NEMI, FONTANELLA AL LAGO INQUINATA DA BATTERI: LE PERSONE CONTINUANO A BERE ACQUA NON POTABILE. NON SI SCHERZA CON LA SALUTE PUBBLICA!

Chiara Rai

Nemi (RM) – Non è una distorsione d’immagine o una fotografia dagli strani poteri magici: le persone bevono dalla fontanella che eroga acqua inquinata da batteri. E poco più avanti c’è una grossa perdita dove da oltre un mese continua a sgorgare acqua. L’impianto in via Perino è in condizioni pietose, come si evince dalle foto e dal filmato. E’ così che il sindaco Alberto Bertucci controlla il territorio? Forse è talmente impegnato con gli eventi estivi, tra una vacanza e l’altra, dal non occuparsi dei problemi seri.

Venerdì 6 settembre è stata emessa dal sindaco Alberto Bertucci [ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'ORDINANZA ] l’ordinanza che intima ad Acea Ato 2 la immediata chiusura della fontanella pubblica in via del Perino presso il lago di Nemi. Probabilmente al serbatoio che rifornisce la fontanella si è rotto l’impianto di clorazione, visto che anche all’impianto del Calvarione il problema sembra essere stato proprio dovuto al malfunzionamento dello stesso. Adesso il cloro nell’acqua del serbatoio Calvarione, tornata comunque potabile, si sente dall’odore e dal sapore quando si beve.

 La polemica sull’acqua inquinata da batteri è ancora accesa: soltanto qualche giorno fa durante la festa del quartiere Le Colombe a Nemi il sindaco ha dichiarato che l’acqua di Nemi è “buona” e che “beceri personaggi” avrebbero messo in giro chiacchiere.

Questa seconda ordinanza del Perino è stata emessa in tempi record dopo il caos dell’episodio precedente in cui l’amministrazione di Alberto Bertucci ha aspettato ben 39 giorni dalla ricezione delle prime analisi di non conformità dell’acqua per disporre la chiusura della fontanella di piazza De Sanctis. Sul caso indaga la Procura.

Ciò che sconvolge però è che si persevera nello stesso errore: le persone continuano ad approvvigionarsi alla fontanella perché nonostante l’ordinanza sia stata emessa, non si è provveduto a interrompere il flusso idrico e ad apporre l'ordinanza che ne decreta la chiusura.

Per la fontanella in piazza De Sanctis è stata la solerzia dei carabinieri di Nemi insieme alla Polizia Locale ad apporre una informativa sulla fontanella che comunque è stata messa tardi, dopo 39 giorni che il comune sapeva ma i residenti no.

Ma stavolta, dopo l’errore del Comune di Nemi di non aver informato i cittadini per ben 40 giorni di non bere da quella fontanella perché si ripete nuovamente la stessa storia con quest’altra?

Perché le persone ignare continuano a bere acqua inquinata da batteri?

Perché il sindaco che “tutela la salute pubblica” come scritto sull’ordinanza non si è affrettato a far apporre un cartello con il divieto di bere quell’acqua?

Perché il sindaco non si è accertato, da venerdì 6 settembre ad oggi, tramite l'intervento di Ufficio Tecnico e Polizia Locale che l'ordinanza da lui emessa venisse rispettata e portata a conoscenza della cittadinanza?

Questa volta cosa dirà? Farà un'altra denuncia per sabotaggio verso ignoti come ha riferito ai giornali di aver fatto con la fontanella in piazza De Sanctis? Dirà che son tutte fantasie di “beceri personaggi”?

Quanto può durare questa linea di difesa rispetto alle grandi mancanze collezionate? Oppure riuscirà a capire che la responsabilità della salute pubblica è la sua e che sì, questa volta si è affrettato ad emettere l’ordinanza in tempi record (dopo le sollecitazioni della scorsa volta e anche le denunce in Procura) ma non si è però accertato che le persone fossero tempestivamente informate. 

