CEPRANO, PERDE LA VITA IN UN INCIDENTE IL VICE COMANDANTE DELLA STAZIONE DEI CARABINIERI DI TORRICE

A.De. M.

Ceprano (FR) – Perde la vita in un tragico incidente P.L. il Vicecomandante della Stazione dei Carabinieri di Torrice mentre percorreva la via Casilina,  tra Ceprano ed Arce, con la sua Fiat Tempra Station Wagon. I motivi per i quali l’auto del milite è finita fuori strada sbattendo contro un albero sono attualmente  al vaglio della Polizia Stradale di Cassino.




ANGUILLARA CASO FEDERICA MANGIAPELO: DA LUNEDI' POMERIGGIO LA SALMA IN CHIESA PER L'ULTIMO ADDIO

Chiara Rai
Anguillara (RM) – Tutta la cittadinanza sarà presente martedì alle 15 alla chiesa Regina Pacis di Anguillara per l’ultimo addio al corpo di Federica Mangiapelo, la sedicenne trovata cadavere la mattina del primo novembre sulla spiaggia di Vigna di Valle che si affaccia sul lago di Bracciano. Francesco Pizzorno, sindaco di Anguillara e al contempo legale della famiglia della vittima, ha proclamato il lutto cittadino, "i negozi rimarranno chiusi durante i funerali – ha detto Pizzorno –  e le bandiere saranno a mezz'asta". Per non creare disagi alle famiglie, le scuole rimarranno chiuse anche se verrà osservato un minuto di silenzio in ricordo di Federica, prima di dare inizio alle regolari lezioni scolastiche. I cittadini dunque, sempre più stretti attorno alla famiglia di Federica, il “piccolo angelo biondo” la cui morte rimane ancora avvolta dal mistero, troppi vuoti e tante reazioni da parte dei parenti e amici. Don Luigi, parroco della chiesa Regina Pacis di Anguillara, in occasione della messa domenicale, ha detto che lunedì 5 novembre pomeriggio porteranno la salma in chiesa che sarà esposta fino alle 22 per permettere ai cittadini di rendere omaggio a Federica. Per l’occasione i genitori hanno chiesto di non portare solo fiori ma di fare anche delle offerte che saranno devolute in beneficienza a favore di opere socialmente utili. Intanto, proseguono senza sosta le indagini dei carabinieri di Bracciano, i sommozzatori dei militari hanno ispezionato lo specchio d'acqua antistante il luogo in cui si presume sia rimasto adagiato il suo corpo. Gli investigatori sono in cerca di alcuni effetti personali della ragazza, tra cui la sua borsa e il cellulare, che sembra non siano stati ancora trovati. L'autopsia di ieri effettuata dal professor Stefano Moriani ha confermato lo scenario già delineato con i primi esami esterni del cadavere. Nessun segno di violenza, niente acqua o sabbia nei polmoni. Federica non è stata picchiata né aggredita e non è morta per annegamento. L'ora del decesso viene stabilita alle 4 del mattino. Nella cittadina sabatina quasi nessuno crede che Federica sia morta in solitudine, senza che nessuno abbia visto nulla e poi sono tanti gli interrogativi e i dubbi che ruotano attorno alla relazione tra Federica e il suo ragazzo di 23 anni Marco Di Muro, un rapporto dove i litigi accadevano spesso. L’ultimo messaggio del ragazzo spedito a Federica, proprio il giorno della sua morte via Facebook: "Ti voglio bene anche se abbiamo litigato". C'entra qualcosa quel litigio con il decesso della ragazza? Perché i due avevano litigato? E proprio sabato 3 novembre appena trascorso, Marco ha aggiornato la pagina del suo Facebook, inserendo l’immagine delle sue mani e quelle di Federica che formano un cuore e come sfondo l’abitacolo di una macchina. E ancora i due riflessi nello specchietto della macchina, una immagine lontana dall’agghiacciante fotofinish di giovedì mattina: un lenzuolo bianco sul bagnasciuga e sotto il corpo di Federica lambito dalle onde. Una persona del posto, donna adulta ha lasciato un messaggio ai ragazzi: “Ascoltate chi vi da' consigli, avrete tempo per uscire e far baldoria, non esagerate, non strafate, c'è un tempo per tutto. Come tutti i giovani ho fatto tante cose anch'io, ma son felice oggi di aver avuto delle proibizioni fino ad una certa età”. Tra i tanti messaggi lasciati dalle persone su Facebook, colpiscono le parole all’interno di lungo messaggio di una donna giovane, non adolescente ma comunque giovane trentenne che si rivolge ai ragazzi: “….tutti siamo stati adolescenti e abbiamo battuto i piedi quando ci sono stati detti dei no, ma quando si cresce ci si rende conto che quei no son stati giusti e son serviti e mi rivolgo a tutti i ragazzini e ragazzi… ascoltate chi vi da' consigli, avrete tempo per uscire e far baldoria,non esagerate,non strafate,c'è un tempo per tutto. Vi capisco, non son lontanissima dalla vostra età,quindi come tutti i giovani ho fatto tante cose anch'io, ma son felice oggi di aver avuto delle proibizioni fino ad una certa età. La notizia della piccola Federica è stata straziante..Spero che presto si farà chiarezza su questo brutto avvenimento”. Il ruolo del genitore è difficilissimo, in questo preciso momento bisogna ottenere delle certezze sul caso di Federica Mangiapelo, ancora avvolto nel mistero.

