MARINO, + 39 PER CENTO DI AUMENTO TARSU DAL 2005 AD OGGI

Redazione

"Mentre il centrodestra marinese strombazza ai quattro venti i 6 milioni di euro provenienti dalla Regione, stanziati per opere che, almeno in parte, dovrebbero essere gia aperte ed in funzione da tempo come il Museo del Cinema ed il Piano del Colore,  i cittadini di Marino si trovano a dover subire e tirar fuori altri soldi per il servizio di nettezza urbana, un aumento della Tassa di circa il 39% ad abitazione, passando da 2,19 € del 2005 per mq a 2.89 del 2011 per mq a 3,18 per mq per il 2012, stante delibera di giunta approvata recentemente!!!! – Dichiara Marco Comandini segretario dell'Idv di Marino – Un vero salasso in questi tempi di crisi, soprattutto se si pensa che questo sia dovuto al fatto di ostinarsi a non voler attuare anche sul nostro territorio la raccolta differenziata porta a porta ed al fatto che essendo rimasti pressochè gli ultimi ad avere i cassonetti stradali stiamo diventando la pattumiera degli altri comuni limitrofi trovandoci così a pagare anche per gli altri, quindi oltre al danno anche la beffa. Senza contare poi che a queste percentuali di raccolta differenziata, ci aspetterebbero poi nei prossimi anni nuovi aumenti tariffari, una situazione paradossale. – Il segretario Idv prosegue – Speriamo  che la maggioranza prendendo atto di questa scelta fallimentare, corregga ed in fretta il tiro, poiché i marinesi non debbano pagare, letteralmente pagare, le inefficienze di scelte palesemente errate. Crediamo che qualcuno dovrebbe prendersi la responsabilità, in un paese dove la cultura del merito è messa dentro un cassetto, di tale risultato catastrofico, rassegnando le dimissioni per manifesta inadeguatezza stante i pessimi risultati oramai evidenti anche ad un cieco." Conclude Comandini.
 




COLLEFERRO, APRE “CENTRAL PARK”, IL GIARDINO PUBBLICO DI VIA CONSOLARE LATINA

E.G.

Centinaia di cittadini, sabato scorso 2 giugno, hanno voluto partecipare alla cerimonia di inaugurazione dei giardini pubblici di via Consolare Latina, riaperti dopo l’opera di restyling degli ultimi mesi, con un nome tutto nuovo “Central Park”. Alla presenza del sindaco Mario Cacciotti, del vice sindaco Giorgio Salvitti, dei consiglieri delegati allo Sport Aldo Giuliani e ai lavori pubblici Giancarlo Ceccarelli, di diversi membri della soc. di calcio a 5 A.S.D. Città di Colleferro, che gestisce l’impianto, tra cui il presidente Franco Greggi, Daniele Navarra, Emanuele Galati, è stata sancita la rinascita del parco pubblico, uno dei più frequentati in città. Al termine della benedizione da parte di don Nando Brusca, il parco è stato riaperto ufficialmente e le centinaia di persone, tra cui molti bambini, si sono diretti alla scoperta del giardino, rimanendovi fino a sera. Alcune le novità: oltre ai nuovissimi giochi, che sono stati molto apprezzati dai più piccoli, il giardino ha un unico ingresso, quello su via Consolare Latina, all’altezza del punto ristoro, invece dei tre precedenti, per dare modo ai genitori, soprattutto dei bambini più piccoli o vivaci, di sentirsi più tranquilli mentre sono nel parco. In questo modo sarà più semplice, infatti, tenerli d’occhio ed evitare che possano scappare improvvisamente in strada. Rimarranno aperti tutto il giorno, fino a tarda sera adesso che siamo nella stagione estiva ed i cittadini hanno piacere di uscire anche sul tardi, dopo cena, mentre in inverno chiuderanno prima. Oltre ai lavori di ristrutturazione, che li hanno resi più funzionali alle esigenze dei frequentatori, sono stati rinnovati tutti i giochi dedicati ai bambini, che sono stati sistemati nell’area più a ridosso del bar, mentre una zona è stata lasciata più tranquilla e appartata per coloro che preferiscono riposarsi al fresco dei grandi alberi, magari leggendo un libro o chiacchierando piacevolmente. Com’era prevedibile, i nuovi giochi hanno entusiasmato i bambini: dal coloratissimo castello, con scivoli, camminamenti, corde, etc. al tappeto elastico e alle immancabili altalene. Nel parco ci sono anche due fontanelle pubbliche, una pista di pattinaggio, una piccola arena e probabilmente verrà inserito anche qualche gioco sportivo che possa essere svolto sia da grandi che da piccini.
 




