BRACCIANO IMPIANTO BIOGAS, SEL SOSTIENE LA BATTAGLIA AVVIATA DAL COMITATO TERRA NOSTRA

Sel Bracciano: "La nostra assoluta contrarietà alla realizzazione dell’impianto del Sasso discende dalle considerazioni fatte: grandi dimensioni e potenza installata, ricorso a risorse importate e di qualità, impiego di grandi quantità di un bene prezioso quanto sempre più limitato come l’acqua, rischi per l’ambiente e per la salute, sono elementi che caratterizzano l’iniziativa come insostenibile sotto tutti i punti di vista."

 

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo da Circolo SEL Lago di Bracciano

"Il circolo SEL Lago di Bracciano condivide in pieno e sostiene la battaglia avviata dal Comitato Terra Nostra contro l'impianto a biogas che si intende realizzare al Sasso, un’iniziativa che, qualora si concretizzasse, avrebbe ripercussioni negative su un’area molto vasta in termini di ostacolo allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile e di abbassamento della qualità dell’ambiente e della vita dei cittadini.
L’impianto dovrebbe realizzare, mediante batteri in assenza di ossigeno, un processo di fermentazione di biomasse che vengono così trasformate in biogas da impiegare successivamente come combustibile per la produzione di energia elettrica e calore.

Con il termine “biomasse” si intende un vasto insieme di materiali, sia beni primari che scarti e rifiuti.
Le biomasse vegetali, terrestri e marine, sono prodotte per effetto del processo di fotosintesi clorofilliana con l’apporto dell’energia solare, di acqua e di sostanze nutritive e comprendono: 1) i residui forestali derivanti dalla manutenzione dei boschi e dall’industria del legno; 2) i sottoprodotti agricoli come paglie, ramaglie di potatura, ecc..; 3) i residui agroindustriali costituiti da sanse, vinacce, lolla di riso ed altri prodotti provenienti da riserie, distillerie, oleifici; 4) la componente organica dei rifiuti solidi urbani; 5) i prodotti delle coltivazioni agricole e della forestazione; 6) le colture finalizzate alla produzione di biomasse (erbacee e legnose) per lo sfruttamento energetico diretto (combustione) o per la realizzazione di biocombustibili liquidi o gassosi: girasole, colza, canna da zucchero, sorgo, pioppo, acacia ed eucalipto, e anche alghe e mais.
Le biomasse non vegetali sono i prodotti organici derivanti da attività biologica animale, quali le deiezioni degli allevamenti.
Sull’impiego energetico delle biomasse si è sviluppata una branca, la bioenergia, che ha assunto un grande interesse a livello internazionale; essa prevede una varietà di soluzioni impiantistiche per la produzione di energia – elettrica, termica, oppure entrambe contemporaneamente in sistemi di cogenerazione – e biocombustibili per impianti fissi o per autotrazione (in sostituzione di benzina e gasolio).

Non tutte le soluzioni, però, sono coerenti con l’idea che noi abbiamo di uno sviluppo sostenibile sul piano ambientale, economico e sociale.
Ad esempio, la stessa FAO da tempo ha lanciato l’allarme contro la trasformazione di grandi estensioni agricole originariamente adibite alla coltivazione di prodotti per l’alimentazione e poi dedicate alla produzione di biomasse destinate all’industria della bioenergia; analogo rischio viene dalla deforestazione di vaste di aree da asservire sempre a questi fini. Su scala locale, la destinazione di svariati ettari – anche parecchie centinaia – di terreno a fini energetici altera sicuramente l’equilibrio dell’intero comprensorio compromettendo un settore cruciale come quello dell’agricoltura.
Ancora, per ciascun processo di trasformazione occorre considerare non solo il tipo di biomassa impiegata (materiali pregiati come il mais, oppure scarti di vario tipo, reflui da allevamenti animali, frazione organica da raccolta differenziata dei rifiuti in alternativa al compostaggio, ecc..) ma anche le altre risorse necessarie, a cominciare dall’acqua e dall’energia richiesta per il funzionamento degli impianti, oltre alle possibili fonti di inquinamento e di rischi per la salute.
Inoltre, la taglia rappresenta un fattore cruciale per questi impianti, che hanno ragion d’essere soltanto se si pensa a infrastrutture di piccola potenza distribuite sul territorio (generazione distribuita) per l’autoproduzione di energia e per l’impiego in distretti locali: grandi impianti richiedono biomasse importate anche da molto lontano non essendo disponibili sufficienti risorse locali, comportano inaccettabili carichi sull’ambiente, e sono appetibili alle società finanziarie interessate ai lauti incentivi pubblici piuttosto che ad un sano ed equilibrato sviluppo del territorio.
Le biomasse rappresentano una importante risorsa energetica che può contribuire, seppure in piccola parte, a limitare l’uso dei combustibili fossili e a ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera; ma il loro impiego richiede una seria "analisi del ciclo di vita (LCA)", per valutare complessivamente benefici e danni che l’intero ciclo comporta: l'uso che se ne fa, o si vorrebbe fare, sfocia sempre più' in processi che nulla hanno a che fare con lo "sviluppo sostenibile", e troppo spesso costituisce l’alibi per lo stravolgimento di ogni logica di sostenibilità ambientale e la scusa per garantire lauti profitti a lobby finanziarie sempre più ingorde, come è già' avvenuto per i grandi impianti fotovoltaici.
La nostra assoluta contrarietà alla realizzazione dell’impianto del Sasso discende dalle considerazioni fatte: grandi dimensioni e potenza installata, ricorso a risorse importate e di qualità, impiego di grandi quantità di un bene prezioso quanto sempre più limitato come l’acqua, rischi per l’ambiente e per la salute, sono elementi che caratterizzano l’iniziativa come insostenibile sotto tutti i punti di vista.
E’ inaccettabile, infine, che interventi di questa portata vengano programmati e decisi senza il minimo coinvolgimento della popolazione, in spregio anche alle più blande ipotesi di democrazia partecipata.
Noi chiediamo una decisa inversione di tendenza da parte delle amministrazioni interessate, auspicando che prendano atto della costituzione di un ampio movimento che vuole essere protagonista delle scelte che riguardano la qualità della vita di tutti i cittadini.
La lotta contro l’impianto del Sasso si collega alla iniziativa nazionale di SEL che sta chiedendo al Governo di approvare, secondo quanto previsto dall’art.66 del decreto-legge n. 1 del 2012, il primo decreto attuativo con l’elenco delle terre demaniali da assegnare a giovani agricoltori.
L’immobilismo dei Ministeri sta di fatto bloccando anche le iniziative degli Enti locali. Dove infatti sono state avviate delle vertenze, le Regioni e i Comuni oppongono alle richieste di cooperative e società di giovani anche l’assenza di indicazioni attuative da parte dell’amministrazione centrale, oltre alle ben note motivazioni legate agli “appetiti” urbanistici e alla necessita di “fare cassa”.
Ribadiamo con forza le nostre richieste per:
–    l’immediata pubblicazione del decreto attuativo con il primo elenco di terre pubbliche da assegnare ai giovani;
–    la priorità dell’assegnazione in affitto, con contratto agrario, per mantenere il carattere di “bene comune” delle proprietà pubbliche;
–    l’emanazione di una circolare attuativa per le Regioni e gli Enti locali, titolari di gran parte del patrimonio pubblico a vocazione agricola, che fornisca tutte le indicazioni procedurali necessarie e consenta di sgomberare il campo dagli alibi burocratici."

