questo motivo sto sollecitando personalmente l’azienda sanitaria”.

Riguardo la convocazione di una riunione con la commissione Mensa, di cui fanno parte l’amministrazione comunale di Genzano, docenti e rappresentanti dei genitori, il primo cittadino ha spiegato che “non abbiamo ancora potuto convocare la commissione Mensa per un confronto perché formalmente il dirigente scolastico non ha ancora nominato i componenti; confido che nel prossimo Consiglio di Istituto, che dovrebbe riunirsi nel giro di pochi giorni, venga inserita la questione come primo punto all’ordine del giorno”.

Il sindaco ha infine sottolineato che “il servizio mensa non è stato sospeso perché non si ravvisa l’ipotesi di rischio contagio. Non c’è dubbio che si tratti di un episodio isolato, ma resta da capire come dei vermi siano finiti nei piatti dei bambini e cosa non abbia funzionato nella catena dei controlli”.




Frascati, contrasto alla criminalità: in manette tre persone

FRASCATI (RM) – I Carabinieri della Stazione di Frascati e del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Frascati, nelle ore serali e notturne dei giorni scorsi, hanno effettuato un vasto e mirato servizio di controllo del territorio finalizzato al contrasto dei reati predatori e dello spaccio di sostanze stupefacenti nel centro del capoluogo Castellano.

Durante le operazioni, i militari hanno arrestato due ragazzi, un 18enne italiano e un cittadino romeno di 17 anni, per tentato furto in abitazione in concorso, resistenza a P.U. e lesioni personali. I giovani, dopo aver forzato una finestra di un’abitazione in via Vermicino di Frascati, sono stati sorpresi dai Carabinieri intervenuti grazie a una segnalazione giunta al NUE “112”. Nella circostanza, i malviventi hanno tentato di darsi alla fuga a piedi, ma sono stati raggiunti e bloccati dagli uomini dell’Arma.

E’ stato arrestato anche un 66enne romano, residente a Frascati, con precedenti e già sottoposto agli arresti domiciliari, in esecuzione di un’ordinanza di aggravamento emessa dal Tribunale di Velletri a seguito delle reiterate violazioni agli obblighi imposti dall’Autorità Giudiziaria accertate, nel tempo, dai Carabinieri.

Per gli arrestati maggiorenni si sono aperte le porte di Regina Coeli e del carcere di Velletri mentre il 17enne è stato accompagnato nel Centro di Prima Accoglienza di via Virginia Agnelli.

I Carabinieri hanno, inoltre, denunciato a piede libero 2 uomini, un cittadino marocchino di 29 anni e un 32enne romano, per porto di armi e/o oggetti atti ad offendere. I militari, durante un posto di controllo effettuato in via Fermi, hanno scoperto nell’abitacolo dell’auto su cui stavano viaggiando, una mazza da baseball e due fionde. Il 29enne è stato trovato anche in possesso di una dose di hashish, motivo per cui è stato segnalato in qualità di assuntore all’Ufficio Territoriale del Governo.

Altri 4 ragazzi sono stati segnalati all’U.T.G. come assuntori di droghe dopo essere stati sorpresi con modiche quantità di droghe. Nell’occorso i militari hanno scovato 4 grammi di hashish nascosti in un fessura ricavata in un muro del “Parco dell’Ombrellino”.

Tutta la droga rinvenuta è stata sequestrata.