PADOVA, BAMBINO PRELEVATO CON LA FORZA: MANGANELLI HA DISPOSTO INCHIESTA INTERNA

Redazione

Il Capo della Polizia Manganelli ha immediatamente disposto un'inchiesta interna sulla vicenda del bambino prelevato ieri da scuola in provincia di Padova. Il filmato integrale della Polizia è stato trasmesso all'Autorità Giudiziaria per l'attività di competenza della stessa. "Profondo rammarico" per quanto avvenuto a Padova è espresso dal capo della Polizia raggiunto telefonicamente dall'Ansa. Manganelli porge le sue scuse ai familiari del bimbo prelevato da scuola a Cittadella (Pd) e assicura "massimo rigore nell'inchiesta interna avviata".

Il Presidente della Camera, Fini, che ha avuto un colloquio telefonico con il questore di Padova, ha chiesto al Governo di riferire quanto prima in considerazione delle richieste di informativa e delle interrogazioni parlamentari presentate in merito da deputati di vari gruppi sulla vicenda.

"Ho visto il filmato del ragazzo e, come tutti, sono rimasta turbata da queste immagini". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, aggiungendo che "prima di dare giudizi o emettere sentenze attendo serena di conoscere il risultato dell'indagine immediatamente avviata dal Capo della Polizia".
"Accetto le scuse ma non è modo questo di prelevare i bambini": così  la madre del bambino nel corso di "Check Point" su Tgcom24. "Questa violenza sui bambini deve finire. Bene le scuse, ma è ancora là dentro e non riesco a vederlo. Non so come sta, quanti ematomi ha, abbiamo solo la dichiarazione del padre che dice che sta bene, ma dubito perché lui dice bugie" ha aggiunto la madre.

Momenti concitati in un istituto nel padovano quando la polizia e' intervenuta per eseguire un provvedimento di affidamento in via esclusiva al padre, con collocamento in una comunita', di un ragazzino di 10 anni. L'opera degli agenti, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla sezione minori della Corte d'Appello di Venezia, e' stato reso difficile dall'opposizione di alcuni famigliari della madre del ragazzino che hanno cercato di impedire al padre, che era presente, di portare il figlio alla comunita' indicata dall'autorita' giudiziaria. L'intervento degli agenti e' stato eseguito presso la scuola – come e' stato precisato in serata – in quanto i tentativi fatti in passato presso la casa materna e dei nonni non avevano avuto l'esito sperato perche' il bambino si nascondeva alla vista degli assistenti sociali e del personale sanitario di volta in volta intervenuto. La polizia in considerazione del fatto che la Corte d'Appello ha recentemente rigettato un ricorso finalizzato alla sospensione del provvedimento di affidamento al padre presentato dalla madre, anche su indicazione di un consulente della stessa Corte d'Appello, aveva quindi individuato il plesso scolastico quale un luogo idoneo all'esecuzione del provvedimento. Le fasi concitate dell'opposizione dei contrasti tra agenti e i familiari sono state riprese in un video, pare girato da un'altra parente, che e' stato trasmesso da ''Chi l'ha visto''. No alla diffusione di immagini e dettagli lesivi della dignità del bambino prelevato a scuola dalle forze di polizia: è il richiamo del Garante per la privacy ai media e ai siti web. L'Autorità si riserva comunque di adottare eventuali specifici provvedimenti a tutela del minore. "E' incivile che il nostro bambino sia stato portato via in questo modo" dice tra le lacrime, la madre del bambino. La madre del bambino, assieme ai nonni del piccolo ed una mezza dozzina di mamme, ha messo in atto stamane una protesta con dei cartelli davanti alla scuola.
Sui cartelli scritte come "I bambini non sono né bestie né criminali, liberatelo" e ancora "i bambini vanno ascoltati. Da sei anni mia figlia vive un incubo e noi con lei – spiega il nonno – mia figlia ha ricevuto 23 querele dal suo ex marito, tutte archiviate. Il bambino vive con lei e non vuole vedere il padre che è percepito dal piccolo come troppo autoritario. Quello che è successo ieri è incredibile". Il bambino era visto dal padre, secondo gli accordi successivi alla separazione avvenuta otto anni fa, una volta alla settimana in colloqui protetti e trascorreva con lui due fine settimana al mese. Il padre, però, ha ottenuto recentemente dal tribunale dei minorenni una ordinanza che stabilisce la necessità dell'allontanamento dalla casa materna del bimbo, che attualmente si trova in una casa famiglia a Padova, in carico ai servizi sociali. Secondo quanto stabilito dal giudice della corte d'appello della sezione minori di Venezia, va recuperato il rapporto con il padre e per questo gli agenti ieri, assieme al consulente tecnico del pubblico ministero e ai tecnici dei servizi sociali, hanno prelevato il bambino da scuola. Nel mese di agosto e settembre altri due tentativi di portare via il piccolo dalla casa materna erano falliti per l'opposizione del bimbo, che per non essere portato via dalla madre, si era nascosto sotto al letto. Di qui la decisione di intervenire a scuola. "Sono andata nella casa famiglia con il pediatra e ho chiesto che il bambino venisse visitato, ma non mi è stato permesso" spiega ancora la madre. Mio figlio, ha spiegato la madre" è stato portato in comunità perché la Corte d'Appello di Venezia ha emesso un decreto sulla base del fatto che al bambino era stata diagnosticata la PAS (sindrome da alienazione parentale). Secondo la PAS, se il bambino non viene prelevato dalla famiglia materna e resettato in un luogo neutro, come una sorta di depurazione, non potrà mai riallacciare il rapporto con il padre. Tutto questo in base ad una scienza spazzatura che arriva dall'America". "In Italia – ha proseguito – ci sono modi più civili per far riallacciare i rapporti tra padre e figlio; il bambino vedeva suo padre in incontri protetti una volta alla settimana, ogni settimana". "Ieri sera sono andata nella casa famiglia nella quale è stato portato mio figlio, ma mi hanno impedito di vederlo. Ero con il pediatra e ho chiesto che il bambino venisse visitato perché, visto il modo barbaro con il quale è stato trascinato via da scuola, aveva sicuramente riportato qualche trauma, ma, soprattutto, volevo accertarmi del suo stato psicologico. Ma questo non mi è stato permesso", ha concluso.
"Ho salvato mio figlio e ora sta bene, è sereno. L'importante è questo. Ho pranzato, giocato alla playstation e poi cenato con lui e l'ho messo a letto. Era anni che non lo facevo ed è stata una bella emozione". Così racconta il padre, avvocato, del ragazzino. Il padre dice anche di essere riuscito ad abbracciare il figlio dopo che per tanti anni "ciò é stato impedito a me e ai miei famigliari, non solo dalla madre ma anche dai suoi parenti". "E' stata una spettacolarizzazione messa in atto dai familiari materni in una vicenda complessa": così il questore di Padova, Vincenzo Montemagno, ha commentato l'intervento. Montemagno ha evidenziato che è stato lo stesso padre del minore a chiedere un aiuto a un agente per prenderlo, visto che si divincolava, e farlo salire in auto. Il questore ha sottolineato che dopo 5 tentativi infruttuosi di convincere la madre, alla quale é decaduta la patria potestà da 5 anni, di far entrare nella sua abitazione i servizi sociali per accompagnare il figlio in una struttura protetta, è stato dato esecuzione al provvedimento del Tribunale dei Minori di Venezia. I giudici hanno disposto che, come riportato negli atti, "in mancanza di uno spontaneo accordo tra i genitori, sia il padre a occuparsi del figlio che potrà avvalersi dei servizi sociali e della forza pubblica". Ieri mattina il padre, dopo che il giorno precedente era andato a vuoto l'ennesimo tentativo di convincere la madre ad agire secondo disposizione della Corte d'appello, si è presentato alla scuola accompagnato da tre agenti dell'ufficio minori della Questura di Padova, tra cui due donne, e tutti in borghese, dal responsabile dei servizi sociali Lorenzo Panizzolo e dallo psichiatra (perito del tribunale) Rubens De Nicola. L'insegnante ha tentato prima di convincere il ragazzo a presentarsi in presidenza e poi è stato lo stesso preside a portare la scolaresca in palestra, permettendo così al padre di entrare in aula e raggiungere il figlio. Il ragazzo lo ha seguito, ma una volta fuori dalla scuola, in una uscita laterale si è trovato di fronte nonni e zii materni che hanno tentato di impedire che il nipote si allontanasse. Il genitore ha preso di forza il figlio, chiedendo aiuto a un agente. "L'operato è stato quello giusto – ha ribadito il questore – nell'interesse del bambino. Tutti, tranne chi stava operando ha voluto esasperare questa situazione". Riguardo alle dichiarazioni fatte da una ispettrice davanti alle richieste fatte probabilmente da una zia del ragazzo, il questore ha chiarito: "di fronte alla resistenza di una donna e la richiesta di questa di vedere gli atti della corte d'appello, l'ispettrice si è qualificata dicendo poi 'lei non e' nessunò, intendendo così ribadire che la donna non aveva alcuna autorità in quanto non titolare della patria potestà e anche perché il provvedimento doveva essere notificato solo ai genitori".