 




MARINO CAUSA BACCO JAZZ, IL COMUNE DA ADDOSSO AL SUO ASSESSORE. L'APPELLO DELL'ASSOCIAZIONE: OTELLO BOCCI… DIMETTITI!

Galea: “L’assessore Bocci ha rilasciato un documento ufficiale su carta intestata del Comune con tanto di timbro e firma di un assessore alla Cultura che impegnava l’Ente a corrispondere 5.000 euro per la manifestazione. Asserire ora che Bocci non poteva emettere tale documento significa che l’Assessore ha sbagliato e pertanto deve essere destituito dalla sua carica per incapacità"

 

Angelo Parca

La prima udienza Bacco Jazz ha messo a segno un paradosso: il Comune di Marino si è difeso scaricando la responsabilità sul proprio assessore alla Cultura asserendo, sostanzialmente, che Otello Bocci non si sarebbe potuto impegnare per l'ente se non c'era la copertura di bilancio e che quindi, semmai, la responsabilità deve essere posta a carico personale dello stesso assessore. Questa la linea legale adottata dal Comune nella causa intentata dall’associazione Bacco Jazz, difesa dall’avvocato Antonio Donatone per avere il contributo promesso dal Comune di Marino. Ecco i fatti: l’assessore Bocci si è impegnato, con atto timbrato e firmato di suo pugno su carta intestata del Comune, a contribuire con 5 mila euro all’organizzazione della manifestazione che ha avuto luogo a Marino lo scorso giugno 2011 con un successo non solo di presenze ma anche mediatico. All’impegno di spesa non è seguito alcun contributo. Un tam tam di telefonate non andate a segno indirizzate agli amministratori marinesi non hanno dato l’esito sperato, tanto che si è arrivati in tribunale vista l’impossibilità di arginare una condotta discutibile da parte del Comune, il quale prima si impegna e poi si ritira, lasciando l’associazione in serie difficoltà a doversi fare intero carico dell’organizzazione del Festival. L’assurdità viene perseverata davanti al giudice, quando lo stesso legale del comune asserisce: "Questo difensore ritiene allora che nel caso di specie la controparte possa al più aver allegato a sostegno della propria pretesa una semplice mera promessa di pagamento formulata di propria iniziativa dall'Assessore alla Cultura Sport e Spettacolo e all'adempimento della quale quest'ultimo potrebbe eventualmente essere tenuto in proprio nell'ambito di un diverso giudizio". Tempestiva la reazione del responsabile dell’organizzazione del Bacco Jazz Festival Ivan Galea che non esita, forte della difesa dell’Ente, a chiedere le dimissioni di Otello Bocci: “L’assessore Bocci ha rilasciato un documento ufficiale su carta intestata del Comune con tanto di timbro e firma di un assessore alla Cultura che impegnava l’Ente a corrispondere 5.000 euro per la manifestazione. Asserire ora che Bocci non poteva emettere tale documento significa che l’Assessore ha sbagliato e pertanto deve essere destituito dalla sua carica per incapacità. Questo non è avvenuto fino ad oggi. Perciò il Comune pagasse e poi si rifacesse sul suo assessore. Grazie a queste persone, quest’anno a Marino non si è potuto organizzare la seconda edizione che probabilmente sarà organizzata a settembre in un altro Comune dei Castelli Romani dove gli assessori sanno fare il loro lavoro. Ma quando mai si è visto che un componente di una giunta non ha facoltà di concedere contributi sebbene sia in possesso di timbro e carta intestata?”. Intanto la causa è stata rinviata per la precisazione delle conclusioni e per il deposito delle note conclusive al 26 ottobre prossimo.

tabella PRECEDENTI:

18/05/2012 MARINO, CASO BACCO JAZZ: IL COMUNE SI AFFIDA A UN LEGALE.
14/05/2012 MARINO, FISSATA L'UDIENZA BACCO JAZZ
20/03/2012 MARINO, BACCO JAZZ, IL RITORNO… DAVANTI AL GIUDICE
15/03/2012 MARINO, BACCO JAZZ, ARRIVA UNA LETTERA UFFICIALE DEL COMUNE: NON C'ERANO I SOLDI PER PAGARE LA MANIFESTAZIONE
18/01/2012 L'ASSESSORATO ALL'AMBIENTE DELLA REGIONE LAZIO CONCEDE IL CONTRIBUTO AL BACCO JAZZ FESTVAL
12/01/2012 MARINO, L'IDV CHIEDE CHIARIMENTI AL SINDACO: LA SALA LEPANTO E BACCO JAZZ FESTIVAL
10/01/2012 IL COMUNE DI MARINO NON PAGA IL BACCO JAZZ FESTIVAL



ANGUILLARA, 2 SI PER L’ACQUA BENE COMUNE: UN ANNO DOPO

Forse ad Anguillara si potevano raccogliere delle firme per tentare una “class action” verso l’Ente gestore (il Comune), quantomeno al fine di ottenere riduzioni sulla bolletta dell’acqua “avvelenata”. I motivi per i quali questo non è stato fatto, per lo meno fino ad oggi, lo potrebbe spiegare il movimento civico che dell’“acqua bene comune” ne ha fatto il proprio vessillo.

