TUSCIA, CARNEVALE: GRANDE ATTESA PER L’ASSEGNAZIONE DEL PHERSU 2013

Redazione

Acquapendente – Civita Castellana – Ronciglione (VT) – C’è grande attesa per la chiusura del Carnevale 2013 della Tuscia, in particolar modo nei comuni di Acquapendente, Civita Castellana e Ronciglione dove si svolgono i carnevali così detti storici che saranno oggetto dell’assegnazione dell’ambito premio Phersu 2013. “Anche quest’anno – ha sottolineato l’assessore provinciale al Tursimo, Andrea Danti – la Provincia di Viterbo ha offerto il proprio sostegno a queste importanti manifestazioni, sia a livello organizzativo, ma soprattutto a livello di promozione con una massiccia pubblicizzazione dei programmi sul territorio romano. Ciò attraverso la distribuzione di volantini e con camion vela”.

Proprio in riferimento al sondaggio on line pubblicato sul sito internet della Provincia per assegnare l’ambito premio occorre precisare che, nonostante fossero stati inseriti dei  filtri nel programma per garantire un corretto svolgimento della votazione, sono state riscontrate delle anomalie  a causa di un fenomeno di votazioni plurime segnalato dagli stessi soggetti partecipanti alle mascherate, con particolare riferimento al Carnevale di Ronciglione. “Proprio per questo – ha aggiunto Danti – per correggere e bilanciare queste anomalie e rendere l’assegnazione del premio regolare, abbiamo deciso di affiancare al risultato del voto del pubblico le valutazioni espresse da una giuria di due esperti per ogni Carnevale, appositamente nominata. L’esito del voto popolare verrà, quindi, considerato valido, rispettando, così  le intenzioni dei cittadini che correttamente hanno espresso le loro preferenze, ma verrà integrato con il voto espresso dai due membri della giuria”.

Si è svolto intanto, nella serata di sabato 9, il Carnevale della Notte di Ronciglione, cui verrà assegnato un premio speciale nell’ambito del Phersu. Come avviene da alcuni anni, infatti, la notte del sabato e del martedì di Carnevale, le vie di Ronciglione sono animate da gruppi mascherati di giovani con costumi originali e fantasiosi, paragonabili a quelli che caratterizzano il corso di gala della domenica. Quest’anno a esprimere il giudizio è stata chiamata una giuria presieduta del presidente dell’Istituzione Teatro, Giuseppe Lorusso che si avvarrà della  collaborazione di personaggi locali della cultura e  dello spettacolo.

 




REGIONALI 2013, AMICONI (FARE): "SLOGAN DI ROSARIO ROBILOTTA, FA SORRIDERE AMARAMENTE."

Redazione

Roma – “Lo slogan della campagna elettorale di Donato Rosario Robilotta, candidato alle Regionali 2013 nella lista civica Storace Presidente fa sorridere amaramente. Già consigliere regionale durante la Giunta Storace, e Polverini basta leggere il suo curriculum per capire che Robilotta è un uomo che vive di politica dagli anni ‘80”, lo dichiara in una nota  Roberto Amiconi, capolista nella Lista "Fare per Fermare il declino"  alle Elezioni di rinnovo del Consiglio della Regione Lazio. “Prima con il Ministero del Lavoro, poi con la Presidenza del Consiglio, in Regione si è occupato quasi esclusivamente di Sanità di Ambiente e Rifiuti (e i risultati sono conosciuti da tutti i cittadini)  ed è stato l’artefice di leggi per  la creazione di enti inutili come il Consiglio delle Autonomie Locali, un altro postificio per politici trombati? Da quando la Polverini non gli ha rinnovato l’incarico a presidente dell’Ipab  S. Alessio- continua Amiconi – uno di quegli enti che ora vuole eliminare, si presenta ai cittadini Laziali per la terza volta con la retorica dei tagli agli enti a cui non crede neppure lui. Bisogna smetterla con questi politicanti che campano da decenni sulle spalle dei cittadini. La prima legge “taglia-enti” pare risalga addirittura al 1956, da quel momento sono aumentati a dismisura diventando solo fonte di poltrone per politici a fine incarico. E’ ora di cambiare, basta con le parole, bisogna “Fare per fermare il declino”- conclude Amiconi.




ROMA CARCERE REBIBBIA, MUORE PER MALORE DETENUTO ITALIANO DI 46 ANNI

Redazione

Lazio – Si è sentito male dopo una seduta di ginnastica. Soccorso con il defibrillatore dal personale presente, è stato immediatamente trasferito nella struttura protetta dell’Ospedale “Sandro Pertini” dove, però, è deceduto poco dopo il suo arrivo.  E’ morto così, questo pomeriggio, Antonio Schena, detenuto 46enne del carcere di Rebibbia N.C.. La notizia è stata diffusa dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni.

Schena è la prima persona che muore, nelle carceri del Lazio, nel 2013.

L’uomo era detenuto in una cella della sezione G 9 del carcere di Rebibbia N.C., quella riservata ai cosiddetti reclusi precauzionali, proveniente da Genova.

