SPESE MILITARI, QUESTIONE F35. COMELLINI: "LA MEMORIA CORTA ANZI CORTISSIMA DI BERSANI & C."

Redazione

Roma – "Quando si è in campagna elettorale e si parla di spese militari e' fin troppo facile affermare di volerle ridurre e ora è chiaro che Bersani, Scanu e gli altri del PD, sulla questione F35 hanno la memoria corta, cortissima. – Dichiara Luca Marco Comellini, candidato nella lista amnistia giustizia libertà e segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm) – Dopo il famoso diktat imposto da Guarguaglini il 1° aprile del 2009 alle Commissioni Difesa di Camera e Senato, – prosegue Comellini –  con cui l'Amministratore delegato. di Finmeccanica auspicava un maggiore impegno per ottenere urgenti interventi normativi e misure idonee a garantire maggiori risorse all'industria bellica nazionale, il PD ha immediatamente cessato ogni rilievo e opposizione sui provvedimenti all'esame del Parlamento assumendo quel ruolo di garante – e non in opposizione – degli interessi industriali ed economici della Difesa

Scanu & C. hanno dimenticato di aver sempre bocciato gli emendamenti e le proposte di taglio alle spese militari che i Radicali/PDM hanno presentato fin dal settembre 2009 in entrambi i rami del Parmamento?

Elencare tutte le volte che i parlamentari del PD hanno votato contro o si sono astenuti su i nostri emendamenti o sugli Ordini del Giorno sarebbe troppo lungo. Basta comunque ricordare che già il 7 luglio 2010 il PD si astenne (assieme all'IDV) dal votare favorevolmente il nostro emendamento alla mozione sulla razionalizzazione delle spese militari Franceschini 1-00395 con cui chiedevamo la sospensione del programma Jsf (F-35) per il triennio e la sua successiva riduzione del 50 percento.

Mi sembra solo il caso di ricordare a Bersani, Scanu e agli altri smemorati del PD, – incalza il segretario del PDM – di ogni ordine e sudditanza, che è stato solo grazie all'ordine del giorno 9/4829-A/61 presentato dai deputati radicali se lo scorso 16 dicembre 2011 Monti – e non a Bersani- ha potuto tagliare 41 dei 131 caccia F35 in acquisizione.

Il Senatore Scanu assieme ai suoi compagni – in particolare ai generali – ha sempre respinto ogni richiesta di razionalizzazione e taglio delle spese militari soprattutto quando queste hanno riguardato le prebende e le regalie adeguandosi al tacito patto PdL-PD/altri inteso a garantire i vertici della difesa e delle industrie belliche.

L'opera garantista del senatore ha raggiunto il massimo nello stesso momento in cui, con un emendamento ad hoc, ha voluto riaffermare la completa titolarità della partitocrazia nella gestione degli affari militari, vincolando il governo a scelte dettate non dall'effetiva conoscenza – peraltro scarsa – della materia ma chiaramente dalla mera opportunità politica condizionata – come si è detto – dagli appetiti industriali.

Il senatore Scanu dovrebbe avere la pazienza di rileggersi i resoconti del Senato/Camera e allora scoprirà che il suo sodalizio partitocratico, sia nelle Commissioni difesa che nelle Assemblee parlamentari, è sempre stato, nei fatti, contrario al taglio di qualsiasi spesa militare. – Comellini conclude – Perché Bersani, Scanu e gli altri non si fanno un bell'esame di coscienza e poi ne riparliamo?"
 




CASO ELISA CLAPS, MUOVIAMOCI PER SCRIVERE AL SINDACO DI POTENZA: LA MAMMA DI ELISA CHIEDE PARTECIPAZIONE

Redazione

Potenza – Ricordando la triste e tragica vicenda di Elisa Claps, per volere di sua madre, la signora Filomena, il gruppo Fb Chi l'ha visto, e nello specifico Tiziana Muselli e Anna Giordano hanno dato vita all'iniziativa "Una firma per Elisa Claps" al fine di inviare una lettera al Sindaco di Potenza (persona che ha dimostrato molta sensibilità nei riguardi di Elisa e della sua famiglia, anche nell’omaggiare la memoria della giovane con l’inaugurazione di un parco sito in Potenza), nel chiedere la chiusura definitiva al culto presso la chiesa potentina della Santissima Trinità ove la ragazza fu uccisa, al fine di costruire nello stesso sito, un centro di accoglienza per giovani donne che hanno subito violenza. Il suddetto centro, oltre ad omaggiare la memoria di Elisa, rappresenterebbe un profondo simbolo di educazione civile, teso, inoltre, a non dimenticare una vicenda così terribilmente dolorosa che poteva essere evitata non giungendo, inoltre, ad epiloghi così profondamente amari.
Per l’adesione alla lettera si chiede una firma – nome e cognome – da scrivere nell’apposito spazio per i commenti, nel gruppo Fb Chi l'ha visto, noi de L'osservatore Laziale, faremo circolare il post anche sul nostro profilo del gruppo, in maniera da raggiungere ancora più adesioni.