Schifani: Capo della Polizia chiarisca – Renato Schifani ha chiesto chiarimenti al Capo della Polizia Manganelli sull'episodio di Padova. "Le immagini proiettate ieri sera a 'Chi l'ha vistò hanno creato indignazione e sgomento in tutti noi italiani. Comportamenti come quello al quale abbiamo assistito meritano chiarimenti ed eventuali provvedimenti". Questo il comunicato del Senato: Il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha chiesto urgenti e tempestivi chiarimenti al Capo della Polizia Antonio Manganelli sul gravissimo episodio che ha visto, a Padova, trascinare con forza un bambino di 10 anni da personale della Polizia di Stato fuori dalla scuola per essere condotto in una casa-famiglia. Questo in esecuzione di un provvedimento della Magistratura. "Le immagini proiettate ieri sera dalla trasmissione 'Chi l'ha vistò hanno creato indignazione e sgomento in tutti noi italiani. I bambini hanno diritto ad essere ascoltati e rispettati – precisa il Presidente del Senato – e ogni provvedimento che li riguardi deve essere posto in essere con la prudenza e l'accortezza imposti dalla loro particolare situazione minorile. Comportamenti come quello al quale abbiamo tutti assistito, meritano immediati chiarimenti ed eventuali provvedimenti". (Fonte Ansa)

tabella PRECEDENTI:

    11/10/2012 PADOVA, BAMBINO PRELEVATO CON LA FORZA: I POLIZIOTTI HANNO INFRANTO LA LEGGE? LA MADRE STRAZIATA NON PUO' VEDERE SUO FIGLIO

    11/10/2012 PADOVA, BAMBINO DI 10 ANNI PRELEVATO CON FORZA A SCUOLA DI FRONTE A TUTTA UNA SCOLARESCA
  08/10/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: SPUNTA FUORI UN FAX INVIATO DAL PADRE DELLA BAMBINA AL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DEI MINORI

     04/10/2012 ROMA, CASO FEDERICA PUMA: L'ONOREVOLE GIUSEPPE BERRETTA PRESENTA UNA INTERPELLANZA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

  23/09/2012 ROMA, MANIFESTAZIONE PER PER SOSTENERE E PROTEGGERE LA FAMIGLIA (MAI PIÙ UN FIGLIO SENZA GENITORI, MAI PIÙ UN GENITORE SENZA FIGLI)

