LATINA, NUOVA GIOVENTU' PONTINA: MIGLIAIA DI STUDENTI ITALIANI CHIEDONO DI VOTARE ALL'ESTERO

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Riceviamo e pubblichiamo

Nota dei dirigenti del Movimento Nuova Gioventù Pontina Capozzi Antonio, Di Marco Matteo, Gnessi Alessandro, Miccinilli Alessandro, Romenzi Mario

 

Latina – Il Movimento Nuova Gioventù Pontina si riconosce nell’appello lanciato da migliaia di studenti italiani che chiedono di esercitare il diritto di voto all’estero.

Riteniamo che, confermando le disposizioni contenute nel Decreto della Presidenza della Repubblica, si neghi un diritto Costituzionale fondamentale a migliaia di nostri giovani connazionali.

Allo stato attuale l’unica soluzione  che consentirebbe a questi giovani di votare è quella di effettuare un ritorno in Italia e ripartire entro quarantotto ore quando, invece, potrebbero espletare le operazioni di voto nelle apposite circoscrizioni estere. Una situazione paradossale, soprattutto in considerazione delle spese di cui dovrebbero farsi carico gli studenti, o le loro famiglie. Non bisognerebbe dimenticare, infatti, che migliorare la propria formazione all’estero è un titolo di merito che hanno i tanti studenti che hanno compiuto tale scelta e che in ogni caso anche gli studenti come altre categorie rappresentano a pieno titolo la nostra nazione in Europa e nel mondo; e i loro diritti vanno tutelati.

Il voto per gli italiani all’estero è stata una conquista importante per l’Italia e per le sue Istituzioni ed è avvilente il fatto che ora, a fare le spese di una lacuna normativa siano proprio migliaia di giovani, categoria sulla quale pesa enormemente la crisi valoriale, culturale, economica e politica di questo periodo.

In un momento in cui le Istituzioni devono compiere uno sforzo per recuperare credibilità e tornare ad essere vicine ai cittadini che rappresentano avremmo atteso un segnale forte su una questione di rilevante impatto civile e sociale, oltre che di buon senso.

Coerentemente con i propri valori, il movimento Nuova Gioventù Pontina ritiene che le burocrazia ed i tecnicismi non possano primeggiare sui diritti e che non vadano sprecate, come in questo caso, le occasioni di colmare vuoti normativi che possano migliorare il rapporto tra cittadini ed istituzioni. 




ROMA, AURELIO, CASILINO, VIMINALE E ROMANINA: QUATTRO ARRESTI PER FURTO DURANTE IL FINE SETTIMANA

Redazione

Roma – E’ di quattro il numero di arresti nel consuntivo dei servizi di controllo del territorio effettuati nel fine settimana dagli uomini della Questura.

Il primo episodio è avvenuto nella serata di ieri  in piazza Pio XI, all’Aurelio, quando un uomo armato di coltello è entrato all’interno di un negozio di arredamenti  e puntando la lama all’indirizzo dei presenti ha rapinato proprietario e clienti.

Allertata la Polizia, sul posto sono giunti gli agenti del Commissariato di zona che, dopo aver preso contatti con le vittime, si sono sincerati delle loro condizioni di salute ed hanno immediatamente contattato la S.O. della Questura, dando una descrizione parziale del malvivente che nel frattempo era riuscito a fuggire.

Una battuta nelle vicinanze, cui hanno partecipato diversi equipaggi presenti nella zona, ha permesso di individuare il malvivente, grazie anche all’intercettazione, tramite gestore telefonico, della posizione di  un telefono cellulare di ultima generazione, rapinato ad una delle vittime.

Questo ha permesso, quantomeno, di stringere il cerchio intorno al fuggitivo, che infatti è stato localizzato e “pizzicato” poco dopo nei pressi della circonvallazione Aurelia.

Trovato in possesso di uno zaino, gli agenti lo hanno aperto e all’interno hanno recuperato sia il cellulare che i soldi rapinati poco prima.

Inchiodato dagli agenti, per lui sono scattate le manette. Rapina aggravata l’accusa da cui dovrà difendersi.

Sempre nella giornata di ieri, nei pressi della fermata della metro “Repubblica”, un cittadino rumeno di 26 anni, responsabile del reato di rapina, è stato arrestato dagli agenti del reparto Volanti.

L’uomo, durante il tragitto del treno dalla stazione “Spagna” a “Barberini”, ha avvicinato una cittadina coreana, l’ha bloccata da dietro e favorito una complice, poi riuscita a fuggire, che approfittando del momento di impotenza della straniera, le ha “frugato” nella borsa rapinandola di 300 euro.