Ex carabiniere della stazione di Genova-Sampierdarena, sospeso dall’Arma, Schena stava scontando una condanna per  una serie di reati fra i quali la vendita di falsi titoli onorifici del “Sovrano Ordine di Malta e di Cilicia” e falsi attestati di onorificenza dell’Onu in cambio di denaro da destinare a suo dire a scopi benefici.

«Quest’uomo non soffriva, almeno in apparenza, di patologie così gravi da metterlo a rischio di vita – ha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroni – Il problema, però, è che gli attuali livelli di sovraffollamento, la carenza di risorse e le gravi difficoltà in cui versa la sanità penitenziaria del Lazio, fanno si che le carceri non siano le strutture più adeguate a garantire livelli ottimali di tutela della salute alle persone che vi sono recluse».

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LAZIO, VINI ALLA RISCOSSA: RIMANGONO IN PIEDI SOLO I MIGLIORI

Alberto De Marchis

Lazio – Pian piano ci si arriva, non ci vuole molto tempo, già la veste dei vini del Lazio, in particolare dei Castelli Romani è cambiata: hanno fatto una ferrea dieta e dalla quantità si è passati alla qualità.

Un tuffo indietro di 60 anni quando una bottiglia di Frascati portata dall’ospite nella casa del romano era un dono prestigioso. La produzione vinicola del Lazio nell’ultimo decennio è passata da 3,4 milioni di ettolitri ad un milione di ettolitri: quest’ultima vendemmia ha premiato le eccellenze. Tant’è che Bibenda 2013, prestigiosa guida di vini, indica 47 cantine di eccellenza del Lazio su una produzione di un milione e mezzo di ettolitri quando per esempio altre prestigiose regioni come la Sicilia con sei milioni di ettolitri ne presenta 68, o ancora l’Abruzzo con oltre 2 milioni di ettolitri 53 cantine.  

Tutti dati snocciolati da Giorgio Casadei, esperto vitivinicolo dei Castelli Romani, che in particolare conosce a mena dito il territorio di Velletri. Franco Maria Ricci, presidente dell'Associazione Italiana Sommelier, grande provocatore e grande intenditore di vini non ha risparmiato critiche nei confronti di produttori e amministratori che non riescono  a tutelare, valorizzare, promuovere a sufficienza i vini del Lazio, tra questi il votaccio l’ha preso Velletri dove di fatto si sta estinguendo il Co.Pro.Vi. (Consorzio Produttori Vini di Velletri) in vita dagli anni ‘50.  Anche qui, però spiccano delle eccellenze: “il comparto vitivinicolo locale – aggiunge Casadei –  è ancora il settore trainante dell’agricoltura e vanta eccellenze come Colle di Maggio e Piana dei Castelli”.

A sostenere la stessa tesi anche Mauro De Angelis, presidente del consorzio di Tutela Frascati Doc e Docg. “Il Lazio, come pure i Castelli Romani, ha definitivamente chiuso l’era della funzione “serbatoio”. Da qualche anno è avvenuta una selezione: c’è chi ha avuto il coraggio di investire sulla qualità e riaffermazione del territorio e chi invece è deceduto, come successo a Velletri o a Cerveteri”. Il presidente Arsial Erder Mazzocchi riconosce che l’agenzia regionale ha avuto difficoltà contabili e finanziarie ereditate dal passato, “per questo e non abbiamo potuto fare grande attività di promozione” e al contempo rilancia un obiettivo fondamentale:  arrivare a un consorzio di tutela unico. Il presidente della Gotto d’Oro Luigi Caporicci ha commentato: “Lo sforzo qualitativo nella regione Lazio sta avendo i suoi effetti con eccellenze riconosciute dalle migliori guide. Milioni di famiglie italiane bevono un ottimo vino riconosciuto e tutelato. I migliori Doc/Docg laziali di indiscutibile qualità sono dunque all’apice della loro miglior veste”.

 




CASTELLI ROMANI: L'AREA DEL PARCO REGIONALE NON SI TOCCA

A. De Mar.

Castelli Romani (RM) – Non si placano le reazioni politiche rispetto alla proposta di riperimetrazione del Parco Regionale dei Castelli Romani. Quest'area protetta potrebbe essere rivoluzionata da una Valutazione Ambientale Strategica criticata sul nascere.

“La nuova proposta di riperimetrazione del Parco Regionale dei Castelli Romani è subdola e illegittima, va fermata -ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio.- Ci sono infinite sentenze del TAR, confermate dall'ultima di pochi mesi fa del Consiglio di Stato, che hanno sancito in modo cristallino che il perimetro del parco è quello stabilito con la delibera del 1998 e che le norme di salvaguardia sono quelle della legge istitutiva del 1984 e non sono soggette a decadenza. Che senso ha, allora, che lo stesso Ente parco ipotizzi subdole procedure di valutazione ambientale strategica per un intervento che anche un bambino capisce avrebbe un impatto negativo sul sistema ambientale? E con quali soldi pubblici sono stati affidati studi così inutili? Sono domande importanti, che nei prossimi giorni diventeranno oggetto di richieste precise alle istituzioni competenti, per impedire per l'ennesima volta la scucitura dal parco di territori importanti. Più in generale, spiace davvero constatare che dopo quasi trent'anni dall'istituzione, ancora non si capisca il valore dell'area protetta ai castelli, che ha salvato una dei territori più belli del Lazio dalla completa cementificazione, conservandone quelle parti boscate e lacustri che caratterizzando quel paesaggio raccontato da poeti e scrittori di tutto il mondo.”

