FRASCATI FIAMME GIALLE, "CASERME APERTE" PER LA GIORNATA DELLE FORZE ARMATE

Redazione

Frascati – In occasione della festa dell’unita’ nazionale e della giornata delle Forze Armate (4 novembre), presso le “Scuderie Aldobrandini” di Frascati, il Comando Gruppo Guardia di Finanza di Frascati presenta l’iniziativa “Caserme Aperte”.   

Per tale circostanza, al fine di garantire l’integrazione tra la cittadinanza e le Forze Armate, nonché favorire la promozione della legalità e la conoscenza dei compiti assegnati alla Guardia di Finanza, è stato pianificato, per il giorno 31 ottobre p.v., alle ore 09,00, un incontro con alcune scuole locali per stimolare gli studenti a “dire la loro” sulle attività del Corpo.

Il programma prevede:

Ø alle ore 09,30, la proiezione di un video istituzionale della Guardia di Finanza, al termine del quale verranno illustrate alcune delle più significative attività operative condotte, nonché i risultati ottenuti, nel corso dell’anno 2012, dal Gruppo della Guardia di Finanza e dai Reparti dipendenti;

 

Ø trasferimento dei giovani ospiti all’interno di Villa Aldobrandini – sede del Comando – dove si svolgerà un’esibizione delle unità cinofile del Gruppo Pronto Impiego della Guardia di Finanza di Roma;

 

Ø visita guidata degli uffici del Comando, durante la quale gli alunni potranno verificare di persona la quotidiana attività svolta dai militari del Corpo.

 

 Interverrà il Comandante del Gruppo Guardia di Finanza Frascati – Magg. Antonio Cannavacciuolo.

 

 All’evento, oltre ai vertici delle Forze di Polizia locali, presenzierà il Sindaco del Comune di Frascati – Dr. Stefano Di Tommaso ed il Vescovo di Frascati – Sua Eccellenza Mons. Raffaello Martinelli.

 




FRASCATI, L'OPPOSIZIONE CHIEDE TRASPARENZA SULL'ASSEGNAZIONE DEGLI ALLOGGI DI EDILIZIA POPOLARE

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

/* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

Angelo Parca

Vincenzo Conte del gruppo consiliare Pdl, vuole vederci chiaro circa l'assegnazione da parte Comune di Frascati (Castelli Romani) di alloggi di elizia popolare e la verifica delle certificazioni Isee. Un tema che scotta a Frascati e che vede molte polemiche rivolte all'operato della giunta Di Tommaso. "Ho partecipato alla commissione patrimonio in rappresentanza del Gruppo consiliare del PDL – dice Vincenzo Conte –  ed ho rappresentato come la non trasparenza sia nell'assegnazione degli alloggi di edilizia popolare, sia la non verifica delle certificazioni ISEE da parte della GdF, come fanno molti comuni limitrofi, costituisce pregiudizio per coloro che attendono pazienti l'assegnazione dell'alloggio. Lunedì ritirerò il verbale della seduta della commissione  – conclude Conte – e pubblicherò le durissime dichiarazioni che ho messo a verbale in materia di alloggi popolari e gestione del patrimonio. Ho chiesto di rivedere la decisione dell'affitto del locale commerciale a 300 euro, anche alla luce del possibile danno all'erario. Ho richiamato per iscritto il vice Sindaco Iacono e la dottoressa Magnanimi ai loro doveri di ufficio. Ritengo che su questo argomento per cui mi sto battendo da tre anni con iniziative concrete, tra cui molte articolate segnalazioni alla Corte dei Conti, che come è noto stanno avendo effetti concreti, sia l'unico strumento efficace per contrastare la politica della maggioranza su questi temi".