 

Emanuel Galea

Lo scorso 14 luglio, pubblicavamo l’articolo intitolato “LAZIO EMERGENZA ARSENICO, APPELLO AI COMUNI: SE ADERITE AL NUOVO RICORSO SONO POSSIBILI 1.500 EURO A FAMIGLIA” dove si parlava di un’azione giudiziaria collettiva promossa dal Codacons, gratuita per tutti i propri iscritti con la quale si chiederà il risarcimento di 1.500 euro, calcolato in via equitativa, per ciascun aderente e la riduzione della tariffa idrica applicata dalle relative Ato che distribuiscono acqua “avvelenata”. Sono stati inoltre indicati, tra gli altri, i Comuni dell'hinterland e dei Castell Romani che  possono aderire al ricorso fino alla data del 31 agosto: Aprilia, Albano, Ardea, Ariccia, Genzano, Lanuvio, Lariano, Velletri, Castel Gandolfo, Ciampino, Castelnuovo di Porto, Trevignano Romano, Tolfa, Bracciano, Sacrofano, Formello, Civitavecchia, Santa Marinella, Anzio, Nettuno, Campagnano di Roma, Magliano Romano, Mazzano Romano. Grande assente, non elencato tra i possibili aderenti al ricorso, risulta essere il Comune con la situazione più critica: Anguillara Sabazia, non aderente Acea.

Sempre nell’articolo del 14 luglio, per chi tiene a cuore gli interessi della cittadina lacustre, venivano date due notizie sicuramente importanti: La prima notizia è che Anguillara, ed in particolare i residenti di Ponton dell’Elce e quelli di Colle Biadaro, si trovano in una situazione discriminante rispetto i residenti dei 23 comuni che potranno aderire alla class action promossa dal Codacons, infatti i cittadini di Ponton dell’Elce e di Colle Biadaro, probabilmente perchè non essendo il Comune aderente Acea, ne rimarrano esclusi.

Forse ad Anguillara si potevano raccogliere delle firme per tentare una “class action” verso l’Ente gestore (il Comune), quantomeno al fine di ottenere riduzioni sulla bolletta dell’acqua “avvelenata”. I motivi per i quali questo non è stato fatto, per lo meno fino ad oggi, lo potrebbe spiegare il movimento civico che dell’“acqua bene comune” ne ha fatto il proprio vessillo.

Altra notizia importante e che non può passare certamente in sordina è quella denunciata dallo stesso assessore Enrico Stronati. La situazione dei parametri dell’arsenico (e anche del fluoruro n.d.r) nell’acqua, di questi quartieri di Anguillara, preoccupa l’Assessore. E i cittadini non si sono certamente tranquillizzati leggendo nell’articolo dello scorso 14 luglio l’appello di Stronati all’assessore regionale all’ambiente Marco Mattei: “Ci auguriamo che la Regione capisca la nostra emergenza e riconsideri la copertura finanziaria in sede di assestamento di bilancio del finanziamento di circa 450 mila euro promessi da oltre un anno dall'assessore Mattei. Con i fondi non solo potremmo realizzare subito uno dei due impianti necessari ma riusciremmo ad evitare la possibile sanzione che oscillerà tra 10 e i 15 milioni di euro che la Corte di Giustizia Europea potrebbe comminare alle amministrazioni locali”. Ad Anguillara ci manca solo una simile iattura della Corte di Giustizia Europea per farla sprofondare completamente nel fondo insondabile del suo lago.
Se i movimenti hanno delle proposte sarebbe ora di metterle sul piatto e chi è preposto a provvedere prepari il piano “B”,  tante le volte la Regione non dovesse capire. Non si può tenere sotto la spada di Damocle un’intera cittadina.

tabella PRECEDENTI:

14/07/2012 LAZIO EMERGENZA ARSENICO, APPELLO AI COMUNI: SE ADERITE AL NUOVO RICORSO SONO POSSIBILI 1.500 EURO A FAMIGLIA
03/07/2012 ANGUILLARA EMERGENZA ARSENICO: L’ASSESSORE MATTEI MANTENGA LE PROMESSE FATTE IN CAMPAGNA ELETTORALE
28/06/2012 ANGUILLARA, ACQUA ALL’ARSENICO È SEMPRE EMERGENZA
27/06/2012 ANGUILLARA EMERGENZA ARSENICO: LA FONTE CLAUDIA E’ LA SOLUZIONE
11/06/2012 ANGUILLARA E' ALLARME FLUORO: LA SALUTE NON PUO’ ASPETTARE.
26/05/2012 ANGUILLARA, LA SALUTE NON E’ IN VENDITA
06/03/2012 LAZIO EMERGENZA ARSENICO, IN PROVINCIA DI ROMA ANGUILLARA HA SITUAZIONE CRITICA

 


 




BORGO MONTELLO RIFIUTI TOSSICI, ZARATTI (PRESIDENTE COMMISSIONE SICUREZZA): “VIA AGLI SCAVI È ATTO CHE RESTITUISCE CREDIBILITÀ ALLE ISTITUZIONI”

Angelo Parca

“C’è la volontà di tutte le istituzioni (Regione Lazio, Comune di Latina, Arpa Lazio) di andare fino in fondo nella vicenda mai chiarita che riguarda la possibile presenza di fusti tossici nel sito ‘S0’ della discarica di Borgo Montello”. Lo dichiara Filiberto Zaratti, Presidente commissione regionale sicurezza integrazione sociale lotta alla criminalità. “Dare il via agli scavi – dice Zaratti – è il primo atto che restituisce credibilità alle istituzioni e dà speranza ai cittadini affinché si faccia luce su una vicenda al centro di molti misteri. Basti ricordare le dichiarazioni di pentiti dei Casalesi che hanno riferito con dovizia di particolari il business dello smaltimento di rifiuti nella provincia pontina”. “Dalle dichiarazioni rese in commissione dall’ex direttore della discarica, Achille Cester, sono emersi fatti inquietanti – dice Zaratti – fino alla chiusura del sito ‘S0’ vi è stata infatti una gestione lassista e poco trasparente che potrebbe aver permesso di interrare rifiuti tossici, industriali, ma anche radioisotopi.  C’è poi lo studio dell’Arpa, del dottor Marchetti (da sempre in prima linea come consulente delle procure antimafie campane) che ha evidenziato con certezza la presenza di metalli pesanti e l’inquinamento delle falde acquifere di Borgo Sabotino”. “Ma durante l’audizione è emersa anche la possibilità che eventuali rifiuti tossici possano essere stati sversati in aree limitrofe al sito ‘S0’ – aggiunge Zaratti – considerando che fino al 1994 la discarica è stata uno dei pochi siti Italiani autorizzati a smaltire rifiuti industriali”. “L’importante è iniziare  con tutte le verifiche e le opportune azioni di indagine sul sito – conclude Zaratti – E’ inoltre mia intenzione continuare a monitorare l’andamento dei lavori. Apprezzo infine la volontà e l’impegno del vicesindaco di Latina Fabrizio Cirilli di istituire un osservatorio per la trasparenza sui lavori, aperto alle associazioni ambientaliste e alle comunità locali”.
 