E' infuriata Legambiente contro la nuova proposta contenuta nella Valutazione Ambientale Strategica (VAS) per la riperimetrazione del Parco Regionale dei Castelli Romani. Le analisi contenute nel testo del Rapporto preliminare, fanno disgraziatamente affermazioni del tutto fasulle, come quella ormai solita quanto desueta circa la presunta superficie massima per le aree protette a scala provinciale, in palese contrasto con la normativa nazionale in materia. Ha dell'incredibile, poi, l'ipotesi di eliminare dal perimetro del parco il bosco di castagno a ridosso del Monte Artemisio, parte di un Sito di Interesse Comunitario (SIC), giustificata dalla tipologia di specie presenti che non sarebbero autoctone mentre quel paesaggio fa parte del territorio da secoli e ed è SIC proprio in virtù dell’eccezionalità delle caratteristiche naturali.

“ Basta con questa farsa, è senza fondamento la proposta di tagliare 2.300 ettari dai 15.000 totali del perimetro del parco -conclude Parlati-. Le aree del lago Albano e di quello di Nemi non si toccano, così come il Monte Artemisio, le Piagge di Nemi e il Vallone tempesta, il Bosco del Cerquone, i campi di Annibale, i pratoni del Vivaro. Il parco torni a occuparsi con impegno delle attività di conservazione della natura, di salvaguardia di un'area protetta che negli ultimi anni ha visto un incredibile sviluppo urbanistico. Dal canto nostro, segnaleremo alla Commissione Europea la proposta, visto che le istituzioni di Bruxelles stilano un rapporto di verifica periodico sullo stato di ratifica ed efficacia della Direttiva VAS, il cui principio guida è quello di precauzione.”

Insorge anche il Pd

“La proposta di riperimetrazione del parco regionale dei Castelli romani è scellerata, ha alcun senso, se non quello di consegnare 2.300 ettari agli interessi locali di chi vorrebbe colare nuovo cemento su un’area verde di enorme valore paesaggistico – dichiara Cristiana Avenali, candidata alla Regione Lazio nel listino Zingaretti-. L’area interessata dal taglio, includerebbe il bosco di castagno del Monte Artemisio decretato dalla Comunità europea quale Sito di Interesse Comunitario (SIC). Gli uffici della Regione Lazio debbono fermare subito la procedura relativa alla Valutazione Ambientale Strategica, che presenta notevoli e gravi carenze dal punto di vista tecnico, scientifico e normativo, è in palese contrasto con le precise espressioni degli organi della Magistratura Amministrativa e non può quindi essere considerata un punto di riferimento per nessuna valutazione.”

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REGIONALI 2013: RETE DEI CITTADINI DENUNCIA PRESIDENTE AGCOM, DIRETTORE DELLA RAI, DEL TG1, TG2, TG3 ED ALTRI

Redazione

Roma – "Oggi è stata depositata da nostri attivisti e candidati, presso i carabinieri, una denuncia contro il presidente dell’Agcom, direttore della R.A.I, direttore del Tg1, Tg2, Tg3 ed altri. Perchè la storia si ripete! – Dichiara in una nota il portavoce di Rete dei Cittadini – Come 3 anni fa, Rete dei Cittadini  partecipa alle elezioni regionali del Lazio, – prosegue la nota – con il suo candidato alla presidenza, Pino Strano. Come 3 anni fa dobbiamo urlare e sgomitare per un diritto, il nostro diritto, di poter far sapere ai cittadini la nostra esistenza. Come possono i cittadini votare in libertà e senza condizionamenti se non sono informati su chi partecipa alle elezioni in maniera chiara e soprattutto equa tra i partecipanti? Come fa la maggioranza degli italiani che si informa solo attraverso la tv a sapere quanti sono i candidati e cosa propongono? Come si può ritenere un paese democratico se le tv ed i media in generale sono volutamente gestiti in maniera da censurare, celare tutte le forze alternative al sistema? Ignorare, far finta di ignorare per paura di destabilizzare in qualche modo l’ordine precostituito è questa l’unica ma potente arma che hanno nei confronti di noi tutti cittadini. Non abbiamo facce conosciute o poteri forti alle spalle, siamo cittadini comuni che vogliono esercitare un preciso diritto-dovere: partecipare alla vita politica del proprio paese e decidere per se stessi smettendo di delegare. In un qualsiasi paese minimamente democratico l’informazione libera ed indipendente è alla base del sistema politico. Chiediamo con forza il ripristino della legalità! Chiederemo i danni non tanto per noi come forza politica che comunque sono ingenti. Chiederemo i danni perchè abbiamo tutti qualcosa da perdere da questo sistema di illegalità prima di tutto la nostra democrazia.
 