La storia
Elisa esce di casa la mattina del 12 settembre 1993 per recarsi presso la Chiesa della Santissima Trinità, situata nel centro di Potenza, per incontrare un amico che doveva consegnarle un regalo al fine di festeggiare la promozione della ragazza. Da allora, di Elisa Claps non si hanno più tracce fino al 2010. Il suddetto “amico” risulta essere Danilo Restivo, ultima persona ad aver visto Elisa, presentandosi agli inquirenti con un’alibi molto sospetta, per la sua incongruenza. Egli, infatti, riferisce di essersi fatto male in seguito ad una caduta accidentale, ma gli abiti insanguinati e la ferita che presenta (il cui referto medico afferma provocata da un’arma da taglio), non hanno alcuna compatibilità con il sua versione dei fatti. I vestiti che il giovane indossava quella domenica appaiono vistosamente insanguinati, ma (stranamente), non vengono sequestrati. La madre di Elisa chiede ripetutamente agli inquirenti di indagare a fondo su Restivo ma senza esito, fino a quando – diciassette anni dopo – il 17 marzo 2010, i resti di Elisa Claps vengono ritrovati occultati in fondo al sottotetto della succitata chiesa potentina, molto probabilmente, scoperti per caso da alcuni operai durante lavori di ristrutturazione. Chiesa, che i familiari di Elisa chiedevano, appunto, da diciassette anni di perquisire! Si scoprirà, in seguito, che negli anni precedenti alla scoperta del corpo di Elisa, erano stati praticati dei fori nel soffitto per facilitare la dispersione dei miasmi del cadavere. Pertanto, è importante sottolineare quanto i prelati, responsabili della chiesa potentina, abbiano volutamente tenuto occultata la verità, poiché dati anche alcuni lavori a cui era stata sottoposta la chiesa, era assolutamente impossibile non aver visionato la povera salma. Il 25 ottobre 2010 vengono resi noti altri elementi: i sassolini provenienti dal sottotetto e presenti nel solco del tacco di Elisa Claps, dimostrano che Elisa arrivò viva, camminando, nel sottotetto e che poi vi fu uccisa: la giovane sarebbe stata colpita ripetutamente da una lama tagliente. Il 9 marzo 2011 la trasmissione “Chi l’ha visto?”, condotta da Federica Sciarelli, rivela che sono state evidenziate tracce del DNA di Danilo Restivo sulla maglia che Elisa indossava quando fu uccisa. Inoltre, l'avvocato della famiglia Claps precisa che sulla maglia è stato ritrovato sia sangue che saliva di Restivo. Il 2 luglio 2011 viene officiato il funerale di Elisa da don Marcello Cozzi e da don Luigi Ciotti. Per l’intera giornata viene proclamato il lutto cittadino. L'8 novembre 2011, presso il Tribunale di Salerno, ha inizio il processo a Danilo Restivo, con rito abbreviato. Nel corso della prima udienza i PM, facendo notare che i reati più gravi a carico di Restivo – che avrebbero potuto far scattare l'ergastolo – sono tutti prescritti, avanzano la richiesta di 30 anni di reclusione, ossia il massimo possibile, unitamente all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e tre anni di libertà vigilata al termine dell'espiazione della pena. L'11 novembre 2011 viene condannato in primo grado a 30 anni di carcere, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e la libertà vigilata per tre anni a fine pena, oltre al versamento di € 700.000 alla famiglia Claps a titolo di risarcimento. Ancora adesso, resta aperta l'indagine della Procura di Salerno sulla scomparsa di Elisa Claps, sulle modalità del ritrovamento del cadavere e su eventuali complicità di cui avrebbe beneficiato Restivo. L'11 novembre 2011 l'avvocato della famiglia Claps, prima della lettura della sentenza, ha sottolineato come, per l'omicidio di Elisa, Danilo Restivo non avrà l'ergastolo "per colpa della Chiesa che, in questi 18 anni, ha permesso che siano stati prescritti i reati concorrenti".