ORTE, TUTTO ESAURITO PER LA 7° EDIZIONE DI SAN SEBASTIANO IN FIORE

E.G.

San Sebastiano in Fiore numero sette: un trionfo di colori, sapori e di presenze. Ha fatto registrare il tutto esaurito la manifestazione ospitata nel centro storico di Orte, organizzata dalla contrada San Sebastiano, con il prezioso aiuto della Provincia di Viterbo, del Comune di Orte e con la partecipazione dell’assessorato all’ambiente di Roma Capitale. La parte antica della cittadina sul Tevere, nell’ultimo fine settimana di maggio, è stata invasa da turisti provenienti da tutta la regione, dalla capitale, ma anche da Toscana e Umbria attratti dal programma della due giorni. L’allestimento floreale è stato il protagonista assoluto dell’evento, ma anche il carciofo dolce adottato come tipico del luogo e del quale si è celebrata la sagra è stato particolarmente gradito. “Un successo, quello registrato da San Sebastiano in Fiore, che cresce anno dopo anno – ha detto l’assessore provinciale al Turismo Andrea Danti – e rappresenta motivo di gratificazione per tutta la provincia, di cui Orte è una porta importante. Ciò dimostra, anche, l’importanza del contributo sinergico tra le varie realtà organizzative che hanno saputo allestire una kermesse praticante impeccabile”. Il Centro storico ha svelato, ai visitatori che l’hanno percorso accompagnati dalle guide, tutte le sue inaspettate ricchezze, mentre la Orte sotterranea ha regalato emozioni e sensazioni fuori dal comune. Particolarmente apprezzate le pietanze consumate nella Taverna della Civetta, gestita dai contradaioli. Per molti ospiti c’è stata, anche, l’occasione per visitare Orte per la prima volta. “Molti turisti – ha aggiunto Danti – hanno confessato di essere passati tante volte alle pendici della rupe ortana, ma di non immaginarsi che al suo interno potesse contenere un patrimonio storico e artistico così ricco. Ciò avalla ancor di più la decisione della Amministrazione provinciale di sostenere questa importante iniziativa che rappresentano un viatico di grande rilevanza la promozione delle ricchezze di cui può vantare l’intera Tuscia”. Archiviato positivamente questo evento la Contrada San Sebastiano guarda ora alla stagione estiva. Il programma prevede: il 10 giugno, la realizzazione dell’infiorata del Corpus Domini, nel tratto di competenza, realizzata dagli abitanti del rione. Il concerto dell’Ensemble classica, previsto il 18 agosto alle 21,30 nella piazzetta cuore della Contrada, organizzato in collaborazione con l’associazione Incontri Mediterranei, vedrà esibirsi, tra gli altri, Romano Pucci, primo flauto della Scala di Milano. In occasione dell’Ottava Medievale, dalla prima alla seconda domenica di settembre, sarà possibile, a cura della contrada, partecipare a visite guidate nei locali sotterranei della Taverna, realizzati in epoca rinascimentale, per la conservazione dei cibi e per l’approvvigionamento idrico. Nello stesso periodo è prevista la posa della prima pietra dei lavori di ristrutturazione di un locale settecentesco, attiguo alla taverna di proprietà della contrada che sarà destinato a ospitare iniziative culturali. 
 




LAZIO RIFIUTI: MARUCCIO (IDV): “CONTRO IPOTESI PIAN DELL’OLMO, CON NOI LA POLVERINI?”