TOSCANA, ECCO COME E' STATA AFFRONTATA E RISOLTA L'EMERGENZA ARSENICO

Redazione

Livorno – Inaugurata la centrale di trattamento di Franciana per la bassa val di Cornia e Isola d’Elba  per l’eliminazione del Boro e Arsenico  dall’acqua potabile più innovativa al Mondo con tecnologia del Gruppo Zilio spa di Bassano del Grappa Vicenza. Oltre 20 milioni investiti per rispettare i parametri europei ed evitare ai sindaci di imporre divieti. L’impegno, anche se sul filo di lana, è stato rispettato. L’Asa spa di Livorno ha inaugurato ieri pomeriggio a Franciana, alla presenza dell’assessore regionale Anna Rita Bramerini, il nuovo impianto per l’abbattimento del boro di 350 litri secondo e Arsenico per 260 litri secondo  dalle acque ad uso potabile. Da fine dicembre, data di scadenza della proroghe concesse dall’Ue le acque della falda della Val di Cornia vendono interamente convogliate nella stazione di Franciana con un contenuto di boro di circa 4 microgrammi/litro e ne escono con lo 0,3. Ben al di sotto, quindi, del limite consentito di un microgrammo/litro.

Una situazione del tutto particolare, quella della Val di Cornia, dovuta alla presenza nelle colline metallifere, di notevoli quantità di boro che si deposita sulle ghiaie e viene poi rilasciato nelle acque. Un problema eccezionale affrontato, insieme a quello della presenza di arsenico, in modo eccezionale dall’Asa con un progetto costato 20, 5 milioni di euro, con un contributo delle Regione di 8,5 milioni.

Nel febbraio dell’anno sorso l’Asa aveva infatti inaugurato, sempre a Franciana, l’impianto per l’abbattimento dell’arsenico da 260 litri secondo sempre costruito dalla Gruppo Zilio spa . Per diminuire poi gli emungimenti dai pozzi della Val di Cornia, soggetti per l’eccessivo sfruttamento ad infiltrazioni salmastre, sono stati costruiti 13 nuovi pozzi all’Isola d’Elba, riducendo, anche se di poco, la quantità di acqua immessa nella condotta sottomarina, sulla quale sono stati comunque investiti 1,8 milioni per migliorane l’efficienza.

«Per abbattere l’arsenico è sto usata una tecnologia completamente Italiana , la tecnologia è brevettata e permette di assorbire totalmente l’arsenico nell’acqua per il consumo umano senza dosaggi chimici e non alterando le ottime caratteristiche dell’acqua ,  ha sottolineato il direttore dell’Asa Michele Caturegli – quando l’Asa ha iniziato ad affrontare il problema per il boro non c’erano tecnologie disponibili sufficientemente affidabili».

A progettare e costruire in Team con Asa Spa Livorno “ gestore del sevizio idrico”  è stata la società Gruppo Zilio spa di Bassano del Grappa, azienda leader nel settore delle acqua Potabili .La riduzione del boro avviene attraverso filtri a resine a scambio ionico . Nell’impianto di Franciana entreranno per essere depurati circa 11 milioni di metri cubi di acqua all’anno. Prima passeranno dall’impianto del boro, poi da quello dell’arsenico. Ma per raccogliere tutte le acque della Val di Cornia l’Asa ha dovuto modificare l’impianto ad anello che serve i quattro comuni (Piombino, San Vincenzo, Campiglia e Suvereto, costruendo 40 chilometro di nuove condotte, con un costo aggiuntivo di 6 milioni. L’acqua dei pozzi di Suvereto, che prima veniva immessa direttamente nella condotta ad anello, ora arriva a Franciana, per poi riessere di nuovo spinta verso le case suveretane. Tutto questo ovviamente avrà un costo che, secondo le valutazioni del presidente di Asa Fabio Del Nista, inciderà con un aumento del 5% delle bollette emesse nel territorio di competenza l’Asa, circa 400mila all’anno.

«Non c’era alternativa a questo investimento – ha sottolineato l’assessore Bramerini – se non quella di costringere i sindaci ad assumere atti di divieto all’uso dell’acqua. È stato un lavoro di squadra – ha aggiunto – il Responsabile Commerciale Dott. Simone Zilio che ci ha consentito di mettere insieme capacità professionali uniche al mondo». L’impianto è dotato di strumenti che consentiranno di monitorare in continuo la qualità dell’acqua in uscita sia in loco che presso la centrale operativa H 24 situata a Bassano del Grappa che permette di monitorare più di 120 impianti istallati in Europa  «I dati registrati in tutti i punti di prelievo – ha precisato l’assessore all’ambiente Marco Chiarei – saranno i sempre accessibili nel sito del Comune».