LAZIO, CONTO ALLA ROVESCIA PER LA CHIUSURA DEI PARCHI NAZIONALI E RISERVE NATURALI

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

st1:*{behavior:url(#ieooui) } /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

Redazione

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 Roma – Il popolo dei parchi scende nuovamente in piazza a Roma il 25 ottobre 2012, dalle ore 11.00,  dopo due anni, per manifestare contro l’ennesimo taglio alle spese dei parchi nazionali. Il decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 (cosiddetta "spending review"), convertito in legge il 31 luglio scorso, riporta le disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica. La razionalizzazione della spesa, perseguita con l’obiettivo, del tutto condivisibile, di garantire l’efficienza e l’economicità dell’organizzazione degli enti e apparati, incide, però, pesantemente sui parchi nazionali, già oggetto di tagli e restrizioni negli ultimi anni, portando al collasso i piccoli enti deputati alla gestione. La legge prevede che, testuale: le … riduzioni del personale possono essere effettuate selettivamente, anche tenendo conto delle specificità delle singole amministrazioni, in misura inferiore alle percentuali ivi previste a condizione che la differenza sia recuperata operando una maggiore riduzione delle rispettive dotazioni organiche di altra amministrazione. Ma i Ministeri vigilanti si ostinano a non volere riconoscere la specificità dei Parchi nazionali, enti piccoli, di nuova generazione, che svolgono funzioni altamente specialistiche e tutelano gli ultimi gioielli del Bel Paese! L’applicazione della speding review, comporterà l’eliminazione di oltre 60 posti dagli Enti Parco, che prevedono per 23 parchi nazionali operanti, circa 780 dipendenti. La soppressione dei posti sarà adottata con DPCM entro il 31 ottobre (!) e rischieranno il licenziamento persone in servizio, in altre parole esperti e appassionati funzionari che da anni stanno difendendo il patrimonio naturale di tutto il Paese e della comunità internazionale. Una riduzione di organico che rispetto all'attuale situazione già deficitaria a causa dei tagli e restrizioni precedenti, vorrebbe dire vanificare gli obiettivi e le finalità per i quali l'area stessa è stata istituita. Questi provvedimenti rappresentano una grave regressione per il sistema dei Parchi. Meglio che si abbia il coraggio di dire che è in corso un processo di smantellamento del sistema dei Parchi!  A questo le Associazioni dicono NO e lanciano quindi una sfida al Ministro Clini, al Governo e al Parlamento. Dal 2005, siamo giunti al 37% effettivo di taglio delle spese del personale (45% sommando le percentuali di riduzione dei vari provvedimenti). Ciò è inaccettabile, e provocherà di fatto, sommato alle altre restrizioni, la paralisi dei parchi nazionali italiani, con ciò che conseguirà in termini di tutela della biodiversità, difesa del paesaggio e dei beni culturali, attivazione di politiche di valorizzazione delle qualità per il rilancio di economie basate proprio sull’azione di tutela. Ma non sono questi i temi vincenti per il rilancio dell’economia nazionale? Agli effetti nefasti per il mancato raggiungimento degli obiettivi della legge quadro n. 394/91, si aggiunge il dramma umano e sociale, ulteriormente aggravato dal fatto che tale dramma non porterà risparmi ma, anzi, nuove spese per il Paese. Se il Governo, in cui il Ministro dell’Ambiente rappresenta il sistema delle aree protette, si attiverà concretamente con strategie pluriennali, le aree protette sapranno dimostrare in maniera più efficace l’enorme beneficio in termini di conservazione e di sviluppo socio economico sostenibile. Sarebbe un’occasione perduta, proprio adesso che si fa una gran parlare di uscire dalla crisi con la valorizzazione dei beni ambientali e culturali! Tutte le Aree Protette Nazionali, pari a oltre il 5% del territorio nazionale, costano oggi poco più di  60 milioni di euro annui, comprese le spese per il personale, appena un caffè all'anno per ogni italiano! Ma per il Governo, evidentemente, l'ambiente, la biodiversità e lo sviluppo sostenibile, temi strategici a livello mondiale, non valgono neppure questo caffè! Per il 25 ottobre,  le Associazioni che rappresentano il mondo dei parchi (dipendenti, direttori, giude escursionistiche, guardia parco, educatori ambientali) e molte altre, ambientaliste e culturali, hanno organizzato un sit- in al Ministero dell'Ambiente, per dire NO a un taglio irrazionale e indegno di un paese civile, con licenziamento di professionisti della tutela, con una grave violazione di diritti costituzionali, comunitari  e internazionali. Per quella occasione, una delegazione chiederà di incontrare il Ministro. Vogliamo una risposta:  Venga permesso ai parchi di lavorare per quello per cui sono stati istituiti, altrimenti terminiamo qui un’esperienza che e’ stata riconosciuta assai positiva da tutti, in occasione dei vent’anni della legge 394/91  compiuti l’anno scorso. Lo stesso Presidente della Repubblica, nel 2010, in risposta ad un appello dei presidenti dei parchi nazionali in occasione del taglio del 50% dei finanziamenti, rispose: non posso che ribadire l'auspicio di un’attenta valutazione della posta in gioco rispetto al destino dei parchi nazionali, e di una conseguente attenzione da parte delle istituzioni competenti. Chiediamo dunque che il ministro, e per suo tramite il Governo e il Parlamento, si impegnino per il raggiungimento dei seguenti obiettivi Immediati:

st1:*{behavior:url(#ieooui) } /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

– impedire la paralisi dei 23 parchi nazionali che deriverebbe dall’ applicazione lineare al sistema dei dettami della spending review, con conseguenze anche sociali gravissime, riconoscendo la specificità dei Parchi Nazionali e compensandone integralmente il taglio. 

– l’istituzione urgente di una commissione presso il ministero dell’Ambiente che stabilisca le effettive necessità per il funzionamento dei Parchi Nazionali, compresa la definizione di consistenze adeguate delle dotazioni organiche, in funzione delle specificità e complessità dei singoli territori di competenza, con personale idoneo a perseguire gli obiettivi di legge dei Parchi Nazionali.

– la definizione di una strategia nazionale per le aree protette, a seguito di un confronto con tutti gli attori, anche tramite un’apposita conferenza nazionale per le aree protette (richiesta inutilmente da tempo), al fine di attivare, finalmente, un vero sistema nazionale, come previsto dalla legge Quadro sulle aree protette del 1991.  Sono invitati a partecipare tutti i cittadini, per la difesa dell'ambiente e dei Parchi.

 Appuntamento a Roma alle ore 11.00 di giovedì 25 ottobre in via cristoforo Colombo 44, di fronte al ministero dell’ambiente.




INCHIESTA FINMECCANICA. SCAJOLA: "DI QUESTA STORIA NON SO NULLA, SONO SERENO!"

Redazione

Italia – ''Di questa storia non so nulla. Ma nonostante tutto credo ancora nella giustizia. Mi metto a disposizione della magistratura. Subito''. Cosi' Claudio Scajola, ex ministro allo Sviluppo Economico, indagato nell'ambito dell'inchiesta Finmeccanica per corruzione internazionale per un presunto ruolo di mediazione nell'affare delle forniture dell'industria italiana in Brasile, intervistato dal quotidiano ''La Repubblica''. Mai sponsorizzato Fincantieri? ''L'ho fatto con tutte le nostre imprese – spiega -, grande, medie, piccole. E' stato il mio lavoro per due mandati, ne sono orgoglioso. L'export e' quello che tiene in piedi la nostra industria. Dobbiamo tutelare e promuovere le nostre eccellenze, soprattutto all'estero. Il Brasile e' un paese in crescita, la concorrenza di Usa e Germania era fortissima''.

Sull'ipotesi che siano girate tangenti, Scajola afferma di non poter sapere ''quali siano le strategie delle aziende".

Per quanto mi riguarda, tutto si e' svolto regolarmente. Ho spinto perche' vincesse un'azienda italiana, alla luce del sole. E poi, se davvero ci fossero state delle trattative anomale, crede che lo avrebbero fatto sapere ai ministri coinvolti?''.

La gente, dice ancora, ''scherza quando dico 'a mia insaputa'. Ma io dimostrero' che ho ragione. Anche in questo caso. In passato ho dato le dimissioni da ministro senza essere ancora indagato. Era un segno di rispetto per le istituzioni, e' stato interpretato come un'ammissione di colpevolezza. Che tristezza''. Infine, una parola sul Pdl: ''C'e' chi utilizza il 'fuoco amico''' e in casa nostra ''si getta del fango per minacciare: 'Levati, che in quel posto mi ci metto io''. Insomma, ''quella del Pdl e' una faida che fa male. Non ne posso piu'. Da due anni lavoro a un partito progressista e riformista. E ora anche un libro: lo intitolero' 'A mia insaputa'''. (Fonte: Asca)




INSEGNAMENTO LICEO: AUMENTO ORE DI LEZIONE DA 18 A 24. DIGRESSIONE ALGEBRICA DI UN INSEGNANTE.