Ci auguriamo, che anche questa volta, questa grave mancanza che mette di nuovo a rischio la salute pubblica, venga opportunamente presa in carico dalle forze dell'ordine per le opportune verifiche di competenza.

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FORMIA (LT): CAMORRA E RIFIUTI TOSSICI, I RISULTATI DEL TAVOLO TECNICO TRA COMUNE E ASSOCIAZIONI ANTIMAFIA

Ang. Car.

Formia (LT) – Per la prima volta insieme, amministrazione comunale e associazioni antimafia. Con Libera Formia, Associazione Caponnetto, Sos Impresa, Rete Legale Etica, Fondazione Caponnetto e Comitato Antinucleare del Garigliano, il sindaco Sandro Bartolomeo e il delegato Patrizia Menanno hanno fatto il punto della situazione e valutato eventuali iniziative comuni da intraprendere per promuovere la legalità. Si è partiti, come ovvio, dalle rivelazioni choc del pentito Carmine Schiavone e dai rischi per la salute pubblica legati alle tonnellate di rifiuti tossici che, secondo l’ex boss del clan dei casalesi, sarebbero stati interrati per anni nelle campagne a cavallo tra le due sponde del Garigliano.

La discussione si è tenuta in un clima di massima collaborazione e di dialogo franco. L’amministrazione ha espresso pieno sostegno, ideale e logistico, al convegno organizzato dall’associazione Caponnetto per il 12 ottobre al quale parteciperanno insigni magistrati, esponenti delle forze dell’ordine impegnate nella lotta alla criminalità organizzata e giornalisti d’inchiesta. Uno spazio importante lo avrà il dottor Antonio Marfella, medico oncologo del Pascale di Napoli, il quale relazionerà sull’incidenza che fattori esogeni come lo stoccaggio illegale dei rifiuti hanno sulle statistiche tumorali di un territorio. Contestualmente, amministrazione e associazioni antimafia hanno iniziato a valutare l’ipotesi di costituire una commissione di esperti per uno screening approfondito e scientificamente testato dei dati epidemiologici relativi al territorio. Aggiornando gli studi condotti negli anni scorsi e calibrandoli sul vasto bacino di utenza dell’ospedale Dono Svizzero, notoriamente esteso al Golfo di Gaeta, al nord della provincia di Caserta e al sud di quella di Frosinone. “Siamo soddisfatti di questo primo incontro a cui siamo certi ne seguiranno degli altri” fa sapere il delegato alla Legalità Patrizia Menanno -. Proseguiremo sulla strada della concertazione con le associazioni perché il problema della criminalità venga finalmente affrontato e non negato. E? una svolta culturale. Senza, non andremo mai da nessuna parte?.

 




ROMA, ESPOSIZIONE: COCAINA SU ORDINAZIONE

Redazione 

Roma – Sono state le minuziose e attente indagini degli agenti del Commissariato Esposizione, diretto dal dr. Giuseppe Miglionico,  a portare all’arresto di un 40enne romano, dedito allo spaccio di stupefacente.

E venerdì sera, durante uno dei tanti servizi di appostamento, gli agenti della squadra investigativa, in via Tommaso Marinetti, hanno notato un motoveicolo parcheggiato sul ciglio della strada e, poco distanti, proprio di fronte alla moto,  due uomini fermi a parlare tra di loro.

L’atteggiamento dei due è subito sembrato sospetto. Uno dei due infatti, dopo aver preso dalla tasca dei pantaloni alcune banconote, le ha consegnate all’altro che, riposto il denaro in tasca gli ha consegnato in cambio un involucro.

A questo punto gli agenti sono intervenuti immediatamente bloccandoli entrambi.

Identificati, entrambi romani, T.A. di 35 anni e T.C. di 40 anni, si sono mostrati da subito molto nervosi ed agitati.

A seguito della perquisizione, indosso al T.C., sono state trovate 5 dosi di cocaina per un peso complessivo di circa 3 grammi mentre l’altro nascondeva 3 dosi di cocaina per circa 2 grammi , 240 euro in contanti e 2 telefoni cellulari.

