Cotral, scontro a distanza tra autisti e dirigenza

È scontro a distanza tra gli autisti e la dirigenza della Cotral, dopo che quest’ultimi sono stati sorpresi nel banchettare nella splendida cornice del Castello di Santa Severa, frazione balneare di Santa Marinella, a margine della presentazione del Piano Industriale 2019-2021, svoltasi nella mattinata di oggi, 14 giugno. Alla presenza del Presidente e del Consiglio di Amministrazione, dei Quadri, dei Capoufficio e Coordinatori, almeno stando a quanto trapelato.

Piano Industriale approvato lo scorso 7 giugno dall’Assemblea dei Soci: “Cotral entra nel futuro – recitava il comunicato stampa di quel giorno -, si compie un passo significativo verso standard europei dei livelli di servizio: se la realizzazione dei progetti del precedente Piano industriale ha consentito di risanare la società, con oltre centoquaranta milioni di euro di investimenti, il nuovo darà a Cotral stabilità industriale e una nuova flotta con un’età media dei mezzi all’altezza degli standard continentali.  Inoltre i progetti fondamentali del nuovo Piano – si legge nella nota – mirano all’incremento ulteriore dei ricavi dalla vendita dei titoli di viaggio, anche attraverso l’acquisizione di nuova clientela del servizio di trasporto extraurbano”. E che prevede investimenti per 140 milioni di euro, dei quali circa 40 milioni per gli impianti e l’information technology e oltre 100 per l’acquisto di nuovi 480 autobus.

Ma sono bastati pochi minuti, il tempo di visionare le
immagini scattate per scatenare la reazione delle Organizzazioni Sindacali e dei
conducenti. “Oggi, al castello di Santa Severa, Cotral ha organizzato un buffet
in occasione dell’esposizione ai quadri del Piano Industriale 2019-2021: per
quanto ci riguarda, c’è ben poco da festeggiare. Invece di sottolineare la
centralità dei suoi dipendenti – scrivono Cgil,
Cisl e UIL -, che con i loro sacrifici hanno fatto chiudere i conti
dell’azienda con 30 milioni di utile, Cotral ha elaborato un piano ‘lacrime e
sangue’ per i lavoratori. A nostro avviso, il Piano prevede numerosi elementi
peggiorativi rispetto al passato”.  “Senza vergogna – commenta un autista – ve lo
voglio dire dal profondo del cuore, a dispetto di noi poveri lavoratori che
ogni giorno giriamo la ciambella senza aria condizionata”.  “Boni a fare i fenomeni – rimbecca un altro –
col c…. degli autisti”.

C’è poi chi ha ricordato l’aggressione avvenuta sabato sera,
8 giugno, sulla tratta Colleferro-Velletri,
nella quale è rimasto vittima un autista, reo soltanto di aver invitato tre
giovani, sprovvisti del titolo di viaggio, a scendere dal mezzo. Che, per tutta
risposta, gli hanno riservato una scarica di calci e di pugni, assestati con
inaudita violenza.

Un argomento, quest’ultimo, che accende a sua volta un’altra
miccia. “L’abbattimento dell’evasione tariffaria – spiega Renzo Coppini Segretario Regionale SLM Fast Confsal – è importante
ma le condizioni e la sicurezza dei lavoratori devono essere garantite. Per la
complessità del servizio erogato non riteniamo possibile effettuare tali
operazioni sulle corse a carattere urbano o con specifiche particolarità
stagionali, contraddistinte da alta densità di passeggeri e da condizioni di
viabilità difficoltose dove l’operatore deve agevolare la discesa/salita e dei
passeggeri. Le norme comportamentali volute da Cotral esasperano le condizioni
di lavoro, mettono a repentaglio la sicurezza dei dipendenti, generando
disservizi e lamentele che si traducono in continue aggressioni verbali e
fisiche”. E sulle immagini riferite a Santa Severa aggiunge: “ai funerali di Angelo S., amico, collega e compagno di
tante battaglie, stroncato a 54 da un male incurabile, non c’era nessuno in
rappresentanza dell’Azienda, né un Coordinatore, un Quadro, un Dirigente.
Nessuno. Un uomo, un dipendente che ha dato tanto alla sua Azienda, la sentiva
sua come tutti noi”.

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Borgorose, viaggia a tutta velocità in pieno centro e travolge un uomo del posto: arrestato dai carabinieri

BORGOROSE (RI) – Investito in pieno centro da un’automobile che sopraggiunge a forte velocità. E’ successo la notte del 5 giugno a Corvaro una frazione di Borgorose in provincia di Rieti mentre una famiglia passeggiava lungo la via Marsicana, un veicolo arrivava a forte velocità centrando in pieno il 43enne S.F. – imprenditore di Torano, noto e stimato ristoratore – che ora a causa delle molteplici fratture riportate, è ricoverato in gravissime condizioni nel reparto rianimazione dell’ospedale di Avezzano.

L’auto condotta da un 26enne del posto D.L.G., marciava, come appurato dai primi rilievi effettuati dai carabinieri a forte velocità, in direzione del centro del paese in un tratto rettilineo comunemente frequentato da pedoni, non accorgendosi della famiglia che transitava sul lato sinistro e nello stesso senso di marcia, travolgendo in pieno l’uomo e sfiorando il resto del nucleo familiare.

