CIAMPINO, LICENZIAMENTI ASP: I LAVORATORI PRONTI A LOTTARE CONTRO LICENZIAMENTI E PRIVATIZZAZIONI

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Ciampino (RM) – Gremita e partecipata l'assemblea indetta ieri sera dall'Usb e dalla Flaica nella sala consiliare del Comune di Ciampino, contro i 30 licenziamenti avviati dall’ASP e il trasferimento della gestione dei nidi comunali ad una ditta appaltatrice. I lavoratori hanno ricevuto la solidarietà dei genitori accorsi numerosi per contestare la decisione di privatizzare i nidi, un servizio educativo fondamentale per la vita delle famiglie del territorio e che vogliono continui ad essere gestito dall'amministrazione comunale.

“L'importante presenza di lavoratori e cittadini – dichiara Maria Teresa Pascucci Usb Roma e Lazio – ha indotto il Sindaco e l'Assessore al Bilancio ad essere presenti e a dover ricevere la forte richiesta di ritirare immediatamente la procedura di licenziamento e di sospendere l'aggiudicazione della gara. -continua Pascucci- E’ necessario aprire un tavolo per valutare tutte le soluzioni possibili e garantire che non si perda neanche un posto di lavoro assicurando al contempo la continuità dei servizi pubblici.

“Il sindacato, i lavoratori e i cittadini hanno ottenuto l'impegno del sindaco e dell'Assessore a ricercare soluzioni per impedire la perdita di posti di lavoro. Poiché però – sottolinea la sindacalista Usb – non hanno recepito la richiesta di revocare i provvedimenti, si è deciso di dare vita ad un percorso di mobilitazione, che inizia già dai prossimi giorni con un presidio permanente davanti al Municipio e con iniziative volte a sensibilizzare la cittadinanza di Ciampino. C’è sicuramente disponibilità dei sindacati di base ad affrontare a 360° tutte le problematiche che riguardano la crisi aziendale ASP con proposte e possibili soluzioni condivise con i lavoratori, ma questa disponibilità non può avere come punto di partenza il ricatto dei licenziamenti.”.

“L'amministrazione locale ha il dovere di tener conto della volontà degli abitanti del territorio e dei lavoratori, che non hanno avuto in questa decisione nessuna voce in capitolo – conclude Pascucci – Porteremo inoltre la lotta dei lavoratori Asp fino in Regione, durante la manifestazione indetta da USB del 10 luglio prossimo. La Giunta Zingaretti non può ignorare il problema, visto anche che tra i consiglieri di maggioranza siede l'ex sindaco Lupi che ha lasciato ai cittadini di Ciampino il problema della crisi di ASP.

 

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PALIANO INCENDIO A CASTELLACCIO: IL SINDACO STURVI VIETA IL CONSUMO E LA COMMERCIALIZZAZIONE DI ORTAGGI

Redazione

Paliano (FR) – su richiesta pervenuta dall’Azienda Unità Sanitaria Locale di Frosinone, il Sindaco, Maurizio Sturvi, ha vietato il consumo e la commercializzazione di ortaggi e altri prodotti ortofrutticoli presenti nella zona per un raggio di 500 mt. di distanza dal luogo dell’incendio. Questo nonostante i dati rassicuranti trasmessi da Arpa Lazio – Sezione Provinciale di Frosinone, tramite la relazione preliminare relativa alla qualità dell’aria nel territorio interessato dall’incendio del 19 giugno 2013 presso l’impianto Acea A.R.I.A. (ex Snia) sita in località Castellaccio del Comune di Paliano.

I controlli della qualità dell’aria sono avvenuti attraverso due linee di intervento attuate contemporaneamente sia attraverso l’utilizzo delle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria afferenti alla rete regionale e sia con il posizionamento di campionatori per determinazione di diossine e metalli pesanti normati.
I dati disponibili (riportati in apposite tabelle) sono relativi al controllo dei principali inquinatori della qualità dell’aria (PM10, ossidi di azoto, ossidi di zolfo, monossido di carbonio) che sono stati elaborati sia come medie giornaliere sia come dati orari per il periodo 18-20 giugno.
“Tutte le concentrazioni misurate nel giorno dell’evento e nei giorni successivi, in tutte le centraline prese in esame – si legge alla fine della relazione – sono risultate inferiori ai limiti previsti dalla normativa (50 µg/m3 per la media giornaliera del PM10, 200 µg/m3per la media oraria del NO2, 350 µg/m3 per la media oraria di SO2, 10 µg/m3 per la media massima del CO calcolata su 8 ore). Relativamente ai valori medi giornalieri del PM10, si evidenzia un incremento di tale inquinante nel giorno dell’incendio solo nelle stazioni di Anagni e Ferentino (Tab. 5), evento in controtendenza con quanto verificatosi nelle altre stazioni di monitoraggio della Provincia di Frosinone (Tab. 6). Inoltre, il giorno dell’incendio si evidenzia un picco del livello del CO alle ore 7 (ore 8 dell’ora legale) nella centralina di Ferentino che è nettamente superiore a tutti i valori medi orari rilevati per tale parametro sia nella medesima che nelle altre stazioni di monitoraggio. Per quanto riguarda le centraline ubicate nel Comune di Colleferro, non si evidenziano incremento degli inquinanti monitorati”.