Nella sottosella del motoveicolo è stata sequestrata sostanza da taglio per un peso di circa 4 grammi, un bilancino di precisione e alcune buste di cellophane per il confezionamento delle singole dosi.

Il T.C., ha raccontato agli agenti di essere un consumatore abituale di cocaina ed ha confermato di rifornirsi abitualmente dall’uomo fermato. Nella serata di ieri, dopo avergli ordinato telefonicamente lo stupefacente, si sono accordati sul luogo dello scambio.  

Gli agenti nel corso dell’operazione, hanno eseguito anche altre perquisizioni, la prima a casa dell’uomo e successivamente anche nell’abitazione della madre e sul posto di lavoro dell’uomo.

Al termine delle operazioni, sono stati ritrovati alcuni ritagli circolari di cellophane utilizzati per confezionare le dosi di stupefacente mentre,  a casa della madre  gli agenti hanno sequestrato una pistola semiautomatica calibro 9 completa di caricatore e anche 50  proiettili che l’uomo aveva regolarmente acquistato quando svolgeva la professione di guardia particolare giurata.

Il motoveicolo, utilizzato per l’attività illecita di spaccio di stupefacente, è stato sequestrato.

Accompagnato negli uffici del Commissariato Esposizione, T.A. è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di stupefacente.




FORMIA, ACQUA PUBBLICA: SI FISSANO LE BASI PER LA RIPUBBLICIZZAZIONE DELL'ACQUA

Redazione

Formia (LT) – Un confronto tra i sindaci dell'Ato 4 favorevoli alla ripubblicizzazione del servizio idrico. A convocarlo è stato il primo cittadino di Formia Sandro Bartolomeo e il suo assessore delegato Claudio Marciano. L'incontro, fissato per sabato 5 ottobre alle 11 presso la sala Sicurezza del Comune di Formia, è il primo passo verso la formazione di un coordinamento di sindaci e consigli comunali che condividano iniziative volte al comune obiettivo di uscire da Acqualatina. "I referendum popolari del giugno 2011 – ricorda la lettera recapitata ai 28 comuni dell'Ato 4 – hanno espresso chiaramente l'opinione degli elettori italiani in merito alla gestione del serivizio idrico integrato.
Oltre a rigettare la privatizzazione forzata prevista dal Decreto legislativo, gli elettori hanno infatti votato contro la quota di remunerazione del capitale investito, prevista fino ad allora dalle tariffe dei gestori, decretando di fatto l'incompatibilità di un interesse privato rispetto al bene comune acqua".
Riflettori puntati sui risultati prodotti da Acqualatina, da più di dieci anni gestore del servizio idrico integrato nei Comuni dell'Ato4. "

A nostro parere – scrive il tandem Bartolomeo-Marciano -, Acqualatina costituisce un completo fallimento, da almeno tre punti di vista: industriale, finanziario e politico. Gli investimenti ordinari e straordinari sugli impianti sono stati insufficienti e mal spesi, come dimostrano i continui black-out idrici in occasione di siccità o grandi piogge. Il bilancio della società vede perdite annuali preoccupanti: in occasione dell'ultimo bilancio, il recupero dei debiti pregressi e di quelli accumulati durante il 2012 ha prodotto un dimagrimento del capitale sociale di circa due milioni di euro".