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

st1:*{behavior:url(#ieooui) } /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

Redazione

Gentile Ministro Profumo,

sono un insegnante di Matematica e Fisica di un Liceo del profondo Sud. Uno dei tanti. Questa mattina mi sono svegliato e, da bravo matematico, mi è venuta la travolgente voglia di fare due calcoli (la mia, purtroppo, è una mania irrefrenabile). Ho pensato che forse questa mia digressione algebrica avrebbe potuto esserle d'aiuto nel momento in cui dovrà giustificare, in un giorno spero non troppo lontano, la sua proposta circa l'aumento delle ore di lezione frontale dei docenti, da 18 a 24.

Come tutti ben sanno, i docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado (medie e superiori) sono una categoria super privilegiata: hanno tantissimi giorni di ferie e, quelle poche volte che lavorano, lo fanno solo per 18 ore settimanali. A questo punto entra in gioco la mia indole freddamente calcolatrice. Dunque ho cercato di capire se faccio qualche altra cosa per la mia scuola e per i miei studenti, aldilàdi queste 18 misere ore. Ecco cosa, con mio grandissimo stupore, ho scoperto. Ci sono 40 ore annuali tra scrutini, consigli di classe, Collegi Docenti, riunioni dipartimentali e colloqui scuola famiglia. Un'ora ogni due settimane per i colloqui antimeridiani con le famiglie. Per preparare lezioni e materiali per il giorno seguente impiego circa un'ora. Le settimane di lezione in un anno scolastico sono 41, togliendo ogni festività. In ogni settimana ci sono 5 giorni di lezione. Quindi alle 40 ore di cui sopra si vanno ad aggiungere 21 ore di colloqui con antimeridiani con le famiglie e 205 ore per preparare lezioni e materiali. Il totale è presto fatto: 266 ore. Giusto per essere pignolo ho provato a contare le ore che impiego per correggere i compiti in classe e le prove oggettive dei miei poveri studenti. La correzione di un compito in classe, di matematica o di fisica, di un singolo alunno porta via circa 20 minuti. Ogni correzione di prova oggettiva porta via circa 10 minuti. Tenendo conto del fatto che mi fregio di avere 42 alunni a cui insegno Matematica e 62 a cui insegno Fisica, che in un anno scolastico svolgo 8 compiti in classe e due prove oggettive, per ogni classe e per ciascuna materia, arrivo ad un totale di 416. A queste vanno aggiunte circa 40 ore per la preparazione delle tracce. Siamo arrivati ad un totale di 722 ore. Visto che, oltre ad essere un matematico, sono un irrimediabile filantropo stakanovista, ho deciso di non computare in questa mia folle corsa numerica le ore che passo su skype tutti i pomeriggi prima dei compiti in classe per aiutare i miei studenti negli esercizi che svolgono a casa, le ore in cui vado a coprire le classi gratuitamente, puntualmente dopo che si è esaurito il Fondo di Istituto e non ci sono soldi per coprire le supplenze, le giornate e le nottate che passo durante i Viaggi d'Istruzione per vigilare sui miei studenti, le ore che servono per organizzare visite guidate, viaggi d'istruzione e uscite didattiche durante tutto il corso dell'anno, le ore che servono per compilare verbali, pagelle, schede di valutazione intermedia, programmazioni, programmi finali, registri cartacei ed elettronici, corsi d'aggiornamento (che pago di tasca mia!!!). In tutto quanto questo non ho contato neanche tutte le ore che impiego per fare mille altre piccole attività funzionali al mio insegnamento. Ho voluto essere buono e ho fatto quell'atto di generosità che lei mi chiede. Però, aldilà di questo mio gesto di generosità, è doveroso che io faccia un ultimo calcolo. Le mie ore di lezione frontale in un anno scolastico sono circa 756. Se a queste sommo le 722 ore di cui sopra, ottengo un totale di 1478 ore. Lo stipendio di un insegnante di scuola superiore è di 1400 euro netti, che in un anno solare corrispondono a 17700 euro (compresi di tredicesima). In sostanza io gudagno circa 11,9 euro all'ora netti per le mie 1478 ore di lavoro all'anno. Adesso, gentile Ministro, paragoni il mio stipendio a quello di un qualsiasi collega europeo. Se le sembra imbarazzante il confronto, ripensi a quella sua proposta. Penso che la scuola meriti qualcosa di più.