20/09/2012 ROMA CASO PUMA, NESSUN TRIBUNALE PUO' FARE GIUSTIZIA NELLA SFERA AFFETTIVA
25/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: PRESENTATA NUOVA ISTANZA AL TRIBUNALE
16/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: LA MAMMA DELLA PICCOLA BEATRICE SCRIVE AD ALFONSO GROTTESI, PADRE DELLA BAMBINA
11/08/2012 ROMA CASO PUMA, AUDIO DRAMMATICO DEPOSITATO AL TRIBUNALE DEI MINORI:“MAMMA PORTAMI VIA, AIUTAMI!”
11/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: INVIATA LETTERA A CLIO NAPOLITANO
07/08/2012 ROMA, CASO FEDERICA PUMA, UNA MADRE ALLA QUALE HANNO TOLTO LA FIGLIA: IL LEGALE SCRIVE ALLA DIVINA PROVVIDENZA


 




FRATTOCCHIE – MARINO: RIAVVIO DELLE ATTIVITÀ DELL'ORATORIO SAN GIUSEPPE DI MARINO APERTA ONLUS: NOVITÀ PER GIOVANI E ADULTI

Redazione

Con una domenica dedicata a bambini e famiglie, si riavviano il 14 ottobre 2012 dalle ore 9,45 le attività dell'Oratorio San Giuseppe di Frattocchie e del volontariato offerto da Marino Aperta Onlus. Accanto alle immancabili attività musicali e corali del sabato per i più piccini, all'animazione domenicale con la messa dei ragazzi  e i giochi per grandi e piccoli organizzati dal gruppo del Fiore Blu, l'offerta intrasettimanale del Centro Aggregativo Giovanile per il nuovo anno comprende numerose novità come i nuovi corsi di batteria e chitarra elettrica, un laboratorio per giovani dj, un corso di make up e un laboratorio d'arte.  “Con la festa del 14 ottobre” ha dichiarato Daniele Cicerchia coordinatore del Centro Aggregativo Giovanile di Frattocchie “ripartono anche le attività di supporto allo studio per studenti delle scuole medie e superiori, nonchè le attività sportive con una particolare attenzione ad una dimensione amatoriale del calcio; il martedì e il giovedì si svolgeranno gli allenamenti di calcio per bambini e adolescenti fino ai 15 anni, con l'organizzazione di tornei con squadre dei territori limitrofi.“ “Anche le proposte per gli adulti” ha concluso Marco carbonelli vicepresidente di Marino Aperta Onlus “ offrono quest'anno molte iniziative: dai corsi di alfabetizzazione informatica, alla scuola di yoga, dal ballo di coppia alla ginnastica dolce. Riapre anche il punto lettura Aperta…Mente con oltre 4000 libri a disposizione e, nell'ottica di una migliore integrazione pelle persone straniere presenti sul nostro territorio, verrà avviato anche quest' anno un corso gratuito di italiano per stranieri, tutti i martedì a partire dalle 18,30”. Una offerta di iniziative molto estesa per una comunità, quella di Frattocchie, che si è sempre distinta per l'impegno sociale e per coloro che sono in difficoltà.

 




VITERBO, FIGC – AIA: APERTE LE ISCRIZIONI AL CORSO PER DIVENTARE ARBITRI DI CALCIO

Redazione

La sezione di Viterbo dell’Aia, l’associazione italiana arbitri facente parte della federazione italiana giuoco calcio, organizza un corso per diventare arbitri di calcio. Ad annunciarlo è il presidente sezionale Luigi Gasbarri che, assieme ai suoi più stretti collaboratori,  prosegue l’opera di potenziamento dell’organico dell’Aia viterbese. Al corso, possono partecipare gratuitamente tutti i candidati di ambo i sessi che siano cittadini italiani o della comunità europea, in possesso di un documento di identità valido, e i cittadini extra comunitari dotati di regolare permesso di soggiorno. Gli aspiranti devono aver compiuto alla data dell’esame il 15° anno di età e non aver superato il 35° anno. Al termine del corso il candidato sosterrà una prova d’esame, che prevede dei test scritti e orali sul regolamento del giuoco del calcio e un test di idoneità atletica. Chi supererà l’esame diventerà ufficialmente un arbitro dell’Aia e inizierà a arbitrare nella categoria “giovanissimi”. Durante le prime gare gli arbitri saranno accompagnati da un “tutor” che li seguirà nel disbrigo delle pratiche burocratiche e nella stesura del referto nel dopo gara. Ogni arbitro dell’Aia riceverà la tessera federale che consente l’ingresso gratuito in tutti gli stadi di calcio italiani. Per ulteriori informazioni si può contattare la sezione di Viterbo al numero telefonico 0761.303623, inviare una mail a viterbo@aia-figc.it, recarsi in sede in via San Pietro 72, o visitare il sito internet della sezione all’indirizzo www.aiaviterbo.it
 




LAZIO, CARCERI: ASSISTENZA RELIGIOSA E DIRITTO AL CULTO NON SONO UNA PRIORITÀ. IL LORO RISPETTO AFFIDATO ALLA VOLONTÀ E RESPONSABILITÀ DEGLI OPERATORI PENITENZIARI.

Redazione

Nelle carceri del Lazio l’assistenza religiosa e il diritto al culto non appaiono una priorità. Il loro rispetto viene assicurato, all’interno di ciascun istituto, con modalità operative figlie delle buone  pratiche quotidiane e della responsabilità dei singoli operatori nell’evitare rapporti conflittuali.

Nonostante la varietà delle confessioni presenti, nelle carceri spicca la centralità della figura del cappellano cattolico nell’opera quotidiana di tutela del diritto universale al culto.

E’ questo il quadro che emerge dalla ricerca L’assistenza religiosa in carcere – Diritti e diritto al culti negli istituti di pena del Lazio, condotta in 10 dei 14 Istituti di pena della regione dal Centro Studi e Documentazione su Religioni e Istituzioni Politiche nella Società Postsecolare (CSPS) dell’Università di Roma Tor Vergata, con il contributo del Consiglio Regionale e del Garante dei detenuti.