 

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TIVOLI: NON SI RASSEGNA ALLA FINE DEL PROPRIO MATRIMONIO ED AGGREDISCE LA EX MOGLIE E L’ATTUALE COMPAGNO.

Redazione

Tivoli (RM) – Non si rassegnava alla fine del loro matrimonio e continuava a molestare ed a usare violenza nei confronti della ex moglie, sua connazionale.

K.N., albanese di 57 anni, già in passato si era reso protagonista di  questo tipo, per i quali la donna aveva sporto denuncia.

Proprio a seguito di ciò, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Tivoli aveva intimato all’ex marito di allontanarsi dalla casa familiare di Tivoli e di non farvi rientro senza la autorizzazione del Magistrato, con divieto di avvicinamento anche al luogo di lavoro della moglie ed alla scuola dei figli.

L’atteggiamento dell’uomo, però, non era evidentemente mutato. Fino a giungere all’episodio di ieri mattina.

Mentre l’attuale compagno si trovava nelle vicinanze dell’abitazione della donna, è stato aggredito dall’uomo che lo ha anche minacciato di morte.

Udendo le grida provenire dalla strada ed intuendo che fosse in atto l’ennesima scenata violenta del suo ex, la donna nel frattempo è sopraggiunta sul posto ma, appena arrivata, è stata afferrata e gettata in terra, cosa che si è poi ripetuta più volte.

Al compagno, a quel punto, per cercare di sottrarsi alle violenze, non è rimasto altro che chiamare la Polizia.

Nel frattempo l’uomo ha continuato con le percosse e con le minacce, arrivando a brandire quello che, non visto distintamente  nell’immediatezza, anche per la concitazione di quegli istanti, è risultato poi essere un taglierino.

Dopo pochi minuti sono arrivati gli agenti del Commissariato di Tivoli, diretto dal dott. Giancarlo Sant'elia, che hanno cercato di calmare gli animi.

Da un sommario controllo effettuato, è stato rinvenuto in suo possesso il taglierino ed una pistola in replica, priva di tappo rosso, con colpi e caricatore inserito.

Per l’uomo, condotto presso gli Uffici del Commissariato, al termine è scattato l’arresto. Dovrà rispondere di minacce aggravate e lesioni personali.




MARINO, GIOCO D'AZZARDO E ALLARME SOCIALE: "QUANDO LA POLITICA E' ASSENTE LE MAFIE BALLANO"

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Redazione

Marino (RM) – Il giornalista Daniele Poto sarà il relatore principale dell’evento organizzato dal presidio di  Libera Ciampino-Marino per il prossimo 29 giugno 2013 alle ore 17:00 al Museo Civico “Mastroianni” di Marino centro a Piazza Matteotti 13.

Il titolo dell’evento è “Gioco d’azzardo e allarme sociale: quando la politica è assente, le mafie ballano”. Daniele Poto è autore tra l’altro dei libri Azzardopoli 2.0 (sul mondo ed i numeri del gioco d’azzardo) e del libro “Le mafie nel pallone” divenuto in questi giorni di grande attualità per il blitz della magistratura nelle sedi di 41 società di calcio.

Oltre al noto giornalista che da tempo collabora con l’associazione Libera di don Ciotti,  sarà presente anche la D.ssa Marina del Monte – dirigente psicologo del SERT H3 – ASL RM H. La D.ssa presenterà la situazione delle ludopatie sul territorio Ciampino – Marino.

Sarà inoltre presente anche un ufficiale della Guardia di Finanza che esporrà la situazione dei controlli e delle difficoltà connesse ad un quadro normativo che non facilita le azioni di contrasto.

“La politica è assente e le mafie ballano. E’ un titolo adatto a fotografare la situazione” dichiara il consigliere Adolfo Tammaro del Movimento per il Cambiamento tra i principali sostenitori dell’evento organizzato da Libera. “Da alcuni mesi abbiamo cercato di coinvolgere il Consiglio Comunale di Marino” prosegue il consigliere Tammaro “per spingerlo a prendere provvedimenti di contrasto adatti alla drammaticità del fenomeno. La maggioranza di centro destra dell’ex sindaco Palozzi ha invece bocciato tutte le iniziative. Ad esempio con l’ultima mozione avevo chiesto di firmare insieme ad oltre 150 Sindaci italiani, il manifesto che chiede urgentemente allo Stato ed alla Regione di cambiare le leggi in materia. A Marino la giunta ex Palozzi ha votato contro. Non lo reputano un loro problema. Eppure solo dal 2011 ad oggi sono state aperte 12 sale giochi delle quali ben 5 a Marino Centro. Almeno 73 sono le slot machine dichiarate nel territorio. Pochi giorni fa una mamma di Marino – schiava del gioco – ha abbandonato in casa il figlio di 18 mesi per andare a giocare in sala giochi. Sono stati necessari i vigili per salvare il bambino che piangeva da ore. Molto amaramente penso che non servano altre parole per dimostrare come la politica è assente e quindi le mafie ballano. Tra ignoranza e mala fede non saprei scegliere. Per fortuna esistono Associazioni come Libera ed ora anche a Ciampino (in questo caso un consigliere di centro destra) ha presentato un’ interrogazione simile alla nostra e sta nascendo un movimento di Cittadini che chiedono a gran voce alla politica di cambiare atteggiamento. Eventi come questo organizzato a Marino da Libera per il 29 giugno sono la strada giusta per risvegliare la coscienza dei Cittadini. Spero in una grande partecipazione anche di tutti i Sindaci che sono stati invitati.”