Amen.




ROMA, MOVIMENTO STUDENTESCO NAZIONALE: "QUANTO E' CHOOSY LA FORNERO?"

Manco: “Se questi tecnici vivessero il mondo reale, recuperassero il rapporto con la democrazia, forse si renderebbero anche conto che i giovani italiani sono tra i più attivi in Europa nel mondo del volontariato, altro che choosy."

 

Redazione

Roma – “Certe dichiarazioni sorprendono più per il mancato stile che per il loro contenuto, ma stavolta il Ministro si è spinta davvero troppo oltre: critica la maggioranza dei giovani italiani di essere troppo esigenti nel primo lavoro, forse è una responsabilità che ha una ristretta minoranza che paga anche le colpe di una cultura egalitaria ed omologatrice della sinistra italiana  che ci fa considerare i lavori artigianali, che oggi offrono risposte occupazionali, come lavori umilianti. Il Ministro avrebbe bene ad interrogarsi su quant'e choosy non accettare contestazioni, quanto sono choosy  gli istituti bancari del  sistema del credito italiano, quant'e choosy non aver messo lei mani sui contratti atipici nella riforma da poco approvata e, invece, dovrebbe iniziare ad interrogarsi su come costruire un mondo del lavoro che faccia incontrare la responsabilità con le opportunità.” E' quanto dichiarato in una nota da Gianfranco Manco, Presidente del Movimento Studentesco Nazionale. “Se questi tecnici vivessero il mondo reale, recuperassero il rapporto con la democrazia, forse si renderebbero anche conto che i giovani italiani sono tra i più attivi in Europa nel mondo del volontariato, altro che choosy. Sembra che questi dati, il Ministro non li abbia mai letti, perciò viene da chiedersi "quant'e' Choosy la Fornero?", conclude interrogandosi polemicamente Manco.
 




RIETI, TERMINILLO: E' ALLARME DISCARICA CON RIFIUTI SPECIALI.

Alberto De Marchis

Terminillo (RI) – "A Pian de Rosce a 100 mt. dall’ex vivaio forestale, sentiero lato est  sussiste una discarica di rifiuti abbandonati verosimilmente illecita, il sito si estende su una vasta area di diversi mq e contiene materiali di ogni genere compresi rifiuti speciali. Allertati da un cittadino Legambiente ha effettuato un sopralluogo constatando che i rifiuti sono da tempo giacenti sul sito per un quantitativo di decine di mc, parzialmente celati con erba e terra e presentano segni di compattatura". Questo quanto segnalato da Ermenegildo Balestrieri presidente di Legambiente Centro Italia in una lettera inviata al Sindaco e all’Assessore all’Ambiente del Comune di Rieti, al comando della polizia Locale di Rieti, al comando dei Vigili Urbani, al Corpo Forestale dello Stato, alla Prefettura di Rieti, alla ASL uff. Igiene e Ambiente e infine agli Organi di Stampa.  Nella lettera si legge: "Tanto si segnala, affinché il Sindaco e le altre Autorità in indirizzo, possano compiere gli accertamenti loro  demandati istituzionalmente, ai sensi del D.lgv. n. 152/2006. Si rammenta che l’art. 250 del D.lgv. n.152/2006, prevede degli adempimenti obbligatori per il Comune, i quali non possono essere disattesi e per l’adempimento dei quali, con la presente, si pone formale istanza. Si significa, inoltre, che ai sensi dell’art. 16 della L.86/90 la risposta alla suesposta istanza deve pervenire nel termine di 30 giorni dalla ricezione della richiesta medesima. Allorché le Autorità in indirizzo promuovessero causa nei confronti dei responsabili, la scrivente Associazione Ambientalista intende prendere parte al procedimento come parte lesa. Si allega parte del materiale fotografico in possesso della scrivente, altra documentazione è custodita nei propri uffici e a disposizione dell’Amministrazione Comunale qualora ne abbisognasse."
 




RIETI, SENTENZA COMMISSIONE GRANDI RISCHI: UNA CONDANNA ESEMPLARE?