«Garantire il rispetto delle diversità religiose sta diventando una priorità – ha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroni – Tra le molte questioni legate al mutamento multiculturale e multireligioso della popolazione carceraria vi sono, infatti, anche quelle legate al rispetto del culto di ognuno e del diritto dei detenuti di praticare il proprio credo. Nelle condizioni in cui, attualmente, versa il sistema penitenziario italiano, credo che una piena tutela del diritto alla Fede possa contribuire a migliorare la qualità complessiva della vita in carcere».

Nelle carceri del Lazio sono presenti 7.130 reclusi, oltre 2.300 in più rispetto alla capienza regolamentare. La popolazione carceraria straniera (quasi il 40% dei reclusi) rappresenta oltre 150 diverse nazionalità. Una pluralità che rispecchia il mutamento in senso multiculturale della società italiana legato a processi di globalizzazione ed immigrazione. Accanto a tutto il resto, muta anche il panorama religioso nazionale che, da una composizione largamente cattolica, si avvia verso una pluralizzazione delle appartenenze religiose. In altri termini, pur in assenza di dati ufficiali, il pluralismo religioso nelle carceri è più forte di quanto non si percepisca.

La ricerca (scaricabile nella versione integrale dal sito www.csps.uniroma2.it) ha mappato le modalità con cui le carceri assicurano l’assistenza religiosa e rispondono al diritto al culto, mediante 103 interviste realizzate a coloro che sono più coinvolti su tale versante (direttori e vice direttori, educatori, agenti di polizia penitenziaria, psicologi, mediatori, volontari, cappellani, ministri di culto o referenti di diverse confessioni).

Dal lavoro emerge che l’assistenza religiosa e il diritto al culto, oltre a non essere oggetto di programmazione, non fanno parte dei percorsi di formazione degli operatori penitenziari. La religione non rientra fra le informazioni raccolte sui detenuti all’ingresso in carcere, perché considerata un tratto intimo e privato dei reclusi. E nella vita quotidiana in carcere è carente, per gli stessi motivi, una comunicazione efficace dei diritti riguardanti la professione religiosa. Il sistema penitenziario regionale non è, però, insensibile a tali problemi, anche se le risposte nascono più dalle buone pratiche quotidiane e dalla buona volontà degli operatori che non da una efficace pianificazione istituzionale.

La ricerca mette in evidenza la citata centralità della figura del cappellano cattolico, che non solo garantisce diversi aspetti dell’assistenza (materiale, umano, spirituale, religioso) ma interviene anche nelle problematiche legate agli altri culti, anche se con intensità diversa a seconda delle confessioni. Funge da mediatore ed organizzatore nell’attività dei ministri ortodossi, cui mette a disposizione gli spazi di culto, e provvede spesso alle necessità dei musulmani. E’, invece, meno legato all’attività dei protestanti ed è distante dai Testimoni di Geova, con i quali si avverte una più o meno esplicita tensione. Il cappellano gioca un ruolo importante anche nella diffusione dei testi sacri di altre confessioni (spesso facilita l’accesso al Corano ai musulmani) e nel favorire, con la propria intercessione, l’ingresso in carcere di altri ministri di culto (vale per gli ortodossi).

La ricerca evidenzia come, invece, sia carente l’assistenza non cattolica. I ministri incontrati sono Testimoni di Geova (33), delle varie famiglie del Protestantesimo (6) e delle Chiese Ortodosse (4). E’ evidente, considerando la numerosità dei musulmani, l’assenza di imam che svolgano regolarmente il servizio (ad eccezione del periodo del Ramadan). Una situazione, per altro, poco funzionale rispetto all’esigenza di sicurezza e controllo dei rischi di proselitismo e integralismo.

La centralità della religione cattolica si rivela sull’analisi degli spazi per il culto e la preghiera. A fronte di una capillare presenza di cappelle, sono scarsi gli spazi per le altre confessioni. Il carcere di Civitavecchia può essere citato per i pregevoli spazi dedicati al culto buddista, mentre a Cassino e Viterbo piccole salette o ex-camere di detenzione sono state messe a disposizione dei musulmani per la preghiera del Venerdì o per essere adibite a moschea. Carenza di spazi, diversità fra religioni e complessità dei riti rendono difficoltosa la gestione della celebrazione dei culti in carcere. Rara risulta, ad esempio, l’osservanza della preghiera del Venerdì secondo i precetti dell’Islam. Solo in un paio di istituti questo momento è rispettato. Sostanzialmente rispettate in tutte le carceri, invece, le regole del Ramadan, grazie anche all’intervento di comunità esterne come l’UCOII (Unione delle Comunità Islamiche in Italia) e l’ALCUMI (Alternativa Culturale dei Marocchini in Italia).

L’alimentazione differenziata in funzione dei culti è, invece, un principio pacificamente accettato. La domanda di menù su base religiosa proviene dai musulmani (si ha una media indicativa di 50 richieste; nei due istituti più ampi considerati, Rebibbia N.C. e Regina Coeli, il numero sale rispettivamente a 250 e 190). La criticità è rappresentata dall’assenza di cucine aderenti alle tradizioni religiose, come la cucina halal per l’Islam o la cucina kasher per l’Ebraismo.

Nelle conclusioni del lavoro del CSPS sono indicati alcuni suggerimenti per innalzare il livello della tutela del diritto al culto in carcere. Fra le indicazioni, la formazione del personale; l’invito a una riflessione sulla riforma dell’istituto del cappellanato sulla base di quanto accaduto nel sistema penitenziario inglese; l’apertura di spazi multi-fede e, più in generale, l’invito a pensare una piena implementazione dell’assistenza religiosa come risposta di diritto ai rischi di radicalizzazione religiosa in carcere.
 




ROCCA MASSIMA, L'APPELLO DELL'ASSESSORE CIANFONI A TUTTI GLI AMMINISTRATORI DEI COMUNI MONTANI

Redazione

L’ Assessore alla Cultura di Rocca Massima nonchè Presidente del Consorzio dei Produttori Agro forestali dei Monti Lepini,  Franco Cianfoni, si unisce allo sfogo del Sindaco Angelo Tomei dopo il terremoto politico di questi giorni.