ALBANO LAZIALE: NARCOMAFIE ALBANENSI

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Albano Laziale (RM) – Il ricorso agli stupefacenti segna una sconfitta per i cittadini di qualunque territorio. E purtroppo Albano non è esclusa. Solo nel mese di maggio sono stati arrestati tre individui che detenevano in tutto tra hashish e marijuana più di mezzo chilo di stupefacenti. Il 2012 non si era chiuso molto meglio. Nei mesi autunnali dell’anno passato le Forze dell’Ordine hanno arrestato altre cinque persone. Ma il dato allarmante è che i principali obiettivi delle narcomafie sono i più giovani.

Pochi dati che meritano una riflessione. Il progetto della criminalità organizzata si basa sulla diffusione precoce per “allevare” le nuove generazioni come spacciatori o anche consumatori. E dato che gli stessi minori non sono imputabili per legge, i grandi trafficanti si rivolgono proprio a loro senza esporsi direttamente. Ma perché un ragazzo in buona salute, con interessi di studio o di lavoro, e circondato di amici sente il bisogno di assumere sostanze stupefacenti? I motivi sono diversi.

Una delle spiegazioni risale alle condizioni personali del ragazzo. In una società in cui il ritmo della società è sempre più veloce e disordinato, è possibile che i giovani entrino a contatto con il mondo della droga per tagliare di netto con la vita attiva. Così facendo però il drogato si rifugia in se stesso, attivando un meccanismo di autodistruzione (magari anche inconscio, ma sicuramente incosciente) che lo spinge nel programma di marketing delle organizzazioni criminali.

Finora a livello legislativo lo Stato ha risposto in maniera adeguata promulgando la cosiddetta legge Giovanardi-Fini. Il testo prevede un inasprimento delle sanzioni relative alla produzione, al traffico, alla detenzione e all’uso di sostanze stupefacenti. Parallelamente però ha preso vita una vera e propria malattia: l’antiproibizionismo. Questo morbo nasce quasi come una resa di fronte alle continue violazioni: se non si riescono a fermare le narcomafie, perché non legalizzare la droga? Così facendo si intaccherebbero i guadagni delle organizzazioni criminali e si eliminerebbe il proselitismo. Tale soluzione è appoggiata anche da buona parte del Parlamento, che riterrebbe incostituzionale il provvedimento sopracitato. Permane un dubbio: anche se le varie sostanze fossero liberalizzate, chi assicura che non continuerebbe a esistere un contrabbando parallelo?

La vera prevenzione della tossicodipendenza deve in ogni caso iniziare in casa dalle famiglie. Lasciando da parte le lotte politiche bisogna che lo Stato approvi una capillare politica di informazione, in modo da edificare una solida barriera contro le insidie e gli allettamenti, contro la dilagante involuzione culturale del carpe diem a tutti i costi e gli egoismi individuali. È necessaria una collaborazione coordinata tra genitori, forze dell’ordine e organizzazioni, ma ancor di più un attenzione analitica delle istituzioni pubbliche. Il tempo scorre e il lato oscuro della scienza progetta ogni giorno nuovi tipi di droghe sintetiche, confezionate e pronte a ledere la salute di chissà chi: forse quella di una ragazza che sorseggia un cocktail in discoteca, di qualche pirata della strada o di un “atleta” poco sportivo.

Intanto in questi giorni la legge Giovanardi-Fini è alla Consulta, che ne decreterà la definitiva legittimità, finora contestata perché il provvedimento non garantirebbe la proporzionalità della pena. Abrogazione o non abrogazione, proibizionismo o antiproibizionismo, è necessario ricordare che qui non si tratta di politica né di economia, ma della salvaguardia dei giovani e del futuro del nostro Paese.

 

 

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TERRACINA, DISAGI SERVIZIO FERROVIARIO: IL COMITATO CITTADINO INCONTRERA’ VERTICI REGIONE E FSI

Redazione

Terracina (LT) – Il Comitato cittadino per la difesa della linea Terracina Fossanova costituito recentemente raggruppa oltre venti tra comitati, associazioni e organizzazioni. Ha cercato e ottenuto un incontro con i vertici della Regione Lazio e della Rete Ferroviaria Italiana ai quali porterà tutta la preoccupazione di un’intera città che da troppo tempo sta subendo privazioni.