Anche il past rector dell’Istituto superiore di sanità Ottaviani e il suo successore Lucentini hanno sottolineato l’importanza, a livello europeo, dell’impianto realizzato a Franciana. «Investimenti e costi di gestione che qualcuno deve pagare – ha sottolineato il direttore dell’Ambito idrico toscano Alessandro Mazzei – con la fiscalità generale o con le tariffe».

«Il consumo di acqua in Val di Cornia è notevole – ha sottolineato il presidente del comitato di sorveglianza dell’Asa Fabio Baldassarri – per la presenza di dell’industrie, di un agricoltura qualifica e del turismo». La Val di Cornia consuma 8,14 milioni di mc di acqua all’anno a cui devono essere aggiunti i fabbisogni dell’Elba per altri 7,12 milioni, di cui solo 2,8 coperti con risorse autonome dell’isola.

Consumi che negli anni hanno costretto sempre di più ad approfondire i pozzi e provocato l’ingresso di acque salmastre, che a loro volta hanno contribuito a far salire la percentuale di arsenico. «Con gli impianti di Franciana – ha sottolineato l’assessore Bramerini – abbiamo ridato acqua buona alla Val di Cornia, un risultato che ora va presidiato».

I sette filtri di resine Andelbor  sst 100 di cui dispone l’impianto devono essere rigenerati in automatico  ogni 29 ore per sottrarre il boro accumulato. Dalla loro manutenzione dipende il mantenimento dei parametri di qualità. Ma dove va a finire il boro? «Stiamo trattando al cessione alla società Larderello – spiega l’ingegner Caturegli – che oggi è costretta ad importarlo. Può dare un vantaggio economico ed è comunque sempre meglio che scaricarlo in mare».

La tecnologia adottata scrive Damiano Zilio CEO del Gruppo, è frutto di un lavoro degli ultimi anni fatto dal Management del gruppo  Dott. Alessandro Zurla e da  team fantastico di ingegneri che attualmente operano  all’interno del Gruppo Zilio che ha permesso alla società fondata nel 1959 da Adriano Zilio di diventare tra i primi operatori nel trattamento delle Acqua Potabili per i microinquinanti come Arsenico, Vanadio, Boro e altri elementi pericolosi , la società dopo gli eccellenti risultati ottenuti negli ultimi anni ha avviato una serie di nuovi progetti per la filtrazione di acqua di mare per uso potabile con membrane innovative che verranno usate anche per il recupero dell’acque di scarico dei depuratori per uso industriale e nel 2012 è riuscita a presentare al livello Europeo un progetto innovativo per la costruzione di un nuovo impianto di produzione di masse filtranti per l’Arsenico Vanadio  con il progetto Rigenera, il nuovo stabilimento  sarà costruito sempre nel Bassanese per i primi del 2014 e permetterà all’azienda Zilio di avviare ed esportare le proprie attività anche in india , Usa e Asia

L’innovazione e la passione sono la base per una crescita delle aziende italiane nel mondo e questo sarà la parola chiave  di Zilio per il prossimo triennio.


 




AUTOSTRADA TIRRENICA, TAR: PARTONO I RICORSI PER I LOTTI 2, 3, 5A, 6B

Redazione

 Italia Nostra, l’Associazione Colli e Laguna, il Forum Ambientalista insieme al coordinamento dei comitati della Maremma, nei prossimi giorni impugneranno la delibera del CIPE del 3 Agosto 2012 per il progetto definitivo dei lotti 2, 3, 5A, 6B, da Tarquinia a S.Pietro in Palazzi. E’notizia di ieri 8 febbraio, che la provincia di Grosseto ha intenzione di impugnare il CIPE, perchè il progetto approvato non può essere considerato definitivo visto che manca il progetto del lotto 5B, quello contestatissimo dal comune di Orbetello, in più perché prescrizioni e raccomandazioni inserite in delibera dal Cipe ne comportano una vera e propria riformulazione con modifiche al tracciato.

Le domande che erano alla base del ricorso al Tar del Lazio, per il lotto 6A di Tarquinia, sottoscritto da Italia Nostra e dai cittadini di Tarquinia, rimangono valide, com’è possibile che un’autostrada sia approvata a pezzi e non in modo unitario? Perché non si rende conto ai cittadini se l’autostrada sia realmente necessaria, nonostante le stime di riduzione del traffico? Perché non si divulga il piano finanziario? Perché non si parla delle garanzie attuali da parte dei finanziatori, (MPS era una di queste)? I pedaggi?

I motivi di impugnazione della delibera del Cipe ve ne sono, ed i cittadini di Tarquinia e di Montalto di Castro potranno partecipare, soprattutto sul tema della mobilità, segnalando le gravi criticità del tracciato, inviando le osservazioni, rispetto al diritto alla mobilità, sancito dalla costituzione e dall’EU.

