Rocca Priora, elezioni: intervista a 360°a Milco Rufini

Milco Rufini, classe 1974, sposato, papà di Sofia. Architetto, attualmente nella direzione regionale ambiente della Regione Lazio e candidato sindaco di Rocca Priora con la lista Verdi, Bianchi, Rossi.
Ci incontriamo in Largo Pallotti a Rocca Priora e poi seguo il suo consiglio: saliamo su nella parte alta del paese fino a giungere a due passi dalla “sergiata” (spero si scriva così, non me ne vogliano i roccaprioresi) al bar di sua mamma; un angoletto davvero delizioso dove lo accolgono i sorrisi e gli abbracci di molti cittadine e cittadini di Rocca Priora.
Milco mi sorprendono davvero questi attestati di affetto nei tuoi confronti.
Si imbarazza un po’ (diventa rosso, non lo nascondo) ed allora vado giù dritto: ma chi te l’ha fatto fare a buttarti di nuovo in politica?
La militanza affonda agli anni della mia gioventù. Ho iniziato come attivista nei Verdi fino a giungere oggi ad Alleanza Verdi e Sinistra dove sono nell’esecutivo regionale di cui è portavoce Filiberto Zaratti, mio concittadino. Ho lavorato sin da subito nella politica nello staff di Filiberto quando divenne, sotto la presidenza Marrazzo, assessore regionale all’Ambiente.
Quindi ti sei fatto davvero le ossa sul campo?
Si! Anche perché sono un architetto e mi occupo di pianificazione ambientale e paesaggistica nello specifico della Pianificazione delle Aree protette ed in una regione con il 25% del territorio ricoperto da aree naturali il mio impegno, il mio lavoro diventa determinante nelle azioni di governo. Quando nella regione Lazio, sotto la presidenza di Nicola Zingaretti, si è notevolmente aumentato il numero dei piani delle aree protette il mio compito è stato quello di fare sintesi tra le necessità di salvaguardia ambientale e di salvaguardia delle richieste dei cittadini in ambito urbanistico. In questo modo siamo passati da 2 piani delle aree protette ad oltre 10.
Beh con questa tua risposta mi hai anticipato una delle domande che mi ero preparato prima di venire qui da te: come si può coniugare la salvaguardia ambientale con lo sviluppo economico ed abitativo della realtà di Rocca Priora?
Io ritengo che Rocca Priora debba diventare la città dell’ambiente e degli Sport: necessita di una sua identità. Mi spiego meglio: declinando le sue caratteristiche principali che sono appunto l’ambiente, la qualità della vita, la cultura e gli sport questo può diventare il volano per una rinascita dell’economia. Quello che critico maggiormente alla classe politica che ha guidato Rocca Priora negli ultimi anni è che non hanno mai cercato di dare una identità precisa al paese. Vedo scelte nei paesi vicini che hanno trovato un qualcosa di peculiare e riconducibile al loro territorio: magari puntando all’enogastronomia con prodotti tipici, vedi Ariccia e la porchetta, Frascati che ha la sua identità, oltre che con le ville ed il vino, con un dolce tipico la cosiddetta “pupa frascatana” con tre seni. Rocca Priora che potrebbe averne a decine di specifiche, ad oggi, non ha nulla che la caratterizzi e la identifichi.
Valorizzando l’ecoturismo ambientale ed il turismo sportivo si può crescere economicamente e socialmente. Ti faccio un esempio diretto: a Rocca Priora ci sono moltissimi sentieri ma non esiste una mappa che li divulghi e li faccia conoscere e, soprattutto, non vi è nessuna struttura recettiva tale da far rimanere in paese i fruitori di queste meraviglie che la natura ci offre.

Torniamo alla politica roccapriorese. Il 6 aprile scrivevi: “Ora è il tempo del coraggio e le cittadine e i cittadini hanno una grande opportunità: cambiare il volto di Rocca Priora e liberarsi di quella politica che non pensa al bene comune.” era il post per l’apertura dei Comitati Elettorali per Anna Gentili Sindaca. Cosa è successo dopo quel giorno?
Ti faccio una premessa; ho cercato di ricostruire una coalizione partendo da quella esperienza politica che ci aveva visto governare insieme. Come gruppo siamo rimasti sempre al fianco di Anna Gentili. Ma ad dato punto c’è stata una divergenza nei contenuti politici e delle persone che li dovessero incarnare, interpretare. Questi veti che poi hanno portato alla rottura probabilmente erano veti sui contenuti e, di conseguenza, non vi era più la coesione della base programmatica che poi dovrebbe portare al governo della città. Noi abbiamo una visione che resta la tutela del capitale naturale del nostro paese che è l’unico volano per la sua rinascita non ti nascondo (si sente comunque dal tono dimesso delle sue parole) che da parte mia e del mio gruppo c’è stata una profonda amarezza nel dover poi compiere questa scelta di rottura perché era ampia la possibilità di vincere e governare insieme.
Sempre sulla tua pagina facebook ho letto un pensiero: “Noi abbiamo rispetto per tutte e tutti coloro che non la pensano come noi ma non partecipiamo a liste che esprimono persone di destra”. Sei una persona estremamente liberale ed attenta alle diversità. Non pensi, concretamente, che questo possa allontanare da te possibili elettori che ti stimano anche se sono di pensiero politico diverso?
Ovviamente si! Ma vedi la lista che esprime come candidato sindaco Claudio Fatelli non ha una identità politica è un progetto che nasce esclusivamente per governare e la stessa lista di Anna Gentili sembra modellata sullo stesso progetto, un “surrogato”. Avere costruito una lista ecologista e progressista mantiene un’anima politica ben chiara e riconosciuta e di conseguenza, con il mio gruppo, non ce la siamo sentita di fare un, passami il termine, “patto con il diavolo”.
È un rischio che corro ma lo faccio sulla base di quella che è la mia coerenza politica che, da sempre, manifesto e tutelo. Resta sempre un fatto, comunque, ho una educazione che mi porta ad ascoltare comunque sempre tutte le persone che incontro e conosco e mi prendo l’impegno di risolvere le loro problematiche.
Ti faccio un esempio concreto: la valle Latina oggi è un luogo che manca di spazi di aggregazione e un luogo che va ricollegato al centro del paese; per il nostro gruppo inammissibile una coesione con chi, di quella località, non ha avuto mai un interesse di riportargli un livello di qualità della vita degno di tale nome.
Poi, tornando alla tua domanda, io declino tutto con quello che è il mio pensiero ecologista e progressista.

Ora nell’ascoltare la tua risposta, consentimelo, ho pensato che non ti riferissi espressamente alle “persone di destra” ma a quella ideologia che potrebbero incarnare. Mi sbaglio?
Hai centrato la questione; è questo il tema. Costruire una casa, una piazza, un parco non è né di destra né di sinistra è un qualcosa che va fatto fermo restando quella che è la mia vocazione ecologista e progressista. Te la faccio diretta: se la vuoi costruire la cuccia del cane, animale che io adoro, laddove non si può costruire … mi spiace ma non te la faccio costruire (sorride serio)
Ti faccio un’altra osservazione che in apparenza può sembrare slegata al discorso ma capirai al termine dove voglio arrivare; rincorrere sempre i finanziamenti per costruire un qualcosa da poter dire “l’abbiamo fatto” a nostro avviso rischia di diventare inutile e dannoso. Se io costruisco una scuola, ad esempio, e poi non ci sono servizi che la collegano, strutture che la raccordino, etc, non faccio un bene alla collettività. Manca la prospettiva politica e la politica stessa. È solo un correre dietro ai finanziamenti senza nessuna programmazione. Io ho un programma di governo che nasce proprio da una visione di città coniugata dentro il mio ambito politico ecologista e progressista. E qui ti anticipo io: se avessi la bacchetta magica …
E no … quella domanda spetta a me (stavolta sono io a sorridere)
Ho studiato pure io, mica solo tu! (aggiunge sorridendo assieme a me) Quindi se avessi la bacchetta magica vorrei attuare il mio programma nella mia interezza perché è una scommessa e perché Rocca Priora rinascerà da questo.
Però mi riprendo la bacchetta magica. Siamo qui al bar Baldina, tua nonna, poco fa ho conosciuto tua mamma ma dietro le mie spalle c’è la strada dove tanti anni fa nacque mio papà Franco, quindi ci troviamo entrambi, consentimelo, a casa. Ed alla tua famiglia, alla tua casa che cosa vorresti regalare?
Guarda dal punto di vista della famiglia sono molto riservato, sui miei social parlo davvero raramente dei miei cari. Se proprio debbo vorrei che mia figlia crescesse in un mondo con una qualità della vita veramente migliore di come l’abbiamo trovata noi.

“Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di come l’avete lasciato”, chiudo questa intervista pensando a questo pensiero di Robert Baden- Powell che altro non è che la chiusura della chiacchierata con Milco Rufini.
Una mattinata serena passata con lui con alle spalle un parte importante della mia vita, la casa dove nacque mio padre: emozione pura.
Un grazie davvero immenso a Milco ed a sua mamma per l’eccellente caffè.




Monte Porzio Catone, elezioni: Massimo Pulcini presenta la sua squadra

Non lo nascondo: per fare questo “mestiere” anche la fortuna ha la sua importanza.
Ed è fondamentale quando, un giorno, arrivi a Monte Porzio Catone, fai le tue commissioni e … poi incontri per strada Massimo Pulcini con una nutrita parte della sua squadra intenti a fare campagna elettorale.
Beh! Vi sareste fatti sfuggire l’occasione di un’ intervista corale? Io no.
Dopo qualche tentennamento e, visto il caldo e la stanchezza, ci mettiamo seduti in un bar e da li iniziamo la chiacchierata.
Oltre Massimo Pulcini sono con me al tavolo il “colonnello” Massimo Cosmelli, Roberto Primavera, Giordano Riccardi, Federico Rossetti e, dulcis in fundo, Francesca Valdambrini.
Sindaco, allora con chi inizio? Chi se la sente di rispondere alla prima domanda?
Io – dice con estrema serenità Massimo Cosmelli, il decano del gruppo, l’anima del Cuore di Monte Porzio Catone e proprio da qui nasce la prima domanda.
Su questo progetto ti sei speso in prima persona. Il grande lavoro che hai messo in campo, oltre quello di mettere a disposizione per la città un quantitativo considerevole di defibrillatori, è stata la capacità di organizzare una formazione continua di donne ed uomini: un progetto davvero esemplare. Che bilancio tracci da questa esperienza?
Proprio in questi giorni ci è arrivata la comunicazione che Monte Porzio Catone è uno dei comuni più cardioprotetti d’Italia. Non è di sicuro un punto di arrivo ma è la soddisfazione di poter avere contributo ad una maggiore sicurezza per i monteporziani e da medico non posso che esserne felice.
E ti dirò di più
(e lo dice con la voce strozzata dall’emozione): sapere che, negli ultimi tempi, ben due persone grazie proprio alla presenza dei defibrillatori ed alla prontezza di persone formate al loro utilizzo hanno potuto raccontare serenamente questa, passami il termine, “brutta avventura” riempie il cuore di estrema gioia.
Parlando con amici e conoscenti ho saputo che nei giorni bui del Covid la tua voce, la tua presenza è stata davvero fondamentale per uscire fuori da uno dei momenti più tristi del nostro paese. Che cosa ti resta di quei giorni?
(emozione traspare ancora di più dal suo viso) Mi sono sentito utile. Può sembrare banale come risposta ma ancora oggi il grazie delle persone riesce a darmi forza.
Per molti sei il vero motore di questa squadra: dove trovi l’energia per andare avanti?
(sorride) Sono arrivato 30 anni fa a Monte Porzio Catone, mi sono innamorato di questo luogo ed ho scelto di viverci.
Ed è proprio questo amore la benzina che alimenta ogni mia azione. Non lo nascondo
, aggiunge con un briciolo di commozione, è Monte Porzio Catone stessa che mi da la forza di andare avanti.
Francesca (Francesca Valdambrini nds) sei stata oggetto di una forte campagna denigratoria. Personalmente trovo le offese “ad personam” poco edificanti in un confronto politico. C’è qualcosa che vuoi dire a riguardo?
Ho evitato in ogni modo di alimentare le polemiche. Questi attacchi, questa cattiveria, permettimi di chiamarla così, non ha fatto altro che darmi una ulteriore spinta ad andare avanti. Pensavano di farmi del male ma gli attestati di stima che ho ricevuto in quei giorni sono stati la risposta più vera alle accuse che mi venivano rivolte.
Cinque anni al timone dell’assessorato alla Cultura ed allo Spettacolo. 5 anni, fatta eccezione per la parentesi Covid, in cui Monte Porzio Catone è balzato agli onori della cronaca: festa delle Orchidee, il Carnevale, la nascita del Museo del Vino. Dove vuoi arrivare?
A fare ancora di più, dice con estrema forza. Come diceva prima Massimo (Massimo Cosmelli n.d.s.) questi cinque anni non sono il punto di arrivo ma lo sprone a fare ancora di più e ancora meglio per la nostra città, per i nostri cittadini.
Federico (Federico Rossetti n.d.s.) sei uno dei “nuovi acquisti” di questa squadra. Un professionista affermato nel tuo settore. Ma nessuno ti ha detto: chi te l’ha fatto fare?
Beh in molti, non lo nascondo ma la risposta è semplice: la “colpa” (sorride) è di Massimo Pulcini.
Mi spiego meglio: la sua forza, la sua energia mi hanno convinto a rompere gli indugi e a mettermi a disposizione di una squadra consolidata che, seppure tra mille e mille difficoltà, è riuscita in cinque anni ad uscire da un dissesto economico e a mettere in atto un’opera di riqualificazione dell’intero territorio.
Che valore aggiunto pensi di portare con la tua esperienza professionale?
Guarda io semplicemente mi metto a disposizione della mia città. Sono un monteporziano doc e quindi sento nell’animo di poter dare il mio personale contributo nella città in cui sono nato e vivo da sempre.
Giordano (Giordano Riccardi, consigliere comunale uscente nds) mi è capitato qualche giorno fa di vedere il video nel quale presentavi la tua candidatura. Mi ha profondamente colpito l’uso della parola futuro. Cosa intendi con tale affermazione?
Sappiamo bene come ci sia una forte disaffezione alla politica e questo troppe volte è determinato da situazioni in cui gli esempi che la politica stessa offre di certo non sono positivi.
Io, come tutta la squadra, vogliamo essere figure che possano essere viste come uno sprone ad andare avanti. Ci siamo messi ogni giorno, in questi cinque anni, all’ascolto delle esigenze di tutti, senza preclusione alcuna. Poter esssere lo stimolo, nei confronti degli altri carica certo di responsabilità ma nel contempo responsabilizza tutti alla partecipazione al benessere del proprio Paese.

Quindi vuoi dirmi che futuro per te è ricreare una fiducia verso le Istituzioni?
Certo che si. Dare l’esempio, metterci la faccia, sporcarsi le mani ma, ti ripeto, avere il coraggio di ascoltare ma soprattutto avere il coraggio di affrontare le questioni con determinazione e sorriso, elementi questa, che fanno di certo la differenza.
Roberto (Roberto Primavera n.d.s.) sei l’assessore ai Lavori Pubblici. Mi spieghi come sei riuscito, in una situazione di dissesto finanziario, a mettere in cantiere così tante opere per la tua città?
Hai detto bene: abbiamo affrontato un dissesto finanziario e ne siamo usciti. Ed in più, con una sinergia con uffici, Regione, Città Metropolitana, siamo riusciti a calamitare un grande quantitativo di risorse tali da poter realizzare una serie. Non è stato facile ma ci siamo messi con la determinazione e la voglia di fare. Ma soprattutto, ci tengo a dire, che fino ad ora quello che abbiamo messo in opera proviene davvero in minima parte dal PNRR.
Se io ti dico Museo del Vino, che mi rispondi?
(c’è emozione sul suo viso) Bella domanda! Sai sono stato per anni nella Banda di Monte Porzio Catone e quello spazio lo usavamo come deposito per il materiale della Festa della Banda. Poi leggo di un bando per la valorizzazione dei Luoghi della Cultura. Tu che avresti fatto? Io mi sono messo subito al lavoro con gli uffici ed ho cercato di far nascere dentro una struttura di proprietà del Comune di Monte Porzio Catone quel Museo del Vino che oggi, lo dico senza fronzoli, è un Valore Aggiunto per la nostra città.
Vuoi sapere una cosa che non ho detto mai a nessuno fino ad oggi? Qualcuno diceva che c’erano ancora i binari della linea del treno. Ho scavato con le mie mani alla ricerca.