TARQUINIA – POLO DI CENTRODESTRA: “CONVOCARE SUBITO CONSIGLIO COMUNALE E QUELLO DELL’AGRARIA SULLA QUESTIONE DEGLI AFFITTI CASERME POLIZIA E CARABINIERI.”

Alberto De Marchis

“Chiediamo la convocazione urgente del consiglio comunale e di quello dell’Università Agraria, per discutere sulla questione degli affitti che il Governo Monti non vuole più pagare per l’uso degli edifici che ospitano il commissariato di polizia e la caserma dei carabinieri. – Fa sapere attarverso una nota il portavoce del Polo di Centrodestra di Tarquinia, che prosegue – Il primo è di proprietà del comune, il secondo è dell’università agraria di Tarquinia. Dopo la nostra denuncia dei giorni scorsi, registriamo positivamente i ringraziamenti del presidente dell’università agraria Alessandro Antonelli, anche lui giustamente preoccupato per il provvedimento che di fatto costringe gli enti locali a dare in affitto gratuito allo Stato i beni che quest’ultimo utilizza per i fini istituzionali. Il colmo si raggiunge proprio con l’università agraria, che, come ha sottolineato il presidente, non è abbastanza ente locale per essere esentata dal pagamento dell’Imu ma lo diventa quando c’è da dare in uso gratuito l’edificio che ospita la caserma dei carabinieri allo Stato. Oltre il danno anche la beffa. Le spese statali per la sicurezza vengono riversate sui cittadini tarquiniesi, che debbono anche accollarsi la manutenzione straordinaria di tali immobili. Infatti, negli ultimi 7 anni, l’università agraria ha fatto interventi sulla caserma dei carabinieri per quasi 110.000 euro, mentre a tutt’oggi lo Stato è moroso per 112.680 euro di arretrati, oltre la rivalutazione Istat. Fermo restando l’importante e irrinunciabile presenza delle forze di polizia sul territorio, se il decreto legge sarà confermato dal parlamento priverà i bilanci degli enti locali di importanti risorse. Chiediamo la convocazione urgente del consiglio comunale e di quello dell’università agraria, per decidere le azioni da intraprendere per bloccare questo iniquo provvedimento governativo.” Conclude la nota.
 




NEMI, QUEL "BRUTTO ANATROCCOLO" DI UNA PANDA E LA STORIA DI UNA PUNTO MESSA A PUNTO DAVVERO "SCINTILLANTE"

Dov’è stata “l’attenta valutazione” sbandierata dal Comune e la “convenienza economica” che si è consumata a vantaggio dei cittadini? Si può arrivare a pagare una Panda del 2007 ben 4.643,98 euro? Bell’affare per non dirla alla francese.

Intanto proprio Lombardi, ha tirato fuori una punto messa a punto davvero scintillante…tanto scintillante, coincidenza e caso vuole, da far riflettere di vernice fresca anche la Mercedes ML del primo cittadino! Tutto in poco e stringato e coincidente tempo. 

 

Redazione

E’ vero che oggi con i moderni ritrovati anche il più brutto degli anatroccoli può sembrare un principe….certo, tolta l’immaginaria attesa di Godot, rimane la sostanza fatta di brufoli e imperfezioni e diciamolo…affatto oliata e con poche “cartucce ancora da sparare”.

A Nemi si è chiacchierato molto sull’acquisto della Panda da parte del Comune, e si sono formati, come al solito, due opposte tifoserie da stadio. La prima: “e che vuoi che sia, con questa Panda…ci siamo stufati”. La seconda: “ma forse pensano che siamo scemi…bell’affare che hanno fatto, tanto chi paga siamo noi!”. Forse…c’è pure la versione di chi dice…”a me non importa proprio nulla” che in questo attuale momento storico può essere la più gettonata.


Eppure, quando si ha un sassolino nella scarpa non si può camminare a lungo con questo fastidio, quindi faremo le nostre osservazioni per poi archiviare, almeno per il momento, questa storia. Qualcuno forse, se avesse parlato ad un amico, ma non è il nostro caso, avrebbe riassunto la vicenda di fronte ad un caffè, liquidandola in pochi secondi: “è il classico marchettone elettorale”. Finito.

Ecco i nostri dubbi e le nostre constatazioni: può essere che una macchina (Fiat Panda) immatricolata a novembre del 2007, adoperata come vettura da noleggio senza conducente, venga acquistata a fine marzo 2012 dalla carrozzeria Lombardi di Nemi (a poco più di un mese dalle elezioni) allo stracciatissimo prezzo di 1.500 euro? Doveva essere in condizioni pietose!

Inoltre, nella risposta che il Comune ha dato all’interrogazione del consigliere d’opposizione Cinzia Cocchi, viene chiaramente evidenziato che è stato applicato il massimo della valutazione Quattroruote  (euro 3.800,00 + IVA) in quanto il veicolo in questione risulta avere meno di 30 mila km. Non è così, in quanto, come si evince dal preventivo della carrozzeria Lombardi agli atti, il veicolo presenta 33.300 km, quindi risulta ingiustificata l’applicazione dell’aumento di 205,98 euro rispetto al valore minimo di mercato di euro 3.433,00.

Inoltre la valutazione Quattroruote è intesa per un autovettura del 2007 in buono stato: allora perché al prezzo (valutato al massimo e non al minimo) applicato da Lombardi al Comune si è dovuto aggiungere anche il surplus del cambio gomme? Dov’è stata “l’attenta valutazione” sbandierata dal Comune e la “convenienza economica” che si è consumata a vantaggio dei cittadini? Si può arrivare a pagare una Panda del 2007 ben 4.643,98 euro? Bell’affare per non dirla alla francese.