“Il sistema politico italiano di questa Seconda Repubblica, ci sono solo macerie ed il panorama agli occhi di noi Amministratori locali è sconcertante a causa di questi enormi fondi che finora hanno gestito gli Amministratori regionali e provinciali. – Dichiara in una nota Cianfoni -Non tutti gli Amministratori sono uguali, – prosegue la nota -nei Piccoli Comuni fare l’amministratore è fare volontariato con una vera opera di impegno civico sul territorio dal piccolo al grande problema del cittadino per 13 euro lordi di gettone di presenza. E l’Italia è fatta di Piccoli Comuni e quindi di tanti Amministratori volenterosi che vogliono veramente bene al loro territorio.Con tutti i soldi che gli Amministratori regionali e provinciali hanno  sperperato sinora, si sarebbero potuto risolvere moltissimi problemi sul territorio a forte rischio spopolamento. Lo spopolamento delle aree marginali è il declino del territorio dei piccoli comuni montani è infatti una realtà allarmante, un vero e proprio fattore di allarme sociale. Le nostre piccole comunità locali non hanno avuto e continuano a non avere alcuna attenzione da parte delle Istituzioni, stanno perdendo la propria identità culturale, i patrimoni locali si deteriorano e perdono valore, le attività economiche vengono abbandonate, tradizioni millenarie, uniche, irripetibili finiscono per sempre, mentre aumenta il dissesto idrogeologico connesso alla mancata cura del territorio per effetto dello spopolamento e, parallelamente, cresce la congestione nei centri urbani e crescono i problemi di degrado ambientale. Questi politici “tromboni sfiatati” devono mettersi in testa che i piccoli comuni dei luoghi interni e delle aree montane rappresentano l’identità, la tipicità e l’espressione della storia di un territorio e ci hanno lasciati soli. Ma durante i mesi estivi ci vengono in vacanza. Ora che comincia ad alzarsi il vento delle prossime elezioni ecco che si riaccende pure il riflettore sui Piccoli Comuni Montani. Invito gli Amministratori dei Piccoli Comuni a dire basta!!! Dove eravate quando abbiamo avuto bisogno? Il “disinteresse”  e lo spreco di denaro di questa Politica che cosa ha portato ai Piccoli Comuni Montani .

1)    Danno sociale: perdita di identità consolidate e di memoria, disgregazione delle comunità e della propria socialità, scomparsa di valori e senso di smarrimento;
2)    Danno economico: l’economia dei nostri territori montani per millenni si è basata sulla produzione agricola ed artigianale svolta proprio nelle aree che attualmente sono state definite marginali e in declino, attività le cui conoscenze erano tramandate di generazione in generazione;
3)    Danno fisico e geologico: l’abbandono del presidio del territorio implica la perdita di interesse sia da parte della popolazione stessa rispetto alla corretta manutenzione del territorio, sia da parte delle pubbliche istituzioni, con conseguente accentuazione dei fenomeni di dissesto idrogeologico, come nel caso specifico dell’eliminazione di personale “cd stradini provinciali” sostituiti dai mezzi meccanici che è diventato solo un affare tra politici e ditte di “fiducia”;

Quanti posti di lavoro si potrebbero recuperare con una maggiore efficienza e salvaguardia del territorio. Enormi sono, quindi, i costi connessi al disinteresse della politica rispetto alle aree cd in declino. Chi deve risarcire tutti questi danni? Devono continuare a pagare i contribuenti? I  Politici che hanno disatteso il loro mandato, da che cosa sono stati distratti? … Dagli interessi incalcolabili dei grandi centri urbani, delle mega opere, dei mega appalti, etc… etc…  Moltissimi sono i Comuni coinvolti di piccole e piccolissime dimensioni che, nel nostro territorio, sono la stragrande maggioranza. È una sfida difficile e complessa, che va comunque affrontata. Come stanno facendo altre Province italiane, in cui sono in atto degli studi di Progetti Integrati di Sviluppo per Contrastare lo Spopolamento dei Sistemi Territoriali Marginali e in Declino. Ma dove è stata finora questa Provincia? A questo punto, vogliamo tornare all’origine, piuttosto che ciociari torniamo romani, che non sia un’offesa per nessuno ma la nostra storia e la nostra cultura è quella antica papalina. Io non voglio solo criticare il sistema, ma voglio dire ai Cittadini che noi Amministratori dei Piccoli Centri siamo in grado di dare il nostro personale contributo e delle soluzioni se qualcuno avesse il buon cuore di ascoltarci finalmente: tipo l’abbattimento del bollo auto per chi risiede nei Piccoli Comuni Montani in quanto è più svantaggiato per raggiungere il posto di lavoro di chi vive nei centri urbani più grandi, l’abbattimento dei costi di riscaldamento in quanto nei piccoli comuni di montagna l’inverno arriva prima e finisce più tardi, quindi c’è bisogno di maggiore riscaldamento, zone franche per chi investe in questi territorio creando così posti di lavoro, semplificazione amministrativa e burocratica, delegando ai Sindaci ed agli Amministratori locali compiti e funzioni per snellire e superare pali e paletti creati ad hoc dagli Enti superiori. – Cianfoni conclude – Chi meglio degli Amministratori locali conosce il territorio e le sue problematiche?  Per tali ragioni, richiedo un invito  ai talk show politici tanto cari ai nostri “tromboni politici sfiatati” per lanciare una sfida estrema,  chiedo pertanto il sostegno degli altri amministratori di Piccoli Comuni Montani  a proporre altre iniziative e proposte. "
 