Una Guardia Particolare Giurata, dopo aver assistito alla scena, ha rincorso il malvivente che, sceso alla fermata “Repubblica” è stato bloccato dai poliziotti, nel frattempo allertati.

Arrestato, sarà processato per direttissima.

In manette anche un altro rumeno di 32 anni. Questa volta l’ipotesi di reato è il furto. L’uomo, dopo essere entrato in bar di via Casilina, ha consumato un caffè e approfittando di un momento di distrazione del gestore, si è avvicinato ad una macchinetta “videopoker”, l’ha forzata e si è impossessato del denaro contenuto all’interno della gettoniera.

 

 

Scoperto, è stato rincorso dal proprietario e da un abituale avventore del locale. Bloccato, poco dopo, grazie anche all’arrivo di una Volante del Commissariato Casilino in servizio di pattugliamento nella zona,  lo straniero è stato arrestato.

A compiere un’altra rapina è stato un italiano di origine siciliane, D.D. di 43 anni.

Ieri mattina, dopo essere entrato in un negozio del centro commerciale alla Romanina,  ha rubato numerose custodie per telefonini tagliando l’etichetta antitaccheggio.

E’ uscito dal negozio ma quando è stato fermato dal vigilante che lo aveva visto, l’ha minacciato con un coltello. Poi è fuggito via.

Quando i poliziotti sono arrivati nelle vicinanze del centro commerciale, l’hanno immediatamente riconosciuto dalla descrizione che nel frattempo avevano ricevuto via radio dalla sala operativa. L’uomo si è accorto di essere stato scoperto ed ha cercato di allontanarsi velocemente ma è stato bloccato dagli agenti del Commissariato.

In tasca gli hanno trovato ancora la refurtiva che è stata restituita al legittimo proprietario.

L’uomo, accompagnato presso gli uffici del  Commissariato Romanina, è stato arrestato per rapina aggravata.

Sarà giudicato per direttissima lunedì mattina.




DEBITO PUBBLICO, DALLE PRIME AVVISAGLIE ALL'INARRESTABILE FAGOCITAZIONE DI SPERANZE INFRANTE

Emanuel Galea

Un mostro che cresce a dismisura, autoalimentandosi, incubo di tanta gente, perennemente in crescita, ottusamente sottovalutato, da tempo, dalla classe politica.
 
Il rapporto Debito Pubblico/ PIL, fino al 1989, governo De Mita,  ( Ciriaco De Mita Segretario nazionale della Democrazia Cristiana 1982/1989 ) si assestava sotto la soglia 100 e precisamente stava a 93,7%. Ha toccato un picco di 121,8%  nel 1993 a fine mandato Ciampi, per poi riassestarsi a 126,3% al 31 dicembre 2012, fine mandato Monti.
 
L’inizio della corsa al rialzo risale al 1980. Fino ad allora le banche avevano l’obbligo di comprare i titoli del debito pubblico a tassi molto bassi finanziando così le esigenze di cassa dello Stato.  Abolendo questi vincoli, le autorità monetarie obbligarono lo Stato ad approvvigionarsi di tassi di mercato. La spiegazione fornita allora, una mera illusione, era che si voleva evitare ai democristiani e socialisti, al potere, di utilizzare gli investimenti per fini clientelari.
 
Dopo, si è scoperto che così facendo si obbligava lo Stato a finanziare il disavanzo a tassi di mercato.

Grazie a una certa classe politica miope, collusa ed irresponsabile, il sistema bancario conseguiva guadagni spropositati, acquistando titoli ad altissima remunerazione.
 
Una ulteriore spinta alla corsa al rialzo del debito pubblico avvenne nel luglio del 1981, anno in cui avvenne il ‘divorzio’ Bankitalia-Tesoro. Titolare del Ministero del Tesoro era Nino Andreatta ( Democrazia Cristiana ).

Se accanto a questi fattori aggiungiamo la menzionata eliminazione del vincolo di portafoglio, che obbligava le banche a detenere titoli di stato a tassi bassissimi, è facile capire l’impennata del debito pubblico.

Episodi di chi approfittando dell’occasione prendeva soldi in prestito per investirli poi in titoli non sono stati rari. Gli interessi bancari, ad un certo momento, risultavano inferiori allo stesso rendimento dei titoli pubblici.

Al momento del divorzio Tesoro/Bankitalia il governatore era Azeglio Ciampi e durante il suo mandato, il debito pubblico salì dal 62,40% al 118,40%.
 