Un novello Indiana Jones monteporziano?
(arrossisce ma poi sorride) E si! Qualcuno mi aveva detto che c’erano ma non li abbiamo trovati però posso dirti che ci saranno altre sorprese. Vogliamo valorizzare ogni elemento di questo nostro piccolo ma importante luogo di Cultura.

il sindaco Massimo Pulcini nei giorni di Orchidee dal Mondo 2024

Sindaco, tocca a te, non mi scappare (e nel frattempo sorride e mi guarda attento)
Ti faccio una domanda diretta e so che mi risponderai, prima di tutto, con il Cuore.
Che sensazione hai provato una volta indossata la fascia tricolore dovendoti per questi cinque anni confrontarti con un Dissesto Finanziario?

(il sorriso diventa serio ma poi, senza esitazione mi risponde) Ho scoperto e vissuto sentimenti contrastanti: la paura ed il coraggio, la sofferenza e la determinazione.
Ma uno ha alimentato l’altro e mi hanno consentito di mantenere una lucidità perché il mio ruolo, il mio impegno non poteva e non doveva farsi “afferrare” da sgomento, paure, dubbi.

Hai avuto paura?
(risponde immediatamente, senza indugi) Sarei uno sciocco a dirti di no. Ma ho evitato di trasmetterla perché dovevo essere io il Primo a crederci, il Primo a lottare, il Primo a poter gioire quando questo brutto momento sarebbe passato e sapevo che sarebbe passato in fretta.
Ho qui un “pezzo” della mia squadra ed oggi, glielo dico negli occhi: sono stati loro a darmi questa forza, questa energia, questa voglia di non mollare nemmeno un millimetro.
(i suoi occhi si fanno lucidi e questo è il senso vero della sua risposta)
L’emozione, non lo nascondo, contagia pure me perchè immagino la difficoltà di sedere su di un ruolo di responsabilità e dover, ogni istante, essere l’animo che da coraggio, l’animo che, seppure spaventato, non può darlo a vedere.
Cosa insegna, Sindaco, tutto ciò?
Una domanda con la quale dovrò convivere fino al 10 giugno, giorno in cui ci sarà il risultato delle elezioni.
Ti anticipo io, lo sai che durante le interviste ho i “bottoni” del comando.
Siamo all’11 giugno e sei stato confermato. Cosa ti senti di dire ai tuoi concittadini?

Di sicuro grazie e che hanno compreso il valore e la forza delle nostre scelte.
Hanno avuto una presa di coscienza ed il risultato è il riconoscimento del nostro lavoro.

Francesca, colonnello, Roberto, Giordano, Federico, faccio a voi una domanda corale: mi risponde chi se la sente. Quale è il miglior pregio ed il peggior difetto di Massimo Pulcini?
C’è un attimo di esitazione, Massimo Pulcini sorride divertito (non se lo sarebbe mai aspettato).
Io – anche stavolta risponde per primo e con forza il colonnello Cosmelli – all’inizio perdeva con facilità le staffe. Ma considerato che ho qualche “capello bianco” in più di esperienza, da padre, ho cercato di fargli capire la necessità di vivere questa situazione in serenità. Massimo (Massimo Pulcini nds) è uomo sanguigno, vive ogni situazione nel profondo dell’animo e quindi era normale che il suo carattere potesse scontarsi con una quotidianità alta di responsabilità e di questioni da affrontare ma debbo dire che è stato davvero superlativo nell’accettare i miei consigli. Oggi comprende la necessità di “respirare” profondamente e lasciare correre affrontando i problemi con la testa … e non lo nascondo un’eccellente testa.
Il pregio è facile: ha tenuto unita la squadra. Non credo ci sia altro da aggiungere.

Stavolta lascio a casa la bacchetta magica perché “la magia” l’ho letta negli occhi di queste persone di fronte a me che sono riuscite a fare squadra. L’hanno fatta nelle difficoltà ed, a mio avviso, è stato il collante vero di questa gruppo; il desiderio l’hanno fatto avverare in questo quinquennio.
Un grazie davvero immenso a Massimo Pulcini ed a tutta la sua squadra per la disponibilità




Ardea, Festa della Repubblica: Mostra Espositiva di cimeli dei Parà italiani

Con il patrocinio del Comune di Ardea, e la fattiva collaborazione dell’assessore alla cultura, dottoressa Barbara Assaiante, e l’organizzazione con la locale sezione d’Arma dei Paracadutisti d’Italia il 2 giugno, Festa della Repubblica, si svolgerà, presso la Sala Consiliare del Comune di Ardea, una Mostra espositiva di cimeli (uniformi, elmetti, paracaduti ed altro) utilizzati dai paracadutisti italiani dal 1939 ai primi anni ’90.
L’iniziativa avrà luogo in ricorrenza dell’80° anniversario della Battaglia di Ardea del 2/3 giugno 1944 che vide coinvolte due compagnie del Battaglione Nembo.

elmetto da paracadutista modello 1942

Nei due giorni di scontri dapprima la 6a compagnia, nella zona del Carroccetto, al comando del tenente De Santis, riuscì a prendere prigionieri i militari di una intera compagnia del 157° reggimento dell’esercito degli Stati Uniti d’America che si meravigliarono della capacità delle truppe italiane.
Il giorno dopo, la 7a compagnia, si sacrificò quasi al completo nel Fosso dell’Acqua Bona per riprendere una posizione abbandonata in precedenza culminando, in un combattimento corpo a corpo che consentì loro di riconquistare tale posizione.

Un esempio tangibile di come i militari italiani avessero ancora una capacità militare sopra le righe.
L’inaugurazione è prevista alle ore 12.00; a seguire, alle ore 17.00 si svolgerà una conferenza sul tema: i Paracadutisti Italiani – dalla Battaglia di Ardea alle prime Missioni di Pace – relatore il dottor Francesco Fagnani, scrittore, storico e giornalista.
L’iniziativa è recensita dall’organo on-line, Congedati Folgore, che riunisce i paracadutisti militari in congedo con informazioni relative alla vita militare ed ai passaggi di consegne dei Comandanti nelle realtà italiane e nei contesti operativi nel mondo. Un modo per essere sempre con il basco amaranto indossato.

divisa paracadutisti italiani impegnati nella missione ITALFOR – IBIS in Somalia 1992/93

La mostra di Ardea riconosce il sacrificio ai caduti in tempo di guerra e l’impegno dei paracadutisti d’Italia in tempo di pace nei contesti stranieri. Un impegno che onora il tricolore e gli italiani.
Questa è una mostra – spiega il dottor Emilio Scalise, coordinatore dei collezionisti espositori – che celebra un’Arma d’élite per il suo impegno, anche oltre confine, per la promozione della pace che oggi stenta ad essere universale, sia in ambito politico che religioso. La scelta del 2 giugno non è casuale e nell’80° anniversario degli eventi bellici del 1944 che sconvolsero il territorio laziale, il ricordo è perenne del dolore e morte di tanti giovani in uniforme tra i vincitori ed i vinti.




Rocca Priora, elezioni: Intervista a 360° a Rachele Zaratti

Rachele Zaratti, classe 1976, sposata, mamma di Edoardo e Lorenzo.
Una ragazza semplice ma nello stesso tempo dotata di una ricchezza d’animo che si scorge nei suoi occhi sempre sorridenti.
Logopedista, specializzata nei disturbi dell’apprendimento. Una carriera lavorativa sempre al massimo e che, in questa tornata amministrativa, è candidata al Consiglio Comunale con la lista Coraggio Rocca Priora per Anna Gentili sindaca.
Rachele hai un cognome importante per la storia di Rocca Priora ma al di là del cognome, nella tua famiglia, c’è stata una persona che, ancora oggi, molti roccaprioresi, e non solo, ricordano e serbano nel cuore: Don Vittorio Vinci, tuo zio.
Padre Pallottino, grande studioso, uomo di carità concreta ma ancora oggi esempio fulgido di umanità e di bene. Che la mando giù facile: che lezione ti ha lasciato?

(si emoziona a questi ricordo) Una lezione di vita. Zio Vittorio c’era sempre per tutti, donava se stesso come ricchezza agli altri.
Io, come tanti giovani, ho avuto la fortuna di partecipare ai suoi incontri, vere testimonianze della lezione di vita che zio Vittorio riusciva a donare agli altri ed abbiamo ancora la fortuna di avere copie registrate di questi incontri. Non lo nascondo: quando le ascolto chiudo gli occhi e zio e lì con me.
Ed in più lui mi ha fatto comprendere la fede nella vita, mi ha insegnato ad appropriarmi della vita ricercando i doni che essa offre ad ognuno di noi.
“Fare tesoro” ripeteva spesso; per Lui la parola diveniva azione concreta e la sua presenza è stata davvero una grande testimonianza di carità e di amore.