Sul posto sono intervenuti immediatamente i Carabinieri delle Stazioni di Borgorose e Pescorocchiano che hanno subito fermato il conducente del veicolo. Dai primi accertamenti, è risultato che lo stesso, poco prima si sarebbe intrattenuto con dei suoi amici in un vicino bar a bere alcolici; condotto presso l’Ospedale di Rieti per ulteriori accertamenti, lo stesso oltre ad essere risultato positivo all’alcool, risultava altresì’ aver assunto sostanze stupefacenti del tipo “cocaina”.

Al termine dei rilievi stradali e ricostruita compiutamente la dinamica degli eventi, D. L. G. è stato arrestato e posto in regime di Arresti Domiciliari presso la propria abitazione a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Lo stesso dovrà rispondere del reato previsto dall’art. 590 bis del Codice Penale “Lesioni stradali gravissime” e di quelli previsti dagli artt. 186 e 187 del Codice della Strada in quanto viaggiava alla guida di autovettura dopo aver fatto uso di sostanze alcooliche e stupefacenti.




Amatrice, tra gnocchi ricci, mercatino dei fiori e artigianato torna la festa della Primavera

AMATRICE (RI) – Torna la festa della Primavera ad Amatrice, l’appuntamento con la Sagra degli Gnocchi Ricci, il mercatino di fiori ed artigianato. L’organizzazione, a cura della Pro Loco di Amatrice con la collaborazione del Comune di Amatrice, prevede il 25 aprile presso il parcheggio ex area ANPAS (in località Villa San Cipriano di Amatrice) a partire dalle ore 10,00 il mercatino con l’esposizione di fiori, piante ed artigianato.

Dalle ore 11,00 ci si potrà cimentare
nella preparazione degli Gnocchi Ricci di Amatrice con il laboratorio, sempre a cura della Pro Loco.

Rigorosamente preparati a mano uno ad uno dalle casalinghe del luogo, con i
semplici ingredienti della tradizione locale (uova, farina ed acqua), gli Gnocchi Ricci possono venire giustamente considerati il piatto più antico della
tradizione amatriciana.

Alle 13,00 inizierà la degustazione
degli Gnocchi Ricci, accompagnata come sempre dal classico menù primaverile che
ogni anno contiene alcune tipiche specialità amatriciane.

Per l’occasione, è prevista un’area provvista di tavoli e posti a
sedere coperti, in modo da rendere ancor più ospitale la manifestazione.

“Primaverissima –spiega il
Presidente della Pro Loco di Amatrice Adriana
Franconi
– è una manifestazione a portata di famiglia, si può girare tra il
mercatino ed i due centri commerciali di Amatrice per poi pranzare all’aperto;
un appuntamento ad Amatrice tra natura, arte e gastronomia”.




Rieti, schiume nel fosso Renaro: dal M5s chiedono l’intervento immediato dell’Arpa

RIETI – Sostanze presumibilmente inquinanti con formazione di schiume nel Fosso Ranaro a Rieti. Questo quanto segnalato dall’attivista del M5s Benito Rosati insieme alla capogruppo della Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati Ilaria Fontana.

“Abbiamo chiesto ad Arpa Rieti di intervenire tempestivamente per effettuare le analisi delle acque superficiali. – Dichiarano Rosati e Fontana in una nota comune – Non è il primo caso – proseguono – di sversamento in quel canale, che passa per aree industriali prima di congiungersi col fiume Velino: per questo motivo è nostro interesse sapere anche quali analisi sono state fatte in passato per fenomeni simili nel medesimo corso d’acqua. Già avevo fatto un accesso agli atti personalmente a luglio per quanto riguarda il depuratore di Campo Saino di fronte all’ex Viscosa, adesso siamo ancora più determinati di prima ad approfondire la questione che riguarda gli sversamenti nel Fosso Ranaro, vicino Villa Reatina. Proteggere il nostro Oro Blu, – concludono – il bene più prezioso che abbiamo a Rieti, è un dovere quotidiano”.