La lievitazione del deficit si andava formando perché le spese dello Stato viaggiavano in misura maggiore rispetto le entrate.
 
Per rendere chiaro il corso ‘perverso’ che si era intrapreso ecco il rapporto debito pubblico/PIL, espresso in milioni:

– 2008 1665.705/1575.144

-2009 1762.724/1519.695

– 2010 saliva a 1841.912/1553.166

– 2011 ha chiuso con 1897.179/1580.220


 Emerge più che chiara la progressività del deficit tra debito e PIL.  Sarebbe interessante indagare, per meglio capire, a cosa si attribuisse la crescita della spesa. Implementazione dei servizi sociali non ne risulta nessuna. Forse i partiti sapranno spiegare meglio il fenomeno.

L’uscita della lira dallo SME ha richiamato tutti i poteri finanziari che, a sconti non indifferenti,  hanno comprato tutte le ricchezze italiane. In poche parole, un settore importante della società imprenditoriale non facente parte del mondo finanziario si è trovato emarginato e svantaggiato, costretto suo malgrado, a rallentare il processo produttivo, indebolendo quella parte dell’imprenditoria che fino ad allora formava l’ossatura dell’economia nazionale e quindi dell’occupazione e quindi della crescita.
 
Il trattato di Maastricht del 1992 segna un’altra pietra miliare nella storia del debito pubblico. Un trattato troppo generico al quale sono mancate regole precise, stabilendo obblighi e diritti. Questo evento ha dato il via ad un altro periodo di fruttuosi guadagni per il sistema bancario. Dal 1994 al 2004, per permetterci di entrare nell’euro il debito pubblico fu ridimensionato, portandolo, non è chiaro con quale artificio, dal 124,5% a 103,8%.

Qualcuno allora aveva scritto che il debito non si deve addebitare ad un bravo o cattivo presidente del Consiglio dei Ministri. Il debito è dovuto al ‘processo’ e non all’attore. Non mi sento di condividere questa tesi. Il processo non è che il ‘prodotto’, dell’attività dell’attore. 
 
Una ultima e semplice constatazione. Oggi il sistema bancario dirige, e pertanto di fatto possiede, quasi la totalità del mondo produttivo nostrano.
 
La nostra produzione, stando alle statistiche, fino al 1972 era superiore a quell’europea dell’8%. Dal 1972 fino al 31 dicembre 1981 superava del 40% quell’europea. L’anno 1982 è stato l’inizio di una infausta discesa della nostra economia e ad oggi non mostra segni di ripresa.
 
Qualsiasi persona, anche quella più a digiuno di nozioni di economia, oggi saprà fare una veloce diagnosi della situazione. Ci troviamo con un debito pubblico mastodontico in un sistema di cambi fissi, accordi europei con dei parametri capestro, come il pareggio di bilancio, il fiscal compact con la famigerata soglia del 60% e il ritmo medio di riduzione pari ad un ventesimo l’anno.

Queste considerazioni da sole basterebbero a far venire la pelle d’oca al più freddo degli statisti. La cura per abbassare la febbre al debito pubblico ci sarebbe. Praticare dei salassi e seguire una dieta rigida alla spesa pubblica, come consumi pubblici,  spesa per beni e servizi dell’apparato, trasferimenti, abolizioni dei privilegi e tutto il superfluo.
 
Se poi si considera l’analisi che ha fatto Gian Antonio Stella su Il Corriere , e cioè che i partiti nel scegliere i candidati non cercano competenze oppure professionalità, bensì persone fidate, indottrinate, obbedienti,  pronte a votare l’ordine di scuderia, ci si rende subito conto che davanti alla situazione tragica e compromessa,l’azienda Italia si presenta totalmente esposta a qualsiasi evento.

Il legislativo si presenta debole di strumenti e povero di intelligenze, quelle necessarie in casi così estremi.

La trasmissione “Le Iene” ha dimostrato il livello di Quoziente di Intelligenza e grado culturale di taluni, scelti dall’apparato dei partiti, per rappresentare il Popolo, non hanno saputo dire cosa è la Consob, la OSCE ecc. A questi signori abbiamo affidato il nostro futuro.

I partiti, persino in questo momento tragico, seguitano con il loro teatrino, una fiera di vuoto, del nulla, del già sentito, già visto, del poco credibile, del per niente promettente, per niente rassicurante.
Mai un diritto/dovere, affidato ai cittadini, fu così difficile perché caotico e scadente.

Per andare a votare i prossimi 24 e 25 febbraio ci vorranno  tanti ottura nasi, para occhi e… tirare a sorte.
 