Quanto della lezione morale e di testimonianza di Don Vittorio Vinci può essere declinata in questa tua prima esperienza politica?
Non ho esitazione a risponderti: tutta le sue lezioni possono essere oggi esempio vivo di una Sana ed Etica Politica.
I valori sono alla base delle scelte e zio mi ha insegnato a coltivarli e a custodirli.
Chi come me prende un impegno nella politica deve mettere a disposizione della Comunità quei doni che la vita ci ha messo a disposizione. Fare politica è donare se stessi alla proprio Paese.

Quindi mi vuoi dire che il “do ut des” di latina memoria poco c’entra, a tuo avviso con la politica?
Certo la politica deve essere un semplice “do” non può e non deve avere un fine altrimenti non è più, come diceva Mario (Mario Spagnoli candidato con Rachele nella lista Coraggio Rocca Priora), “Arte Nobile” ma diventa un mero mercato di interessi.
E poi come dimenticare le lezioni di Zio Vittorio sulla solidarietà “non basta essere bravi” diceva “bisogna donare se stessi anche nelle difficoltà”. Credo che se zio oggi fosse qui sarebbe fiero di questa mia scelta … ma non te lo nascondo zio Vittorio continua a seguire ogni passo della mia vita.
Vedi Massimiliano, chi mi conosce sa che nella mia vita, ad un certo punto, ho rischiato di non esserci più. Ho capito allora la necessità di donarmi agli altri e il mio lavoro, di cui sono fiera, mi permette ogni giorno di incontrare situazione spesso difficili e se non avessi l’animo sereno e, soprattutto, non avessi questa voglia di vita, non te lo nascondo, sarebbe difficile.
La politica, tornando alla tua domanda, è un impegno finalizzato a fare il Bene, quello con la B maiscola.
Un Bene concreto, tangibile, spendibile e soprattutto capace di creare altro Bene.

Beh che dirti Rachele la tua visione è davvero illuminante ma sai bene quanto a me piaccia cercare sempre il “pelo nell’uovo”: ma non si rischia di cadere in un discorso utopistico?
Ti rispondo con una frase di Frida Kalo “Non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai”.
Sta qui la risposta alla tua, passami il termine, obiezione.
Vincere può portarci, molte volte a guadagni effimeri ma che poi svaniscono in un lampo.
Il non arrendersi, il voler sempre continuare a guardare l’alba che sorge chi carica non solo di energia, ma ci fa vincere ogni giorno, ogni istante, SEMPRE.
Arricchirsi di pochezza, scusami, ma non è nelle mie corde perché questo mi ha insegnato la mia famiglia ed i valori che essa rappresenta.
Io, ti ripeto, oggi mi sono messa a disposizione della mia città, dei miei concittadini. Mi sarei pentita amaramente se non l’avessi fatto e ringrazio ancora una volta Anna Gentili che, con la delicatezza che la caratterizza, è venuta a chiedermi la disponibilità di fare parte di questo progetto coraggio per Rocca Priora.
Non saremo sicuramente la migliore lista possibile ma esiste, Dio a parte, qualcosa di perfetto?

Quindi una scelta con stella polare il Bene, basta solo questo per governare?
(sorride divertita) Sarei una sciocca se ti rispondessi di si. Il Bene è il risultato che dobbiamo mettere a dimora. Bisogna compiere scelte che vadano proprio verso quell’indirizzo.
Sappiamo bene che un italiano su due non si reca alle urne. È stanco, è deluso, avrà le sue buone ragioni ma il problema maggiore resta solo uno: il cambiamento fa paura.
E quindi molte persone, magari stanche di una certa politica, evitano proprio di votare perché, a mio avviso, spaventate dal risultato che potrebbe manifestarsi.
Oggi, più di ieri, bisogna assumersi la responsabilità delle scelte, sia come singoli, sia come intera collettività.
Sai quale è il rischio, Massimiliano? Ci stiamo togliendo da soli la libertà di scegliere.
Non voglio trasformare questa nostra chiacchierata in un bignami di teologia ma ti ricordi cosa diede Dio all’uomo? Il libero arbitrio proprio per scegliere e nelle scelte c’è la libertà.
Rachele che dire ascolto le tue parole con estrema attenzione perché sono testimonianze vive della esistenza umana e ti ringrazio di questa forza che esce da questo tuo discorso.
Torniamo al tuo lavoro: sei un logopedista, abbastanza affermato (diventa rossa). Personalmente trovo riprovevole chi parla di disabilità, di disturbi, declinando al negativo situazioni che sono semplicemente diverse dalla chiamiamola “normalità”. Mi scoccia perchè faccio sempre il solito esempio: anche io sono un disabile, sono una frana bestiale in matematica. Passami questo, esempio; a tuo avviso non possibile cominciare a parlare di diverse abilità in modo da positivizzare queste situazione che sono già, per il mondo in cui viviamo, abbastanza negative?
Con me sfondi una porta aperta.
Nel mio lavoro ho imparato un equilibrio tra testa e cuore: mi spiego meglio.
Restare troppo legati all’oggettiva di un test o di una qualsiasi relazione toglie umanità alla persona che io esamino, che io sono debbo comprendere prima di tutto “leggendola” nell’animo e poi tutto il resto.
Guarda ad esempio le persone sensibile: sono mal viste in quanto hanno un diverso atteggiamento rispetto a talune situazioni. Ma non sarà proprio questo diverso atteggiamento un valore aggiunto per loro?
Mettersi in contatto con il nostro “IO Profondo” ci consente di leggere le persone e non ci interessano quelle che, comunemente si chiamano fragilità: io voglio leggere la persona restituendole quella dignità che le appartiene.
Qualcuno anni fa declino meglio le disabilità chiamandole “diverse abilità”. Abbiamo il dovere morale e professionale di farlo in ogni ambito di “apparente” fragilità.

Le mie interviste, lo sai perché mi ha confessato che mi segui con estrema attenzione si chiudono sempre con due domande ma prima bisogna impugnare la bacchetta magica:
che sogno vorresti che si realizzasse per te e per la tua famiglia e che sogno vorresti che si realizzasse per Rocca Priora?

(sorride divertita) Non mi ero preparata la risposta ma appena mi hai fatto la domanda mi è venuto in mente il sogno: quel sano equilibrio che vive la mia famiglia vorrei restasse sempre e vorrei regalarlo alla mia Rocca Priora.
Se ognuno di noi apprezzasse le piccole cose che la vita ci offre vivremmo in mondo sereno, sano ed equilibrato.
Oggi, purtroppo, violenza, prevaricazioni, menzogne la fanno da padrone. In cuor mio mi auguro davvero che quella forza di cambiare possa finalmente permeare nelle nostre vite.

Due grazie: il primo a Rachele perché è riuscita ad emozionarmi, il secondo alla zia Franca Vinci, cugina di don Vittorio e cugina anche del mio papà.
È stata Lei il gancio per questa intervista fatta il giorno del mio 53° compleanno soffiando su una meravigliosa crostata chiacchierando amorevolmente con Rachele.




Frascati: inaugurato il portale artistico del Santuario della Regina delle Scuole Pie

Ne avevamo già parlato nei giorni scorsi (www.osservatoreitalia.eu/frascati-al-via-la-settimana-calasanziana-al-santuario-della-regina-delle-scuole-pie/): in seno alla settimana Calasanziana presso il Santuario della Regina delle Scuole Pie è stato inaugurato, nel pronao della Chiesa, un magnifico portale artistico, in ferro e terracotta, opera del maestro frascatano Roberto Scardella.
La città si arricchisce di un’altra memorabile testimonianza del maestro: per la stessa Chiesa ha realizzato la splendida statua bronzea della Madonna posta in cima al campanile.
Abbiamo incontrato al termine della cerimonia di inaugurazione del portale il maestro Scardella al quale abbiamo rivolto alcune domande.

particolare centrale del portale con l’iscrizione latina “sinite parvulos venire ad me” (lasciate che i fanciulli vengano a me)

Maestro questo è il suo, mi passi il termine, ennesimo atto di testimonianza e di amore verso la sua città
Si, sono fiero ed orgoglioso delle mie origine e sapere di avere lasciato una testimonianza con la mia opera nella mia amatissima Frascati mi riempie il cuore di gioia.
Maestro nelle sue opere personalmente apprezzo moltissimo il segno tangibile del movimento.
C’è una ispirazione particolare che viene data alle sue opere?