CORI, GLI STORICI SBANDIERATORI DELLE CONTRADE APPRODANO AL MALTA MILITAY TATTOO 2012

Redazione

Dopo il successo riscosso in Ungheria a fine agosto al Summerfest 2012 – International Folklore Festival and Folkart Fair – Cioff di Százhalombatta, al quale hanno partecipato più di venti gruppi provenienti da tutte le parti del mondo, gli «Storici Sbandieratori della Contrade di Cori» sono di nuovo all’estero a rappresentare l’Italia e l’antico folklore corese della bandiera. Fino al 15 ottobre le loro acrobatiche coreografie di bandiere al vento al suon di rullanti, cupi e chiarine caratterizzeranno anche il «Malta Military Tattoo 2012», uno straordinario evento di intrattenimento al quale partecipano centinaia di artisti di bande militari e gruppi artisti e folkloristici locali e internazionali.Continua dunque il viaggio per il mondo degli «Storici Sbandieratori della Contrade di Cori», la cui agenda degli impegni internazionali di quest’anno era iniziata con la partecipazione del gruppo al Carnaval de Nice (Francia) e al Festival Internazionale del Folklore di Swiecie (Polonia) e poi proseguita con il Festival Internazionale del Folklore di Sidi Bel Abbes (Alegeria9 e si concluderà a novembre con la partecipazione l’International Art Festival di New Delhi – India (5 – 11 novembre).

 




FROSINONE, CONSERVATORIO: IL COMPOSITORE VINCENZO CORE VINCE L'ICMC 2012

Redazione

Si tratta di un prestigioso riconoscimento quello rilasciato a Vincenzo Core, musicista e compositore del Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone. Trentenne, allievo del M° Alessandro Cipriani al III anno del triennio di Musica Elettronica, Core è stato premiato con l’ICMA Regional European Award all’International Computer Music Conference 2012 che dal 1974 rappresenta il più importante evento al mondo per la musica elettronica. L’edizione 2012 si è svolta nel mese di settembre a Lubiana, in Slovenia. All’ICMC ogni anno viene premiata la migliore composizione per ogni continente (Europa, Asia, Americhe etc., da qui la definizione di “Regional”), e il pezzo del giovane compositore del “Refice” , dal titolo Miss Candace Hilligoss' flickering halo, realizzato in collaborazione con il videoartista Fabio Scacchioli, ha vinto come miglior opera europea.
 
Il lavoro di Core, già presentato nella sezione a concorso “Orizzonti” del Festival del Cinema di Venezia e vincitore al Lausanne Underground Film Festival come migliore opera sperimentale, è frutto di una ricerca espressiva che si concentra sulle relazioni tra i molteplici materiali compositivi alla scoperta di nuovi percorsi di senso; percorsi che possano esprimere la complessità e la vitalità del Sé. Giovane ma con una carriera ed un curriculum già molto ricchi ed importanti, Core ha partecipato a numerosi festival e mostre in tutta Europa, India, Giappone, Cuba e Stati Uniti (New York e San Francisco); è stato protagonista della rassegna intermediale “Segnali 2012. Arti Audiovisive e Performance”, tenutasi a Perugia nel maggio di quest’anno, ed è stato invitato al 13° Festival del Cinema Sperimentale di Parigi e al 3rd New Italian Film and Art Festival a Seoul (Corea del Sud).
 
Dal 2008, Core compone per video, balletti, installazioni e performance e svolge la sua attività di ricerca e di sperimentazione al Centro di Ricerca ed Elaborazione Audiovisiva (CREA) presso il Conservatorio di Frosinone. L’Istituto ha voluto puntare molto sul CREA e sulla valorizzazione dei suoi allievi operanti in questo campo, contribuendo alle spese di trasferta e di iscrizione a conferenze e concorsi che vedono tra i protagonisti i propri studenti, come nel caso di Vincenzo Core.
 
Il CREA include due Corsi di Laurea, Musica Elettronica e Tecnico di Registrazione, rivolti a tecnici del suono, sound designers, operatori audio nel campo della ripresa musicale, diffusione sonora, composizione musicale elettronica per film, concerti, opere teatrali, spot pubblicitari e sono tenuti da insegnanti altamente qualificati e operanti in campo internazionale.
 
Il Centro costituisce una realtà tecnologicamente molto avanzata, dotata delle apparecchiature audio più sofisticate e di computer di ultima generazione; è composta da tre sale di registrazione integrate e comunicanti con il nuovo Auditorium del Conservatorio. Il CREA può essere considerato un vanto del "Refice", non esistendo nulla di simile in altri conservatori italiani. Una struttura, quindi, che proietta l'Istituto fra i centri più importanti in Europa nel campo della produzione audiovisiva. Un Centro utilizzato come supporto alle produzioni musicali e multimediali del Conservatorio e della sua etichetta discografica ed aperto ai migliori allievi per la realizzazione delle loro opere e per la produzione di contenuti per la WebTv dell’Istituto.

tabella PRECEDENTI:

05/05/2012 FROSINONE, IL MUSICISTA VINCENZO CORE DEL CONSERVATORIO “REFICE” TRA I PROTAGONISTI DELLA RASSEGNA INTERMEDIALE DI PERUGIA


 




PADOVA, BAMBINO PRELEVATO CON LA FORZA: I POLIZIOTTI HANNO INFRANTO LA LEGGE? LA MADRE STRAZIATA NON PUO' VEDERE SUO FIGLIO

[VIDEO RIPRESO DALLA ZIA DEL BAMBINO PRELEVATO DALLA POLIZIA DI STATO]

[AUDIO DELLA PICCOLA BEATRICE CHE GRIDA LA PROPRIA VOLONTA' DI VOLER STARE CON LA MAMMA FEDERICA PUMA]

 

La legge dice che i bambini vanno prelevati con “discrezionalità”, e invece si è consumata una tragedia e la legge è stata infranta.