C'è poi il capitolo relativo al contratto di project financing stipulato con la Depfa Bank, oggetto di un'altra lettera recapitata da Bartolomeo e Marciano alla Segreteria Tecnica Operativa dell'Ato 4. Lettera che cerca di fare luce sulle motivazioni che hanno spinto la Depfa Bank a negare ad Acqualatina l'assenso richiesto per apportare modifiche alla Convenzione di gestione e al Piano d'Ambito, paventando un incremento del rischio e una riduzione del merito creditizio del progetto. Altre due lettere saranno recapitate alla Sto per chiedere l'applicazione di penali a carico del gestore per il mancato rispetto del contratto in occasione delle varie crisi idriche che hanno colpito la città di Formia, l'ultima delle quali nel quartiere di Castellone. "L'enorme debito contratto con la banca irlandese, le spese su personale e consulenze, il contenzioso con i consorzi di bonifica del
Lazio – spiegano il sindaco e l'assessore – sono alcune tra le questioni che rendono problematico il ripristino di una serenità finanziaria nella società.
Acqualatina ha soprattutto fallito nel rapporto con i cittadini. Lo scarso livello di comunicazione, le continue inchieste della magistratura, le critiche
alla gestione mosse dai vari comitati locali, hanno creato un clima di sfiducia da cui difficilmente si potrà tornare indietro". Per il 51%, la società appartiene ai Comuni dell'ambito. E quindi, ricordano sindaco e assessore, "parte della responsabilità di questo fallimento ricadrà su di noi se non ci
attiviamo per trovare una soluzione condivisa, che non può certamente prescindere dal rispetto della volontà popolare e dal ripristino di una totale
gestione pubblica del servizio".




APRILIA: RIAPRONO LE SEDI DI POLIZIA LOCALE A CAMPOLEONE E CAMPOVERDE

Redazione

Aprilia (LT) – Riapriranno, in giorni ed orari prestabilisti a partire dal prossimo 10 settembre, le delegazioni di Polizia Locale in periferia, più precisamente nelle borgate di Campoleone e Campoverde.

La nuova disposizione di servizio, assunta dal comandante della Polizia Locale maggiore Massimo Marini d’intesa con l’amministrazione comunale, prevede l’impiego di un operatore per due giorni alla settimana, martedì e giovedì, per l’esecuzione dei compiti di Istituto.

La riapertura delle sedi distaccate dei vigili urbani di Campoleone e Campoverde è stata posta in essere con l’obiettivo di potenziare l’attività di controllo del territorio periferico e sopperire alle numerose richieste di intervento dei cittadini ivi residenti.
Le delegazioni saranno aperte al pubblico secondo il seguente orario di servizio:
– Campoleone: martedì dalle 9.30 alle 11 e giovedì dalle 11.30 alle 13;
– Campoverde dalle 11.30 alle 13 e giovedì alle 9.30 alle 11.
Per quanto concerne la frazione di Campoleone è in corso di predisposizione il calendario dei servizi per la gestione associata della delegazione attraverso l’impiego del personale di Polizia Locale dei Comuni di Aprilia e Lanuvio che riguarda anche la vigilanza dei plessi scolastici.




RIETI, ASILI NIDO COMUNALI: ARRIVA IL SUPPORTO PSICO – PEDAGOGICO PER LE FAMIGLIE

Redazione

Rieti – L'Assessore alle Politiche Socio-sanitarie comunica che è attivo, all'interno degli asili nido, il servizio di consulenza psicologica per i bambini e le famiglie e di formazione per il personale educativo.

Il progetto, che si inserisce nell'ambito delle iniziative destinate a offrire alle famiglie e ai bambini servizi articolati e di qualità, prevede l'attivazione di un servizio psico-pedagogico che si occuperà della promozione del benessere dei bambini che frequentano gli asili nido comunali.

Il progetto prevede anche la creazione di una rete tra i servizi territoriali e la partecipazione e il confronto fra le figure educative di riferimento.

ltre alla promozione del benessere e della cultura dell'infanzia il servizio ha tra gli obiettivi anche la prevenzione e l'individuazione precoce del disagio sociale e psichico nell'infanzia e il miglioramento delle relazioni interpersonali.

Le attività offerte sono:

colloquio di ingresso con i genitori;
osservazioni programmate periodiche e intervento psicoeducativo;
consulenza psicologica per i genitori che ne fanno richiesta;
interventi di sensibilizzazione nei confronti dei genitori e gruppi di sostegno alla genitorialità;
consulenza psicologica in favore del personale educativo e relativa formazione e aggiornamento.
 