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03/11/2012 ANGUILLARA, MORTE DI FEDERICA MANGIAPELO: PARLANO LO ZIO MASSIMO E IL SINDACO PIZZORNO
03/11/2012 ANGUILLARA CASO FEDERICA MANGIAPELO, CITTADINANZA ANCORA PIU' STRETTA ATTORNO AL PICCOLO ANGELO BIONDO
02/11/2012 ANGUILLARA CASO FEDERICA MANGIAPELO, MAMMA ROSSELLA E PAPA' GIGI: "LOTTEREMO PER AVERE GIUSTIZIA"
02/11/2012 ANGUILLARA, CASO FEDERICA MANGIAPELO: SI ATTENDE RISULTATO AUTOPSIA
01/11/2012 ANGUILLARA, CASO CADAVERE A VIGNA DI VALLE: IL CORPO DI FEDERICA IN ATTESA DELL'AUTOPSIA
01/11/2012 ANGUILLARA, RAGAZZA MORTA A VIGNA DI VALLE: I RACCONTI DEI CONOSCENTI E IL RETROSCENA FAMILIARE


 




RIETI, ACCORPAMENTO PROVINCIE: SARÀ ANCHE UN GOVERNO DI TECNICI, MA MANCANO EVIDENTEMENTE I LAUREATI IN BUONSENSO.

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo da Leonardo De Sanctis

Rieti – La Provincia di Rieti ha 85 anni di storia. E' nata sotto il Fascismo, ha superato indenne la Seconda Guerra Mondiale, la Prima e anche la Seconda Repubblica e ora, con un "sobrio" colpo della Repubblica Tecnica, è sparita dal cilindro montiano per non riapparire mai più. La Provincia di Rieti ha rappresentato la logica unione di un territorio che da Amatrice a Greccio aveva ed ha una identità comune. Nulla a che vedere, quindi, con gli Enti provinciali nati negli ultimi 20 anni da un estremismo campanilista del tutto fine a se stesso. L'idea che Rieti non avrà mai più un rappresentante unitario del suo territorio è devastante sul piano pratico per la scomparsa innanzitutto della Questura e della Motorizzazione Civile; ma ancor di più lo è sul piano morale perché uccide una identità di Popolo che non era nata con l'Ente, esisteva già prima, ma nella Provincia aveva trovato una vera e propria bandiera da sventolare, tagliata su misura sull'intero territorio reatino-sabino. Sono tutte questioni sociali e storiche che il Governo Tecnico ignora completamente, parificando, nel furore dei tagli, un territorio storico come il reatino ad un emblema dello spreco come la provincia sarda di Carbonia-Iglesias. Ciliegina sulla torta è l'accorpamento con Viterbo, autentico capolavoro del nonsenso. Un territorio lontanissimo geograficamente e “mentalmente” da quello Sabino. Nei 100 Km di viaggio per raggiungere il capoluogo viterbese si incontra dopo soli 25 minuti la città di Terni, terra umbra storicamente imparentata con buona parte del Reatino: da San Francesco alle Cascate della Marmore che da sempre sono un capolavoro che i reatini considerano anche “roba loro”. E allora perché non realizzare l'unione di Rieti con l'Umbria ? E' talmente logico…che non lo fanno ! Se davvero si voleva realizzare un risparmio sulla spese Provinciali senza mortificare interi territori, sarebbe bastato svuotare la struttura amministrativa degli Enti, trasformando il Presidente in un eletto direttamente dal popolo, senza Giunta e senza Consiglio Provinciale, ma con diritto di voto in Consiglio Regionale e diritto di partecipazione ed opinione nelle riunioni della Giunta Regionale. Si sarebbe quindi creata una nuova figura di “rappresentante territoriale” ancor più legata al territorio, ancor più forte presso la Regione, senza necessità di abolire alcun ente provinciale e con un risparmio di spesa di molto superiore all'irrazionale accorpamento che si sta realizzando.