Nello stesso momento c’è la storia della Punto rimessa a punto: è stata riparata la macchina dei vigili per euro 1.500, sempre alla carrozzeria Lombardi. Per i lavori di carrozzeria si sono spesi 800 euro e tutto il resto è finito per cambio olio, batteria, spazzolette dei tergicristalli e chi più ne ha più ne metta. Risultato? Una carrozzeria, che sarebbe forse più giusto chiamare “centro carrozzeria, meccanico, gommista, elettrauto….” ecc..(i lettori vogliano scusare il contenuto “tuttofare” ma oggi si è per forza o per voglia multiforma e multi faccia), Intanto proprio Lombardi, ha tirato fuori una punto messa a punto davvero scintillante…tanto scintillante, coincidenza e caso vuole, da far riflettere di vernice fresca anche la Mercedes ML del primo cittadino! Tutto in poco e stringato e coincidente tempo. 
 




ROMA CINECITTA' STUDIOS: PARTITO L'ESPOSTO IN PROCURA CONTRO IL PIANO INDUSTRIALE

Alberto De Marchis

Un esposto contro il nuovo piano industriale di Cinecittà è stato presentato alla Procura della Repubblica di Roma dal senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica insieme ai lavoratori degli studios che da giorni sono riuniti in presidio permanente di fronte gli stabilimenti cinematografici. «Il piano – ha scritto Stefano Pedica nell'esposto presentato ieri mattina 16 luglio a Piazzale Clodio – annunciato solo in conferenza stampa dall'Italian Entertainment Group, la società guidata da Luigi Abete che controlla Cinecittà Studios, prevede, oltre alla realizzazione di un teatro di posa, anche la costruzione, nello stesso complesso immobiliare, di alcuni servizi di ristorazione, sia un albergo con annessa area benessere fitness e, secondo quanto anticipato dagli organi di stampa, anche di un parcheggio sotterraneo a due piani con ben 6mila posti auto.” Nell'esposto, si evidenzia che la crisi di Cinecittà è iniziata dal 1997 con la privatizzazione dell'ente e “dall'eccessivo innalzamento dei prezzi da parte di Abete con conseguente impossibilità per gli operatori del settore di avvalersi della struttura”. Pedica ha inoltre chiesto pubblicamente l'intervento degli Enti locali, sindaco, presidente della Provincia e Regione, affinchè si inserisca Cinecittà nei siti patrimonio dell'Unesco.  “Ci chiediamo anche perchè – ha detto Pedica – si sta esternalizzando tutto e non si utilizzano più le maestranze interne a Cinecittà che sono persone preparate e qualificate e che hanno sempre dato una buona immagine della nostra città”. Il senatore Idv ha inoltre annunciato una raccolta di firme da presentare al Capo dello Stato per chiedere il riconoscimento di Cinecittà nel patrimonio dell'Unesco. Alla protesta si è unito anche il minisindaco Sandro Medici. ”Il X° Municipio è molto preoccupato per questa vertenza. Oltre ad esprimere solidarietà e sostegno ai lavoratori cogliamo un pericolo serissimo per questo territorio, cioè il definitivo svuotamento delle attività industriali degli stabilimenti. – Ha dichiarato Medici proseguendo – con tutta evidenza se si trasferiscono gli artigiani e si affittano interi segmenti produttivi come la post-produzione vuol dire che Cinecittà non ha più alcuna possibilità di sviluppo produttivo e che noi qui non avremo più uno stabilimento che dà lustro al territorio ma solo un luogo dove è possibile speculare”. Eppure qualche giorno fa Luigi Abete, presidente di Cinecittà Studios, aveva dichiarato: “sta venendo fuori un messaggio esattamente opposto a quello reale, ed è assolutamente falso. – Abete, inoltre, spiegava che – Si sta riorganizzando l'azienda e ampliando i servizi utilizzando aree limitrofe agli studi su terreni dello Stato in disuso e che allo Stato restano al termine della concessione. I sindacati sono contrari, ci accusano di voler fare una speculazione edilizia ma è falso”.

tabella PRECEDENTI:

10/07/2012 ROMA, GIU' LE MANI DA CINECITTA' E ISTITUTO LUCE. GLI AUTORI SI APPELLANO A NAPOLITANO E A MONTI
01/07/2012 ROMA GIU' LE MANI DA CINECITTA', IL MINISTRO ORNAGHI: SU CINECITTA' STUDIOS SPA NON HO POTERI DIRIGISTICI
22/06/2012 ROMA, GIU' LE MANI DA CINECITTA'.


 

 




ARICCIA ELEZIONI, LA RESPONSABILE DEL COMUNE INDAGATA PER SOPPRESSIONE DI DOCUMENTO

Cianfanelli: "Il mio timore è che si apra una brutta pagina che possa fare giurisprudenza se per mero vizio formale si possa arrivare al punto di far cadere un’amministrazione."

Di Felice: “In materia elettorale le irregolarità sono sempre sostanziali in quanto la disciplina normativa delle operazioni elettorali deve tutelare ex ante i contendenti."

 