Federlazio, tra le imprese di Rieti regna l’incertezza

Il tempo passa, siamo alla fine del terzo mese del 2019, la ripresa, la risalita ecc. rimangono solo dei ripetuti slogan senza senso. La situazione economica del Paese rimane un enorme punto interrogativo. La consueta Indagine Congiunturale sullo stato di salute delle Pmi della provincia di Rieti, presentata da Federlazio parla da sola: il saldo di opinioni sull’andamento degli ordinativi ricevuti dal mercato nazionale arretra notevolmente rispetto al semestre precedente, tornando oltretutto ad un saldo negativo: da +3 a – 5,6. Sono in ogni caso positive le previsioni per la prima metà dell’anno in corso (+5,4). Anche gli ordinativi dal mercato UE subiscono una brusca contrazione con il saldo di opinioni che passa da 0 a -6,3. Ottimistiche anche in questo caso le previsioni sul prossimo semestre (saldo uguale a zero). Positivo invece il saldo registrato sul mercato Extra UE (da +12,5 a +17,4), ma con delle previsioni meno rosee sul prossimo semestre: +1,5. Per quanto riguarda il fatturato dal mercato nazionale, rimane pressoché invariato rispetto allo scorso semestre e ancora di segno negativo (da -5,8 a -5,6). Positive le previsioni sul secondo semestre con un saldo di +4,6. Buono il fatturato derivante dal mercato UE che passa da +0,5 a +8,1, ma con una previsione sul secondo semestre estremamente negativa: -16. Sale anche il saldo Extra UE (da 0 a +11,3), ma anche in questo caso le previsioni sul prossimo futuro non sono ottimistiche (+1,4). Sale leggermente il dato del saldo sulla produzione (da -3,7 a +0,5). Anche in questo caso, però, le previsioni sul prossimo semestre non sono positive (-3,3). Subisce un forte calo il dato sugli investimenti: solo il 28,2% delle imprese intervistate ha dichiarato di averne effettuati nel secondo semestre 2018 (era il 44,2% nel semestre precedente). Anche le prospettive future confermano questo trend tendente al pessimismo (16,7%). Il dato sull’occupazione delle imprese reatine mostra un aumento rispetto al precedente semestre (da +7,8 a +16,2), sicuramente aiutato dalla “onda lunga” dell’ottimismo registrato nella scorsa rilevazione. Anche in questo caso, però, tornano negative le aspettative di assunzioni sul prossimo semestre: +2,7. Il questionario della nostra indagine da due anni affronta il tema dello sviluppo delle risorse umane e degli investimenti in formazione. In particolare si è voluto verificare se le imprese di Rieti e provincia hanno usufruito delle opportunità di finanziamento rappresentate dai fondi interprofessionali e degli altri fondi pubblici. Federlazio, proprio da un paio di anni, ha iniziato una massiccia campagna rivolta alla conoscenza e all’utilizzo tra le imprese dei Fondi Interprofessionali. Le interviste svolte negli scorsi semestri ci hanno mostrato che il lavoro che stiamo facendo sta portando buoni frutti. Nel primo semestre 2018 la percentuale di imprese che ha fatto utilizzo di questi Fondi è passata dal 6 al 7,8% (rispetto al II semestre 2017). Nel secondo semestre 2018 questa percentuale è salita all’11,4%. C’è ancora molto da fare, ma il segnale è decisamente positivo e dimostra la forte ricettività in questo senso da parte delle aziende reatine. Dal 2017 sono state introdotte nel questionario alcune domande relative alla presenza sui mercati esteri. Dalle risposte emerge che la maggior parte delle imprese di Rieti (84%) non è internazionalizzata, un valore in aumento rispetto allo scorso semestre (68,1%). Questo perché, di contro, è diminuita molto la percentuale di imprese che invece ha dichiarato di essere significativamente (7,7%) e moderatamente (8,3%) internazionalizzata. Tra i motivi per i quali l’azienda non opera sui mercati internazionali, la maggior parte (64,4%) risponde “perché la struttura aziendale non è attrezzata per affrontare i mercati esteri”, un valore in deciso aumento rispetto allo scorso semestre (45,5%). Segue “perchè il mercato nazionale assorbe completamente la produzione” con il 30,6% e “le opportunità sono inferiori ai costi” (5%).




M5S, Taranto, Roma, Genzano, Anguillara. Cosa succede? E’ il partito che non va o alcune persone che ne fanno parte?

Un partito che sembra accartocciarsi su se stesso con molte
alzate di testa e molti dissidenti nonostante tanti “nonostante”. Nonostante la
buona volontà. Nonostante le regole e i codici etici che in alcuni casi
esistono solo sulla carta e che non tollerano personaggi che si sono macchiati
di condanne. Nonostante a volte capitano personaggi che cercano di colmare l’inesperienza
con l’arroganza. Nonostante si sostituiscano slogan come trasparenza e
partecipazione con chiusura e decisionismo in capo a una sola persona o una
coppietta sparuta in cerca di relazioni extraconiugali.

È colpa del MoVimento Cinque Stelle o di un mucchietto di improvvisati che ci sono finiti dentro?

Possibile che dei valori universalmente condivisibili come l’onestà e la trasparenza oggi, finiscano per essere ridicolizzati da alcuni soggettoni che prendono letteralmente per i fondelli le Comunità che si sono affidate a rappresentanti inadeguati che dall’oggi al domani si sono ritrovati a fare i sindaci.

Da chiromanti a sindaci, appena usciti dall’adolescenza…

Sindaci che appena hanno appoggiato le loro natiche sullo scranno ci si sono incollati come molluschi sordi ed egocentrici i quali senza un briciolo di considerazione e d’amor proprio sopportano di essere derisi e non amati e non si dimettono. Troppo bello comandare.  

A Taranto il Movimento Cinque Stelle non ha più portavoce in Consiglio comunale

Rita Corvace, subentrata a Francesco Nevoli che si era dimesso il 12 febbraio scorso, si è dichiarata indipendente e ha aderito al Gruppo Misto. Sempre al Gruppo Misto aveva aderito l’11 settembre 2018 l’altro consigliere eletto del M5S, Massimo Battista, operaio del siderurgico. La motivazione è sempre la stessa: il dissenso sulle scelte politiche del Movimento che in campagna elettorale aveva promesso la chiusura dell’Ilva. Rita Corvace nel suo intervento in Consiglio comunale ha attaccato apertamente il Movimento, reo, a suo dire, “di aver tradito non solo la città di Taranto, avendo promesso la chiusura programmata delle fonti inquinanti e la riconversione del territorio ionico, ma anche tutto il Sud dell’Italia”. Poi la critica all’alleanza con la Lega di Matteo Salvini che la consigliera ha definito “partito razzista e xenofobo”.