Guardi coglie nel segno quella che è la mia formazione che potrà sembrare in antitesi: il Futurismo e Boccioni di certo hanno “formato” un’arte scultorea estremamente movimentata ma non dimentichiamoci il grande Lorenzo Bernini che nel celeberrimo baldacchino di San Pietro in Roma ci da questa elasticità in movimento che ancora oggi ha pochi eguali.
Un’ultima domanda: noto con estrema attenzione l’immagine di una conchiglia.
C’è un riprendere il cammino di Santiago di Compostela assieme all’apostolo Giacomo oppure vi è altro?

Un bella osservazione: ovviamente si, mi sono ispirato alla conchiglia che è il simbolo dell’apostolo Giacomo, il Maggiore. Ma ho voluto, più che altro, identificare il grembo materno nell’immagine di quell’ostrica che racchiude in sè la perla della vita.

il maestro Roberto Scardella al centro della foto assieme al presidente del Consiglio Comunale, Corrado Spagnoli, ed il consigliere comunale Emanuela Bruni

Un grande davvero immenso al maestro Roberto Scardella che continua a dare testimonianza delle molte eccellenze di cui è ricca la città di Frascati.




Frascati: approvato il rendiconto della gestione per l’esercizio 2023

Un Consiglio Comunale, quello di ieri 23 maggio, che inizia carico di commozione: il ricordo di Giovanni Falcone, di sua moglie, Francesca Morvillo, e degli uomini della scorta viene salutato dall’applauso dei presenti.
Ma c’è un altro momento pregno di emozioni nella sala del Consiglio Comunale: il presidente, Corrado Spagnoli, nel ricordare la figura del professor Raimondo del Nero, recentemente scomparso, storico della città e consigliere comunale, fa onorare, con un minuto di silenzio, la memoria dell’insegne cittadino di Frascati.
Poi la parola passa immediatamente all’assessore al Bilancio, Dario de Santis che illustra il rendiconto della gestione 2023 del Comune di Frascati.

C’è, da parte sua, dapprima una premessa doverosa nel “ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere questi obiettivi”.
Nelle parole dell’assessore De Santis trova ampio spazio un grazie sentito all’intera macchina amministrativa del Comune di Frascati che è stata capace di fare sintesi: “uno sforzo comune” sono le parole che vengono pronunciate.
Si parla con estrema attenzioni di “sacrifici”, di “impegni presi … salvaguardando con attenzione l’aspetto sociale”.
Un “lavoro alacre degli uffici” capaci di “correre dietro agli adempimenti”.
Un vero lavoro di squadra.
Un impegno preso sulla base di una programmazione di “disavanzi che sapevamo” ma che sono stati raggiunti e visibilmente migliorati pur mantenendo i piedi per terra.
“Non ci illuda la situazione” ripete attento e prudente ai consiglieri comunali presenti, oggi, nell’aula consigliare Falcone e Borsellino di Frascati dimostrando un atteggiamento prudente ma soprattutto concreto e necessario alla salvaguardia dei conti pubblici della città di Frascati.
Un volume ampio di accantonamenti prudenziali ma che, sempre stando alle serie parole dell’assessore, potrebbero “liberare risorse” per il bene della città.
Quello di oggi che si è tenuto in Consiglio Comunale, ripete più volte, è “un adempimento formale” già ampiamento discusso e snocciolato in sede di Commissione Bilancio nei giorni antecedenti l’assise odierna.
Precisi gli interventi delle opposizioni: Matteo Angelantoni parla di “discussione proattiva” e di “un’opposizione responsabile per il risanamento e la salvaguardia della città” e nel concludere, prima di allontanarsi dall’aula durante il voto, dichiara “restiamo vigili ed attenti”.
Marco Lonzi, anche lui prima di uscire dall’aula, ringrazia gli uffici e poi aggiunge “non vedo segnali chiari … il nostro ruolo è vigilare, daremo il nostro contributo per uscire fuori da questo dissesto”.
Ultimo a parlare, sempre per le opposizioni, è Gelindo Forlini che dichiara di uscire dall’aula.
Il capogruppo PD, Alessio Ducci, focalizza due punti: “un’azione coerente ed efficace” da parte dell’amministrazione ed il suo personale focus è “sull’indicatore delle tempestività dei pagamenti” giunto a “34 giorni medi” segno di un buon andamento della macchina amministrativa frascatana che sta utilizzando “cautele giuste, procedure giuste”.
Il voto favorevole della maggioranza conclude la discussione del punto e ne decreta poi l’immediata esecutività della delibera.
A fine consiglio abbiamo incontrato l’assessore Dario de Santis al quale abbiamo rivolto alcune domande.

L’assessore al bilancio, patrimonio e partecipate, dottor Dario De Santis

Assessore, il lavoro è stato impegnativo ma si stanno raggiungendo gli obiettivi.
Quale è il segreto, se esiste, di questo cambio di marcia?

Come avrà sentito in Consiglio Comunale c’è stato un federare le istanze. Abbiamo percepito tutti, noi amministratori e gli uffici, il compito gravoso.
Abbiamo promosso un dialogo tra le vari componenti la macchina amministrativa.
Le dico una cosa: questa esperienza di Frascati è stata unica e di grande insegnamento.
Ho percepito, da parte di tutti, la volontà concreta di uscire fuori da tale situazione.
Una sinergia davvero importante che oggi, anche se rinnovo la cautela, ci sta portando fuori da questo problema che la stessa cittadinanza ha percepito come davvero importante.

Assessore Le porgo una domanda che può sembrare in apparenza una provocazione contro di Lei, me lo permetta. “Qualcuno” la apostrofa “il Maradona di Supino”: Maradona quando entrava in campo cambiava il corso della partita.
Quindi, va da se che, anche questa persona, si è accorta del suo valore, al di là delle mere e sterili polemiche?

(sorride divertito) Guardi l’ho detto già molte volte: io non so palleggiare e quindi sono assai lontano da Maradona. Ma se si vuole far percepire tale paragone con il fatto di avere “fatto squadra, con fatti e testimonianze, beh il discorso cambia di molto.
Questa è una domanda che in seguito farò anche alla sindaca, Francesca Sbardella: quali strumenti ha messo in opera l’Amministrazione affinché questo non succeda più nel nostro Comune?
(torna serio) Noi abbiamo lavorato in modo attento eliminando le cause che hanno portato al dissesto.
In primis i mancati accantonamenti, poi abbiamo percepito la necessità di un maggiore e più attento dialogo tra gli uffici tecnici e noi amministratori e non solo; un dialogo maggiore tra la macchina amministrativa e la società municipalizzata STS.
È mancata, mi passi il termine, l’abitudine al dialogo tra strutture.
Le visite periodiche, la sindaca che presiedeva alle riunione con i dirigenti è stato un continuo interagire per il bene della città.
Oggi, me lo lasci dire, abbiamo trovato dirigenti-diligenti.
Sono questi gli anticorpi necessari affinché ciò non si ripeta nel nostro Comune.

In seguito, anche la sindaca, Francesca Sbardella, ha risposte alla nostre domande.
Sindaca, si è presa una bella responsabilità con la sua amministrazione decretando il dissesto finanziario del Comune di Frascati. Come dicevo prima con l’assessore si vede la luce fuori dal tunnel.
Quando ne saremo fuori resterà per Frascati una esperienza davvero unica ed indimenticabile.
Quali strumenti ha messo in opera la sua Amministrazione affinché questo non succeda più nel nostro Comune?

Ci siamo assunti una grossa responsabilità su una strada già tracciata dalla bocciatura del piano di riequilibrio finanziario. La nostra non è stata un scelta politica ma dettata proprio da questo fatto.
Tutto ciò ci è servito per impostare un lavoro diverso con più attenzione. Quindi, al di là dei sacrifici richiesti un po’ a tutti, ai cittadini in primis ma anche agli stessi uffici che hanno dovuto lavoro dentro “paletti estremamente stringenti”, tutto ciò ci ha aiutato a formare una azione amministrativa e l’azione politica ad una maggiore oculatezza, ad una maggiore attenzione.
Debbo però dire che tutto ciò è servito a darci una maggiore consapevolezza delle possibilità della nostra Città che sono comunque tante.
Il fatto di avere chiuso il bilancio dimezzando il disavanzo previsto dal piano stabilmente riequilibrato ci fa capire che Frascati è una città dalle potenzialità importanti dal punto di vista economico e che, quindi, averla messa sui binari giusti, di controlli maggiori e più efficienti, di una spesa più attenta e di un migliore e diverso utilizzo delle risorse importanti che ci sono nella nostra città, ci fa sperare di avere dato “correzione al tiro” e di avere messo Frascati sulla strada giusta.
Quindi più attenzione, più consapevolezza della ricchezza della nostra città ed un importante gioco di squadra tra uffici, tra amministrazione. La difficoltà ci ha reso più squadra.