RIETI, POLEMICA SINDACATI: NESSUN TAGLIO AI SERVIZI SOCIALI

Redazione

Rieti – In merito al comunicato delle Organizzazioni sindacali si precisa che i contenuti a cui fa riferimento sono stati ampiamente discussi sia con i sindacati sia con il personale.

Non stiamo operando nessun nuovo taglio ai servizi, si tratta, nell'intenzione dell'amministrazione, esclusivamente di una riorganizzazione funzionale che vuole mettere al centro dell'attenzione le esigenze dei bambini e delle loro famiglie.

Le economie che si verranno a creare, secondo le volontà di indirizzo, saranno finalizzate a incrementare i servizi offerti dagli asili nido comunali. Dall'anno educativo 2013-2014 il nido rimarrà aperto fino al 31 luglio e abbiamo intenzione di attivare una serie di esperienze educativo-formative per i bambini al fine di riqualificare l'offerta.

In ogni caso gli stessi indirizzi e i programmi ancora da realizzare saranno oggetto di discussione e trattativa con le Organizzazioni sindacali. Per quanto riguarda la questione dei pasti riservati al personale, gli stessi saranno sostituiti con i ticket restaurant.

E' quanto dichiara l'Assessore alle Politiche Socio-sanitarie, Stefania Mariantoni.
 




ROMA, SIT IN INSEGNANTI: IL PARADOSSO DELLA "CHIAMATA" E DELLE GRADUATORIE

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Claudio Cerroni

Ieri, sabato 7 settembre, a Roma, in Viale Trastevere, si è svolto il sit-in dei professori abilitati con il TFA (Tirocinio Formativo Attivo) ed aspiranti ad un posto di lavoro nell'anno scolastico che sta per iniziare.

L'obiettivo principale della manifestazione è stato quello della spendibilità immediata del titolo, una delegazione è stata accolta dal dott. Luigi Fiorentino, capo di Gabinetto del Ministro On. Maria Chiara Carrozza – impegnata a Gonzaga (Mn) per presenziare all'inaugurazione di una scuola.

Quello che gli abilitati TFA (11.000 circa in tutta Italia) chiedono è di essere inseriti già da quest'anno nelle graduatorie d'istituto in seconda fascia, così da avere la possibilità di essere chiamati dalle scuole: <

Oltre all'obiettivo a breve termine (la spendibilità del titolo) i manifestanti chiedono anche l'inserimento nel GaE (Graduatorie ad Esaurimento) come i vecchi abilitati SISS (Scuola di Specializzazione all'Insegnamento Secondario) e una distinzione dai PAS (Percorso Abilitativo Speciale) che stanno per essere attivati e destinati ad insegnati non-abilitati che possano vantare un determinato numero di ore di servizio nella Scuola Pubblica o Paritaria.

Due sono le graduatorie per gli insegnati, una di Provveditorato (GaE) con tre fasce distinte, e una d'Istituto, sempre di tre fasce. Dal Provveditorato in base alla GaE vengono fatte le immissioni in ruolo, mentre dalle graduatorie d'Istituto (ogni docente può indicare solo 20 istituti) vengono assegnate le supplenze. Se nell'anno in corso gli abilitati del TFA chiedono, quantomeno, di essere inseriti nella seconda fascia d'Istituto, così da avere una priorità di chiamata rispetto ai non abilitati inseriti nella terza fascia, nel lungo periodo auspicano di essere inseriti nella terza fascia del GaE (come gli abilitati della SISS), unica graduatoria che dà la speranza di avere, in un futuro lontano, la possibilità di essere inseriti di ruolo. << Il nostro obiettivo a lungo termine – chiosa il prof. Ricci – è quello, chiaramente, di avere una parità di trattamento rispetto ai vecchi abilitati SISS, perché crediamo che la nostra abilitazione abbia pari valore e per questo dovrebbe dare accesso alla terza fascia della Graduatoria ad Esaurimento, come è sempre stato per la SISS, e che ci possa quindi permettere di accedere al ruolo>>.