Angelo Parca

“L'opera di tutoraggio da parte del governo sull'emergenza rifiuti, ai danni di Regione e Comune sta assumendo le sembianze di una vera e propria circonvenzione di incapaci. La scelta di Pian dell'Olmo non ci vede affatto d'accordo, come del resto riteniamo non percorribile ogni ipotesi di discarica presentata dalla regione Lazio. Siamo sicuri che la Giunta Polverini sarà al nostro fianco nella battaglia contro questa scelta, viste le dichiarazioni dell’assessore Cangemi.” Lo dichiara in una nota il capogruppo e segretario regionale dell’Italia dei Valori, Vincenzo Maruccio. “Ben altri argomenti dovrebbero essere al centro dell'attenzione del tavolo per l'emergenza rifiuti: incremento massiccio della differenziata, pieno funzionamento degli impianti di trattamento, se necessario la costruzione di altri impianti tmb, una vera campagna per il decremento della produzione di rifiuti. E' inconcepibile, invece, come una capitale moderna ed europea, quale dovrebbe essere Roma, pensi ancora di discariche nel 2012 – conclude Maruccio – mentre tutto il mondo civile ha intrapreso da tempo altre strade per lo smaltimento dei rifiuti.”

 

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04/06/2012 RIANO: NELLA NOTTE 200 PERSONE INCATENATE SULLA VIA TIBERINA CONTRO DISCARICA A PIAN DELL’OLMO
03/06/2012 ROMA POST MALAGROTTA: 18 SINDACI DELLA VALLE DEL TEVERE INSIEME AI PRESIDI PER DIRE NO A IPOTESI DISCARICA
04/04/2012 RIANO VERITA’ SHOK: INSABBIATI RIFIUTI E POI SILENZIO. I CITTADINI VOGLIONO SAPERE LA VERITA’, ADESSO
29/03/2012 ROMA RIFIUTI, CLINI SUL POST MALAGROTTA: UN "PIANO PER ROMA"
24/02/2012 CORCOLLE – RIANO DISCARICA, CITTADINI IN PIAZZA SABATO PROSSIMO
21/01/2012 RIFIUTI, BUCCI (IDV): NO ALLA DISCARICA A RIANO


 




ROCCA SANTO STEFANO, TUTTO PRONTO PER L'INFIORATA

A.P.

Si svolgerà domenica prossima 10 giugno  a Rocca Santo Stefano (Roma), in occasione della festa del Corpus Domini, la venticinquesima edizione dell’Infiorata. Durante la manifestazione, promossa dal Comune con il patrocinio della Presidenza del Consiglio regionale del Lazio,  sarà promossa una raccolta fondi da devolvere ai paesi dell’Emilia devastati dal terremoto.  Il tappeto floreale, lungo sessanta metri, in via Padre Pellegrino Ernetti, sarà realizzato dall’associazione Maestri Infioratori di Rocca Santo Stefano. E’ prevista inoltre la partecipazione dei gruppi infioratori di Gerano e Genazzano (Roma), Poggio Moiano (Rieti) e Torre del Greco (Napoli). Si esibiranno anche gli sbandieratori di San Gemini (Terni). Un appuntamento che richiama ogni anno migliaia di visitatori da tutto il Lazio.  “Oltre al significato religioso – dice il sindaco di Rocca Santo Stefano, Sandro Runieri (Udc) –   è un’occasione per promuovere sempre di più il nostro territorio attraverso le elevate capacità artistiche dei maestri infioratori che da anni si fanno apprezzare a livello nazionale”.




MARINO, A PROPOSITO DEL’ARTICOLO: MARINO, SANITÀ, IL CENTROSINISTRA…

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo

Egregio direttore,
in allegato alcuni fatti verificati nel tempo che ritengo utili per comprendere al meglio l'interessante articolo che sull'argomento è stato scritto. (Articolo de L'osservatore laziale del 03/06/2012 MARINO, SANITA' IL CENTROSINISTRA: “LE PRIORITÀ DEVONO ESSERE ALTRE: GLI ULTIMI, NON I RICCHI; I CITTADINI, NON LE BANCHE!”)

La ringraziamo per il tempo che ci dedicherà.
Cordiali saluti.
portavoce dell'associazione: corrado colizza
 