Ultima in ordine di tempo ma non di importanza, anche se dovuta a cause naturali, l’interruzione del servizio ferroviario per la frana caduta sui binari tra le frazioni di La Fiora e Frasso. Terracina si sta rendendo conto dai disagi sofferti non solo dagli studenti e dai lavoratori per andare e tornare da Roma ma anche da quanti si spostano per qualsiasi motivo compresi i turisti che fanno fatica a raggiungere la città.




FIUMICINO, FALSI TASSISTI E NOLEGGIATORI ABUSIVI ADESCAVANO TURISTI

Redazione

Fiumicino (RM) – Si spacciavano per tassisti e intercettavano turisti stranieri nella zona degli arrivi dell’aeroporto di Fiumicino. Dopo l’adescamento i malcapitati venivano  chiusi dentro un Van 9 posti e portati presso il parcheggio multipiano dell'aeroporto, quindi tornavano nell'area arrivi per trovare altri clienti da aggiungere alla corsa per Roma al costo di 50 euro a persona.  Nell'ultima settimana la Polizia di Frontiera della V zona diretta da Antonio Del Greco, ha così scoperto e denunciato due noleggiatori con conducente abusivi.

Un romano di 22 anni e' stato denunciato per sequestro di persona per aver chiuso ieri una coppia di turisti svedesi nel Van sotto il sole per oltre 30 minuti. Urlando e picchiando i pugni la coppia e' riuscita a farsi notare dagli agenti ed e' stata liberata. Sempre ieri e' stato rintracciato I.M. noleggiatore abusivo romano di 43 anni che due giorni fa aveva intercettato una coppia di turisti del Bangladesh con la figlia di tre anni. La famiglia condotta presso il mezzo, dopo aver scoperto che erano gia' presenti altre tre persone, si era rifiutata di salire. Il noleggiatore ha così con un pugno il turista e ha tentato di sferrare un colpo anche alla moglie. I 6 turisti  sono fuggiti, Il noleggiatore abusivo e' stato denunciato per rapina, estorsione e i  mezzi sono stati sequestrati.

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BASSANO ROMANO, RIFIUTI PERICOLOSI: PRIMA UDIENZA DEI RICORSI AL TAR

Luca Pagni

Il Comune di Bassano Romano vorrebbe scongiurare un rischio di danno ambientale nella zona. Per questo motivo, auspica che l'iter autorizzativo del progetto di Tuscia Prefabricati possa ripartire da zero con tanto di fermate in Regione per autorizzazione valutazione d'impatto ambientale, eventuale valutazione d'impatto strategico e così via fino ad arrivare ad una piena autorizzazione che sostanzialmente rispetti in pieno i criteri di salvaguardia ambientale. Infatti, si è appena tenuta a Roma la prima udienza del Ricorso al TAR 4975/2013 del ricorrente Comune di Bassano Romano con oggetto, appunto, “Annullamento della d.d. n. A01445/13 con allegata relazione con la quale è stata rilasciata a favore della soc. Tuscia Prefabbricati s.r.l. una pronuncia di verifica con cui si escludeva l'assoggettabilità a V.I.A. ai sensi dell'art. 20 del d. lgs. n. 152/2006 e s.m.i. del progetto di recupero di rifiuti pericolosi per la produzione di manufatti edilizi in calcestruzzo da realizzarsi nel comune di Bassano Romano (VT) Loc.  Stazione Scalo”.  Resistenti sono la Tuscia Prefabbricati, la Regione Lazio e la Provincia di Viterbo.

Privati cittadini, associazioni ed imprenditori agricoli e turistici, hanno presentato anche loro un ricorso al TAR per far valere i propri diritti soggettivi, chiedendo una decisione giudiziale di illegittimità ed annullamento di ogni decisione amministrativa in itinere.

Questo perché i privati, hanno anche loro, di conseguenza, i propri diritti da tutelare (diritto alla salute, aria salubre, acqua salubre e terra salubre), e pertanto devono forzatamente far valere le proprie ragioni nelle opportune sedi anche e soprattutto per una preventiva tutela dei propri patrimoni e attività che, in questo caso, verrebbero compromessi.

Gli Avvocati Ezio Bonanni e Barbara Costa dell’O.N.A. (Osservatorio Nazionale Amianto) hanno infatti presentato il Ricorso al TAR 4913/2013 promosso dai ricorrenti Leoni Carlo, Associazione Orgoglio Bassanese, Associazione Zero Waste Lazio, Basso Bruno, D’Alessio Dino, Durante Eugenio, Laura Mario, Mari Beatrice, Palumbo Cristiano ed Università Agraria di Bassano Romano.  Resistenti sono la Tuscia Prefabbricati, il ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, la Regione Lazio ed il Comune di Bassano Romano.