TIVOLI, SALDI FLOP. DIETRO AL CALO DELLE VENDITE NON C’È SOLO LA CRISI.

Redazione

Tivoli (RM) – Calano le vendite ai saldi, non che la notizia possa cogliere di sorpresa visto il momento di congiuntura, ma le percentuali registrate finora sono impressionanti. "I cali medi si aggirano tra il 20 ed il 30 per cento, ma in alcuni casi si arriva fino al 50 per cento – ha commentato Augusto Masotti, il coordinatore degli imprenditori del progetto Tivoli Salvadanaio 2013 – poi non ci si deve stupire se camminando per la città si contano sempre più serrande abbassate. Neanche i saldi quest’anno riescono a risollevare un minimo le vendite".  Il bilancio, quindi, è decisamente in calo e, di fatto, in linea con quanto raccolto durante il periodo natalizio, che fino a qualche anno fa rappresentava uno dei momenti migliori dell’anno per gli affari.  "Sono in calo tutti i settori – continua il coordinatore del progetto Tivoli Salvadanaio 2013 – sia quello dei beni voluttuari che gli altri tipi di offerte commerciali. La causa è da ricercare, oltre che nella crisi epocale che ci sta colpendo, anche nella mancanza di adeguate politiche di sostegno all’economia ed all’imprenditoria. A mio modesto avviso, inoltre, si deve cominciare a ripensare il futuro. Si deve innovare, investire sui giovani e su figure professionali capaci, non basta cullarsi sugli allori del “made in Italy”. E poi tanto dalla politica quanto dalle banche servirebbero ben altri tipi di risposta, soprattutto in una città come la nostra che avrebbe tantissime risorse da poter mettere in campo per combattere la crisi".
 
Proprio sulle potenzialità di Tivoli poggia la scommessa del progetto Tivoli Salvadanaio 2013 per questo nuovo anno. "Il turismo è l’unico volano che può far risollevare le sorti della città – prosegue Augusto Masotti – ma per far decollare questo settore ci si deve impegnare su diversi fronti. Oltre che sull’organizzazione di eventi, in grado di richiamare visitatori da tutto il centro Italia, si deve puntare sul decoro cittadino e sull’ospitalità". Un altro importante aspetto su cui il progetto Tivoli Salvadanaio 2013 vuole concentrasi nei prossimi mesi è quello dei costi delle locazioni: <una delle="" principali="" cause="" di="" chiusura="" dei="" negozi="" tivoli="" –="" conclude="" masotti="" per="" questo="" cercheremo="" coinvolgere="" anche="" i="" dottori="" commercialisti="" della="" nostra="" zona="" sensibilizzare,="" consigliare,="" proporre="" ai="" proprietari="" degli="" immobili,="" che="" siano="" case,="" o="" cantine,="" ridurre="" in="" questa="" fase="" temporale="" costi="" affitti.="" si="" potrebbe,="" con="" step="" progressivi,="" cercare="" un="" punto="" incontro="" tra="" domanda="" ed="" offerta="" non="" penalizzi="" troppo="" nessuna="" due="" “parti”.="" stiamo="" già="" iniziando="" a="" coinvolgere,="" infine,="" l’amministrazione="" comunale="" e="" gli="" istituti="" bancari="" città="" essere="" tutti="" insieme="" partner,="" sponsor,="" iniziative="" sulla="" città.="" se="" lavoriamo="" potremmo="" riuscire="" ad="" invogliare="" nuovi="" investitori="" pronti="" scommettere="" su="" tivoli".<="" p=""> </una></p><p> <span style="font-size:14px;"><strong>LEGGI ANCHE:<br> </strong></span></p> <div style="margin:10px 0 10px 10px;"> <span style="font-size:14px;"><strong><img src="http://www.osservatorelaziale.it/source/folder/dot.gif" _cke_saved_src="http://www.osservatorelaziale.it/source/folder/dot.gif"> 04/01/2013 <a href="http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=3999" _cke_saved_href="http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=3999">TIVOLI, COMMERCIO & ECONOMIA. DATI ALLARMANTI: IN UN ANNO 25 NEGOZI E 2 BANCHE CHIUSE. </a></strong></span></div> <p> <br>  </p> <p></p>




ARICCIA ELEZIONI, CIANFANELLI: "AVANTI TUTTA CON L'OSPEDALE DEI CASTELLI"

[ VIDEO INTERVISTA A EMILIO CIANFANELLI SU NUOVO OSPEDALE DEI CASTELLI ]

 

Chiara Rai

Ariccia (RM) – Dopo un anno di commissariamento, il Consiglio di Stato ha rimesso in poltrona il sindaco di Ariccia Emilio Cianfanelli che nel 2011 vinse le elezioni col 50,1 per cento di voti, 32 voti in più dello sfidante Roberto Di Felice  che si presentò con la sua lista sostenuta da Udc e Pdl. Quest’ultimo eccependo irregolarità nelle attività di voto e nelle sezioni elettorali, presentò, insieme ad altri, ricorso al Tar e da lì, esattamente a marzo 2012, iniziò il calvario giuridico che oggi riaffida a Cianfanelli le redini del Comune.