"Aderiremo a questo secondo ricorso, – fanno sapere da "Per il Bene di Tarquinia" – perché la sottrazione della SS Aurelia è un danno enorme, sottovalutato dai Sindaci del nostro territorio, che hanno approvato i tracciati definitivi, dimenticando come la SS Aurelia sia l’unica arteria di comunicazione, per i cittadini, per le aziende Agricole che ogni giorno la utilizzano per il libero spostamento di mezzi e di merci. Il giorno che la SS Aurelia non ci sarà più, sarà tutto più complicato, per la pericolosità delle strade che saremo costretti a percorrere e per il tempo ed il gasolio in più che saremo costretti ad usare per svolgere il nostro lavoro.
Entro il 15 Febbraio saranno raccolte le osservazioni ai lotti impugnati, ricordando che Tarquinia è interessata per il tratto che riguarda la parte nord, compresa l’uscita di Riva dei Tarquini, fino al confine con il comune di Montalto di Castro. Per partecipare al ricorso è possibile inviare un’email all’indirizzo disposto per la raccolta, ricorsotirrenica@yahoo.it"

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ELEZIONI 2013, LE RIFLESSIONI DELL'ASSOCIAZIONE ITALIANA GENITORI

Redazione

Roma – L’A.Ge. – Associazione Italiana Genitori – a poche settimane dall’appuntamento elettorale che porterà al rinnovo delle due Camere e di alcune Assemblee regionali, ha sviluppato nella riunione del suo Consiglio direttivo nazionale un’intensa riflessione.

"Ci muove la consapevolezza che i genitori sono parte vitale del nostro Paese,  fattore di qualità nella scuola e nelle istituzioni quando coinvolti e partner di una corresponsabilità educativa. Coerenza, onestà, capacità progettuale le richieste forti alla politica. E soprattutto un dibattito elettorale che parli anche di famiglia, di bambini, di papà e mamme, di scuola, università ed educazione: non solo IMU, banche, tasse in genere, che sono certo temi rilevanti per ogni famiglia, ma tasselli isolati di un sistema molto più ampio, nazionale ed internazionale.

Sfondo delle nostre riflessioni è la Costituzione Italiana, che agli tabella 29, 30, 31 proclama solennemente l’impegno a promuovere il formarsi e il mantenersi della famiglia, a sostenerne i diritti, con particolare riguardo alle famiglie numerose, proteggendo la maternità, l’infanzia, la gioventù. Condividiamo i numerosi appelli e documenti redatti da realtà del Terzo Settore, del volontariato, dell’Associazionismo familiare, tutti, sostanzialmente, volti ad evidenziare che la riduzione di risorse e la crisi non possono continuamente ricadere sui più fragili e sulle famiglie, sempre più impoverite anche dalla carenza di adeguate politiche familiari, molto più incisive in Paesi come la Francia e la Germania. La fatica sfocia in disperazione, poi in tensione e rabbia, talora. E ci sono ancora forti disuguaglianze nel Paese, prima di tutto fra aree geografiche, con sacche di povertà sociale e culturale, segnate dall’abbandono scolastico, che consegna giovani al lavoro nero o al
crimine .

È compito della politica assicurare equità, sia nella distribuzione delle risorse che dei sacrifici. È dovere di tutti i cittadini essere corresponsabili nel presidiare i valori della moralità e legalità.

Chiediamo che il dibattito politico rivolga attenzione anche alle famiglie e all’ampia realtà educativa del nostro Paese. La sfida educativa assume molti volti, e tutti, in modo diverso, incidono nella tenuta del patto sociale fra i cittadini e nella qualità della vita e delle relazioni. Dal crescere di separazioni e divorzi, all’alto numero di giovani che né studiano né lavorano (NEET), dal diffondersi di stili di vita rivolti solo al successo e alla prestazione, che scivolano spesso nell’uso frequente di sostanze stupefacenti, alla fuga nel gioco d’azzardo (online o in sale gioco o in slot machine, sempre più diffusi e pubblicizzati): tutti questi sono segnali di disgregazione sociale, di impoverimento e ripiego individualistico. Sono compensati solo dall’alto numero di donne e uomini impegnati nel volontariato e nell’associazionismo, dalla tenuta, anche nelle difficoltà, di molte famiglie, dalla fiducia che gran parte dei giovani rivolge ancora all’ambito e agli affetti familiari, avendo perso nel contempo stima per le altre istituzioni.