La Prima Camera di Consiglio del 16.6.2013 ha fissato la prossima udienza per il giorno 11.7.2013.

Da quanto si evince sul portale della Giustizia Amministrativa entrambi i ricorsi al TAR vedranno come Presidente della Camera di Consiglio Linda Sandulli.

La Regione Lazio ha presentato 5 pagine di memorie difensive in cui potrebbe aver evidenziato di aver ottemperato a tutto quanto di propria competenza.

La Tuscia Prefabbricati ha presentato 13 pagine di memorie difensive in cui immaginiamo possa aver chiesto di rigettare l’istanza cautelare per carenza di presupposti di legge e di rigettare sia il Ricorso e le domande dei ricorrenti sia la domanda risarcitoria.

Sul progetto della Tuscia Prefabbricati il SEL ha presentato alla Regione Lazio due interrogazioni firmate dal Consigliere On. Gino De Paolis.

Cosa potrebbe accadere se la Tuscia Prefabbricati venisse autorizzata da enti pubblici a lavorare sia ceneri leggere di carbone (CER  10 01 02) che fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio (CER 03 03 09), grazie alla Proposta 6549 del 9 maggio 2013 da cui la Regione Lazio ha emanato la determinazione A03805 del 16 maggio 2013 a rettifica degli errori materiali contenuti nella vecchia determinazione A01445 del 27 febbraio 2013 in cui si parlava di rifiuti pericolosi con codice CER 19 01 11 ?

Il ricercatore Giulio Belz, dell'ENEL di Brindisi ha pubblicato  un interessante ricerca su "l'impiego delle ceneri di carbone nei calcestruzzi", dove si parla di cemento disarmato e pericoloso.


Si citano il D.M. 14/01/2008 ART. 11.2.11 con approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni,
secondo cui l'acqua d'impasto deve essere limpida priva di sali (particolarmente solfati e cloruri) che fanno durare meno il cemento.


A Roncade (TV) hanno abbattuto diversi edifici ad uso civile, con risarcimenti di 500.000 Euro, dopo che 5 perizie diverse hanno accertato la pericolosità del cemento usato, che rendeva le strutture potenzialmente pericolanti e non agibili.

A Crotone scuole e case costruite con rifiuti "tossici" hanno portato a 7 indagati.

La Tuscia Prefabbricati non solo non ha inviato alla Regione Lazio tutti i rilievi fotografici richiesti, ma ha anche presumibilmente evitato di inserire immagini del lato Ferrovie dello Stato, zona turistica ed alberghiera con Faggeta monumentale ed altri vincoli paesistici di pregio, oltre che di zone a colture DOP ed ippovie nelle immediate vicinanze.

La Tuscia Prefabbricati non ha presentato nel progetto la campanatura necessaria a proteggere la dispersione di nano polveri e ceneri sottili intorno ai nastri trasportatori di lavorazione, ne le blindature necessarie durante il trasporto di 150 tonnellate al giorno di materiali vari (circa 15 mezzi pesanti al giorno) le cui polveri contamineranno certamente la salubrità dell'aria e la salute di persone ed animali.

 Le valutazioni di impatto acustico non sono sufficientemente garantiste.

si rischia una svalutazione di immobili ed anche attività alberghiere ed agricole.

Si noti bene che la zona industriale su cui si vorrebbe realizzare il progetto in questione, si trova nel mezzo di un'area dell'Università agraria di Bassano dedicata al libero pascolo di mucche, pecore e cavalli, e l'area è anche Riserva Faunistica di caccia.

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Da “La Gazzetta Bassanese” di Giugno 2013 riportiamo e commentiamo questa nota del Comune di Bassano Romano.


"Le novità relative al famoso progetto per la realizzazione di un impianto di recupero rifiuti per la produzione di manufatti in calcestruzzo per l'edilizia – recita la nota del comune –  presentato dalla società Tuscia Prefabbricati Srl presso il sito ex Colacem di loc. Stazione Scalo, ci fanno essere leggermente ottimisti e ci permettono, per qualche istante, di tirare un sospiro e ragionare sulle azioni future da mettere in atto.

Dopo l'assemblea pubblica del 30 aprile scorso, infatti, abbiamo proseguito l'azione di contrapposizione al progetto che ha visto come primo passo importante la notifica del ricorso al TAR del Lazio contro la Determinazione Regionale (n. A01445 del 27.2.2013 rettificata con Determinazione Regionale A03805 del 16.05.2013 per quanto concerne il codice CER 190111* ceneri pesanti e scorie, contenenti sostanze pericolose erroneamente segnalato al posto del codice 190112 ceneri pesanti e scorie, diverse da quelle di cui alla voce 190111, n.d.r.) che esclude lo stesso dalla Valutazione di Impatto Ambientale.