 

Estratto dal libro Per Elisa il caso Claps

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mia cara sorellina, stavolta un rimprovero devo proprio fartelo: ma come ti è venuto in mente di farti ammazzare proprio in chiesa e in quella chiesa per giunta? E come se non bastasse te ne sei stata lì per diciassette anni invece di prendere le tue poche cose e allontanarti con garbo ed in silenzio fino a farti inghiottire per sempre dalle nebbie del tempo. Ti rendi conto che così facendo hai messo in imbarazzo tutti? Capisco che ti hanno toccato il cuore le lacrime di mamma e di papà, posso comprendere che hai voluto dare a me e Luciano un segno tangibile che questi anni non sono trascorsi invano, ma potevi farlo in modo diverso e soprattutto evitando di mettere tante persone che contano nelle condizioni di dover spiegare i loro comportamenti davanti ad un paese intero. Pensa adesso a quel povero magistrato e ai poliziotti che hanno indagato, pensa poverini quante cose dovranno spiegare; come faranno a far capire alla gente che non sono mai entrati in quella chiesa a cercarti se non dopo tanti anni e peraltro senza trovarti? Hai messo in difficoltà anche noi che dobbiamo chiarire come mai a poche ore dalla tua scomparsa ci precipitammo in chiesa ma non riuscimmo a salire fin sopra perché le chiavi di quella porta le aveva solo il parroco che in quel momento non era presente. Capisci, adesso dovremo spiegare come mai due ragazzi e pochi amici avevano avuto l'intuizione di andare a guardare lì e gli investigatori di provata esperienza se ne sono semplicemente dimenticati, e poi sorellina mia, dovevi incontrarti proprio con Danilo quel giorno? Hai messo di nuovo in difficoltà quel bravo magistrato e ancora una volta noi stessi. Ti rendi conto che abbiamo dovuto scavare nel passato di quel povero ragazzo, far venir fuori tutta una serie di episodi spiacevoli che lo riguardavano? Ci hai costretto ad accusarlo fin dal primo giorno ma con l'intuizione dei grandi investigatori che ci diedero dei pazzi, NOI. E poi era pur sempre il figlio del direttore della Biblioteca Nazionale, un notabile amico di notabili, dico io, non potevi incontrarti con il figlio di un operaio in cassa integrazione? Sarebbe stato tutto più semplice. Ti rendi conto sorellina che ora dovranno spiegare il motivo per cui non andarono ad interrogarlo quel giorno stesso, non sequestrarono i suoi vestiti, non acquisirono i tabulati telefonici? Quale imbarazzo per persone che negli anni hanno continuato a fare il loro dovere mentre noi ci si consumava piano nel vuoto della tua assenza. Ricordi quando mamma fu messa alla porta dal questore poco prima di quel Natale del 1993, il primo senza di te? ricordi le sue parole esatte: «Signora basta, non può venire ogni giorno qui con i suoi figli a disturbare, sua figlia è scappata di casa lo vuole capire o no?»? Tornò a casa piangendo, persa nel suo dolore dove spesso nemmeno noi riuscivamo a raggiungerla. E quando gli avvocati di uno degli indagati, attingendo a fonti confidenziali, ci dissero che eri in Albania? Noi pensammo subito ad un ennesimo depistaggio, ma da lassù sono certo che avrai visto per un attimo una scintilla negli occhi di mamma, era il riflesso sepolto della segreta speranza di saperti ancora in vita. Pensa adesso se a qualcuno venisse in mente di andare a chiedere loro quali erano queste fonti confidenziali, capisci sorellina quale imbarazzo sarebbe per due stimati professionisti dover dare spiegazioni su questa vicenda? E infine, ripeto, far ritrovare i tuoi miseri resti in una chiesa, questo proprio dovevi evitarlo. Il vescovo, il parroco, il vice e giù fino all'ultimo anello della catena sono ora costretti a spiegare come, quando, chi? E già, sarebbe stato tutto così semplice, lineare, se fosse stato vero che un'impresa edile nell'effettuare lavori di riparazione, avesse casualmente scoperto il tuo corpo. Invece no, tutto complicato in questa maledetta faccenda e ancora una volta tutto così imbarazzante. Forse sono state prima le donne delle pulizie, no scusa, il viceparroco, no lui non ne sapeva niente, era gennaio, no febbraio, sì, ma di quale anno? Il vescovo dice di non sapere, non ammette di aver saputo ma non pensava che fossi tu (come se ciò facesse la differenza), però il giorno dopo il ritrovamento, con il suo avvocato si affretta a rassicurare i fedeli che la chiesa riaprirà presto al culto (era sicuramente questa la cosa che la città sconvolta voleva sapere per prima); il parroco sfida chiunque a dimostrare che lui sapesse, il vice sapeva ma se n'era dimenticato. Da ultimo proprio ieri ho saputo sorellina, che qualcuno circa un anno fa, nei bagni del Gran Caffè, aveva scritto più volte con un pennarello “ Elisa Claps è nella Trinità”, un matto certamente. Sai sorellina, sembra quasi che nessuno volesse trovarti ma che tanti sapessero dov'eri, molti hanno pensato: anno in più, anno in meno cosa cambia? Oggi sorellina rischi di mettere in imbarazzo la parte perbene di questa città, quella che non si è mai arresa, quella che è stretta intorno a te e ha pianto con noi, quella che vuole verità e giustizia, quella che ripudia i compromessi, il quieto vivere, le consorterie e gli intrallazzi. Ti lascio ma solo per il momento, e stai tranquilla, i tuoi cari non mollano, non temono la verità e se ne fregano di quanti imbarazzi possano ancora creare, la vergogna è solo la conferma che noi siamo gente perbene.