Il vero problema nasce quando si parla di coerenza nel caso di situazioni e persone che nell’arco di un ventennio mutano, ebbene si cita la coerenza come fosse un elastico, che ognuno tira dalla sua parte per farla sua. Si può parlare di coerenza nei comportamenti politici a partire dalla L.833 con la quale si cerco di realizzare il principio che la salute è un diritto di tutti i cittadini? Per non storicizzare l’argomento partirei dalla nascita delle Aziende unità sanitarie locali che nel caso della Roma H unificò le usl dei castelli romani e del litorale. In quel periodo l’eccellenza del San Giuseppe di Marino si stava affievolendo anche a seguito del fatto che la vecchia USL 32 di Ciampino – Marino aveva trascorso molto tempo assoggettata a commissariamenti per mancanza di un Direttore Generale stabile; la qual cosa di fatto aveva favorito la USL 29 di Frascati, retta costantemente da un unico presidente che allo stesso tempo costituiva riferimento politico. Facemmo un incontro sulla Sanità nei Castelli Romani e l’assessore alla sanità del tempo formulò la teoria che il San Sebastiano, data la prossimità con il GRA divenisse ospedale con DEA, mentre il San Giuseppe di Marino assumeva il ruolo di ospedale per interventi programmati o di Vocazione). L’attuazione di questa teoria comportò che la Traumatologia ed il Centro Trasfusioni si spostassero a Frascati; è toccato poi all’ortopedia in quanto i medici erano di fatto gli stessi che operavano in Traumatologia. Strano ma vero, si sposta anche la Urologia, voi penserete per qualche rottura legata agli incidenti stradali? Non è dato sapere, ma una ipotesi possibile è rappresentata dalla mancanza di un riferimento politico di livello per cui le decisioni relative alla spoliazione della struttura del San Giuseppe seguivano un filone ben definito a favore del San Sebastiano.. A Marino, al momento, si conservava la ginecologia, l’ostetricia, il nido, la medicina, la medicina nucleare, laboratorio di istopatologia, il servizio di Cardiologia ed altro ma con notevole riduzione di posti letto. Iniziano i lunghi e duraturi lavori della radiologia. Si puntava di fatto a divenire riferimento castellano per la neonatologia in associazione con la ginecologia ed ostetricia anche qui iniziano i lavori e l’ipotesi passa a favore dell’ospedale di Genzano, anch’esso a vocazione rispetto al pronto soccorso ad Albano. Qualcuno ricorderà che la sezione ospedaliera del San Giuseppe a Ciampino – consistente in ortopedia e maternità ed una ipotesi di pronto soccorso; in pratica il pronto soccorso fu trasformato  in punto medico e poi chiuso in coincidenza con il rientro dei due reparti al San Giuseppe.La medesima situazione si è verificata col San Giuseppe, pur avendo una struttura meglio organizzata e ben 5 camere operatorie nuove, ma sostanzialmente privo dei necessari reparti a supporto del Pronto Soccorso. Ora questa è storia, e ben hanno fatto cittadini e partiti a sollecitare il rispetto del decreto del Presidente della Regione – il n. 80 – che di fatto avrebbe rappresentato  la restituzione al San Giuseppe del mal tolto che i “politici” avevano realizzato in circa venti anni. Il tempo trascorso ha avvantaggiato il San Sebastiano, che ha trovato prima il supporto dei comuni della ex USL 29 e di tutto il Centro sinistra, e poi la decisione del TAR che vedeva la chiusura di reparti senza avere la certezza che i corrispondenti a Marino fossero pronti (si palesava una interruzione di pubblico servizio); questo perché i lavori di ammodernamento per il Pronto soccorso sono stati lenti e forse rallentati come quelli del nuovo reparto di ginecologia.
Si parlò di una modifica del decreto. Anche di questo non è stato possibile conoscere gli eventuali sviluppi perché in attesa della sentenza del TAR e del Consiglio di Stato. Purtroppo i residenti di questo meraviglioso castello si accorgono dei valori che hanno solo quando li perdono; finchè li hanno a disposizione preferiscono “da miopi” ammirare l’erba del vicino che sicuramente è più verde”. Bene farebbe l’Amministrazione ad incontrare i cittadini e poi la Regione per avere la modifica del decreto e la certezza delle cure nel rispetto del dettato Costituzionale, conformemente alle scarse disponibilità finanziarie. Una cosa la vogliamo sottolineare e riguarda sicuramente una parte degli amministrativi che si sono succeduti sia nella USL 32 e nella Roma H, e cioè come mai a parità di soldi rimessi dalla Regione, il  “Regina Apostolorum” è diventato un ospedale mentre il San Giuseppe? Come si vede è  questione di indirizzo politico e ma anche di chi gestisce.

portavoce dell’associazione: Corrado Colizza

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03/06/2012 MARINO, SANITA' IL CENTROSINISTRA: “LE PRIORITÀ DEVONO ESSERE ALTRE: GLI ULTIMI, NON I RICCHI; I CITTADINI, NON LE BANCHE!”