L'Avv. Vanessa Ranieri, legale scelto dall'Amministrazione come figura di estrema garanzia su tematiche ambientali come questa (infatti è anche Presidente WWF Lazio ed è stata parte civile nel processo Malagrotta/Cerroni), ha inserito nel ricorso anche la Provincia di Viterbo, principale Ente interessato dall'iter autorizzativo dell'impianto, richiedendo la sospensione del procedimento stesso da parte del giudice.

Ma le novità positive sono molte. Dopo la notifica del ricorso abbiamo avuto un incontro tecnico presso la sede dell'Assessorato Regionale all'Ambiente tra i tre Enti coinvolti dal procedimento: Regione, Provincia e Comune. Scopo dell'incontro era quello di una verifica della diversa documentazione in possesso, oltre all'esposizione delle motivazioni per le quali chiedevamo al Dirigente regionale di agire in autotutela revocando la determinazione sopraccitata.

Da quell'incontro siamo usciti con l'accordo che il nostro Ufficio Tecnico avrebbe inviato una nota che riassumesse la cronologia della documentazione prodotta fino a quel momento e certificasse quanto emerso: la mancanza del possesso di alcuni requisiti previsti per le strutture dell'impianto, necessari al rilascio dei permessi provinciali. (Tutto questo dalla lettera del 22.9.2010 Prot. 9629 in cui si evidenzia che “prima dell’inizio dell’attività di recupero di rifiuti non pericolosi DOVRA’ essere modificata la destinazione d’uso dell’immobile e successivamente DOVRA’ essere richiesta l’agibilità”; alla comunicazione del 5.9.2012 Prot. 8182 in cui si evidenzia che “nel comprensorio “D4-industriale” non esistono attività né sono stati presentati progetti per attività produttive nell’area intorno a quella della Tuscia Prefabbricati… ma sono comunque presenti un’abitazione residenziale con annesso B&B, terreno dell’Università Agraria affittato ad allevatori con fida pascolo, alcune vecchie abitazioni, ed un’azienda agricola autorizzata con P.U.A. per la coltivazione di colture orticole” di Carlo Leoni che per primo ha segnalato la potenziale pericolosità dell’impianto per la salute delle persone, degli animali, delle falde acquifere, dell’aria e delle acque utilizzate per innaffiare coltivazioni di prodotti messi in vendita al pubblico, con potenziale grave rischio per la salute pubblica, n.d.r.).

La suddetta nota (Prot. n. 5178 del 24/05/2013, n.d.r.) è stata inviata alla Dirigente provinciale (L’Ing. Flaminia Tosini, dirigente dei settori ambiente e lavori pubblici della provincia di Viterbo, è stata nominata sabato mattina assessora della giunta del comune di Civitavecchia dalle cui centrali di Valdaliga Nord e Sud dove dovrebbero provenire i rifiuti, n.d.r.) la quale, subito dopo, ci ha confermato che a seguito di quella avrebbe comunicato al Comune della sospensione a tempo indeterminato del procedimento di autorizzazione.

Nonostante queste rassicurazioni, abbiamo voluto rimarcare ancora una volta la volontà dell'Amministrazione, presentando durante la seduta del Consiglio Comunale del 30 maggio scorso una mozione , firmata da tutta la maggioranza, con il parere contrario alla realizzazione di questo impianto.

Con questo atto, oltre a sottolineare le motivazioni che ci hanno spinto a presentare ricorso contro il progetto, abbiamo voluto rimarcare a gran voce quale è la nostra idea di sviluppo del territorio, totalmente opposta al modello di gestione del ciclo dei rifiuti che sta alla base di quel progetto.

Abbiamo ancora una volta ribadito che le opportunità di sviluppo esistono già e vanno tutelate e valorizzate. Che deve essere stimolato e incentivato il turismo di qualità. Che devono essere salvaguardate le radici agricole del territorio, non solo di Bassano ma dell'intera Tuscia.

Inoltre con la mozione, passata con un solo voto contrario (dell’ex sindaco De Luca oggi all’opposizione, n.d.r.), abbiamo ribadito la volontà della'Amministrazione a voler attivare una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti, che prevede l'adesione alla strategia internazionale Rifiuti Zero ed ha come punti di riferimento Comuni virtuosi come Oriolo e Corchiano (due esempi tra quelli a noi vicini). Volontà convinta ed immutata nonostante le difficoltà incontrate fino ad ora. Tutte queste argomentazioni sono state esposte anche durante la diretta del programma di Rai 3 Buongiorno Regione, andata in onda il 7 giugno scorso (invitato da Luca Pagni, Commissario speciale ONA ONLUS di Bassano Romano, n.d.r.). In conclusione, tra le azioni da mettere in atto per evitare il ripetersi di situazioni analoghe a questa, ci siamo posti l'obiettivo di una revisione partecipata della zona industriale che regolamenti ancora più nello specifico il tipo di insediamenti produttivi che siamo disposti ad accettare sul territorio e quelli che, al contrario, vogliamo assolutamente evitare. Non siamo disposti a diventare la discarica di nessuno e ogni attività proposta deve rispettare il nostro territorio, il nostro ambiente, le nostre radici e, soprattutto, la salute della comunità bassanese". Così termina la nota dell'Amministrazione Comunale siglata da Ugo Pierallini, Assessore Ambiente e Cultura.