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03/11/2012 RIETI: RIORDINO PROVINCIE FATTO… E ADESSO?
22/10/2012 CONTIGLIANO, PROPOSTA DI DELIBERA DELLA MINORANZA: VOGLIONO CHE RIETI LASCI IL LAZIO PER L'UMBRIA


 




BRACCIANO, AL VIA LE LEZIONI NELLA NUOVA SCUOLA IN VIA DEI LECCI PER CINQUE CLASSI DELLE ELEMENTARI

Redazione

Bracciano (RM) – Taglio del nastro sabato mattina per la nuova scuola di via dei Lecci a Bracciano Nuova dove da lunedì 5 novembre inizieranno le lezioni per cinque classi della scuola elementare. “Il futuro del Paese sono questi bambini” ha detto il sindaco Giuliano Sala annunciando la partenza a breve anche del nuovo complesso scolastico da 25 aule di via del Pero. “Il problema per le Pubbliche Amministrazioni – ha tenuto a precisare il sindaco – riguarda i pagamenti, nel senso che il patto di stabilità non ci consente, pur avendo i fondi disponibili, di disporre i pagamenti”. “Quando si fa un’opera di questo genere – ha sottolineato il vicesindaco con delega alla Pubblica Istuzione Gianpiero Nardelli parlando delle ditte interessate ai lavori – i soggetti interessati sono molti. Mi auguro che i bimbi possano trovare in questa scuola una struttura accogliente. I ritardi sono dovuti alla necessità di procedere alla sistemazione degli esterni e di modificare la rampa di accesso”. Nardelli ha inoltre ricordato alle famiglie presentila vicenda delle 9 aule che il Comune otterrà in restituzione da parte della Provincia di Roma dal plesso adiacente alla scuola inaugurata oggi. “L’obiettivo – ha detto Nardelli – è di realizzare anche per questa zona le strutture per un ciclo completo di studi”. Sulla stessa linea la Anna Ramella, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Trevignano, al quale la scuola inaugurata fa capo, che ha voluto focalizzare l’attenzione anche sugli aspetti della “razionalizzazione scolastica, una parola magica – ha aggiunto – che nasconde sempre sacrifici”. Poco prima del taglio del nastro la benedizione di rito da parte del parroco don Piero Rongoni. Poi tutti dentro per visionare i locali in attesa della campanella d’inizio scuola di lunedì mattina.
 




ANGUILLARA, MORTE DI FEDERICA MANGIAPELO: PARLANO LO ZIO MASSIMO E IL SINDACO PIZZORNO

[ VIDEO – DICHIARAZIONI DI MASSIMO MANGIAPELO ZIO DI FEDERICA ]

[ VIDEO – DICHIARAZIONI DI FRANCESCO PIZZORNO SINDACO DI ANGUILLARA ]

 

Chiara Rai
Anguillara (RM) – “Federica non assumeva alcool e neppure droghe, ne aveva paura” lo ha ribadito fermamente Massimo Mangiapelo, zio paterno della giovane trovata cadavere sul lago di Bracciano la notte di Halloween. Zio Massimo, giornalista della Provincia di Frosinone che sabato 3 novembre nel pomeriggio ha deciso di parlare a nome dell’intera famiglia e chiarire alcuni aspetti della vita di Federica Mangiapelo: “Federica non aveva crisi epilettiche ma è stata colpita dal piccolo male da bambina”. Eppure, nonostante la definizione, “il piccolo male”, consiste in una vera forma di epilessia generalizzata che può provocare episodi di breve perdita di coscienza. Ma zio Massimo garantisce che la nipote si era sottoposta a tutte le cure del caso, “erano anni che stava bene e non assumeva assolutamente medicinali”. E poi ancora chiarimenti sulle tante foto in posa sul Facebook di Federica: “quelle immagini – ha continuato Massimo Mangiapelo –  sono state scattate dalla mia compagna che è fotografa professionista”. Le avrebbero scattate per gioco e non perché Federica avesse grilli per la testa. Era una ragazza come tutte le adolescenti d’oggi, “forse un po’ esuberante – ha aggiunto lo zio –  ma non come è stata descritta in questi giorni”. Poco distante dallo zio, il legale della famiglia e primo cittadino di Anguillara Francesco Pizzorno che non ha esitato a fare un appello a chiunque possa ricordare qualche dettaglio di quella notte, sappia o abbia visto qualcosa, “penso che una ragazza di 16 anni  – ha detto Pizzorno – non viene qui da sola in ore notturne e sotto un temporale, quindi, ritengo, sia verosimile che qualcuno ce l’abbia portata. Poi tutto può essere”. Inoltre nessuna vigilanza straordinaria sarebbe stata preventivata per “la notte delle streghe”, considerato forse un giorno come gli altri, prima di giovedì mattina.