Chiara Rai
Il Gip ha accolto la richiesta di incidente probatorio e la prosecuzioni delle indagini avanzata dal Pm nei confronti della responsabile della tenuta e revisione delle liste elettorali del Comune, indagata per soppressione di documento insieme ad ignoti. L’udienza si terrà il prossimo 19 settembre. Questa notizia cammina parallela alla vicenda delle elezioni di Ariccia dello scorso maggio 2011, di fatto annullate dal TAR assieme alle proclamazioni degli eletti. Da marzo scorso è insediato il commissario prefettizio Enza Caporale che nel caso si dovesse tornare alle urne, traghetterà la macchina amministrativa fino alle comunali 2013. A giorni sarà stilata la sentenza del Consiglio di Stato che lo scorso venerdì si è riunito per decidere nel merito avverso la sentenza emessa dal tribunale amministrativo. Nel caso non dovesse accogliere le irregolarità rilevate dal Tar, tornerà ad amministrare Ariccia, il sindaco di centrosinistra Emilio Cianfanelli che ha vinto poco più di un anno fa grazie a 32 voti di scarto rispetto al candidato col Terzo Polo Roberto Di Felice, che poi è uno dei maggiori promotori del ricorso accolto dal Tar. Mentre, la vicenda che ha la responsabile della tenuta e revisione delle liste elettorali del Comune, e che fa parte delle irregolarità rilevate dal Tar, è questa: nella sezione numero 15 risulterebbe mancante l'atto di nomina del Presidente della sezione. Per questo motivo, il TAR ritiene nulle le operazioni di voto poste in essere proprio a causa dell’assenza dell'atto di nomina del Presidente. La magistratura penale ha aperto un'inchiesta, sulla quale sta attivamente indagando, per accertare la verità e individuare le responsabilità personali riguardo alla vicenda della nomina del Presidente della sezione. Il centrosinistra ritiene l'irregolarità rilevata nella sezione 15 decisiva per giungere all'annullamento delle elezioni in quanto è quella che consentirebbe il superamento della prova di resistenza, ovvero il numero di voti contestati che, laddove fossero tutti riconosciuti a favore del ricorrente, non sarebbero comunque sufficienti a ribaltare il risultato elettorale. Una storia ingarbugliata che sembra non avere ne capo e ne coda: la responsabile della tenuta e revisione delle liste elettorali del Comune asserirebbe di non aver ricevuto, prodotto o visto sia l'atto di rinuncia che l'atto di nomina del presidente subentrato in sostituzione. Il marito della signora rinunciataria avrebbe dichiarato di aver presentato alla responsabile dell'ufficio elettorale l'atto di rinuncia della consorte e di aver indicato, su richiesta della stessa, il nominativo del presidente subentrato e infine il presidente subentrato che asserirebbe di aver ricevuto dal marito della signora rinunciataria l'atto di nomina redatto e firmato dalla responsabile dell'ufficio elettorale e di aver consegnato l'originale di tale atto alla Procura della Repubblica tramite i carabinieri della stazione di Ariccia. Questi particolari sono stati stilati dal centrosinistra in un dossier che sostanzialmente vuole dimostrare che le irregolarità rilevate dal Tar sarebbero meramente formali: “In tutta questa storia non ci sono stati brogli – dichiara il sindaco sospeso Emilio Cianfanelli – noi siamo parte danneggiata, siamo vittime. Il mio timore è che si apra una brutta pagina che possa fare giurisprudenza se per mero vizio formale si possa arrivare al punto di far cadere un’amministrazione. In questa vicenda non c’è dolo ovvero nelle irregolarità formali rilevate rimangono pienamente soddisfatte sia la libera espressione del voto e sia l'imparzialità della competizione”. Risoluto Roberto Di felice commenta: “In materia elettorale le irregolarità sono sempre sostanziali in quanto la disciplina normativa delle operazioni elettorali deve tutelare ex ante i contendenti. Faccio notare i diversi tentativi da parte della fazione avversa alla mia di suggestionare i giudici amministrativi, anche attraverso parlamentari ignari del caso nella sua complessità e completezza”.   

tabella PRECEDENTI:

12/07/2012 ARICCIA ELEZIONI, MALCOTTI: "AUGELLO PRESENTA INTERROGAZIONE URGENTE CONTRO IL TENTATIVO DEL CENTROSINISTRA DI SUGGESTIONARE IL CONSIGLIO DI STATO"
11/07/2012 ARICCIA ELEZIONI, VENERDI' IL VERDETTO DEL CONSIGLIO DI STATO
10/07/2012 ARICCIA ELEZIONI, DI FELICE: "LE INTERROGAZIONI DEL PD RIPRENDONO IN MODO PEDISSEQUO UNO SCRITTO DI CHIARO TENORE PARTIGIANO"
08/06/2012 ARICCIA, SPACCATURE NELLA COALIZIONE DI CIANFANELLI: DI FELICE, LIBANORI, STACCOLI E DI LAZZARO RISPONDO ALL'EX SINDACO
19/04/2012 ARICCIA ELEZIONI: IL COMMENTO DI DI FELICE A SEGUITO DELLE ORDINANZE COLLEGIALI DEL CONSIGLIO DI STATO
18/04/2012 ARICCIA, IL CONSIGLIO DI STATO RIDICE NO A CIANFANELLI
03/04/2012 ARICCIA ELEZIONI, IL GIORNO DEL GIUDIZIO
22/03/2012 ARICCIA ELEZIONI, IL CONSIGLIO DI STATO DICE NO A EMILIO CIANFANELLI
16/03/2012 ARICCIA ELEZIONI TAR, CIANFANELLI: "RICORREREMO IN CONSIGLIO DI STATO, LE IRREGOLARITA' RIGUARDANO LA MANCATA NOMINA DEL PRESIDENTE DELLA SEZIONE 15"
16/03/2012 ARICCIA ELEZIONI TAR, DI FELICE: "CIANFANELLI E' IN POLITICA PER DIFENDERE GLI INTERESSI, QUESTI SI' VERI, DEI PROPRI FIGLI"
11/03/2012 ARICCIA ELEZIONI TAR, IL SINDACO: IRREGOLARITA’ SOLO FORMALI”
10/03/2012 ARICCIA ELEZIONI, IL TAR ACCERTA IRREGOLARITA' NELLE OPERAZIONI ELETTORALI



FRASCATI, IL DISCORSO DEL VESCOVO MARTINELLI AL SANTO PADRE

[IL VIDEO DELLA VISITA DEL PAPA A FRASCATI DEL 15 LUGLIO 2012]

 