Un grazie per la disponibilità all’assessore Dario de Santis ed alla sindaca Francesca Sbardella.




Frascati, Libri in Osteria: Andrej Longo ci racconta il suo “La forma dei sogni”

Ma cosa lega un romanzo giallo al terzo storico scudetto del Napoli?
A primo acchito, apparentemente, nulla.
Poi, ieri sera, ci sediamo ad uno dei tavoli “spartani”, così li chiama la “padrona di casa”, Emanuela Bruni, del salotto letterario frascatano, Libri in Osteria, all’Osteria dell’Olmo di Frascati, e scopriamo qualcosa di meraviglioso.

Andrej Longo, Fabio Mendolicchio ed Emanuela Bruni

Qualche anno fa – racconta Andrej Longo – avevo in mente di girare un documentario sulla mia città, Napoli. Beh l’organizzazione, i tempi, il lavoro lungo mi “sconsigliarono” di farlo. Giurai che l’avrei realizzato solo nel caso in cui la squadra del mio cuore, il Napoli, avesse vinto lo scudetto.
Al terzo tricolore, ovviamente, ho dovuto mantenere la parola data ed allora … è nato il mio libro, La forma dei Sogni. Uno spaccato della mia città raccontata con il “sottofondo” di questo storico ed incredibile scudetto.

Ce lo presenta Fabio Mendolicchio, arrivato a Frascati a bordo della Vespa Ubik, direttamente da Torino, per il suo “Giro d’Italia” in 11 tappe – ben 4000 chilometri – per farci riscoprire la bellezza nel leggere un libro.
11 tappe per presentare 12 scrittori con questo Tour nato da una “follia”, così la definisce lo stesso Mendolicchio.

Porto personalmente a Torino ed in Piemonte – racconta Fabio – i libri con la mia Vespa. Poi qualche anno fa un corso di grafica e … mi viene la voglia ed il desiderio di dare vita alla mia casa editrice, la Miraggi Edizioni. Nel 2021, dopo il Covid, l’obiettivo di riabbracciare le persone unito alla Vespa, mio sogno fin da bambino, mi accompagna per l’Italia in questo tour.
Poi Andrej Longo ci racconta il suo libro.
Due i personaggi principali; l’agente di Polizia, Acampora e il suo amico infanzia, Ciro.
Dopo una violenta discussione tra i due, Ciro, si convince a farsi ospitare in una comunità di recupero per tossicodipendenti ad un patto: Acampora dovrà inviarli, ad partita giocata del Napoli, una lettera che gli descriva il match.
C’è un problema di fondo: “Cirù, ma io di pallone non è che ne capisco molto” – dice nel libro Acampora.
Antò – risponde Ciro – se non lo puoi fare non fa niente, per carità. Tu hai già fatto troppo assai per me, lascia stare”.
Ma uno scatto di orgoglio fa pronunciare all’agente questo giuramento solenne: “Cirù, stammi a sentire bene. Io questa cosa delle lettere che mi hai chiesto, la voglio fare …”
E da qui si spalanca un mondo dove il calcio diventa lo spunto per raccontare Napoli “una umanità spaventosa” dice Andrej Longo e “ci si innamora dei personaggi … scoprirete che per noi napoletani la partita si vive insieme, un momento collettivo di convivialità”.

Andrej Longo con Fabio Mendolicchio

E poi la brava Emanuela Bruni, con la professionalità ed il suo piglio giornalistico, gli porge una bellissima domanda:
Oltre ed essere un bravo scrittore sei un bravo sceneggiatore. Se ti dico Lina Wertmuller … te la sei cavata bene?
Sorride Andrej Longo ricordando a tutti la sua esperienza nel gruppo di sceneggiatori del celebre film “Io speriamo che me la cavo”.
Sorride divertito e ci racconta due aneddoti: mi pagarono poco e lo fecero perché, su pressione di Lina, interpretai, spaventato, l’infermiere dell’ospedale. Pensavo di sbagliare ogni parola del copione. Lo volete sapere come andò a finire? Beh molte riprese: io non sbagliai quasi mai, Paolo Villaggio si.
Gli applausi ed i sorrisi inebriano la piazzetta dell’Olmo a Frascati ricordano questo momento.
E poi – aggiunge sorridente – mi ricordo i giri sul mio motorino, assieme a Lei, per Napoli ; resteranno indelebili nella mia memoria.
Sapete – confessa Andrej Longo – se non avessi avuto la fortuna di fare lo scrittore avrei fatto, di sicuro, il pizzaiolo; un lavoro che mi ha consentito di potermi poi dedicare alla mia passione: scrivere.
Le sue parole scivolano leggere durante questa ora di serenità nel cuore storico della città tuscolana.

photo di Corrado Spagnoli

Tra un bicchiere di vino Frascati e le parole di Andrej Longo è un connubio di bello, di raffinato e di stile.
La bellezza dell’ultimo scudetto della mia squadra è l’etica Spallettiana – dice sereno l’autore.
Spalletti – aggiunge – ci ha insegnato a prenderci le responsabilità del nostro vivere. A Napoli se si perdeva una partita era sempre colpa di qualcun altro. Voi ve lo ricordate il giocatore Kim dopo Udinese – Napoli? Scrisse sui social “Vorrei esprimere le mie più profonde scuse ai miei compagni di squadra e ai tifosi. Potevamo vincere solo grazie ai miei compagni di squadra. Gli errori mi renderanno solo più forte. La prossima volta aiuterò meglio la squadra”: a Napoli questo non era mai successo. Ci ha cambiato il modo di vedere e leggere il mondo; fu davvero una lezione di etica sportiva, una vera rivalsa sociale.
E poi arriva la nostra domanda: Andrej tre aggettivi per la tua città?
sorride, mi guarda e risponde sorridente: Solo tre? Ce ne vorrebbero una enormità. Non si può racchiudere una città che è sempre in movimento dentro un semplice aggettivo. Ecco ti ho risposto: Napoli non è statica …
Il mio sorriso come quello del pubblico di Frascati si unisce in un applauso verso l’autore.
Chiude poi la serata raccontando un’altra perla dell’etica spallettiana:
Portò i suoi ragazzi in ritiro – racconta – una sera li fece sedere per ammirare il Cielo e le stelle. Gli chiese se fosse splendido. Ovviamente loro annuirono. Poi gli chiese ancora “Se una di loro si spegnesse, qualcuno se ne accorgerebbe?” In coro dissero di no. E poi spiegò loro che dovevano essere proprio come quelle stelle nel Cielo. “Tutte le stelle fanno il Cielo anche se una si spegne. Noi dobbiamo essere le stelle ed il Cielo”

lo scrittore Roberto di Sante, vincitore del Premio Alda Merini, con Andrej Longo

L’applauso finale è una standing ovation a questo libro, La forma dei sogni, un giallo che nasce da una telefonata e porta tutti noi a scoprire, parola dopo parola, le bellezze di una Napoli che vive il Sogno del suo terzo scudetto e, soprattutto, al suo autore, Andrej Longo, che in questa serata, con la sua semplicità, con la sua ironia, il suo sorriso, ci ha regalato le bellezze della sua città.

Vi ricordiamo il prossimo appuntamento giovedì 30 maggio ore 18, Osteria dell’Olmo, con François Morlupi ed il suo “Il gioco degli opposti”.




Rocca Priora, elezioni: Intervista a 360° a David de Righi

David De Righi, classe 1978, vive con la compagna Jennifer e la figlia Giulia
Un cognome importante per chi conosce Rocca Priora e la sua Storia candidato al Consiglio Comunale di Rocca Priora con la lista FARE ROCCA PRIORA.
Un ragazzo da sempre impegnato nell’associazionismo e nella politica.
David, ovviamente anche noi ci diamo del tu …
Quanto ha pesato il cognome De Righi e la storia politica di tuo papà nella tua vita?

Nessun peso, ma ovviamente mi ha trasmesso la passione per la politica e per il mio paese. I miei ricordi affondano alle vecchie feste dell’Amicizia o a riunioni partecipatissime nella sezione cittadina della DC, in cui seguivo mio padre.
La cosa più difficile è sempre stata quella di far capire che siamo due persone diverse, anche se con una cultura di base molto simile alla sua, abbiamo metodi diversi e ovviamente caratteri diversi.
Devo riconoscere a mio padre che non è mai stato ingombrante da quando sono stato eletto consigliere.