Bastioni: "Nei vari giudizi che vengono espressi, non si può fare a meno di notare che quelli più veementi sono basati su un presupposto totalmente errato: 'sono stati condannati per non aver previsto il terremoto. Niente di più falso'.

 

Redazione

Rieti – "C’era da aspettarselo. La sentenza di condanna ai membri della Commissione Grandi Rischi non poteva non scatenare reazioni e polemiche di tutti i tipi". Ad affermarlo è Crescenzio Bastioni, responsabile del CER protezione civile Rieti. "Nei vari giudizi che vengono espressi, non si può fare a meno di notare che quelle più veementi sono basate su un presupposto totalmente errato: “sono stati condannati per non aver previsto il terremoto. Niente di più falso". Nel capo di imputazione si legge: “Sono state fornite dopo la riunione informazioni imprecise, incomplete e contraddittorie sulla pericolosità dell’attività sismica vanificando le attività di tutela della popolazione”. Secondo i PM gli imputati “sono venuti meno ai doveri di valutazione del rischio connessi alla loro funzione” anche sotto il profilo dell’informazione. Queste notizie rassicuranti “hanno indotto le vittime a restare nelle case”. Il quadro che ne viene fuori, confermato dalla sentenza di ieri, è che più che la Scienza – allo stato attuale è quasi unanimemente condivisa l'imprevedibilità di un sisma – ad essere condannata è la cattiva comunicazione del rischio. Quindi smettiamola di parlare di processo alla Scienza, ma piuttosto iniziamo a ragionare su responsabilità, superficialità e cattiva informazione. Di fronte a uno scenario di mesi di sciame sismico, in un territorio ad altissimo rischio, con un pregresso di eventi disastrosi, gli aquilani, sulla loro pelle, sanno che la partita si è giocata sulle eccessive e continue rassicurazioni delle settimane precedenti, che hanno indotto la gente ad adottare comportamenti rischiosi, restando in casa quando sentiva la terra tremare. Da cittadino, – prosegue Bastioni – preferirei una comunicazione "onesta" basata sul principio che non voglio sentirmi dire "dormite pure sonni tranquilli" ma "siate sempre preparati!". La sicurezza va raccontata, insegnata, fatta entrare nel DNA degli italiani e questo compito spetta, deve spettare, alle istituzioni preposte. Vorrei, sempre da cittadino, essere sicuro che i controlli alle strutture primarie vengano fatti e che le costruzioni (almeno quelle che contano) siano a norma, che siano state identificate e pre-attrezzate le aree predisposte a gestire le emergenze e che il personale (volontario e professionista) sia formato, addestrato e coordinato. Non voglio sentirmi tranquillizzare, ma nel contempo voglio tutte le informazioni possibili per convivere con il rischio che esiste nel territorio in cui vivo, perché è di questo si tratta. Gestire la popolazione come massa incapace di ragionare, significa solo rischiare che nel momento dell'emergenza questa non sia preparata mentalmente e adotti i comportamenti diametralmente opposti a ciò che suggerisce il buon senso. E noi reatini non corriamo meno rischi degli aquilani. Dalla nuova Amministrazione comunale di Rieti – conclude il responsabile del CER – mi aspetto una maggiore attenzione su questi temi che interessano da vicino la sicurezza dei cittadini, ponendo nell’agenda delle priorità la Protezione Civile e le materie che riguardano la previsione e la prevenzione dai pericoli di calamità, e la capacità di intervenire efficacemente in caso di emergenza.
 




TARQUINIA – MONTALTO, PEDAGGIO AUTOSTRADA TIRRENICA: VERBA VOLANT SCRIPTA MANENT

Lista Civica Per Il Bene di Tarquinia: "Il sindaco di Tarquinia è inutile che si agita e urla sui giornali credendo di guadagnare in autorevolezza, difficile fidarsi con questi toni, oggi per dare tranquillità ai cittadini e residenti del comune di Tarquinia, dovrebbe usare toni pacati, dare fiducia con carte alla mano!"