A Genzano la maggioranza Cinque Stelle ha definito l’attuale sindaco Daniele Lorenzon uno “Schettino qualunque”

A Genzano la maggioranza Cinque Stelle ha definito l’attuale
sindaco Daniele Lorenzon uno “Schettino qualunque” che anziché affrontare i
problemi in casa propria è partito per il Giappone a promuovere l’Infiorata che
forse quest’anno neppure vivrà più in veste di primo cittadino. I motivi?
Sempre gli stessi: “La giovane età – hanno dichiarato i consiglieri Cinque
Stelle che si sono dimessi in massa – la totale inesperienza e la mancanza di
vere competenze professionali sarebbero potute essere colmate dall’entusiasmo,
dalla forza e dalle qualità di un gruppo che si è sempre posto al suo fianco
per offrire sostegno, idee, progetti e totale abnegazione. Invece, sin
dall’insediamento, il sindaco si è isolato dal gruppo del quale era espressione
e dai cittadini che avevano riposto in lui la fiducia, spendendosi nella
costruzione di strutture organizzative e modalità che avevano il solo fine di
operare autonomamente e al di là di quelli che erano gli indirizzi politici e
le aspettative della cittadinanza. In particolare, gli ex consiglieri
evidenziano che a tre anni dalle elezioni risultano disattesi i principali
punti del programma elettorale, primi fra tutti il coinvolgimento dei cittadini
e delle associazioni del territorio nelle decisioni strategiche e di forte
impatto”.

È il partito che non va o alcune persone che ne fanno parte?

Torniamo dunque a riformulare la domanda? È il partito che non và o alcune persone che ne fanno parte? Chi scrive è convinto che la seconda opzione sia quella più accreditata. Però, a questo punto, dovrebbe sollevarsi dai Cinque Stelle un sussulto di umiltà ed una disincantata e schietta confessione: noi non siamo diversi da tanti altri partiti che al loro interno hanno corrotti e condannati. Poi chi sia meglio o peggio lo decidono i lettori. Forse l’unica  che rimane ai Cinque Stelle per distinguersi dagli altri partiti di vecchio stampo è buttare fuori immediatamente le mele marce cosa che altri che non hanno fatto.

Anguillara Sabazia: sindaca condannata e consigliere indagato

Ad Anguillara Sabazia purtroppo non è stato fatto. L’attuale sindaca Sabrina Anselmo non ha dichiarato in fase di candidatura a sindaco di avere una condanna a un anno di reclusione, pena patteggiata e dichiarata estinta per indulto, per aver denunciato “falsamente” lo smarrimento di tre assegni incolpando del reato di ricettazione tre persone sapendole innocenti. I Cinque Stelle si sono limitati a pubblicare una nota di “avvio procedimento disciplinare” di cui poi non si è saputo più nulla. Dov’è l’intransigenza che oggi sbandierano ai quattro venti Raggi e Di Maio facendo ben intravedere le tonzille?

Ma non è tutto. Il consigliere di maggioranza di Anselmo, Massimo Pierdomenico, il quale è solito vederlo spesso in giro con la sindaca, è indagato per abuso edilizio e nei suoi confronti è stata anche emessa relativa ordinanza di rimessa in pristino dello stato dei luoghi. Insomma una bella ciurma! Roba da maestri nel predicare bene e razzolare male. Chi non si ricorda quanto si è sbracciata la sindaca Anselmo in campagna elettorale facendosi bandiera, tra l’altro di una grande lotta (a parole): l’acqua avrebbe dovuto restare pubblica! Alla faccia del bircabonato di sodio direbbe il grande Totò! Sabrina Anselmo oggi è stato l’unico aministratore della storia di Anguillara Sabazia ad avere dato segni di cedimento sul fronte acqua, deliberando l’intenzione di passare ad Acea (costretta? Ma quando mai!).

Laddove dilaga l’incompetenza germoglia velocemente anche l’arroganza e la presunzione

Ce ne sarebbero tante da dire, promesse su promesse che non sono state mantenute e poi, dulcis sin fundo, tanta inesperienza che sta collezionando errori su errori e guai su guai… per fortuna che ci sono sentinelle vigili che ogni tanto gli danno qualche schiaffone metaforico e gli aprono gli occhi su tante vicende che hanno come comun denominatore i soldi pubblici. Laddove dilaga l’incompetenza germoglia velocemente anche l’arroganza e la presunzione.

Arrestato per corruzione il presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito

E che dire delle ultime notizie che tengono banco in queste
ore.  Il pentastellato Marcello De Vito, Presidente
della assemblea capitolina, è stato arrestato per corruzione nell’ambito della
inchiesta della Procura sul nuovo stadio della Roma.  Di Maio ci ha messo pochissimi minuti a
dichiarare pubblicamente che De Vito è fuori dal partito. È il partito che non
va o alcune persone che ne fanno parte? E’ ora di tornare tra gli esseri umani
e fare mea culpa delle proprie debolezze. Tutti sbagliano, nessuno escluso.
Neppure i Cinque Stelle che in quest’ultimi tempi cadono giù come meteore.  




Amatrice, dopo 3 anni dal sisma è ancora emergenza. Palombini: “Tempi biblici per le procedure”

AMATRICE (RI) – A distanza di due anni e mezzo dal sisma dell’agosto 2016, L’Osservatore d’Italia è tornato ad Amatrice.