 




RIANO: NELLA NOTTE 200 PERSONE INCATENATE SULLA VIA TIBERINA CONTRO DISCARICA A PIAN DELL’OLMO

Gabriella Resse

Dopo che ieri, domenica 3 giugno, il commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Sottile, ha convocato a sorpresa i vertici di Regione Lazio, Provincia di Roma, Comune e ministero dell’Ambiente, per cercare una soluzione condivisa  per il nuovo sito discarica della capitale, sui giornali e nel tg regionale della Rai si sono succedute freneticamente notizie che davano per certa la scelta di Pian dell’Olmo, nel XX° municipio, ma che è di fatto a ridosso del territorio di Riano. A questo punto c’è stato un gran fermento in paese e nel presidio permanente di Quadro Alto, a poche centinata di metri da quello che oggi probabilmente il prefetto Sottile indicherà  quale nuovo sito per la discarica. Una moltitudine di cittadini si è riversata in strada, incatenandosi per protesta. E da testimonianze dirette ,apprendiamo  che in nottata la dimostrazione, illuminata da decine di fiaccole al bordo della strada, abbia contato fino ad un gruppo di 200 persone. Naturalmente sono accorsi anche diversi giornalisti per raccogliere dalla viva voce dei cittadini ,le motivazioni di una così eclatante forma di protesta. Al momento ,il presidio straordinario al bivio con via Pian dell’Olmo sulla Tiberina è ancora custodito dai cittadini incatenati che si danno il cambio ogni tot ore  e non si sa per quanto tempo andrà avanti, anche perché oggi alle 15 e 30 è previsto l’incontro tra le istituzioni  locali romane, il prefetto Sottile e il Ministro Clini per formalizzare la decisione  sul sito da indicare come futura discarica di Roma. Dunque i cittadini di Riano sono ben determinati ,con l’appoggio dei comuni limitrofi a protestare con vigore a questa ipotesi che in molti considerano scellerata, per l’estrema vicinanza delle case da quel sito e per una serie di vincoli e criticità importanti che al momento sembrano non essere state considerate dal prefetto, non ultime ,quelle legate al rischio esondazione, già segnalato dall’Autorità di Bacino del Tevere ed il rischio di inquinamento della falda acquifera sottostante la cava  e che si getta direttamente nel fiume della capitale. Considerato che è giunto l’ennesimo ultimatum da parte della Commissione Europa per tentare di accelerare i tempi sulla chiusura di Malagrotta, forse oggi, è il giorno della verità.

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03/06/2012 ROMA POST MALAGROTTA: 18 SINDACI DELLA VALLE DEL TEVERE INSIEME AI PRESIDI PER DIRE NO A IPOTESI DISCARICA
04/04/2012 RIANO VERITA’ SHOK: INSABBIATI RIFIUTI E POI SILENZIO. I CITTADINI VOGLIONO SAPERE LA VERITA’, ADESSO
29/03/2012 ROMA RIFIUTI, CLINI SUL POST MALAGROTTA: UN "PIANO PER ROMA"
24/02/2012 CORCOLLE – RIANO DISCARICA, CITTADINI IN PIAZZA SABATO PROSSIMO
21/01/2012 RIFIUTI, BUCCI (IDV): NO ALLA DISCARICA A RIANO
 
 
 


 




ROMA IL MESSAGGERO: LA CRISI, I PRECARI E LE COLPE DEL SINDACATO

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo da: "Senza Bavaglio"