 

Chiara Rai
Il bambino, di cui volutamente non facciamo il nome, ha espresso tante volte e anche in maniera straziante la sua volontà di restare con la madre e i nonni. Lo dimostrano le stesse asserzioni del padre negli ambienti della Questura di Padova, lui stesso avrebbe dichiarato che ha provato più volte a portare via con sé il bambino, presentandosi a casa. Ma ogni volta il piccolo “si nascondeva”. Da qui la decisione dei giudici di procedere al prelevamento forzato del bambino che avrebbe dovuto consumarsi con “discrezionalità”, come prevede la legge in materia. Invece così non è stato. Gli agenti avevano il compito di prelevarlo e di portarlo in una struttura protetta, perché i giudici della corte d'Appello di Venezia hanno deciso che la patria potestà del piccolo deve andare unicamente al papà. Era necessario “prelevare” il bambino con queste modalità? La scena è successa davanti agli occhi di tutti, dei compagni di scuola del bambino che in quei momenti si è sentito impotente e si è sentito male, tanto che i parenti della madre gridavano che serviva una autoambulanza. Chiediamo a chi ha eseguito questo prelevamento forzato se hanno riflettuto per un solo istante alle conseguenze psicologiche che porterà per sempre il bambino e, altresì, ai danni psicologici che hanno arrecato agli altri studenti. Questi hanno paura, adesso, che la scuola sia un luogo dove è possibile che accadano simili e drammatiche scene. I bambini hanno paura che a scuola la polizia possa prenderli e strapparli dalle braccia dei loro cari. E’ normale tutto questo? Come ne esce anche l’immagine del Corpo di Polizia? L’associazione Donne per la Sicurezza Onlus ammonisce l’accaduto e definisce l’evento scandaloso e sconcertante: “ci indigna ancor di più – dice il Vicepresidente dell’Associazione Roberta Sibaud –  vedere in rete filmati di arresti eccellenti, ne è esempio la vicenda Fiorito della Regione Lazio che viene arrestato con tanto di suv ad attenderlo e con tutti gli onori e precauzioni del caso. Dovrebbe essere tenuto a mente da tutti che i bambini hanno dei diritti, non calpestiamoli per sciocche regole burocratiche. Dove sono questi diritti che la nostra società tanto declama? Il video mandato in onda da “Chi l’ha visto?” è un pugno nello stomaco, l’appello della nostra associazione è rivolto a tutti i comuni cittadini, gli Enti locali, le Commissioni Sicurezza del nostro Parlamento affinché intervengano immediatamente e prendano seri provvedimenti nei confronti di quelle figure istituzionali, assistenti sociali e poliziotti, ai quali dovremmo affidarci per essere tutelati, ma che invece, usano metodi criminali. Quel bambino non è un boss, non è un delinquente, è un bambino che subirà un trauma indelebile per tutta la vita. Chiediamo con la massima urgenza di riunire le commissioni per l’ infanzia e di studiare una modifica ai provvedimenti di allontanamento minorile emanati dai tribunali per i minorenni italiani”.  Non dimentichiamo che anche il pianto della piccola Beatrice dimostra che i metodi utilizzati sono gli stessi. Non si può usare una simile violenza sui minori perché si tratta di bambini che dovrebbero essere tutelati e non traumatizzati con azioni degne di un regime dove è impossibile persino esprimere liberamente la propria volontà. Non si vuole entrare nel merito della decisione presa dal Tribunale dei Minori, ma dovevano essere usate altre modalità per portare a termine l’esecuzione di una ordinanza di affido. Invece il bambino gridava “nonna non respiro, aiutami!”. Tutto questo davanti gli occhi del padre, davanti ad una zia che ha avuto il coraggio e la fermezza di filmare tutto per lasciare che l’opinione pubblica giudichi quanto avvenuto. La mamma di questo bambino, portato di via di peso da scuola è sconvolta, ci riferiscono dall’associazione Donne per la Sicurezza Onlus che la donna, in queste ore, ha tentato di vedere il suo bambino, ma non le viene permesso. Qualche tempo fa, ha detto l'avvocato della donna, la mamma aveva fatto un ricorso finalizzato alla sospensione del provvedimento, ricorso che è stato rigettato dalla Corte. Intanto, la polizia ha riferito che i nonni si sono avventati sugli agenti, per impedire loro di portare via il bambino. Il loro gesto non può essere condannato perché chi ha infranto la legge non sono coloro che hanno reagito di fronte all’esecuzione forzata.  Ripetiamo: la legge dice che i bambini vanno prelevati con “discrezionalità”, e invece si è consumata una tragedia e la legge è stata infranta.

tabella PRECEDENTI:

    11/10/2012 PADOVA, BAMBINO DI 10 ANNI PRELEVATO CON FORZA A SCUOLA DI FRONTE A TUTTA UNA SCOLARESCA
  08/10/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: SPUNTA FUORI UN FAX INVIATO DAL PADRE DELLA BAMBINA AL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DEI MINORI

     04/10/2012 ROMA, CASO FEDERICA PUMA: L'ONOREVOLE GIUSEPPE BERRETTA PRESENTA UNA INTERPELLANZA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

  23/09/2012 ROMA, MANIFESTAZIONE PER PER SOSTENERE E PROTEGGERE LA FAMIGLIA (MAI PIÙ UN FIGLIO SENZA GENITORI, MAI PIÙ UN GENITORE SENZA FIGLI)

20/09/2012 ROMA CASO PUMA, NESSUN TRIBUNALE PUO' FARE GIUSTIZIA NELLA SFERA AFFETTIVA
25/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: PRESENTATA NUOVA ISTANZA AL TRIBUNALE
16/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: LA MAMMA DELLA PICCOLA BEATRICE SCRIVE AD ALFONSO GROTTESI, PADRE DELLA BAMBINA
11/08/2012 ROMA CASO PUMA, AUDIO DRAMMATICO DEPOSITATO AL TRIBUNALE DEI MINORI:“MAMMA PORTAMI VIA, AIUTAMI!”
11/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: INVIATA LETTERA A CLIO NAPOLITANO
07/08/2012 ROMA, CASO FEDERICA PUMA, UNA MADRE ALLA QUALE HANNO TOLTO LA FIGLIA: IL LEGALE SCRIVE ALLA DIVINA PROVVIDENZA


 