VENEZUELA, LOCALIZZATO AEREO YV2615 ISLANDER SU CUI VIAGGIAVA ANCHE VITTORIO MISSONI

Redazione

Caracas – Il portavoce del Ministero dell'Interno e della Giustizia del Venezuela, Jorge Galindo, ha reso noto sul suo account Twitter che l'aereo YV2615 Islander, precipitato il 4 gennaio 2013 lungo la rotta Los Roques Maiqueti'a e sul quale viaggiava anche Vittorio Missoni, e' stato localizzato. 

Sull'aereo viaggiavano il primogenito del fondatore della casa di moda italiana, Ottavio Missoni, la sua compagna Maurizia Castiglioni, una coppia di amici (Elda Scalvenzi e Guido Foresti) e l'equipaggio, il capitano German Marchant e il copilota Juan Carlos Ferrer. Galindo non ha precisato quali siano le condizioni in cui e' stato trovato il relitto. Le ultime notizie sulla vicenda era stato il ritrovamento di due borsoni, rinvenuti dalla polizia della piccola isola di Bonaire e restituiti dal mare su una spiaggia. L'aereo BN-2 Islander era sparito poco dopo il decollo da Los Roques, l'arcipelago turistico caraibico 200 chilometri a nord di Caracas. 

La Farnesina conferma il ritrovamento dell'aereo dei Missoni scomparso a gennaio in Venezuela. "Il relitto si trovava a 70 metri di profondità, l'aereo era spezzato in più parti, ma la matricola era leggibile", spiegano all'ANSA fonti del ministero degli Esteri.

Con una nota diffusa da Sumirago la famiglia Missoni ha confermato la notizia del ritrovamento, ringraziando le autorita' venezuelane ed italiane, per il loro intervento. A nome delle Famiglie Missoni, Castiglioni, Foresti e Scalvenzi – si legge nella nota – si conferma la notizia del ritrovamento dell'aereo YV2615BN-2A scomparso il 4 gennaio scorso con a bordo Vittorio Missoni, Maurizia Castiglioni, Guido Foresti, Elda Scalvenzi, il pilota Hernan Jose' Marchan e il copilota Juan Carlos Ferrer Milano. L'aereo è stato identificato al quinto giorno delle ricerche grazie alle tecnologie della nave oceanografica americana Deep Sea. Il relitto si trova nelle acque a Nord dell'Arcipelago di Los Roques''. ''In questo momento – prosegue la nota dell'ufficio stampa Missoni – in Venezuela sono in fase di valutazione le attività per il possibile recupero del velivolo. Le Famiglie ringraziano il Governo Venezuelano e il Governo Italiano per l'impegno nel rendere possibile questa ricerca e confidano che le indagini proseguiranno fino all'accertamento delle cause e delle responsabilità dell'incidente''.




COTRAL, MANCATO PAGAMENTO 14^ MENSILITA': INTERVIENE L'AMMINISTRATORE DELEGATO VINCENZO SURACE

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C.R.

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Ultimi colpi di coda fanno rimbalzare ancora la polemica sollevata dal consigliere di amministrazione di Cotral Spa, Giovanni Libanori, sulle difficoltà dell'Azienda regionale dei trasporti di pagare la 14^ mensilità ai dipendenti. Una mancanza che il consigliere Cotral imputa ai mancati versamenti da parte di Atac Spa relativi agli introiti del titolo Metrebus. Ma anche Atac, a sua volta lamenta dei ritardi di pagamento e allora il quadro che ne viene fuori è quello di un cane che si morde la coda e ciò che più s'intende evidenziare, tra polemiche e imputazioni di responsabilità, è la condizione dei lavoratori i quali non hanno potuto ricevere la 14^ mensilità. E siamo alle soglie di luglio.

Premettendo che seguiremo la questione dei lavoratori da vicino, abbiamo pensato di rivolgere delle domande a Vincenzo Surace, amministratore delegato di Cotral Spa.

"Innanzitutto, mi preme puntualizzare e chiarire una volta e per tutte che, in merito alle presunte irregolarità di selezioni di personale operaio, conducente e amministrativo, svolte nel periodo 2008/2010, le stesse sono state segnalate alla Magistratura proprio dall'attuale Cda e, in particolare, da me, nella qualità di amministratore delegato, incarico ricoperto dal mese di maggio del 2011".

Esordisce così l'Ad Surace per fugare ogni dubbio e per precisare definitivamente i termini temporali di una questione che ha sollecitato, all'inizio del suo mandato, un intervento deciso che, per la delicata materia, ha inevitabilmente richiesto il coinvolgimento della Magistratura.

Il consigliere Aurigemma ha attribuito alla Regione Lazio la regia dei mancati pagamenti a Cotral Spa. É d'accordo?