ll Messaggero è in una gravissima crisi. L’editore ha chiesto il prepensionamento di 26 colleghi, che si aggiungono a quelli allontanati dalla redazione lo scorso anno durante l’ultimo stato di crisi. Il declino della gloriosa testata capitolina comincia diversi anni fa. Si fa acuta nel 2009, quando, in occasione dello stato di crisi, il Cdr “duro” viene di fatto sfiduciato dalla redazione. Subentra un Cdr più accomodante, che firma un accordo in cui l’azienda dichiara, e il Cdr ne prende atto, che avrebbe considerato esuberi e messo immediatamente in cassa integrazione i giornalisti collaboratori che avessero vinto una causa e il giudice avesse ordinato l’assunzione come redattori del giornale a pieno titolo. *) Quell’accordo fu oscenamente controfirmato dall’Associazione Stampa Romana (il segretario Paolo Butturini), dall’Assostampa Umbra e dalla Fnsi, cui abbiamo sempre rimproverato questo cedimento. Dopo tante contestazioni, se non altro Gigi Ronsisvalle, che controfirmò nel 2009 per il sindacato nazionale, ha ammesso onestamente che è stato un errore e ha promesso che non avrebbe mai più firmato una cosa del genere. Questa volta però ha fatto peggio: nel nuovo accordo raggiunto in questi giorni, non c’è la clausola affonda-collaboratori-che-fanno-causa , ma si prevede la cassa integrazione per 24 mesi per 5 collaboratori che hanno il contratto articolo 2 a tempo indeterminato. Due anni in cassa integrazione, una bella botta per loro e anche per l’Inpgi. Siccome non c’è scritto testualmente la parola “licenziamento”, la FNSI ha firmato. Nonostante il direttore generale del Messaggero abbia spiegato, se non altro onestamente, che fine l’azienda intende far fare a questi colleghi: dopo due anni di cassa integrazione, licenziarli. Ma non è finito: quest’ultimo accordo precarizza il lavoro, perché sull’organico a regime di 137 giornalisti articolo 1, la proprietà ha detto ha detto chiaramente che intende anche i contratti a tempo determinato (ex articolo 3 del contratto), e che non voleva specificare “a tempo indeterminato”. Morale: i più deboli sono abbandonati da tutti. L’unico membro del CdR a difenderli fino alla fine è stato Fabio Morabito, ma ha solo potuto condividere la loro solitudine e non ha firmato l’accordo. Racconta un collega del Messaggero: “Fabio ha lasciato la riunione finale consegnando un biglietto destinato agli altri membri del CdR. Non so cosa ci fosse scritto. E’ andato via senza stringere la mano a questi stravaganti personaggi che giocano con i destini dei colleghi invece di difenderli. Gente così se avesse un minimo di senso di responsabilità dovrebbe dimettersi”. G. A. *) L’accordo del 2009 era su 38 esuberi dopo una richiesta iniziale di 48, ma siccome molti colleghi lasciarono il giornale con il famigerato articolo 33 del contratto (quello che dice che l’azienda può far cessare il rapporto di lavoro, in caso di determinati requisiti: 35 anni di contributi e 59 anni nel 2009, 60 nel 2010 e così via), alla fine le uscite furono 54, più 5 che erano già usciti dall’inizio della richiesta dello stato di crisi alla firma del ministero del Lavoro. Riepilogando: richiesta iniziale 48, uscite effettive 54 più 5, uguale 59. Undici uscite in più rispetto alla richiesta dell’azienda.