RIETI, AVVIATE LE ATTIVITÀ SOCIAL’AMBIENTE PER LA CASA CIRCONDARIALE DI RIETI

Redazione

Rieti – È stato avviato nei giorni scorsi il progetto Social’Ambiente, realizzato dai volontari del Circolo Centro Italia, per offrire ai detenuti della Casa Circondariale di Rieti l’opportunità di acquisire nuove competenze di base in vista di una futura cittadinanza attiva, nonché di vivere il periodo della detenzione in contatto con i problemi della società, evitando il distacco e la disaffezione dal proprio ambiente di vita e dal territorio. A tal proposito è stato creato il Circolo Araba Fenice, divisione di Legambiente Centro Italia Rieti con la collaborazione di alcuni detenuti, che si occuperà della gestione fattiva dei progetti, così articolati:

–    Raccolta differenziata interna;
–    Realizzazione di cartoni per il riciclo, da distribuire presso enti pubblici;
–    Ecosartoria per la realizzazione di sportine della spesa con tessuti vegetali e colorazioni naturali;
–    Percorsi Bio-officinali per la realizzazione di aiuole e spazi verdi all’interno della struttura del carcere;
–    Cineforum con proiezione di film su tematiche sociali e ambientali.

In particolare, per la riduzione dei rifiuti, gli educatori di Legambiente, insieme ad alcuni detenuti selezionati e formati per diventare dei “portavoce” anche per tutti gli altri, porteranno avanti un progetto finalizzato alla differenziazione dei rifiuti all’interno della Casa Circondariale. E’ inoltre prevista un’azione di formazione che interesserà sia i detenuti che l’intero personale carcerario.

Infine, la giuria del Forum del Terzo Settore della Regione Lazio ha deciso di conferire il Premio Formica d’Oro 2012 per le buone pratiche delle associazioni proprio a Legambiente Centro Italia Rieti, che lo ritirerà a Roma oggi. "Il Premio lo dedichiamo al nostro Presidente Gildo Balestrieri – dichiarano da Legambiente Centro Italia – e cogliamo l’occasione per ringraziare la Dirigente dell’Istituto Comprensivo “Lombardo Radice” dott.ssa Liviana Bolognini e la Presidente della sezione Soci Coop Giuseppina Morosi della fattiva collaborazione, che ha permesso di organizzare la manifestazione vincitrice PiantaPuliamo, svoltasi a marzo dello scorso anno."

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RIMBORSO IMU: SI PUO' PRESENTARE DOMANDA FINO AL 28 FEBBRAIO 2013

Redazione

Roma – In soli 15 giorni sono già circa 250mila i contribuenti che hanno presentato il modulo  IMU RT per ottenere il rimborso dell’IMU 2012. Lo rende noto l' Associazione Contribuenti Italiani.

La questione del rimborso era stata affrontata anche dall'ex ministro all'economia Giulio Tremonti che ha promosso una class action contro l'Imu. Stesso giudizio è stato anche dato dalla Commissione Europea che nel suo rapporto annuale sulla povertà in Europa ha lanciato l'allarme: o si cambia la disciplina dell'Imu o si creerà maggiore povertà nel nostro Paese.

Ciò che viene lamentato è la mancanza di equità della tassa sugli immobili che colpisce allo stesso modo il contribuente capace di pagare e quello incapace, perché privo di risorse, l'occupato e il disoccupato, il ricco e il povero. Sono quindi moltissimi i contribuenti che si ribellano contro la nuova tassa, e dopo l’invito di Giulio Tremonti a chiedere il rimborso anche le associazioni scendono in campo. Secondo Vittorio Carlomagno, presidente di Associazione Contribuenti Italiani, “l’Imposta Municipale Propria IMU è illegittima e va rimborsata in quanto viola i dettami costituzionali nonché le direttive comunitarie”.

Il modello IMU RT è conforme a quanto previsto dall’art.6 comma 3 dello Statuto dei diritti del contribuente, in quanto reso comprensibile anche ai contribuenti sforniti di conoscenze in materia tributaria, e può essere inoltrato entro il 28 febbraio (anche tramite posta elettronica certificata, PEC).

Nel modulo sono stati inseriti i nuovi quadri DE, PF per le persone fisiche, SP per le società di persone, ENC per gli enti non commerciali, RI, RV e AC. Per tutti è stato previsto il campo IO, dove inserire l’importo annuale dell’ IMU pagata, da richiedere a rimborso.

Il Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di Krls Network of Business Ethics stima che l’Amministrazione Finanziaria dovrà rimborsare mediamente 760 euro a testa alle persone fisiche e 2.700 euro alle società ed enti non commerciali per un totale di oltre 18 miliardi di euro.