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03/11/2012 ANGUILLARA CASO FEDERICA MANGIAPELO, CITTADINANZA ANCORA PIU' STRETTA ATTORNO AL PICCOLO ANGELO BIONDO
02/11/2012 ANGUILLARA CASO FEDERICA MANGIAPELO, MAMMA ROSSELLA E PAPA' GIGI: "LOTTEREMO PER AVERE GIUSTIZIA"
02/11/2012 ANGUILLARA, CASO FEDERICA MANGIAPELO: SI ATTENDE RISULTATO AUTOPSIA
01/11/2012 ANGUILLARA, CASO CADAVERE A VIGNA DI VALLE: IL CORPO DI FEDERICA IN ATTESA DELL'AUTOPSIA
01/11/2012 ANGUILLARA, RAGAZZA MORTA A VIGNA DI VALLE: I RACCONTI DEI CONOSCENTI E IL RETROSCENA FAMILIARE


 




ANGUILLARA CASO FEDERICA MANGIAPELO, CITTADINANZA ANCORA PIU' STRETTA ATTORNO AL PICCOLO ANGELO BIONDO

Chiara Rai

Anguillara (RM) – Anguillara sempre più stretta attorno alla famiglia di Federica Mangiapelo, il “piccolo angelo biondo”, trovata morta a soli 16 anni, l’indomani della notte di Halloween, sul lungolago di Vigna di Valle ad Anguillara Sabazia. Un giallo vero e proprio che ha colpito la cittadina sabatina e che mette realmente i brividi: “Io dico solo che non esiste morire a 16 anni” continuano i commenti come questo sulla pagina Facebook della ragazza. Sono in tanti nella comunità di Anguillara che pensano che qualcuno le abbia fatto del male, o che comunque qualche responsabilità l’abbia chi di fatto ha lasciato sola una ragazza di 16 anni, di notte. I residenti sgomenti e impauriti si aggirano in quel posto finora tranquillo e lontano dai riflettori. Altri fiori nel luogo dove è stato ritrovato il corpo di Federica: erano in tanti a conoscerla e a volerle bene. In tanti ripetono, “vivace sì, ma un’adolescente come tutte le altre”. I giorni passano e l’attesa per la famiglia di riavere il corpo, nella migliore delle ipotesi, potrebbe avvenire tra oltre una settimana. Il sindaco di Anguillara Francesco Pizzorno, al contempo legale della famiglia della ragazza, è intenzionato a proclamare il lutto cittadino nonostante ancora non si conoscano le cause della morte della giovane: è comunque un episodio che ha scosso la cittadina, una minorenne è stata trovata morta sulle spiagge di una cittadina dove fino a giovedì mattina non si era mai verificato un fatto così agghiacciante. Nessuno si è detto sostanzialmente contrario alla proclamazione del lutto della città ma qualche riflessione c’è stata: “purtroppo tanti ragazzi muoiono passando inosservati alle cronache”. Sarà pur vero ma la piccola Federica, comprendono anche i pochi che hanno avanzato la considerazione, rappresenta proprio il “simbolo” dei ragazzi che hanno perso la vita quando ancora iniziavano ad approcciarsi ad essa. Federica “l’angelo degli angeli” dice qualche mamma che posa un fiore sul sasso in spiaggia e va via con gli occhi pieni di lacrime. Anche lo zio Massimo Mangiapelo, nel pomeriggio di sabato 3 novembre alle 17, sprofondando le scarpe sulla sabbia, sembra quasi non abbia voluto, in segno di profondo rispetto per il luogo dove è stata trovata morta sua nipote, trascinare la folla di giornalisti che lo inseguiva vicino i fiori. Massimo ha voluto ribadire una verità in questo momento affatto scontata: “Federica era una ragazza normale”. Ma la sua “esuberanza”, termine utilizzato da zio Massimo non può e non deve in questo momento essere presa per qualcosa di diverso. “Dona pace e conforto Signore a questo Angelo a cui sono state spezzate le ali, per mano di chi non si sà ma chiunque sia non è degno di essere chiamato uomo!”. Non è un addio lasciato a Federica sulla bacheca dai suoi amici, ma un arrivederci in attesa di salutarla tra gli applausi di tutti, probabilmente nella parrocchia Regina Pacis di Anguillara, quella grande, vicino la stazione, poco lontano dalla casa di Federica. 