“C’è stato un grande lavoro da parte di tutti gli avvocati  – dice con emozione il primo cittadino Emilio Cianfanelli  – ma anche da tutto il centrosinistra che mi ha sostenuto con lealtà. Non abbiamo fatto nessun broglio alle elezioni, l'ho sempre sostenuto e la giustizia ci ha dato ragione. Siamo felici di poter ritornare a servizio dei cittadini della nostra splendida Ariccia".

Il sindaco non vuole dimenticare il tempo che inesorabile è passato lasciando Ariccia commissariata: per dieci mesi la cittadina è stata amministrata dal commissario prefettizio Enza Caporale.”I ricorsi elettorali di Di Felice, Fabi, Indiati e Fortini – ha continuato Cianfanelli –  hanno prodotto un parziale fermo della azione amministrativa con notevoli disagi per la comunità di Ariccia. I ricorsi elettorali sono una delle manifestazioni di odio personale non di contrapposizione politica. Ma dobbiamo andare avanti con serenità. Chi aveva pensato di guadagnare dall'azzeramento dell'amministrazione eletta dai cittadini e' stato battuto prima dai dirigenti e funzionari del nostro Comune e poi dal consiglio di Stato”.

Il primo impegno, è quello di puntare alla costruzione dell’ospedale dei Castelli, struttura indispensabile che dovrà essere terminata entro tre anni. Soddisfazione anche da parte di Riccardo Agostini, della direzione romana del Pd: “Sono davvero felice per Emilio Cianfanelli. – ha detto – Una bella vittoria della legalità, e dei cittadini che potranno di nuovo contare su chi ha guidato la coalizione di centrosinistra con grande capacità ed esperienza”. Tra i motivi dell’annullamento del Tribunale Amministrativo vi era soprattutto la mancata nomina del presidente della sezione 15 per cui le votazioni sarebbero state illegittime. Ma queste “irregolarità” , Cianfanelli le ha sempre ritenute formali, tali da non alterare l’esito finale delle votazioni. 

E di fatto, nell'ordinanza collegiale del Consiglio di Stato il problema della nomina del presidente della sezione 15 non è stato neppure citato. Le verificazioni sono state altre: nel seggio 10 bis, ad esempio, il Consiglio di Stato ha chiesto esplicitamente l’apertura della busta 6C. A breve, si conosceranno le motivazioni della sentenza. Intanto, anche  Andrea Tupac Mollica, coordinatore Sel per Castelli – Litorale – Valle del Sacco esprime vicinanza al sindaco: “E’ finito un brutto sogno – ha detto – non riuscivamo a capacitarci di come una delle migliori esperienze di centrosinistra del territorio potesse essere messa tra parentesi, spezzando quel legame tra i cittadini, il suo sindaco ed un programma di governo che sul fronte delle politiche Verdi e di tutela dei beni comuni è fra i più avanzati dei Castelli Romani”.

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TARQUINIA, RITORNA POTABILE L'ACQUA NELLE AREE URBANE A VALLE DI VIA AURELIA VECCHIA

Redazione

Tarquinia (VT) – Acqua di nuovo potabile nelle aree urbane a valle di via Aurelia Vecchia. Il sindaco Mauro Mazzola ha revocato sabato 19 gennaio l’ordinanza di divieto d’uso per il quartiere PEEP (PEEP 1-2-3), la Zona Artigianale e Commerciale, la località il Piano, via Vecchia della Stazione. Il provvedimento, che riguarda anche le Saline, si è reso possibile grazie a un aumento del prelievo di acqua proveniente da pozzi e sorgenti locali.

"Continua quindi l’impegno dell’Amministrazione Comunale. – Dichiara in una nota il portavoce del Comune – Nelle scorse settimane – prosegue la nota –  sono state installate o ripristinate dieci fontanelle pubbliche – nove al Lido e una in via Cardinale Angelo Quaglia – e in autunno sono stati attivati due distributori con l’uso di una tessera magnetica: il primo in via Aldo Moro, nel quartiere PEEP; il secondo al parcheggio Falgari, accanto alla scuola elementare “Corrado e Mario Nardi”.