Per l’Associazione Contribuenti Italiani, il rimborso dovrà essere erogato entro 90 giorni dal ricevimento della istanza di rimborso. In caso di silenzio diniego, spiega il presidente Carlomagno, “verranno adite le vie giudiziali, con ulteriore aggravio di spese per la pubblica amministrazione”.

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EUROPA, TASSE E BALZELLI: L'APOCALISSE DELL'EUROZONA

Ninnj Di Stefano Busà

Nessuno avverte la situazione che si verificherà nell’eurozona manipolata dalla politica speculistica e truffaldina della UE che ci sta portando allo sbaraglio. Le nazioni più forti economicamente vogliono soppiantare quelle più deboli, in modo da avere meno bocche da sfamare nel 2015/2020.

E succederà. La prima ad uscire sarà la Grecia, seguita dalla Spagna e da altre, per non fare il nome dell’Italia che è all’osso, ridotta ai minimi termini da una politica troppo rigorista, fatta di tasse e balzelli. E’ la teoria dell’economista Charles Robertson di Reinaissance, dove c’è il massimo rigore, si comprime lo sviluppo, l’incremento del peso fiscale riduce sul lastrico un popolo e ne sentenzia il fallimento economico –default – Ma c’è anche chi si spinge oltre, come il gestore di fondi speculativi Kyle Bass, secondo cui il destino dell’Europa è già segnato.

Ma a dare dichiarazioni shock è Reuters. La recessione non avrà breve durata, la crisi andrà molto oltre le previsioni e non avrà lieto fine, sfocerà in una guerra mondiale ha concluso Bass Fondatore di Hayman Management Capital (Dallas). Bass è convinto che assisteremo a guerre sanguinose e rivoluzioni, un vero dramma per le popolazioni e gli stati che non potranno stare al pari con le speculazioni di un sistema capitalistico da guerra “stellare”.

Lo stallo sarà un’immensa perdita di capitali che sotto forma e fatti passare per diminuizione del debito pubblico lasceranno sul campo morti e feriti. Il fenomeno potrà nel tempo allargarsi fino a provocare una riduzione drammatica sugli stati sovrani che dovranno uscire dall’euro. Ma non è molto lontano questo rischio, anche se nessuno ne parla, e proprio per questo, perché viene tenuto sotto silenzio, avverto il pericolo incombente e prossimo ad accadere. A dare il primo segnale è l’Inghilterra, cui potranno seguire altri stati in grave affanno economico.
 




GROTTE DI CASTRO, CONVEGNO SULL'ARSENICO: UTILIZZARE IMMEDIATAMENTE FORME ALTERNATIVE DI APPROVVIGIONAMENTO IDRICO

Redazione

Grotte di Castro (VT) – Si  è  svolto sabato 19 gennaio 2013 nella sala consiliare del Comune di Grotte di Castro l’incontro sul tema “ Acqua e salute.”,  principale relatrice la dottoressa Antonella Litta, referente dell’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde  (International Society of Doctors for the Environment).

Nel corso del suo intervento  la dottoressa ha illustrato la drammatica situazione delle popolazioni dell’Alto Lazio, esposte negli ultimi 10  anni a valori di arsenico fuorilegge, che  hanno raggiunto, in alcuni casi, anche i 50 microgrammi/litro, ovvero cinque volte il limite di legge previsto, per questa sostanza tossica e cancerogena per la quale non esiste alcuna soglia accettabile di sicurezza per esposizioni croniche.

La dottoressa Litta  ha fatto rilevare quanto ormai documentato  dalla comunità scientifica internazionale ovvero che : ” l’arsenico è classificato dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.)  come elemento cancerogeno certo di classe 1 e posto in diretta correlazione con  molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute; una consistente documentazione scientifica lo correla anche  ai tumori del fegato e del colon. E che  l’assunzione cronica di  questo elemento, è  indicata anche quale responsabile di  patologie cardiovascolari; neurologiche; diabete di tipo 2; lesioni cutanee; disturbi respiratori; disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche. “

Sempre nella relazione  è stato ricordato  quanto disposto dal  Decreto Legislativo 31/2001 che  in recepimento della Direttiva europea 98/83  fissava già nel 2001 il limite massimo di arsenico in 10 microgrammi/litro, per le acque destinate ad uso potabile e per il loro utilizzo nelle preparazioni alimentari e che l’Organizzazione mondiale della sanità( Oms)  raccomanda da anni valori di arsenico il più possibile prossimi allo zero. La dottoressa ha ribadito la necessità di agire urgentemente per dare acque dearsenificate e salubri alle popolazioni  nel rispetto del diritto alla salute, come sancito dall’articolo 32 della Carta costituzionale e dalle vigenti disposizioni di legge. Ha chiesto nuovamente che si realizzino subito  interventi rapidi e risolutivi per la completa dearsenificazione delle acque ad uso potabile e l’avvio di   una informazione corretta e diffusa rivolta a tutti i cittadini delle aree interessate da questa problematica, e in particolare nelle scuole, negli ambulatori medici, nelle strutture militari e carcerarie.