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03/11/2012 ANGUILLARA, MORTE DI FEDERICA MANGIAPELO: PARLANO LO ZIO MASSIMO E IL SINDACO PIZZORNO
02/11/2012 ANGUILLARA CASO FEDERICA MANGIAPELO, MAMMA ROSSELLA E PAPA' GIGI: "LOTTEREMO PER AVERE GIUSTIZIA"
02/11/2012 ANGUILLARA, CASO FEDERICA MANGIAPELO: SI ATTENDE RISULTATO AUTOPSIA
01/11/2012 ANGUILLARA, CASO CADAVERE A VIGNA DI VALLE: IL CORPO DI FEDERICA IN ATTESA DELL'AUTOPSIA
01/11/2012 ANGUILLARA, RAGAZZA MORTA A VIGNA DI VALLE: I RACCONTI DEI CONOSCENTI E IL RETROSCENA FAMILIARE

 




TARQUINIA (VT) – FARE VERDE DENUNCIA DISTRUZIONE PONTE DETTO “DEL VIVO”

Sembra che il ponte sia indicato chiaramente in carte topografiche di ben due secoli fa.  “Sembra un manufatto vecchio di almeno cento anni – commenta Fare Verde – se fosse accertata questa datazione, per qualsiasi intervento su di esso è necessaria l’autorizzazione del Ministero per i beni culturali e della competente sovrintendenza. Ci auguriamo che la magistratura accerti come sono andati i fatti e se ci sono responsabilità di qualsiasi genere.”

 

Redazione

Tarquinia (VT) – Distrutto un ponticello in muratura. A denunciarlo è l’associazione ambientalista Fare Verde di Tarquinia su segnalazione di alcuni cittadini residenti nella località San Giorgio, sul litorale tarquiniese. Il fatto è avvenuto alcuni mesi fa, ma la notizia si è appresa solo in questi giorni quando alcuni cittadini si sono rivolti all’associazione. A essere distrutto dalle ruspe è stato il ponte detto “del Vivo”, un ponticello in muratura che da almeno cento anni si trovava a cavallo del fosso delle Saline. Quest’ultimo è un fossato che costeggia l’area naturale e di popolamento animale “Salina di Tarquinia” e la divide dalla vicina località residenziale “San Giorgio – Poggio della Birba”. “Era una mattina piovosa – dice un uomo che abita in quella zona – ho sentito un rumore secco, mi sono affacciato alla finestra e ho visto che alcuni operai, accompagnati da una persona in divisa, stavano distruggendo il ponte con un mezzo meccanico. La ruspa in poco tempo ha abbattuto il ponticello. Il giorno dopo – prosegue – mi sono recato dal sindaco il quale mi ha invitato a denunciare l’accaduto ai vigili urbani, cosa che ho fatto immediatamente.” Per il momento non si conoscono i risultati di eventuali indagini. Fatto sta che alcuni residenti, appresa la notizia, hanno effettuato un sopralluogo accompagnati dagli ambientalisti. Inoltre, si sono attivati per cercare documenti e fotografie in grado di datare con certezza l’esistenza del ponte. Ad esempio, il ponte “del Vivo” viene citato in documenti ufficiali del Comune, è presente in alcune fotografie aeree ed è inserito graficamente in numerosi progetti presentati anni orsono dal consorzio residenziale “Lottisti Etruria”. Inoltre, sembra che il ponte sia indicato chiaramente in carte topografiche di ben due secoli fa.  “Sembra un manufatto vecchio di almeno cento anni – commenta Fare Verde – se fosse accertata questa datazione, per qualsiasi intervento su di esso è necessaria l’autorizzazione del Ministero per i beni culturali e della competente sovrintendenza. Ci auguriamo che la magistratura accerti come sono andati i fatti e se ci sono responsabilità di qualsiasi genere.”
 




RIETI: RIORDINO PROVINCIE FATTO… E ADESSO?

“Si tratta di rendere il territorio adeguatamente forte  alla richiesta di semplificazione e di competizione territoriale.  Il punto debole del nostro territorio è evidente; sta nella estrema frammentazione e nella presenza di comuni molto piccoli e non più in grado di assolvere adeguatamente i compiti assegnati.”