Continua l’impegno dell’Amministrazione per risolvere il problema dell’arsenico

«Abbiamo fatto un notevole passo in avanti. Stiamo lavorando per risolvere il problema anche per la parte alta della città. Il 30 gennaio apriremo le buste della gara d’appalto per il dearsenificatore». Lo afferma il sindaco Mauro Mazzola, facendo il punto della situazione dopo l’ordinanza per la potabilità dell’acqua nelle aree urbane a valle dell’ex Aurelia. «Questo traguardo è stato raggiunto attingendo più acqua da pozzi e sorgenti locali. – prosegue – Le concentrazioni di arsenico sono inferiori al limite imposto dalla legge. Ben tre laboratori hanno effettuato le analisi, per avere la massima certezza dei valori, anche perche l’Arpa Lazio ci ha comunicato lo scorso 29 dicembre che non ha più possibilità di effettuare i prelievi, per l’indisponibilità delle strumentazioni. Ribadisco inoltre ancora una volta la necessità di realizzare un protocollo unico per le analisi, al fine di avere risultati univoci e indiscutibili». Il primo cittadino ribadisce il massimo impegno dell’Amministrazione per garantire la potabilità dell’acqua per il resto del centro abitato: «Stiamo lavorando sulla miscelazione, diminuendo la portata della Talete e aumentando quella del Consorzio Medio Tirreno e delle fonti locali, per scendere al disotto dei 10µg/l. Allo stato attuale la concentrazione si attesta a 11µg/l». Il sindaco Mazzola conferma per il 30 gennaio l’apertura delle buste della gara d’appalto per l’installazione del dearsenificatore: «Abbiamo stanziato 450 mila euro per l’impianto, che permetterà di superare in modo definitivo l’emergenza. In queste settimane invito la cittadinanza a evitare gli sprechi, per facilitare le operazioni di miscelamento delle acque».

tabella PRECEDENTI:

18/01/2013 TARQUINIA – ASSEMBLEA PUBBLICA DEL CODACONS PER CHIEDERE IL RISARCIMENTO DI 1500 EURO E LA RIDUZIONE DELLA TARIFFA IDRICA.
12/01/2013 TARQUINIA, EMERGENZA ARSENICO: IL SINDACO REPLICA AL MOVIMENTO CINQUE STELLE
10/01/2013 TARQUINIA, IL MOVIMENTO 5 STELLE PREPARA L'AZIONE LEGALE CONTRO I DANNI DA ARSENICO
05/01/2013 TARQUINIA, EMERGENZA ARSENICO. LA REPLICA DI TOSONI (PER IL BENE DI TARQUINIA) ALLE DICHIARAZIONI DEL SINDACO
03/01/2013 TARQUINIA, IL PARADOSSO DELL’ARSENICO. MAZZOLA: “UN MINUTO PRIMA L’ACQUA ERA POTABILE; UN MINUTO DOPO NON LO È STATA PIÙ”
01/01/2013 TARQUINIA, ARSENICO OLTRE I LIMITI DI LEGGE. M5S: "PER IL NUOVO ANNO, IL SINDACO MAZZOLA “REGALA” ALLA CITTADINANZA IL DIVIETO D’USO POTABILE DELL’ACQUA"
       29/12/2012 TARQUINIA, EMERGENZA ARSENICO: DAL 1 GENNAIO VIETATO IL CONSUMO DI ACQUA PER USO UMANO

    11/12/2012 TARQUINIA SERVIZIO IDRICO: DAL 1 GENNAIO IL SERVIZIO PASSA ALLA TALETE
    07/12/2012 TARQUINIA EMERGENZA ARSENICO: ATTESA PER LA SENTENZA DEL TAR LAZIO SUL RICORSO DEL S.I.B DI TARQUINIA


 




ARICCIA. CIANFANELLI SINDACO. MOLLICA (SEL CASTELLI): "GIUSTIZIA È FATTA"