Oltre all'inserimento nel GaE è necessaria anche una distinzione dai PAS secondo il Prof. Ricci, che così spiega la differenza dei due percorsi abilitanti: << mentre il TFA prevedeva una triplice prova di accesso, per i PAS è previsto il semplice requisito di servizio; quindi, non è, secondo noi, una garanzia di saper insegnare e per questo chiediamo una distinzione netta che sia una distinzione di fascia all'interno del GaE o proprio una distinzione di graduatoria. Crediamo che il nostro TFA debba avere valore concorsuale dato che sono state superate tre prove di accesso che non sono previste per i PAS >>.

In merito all'impressione avuta dall'incontro con Capo di Gabinetto, il dott. Luigi Fiorentino, il prof. Ricci riferisce: << noi crediamo che, effettivamente, il Ministro e il Capo di Gabinetto stiano lavorando ed abbiano compreso la problematica, una nostra delegazione verrà ricevuta entro il 20 settembre per essere informata sul tipo di soluzione, attraverso un atto normativo, che potrà essere adottata per la spendibilità del titolo fin da quest'anno >>.

Dal canto nostro siamo invece più scettici riguardo alle reali intenzioni del Ministro, le dichiarazioni che oggi ha rilasciato a Repubblica vanno nella direzione opposta, ha infatti affermato il Ministro: << non bandirò più un concorso pubblico per assumere docenti in queste condizioni. In Toscana e Lazio le commissioni non hanno concluso il lavoro, altrove mancavano classi di concorso, mancavano discipline. Prima di pensare a nuovi concorsi dobbiamo ridare certezza a chi già nella scuola lavora >>. Quindi in controtendenza rispetto al suo predecessore, il Ministro Profumo, che voleva fare del concorso la base del reclutamento al fine di premiare il merito e ringiovanire la classe docente. A questo punto quale sarà il destino degli abilitati tramite TFA se non potranno entrare nel GaE, unica graduatoria che consente l'immissione in ruolo, e non avranno più a disposizione i concorsi? Saranno forse costretti a restare precari a vita?