Vivi da sempre a Rocca Priora. Cosa rimpiangi, ovviamente se c’è, del tuo paese quando eri ragazzo?
Rimpiango la socialità e quel modo di frequentarsi che oggi con la frenesia della nuova società e i social si è perduta. Mi piace ricordare il paese di quando ero ragazzo, dove in ogni angolo c’era una comitiva con cui condividere pomeriggi e condividere avventure. La Rocca Priora estiva che era spesso in festa ed era una vera gioia per noi ragazzi. I bambini che giocavano per strada.
Rimpiango l’umanità che portava le famiglie ad aiutarsi l’una con l’altra, e un’immagine che ricordo bene è la chiave di casa attaccata all’esterno della porta che dava quel senso di accoglienza e di fiducia che oggi è del tutto sparito.
Ma capisco che la società cambia e anche i ritmi della nostra vita sono cambiati, ma dobbiamo fare in modo che non si dimentichi che lo stare insieme è una delle nostre più grandi risorse, per questo bisogna lavorare per creare spazi e opportunità per il nostro bellissimo paese.

Ti faccio una domanda in apparenza scomoda.
In un’altra intervista mi è stato detto che il Partito Democratico di cui sei stato segretario oggi risulterebbe commissariato.
Puoi spiegarmi meglio cosa è successo?

Semplicemente ho rassegnato le dimissioni da segretario del Circolo per evitare strumentalizzazioni e polemiche intorno al ruolo del PD locale.
Dal 2020 sono segretario del PD di Rocca Priora e ho sempre lavorato insieme al direttivo per ricompattare un circolo che si era diviso sulle scelte delle elezioni amministrative del 2019 e che aveva portato una piccola minoranza a fare altre scelte.
Da segretario ho sempre scelto il dialogo e il confronto con il direttivo con il partito le forze politiche protagoniste a Rocca Priora, questo ha portato me e il direttivo a scegliere un percorso civico che in queste elezioni comunali ci vede appoggiare la lista civica FARE ROCCA PRIORA, con Claudio Fatelli sindaco.
Anche in questa tornata elettorale il protagonismo di pochi stava creando frizioni all’interno del Partito anche a livello provinciale e regionale, per questo ho deciso di congelare le attività del circolo locale facendo un passo indietro.
Dopo le elezioni però, come sempre io e i miei compagni di viaggio saremo pronti a sanare ogni incomprensione e a lavorare per l’unità del partito, cercando di lasciare alle spalle polemiche e personalismi.

Quindi tu, se non ho capito male, dimettendoti hai compiuto una scelta proprio a salvaguardia del partito stesso hai preferito essere il, passami il termine, capro espiatorio proprio per evitare ulteriori scossoni al partito?
Assolutamente, il partito è al di sopra di ognuno di noi e dobbiamo tutelarlo in qualsiasi modo. Io, Federica Lavalle e Daniele Pacini abbiamo contribuito a fondare il circolo PD di Rocca Priora insieme ai nostri, consentimi il termine “i nostri vecchi”, che venivano da culture diverse e che ci hanno insegnato il valore dello stare insieme e della cultura di stare nel partito. Per questo il partito per noi viene prima dei nostri destini personali.
Voglio farti una domanda davvero personale che fino ad oggi non ho posto a nessuno.
Queste sono le prime elezioni amministrative nei Castellli Romani senza Bruno Astorre. Un’assenza, a mio avviso, davvero forte.
Cosa aveva in più Bruno rispetto a tutti gli altri e cosa ti ha lasciato in eredità?

Con questa domanda tocchi i miei sentimenti più personali, faccio politica da quando ero ragazzo e Bruno è sempre stato PRESENTE. Voglio sottolineare la parola presente, perché a volte la presenza si da per scontata, ma è un valore che ha portato me e una generazione di amministratori a crescere grazie alla sua capacità di ascolto e ai suoi consigli. Bruno c’era sempre nei momenti di gioia nei momenti di sconforto e nei momenti complicati, sapevi che potevi fare una telefonata e ricevere un appuntamento e un consiglio che erano quasi sempre risolutivi. Era una presenza che riempiva. Riempiva i rapporti tra amministratori, sapeva fare rete e sapeva fare squadra facendo sentire tutti parte di una squadra che non lasciava mai nessuno indietro. Riempiva i rapporti nel partito, portando dialogo e unità come non era mai successo prima di lui. Riempiva ognuno di noi della certezza della sua presenza.
In eredità ha lasciato, almeno a me, l’importanza del saper ascoltare, che credo sia una delle migliori doti che può avere un amministratore e un politico. E la voglia di cercare sempre il dialogo, e non lo scontro, come soluzione ad ogni problema.

Se hai letto le altre interviste sai bene che amo “spulciare” nei profili facebook delle persone che intervisto per cercare di vedere sfaccettature diverse dei miei interlocutori.
L’8 marzo hai postato un pensiero davvero profondo:
Mi raccomando per l’otto marzo lasciate le mimose sugli alberi e alle donne regalate ogni giorno ciò che non appassisce mai: tenerezza, amore e rispetto.”
Assistiamo ancora a troppi fenomeni di violenza sulle donne.
Sei papà, sei marito, sei figlio … cosa può fare la politica e le amministrazioni per essere più vicini e testimoniare con maggiore forza la necessità di combattere senza sosta il fenomeno della violenza sulle donne?

Credo sia un fenomeno complesso, che parte da una cultura del possesso da parte degli uomini che deve essere superata.
Innanzitutto, credo che si debba fare un lavoro davvero importante di formazione a partire dalle scuole, per cercare di ridurre questo fenomeno per il futuro, sin dai più piccoli.
Credo poi sia importante che le amministrazioni lavorino sull’ascolto, le donne vittime di violenza non devono essere lasciate sole e devono trovare sempre un luogo dove essere ascoltate e aiutate. Si devono creare luoghi dove le donne possano essere accolte e secondo me in molti casi deve essere creato un sostegno economico che possa renderle indipendenti e autonome.
Ma soprattutto è importante parlarne sempre, tenere alta l’attenzione sul tema e non solo nelle giornate dedicate alla violenza sulle donne o della festa della donna.

Ultima domanda che è ormai il marchio di fabbrica delle mie interviste: la famosa bacchetta magica.
Quale sogno vorresti realizzare per te o per la tua famiglia e che sogno vorresti regalare a Rocca Priora?

Per me e la mia famiglia il sogno è quello di poter continuare a vivere serenamente come fortunatamente è stato fino ad oggi.
Per Rocca Priora vorrei che si realizzasse come comunità e che capisse le potenzialità che può esprimere sia come aggregazione di persone sia per la bellezza che esprime il paese, ma su questo spero e credo di dare il mio contributo nei prossimi 5 anni.

Un grande immenso a David de Righi per la sua disponibilità ed il suo personale ricordo commosso del senatore Bruno Astorre




Velletri, droga ordinata dal carcere e familiari complici: 33 arresti

Velletri – Ordinavano la droga dal carcere e i familiari pagavano su carte prepagate. Dalle prime luci dell’alba, su delega della Procura della Repubblica di Velletri, i Carabinieri della Compagnia di Velletri, nelle province  di Roma, Viterbo, Frosinone, Rieti, Latina e Chieti, con il supporto dei comandi dell’Arma territorialmente competenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari – emessa dal GIP presso il Tribunale di Velletri – nei confronti di 33persone, per lo più italiane (di cui 5 donne), – 11 destinatarie di custodia cautelare in carcere e 22 agli arresti domiciliari – gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente (art. 73 D.P.R. 309/90), estorsione (art. 629 c.p.) ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti (art. 391 ter c.p.).  Sedici delle persone destinatarie delle odierne misure cautelari sono già detenute in carcere.
L’articolata e complessa indagine portata avanti dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Velletri ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine a vari episodi di spaccio all’interno della casa circondariale di Velletri (oltre a due episodi di estorsione, per percosse e minacce subite da uno degli indagati e da alcuni familiari, per forniture di sostanze stupefacenti non pagate), commessi tra gennaio e giugno 2023 all’interno del citato istituto di pena per un volume d’affari di circa 80.000 €.
Nel corso dell’indagine sono emersi elementi indiziari in ordine alla presenza di un collaudato sistema, finalizzato all’ingresso nella casa circondariale dello stupefacente, sia cocaina che hashish, che veniva occultato, unitamente a generi alimentari confezionati sottovuoto e beni di prima necessità, all’interno di pacchi destinati ai detenuti, inviati tramite spedizionieri e una volta all’interno della struttura ceduta anche a terzi. Gli ordini di droga venivano pagati tramite ricariche su carte prepagate da parte di figli, mogli, fidanzate, fratelli, nonni, zii e amici dei detenuti.