Riceviamo e pubblichiamo da Vincenzo Lodovisi

Rieti
– L'emanazione del decreto che prevede il riordino delle province determina una naturale accelerazione sugli scenari su cui si è dibattuto in questi mesi. Comprensibili le apprensioni che si registrano per una unione che agli occhi di tutti appare innaturale ed illogica, ma imposta solo dalla combinazione dei numeri saltata fuori dal cilindro di Patroni Griffi.  Del resto che le province non fossero in buona salute era noto da tempo; a più riprese avevano evitato il colpo di forbice solo all'ultimo secondo.  I sondaggi confermano che buona parte della opinione pubblica non ne comprende l'utilità e solo la necessità di osservare l'art. 114 e segg. della Costituzione ha evitato che si procedesse per la loro totale abolizione.  Logico invece attendersi maggiore oculatezza di scelta allorché si è optato per una operazione di riduzione del numero complessivo. Aver privilegiato il criterio demografico comporterà l'acuirsi del processo di spopolamento dell'”Appennino morente”.  Con l'abbandono progressivo dei borghi appenninici si determinerà una accelerazione nell'ineluttabile spostamento e nella sempre maggiore concentrazione delle popolazioni a valle.  Da un lato avremo borghi spopolati e dall'altra maggiore richiesta abitativa. Un assurdo in termini di gestione del territorio. Non so se farà bene al paese di assecondare questo processo migratorio, sia da un punto di vista dell'uso del suolo che per l'equilibrata gestione dell'assetto idrogeologico. Abbandonare le aree interne e la montagna comporterà inoltre maggiori rischi per le aree sottostanti e maggiori costi di prevenzione e salvaguardia territoriale.  Lecito attendersi un ripensamento da parte dei prossimi governi ed una rilettura di una riforma fin qui molto discussa.  Ho seguito con molto interesse le dichiarazioni di chi considerando innaturale l'unione prefigurata, prefigura un'implosione della provincia reatina, e si prepara a migrare in altre regioni. La ipotizzata trasmigrazione ad altra Regione dei Comuni di confine  (Cicolano per l'Abruzzo, Montepiano per l'Umbria, Alto Velino diviso tra Marche ed Abruzzo) non credo che avrà l'effetto di  cambiare il destino di area marginale. Spostando semplicemente il confine politico di una regione o di una provincia difficilmente  potrà determinerà il cambiamento di sorte dei Comuni o delle politiche a servizio delle rispettive popolazioni. Non è secondario, infatti, il tempo di crisi  in cui cade questa scelta, con forte contrazione  della spesa. La stessa promozione di un comitato referendario, in grado di catalizzare l'attenzione della opinione pubblica non solo reatina, si troverà a superare gli ostacoli delle complesse procedure previste dalla legge ed anche quelli causati  dall'approdo in una regione che a norma dell'art.133 della costituzione potrebbe essere essa stessa oggetto di riordino, non possedendo il requisiti minimale del milione di abitanti ed essendo ormai costituita da una provincia coincidente con il territorio regionale. In tutti i casi mi pare che la risposta, “andarsene altrove”, non sia adeguata alla domanda che il momento pone.  Una cosa, invece,  potrebbe contribuire a rendere i comuni adeguatamente forti di fronte  alla richiesta di semplificazione e di competizione territoriale.  Il punto debole del nostro territorio provinciale è evidente; sta nella estrema frammentazione e nella presenza di comuni molto piccoli e non più in grado di assolvere adeguatamente i compiti assegnati. Il loro ruolo sarà ancor più residuale, fino all'ininfluenza,  nel contesto provinciale che si profila o in qualunque altro che non sia quello attuale, con ricadute in termini di declino facilmente intuibili. Diversa invece mi parrebbe la condizione di questo territorio se fosse diviso in 10-15 comuni anziché 73.  I media hanno dato notizia che 7 comuni della Valsamoggia in Emilia hanno deciso di fondersi in un unico comune. I consigli comunali hanno già deliberato ed ora saranno le popolazioni a pronunciarsi con un referendum. Se i cittadini dimostreranno di credere nel progetto si costituirà un comune di oltre 30.000 abitanti e di oltre  178 kmq., uno dei più grandi della provincia di Bologna con capacità d'interlocuzione ben diversa da quella attuale. Penso che questa sia la vera sfida che ci si pone di fronte al cospetto dell'azione di riordino provinciale, e solo una adeguata risposta potrà assicurare diverso destino alle comunità locali. Qui o altrove.    

 




CISTERNA, AFFISSO STAMATTINA UNO STRISCIONE DI SENSIBILIZZAZIONE SUL CASO MARÒ IN PIAZZA AI CADUTI, DOVE SI SVOLGERÀ TRA POCO LA RICORRENZA DELLE FORZE ARMATE.