Redazione

Ariccia (RM) – "La sentenza del Consiglio di Stato che conferma la piena e totale legittimità dell'Amministrazione Cianfanelli di Ariccia, mette fine ad un brutto sogno che abbiamo vissuto in questi mesi". È quanto dichiara in una nota Andrea Tupac Mollica, Coordinatore di Sinistra Ecologia Libertà per il quadrante territoriale Castelli – Litoranea – Valle del Sacco. "Non riuscivamo a capacitarci – spiega Mollica – di come una delle migliori esperienze di centrosinistra del territorio potesse essere messa tra parentesi, spezzando quel legame tra i cittadini, il suo Sindaco ed un programma di governo che sul fronte delle politiche verdi e di tutela dei beni comuni è certamente fra i più avanzati dei Castelli Romani." "Ad Emilio Cianfanelli – conclude il Coordinatore di SEL – va un abbraccio fortissimo per la tenacia e la pazienza con cui ha affrontato questo tratto di strada tutto in salita. Saremo al suo fianco per recuperare nel più breve tempo possibile il ritardo accumulato nell'esecuzione del programma di governo: lo dobbiamo alla città ed ai cittadini. Da ariccino posso dire che questo 19 gennaio è davvero un bel giorno, nonostante il freddo e la pioggia."
 

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16/03/2012 ARICCIA ELEZIONI TAR, CIANFANELLI: "RICORREREMO IN CONSIGLIO DI STATO, LE IRREGOLARITA' RIGUARDANO LA MANCATA NOMINA DEL PRESIDENTE DELLA SEZIONE 15"
16/03/2012 ARICCIA ELEZIONI TAR, DI FELICE: "CIANFANELLI E' IN POLITICA PER DIFENDERE GLI INTERESSI, QUESTI SI' VERI, DEI PROPRI FIGLI"
11/03/2012 ARICCIA ELEZIONI TAR, IL SINDACO: IRREGOLARITA’ SOLO FORMALI”
10/03/2012 ARICCIA ELEZIONI, IL TAR ACCERTA IRREGOLARITA' NELLE OPERAZIONI ELETTORALI



ARICCIA ELEZIONI: CIANFANELLI CONFERMATO SINDACO DI ARICCIA

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Chiara Rai

Confermato sindaco di Ariccia Emilio Cianfanelli, il Consiglio di Stato ha accolto la riforma della sentenza del Tar: “C’è stato un grande lavoro da parte di tutti gli avvocati  – dice con emozione il primo cittadino Emilio Cianfanelli  – e tutto il centrosinistra che mi ha sostenuto con lealtà. Non abbiamo fatto nessun broglio alle elezioni, l'ho sempre sostenuto e la giustizia ci ha dato ragione. Siamo felici di poter ritornare a servizio dei cittadini della nostra splendida Ariccia".

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SELVACAVA: CHIUDE L'UFFICIO POSTALE

Redazione

Selvacava (FR) – “Piena solidarietà ai cittadini di Selvacava che con la soppressione dell’ufficio postale vedono venir meno uno dei servizi di maggiore importanza per una comunità cittadina. Al tempo stesso esprimo l’auspicio che nelle decisioni che Poste Italiane intende assumere per la propria operatività, non venga mai meno l’equilibrio tra le necessità gestionali della stessa soci e le esigenze del territorio”.

Francesco Scalia, consigliere regionale del Partito Democratico, interviene sulle preoccupazioni esternate dai cittadini di Ausonia alla notizia della chiusura della sede locale di Poste Italiane.

“Poste Italiane – prosegue Francesco Scalia – è una Società per azioni e ragiona condizionata da parametri numerici. La stessa, però, gestendo un servizio pubblico generale, è tenuta a  contemperare le proprie esigenze di economicità ed efficienza nella gestione con quelle dei cittadini, soprattutto i più anziani, che spesso hanno difficoltà a recarsi in uffici postali distanti dalle proprie abitazioni”.



 




LADISPOLI, IL COMITATO RIFIUTI ZERO AUSPICA UNA CULTURA PIU' RISPETTOSA DELL'AMBIENTE

Redazione

Ladispoli (RM) – "Il Comitato Rifiuti Zero di Ladispoli apprende con piacere, come riportato sulla stampa locale, l'annuncio del nostro sindaco e della sua giunta che “ il 2013 sarà l'anno della raccolta differenziata porta a porta in tutta la città “ e rimane fiducioso poiché questa volta, al contrario di quanto fatto dalle giunte precedenti, qualche provvedimento dovrà necessariamente essere preso, anche per non rimanere, seppure in "buona compagnia",  fuorilegge rispetto alle norme dell’Unione Europea. – Dichiara in una nota il portavoce del Comitato –  Ladispoli è in una regione – prosegue la nota –  tra le più disastrate in tema di rifiuti e il balletto dei piani e contropiani, cui abbiamo assistito negli ultimi anni da parte di chi amministra la cosa pubblica, ci fa dedurre che avremo ulteriori brutte sorprese. La strada tracciata fino ad ora dai vari Ministri e commissari non ci piace: pochissimo recupero dei materiali e come misero palliativo il solo pretrattamento (TMB) prima del conferimento in discarica, finalizzato alla produzione di ecoballe che non hanno nulla di ecologico e che servono solo ad alimentare inceneritori, alcuni ancora da realizzare. Il risultato di tutto ciò continuerà a essere il “solito” inquinamento ambientale, con relativi danni alla salute dei cittadini.