Colonna, Nicola Zingaretti incontra i cittadini e il candidato sindaco

Ieri mattina un piacevole incontro con l’onorevole Nicola Zingaretti che, nell’ambito della sua campagna elettorale in vista delle Elezioni Europee che lo vedono candidato, ha incontrato i cittadini di Colonna nei pressi dei Giardini del Belvedere.
L’onorevole Zingaretti, già segretario nazionale del Partito Democratico e presidente della Regione Lazio, si è fermato a rispondere alle domande dei cittadini che gli chiedevano la sua posizione in merito ad alcune opere che il governo nazionale sta mettendo in atto.

Vede – ha risposto ad un cittadino – credo fortemente sulla necessità di creare infrastrutture necessarie al nostro paese ma che poi restino, come la linea ad alta velocità, nelle mani dei Governi Nazionali. Oggi due competitor utilizzano questa rete favorendo una libera circolazione e, soprattutto, i cittadini e le cittadine hanno la possibilità di scegliere il vettore che possono utilizzare.
Onorevole Zingaretti – gli abbiamo chiesto – ma cosa ne pensa del fatto che oggi, ad esempio, un viaggio in treno da Trapani a Messina dura tra le 10 e le 11 ore su una tratta di poco superiore ai 250 chilometri?
Vede Lei ha toccato un tasto dolente. Ancora oggi sulla rete ferroviaria siciliana insistono tratte monorotaria che rallentano di molto la viabilità per i cittadini dell’isola.
A suo avviso il ponte sullo stretto risolverà da solo questo problema?
Guardi sarebbe più opportuno programmare un piano pluriennale di sviluppo sull’intera rete ferroviaria e stradale dell’isola. Non è possibile pensare che il ponte da solo risolva la critica situazione stradale e ferroviaria della Sicilia. Ci vuole, come dicevo prima per l’alta velocità, una progettazione seria e programmata capace di sviluppare tutte le infrastrutture dei trasporti.
E poi l’abbraccio al candidato sindaco di Colonna, Fausto Giuliani.

l’onorevole Nicola Zingaretti con il sindaco di Colonna Fausto Giuliani

Un grazie all’onorevole Nicola Zingaretti ed al candidato sindaco di Colonna, Fausto Giuliani, per la loro disponibilità.




Scandalo frode nei fondi europei tra Nemi e Bruxelles: l’Italia archivia mentre l’Europa indaga e sanziona

A Nemi, in Italia, su ordine del tribunale olandese​ sono stati sequestrati diversi immobili

Un caso di presunta frode che coinvolge la società Percuros B.V. e il suo fondatore Alan Chan oltre ad altri soggetti, ha attirato l’attenzione delle autorità europee e italiane. La Procura Europea ha avviato un’indagine approfondita sulla gestione dei fondi europei destinati a progetti di ricerca, in seguito a segnalazioni di irregolarità.

In parallelo, una serie di inchieste giornalistiche di questo quotidiano online L’Osservatore d’Italia ha contribuito a portare alla luce dettagli inquietanti sulla vicenda.

Le Indagini della Procura Europea

Le indagini della Procura Europea si concentrano su presunte manipolazioni e utilizzi impropri dei fondi europei da parte di Percuros B.V., coinvolta in vari progetti scientifici come CHARMED e CANCER. Le autorità hanno rilevato discrepanze significative nei documenti presentati dalla società, tra cui versioni differenti di scambi di e-mail e bilanci manipolati. La situazione si è ulteriormente complicata a causa della mancata restituzione, da parte di Percuros B.V. di Alan Chan, di documenti e dischi rigidi essenziali per l’indagine, nonostante l’intimazione del tribunale dell’AIA​.

Le Connessioni tra Percuros B.V. di Alan Chan e Pilotality di Katja Bierau

L’indagine della Procura Europea sui fondi destinati alla ricerca ha rivelato un vasto schema di frode che coinvolge due società di punta nel settore biomedico: le olandesi Percuros B.V. di Alan Chan e Pilotality gestita da Katja Bierau. Pilotality era registrata all’indirizzo di Alan Chan a Eerbeeklaan a L’Aia. In un messaggio di posta elettronica al quotidiano Omroep West, la Bierau ha negato di essere il socio in affari di Chan. Ma secondo gli ex studenti di dottorato, i due si sono sempre visti insieme. Secondo diversi ex dottorandi, come riportato da Omroep West entrambi hanno anche dato istruzioni di mentire durante i controlli da parte della Commissione europea. Questo scandalo ha portato alla luce una serie di connessioni tra le due aziende, sollevando domande sull’uso dei fondi europei destinati alla ricerca scientifica.

Il Ruolo della Guardia di Finanza Italiana

Parallelamente alle indagini europee, la Guardia di Finanza italiana ha condotto approfondite verifiche che hanno portato a ipotizzare diversi reati, tra cui truffa ai danni dello Stato, malversazione, e associazione per delinquere. Queste indagini hanno coinvolto diverse persone ubicate tra Nemi e Velletri, rivelando una rete complessa di attività illegali connesse ai fondi europei. Nonostante la gravità delle accuse, il Gip italiano ha deciso di archiviare i reati, sollevando controversie e domande sulla gestione del caso in Italia​.

Percuros B.V. e la Leiden University Medical Center

Percuros B.V., con sede nei Paesi Bassi, è stata al centro delle indagini dopo che il vice-presidente del consiglio di amministrazione del Leiden University Medical Center (LUMC), Pancras Hogendoorn, si è dimesso a seguito delle rivelazioni di frode. Le accuse riguardano l’appropriazione indebita di fondi europei destinati a progetti di ricerca attraverso una serie di manipolazioni contabili e false dichiarazioni. Secondo i rapporti, Percuros ha deliberatamente gonfiato i costi e falsificato i risultati per ottenere finanziamenti maggiori​.

Il Ruolo di Pilotality

Pilotality, guidata da Katja Bierau, è stata identificata come un partner chiave in diversi progetti di ricerca con Percuros B.V.. Le due società hanno collaborato in numerosi progetti finanziati dall’Unione Europea, tra cui il progetto ACORN, dove Pilotality ha svolto un ruolo significativo. Le indagini hanno rivelato che questa collaborazione non era solo scientifica ma anche strategica.

Percuros si trasferisce a Napoli e diventa AKA Biotech

Percuros B.V. ha successivamente trasferito parte delle sue operazioni a Napoli, dove la società è stata rinominata AKA Biotech. Questa nuova entità ha continuato a beneficiare dei finanziamenti europei per la ricerca, mantenendo Bierau e Chan come principali soci. AKA Biotech ha dichiarato di focalizzarsi sulla ricerca avanzata in biotecnologie, ma ci sarebbero indagini in corso anche su questa realtà.

Sequestri e misure giudiziarie

A Nemi, in Italia, su ordine del tribunale olandese​ sono stati sequestrati diversi immobili, collegati alle attività di Percuros B.V. e dei suoi collaboratori. Questi sequestri fanno parte degli sforzi per recuperare i fondi europei utilizzati in modo improprio e per prevenire ulteriori irregolarità. Alcuni degli immobili che si trovano nel territorio di Nemi, di proprietà di Alan Chan, amministratore di Percuros B.V. sono stati acquistati in comproprietà con la titolare di Pilotality Katja Bierau. Tuttavia, le indagini in Europa continuano, con la Commissione Europea e l’OLAF (Ufficio europeo per la lotta antifrode) impegnati a fare chiarezza su tutti gli aspetti del caso​​.

L’Inchiesta de L’Osservatore d’Italia

Questo quotidiano online L’Osservatore d’Italia ha svolto un ruolo cruciale nel portare alla luce la vicenda, pubblicando una serie di articoli dettagliati sulle attività di Percuros B.V. e di Pilotality. Le inchieste giornalistiche hanno evidenziato alcuni aspetti poco chiari legati all’utilizzo dei fondi destinati alla ricerca scientifica. Questi articoli hanno alimentato il dibattito pubblico e hanno spinto le autorità europee e italiane a intensificare le indagini​​.

Il caso Percuros B.V. rappresenta un esempio significativo di come la collaborazione tra giornalismo investigativo e autorità giudiziarie possa portare alla luce gravi irregolarità finanziarie. Mentre in Italia alcune accuse sono state archiviate, le indagini europee proseguono, puntando a fare piena luce sulla gestione dei fondi europei e a recuperare le somme utilizzate in modo improprio. Gli sviluppi futuri saranno cruciali per determinare le responsabilità e per prevenire ulteriori frodi nel contesto dei finanziamenti europei.