Redazione

Cisterna (LT) – Nella ricorrenza della Festa delle Forze Armate la situazione dei due marò è ancora lungi dall'essere risolta. La prossima settimana, l'8 novembre, l'Alta Corte indiana si pronuncerà sulla competenza, stabilendo una volta per tutte e dopo 9 mesi, se a giudicare Massimiliano Latorre e Salvatore Girone dovrà essere un tribunale indiano o, come invece prevedono le leggi internazionali, dei giudici italiani. I due fucilieri del Reggimento San Marco sono infatti accusati dall'India della morte di due pescatori indiani, lo scorso 15 febbraio, durante un'azione antipirateria. "Striscione appeso non per caso proprio sopra la sede cisternese della Marina Militare per esprimere vicinanza e solidarietà al corpo, e quindi sul fondale della Piazza ai Caduti,  proprio dove si è svolta la ricorrenza cittadina in ricordo delle forze armate alla presenza di tutte le forze dell'ordine cisternesi, così i ragazzi della Giovane Italia Cisterna hanno voluto sensibilizzare il tema; Non si fa attendere l'intervento. E' sconcertante che l'unico risultato ottenuto da questo governo in nove mesi è stato quello di siglare, lo scorso agosto, un accordo bilaterale con l'India, che prevede uno scambio di prigionieri: il nostro Paese restituirebbe all'india i suoi 100 connazionali detenuti nelle nostre carceri e in cambio otterrebbe il rimpatrio dei nostri italiani detenuti in India che sono poco più di 15 tra i quali appunto Latorre e Girone. In questo modo, qualunque sia la decisione dell'Alta Corte indiana, i due marò tornerebbero in Italia. Si tratta di un accordo poco onorevole -continuano i ragazzi – perchè tra i detenuti indiani in Italia ci sono persone condannate per gravi reati, dunque non paragonabili a militari che godono dell'immunità e la cui colpevolezza è tutta da accertare perchè tutte le prove balistiche scagionano i due militari, il calibro delle armi in dotazione è incompatibile con l'accusa e non per niente il peschereccio è stato lasciato affondare per inquinare la prova finale. Un governo autorevole – concludono i ragazzi – avrebbe agito con più fermezza per riportare a casa due nostri connazionali detenuti in modo illegittimo. Questa è l'ennesima prova della poca credibilità che possiede un governo imposto dalla banche e dalla Merkel e che ovviamente con a capo degli pseudo tecnici non ha ne giusti interlocutori e ne la legittimazione popolare."
 




RIETI, COTRAL: VIAGGIANO MEGLIO GLI ANIMALI DA MACELLO O I PENDOLARI?

[ VIDEO VIAGGIATORI COTRAL ]

 

Rieti – Al fine di tutelare il benessere degli animali durante il trasporto, l’Unione europea ha emanato il Regolamento 1/2005, entrato in applicazione dal 5 gennaio 2007, seguito giustamente dal decreto legislativo del 25 luglio 2007, al fine di recepire tali direttive che per fini sanzionatori.

"Caro Sindaco – scrive Moreno Imperatori (Udc) rivolgendosi con una lettera aperta a Simone Petrangeli primo cittadino di Rieti –  ti posso assicurare che in determinati orari, gli animali da macello viaggiano molto meglio degli esseri umani. Se ben ricordi nella passata consigliatura ho presentato, sull’argomento, diverse interrogazioni e ordini del giorno, che in qualità di Consigliere Comunale, hai onestamente condiviso. Nel mese di aprile 2012 tu stesso, quale candidato a Sindaco della Città, hai constatato di persona, viaggiando sulla tratta Rieti / Roma le pessime condizioni di viaggio dei pendolari reatini. Pur comprendendo le gravissime difficoltà economiche della Regione Lazio e dell’azienda Cotral, consapevole che il Comune di Rieti non ha ruoli gestionali, ti chiedo tuttavia quale Sindaco, rappresentante i cittadini, di farti promotore di incisive azioni verso gli Enti preposti. Le difficoltà esistono per tutti i collegamenti di trasporto regionale, però Rieti rispetto alle altre Città, è l’unica a non avere una valida alternativa di trasporto ferroviario verso la Capitale.

tabella PRECEDENTI:

25/05/2012 COTRAL: ECCO GLI STIPENDI DEL CDA


 




ANGUILLARA CASO FEDERICA MANGIAPELO, MAMMA ROSSELLA E PAPA' GIGI: "LOTTEREMO PER AVERE GIUSTIZIA"