Sulla strada si riconoscono ancora le rovine di decine di ristoranti ed hotel costretti alla chiusura

Il video servizio su Amatrice trasmesso a Officina Stampa del 21/02/2019

La giornata è soleggiata e gli abitanti ne traggono nuova energia per affrontare un altro giorno di attesa per una ricostruzione che non è ancora partita. Solo pochi giorni fa, Amatrice e le 69 frazioni sono state colpite da esose nevicate che hanno costretto la popolazione ad avvicinarsi a Roma.

L’intervista a Maria storica commerciante di Amatrice

L’intervista di Gianpaolo Plini per L’Osservatore d’Italia

La proprietaria di “Maria Sport”, un negozio di abbigliamento che sorge all’interno del Centro Commerciale il Triangolo, racconta come “le scorse settimane le temperature sono scese sotto i -20 c° distruggendoci fisicamente e mentalmente: si blocca tutto, dalle attività commerciali allo smistamento delle macerie: ci si sente soli”.

L’intervista a Filippo Palombini sindaco di Amatrice

L’intervista di Gianpaolo Plini per L’Osservatore d’Italia

Il sindaco Palombini, ingegnere sismico, spiega che il problema sono i detriti e le macerie che bloccano la ricostruzione. La Regione è deputata allo smistamento delle macerie mentre il comune si occupa solo delle ordinanze per quegli immobili pericolosi che vanno abbattuti. Mentre la rimozione dei detriti è bloccata al centro storico, dove hanno perso la vita molte persone, per disposto della procura. Idem per le 103 chiese dell’area, le quali sono sotto osservazione da parte del MIBAC.

Il secondo passaggio sarà quello della microzonazione sismica che i tecnici svolgeranno verso gli inizi di giugno. Ad oggi i cittadini che detenevano la residenza in una casa dichiarata modulo E vivono all’interno delle SAE (soluzioni abitative di emergenza) che sono 1900 nel cratere e 500 ad Amatrice. Si è discusso spesso della loro efficienza e, a due anni e mezzo dal sisma, si può affermare tranquillamente che non risultano essere adatte. Dalle testimonianze istituzionali e non che siamo stati in grado di raccogliere, è evidente che le SAE non rappresentano una sicurezza per i cittadini delle aree terremotate. Sono più che soventi i problemi legati all’umidità che alza i pavimenti o fora i soffitti non avendo i tetti a spiovente. La domanda è come mai vengono utilizzate a quelle latitudini? Le soluzioni abitative sono state acquistate prima del terremoto non tenendo conto che le strutture vanno adattate all’ambiente circostante (una casa al mare non può essere identica ad una casa in montagna). In molti ora risiedono entro i confini della zona franca urbana e perciò sono esentati dal pagamento delle imposte. In realtà la condizione è più complessa e presenta dei risvolti che suscitano molti interrogativi. L’emolumento dell’Enel, per esempio, è sospeso (lo paga il comune) fino al termine del 2019 quando i cittadini aretini dovranno pagare anche gli arretrati che, nel frattempo, si saranno cumulati in 2 o 3 mila euro. Una proposta più consona sarebbe stata quella di rimborsare interamente e senza nulla pretendere le tariffe delle bollette calcolando il consumo medio. Qualora qualcuno oltrepassasse la media indicata, allora paga l’ammontare in eccedenza.

Una questione urgente è il popolamento delle zone colpite dal sisma

È preoccupante analizzare il numero di abitanti rimasti e la loro età media. I giovani non hanno scelta: o partecipano alla rimozione delle macerie con tutti i danni psicologici che ne derivano oppure fanno i bagagli e vanno via. Bisogna ripartire dalle case modulo B, quelle con danni non troppo ingenti, che dalla prossima primavera dovrebbero cominciare ad essere ristrutturate. L’ex sindaco di Amatrice, il consigliere regionale Pirozzi è riuscito a far approvare una legge sul terremoto e la prevenzione che, con rischi di incostituzionalità, permette “ai proprietari delle seconde case dichiarate inagibili di installare, anche sul terreno non di proprietà, fino alla completa ristrutturazione dell’immobile, una o più strutture abitative temporanee e amovibili”.

Il sindaco Palombini utilizza parole forti nei confronti del terzo commissario alla ricostruzione Farabollini, professore all’università di Camerino, che “non ha capito dove sta, sbagliando totalmente approccio e quindi: o questo ruolo non è giusto per lui oppure non l’ha capito”.
Il 14 gennaio scorso, il primo cittadino ha accolto il sottosegretario alle aree terremotate Vito Crimi. Sono tre i punti principali dell’analisi del tavolo tecnico. Il primo riguarda lo sblocco dei finanziamenti, 2,3 miliardi nel 2017 fino a un miliardo e mezzo nel 2019, che però non sono spendibili a causa delle procedure bibliche, farraginose e non adatte ad una situazione di estrema emergenza. Il secondo, quello del rinnovo dei contratti a termine dei dipendenti comunali è stato licenziato in ritardo dalla Finanziaria mentre ancora nessuna notizia per i contratti dei segretari. Il terzo punto riguarda il PASS (Presidio assistenza Socio-Sanitaria): il sindaco ha ottenuto un’automedica e un’ambulanza con la permanenza stabile di un medico. Ma il ruolo che svolgono è solamente quello di trasferimento del malato all’ospedale di Rieti. Per lo storico ospedale Grifoni si stanno ancora svolgendo le gare per gli appalti.