Redazione

Di seguito il discorso che il Vescovo di Frascati, Monsignor Raffaello Martinelli ha rivolto al Santo Padre in occasione della visita a Frascati. C'è bisogno di rafforzare la fede, c'è bisogno di sentirsi più uniti nella preghiera e di riaccendere grazie a quest'ultima, la speranza in un mondo migliore. Per questo è importante leggere il discorso di Monsignor Martinelli e ricordare le parole del Santo Padre. Buona lettura Beatissimo Padre, Il Signore Dio ci dona oggi la gioia speciale di stringerci a Vostra Santità, roccia su cui Cristo ha fondato e mantiene la Sua Chiesa, per celebrare l’Eucaristia, l’azione sublime di grazie, che Cristo innalza al Padre, offrendo se stesso in sacrificio di morte e di risurrezione, per fare di tutti noi il Suo Corpo. Ci uniamo con intensa letizia a Cristo Signore, consapevoli che il nostro inno di grazie, in questo straordinario incontro, è particolarmente ricco e motivato. Questa nostra celebrazione, infatti, è presieduta da Vostra Santità, Successore di Pietro, davanti a questa Cattedrale e questa piazza, che sono dedicate proprio a San Pietro. Vi concelebrano alcuni Successori degli Apostoli, tra cui il Suo principale collaboratore, Segretario di Stato e nostro Cardinale Titolare, il Cardinal Tarcisio Bertone e numerosi sacerdoti, collaboratori indispensabili e fedeli del Vescovo: quel Vescovo che, dopo aver sperimentato, per oltre un ventennio, l’amorevole e indefettibile servizio a Cristo e alla Chiesa vissuto quotidianamente da parte di Vostra Santità…, circa tre anni fa, fu scelto e consacrato da Vostra Santità per sposare questa meravigliosa Chiesa locale. Ed è proprio questa comunità ecclesiale, abbracciante anche alcuni popolosi quartieri della Città eterna di cui Ella, Beatissimo Padre, è Pastore, che desidera, oggi ancor di più, rendere grazie a Dio per gli innumerevoli benefici ricevuti, non ultimo quello di essere da sempre legata alla Sede di Pietro, come antica Diocesi suburbicaria, che ha goduto, in più occasioni, durante la sua storia bimillenaria, della presenza, azione, residenza di numerosi Papi. Nello stesso tempo questo rendimento di grazie diventa e si trasforma in preghiera di invocazione a Dio Padre. Preghiera fervida e incessante perchè la fede, di cui gode questa Comunità tuscolana fin dal secondo secolo, sia da Vostra Santità confermata e rafforzata, in ciascuno di noi, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità parrocchiali. Ne avvertiamo un immenso bisogno, anche per vivere, nel migliore dei modi, quell’anno della Fede che Ella ha indetto per tutta la Chiesa. Solo così questo terreno, ricco di bellezze naturali e fecondato dallo Spirito di Cristo, potrà fruttificare in nuove e abbondanti vocazioni religiose e sacerdotali, senza le quali non esistono né Eucaristia, nè comunità ecclesiale, e potrà fiorire in Chiese domestiche che, unite nella comunione sponsale dal Sacramento del matrimonio, donino, alla Chiesa e alla società, figli che siano testimoni gioiosi del Signore. A questa preghiera si uniscono in modo particolare i nostri ammalati, che offrono la loro sofferenza per la missione di Vostra Santità e per la crescita, nella santità, di tutti noi. Un piccolo segno, di questa comunione affettuosa e solidale con Vostra Santità, è anche il cesto che ora Le presentiamo, contenente le buste che varie istituzioni e singole persone offrono al Suo cuore di Padre e Pastore universale, per le Sue numerose attività caritative internazionali. Le chiediamo, Beatissimo Padre, di raccogliere tutte le buone ispirazioni presenti nel cuore di ciascuno di noi, di arricchirle con la Sua Benedizione Apostolica e di presentarle al Padre nostro che, su questo altare e in questa mattinata radiosa di sole, ci dona il Suo Figlio, nella potenza dello Spirito Santo.

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15/07/2012 FRASCATI, IL SANTO PADRE RIFLETTE SULL'ASSISTENZA SANITARIA…."ALLA PREDICAZIONE SI DEVE ACCOMPAGNARE LA CURA DEI MALATI"
06/07/2012 FRASCATI, DOMENICA 15 LUGLIO LA VISITA DEL PAPA ALLA DIOCESI.
09/05/2012 "IL CIELO IN TERRA", AL VIA LA NUOVA RUBRICA DE L'OSSERVATORE LAZIALE



VITORCHIANO, ARSENICO NELL'ACQUA: PER IL COMUNE VALORI NELLA NORMA, PER LA REGIONE ARSENICO ALLE STELLE

Lo scorso 4 luglio un laboratorio convenzionato con il Comune ha effettuato le analisi dei campionamenti dell’acqua, riscontrando valori di arsenico compresi fra 1 e 7 microgrammi per litro, quindi nella norma, però completamenti discordanti con quelli di Asl e Arpa, entrambe dipendenti dalla Regione, che il 27 giugno hanno rilevato valori tra 17 e 19”.

 

Angelo Parca

“Arsenico a Vitorchiano nonostante la presenza del dearsenificatore: come è possibile?” Se lo chiede il consigliere regionale del Pd, Giuseppe Parroncini, che sul tema ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, all’assessore all’Ambiente Marco Mattei, e scritto una lettera al direttore generale della Asl, Adolfo Pipino.

Questa è la storia. “L’amministrazione comunale di Vitorchiano – dice Parroncini – si è dotata, con propri fondi, di un impianto di dearsenificazione regolarmente funzionante per la completa potabilizzazione delle acque. Lo scorso 4 luglio un laboratorio convenzionato con il Comune ha effettuato le analisi dei campionamenti dell’acqua, riscontrando valori di arsenico compresi fra 1 e 7 microgrammi per litro, quindi nella norma, però completamenti discordanti con quelli di Asl e Arpa, entrambe dipendenti dalla Regione, che il 27 giugno hanno rilevato valori tra 17 e 19”.

Una situazione anomala, secondo il consigliere regionale del Pd, su cui occorre fare piena chiarezza. Per questo, oltre a presentare l’interrogazione con cui si invita la Regione a verificare se sono state poste in essere tutte le procedure per una corretta rilevazione da parte di Arpa e Asl, Parroncini ha scritto anche a Pipino. “Ritengo utile sottoporre le risultanze ad approfondimenti e a nuove verifiche, secondo modalità di piena trasparenza e collaborazione, scongiurando possibili frizioni e conflitti. Questa situazione ha infatti creato allarmismo tra la popolazione, fortemente cavalcato dall’opposizione. Sarebbe stato auspicabile effettuare le controanalisi, soprattutto in presenza dei valori riscontrati dal Comune”.