FRASCATI, LA SCOMPARSA DI GENEROSO MANCINI

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo

"'è voluto molto tempo perché potessimo razionalizzare l'idea che da oggi non avremo più accanto Generoso Mancini, con la sua sincera amicizia, la sua capacità di sdrammatizzare con una battuta arguta anche i momenti più difficili, il suo alto senso di responsabilità istituzionale, la sua genuinità, tipica di un figlio di una terra dove si lavora duramente, com'è quella Ciociaria di cui era originario e di cui portava nei gesti spontanei e nell'impegno senza fatica i tratti distintivi. La ragione deve combattere, talvolta, contro l'emotività, che non vorrebbe ammettere che quel male, di fronte al quale fino all'ultimo momento Generoso non ha ammainato la bandiera della lotta, alla fine ce l'ha portato via.
Il coordinamento politico comunale di Frascati del partito di Sinistra Ecologia Libertà e il gruppo consiliare “Frascati a Sinistra” si uniscono in un commosso abbraccio alla moglie, ai tre figli e agli amici del Partito democratico, per il quale Generoso Mancini era al secondo mandato come consigliere comunale. Di lui merita di essere ricordato un episodio recente che ne testimonia in maniera limpida lo spirito di servizio nei confronti della comunità locale che ha degnamente rappresentato.
Si era nel pieno di una difficile e turbolenta seduta del consiglio comunale, con il rischio che il venir meno del numero legale rendesse impossibile prendere importanti e urgenti provvedimenti per la nostra città. Generoso, seduto al suo banco, riceve una telefonata, dopo la quale si chiude in un silenzio innaturale per la sua abituale giovialità, ma non abbandona il suo posto. La situazione non sfugge a chi lo conosce bene e gli è vicino. Ma, nonostante le insistenze, ci vuole molto per convincerlo a dire cosa lo aveva turbato: quella telefonata gli aveva annunciato che le condizioni di salute della sua mamma stavano irreparabilmente aggravandosi; ma nonostante l'ormai prossimo epilogo tragico, chiuso nel silenzio Generoso non ha pensato neanche per un attimo di abbandonare il suo posto, per essere sicuro che i cittadini da cui era stato chiamato ad amministrare Frascati non perdessero la possibilità di vedere approvati importanti progetti. Non è stato facile convincerlo a lasciare il suo seggio e correre per l'ultimo saluto alla sua mamma.
Nella sua prima consiliatura, Generoso è stato presidente della commissione Urbanistica, nonché delegato alle periferie e ai comitati di quartiere. Nella seconda è stato presidente della commissione Lavori Pubblici e manutenzioni e delegato alle manutenzioni periferiche.
Il pensiero va ai figli e alla moglie, che hanno perso un padre e un marito giovane e vitale. Generoso avrebbe compiuto 63 anni a settembre. E' sempre stato una persona solare, spiritosa, a volte di quella grana grossa che fa però gruppo, ti dà quel senso di appartenenza, al di là del ruolo amministrativo. Non sono serviti ad abbatterne lo spirito di servizio per la comunità locale neanche i beceri argomenti di una certa politica di bassa lega, che hanno preso come pretesto di polemica politica insinuazioni gratuite riguardanti il lavoro di Generoso, per il quale era assegnatario da tempo di un locale di proprietà comunale, e l'attività svolta con merito nell'associazionismo culturale cittadino dalla figlia, la quale ha pagato il fatto che il padre fosse consigliere comunale, come se fosse una colpa o un demerito, e come se tutto ciò che ha dato con la sua associazione alla città di Frascati fosse unicamente merito del ruolo del padre e non della straordinaria capacità sua e di chi ha lavorato insieme a lei.
«Al cordoglio dei suoi cari – dice Damiano Morelli, presidente della Società Tuscolana servizi, la multiservizi partecipata dal Comune di Frascati – si aggiunge quello di tutti i lavoratori della Sts, di chi lo ha conosciuto personalmente e di chi lo ha conosciuto soltanto per il ruolo, oltre che da parte del Consiglio di Amministrazione e del Presidente, a cui mancherà tantissimo e con cui ha condiviso otto anni di strada fianco a fianco».

 




FESTA DELLA REPUBBLICA, UNA POLITICA NULLA CHE HA FOMENTATO I CRITICONI

Chiara Rai
Ma che tristezza e tristezza, chi ha giudicato in questa maniera la festa della Repubblica 2012 probabilmente non ha ben capito in quale momento storico ci troviamo. Si sarebbe forse preferita la "nipote di Mubarak" sfilare in topless con il cielo trapuntato e massaggiato da migliaia di fuochi di artificio? La festa c’è stata, vogliamo condannare il fatto che le frecce verdi, bianche e rosse non abbiano tracciato il cielo romano condotte dal Tenente Colonnello Marco Lant, Comandante delle Frecce Tricolori. La parata c’è stata. Avrebbero dovuto forse sfilare le ragazze pon pon? L’economista e deputato del Pdl Antonio Martino ha detto che la festa della Repubblica va difesa con onore, riprendendo un’affermazione di Arturo Parisi. Ma, pur non volendo affatto criticare questa nobile considerazione, ne rilancerei un’altra:  di “dignità e onore”, si parla solo in queste occasioni e poi l’articolo 54 della Costituzione viene messo nel cassetto fino alla prossima parata, perché durante tutto l’anno questi principi vengono quotidianamente calpestati. E’ vero o no che nel 1976 la parata del 2 giugno non si tenne affatto a causa del disastroso terremoto che sconvolse il Friuli? Lo comunicò il ministro della difesa Forlani, con una nota ufficiale. Allora? Meglio una parata sobria ma significativa e dedicata ai terremotati dell'Emilia che nulla. La bella figuraccia come sempre l’hanno fatta i partiti politici: chi ha disertato, chi ha partecipato ancora indeciso, chi ha criticato. Ma è mai possibile. Dobbiamo sempre porgere l’arma del beffeggio su un piatto d’argento in pugno ai criticoni che non aspettano altro che vederci divisi anche rispetto alla festa della Repubblica. La cerimonia c’è stata o no? Certo che sì! Bastava parteciparvi senza se e senza ma e ci saremmo accorto che alla celebrazione 2012 non è mancato nulla, tranne l’eccesso che non è figlio di questo attuale momento economico scandito, per di più, da accadimenti come il terremoto.
I padri di famiglia, imprenditori piccoli e medio grandi, si suicidano in ogni dove lasciando pagine e pagine di promemoria rispetto ad una crisi assassina e noi avremmo dovuto fare di più di quello che si è fatto? La parata c’è stata e certamente tutti quanti, avremmo potuto mantenere un atteggiamento più decoroso e rispettoso del nostro tricolore e della nostra storia. Come? Lasciando da parte le critiche, almeno il 2 giugno.