Nella sua esposizione ha sottolineato  come sia necessario che nella fase di realizzazione degli impianti e/o di nuove captazioni  da falde di superficie – fase che appare ancora  molto lontana e problematica nella maggior parte dei casi –  si utilizzino  immediatamente forme alternative di approvvigionamento idrico, anche mediante autobotti, per tutta la popolazione e in particolare per  i malati, le donne in gravidanza, i neonati e i bambini  ( per i noti effetti dell’arsenico anche  sullo sviluppo cerebrale  con incremento di disturbi neurocomportamentali e neoplasie). Giudicata invece  come tardiva , insufficiente ed indecorosa per l’esiguo numero e per la loro dislocazione, la soluzione delle  cosiddette fontanelle di acqua depurata, sparse un po’ a macchia di leopardo nei comuni della Provincia di Viterbo.

A conclusione della relazione la referente dell’Associazione italiana medici per l'ambiente – Isde ha fatto nuovamente appello perché  i rappresentanti delle istituzioni abbandonino gli atteggiamenti superficialmente rassicuranti finora assunti ed  ammettano tutta la  gravità della situazione,  perché solo così si potranno riconoscere i danni già subiti dalle popolazioni esposte, ed intervenire con la messa in funzione di tecnologie di dearsenificazione che siano garantite almeno per 20 anni relativamente alla loro efficacia di abbattimento dell’arsenico e alla loro corretta gestione.


 




FRASCATI, SCUOLE PIE: SCONGIURATA DEFINITIVAMENTE LA CHIUSURA

Angelo Parca

Frascati (RM) – La chiusura delle Scuole Pie di Frascati é stata scongiurata anche sul piano formale.Lo scorso 24 gennaio 2013 in un incontro nazionale avvenuto a Napoli dei Padri Scolopi é stata  confermata la volontà di continuare a mantenere aperte le Scuole Pie di Frascati, decisione questa già palesata con la riapertura delle preiscrizioni avvenuta a dicembre scorso.

"La notizia rappresenta per noi genitori  e per la comunità di Frascati – commenta Paolo Barbano genitore di una allieva delle Scuole Pie di Frascati –  il coronamento ufficiale di tutte le attività che sono state attivate a sostegno dell’Istituto e che sono state accolte dai frascatani, e non solo, con un senso di affetto  e solidarietà senza precedenti." In questi giorni, a fronte dell’apertura ufficiale delle iscrizioni prevista per il prossimo 21 gennaio 2013, per l’anno scolastico 2013-2014, i genitori delle Scuole Pie hanno avviato una campagna informativa volta a far conoscere a tutti che le Scuole Pie continuano la loro secolare missione scolastica.

In questo periodo critico alcuni genitori ed ex genitori delle Scuole Pie, che condividono l’ideale dell’Opera voluta dal Santo Calasanzio, quella di consentire l’accesso allo studio a tutti i bambini di qualsiasi estrazione sociale e culturale, si sono incontrati frequentemente per individuare una forma organizzativa strutturata e formale atta a garantire tale scopo, al fine di realizzare un rilancio culturale dell’Istituto. "Grazie al supporto professionale di alcuni genitori, stiamo fondando una nuova associazione a promozione sociale, con il primo obiettivo di sostenere le Scuole Pie di Frascati, – fa sapere Paolo Barbano –  ma estendendo il campo di azione alla comunità intera con iniziative culturali di promozione del diritto allo studio anche fuori dall’Istituto." 

Il 30 gennaio 2013 il notaio con atto pubblico ratificherà la nascita dell’Associazione Padre Zelli e Scuole Pie di Frascati, ore 19 presso l’Istituto Calasanzio. Le iniziative saranno di varia natura

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ANZIO: LITIGA CON UN AMICO E SPARA CON UNA 38 SPECIAL CONTRO L'ABITAZIONE

Redazione

Anzio (RM) – Dopo un acceso diverbio con un amico, il 22 gennaio scorso, prese una pistola e sparò verso l’abitazione di quest’ultimo, colpendo anche la vetrina di un negozio sottostante.

Dopo la segnalazione al 113, gli agenti del Commissariato di zona, intervenuti immediatamente sul posto,  a seguito di indagini, avevano arrestato L.L., responsabile del gesto, e sequestrato una pistola 38 special con relativo munizionamento.

Al momento del fermo, L.L., era stato trovato insieme ad un amico A.P., di 20 anni.

Le indagini, protrattesi anche dopo l’arresto del 40enne, avevano consentito di accertare che il giorno della sparatoria, alcuni testimoni, avevano visto l’arrestato con due pistole, segnalandolo alla Polizia.