Quello che manca, secondo il nostro comitato, è una cultura più rispettosa dell'ambiente e della salute dei cittadini da parte dei nostri amministratori ed una conoscenza della strategia rifiuti zero" sintetizzabile con le quattro “erre“: Riduzione, Recupero, Riciclo, Riuso". Questa strategia può dare opportunità di nascita e di sviluppo a microimprese dedite al trattamento e alla valorizzazione dei materiali raccolti tramite la differenziata, creando così nuovi posti di lavoro anche in questo momento di forte depressione economica. Le scelte politiche attuali favoriscono la concentrazione della gestione del trattamento dei rifiuti in poche mani, creando dei monopolisti come si è visto con il caso Malagrotta. la scelta "rifiuti zero" è una scelta di civiltà, a cui dovrebbero puntare i nostri amministratori che dovrebbero incentivare corsi di educazione ambientale permanenti per i cittadini, al fine di evitare che per ogni impresa che opera nella "green economy" nascano comitati vittime dell' “effetto NIMBY” (Non nel mio giardino) così come è successo con il caso Recin prima a Ladispoli ed ora a Cerveteri.  L'indotto di imprese collegate  alla raccolta dei rifiuti (come ad esempio gli impianti di compostaggio) non deve spaventare la cittadinanza; queste imprese lavorano in un settore regolamentato da norme severissime a garanzia del cittadino.

Non si può dire di no a tutto, ma solo a ciò che ci danneggia: le discariche e gli inceneritori. Il trattamento dei rifiuti potrebbe rilanciare l'economia e l'occupazione nella nostra regione e risanare anche le casse comunali, sia attraverso una riduzione dei costi per il mancato conferimento in discarica sia dall’aumento delle entrate derivante dalla vendita dei materiali riciclati, chiaramente a condizione di non far viaggiare i nostri rifiuti per centinaia di chilometri. – La nota conclude – Il nostro comitato non condivide l'idea del sindaco Paliotta secondo cui la differenziata sia solo un obiettivo culturale e di tutela ambientale ma non di risparmio economico, infatti prendiamo ad esempio il comune di Capannori (Lu), che ha una popolazione equivalente a quella di Ladispoli: in questa cittadina con 82% di raccolta differenziata si è arrivati a risparmiare 1 milione e 900mila euro annui rispetto alla raccolta tradizionale. Ed è proprio basandoci sulle esperienze dei comuni "virtuosi" che noi diciamo, parafrasando le affermazioni di qualche esponente politico poco illuminato, che "se lo hanno VOLUTO a Capannori lo vogliamo anche qui a Ladispoli" cominciando proprio qui, nella nostra città,  un nuovo effetto GIMBY (Good In My Back Yard ossia utile nel mio giardino) che speriamo si estenda in tutto il Lazio. Noi lotteremo per questo."
 




ALBANO INCENERITORE, I SINDACI DI BACINO: AL VIA LA DENUNCIA ALLA COMMISSIONE EUROPEA

Redazione

Albano Laziale (RM) – Quattro i punti decisi dalla Conferenza dei sindaci del bacino della discarica di Roncigliano: due riferiti all’inceneritore a cui il Consiglio di Stato ha dato il via libera e due sul recente decreto a firma del Ministro Corrado Clini sull’emergenza rifiuti a Roma.

I sindaci hanno deciso di intraprendere la via della Denuncia alla Commissione europea, così come proposto nelle conferenze passate. Denuncia che pone l’attenzione sull’autorizzazione VAS. A questo si aggiunge il ricorso in adesione alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo che gli enti locali non possono intraprendere in quanto tali.

Sul decreto a firma del Ministro Clini, invece, i sindaci hanno incaricato il Comune di Albano di intraprendere le vie legali attraverso un ricorso amministrativo con richiesta di immediata sospensione del provvedimento, che dovrebbe portare nell’impianto di Tmb di Roncigliano 50 mila rifiuti da trattare dalla Capitale. E lo stesso sindaco Marini ha dato appuntamento agli altri primi cittadini, con tanto di fascia tricolore, il 26 gennaio, giorno in cui il decreto stabilisce arriveranno i primi camion da Roma, all’ingresso della discarica.

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