“Il mio intervento – conclude Parroncini – è ispirato esclusivamente alla volontà di ristabilire una condizione di serenità e fiducia fra istituzioni e di risolvere celermente il disagio che si è creato nell’intera comunità di Vitorchiano”.

tabella PRECEDENTI:

04/07/2012 VITERBO, LA POLVERINI, MATTEI E L'ARSENICO: GIU' LE MANI DALLE TASCHE DEI CITTADINI
03/07/2012 VITERBO, MATTEI E L'OMBRA DELL'ARSENICO: ENTRIAMO IN TALETE CHE FORSE CI SALVIAMO…
03/07/2012 ANGUILLARA EMERGENZA ARSENICO: L’ASSESSORE MATTEI MANTENGA LE PROMESSE FATTE IN CAMPAGNA ELETTORALE
13/06/2012 LAZIO EMERGENZA ARSENICO, E ORA COME FANNO I COMUNI SENZA SOLDI?
11/06/2012 LAZIO EMERGENZA ARSENICO: LA REGIONE CERCA 12 MILIONI, MA NE SPENDE 15 PER I VETTORI AEREI
15/05/2012 VITERBO, EMERGENZA ARSENICO: EQUITANI ILLUSTRA IL PERCORSO INDIVIDUATO DALL'ATO
05/04/2012 VITERBO, ARSENICO, PARRONCINI: “VICINI ALL'EMERGENZA TOTALE, LA REGIONE TROVI I FONDI”
09/03/2012 VITERBO, EMERGENZA ARSENICO. LA PROVINCIA CHIEDE POTERI STRAORDINARI
06/03/2012 LAZIO, EMERGENZA ARSENICO: PROROGATO IL TERMINE AL 31 DICEMBRE 2012


 




LATINA, NUOVE FACOLTA’ UNIVERSITARIE: INTERVENGONO IL SINDACO DI GIORGI E IL PRESIDENTE CALANDRINI

A. De. M.

“La mia proposta di avviare nuove Facoltà e Corsi di laurea a Latina è stata recepita con grande attenzione e celerità dal Rettore della Sapienza Luigi Frati. Ho accolto con grande soddisfazione le parole del Rettore e si tratta di un importante passo in avanti per l’ateneo di Latina”.                
Lo afferma il Sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi, che aggiunge: “Posto che l’Università a Latina rappresenta un patrimonio fondamentale da salvaguardare e sviluppare, il vero  tema che ci vede fortemente impegnati come Amministrazione è quello relativo al potenziamento del nostro ateneo per migliorare l’offerta a disposizione degli studenti, migliorare gli aspetti logistici e rendere davvero l’Università un elemento di forza in termini di ricerca, di attrattività e di ricadute economico-occupazionali e culturali per la città. In questo contesto abbiamo già compiuto passi concreti: dalla consegna di tre nuove aule per Medicina ad una progettazione nel rapporto con “La Sapienza” che possa portare a valorizzare il territorio e ampliare l’offerta formativa. Rientra in questo stretto rapporto di collaborazione tra Comune e Università la mia richiesta, formulata ne mesi scorsi al Rettore, di lavorare insieme per nuove Facoltà e Corsi di laurea a Latina, tra agraria,  veterinaria e lo Scienze Motorie. Del resto, l’approvazione nel mese di novembre da parte del Consiglio comunale di Latina dell’ordine del giorno che promuove lo sviluppo dell’università a Latina e il potenziamento della facoltà di medicina, rappresenta un segnale e un indirizzo importante chiaro fornito alla città circa l’impegno e gli obiettivi dell’amministrazione comunale e su cui si muove il mio impegno. Ringrazio, quindi, il Rettore Fati per aver accolto e dato seguito alle mie richieste, condivise, del resto, dall’intera maggioranza, e rinnovo la mia piena disponibilità per compiere insieme all’Università un comune percorso di crescita che deve rappresentare un punto imprescindibile per lo sviluppo della città e su cui l’Amministrazione intende puntare in maniera concreta”.             

Sul tema interviene anche il Presidente del Consiglio comunale, Nicola Calandrini: 
“Credo che l’annuncio del Rettore, Luigi Frati, è un punto di svolta del percorso dell’Università a Latina. Un percorso che il Consiglio Comunale aveva “anticipato” con un ordine del giorno che ribadiva la scelta di “Latina Città Universitaria” chiedendo anche di “progettarla”. In questi giorni il percorso della facoltà di Medicina cresce liberando anche l’ospedale civile Santa Maria Goretti da una funzione che non gli era propria, utilizzando le strutture dell’Icot. L’università è una risorsa per la Città nella formazione e nella ricerca, aggiungendo servizi e non sottraendoli. Nel “razionalizzare” la presenza dell’Università il Consiglio Comunale aveva espresso anche il bisogno di un “futuro” universitario. Oggi Frati annuncia l’arrivo di nuove facoltà (scienze motorie e agraria), tra le altre cose la facoltà di agraria sarebbe l’unica della Sapienza, sarebbe anche una facoltà che insiste nella prima provincia laziale per produzione di valore aggiunto nel settore e tra le prime otto province italiane. Agraria diventa quindi non solo attrattore di studenti da fuori Provincia, ma riferimento dello sviluppo dell’agricoltura pontina, una funzione che ha avuto nel corso del dopoguerra l’istituto San Benedetto di Borgo Piave. Avevamo segnalato nel confronto sull’Università a Latina che la sua crescita era stata esponenziale ma anche legata, forse troppo, ad una domanda che aveva come riferimento la provincia pontina. Oggi questa considerazione viene fatta propria dalla stessa Sapienza che rilancia facendo diventare Latina un  polo di attrazione di intelligenze che travalica i confini provinciali, prende corpo l’idea di questa Città come attrattore universitario. Una scelta importante davanti alla crisi di modelli di sviluppo che vedevano Latina legata prima all’industria, poi ai servizi e oggi ad un destino forse di declino. Frati introduce un percorso anticiclico portando alla Città, e alla provincia, nuove funzioni. La facoltà di agraria insiste su un tessuto di migliaia di imprese agricole, centri di eccellenza nella commercializzazione come il Mof e anche il Mol di Latina, filiere di trasformazione e ora anche la possibilità di azioni di ricerca entrando in una dialettica virtuosa con le facoltà di agraria di Perugia, Napoli-Portici, e della Tuscia.  E’ una occasione per riprogrammare il nostro sviluppo, credo che di questo debba occuparsi al più presto il consiglio comunale e l’intera opinione pubblica cittadina. Università e crescita sono due termini compatibili e capaci di trasformarsi in opportunità. Medicina è un valore aggiunto per l’offerta di salute pontina, oltre alle funzioni di formazione e ricerca che le sono proprie, agraria e scienze motorie sono opportunità per ripensare le funzioni della città”.