È pleonastico che il grimaldello per la rinascita delle aree colpite dall’ondata sismica è lo sviluppo del turismo. Bisogna ricostruire gli alberghi, ristrutturare le seconde case per combattere l’abbandono del territorio soprattutto da parte dei giovani e dare, così, impulso al commercio che ora sembra quasi al limite della sopravvivenza.




Rieti, furti in appartamento: presa banda di georgiani

 La Polizia di Stato ha ulteriormente rafforzato l’attività di prevenzione e repressione dei reati predatori, con particolare riguardo ai furti in appartamento, allo spaccio di sostanze stupefacenti ed 
all’ommigrazione clandestina, attraverso mirati servizi di controllo del territorio programmati dal Questore di Rieti Dott. Antonio Mannoni, con l’impiego degli equipaggi della Squadra Volante e delle 
pattuglie della 
Squadra Mobile.

Tali servizi, nella mattinata di venerdì scorso, hanno permesso agli investigatori della Squadra Mobile di arrestare tre cittadini georgiani con precedenti di polizia per furti in abitazione: G.R. del 1975, T.N. del 
1980 e T.Z. del 1989, sorpresi in flagranza di reato mentre cercavano di depredare un appartamento nel quartiere reatino di Molino della Salce.

L’operazione della Polizia di Stato scaturisce dall’analisi dei furti commessi nel capoluogo, analisi che si basa sul cosidetto sistema di georeferenziazione dei reati, un sistema informatico alimentato 
in tempo 
reale da input concernenti la tipologia di reati – le modalità e luoghi di commissione, recepiti da denunce, interventi delle forze di polizia e segnalazioni dei cittadini. 

Gli Agenti della Squadra Mobile, grazie allo studio dei risultati forniti della georeferenziazione dei reati, già da diversi giorni erano sulle tracce di alcuni stranieri che le evidenze investigative effettuate 
indicavano come probabili autori di numerosi furti commessi negli ultimi mesi in determinate vie del capoluogo reatino.

Dopo numerosi appostamenti e pedinamenti gli Agenti della Questura di Rieti hanno individuato due uomini che si introducevano all’interno di una palazzina nel quartiere di Molino della Salce e li hanno così 
immediatamente bloccati mentre, con degli arnesi professionali, stavano forzando la porta di un appartamento.

I due malviventi, immediatamente arrestati nella flagranza di reato, sono stati identificati per i cittadini georgiani: G.R., colpito da un decreto di espulsione emesso dal Prefetto di Roma nel dicembre del 2018,  e 
T.N., entrato in Italia dopo essere transitato dalla frontiera Schengen dell’Austria lo scorso dicembre; entrambi erano in possesso di numerosi arnesi professionali da scasso, con i quali riuscivano agevolmente 

forzare le serrature delle porte di ingresso degli appartamenti, e di alcune piastrine di metallo utilizzate per isolare i sensori dei sistemi di allarme.

Gli Agenti della Polizia di Stato hanno inoltre individuato un terzo uomo, identificato per il cittadino georgiano T.Z., sprovvisto di titoli di soggiorno, appostato nei pressi ed immediatamente bloccato dagli Agenti 
di una Volante, che a bordo di una autovettura con targa straniera fungeva da “palo” e stava cercando di contattare con il cellulare i suoi complici per informarli della presenza della Polizia. 
Nell’auto custodiva 
altri arnesi atti allo scasso e guanti in lattice utilizzati per non lasciare impronte digitali.

Gli investigatori ritengono che i tre, senza fissa dimora in Italia, pendolari del crimine, gravati da numerosi precedenti per furto in abitazione, siano i responsabili di gran parte dei furti in appartamento 
commessi a Rieti negli ultimi mesi ed al riguardo è in corso un mirata attività d’indagine volta a raccogliere le prove necessarie.

Gli approfondimenti investigativi effettuati nelle banche dati delle Forze di Polizia, con il riscontro delle impronte digitali AFIS, hanno anche evidenziato che  uno dei tre arrestati,T.N., era già noto alle Forze 
dell’Ordine con l’alias di I.A., nato in Lituania nel 1980, nominativo fornito in occasione del suo arresto operato sempre dalla Polizia di Stato in occasione di una rapina commessa a Roma nel 2011 e per 
la quale la 
Corte di Appello di Roma aveva emesso un ordine di cattura per l’espiazione di una pena di anni 1, mesi 2 e giorni 21. Gli Agenti della Questura di Rieti, al momento dell’arresto, hanno quindi eseguito 
anche l’ 
ordine di cattura.

L’individuazione dei tre giorgiani ed il loro arresto, che si aggiunge all’individuazione e alla denuncia di altri due georgiani sorpresi nei giorni scorsi dagli Agenti della Volante e della Squadra 
Mobile della 
Questura di Rieti mentre stavano tentando di introdursi in un altro appartamento reatino, costituisce un risultato operativo di rilievo poiché è stato neutralizzata l’attività di  malviventi 
“pendolari” dediti al 
furto seriale nelle abitazioni reatine.