 

Redazione

Tarquinia (VT) – Qualora i Sindaci di Tarquinia e Montalto avessero nel cassetto un documento che comprovasse l’esenzione completa del pedaggio ai residenti, che lo rendano pubblico al più presto, – Dichiara in una nota il portavoce della Lista Civica Per Il Bene di Tarquinia – sciogliendo così dubbi e polemiche. Ma non sarà che non c’è? – prosegue la nota -A pensar male si fa peccato ma quasi sempre si indovina e l’esagerato livore dal Sindaco di Tarquinia, ne è prova, piuttosto qualcuno lo avvisi che la campagna elettorale è finita da un pezzo e che ora ha il dovere di essere il Sindaco di tutti, con metodi meno discutibili e più democratici. Sono anni ormai che vengono proclamati accordi miracolosi per il territorio tra Sindaco e Sat, lettere inviate e ricevute, sventolate di lontano nei consigli comunali, ma i cittadini si aspettano di vedere un impegno scritto, come quello che ha preteso la Regione Toscana d’accordo con tutti i comuni nella delibera di giunta del 18 06 2012, in cui sono state fissate delle stringenti prescrizioni all’approvazione della Tirrenica, proprio in tema di esenzione del pedaggio. Qualcuno dei lettori è disposto a credere che il Presidente della Regione Toscana che ha avuto bisogno di un decreto legge del governo per assicurarsi l’esenzione, sia uno sprovveduto? La Toscana ha fatto impegnare la SAT cosi come per l’esenzione, anche su tutta la viabilità secondaria, ponendo prescrizioni comune per comune, a Tarquinia invece tutto è strano, non esiste traccia del progetto esecutivo, nonostante poi il Tar Lazio abbia disposto di fornirlo in copia ai cittadini di Tarquinia nel ricorso con Italia – Conclude la nota – Nostra sul tema della mobilità. Il sindaco di Tarquinia è inutile che si agita e urla sui giornali credendo di guadagnare in autorevolezza, difficile fidarsi con questi toni, oggi per dare tranquillità ai cittadini e residenti del comune di Tarquinia, dovrebbe usare toni pacati, dare fiducia con carte alla mano! Se poi vivessimo in un paese normale, dovremmo averlo da un pezzo il crono programma dei lavori alla viabilità secondaria, preventiva all’inizio dei lavori dell’autostrada, oppure anche questa è una richiesta insolente?

tabella PRECEDENTI:

17/10/2012 TARQUINIA, I RESIDENTI NON PAGHERANNO IL PEDAGGIO PER L’AUTOSTRADA
12/10/2012 TARQUINIA E MONTALTO DI CASTRO, TIRRENICA: RESIDENTI FUORI DALL’ESENZIONE DEL PEDAGGIO


 




ANAGNI, SMOTTAMENTO QUARTIERE SAN FILIPPO: I RESIDENTI HANNO PAURA

Anagni – "effettivo peggioramento della situazione dello smottamento in questione, causato dal deflusso delle acque piovane che nel tempo, mancando le cunette laterali di convogliamento, hanno creato un vuoto che col passare del tempo potrebbe creare seri problemi alla viabilità e alla sicurezza stradale". Questa la denuncia di Valter Cecilia,  presidente dell'associazione "Obiettivo comune per il Cittadino" che ha denunciato l'assenza degli organi che dovrebbero ripristinare e mettere in sicurezza il territorio e in particolare i luoghi oggetto dello smottamento della strada in via Colle Saricone all'altezza del civico n. 30 che ha suscitato molta paura nei residenti del popoloso quartiere di San Filippo ad Anagni.




APRILIA CRISI MONTEBOVI, 21 LAVORATORI RISCHIANO LA CASSA INTEGRAZIONE: BRACCIA CONSERTE A FINE TURNO

Aprilia – I lavoratori dell'azienda Montebovi non calmano lo stato di agitazione che ormai va avanti da diversi mesi. C'è ancora il rischio che 21 lavoratori possano finire senza lavoro. Allora ecco che congiuntamente alle sigle sindacali daranno vita ad un altro sciopero per portare i vertici ad un confronto:  incroceranno le braccia un'ora ogni fine turno, fino al prossimo 30 ottobre. "Questa prima iniziativa è stata pianificata per dare un chiaro e diretto segnale all'azienda – hanno detto le sigle di Cgil, Cisl e Uil – in attesa che venga riaperta la trattativa. Il nostro principale obiettivo è tutelare i 21 lavoratori che finirebbero in cassa integrazione".