Proprio questo particolare, nella giornata di ieri, ha spinto gli agenti ad effettuare una verifica anche a casa del 20enne.

Durante il controllo, eseguito alla presenza del giovane, gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato in ingente quantitativo di stupefacente del tipo marijuana, materiale per il confezionamento delle dosi e una carabina ad aria compressa.

Accompagnato in Commissariato, al termine degli accertamenti per A.P., sono scattate le manette.

Messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, dovrà rispondere di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

 




LAZIO, EMRGENZA ACQUA ALL'ARSENICO NELLE CARCERI: ALLARME A VITERBO, LATINA E CIVITAVECCHIA

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Lazio – Quattro carceri interessate in tre diverse città, con oltre 1.600 detenuti – oltre agli agenti di polizia penitenziaria e a tutte le altre figure che vivono e lavorano in carcere – alle prese con il drammatico problema dell’acqua all’arsenico.

E’ una vera e propria emergenza quella che sta denunciando, in queste ore, il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni.

La scadenza della deroga accordata, alla Regione Lazio, dall’Unione Europea per l'uso di acqua destinata a consumo umano con elevati livelli di arsenico, sta causando gravi disagi anche in diverse carceri della Regione. Interessate dall’emergenza sono, infatti, il carcere “Mammagialla” di Viterbo (719 detenuti), quello di Latina (158 reclusi, fra cui 32 donne), le due strutture di Civitavecchia, il “G. Passerini” (118 detenuti) e il “Nuovo Complesso” (627 presenti, fra cui 42 donne).

«L’impossibilità di utilizzare l’acqua ad uso umano – ha detto il Garante – per gli elevati valori di arsenico sta causando non pochi problemi in diverse carceri. Mentre, all’esterno, le autorità si stanno organizzando con distributori di acqua depurata, in carcere questo ancora non avviene. Ed i liberi cittadini, rispetto ai detenuti, hanno anche l’opportunità di spostarsi per prelevare acqua non contaminata. I reclusi sono attualmente costretti o a bere l’acqua dei rubinetti o a pagare, di tasca propria, bottiglie di acqua minerale per bere, cucinare e per la cura personale. La salute dei cittadini è un diritto inviolabile, e la sua tutela ci impone di assumere ogni tipo di cautela. Un principio che vale a maggior ragione quando si parla di chi lavora nel carcere e delle persone private della libertà che spesso non possono, anche per motivazioni di carattere economico, scegliere l’alternativa più sicura».   

A Viterbo – dove già due anni fa il Garante fu protagonista di una polemica con il locale gestore idrico sui livello di arsenico riscontrati nell’acqua utilizzata nel carcere – la direzione del carcere ha chiesto urgentemente l’installazione di un potabilizzatore per tutelare la salute dei detenuti e degli operatori e l’ordine e la sicurezza all’interno dei reparti detentivi. La struttura, che attualmente ospita 719 detenuti a fronte dei 444 posti disponibili, ha un fabbisogno di almeno 400 mc di acqua al giorno. L’urgenza inderogabile del potabilizzatore è legata al fatto che l’invio di acqua potabile garantita dal gestore idrico, è vanificata dal fatto che  il serbatoio del carcere, dove questa confluisce, è unico, e dunque l’acqua potabile si mischia con quella contaminata, vanificando la fornitura stessa. Inoltre l’impianto del carcere non è frazionabile e fornisce acqua a tutte le strutture, comprese le cucine dei detenuti e quella degli agenti, il bar, le sezioni detentive per l'utilizzo diretto (bere, cottura, reidratazione e ricostituzione alimenti, uso personale, docce etc.)

A Civitavecchia, a seguito della scadenza della deroga, il Sindaco Pietro Tidei, con ordinanza del 31 dicembre scorso, ha vietato l’acqua contaminata per uso potabile, per la cura dell’igiene personale e per la preparazione degli alimenti ordinando, contestualmente, al gestore idrico di garantire – fino al termine dell’emergenza – un adeguato rifornimento di acqua potabile (5/6 litri al giorno) ad ogni cittadino, compresi quelli detenuti nelle due carceri cittadine, dove ancora non è stato risolto il problema dell’installazione di potabilizzatori.

Analoghe problematiche si riscontrano nel carcere di Latina dove, nonostante l’emergenza, i detenuti continuano ad utilizzare l’acqua che esce dai rubinetti.