I tre georgiani arrestati sono stati accompagnati presso la Casa Circondariale di Rieti, a disposizione della locale Autorità Giudiziaria davanti alla quale dovranno rispondere del reato di tentato furto aggravato, 
mentre uno di essi, T.N., dovrà anche scontare la pena comminatagli dalla Corte di Appello di Roma per la rapina commessa nella capitale nel 2011.




Rieti, furto aggravato e riciclaggio: 9 arresti per l’operazione “Bobcat”

Nella notte di lunedì 21 gennaio 2019, nei comuni di Roma, Colonna (RM), San Cesareo (RM), Mentana (RM), Pomezia (RM) e Cervia (RA), più di 50 uomini del Comando Provinciale Carabinieri di Rieti e delle Compagnie Carabinieri di Roma Casilina, Frascati, Palestrina, Monterotondo, Pomezia e Cervia hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare,
emessa dal G.I.P. del Tribunale di Rieti, nei confronti di 9 persone ritenute responsabili dei reati di furto aggravato e riciclaggio. La complessa attività di indagine, convenzionalmente denominata “BOBCAT”, è stata avviata dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Rieti e da quelli del NOR – Sezione Operativa della Compagnia di Rieti nel gennaio del 2017, a seguito del furto di un camion con rimorchio, di un bobcat e di tre escavatori di grosse dimensioni avvenuto presso la ditta “CA.LGEA COSTRUZIONI SRL” di Rieti, per un valore complessivo di circa 150 mila euro. I militari dell’Arma, al termine di più di un anno di indagine diretta dal sostituto Procuratore della
Repubblica di Rieti dott. Rocco Gustavo MARUOTTI, condotta attraverso l’utilizzo strumenti di natura tecnica, ma soprattutto attraverso i cosiddetti “metodi tradizionali” quali l’esecuzione di numerosi servizi di osservazione effettuati nella zona est di Roma e in Provincia di Macerata, Ancona e Perugia, sono riusciti a sgominare una banda composta da nove soggetti, di cui sette italiani e due rumeni, tutti con precedenti specifici di polizia, dedita al furto di mezzi d’opera di grosse dimensioni che poi venivano rivenduti all’estero, riuscendo altresì a delinearne il “modus operandi” seguito dalla stessa, caratterizzato da estrema organizzazione e professionalità.

Si appurava infatti che i malviventi, dopo aver individuato i possibili obiettivi, posti anche a centinaia di chilometri dalle loro abituali residenze e rappresentati da escavatori, mini pale, bobcat e trattori agricoli di grosse dimensioni presenti in ditte edili e agricole poste nelle provincie di Rieti, Roma, Latina, Macerata, Ancona, L’Aquila e Ravenna, organizzavano una serie di sopralluoghi al fine di verificare la presenza “in loco” di eventuali pericoli quali telecamere di video sorveglianza, vigilanza privata o abituali posti di controllo delle Forze dell’Ordine.

Una volta stabilito che “il colpo era sicuro”, una squadra composta da sei/sette malviventi partiva alla volta dell’obiettivo, generalmente a bordo di due autovetture ed un camion “puliti” perché intestati a prestanome.

Giunti sul posto, due dei malviventi si facevano lasciare in prossimità del cantiere edile o dell’azienda agricola presso il quale vi era il mezzo d’opera da asportare e, penetrati al suo interno, dapprima rendevano inefficaci i sistemi di localizzazione GPS presenti sui vari mezzi tramite l’utilizzo di un
JAMMER e poi manomettevano la centralina degli stessi per metterli in moto, il tutto mentre gli altri componenti la banda, a bordo delle loro autovetture, effettuavano una vigilanza discreta sulla zona, segnalando eventuali pericoli rappresentati anche da semplici veicoli in transito. Preparato così il mezzo, veniva fatto avvicinare il camion a bordo del quale questo veniva caricato e portato via: tutta l’operazione non durava mai più di 45/50 minuti.

Durante il viaggio di ritorno, i malviventi erano soliti organizzare una vera e propria “staffetta” per segnalare la presenza di pattuglie delle Forze dell’ordine lungo il tragitto: ecco quindi che il camion con a bordo la refurtiva veniva fatto precedere da una delle due autovetture, mentre l’altra lo seguiva a debita distanza per intervenire in caso di necessità.

Una volta al sicuro, entrava in scena un ottavo complice il quale si occupava di contraffare tutti i segni distintivi presenti sullo mezzo asportato, alterandone le etichette presenti o applicandone di nuove, esatta riproduzione di quelle originarie, nonché elaborando nuovi documenti cartacei completamente falsi attestanti la proprietà della macchina. A questo punto, il mezzo rubato risultava ad un controllo in Banca Dati del tutto “pulito” e quindi poteva tranquillamente essere portato all’estero per essere poi rivenduto: di questo si occupava un nono complice che ne organizzava il trasporto attraverso camion che partivano appositamente dalla Romania per venire a prendere la refurtiva, certi del fatto che, anche se fermati dalle Forze dell’Ordine, non avrebbero corso alcun rischio. Grazie alle indagini esperite, è stato accertato che i malviventi tratti in arresto oggi, dal mese di gennaio a quello di ottobre 2017, hanno rubato ben 21 mezzi d’opera, per un valore complessivo vicino al milione di euro, gran parte del quale non assicurato: di questi, sette mezzi, per un valore complessivo pari a 420 mila euro, sono stati però recuperati e restituiti ai legittimi proprietari al termine di specifici servizi organizzati dai militari dell’Arma che hanno portato al fermo di PG di due autisti di camion a bordo dei quali si trovavano i mezzi asportati, all’arresto in flagranza di altri 4 componenti la banda e all’esecuzione nei loro confronti di ulteriori tre ordinanze di custodia cautelare in carcere.