Chiara Rai
Anguillara (RM) – “Lotteremo per avere giustizia” mamma Rossella e papà Gigi, stretti nel dolore della perdita della propria figlia vogliono sapere la verità. Il sindaco Francesco Pizzorno è andato a trovarli a casa e ha dichiarato che quanto prima proclamerà il lutto cittadino in segno di cordoglio per la scomparsa di Federica Mangiapelo, la ragazza trovata morta sulla spiaggia di Vigna di Valle ad Anguillara Sabazia giovedì mattina, giorno seguente la notte di Halloween. Tutta la cittadina chiede giustizia per la piccola “Federichetta”. E’ questo il nome che si era dato Federica su Facebook. E’ ancora lì, sul web, con i suoi occhi grandi  da cerbiatta innamorata del suo Marco e con tutta la passione di una adolescente che scrive: “Marco ti amo”. Una coppia dolce, fatta di coccole, di cuoricini e frasi d’amore e anche condita da qualche litigio. Tutto fisiologico, ma gli inquirenti non tralasciano alcun dettaglio perché c'è un cadavere di una giovane ragazza avvolto ancora da un giallo. Fatto sta, che i due condividevano l’amore per “la Roma” e passavano diverso tempo insieme. In paese, qualche coetaneo e conoscente continua a definire Federica una “bellissima  ragazza ribelle” che “adesso è uno splendido angelo biondo”. Ma Federica non nascondeva affatto la sua gioia di vivere, i suoi affetti e il suo modo di essere. Sulle informazioni del suo profilo fb, c’è una frase di una celebre canzone di Vasco Rossi: “L'amore è un brivido che vola via è tutto un equilibrio sopra la follia!”. Si chiama “Sally” la canzone di cui Federica estrapola forse la parte più bella in un contesto che parla di una donna che ha conosciuto l’ “amarezza” ma che riesce a cogliere, proprio per questo, il bello della vita. “Ciao principessa riposa in pace nel cielo – scrive la cugina Daria Mangiapelo da Napoli –  e dovrai sorridere sempre anche nel paradiso. A chi ti ha fatto del male prima o poi capiterà anche a loro, ti amo. Ciao principessa”. Proprio così, tra gli amici più stretti si fa sempre più implicita l’idea che “qualcuno abbia fatto del male alla ragazza”, c’è rabbia per questo. E in una comunità dove tutti si conoscono, il caso di Federica rimane agghiacciante. “E’ il momento del silenzio e del dolore – dice Emiliano Minnucci, ex sindaco e conoscente dei genitori –  chiediamo che venga fatta chiarezza nel più breve tempo possibile”. Sul diario virtuale di Federica c’è anche un omaggio dal cantautore romano Gianluca Sciortino che da piccolo è stato 42 giorni in coma e ne è uscito fuori anche grazie alle canzoni della Roma e il calore dei suoi cari: “può morire il corpo, ma non l'anima, né i sentimenti di una persona”. Infatti, i sentimenti non muoiono e in queste ore chi ha voluto bene a Federica scorre le immagini e ripercorre la sua spensieratezza: ci sono tante foto di Federica che abbraccia il fratellino, un legame che rimarrà vivo in eterno. Intanto, il fidanzato della vittima, Marco di Muro, che lavora come cameriere in un ristorante di Anguillara, ha subito quasi undici ore di interrogatorio e adesso si ritrova proiettato in una realtà più grande di lui, difficile da digerire per lui che ha perso il suo amore e per una intera cittadina che aspetta la verità. Il ragazzo, si sarebbe chiamato fuori dalla morte della giovane Federica, sostenendo che non si trovava insieme a lei al momento della morte. Dichiarazioni difficili da digerire perché chi conosceva i due fidanzati sapeva che amavano trascorrere il tempo insieme. Eppure il diciottenne Marco Di Muro avrebbe raccontato agli inquirenti che avrebbe trascorso con un amico le ore fatali della scomparsa di Federica. Una circostanza che sarebbe stata confermata anche dal conoscente del giovane. Al termine dell'interrogatorio non sono stati presi provvedimenti nei confronti di Marco.  L'indagine continua ad ampio raggio. I carabinieri stanno ancora acquisendo le registrazioni delle telecamere in dotazione ai ristoranti della zona di Vigna di Valle, per cercare di carpire eventuali fotogrammi utili alla ricostruzione degli spostamenti della ragazza. Vengono passati al setaccio i locali di Anguillara per capire se la ragazza sia stata vista con qualcuno nelle ore precedenti la scomparsa. Nel frattempo, le cinque croci rinvenute sulla spiaggia a un centinaio di metri dal cadavere sarebbero state considerate solo sinistre 'decorazioni' di un party organizzato per Halloween. Certo non è che gli investigatori intendano tralasciare la valenza simbolica della ricorrenza di Ognissanti e quindi si continuerà a non escludere anche questa pista. Intanto il papà luigi avrebbe riferito agli inquirenti che la ragazza soffriva di problemi neurologici e, in passato, aveva avuto alcune crisi che avevano fatto pensare all’epilessia. Il riscontro di questo particolare potrebbe risultare decisivo per le indagini, in quanto rafforzerebbe la pista del malore, ritenuta tra le più accreditate dagli inquirenti che continuano a non escludere, però, alcuna ipotesi.

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