Al fine di sollecitare un intervento urgente nelle carceri interessate, il Garante ha inviato una lettera ai sindaci di Viterbo, Civitavecchia e Latina ed ai Prefetti di Viterbo, Roma e Latina. «Le mie prerogative istituzionali – ha scritto Marroni – mi impongono per legge, d’intervenire di fronte a seri rischi che possono ledere i diritti dei detenuti. Uno dei più importanti è il diritto alla salute, alle cure ed alla prevenzione sanitaria. Quello che sta accadendo rispetto al problema arsenico, è una lesione grave a questo diritto per tutti i cittadini liberi; a maggior ragione per i cittadini detenuti, costretti ad utilizzare solo l’acqua inquinata del carcere, non potendo approvvigionarsi altrove. Le chiedo di intervenire presso gli Enti gestori del Servizio idrico, per assicurare, con qualsiasi mezzo  approvvigionamenti idrici sani al carcere. Questo, oltre che per garantire il diritto alla salute, anche per assicurare ordine e sicurezza negli istituti».

 

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RIETI, ATTI VANDALICI IN NOTTATA AL TEATRO FLAVIO VESPASIANO.

Redazione

Rieti – Raid vandalico sulla facciata principale del teatro Flavio in via Garibaldi avvenuto in nottata.I vandali si sono accaniti sugli scalini che danno accesso alla biglietteria e sulle bacheche che ospitano le locandine degli spettacoli. Gettate a terra anche alcune fioriere. Intervenuti prontamente sul posto Digos, Polizia Scientifica e Municipale. "Sono profondamente amareggiato per questo episodio di vandalismo, è stata colpita un’icona della città, la nostra eccellenza culturale" ha dichiarato l’Assessore alla cultura, Diego Di Paolo




VITERBO, A MARZO TORNA LA BORSA DEL TURISMO SOCIALE E ASSOCIATO

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Redazione

 Viterbo – Si terrà a Viterbo, dal 2 al 5 marzo 2013, la XIII edizione della Borsa del Turismo Sociale e Associato (BTSA). La manifestazione, collocatasi fra le più rappresentative Borse di prodotto del turismo nazionale, è organizzata dalla Società Rete System Srl, titolare del marchio “BTSA-Borsa del Turismo Sociale e Associato” e dal CAT (Centro Assistenza Imprese) della Confesercenti di Viterbo e vede come partner la Regione Lazio, l'Unioncamere Lazio, la Camera di Commercio di Viterbo, l'Assessorato al Turismo della Provincia di Viterbo, l'Amministrazione Comunale di Viterbo e gode del patrocinio dell'Enit/Agenzia Nazionale per il Turismo e del Ministero del Turismo.

Il Workshop, che  si terrà lunedì 4 marzo, vedrà protagonisti circa 80 buyers (cral, dopolavori, associazioni culturali, circoli e associazioni sportive, parrocchie e tour operator specialisti, ecc.) e più di 350 sellers (agenti di viaggio, tour operator, enti di promozione turistica, consorzi, compagnie aeree, ferroviarie e marittime, società di trasporto pubbliche e private, società di servizi, aziende del ricettivo alberghiero ed extra alberghiero, ecc.). Tra i buyers è prevista la partecipazione di una folta delegazione di operatori stranieri provenienti dal mercato europeo, soprattutto del Nord e dell'Est e qualcuno anche da paesi extra europei. Visto il grande successo riscontrato presso gli operatori dell'offerta, si ripeterà l'esperienza degli scorsi anni collocando accanto ai rappresentanti italiani della domanda anche alcuni operatori stranieri.

            BTSA rafforza così il suo ruolo di punto di riferimento riconosciuto per l'industria turistica nazionale rivolta a questo specifico segmento. A seguito del restyling dell'Hotel Salus, la manifestazione cambia di nuovo location ritornando alla sua sede originaria.

            Il workshop si prefigura come un appuntamento completamente riservato alle contrattazioni. Tra le novità di questa edizione è previsto un Convegno sulle problematiche più attuali e stringenti del turismo nazionale anche alla luce della crisi che il comparto sta vivendo e del coincidente rinnovo del Parlamento. Il Convegno, previsto per sabato 2 marzo, presso l’Hotel Salus Terme, vedrà la presenza dei massimi esponenti delle Associazioni di categoria, delle Imprese e degli Enti Locali.

            Un segmento sempre più sulla cresta dell’onda che si sta radicando in tutta Europa e che cresce con l'avanzare della domanda. “Il turismo associato – afferma Nicola Ucci,  Amministratore delegato della Rete System Srl – è una risorsa fondamentale in un periodo di crisi economica per sostenere i flussi turistici pluristagionali e destinazioni legate sia all’ambiente che alla cultura, all’enogastronomia, alle vacanze attive e ad altri segmenti in crescita, come il wellness ed il rurale”.

            “L’evento, ha dichiarato Vincenzo Peparello, Amministratore del Cat di Viterbo ed esperto di marketing, è di eccezionale importanza per l’economia turistica del territorio sia per la qualificata adesione di centinaia di operatori italiani e stranieri e della stampa di settore che come sempre assicura il proprio apporto, sia per i temi che saranno sviluppati e che riguarderanno la situazione attuale, le prospettive di sviluppo e le strategie di marketing territoriale orientato e la destagionalizzazione dei flussi turistici”.

 

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