Durante le perquisizioni domiciliari della notte appena trascorsa venivano trovati, nella disponibilità di due degli arrestati, rispettivamente un bobcat avente marca FAI risultato oggetto di furto in Fano addirittura nel luglio
1991, nonché due radio ricetrasmittenti marca Motorola risultate asportate da un canile nel mese scorso: tale refurtiva veniva posta sotto sequestro in attesa di essere restituita ai legittimi proprietari, Al termine delle formalità di rito, sette dei nove ricercati sono stati rintracciati e arrestati: quattro
sono stati condotti presso la Casa circondariale “Regina Coeli” di Roma, uno presso la Casa circondariale di Velletri e infine altri due sono stati sottoposti agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni. Viceversa sono ancora in corso accertamenti per rintracciare altri due componenti la banda i quali al momento non sono presenti sul territorio nazionale.




Grave incidente stradale nel Reatino: 4 morti sulla via Salaria

POGGIO MOIANO – È di quattro morti il bilancio del grave incidente stradale avvenuto intorno alle 16 di oggi in località Ponte Buita (Rieti), sulla Salaria per Roma. Sulla consolare al momento si registrano pesanti rallentamenti con il traffico deviato, sia verso Rieti sia verso Roma, all’altezza del bivio di Poggio Moiano. Sul luogo dell’incidente stanno operando i Vigili del fuoco di Rieti e diversi equipaggi della Polstrada.

Si tratta di uno scontro frontale. Una delle due auto coinvolte avrebbe invaso la corsia opposta, forse a causa dell’asfalto reso viscido dalle precipitazioni delle ultime ore. L’incidente è avvenuto in uno dei tratti più pericolosi della Salaria per Roma, al chilometro 60 tra Poggio San Lorenzo e Ponte Buita, dove già in passato si erano verificati incidenti gravi. Oltre le 4 vittime finora accertate ci sarebbe anche un ferito grave.




Amatrice, il sindaco: “Il commissario deve avere poteri speciali come a Genova” [Intervista]

AMATRICE (RI) – L’Osservatore d’Italia, a distanza di un anno dal reportage nella zona rossa colpita dal terremoto del 2016, è tornato ad Amatrice per incontrare Filippo Palombini, neo sindaco dal 4 maggio scorso, che dopo aver raccolto l’eredità di “un grande sindaco” come Sergio Pirozzi, alza la voce sulle modalità delle misure da prendere per la zona terremotata dal sisma del 24 agosto 2016. Palombini si dice “indignato” dalle solite e sterili passerelle di politici. Le comunità del cratere necessitano di “progetti a più ampio respiro”.

Sindaco Palombini, prima di tutto, come sta Amatrice?

Posso essere molto sintetico? Male. È un momento di grande disagio, di incertezza sul futuro perché la vita precaria non fornisce certezze. È questa la situazione attuale.

Lei il 24 agosto scorso, giorno in cui tutti abbiamo riportato la mente ed il cuore al terribile sisma, ha detto che quello era il momento peggiore per gli abitanti di Amatrice che si rendevano conto che ci vuole molto tempo per tornare alla normalità.

Vivere precariamente, senza un progetto per il futuro, è quanto di peggio possa esserci per una comunità che ha bisogno di risposte.

Con una nota divulgata il 22 settembre, lei si diceva indignato per lo stato di immobilismo a cui è ridotta la politica nei confronti dei vostri bisogni. Nel nostro reportage dello scorso anno abbiamo riportato l’indignazione nei confronti delle solite passarelle di politici. Ma non pensa che il messaggio della prima visita del premier Conte sia sinonimo di vicinanza e cosa chiedete riguardo il commissario alla ricostruzione?

Sì, la visita del premier Conte è stata sicuramente gradita e importante come segno di vicinanza, però sono passati ormai 5 mesi, sono troppi. Non vedo decisione nell’affrontare un tema che è di fondamentale importanza.

Proprio per il commissariato alla ricostruzione si fa il nome di Pirozzi nell’area leghista mentre i grillini cercano un nome nella Regione Marche, che ne pensa?

Non credo sia importante discutere del nome quanto del ruolo. A Genova sono stati dati poteri speciali, il Commissario deve avere potere speciali. 

Qual è la sua considerazione riguardo la norma sulle seconde case approvata dalla Regione e pensa anche lei, come l’ex sindaco Pirozzi, che dovrebbe essere diminuito il numero di comuni del cratere?

Sicuramente, dal primo giorno di questa vicenda che ci ha colpito, diciamo che tutti i comuni nei quali la ricostruzione deve partire dalle strutture e dalle infrastrutture sono diversi da quelli che hanno avuto danni di altro tipo. Sulle seconde case, va concordata la applicabilità della legge con il Ministero dei Beni Culturali innanzitutto. Poi ritengo che possa aiutare qualcuno ma che non risolva il problema. Abbiamo bisogno di progetti di più ampio respiro per tornare ad abitare questi luoghi.

Gianpaolo Plini