 




CONVENZIONE ARES118/CRI, DOVE SONO LE GARANZIE PER I LAVORATORI?

Redazione

"Ci chiediamo se tutte le componenti politico/sindacali, tutt'oggi ancora silenti, che hanno, con segretezza e sospettosa fretta, decretato e appoggiato la convenzione/privatizzazione dell' ARES118 a favore della Croce Rossa , abbiano letto alcuni passaggi  sul decreto di  riordino/privatizzazione CRI,  se si, come fanno ad essere certi sulla stabilizzazione dei precari( ex Ares,ex CRI,ex privati)? Quali sono le garanzie per i dipendenti ARES118 ? Dov'è la garanzia di un servizio, ARES 118,di natura pubblica? – dichiara in una nota Vittorio Iannotta Segreteria FSI ARES 118 che prosegue – A sostegno di quanto scritto riportiamo alcuni passaggi del decreto: Nel dettaglio, il riordino della Croce Rossa risponde a quattro finalità: anzitutto, la “valorizzazione dell’attività dei volontari” e la necessità di un assetto “più corrispondente ai principi di autonomia e indipendenza del Movimento istituzionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa”; poi il “completamento del risanamento della gestione” e la “riduzione nel tempo del contributo pubblico alla Croce Rossa Italiana da attuarsi unitamente al ricollocamento di personale in esubero presso altre pubbliche amministrazioni e alla crescita del finanziamento privato”. Per arrivare a questi risultati, il governo prevede tre fasi, nella prima delle quali, da attuare entro il 31 dicembre 2013, è prevista la fine del commissariamento e l’avvento un ordinamento democratico provvisorio (con un nuovo statuto votato in assemblea straordinaria). Nella seconda fase, che parte con il 2014, si prevede la costituzione di una “nuova associazione privata di interesse pubblico” (sarà formalmente un’associazione di promozione sociale) alla quale saranno trasferiti tutti i compiti svolti prevalentemente da volontari (soccorso, attività umanitarie e di protezione civile, sociali, formative, ecc.). L’associazione potrà, come ogni altro soggetto privato, stipulare convenzioni e accedere ai fondi per il volontariato, per la protezione civile e la cooperazione internazionale, come pure al “cinque per mille”. Parallelamente a questi passi, l’Ente Croce Rossa cambierà denominazione e manterrà solamente “funzioni di supporto tecnico-logistico dell’attività dell’associazione”, operando come intestatario di beni e personale, a disposizione temporaneamente e a titolo gratuito per l’associazione. E’ durante questa fase che il nuovo ente sarà chiamato a ripianare i debiti e a ricollocare il personale in eccedenza, ad eccezione di quello assunto con contratti di diritto privato dall’associazione. Il ripiano dell’indebitamento sarà realizzato “dismettendo beni non necessari, accantonandone altri per il ripiano di possibili debiti connessi a procedure giurisdizionali in corso, trasferendo all’associazione i beni modali funzionali all’associazione, mettendo a reddito altri beni, rinunciando a donazioni non funzionali alla Croce Rossa”. La terza e ultima fase, infine, prenderà il via a partire dal gennaio 2017: l’ente viene soppresso e messo in liquidazione, mentre all’associazione sono trasferite tutte le funzioni attualmente esercitate dalla Cri “ente pubblico”. Il decreto prevede che la liquidazione si prolungherà poi per il tempo necessario per il trattamento di personale ancora eccedente. L’intero processo di riordino, come detto, non comporterà “nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. C'è sempre una spiegazione a tutto… ce la daranno?" Conclude Iannotta.