Molte e ripetute scelte politiche e amministrative, sostenute anche da parti di opinione pubblica, hanno considerato l’istruzione e la cultura come soli “costi” per il Paese, hanno prodotto situazioni mortificanti per la scuola e l’università: tutti i cittadini sanno dei tagli su disabilità e supplenze, di precarie condizioni degli edifici scolastici, della riduzione progressiva di ogni progettualità, delle difficoltà della ricerca in Italia. Chiediamo ai candidati, alla politica, alle istituzioni, di condividere alcune priorità.  
– L’educazione e la cura delle persone e delle relazioni  sono un ambito essenziale e fondamentale per la coesione del nostro Paese e per la sua crescita
– Partecipazione, legalità e moralità sono dimensioni che devono caratterizzare la vita democratica. Le forme di volontariato e associazionismo sono da promuovere e sostenere come capitale sociale e ricchezza per tutti, ma non comportano che le istituzioni pubbliche e la politica deleghino e rinuncino alle loro responsabilità 
– La partecipazione dei genitori alla vita pubblica, in particolare nel mondo della scuola, non è una concessione benevola e saltuaria, ma è fattore di civiltà, cresciuto negli anni. È un bene da promuovere, anche perché è provato che scuole partecipate sono scuole migliori, inclusive, che facilitano l’apprendimento 
– La scuola è un bene comune del Paese e non può essere continuamente oggetto di contesa, di riforma e controriforma, a seconda del mutare degli schieramenti al governo.
– Chiediamo gradualità, rispetto, apertura di confronti con i diretti attori delle comunità educative: genitori, insegnanti, studenti, enti locali, centri di ricerca, biblioteche, associazionismo. 
– Nella popolazione giovanile, in genere poco ascoltata, vi sono i più piccoli, i bambini, ragazzi e adolescenti spesso invisibili nelle città e nel dibattito pubblico. Una società attenta ai minori sa essere attenta alle domande di tutti. E l’attenzione ai minori e ai loro diritti chiama in gioco l’attenzione ai loro genitori, alle loro famiglie.

Confermiamo la disponibilità della nostra associazione a discutere ed incontrare, partecipando a gruppi di lavoro, audizioni, commissioni. Principalmente sosterremo alcune azioni e proposte:
 
– L’armonizzazione tra la vita familiare e la vita di lavoro, delle donne in particolare. Riteniamo che nella vita familiare l’educazione sia dimensione fondamentale, e vada perciò riconosciuto l’impegno del genitore nella scuola come tempo di cura, anche quando comporti assenze motivate dal lavoro
– Il diritto di scelta educativa delle famiglie. È un diritto costituzionale, che deve essere esercitato concretamente, non solo dichiarato. La scelta educativa si esercita nella partecipazione scolastica, nell’articolazione delle progettualità e degli orari scolastici, nell’effettiva parità fra le scuole del sistema pubblico dell’istruzione e formazione, nella corresponsabilità educativa. – La piena partecipazione dei genitori alla vita della scuola. Dopo l’approvazione del DDL 953 alla Camera, relativo alla governance delle scuole, chiediamo che il dibattito riparta subito dal Senato, dove, con opportune integrazioni e modifiche, è possibile approvare in
breve tempo un testo importante. La partecipazione dei genitori deve avvenire anche nella valutazione del sistema scolastico, delle scuole, dell’insegnamento e degli insegnanti .
– La realizzazione di “città educative”. Sono da porre in essere efficaci tutele dei minori nei confronti del mondo dei media (individualismo, violenza, consumo paiono essere le uniche proposte del mondo adulto). È da interrompere il sostegno pubblico al gioco d’azzardo, bisogna organizzare efficaci azioni di contrasto e prevenzione di fronte alle diverse dipendenze (sostanze, alcol, tabacco) che continuamente modificano la loro offerta, estendendola a fasce di popolazione sempre più giovane. Soprattutto sono da promuovere alleanze educative e reti tra scuole, volontariato, enti locali, sport che abbiano a cuore l’attenzione ai minori e alle loro famiglie"
 




ESERCITO: CHIUSI I CAMPIONATI SCIISTICI DELLE TRUPPE ALPINE

Redazione

San Candido (BZ) – Alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Generale di Corpo d’Armata Claudio Graziano, del Comandante delle Truppe Alpine Gen. C. A. Alberto Primicerj, e delle autorità locali si è tenuta oggi la cerimonia di chiusura della 65ª edizione dei Campionati Sciistici delle Truppe Alpine, una manifestazione che si conferma quale appuntamento annuale di verifica dello stato di addestramento dei reparti Alpini.

L’edizione 2013 ha visto la partecipazione di oltre 1000 militari appartenenti alle truppe da montagna di 11 diversi paesi: Argentina, Bulgaria, FYROM, Germania, Italia, Libano, Polonia, Spagna, Slovenia, Stati Uniti d’America e Ungheria.

Nel rivolgersi ai partecipanti, il Gen. Graziano ha espresso vivo apprezzamento per l’organizzazione e i risultati ottenuti e ha sottolineato come: “i Campionati alpini collegano l'agonismo sportivo con lo spirito militare, con la voglia di competere e crescere insieme in una palestra ambientale unica che é quella delle montagne. Grazie a questo addestramento – ha ricordato il Generale – gli alpini italiani in Afghanistan sono stati impiegati anche a  5400 metri di quota”.  “Cambiando il mondo, cambiando gli scenari, si sono rinnovate cose che  si pensavano forse superate: ciò che conta per un soldato è il coraggio, il coraggio morale ma anche il coraggio fisico,  il non avere paura e l’affrontare i rischi derivanti dall’impiego”. “Le minacce asimmentriche ricercano oggi ambienti come quello montano che il soldato deve affrontare utilizzando al meglio la tecnologia ma anche aumentando le capacità fisiche” – ha concluso il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito.