PALESTRINA PALLACANESTRO, SABATO IN CAMPO TIBER – PALESTRINA

Redazione

L’ultima istantanea di Palestrina in C1 è ancora oggi Alejandro Muro seduto sul canestro della Palestra Flacco mentre taglia la retina al termine della gara col Pescara che decretò l’approdo della società arancio verde in B2, correva l’anno 2002 , oltre dieci anni fa, e da lì in poi verranno scritte le pagine più belle della storia recente firmata Pallacanestro Palestrina.
Sabato si chiuderà un ciclo e si ripartirà da quella serie che nel frattempo è stata ribattezzata DNC, non ci saranno stranieri sul parquet bensì un gruppo di ragazzi cresciuti nel vivaio di Palestrina che rappresentano la vera forza in più rispetto ad allora. Una formazione tutta prenestina ha tra l’altro da pochi mesi lasciato agli almanacchi la vittoria del campionato di C Regionale, e molti dei protagonisti di quella cavalcata saranno ora all’opera in un torneo di per se non facile e che il roster di Longano (media età 18,8) è cosciente di dover affrontare una gara alla volta come un’autentica battaglia. Ampia scelta per il neo coach arancio verde, che dopo le tre amichevoli pre-campionato attende ora il responso del match vero, quello in cui valgono i due punti.
Primo appuntamento in casa della Tiber Roma, un avversario di tanti derby l’ultimo dei quali nella stagione 2007-2008 quello della promozione della TLC Italia, successo di Palestrina alla terza giornata per 71-84, dopo aver fatto già suo il confronto al Pallone di Montesacro nel corso della Coppa Italia. Tornando indietro troviamo anche una sconfitta per 99-92 nel novembre 2004, con gli arancio verdi che al termine di quell’annata verranno ripescati dopo il ko in finale con Atri. Nel 2002-2003 un sonoro 85-65 in favore dei romani guidati dal play nostrano Manieri, nel mezzo invece colpo esterno del Palestrina per 91-83 a spezzare la tradizione favorevole alla società di Cilli. Nelle fila della Tiber militano tutt’oggi vecchie conoscenze di sfide passate, i veterani Grilli, Vecchi e Padovani, più la colonia bluarancio di ragazzi come il play Nucifero, la guardia Pugliese, l’ala Meschini più il ritorno di Donati e il gruppo della Under 19 aggregato alla prima squadra. In panchina siede Satolli confermato per il secondo anno consecutivo, dopo essere stato avversario di Palestrina anche con le vesti di allenatore della Stella Azzurra.
La palla a due, alzata dai signori Santella e Zaccarelli, avverrà alle 18.30 di sabato 13 (Palestra Tiber, via Bertini Attilj)
 




ROMA PONTE MILVIO, BORSE E PORTAFOGLI GRIFFATI A CASA DI UN SESSANTENNE…RUBAVA MENTRE LE VITTIME "CORREVANO"

Redazione

Borse e portafogli di note marche, con un consistente valore economico, sono stati ritrovati ieri dagli investigatori del Commissariato “Ponte Milvio”.

Gli agenti, diretti dal dr. Riccardo Buonocore, stavano seguendo le indagini in seguito ad una serie di denunce di furto su autovetture giunte negli ultimi tempi nei loro uffici.

Esaminando le varie segnalazioni, gli investigatori hanno verificato che tra le  zone dove questi furti erano stati consumati, vi era spesso quella  adiacente il laghetto “Giovanna Reggiani”, noto anche come il parco di Tor di Quinto.

Dopo alcune verifiche, il controllo nella Banca Dati della Polizia e di diversi servizi di appostamento, gli investigatori hanno individuato come sospetto un 60enne romano, già noto alle Forze dell’Ordine.

Nel corso delle indagini è emerso il suo modus operandi.

L’uomo, dopo aver scelto le vittime, approfittando del loro momentaneo allontanamento per lo jogging, andava a rovistare all’interno delle loro auto rubando i loro effetti personali.

Perquisendo la sua abitazione, sono state trovate e successivamente sequestrate, una ventina di borse e altrettanti portafogli delle più famose griffe italiane ed estere; la “merce” era nascosta all’interno di un armadio e di un comodino in camera da letto.

Sequestrato anche un nuovissimo I-Pad, di cui l’uomo non sapeva giustificarne il possesso.

P.P., queste le iniziali del 60enne, è stato denunciato per i reati di furto e ricettazione.

Sulla merce sequestrata sono in corso accertamenti volti a verificarne la provenienza.

Ogni reperto verrà inserito in un data-base sul sito della Polizia di Stato, nella sezione “ bacheca oggetti rubati”, dando così modo ai cittadini, vittime di furti di prenderne visione e riconoscere gli tabella sottratti.    

 




ROMA, MOVIMENTO STUDENTESCO NAZIONALE: MASCHERATI DA MONTI FUORI DALLE SCUOLE CON FINTE BOLLETTE E "CARTE DI DEBITO"

Redazione

Continuano le mobilitazioni del Movimento Studentesco Nazionale contro il Governo Monti. Questa mattina i ragazzi, indossando una maschera raffigurante il presidente del consiglio, hanno distribuito davanti le scuole finte bollette e 'carte di debito'.

'Utilizziamo un modo goliardico per raccontare la nostra voglia di buona politica, che non sembra coincidere con le politiche di questo Governo che dietro a pressione fiscale, tasse in aumento e un debito pubblico rimasto invariato, non  mette in piedi nessun modello di sviluppo e nessuna ricetta di crescita. Siamo curiosi di sapere a che serve la famigerata credibilità internazionale se abbiamo costi di accesso alla scuola e all' università sempre più alti, se le condizioni occupazionali continuano a peggiorare e se l'unico dato che cresce e' quello relativo ai nostri migliori ragazzi che abbandonano l'Italia per lavorare. Continueremo a manifestare perché crediamo che ci possa essere una via d'uscita per l'Italia e che questa non coincida con un governo tecnico che vive con l'ansia di piacere e compiacere ai mercati."   È quanto dichiara in una nota  Gianfranco Manco, presidente del Movimento Studentesco Nazionale.