"No, non sono affatto d'accordo – sostiene Surace – perché le reiterate mancate regolarizzazioni economiche tra Regione Lazio e Comune di Roma sono problematiche che non possono riguardare i rapporti commerciali tra le società. Viceversa, le responsabilità degli amministratori in materia sono innanzitutto quelle di garantire il pagamento dei crediti verso erario e Inps, degli stipendi dei dipendenti e dei crediti verso i fornitori. Situazioni, queste che, ad oggi, sono purtroppo impedite proprio dai mancati versamenti di Atac Spa, che, come noi, accusa ritardi di pagamenti dal Comune di Roma e dal Fondo trasporti”.

 

Ingegner Surace, lei non crede che la situazione economica di Cotral Spa potrebbe risollevarsi anche attraverso il dimezzamento o, comunque, una  riduzione degli stipendi dei dirigenti e dei vertici?

"No, non credo perché é bene ricordare che il valore delle remunerazioni del management é pari a circa l'1 percento del costo della produzione, un valore enormemente più basso rispetto ad altre aziende sia in termini di valore unitario che per numero di manager, ridotti con l'attuale gestione da 18 a 13 unità, con una redistribuzione delle competenze. Sono questi i riferimenti di cui bisogna tenere conto prima di annunciare ipotesi di riduzione o dimezzamento degli stipendi o delle indennità

 

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24/06/2013 COTRAL, MANCATO PAGAMENTO QUATTORDICESIME



VITERBO, DANNI DA CINGHIALI: LA PROVINCIA SI STA DOTANDO DI UN NUOVO PIANO FAUNISTICO VENATORIO

Redazione

Viterbo – Il presidente della Provincia di Viterbo Marcello Meroi, unitamente al presidente del Consiglio provinciale Piero Camilli ed al vicepresidente del Comitato Tecnico Faunistico Alberto Grazini, ha incontrato nel pomeriggio di ieri alla Camera dei Deputati il presidente della Commissione Agricoltura Luca Sani. 

Oggetto dell’incontro la problematica relativa ai danni provocati dai cinghiali, che si va caratterizzando sempre di più come una vera e propria emergenza in campo agricolo. La Provincia di Viterbo si sta dotando di un nuovo Piano Faunistico Venatorio  elaborato con la preziosa consulenza del professor Andrea Amici, docente presso il Dipartimento di Produzioni Animali dell’Università degli Studi della Tuscia. 

“L’origine del problema – spiega il presidente Meroi – sta tutto in una normativa nazionale che è interessata a tutelare i cinghiali ma non allo stesso modo i diritti degli agricoltori a non essere da questi danneggiati. E’ doveroso – prosegue il Presidente – garantire il mantenimento dell’equilibrio ambientale e dell’habitat naturale salvaguardando la fauna selvatica, ma in un territorio come la Tuscia in cui l’agricoltura continua ad essere la principale fonte di reddito, non si può restare indifferenti di fronte al danno sempre più consistente che la proliferazione dei cinghiali produce alle colture locali. Grazie al Presidente Camilli che si è fatto promotore dell’iniziativa, è stato possibile incontrare l’onorevole Sani presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati al quale abbiamo chiesto un intervento legislativo volto a modificare la normativa nazionale in materia. E’ necessario infatti introdurre nel quadro normativo di riferimento maggiori misure a salvaguardia del comparto agricolo, prevedendo azioni di contenimento più efficaci. Il tutto non per incrementare l’attività venatoria, ma per evitare che gli Enti locali si trovino a dover sborsare cifre sempre più esorbitanti per compensare le perdite subite dagli agricoltori a causa dei danni provocati dai cinghiali. Insieme al sottoscritto e al presidente Camilli ha partecipato all’incontro anche il vice presidente del Comitato tecnico faunistico dottor Grazini, che insieme all’assessore provinciale all’Agricoltura Luigi Ambrosiani, anche lui molto attento e sensibile al problema, sta seguendo la predisposizione del Piano Faunistico Provinciale. Da parte dell’onorevole Sani – ha concluso Meroi – abbiamo riscontato attenzione, consapevolezza del problema, ed una piena disponibilità ad affrontare la questione in sede parlamentare. Ci ha comunicato che presto potrà essere interessata la Commissione competente della Camera su una problematica sollevata da altre istituzioni locali e dalla Regione Toscana, forse prevedendo una normativa specifica a tutela delle produzioni agricole”

Soddisfatto anche il presidente del Consiglio provinciale Camilli: “I cinghiali per molti agricoltori che operano sul nostro territorio sono diventati un vero e proprio incubo. Abbiamo incontrato l’onorevole Sani insieme al presidente Meroi proprio per manifestargli l’urgenza di intervenire su questo problema e mettere un argine al proliferare indiscriminato della specie. Far morire l’agricoltura significa far morire l’economia del territorio. Questo non possiamo più permetterlo in alcun modo”.