A fare gli onori di casa il Comandante delle Truppe Alpine, Gen. Alberto Primicerj, che ha così riassunto nel suo discorso lo spirito di questa grande manifestazione: “Una grande festa dello sport invernale e della cultura della montagna che credo non abbia tradito le aspettative. Quattro giorni di intenso e sano agonismo si sono appena conclusi, sono stati anche quattro giorni di interessanti appuntamenti culturali ed occasioni di incontro che hanno dato la possibilità di approfondire il tema della montagna, conoscendone molto da vicino sia il suo ambiente naturale che la sua gente, anche quella in uniforme, in questa meravigliosa cornice dell’Alta Val Pusteria”.

Ultimo atto dei Campionati l’ammainabandiera e lo spegnimento del tripode di quelli che vengono ormai considerate le “Olimpiadi degli alpini”. Decine le gare e i trofei assegnati.

Tra questi, nell’ultima giornata, il Trofeo Medaglia d’Oro Silvano Buffa, tre giorni di competizione per plotoni in cui i concorrenti affrontano prove che combinano tecnica sciistica e attività prettamente militari.

Quest’anno il successo è andato al 5° reggimento alpini di Vipiteno, seguito dal 7° reggimento alpini di Belluno e dal 3° reggimento artiglieria da montagna di Tolmezzo.

La 65^ edizione di questi Campionati sciistici delle Truppe Alpine si chiude, ma già nasce l’aspettativa per il prossimo appuntamento che, invariabilmente, richiamerà nuovamente quanti amano la montagna e le più sane espressioni dello spirito sportivo.
 




CIAMPINO, BONIFICA BOMBA: LE STRADE CHE SARANNO EVACUATE E LE ULTIME RACCOMANDAZIONI PRIMA DI LASCIARE GLI APPARTAMENTI

C.R.

Ciampino (RM) – Domenica 10 febbraio una squadra speciale dell’esercito interverrà nella città aeroportuale per la bonifica di una bomba d’aereo da 500 libre, contente circa 250 chili di esplosivo, residuato della Seconda Guerra Mondiale.

Saranno evacuate circa 3400 persone del comune di Roma e Ciampino e verrà chiuso dalle 10 alle 12 l’aeroporto internazionale di Ciampino “E’ tutto organizzato – conferma Gabriella Sisti assessore agli affari sociali e welfare – ci teniamo a tranquillizzare la cittadinanza perché il programma di bonifica non dovrebbe avere intoppi ma soprattutto perché la polizia locale, il gruppo comunale della Protezione Civile, in collaborazione con tutte le forze dell'ordine del territorio, hanno predisposto una serie di servizi per garantire la sicurezza e per ridurre al minimo i disagi”. A tal proposito sarà allestito un centro di accoglienza presso la Scuola Elementare "Paola Sarro" di Viale Kennedy per ospitare quanti saranno chiamati ad evacuare le proprie abitazioni e impossibilitati nel trovare soluzioni alternative.

L’amministrazione ciampinese ricorda che è necessario chiudere tutte le utenze domestiche con particolare attenzione ai contatori del gas prima di uscire dagli appartamenti. L’intervento, eseguito dagli specialisti del sesto reggimento genio pontieri, di stanza a Roma Cecchignola, si svolgerà secondo il seguente programma di massima: dalle 06.30 alle 10 evacuazione dei residenti nell’area di sicurezza che si estende per un raggio di circa 500 metri dal luogo di rinvenimento dell’ordigno, dalle 10 alle 11.30 operazioni di estrazione delle spolette e messa in sicurezza della bomba, a cura degli specialisti dell’esercito, dalle 11.30 alle 12 trasporto della bomba presso una cava nella zona a confine tra i comuni di Ciampino e Roma, a cura degli specialisti dell’esercito e dalle 12 alle 13 operazioni per il brillamento della bomba . Sarà possibile accedere all’area solo su autorizzazione del Centro operativo misto.

Sarà evacuato il territorio compreso tra: via Lucrezia Romana tratto compreso tra il civico 67 ed il civico 91, via  Reverberi, via Mattei, via A. Segni dal civico 2 al 24, viale J.F. Kennedy tra il civico 66 ed il civico 84/a, via Brodolini tra il civico 37 ed il civico 51 ed il civico 32. E a Morena: via del Fontanile Anagnino (lato pari dal 120 al 236, lato dispari dal 123 al 231), via del Casale Agostinelli  (lato pari dal 222 al 120, lato dispari dal 203 al 133) via delle Vigne di Morena (lato pari dal 78 al 152, lato dispari dal 73 al 205), via Cirò Marina – lato dispari dal 19 all'1, via Scalea (lato pari dal 124 alla scuola elementare Fontanile Anagnino, lato dispari dal 125 al 149), via Maranella di Marino, lato pari dal 136 al 100, lato dispari dal 119 al 109.

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