ROMA, CASO STAMINA: BATTAGLIA UNIVERSALE

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Cinzia Marchegiani

C’è una chiave di lettura molto preoccupante che sta emergendo dalle notizie sul caso Stamina e la protesta che dal 13 luglio ad oltranza i malati, con gravi patologie neurodegenerative, stanno conducendo davanti a Montecitorio. Gravi le mancanze di un’informazione, soprattutto delle tv di stato, che presenti sui luoghi hanno sempre censurato questa battaglia per il riconoscimento alla libertà di cura poiché la medicina ufficiale non ha rimedi a disposizione; malattie genetiche che spesso compaiono anche in età avanzata e che con il metodo Stamina di Vannoni stanno ottenendo importanti risultati. La protesta è riuscita a scardinare questo muro di gomma,   ha invaso i social network e grazie ad un tam tam e il lavoro di persone incredibili riescono a mantenerla viva. Un presidio a Montecitorio è sempre presente. E’ “il CIVICO 117 A”, così battezzata una tenda dove con uno straordinario coraggio questi eroi, oltre le infinite difficoltà fisiche, la stanchezza e l’indifferenza istituzionale hanno deciso che questa era una battaglia troppo importante e soprattutto (che sia ben chiaro), è una battaglia universale che coinvolge le vite di tutti. Accanto a loro persone speciali, che gli fanno compagnia, persone che hanno deciso che la vigliaccheria non è nel loro dna, che la solidarietà è un impegno per proteggere il prossimo che potrebbe avere il volto di chiunque. Al civico 117 A le televisioni non hanno il coraggio di mostrare le vite, le storie e i dolori immensi di persone affette da malattie per ora incurabili, cristallizzati in un corpo che trova nemici crudeli soprattutto nel tempo e nell’indifferenza della classe politica che senza responsabilità è riuscita  a votare una legge senza conoscerne il significato. I filmati di senatori usciti a parlare con i malati testimoniano questa grave mancanza di serietà, oltraggiando con fesserie allucinanti, non solo i malati, ma l’essenza dei loro ruoli fondamentali per la vita legislativa di questo paese.  Il 5 agosto segna la tappa fondamentale che tutti i malati stavano aspettando. Si è votato assieme al Decreto del Fare, l’ordine del giorno (ODG) proposto dalla senatrice Bonfrisco (dovuto all’impossibilità di interagire e modificare il testo uscito dalla Camera) in virtù della valutazione che importanti esigenze erano sfuggite alla norma, appunto quelle delle cure compassionevoli. Il suo appello al senato ha centrato il cuore della protesta di Montecitorio:- “Dobbiamo chiederci se nel legiferare stiamo davvero considerando la centralità dell'uomo, la centralità del paziente.” L’ODG accolto da tutti i partiti, tranne che dal M5S, darà la possibilità, se riesce a passare la votazione,  di modificare l’attuale legge, e finalmente permettere ai malati con patologie incurabili con le medicina tradizionale, di ricevere trattamenti compassionevoli nelle strutture sanitarie pubbliche con cellule staminali mesenchimali…previa autorizzazione di un giudice. Miracoli delle condivisioni su Facebook…l’appello di Sandro Biviano e tutti  gli abitanti del civico 117 A fa il giro della rete, e in tanti ormai sanno che il 10 settembre a Montecitorio ci sarà una grande manifestazione nazionale, una partita che non può essere giocata solo da loro, ma da tutti che in coscienza si sentono defraudati di un diritto sacrosanto, poiché laddove la medicina ufficiale non ha terapie e non ha prodotto risultati, al malato no si può precludere  la libertà di cura. Il dottor Villanova in una nota spiega come in uno stato civile, in attesa di attestazioni scientifiche e di verifiche biologiche, spetta al medico, cioè colui che ha competenza e professionalità nel comprendere le opportunità terapeutiche più confacenti al singolo e specifico paziente, somministrare una terapia alternativa nel momento in cui questa costituisce un “elemento non deleterio”, considerando che la medicina tradizione non è scevra da equivoci. I miracoli finalmente si moltiplicano poiché la rai decide che sia arrivata l’ora di fare servizio pubblico…ma su Rai 2, la trasmissione Virus del 28 agosto ha lasciato interrogativi pesati sulla competenza e serietà delle istituzioni e dell’informazione stessa. Il ministro Beatrice Lorenzin,  fa delle gaffe pesanti, dimostrando di non essere competente in materia, offendendo la verità, danno non marginale se si pensa  al numero elevato degli spettatori. Lo stesso ministro della salute, informa tra l’altro, che il Dott. Vannoni non ha consegnato il protocollo all’ISS (Istituto Superiore di Sanità) che invece è avvenuto lo scorso 1° agosto, il quesito unanime e ironico che si è scatenato ha ipotizzando che il ministro fosse ancora in vacanza. Gli altri ospiti, tra giornalisti, politici hanno fatto il resto, il conduttore/giornalista Porro ha invitato personalità che, per loro ammissione, non hanno competenze e non sanno nulla di cure compassionevoli. Per finire la perla di Flavio Tosi,  con una banalità imbarazzante spiega agli italiani una verità agghiacciante:-“se uno ha un callo, non può pretendere di curarsi con la chemioterapia.” Questa è l’informazione che  smarrisce le persone a digiuno di materia e invece  dovrebbe essere indirizzata sulle reali questioni che coinvolgono l’intera nazione. Purtroppo e in netto ritardo, è andata in onda una trasmissione che con fughe rocambolesche, ha tracciato una pagina scadente  della nostra storia. Non si fa attendere la replica sia Roberto Meloni (viene mandata in onda solo una parte della sua intervista) e del presidente Bruno Talamone del Movimento Vite Sospese, il comunicato inviato aigiornali fa luce su tutte le ambiguità e gravi inesattezze registrate:-“La Ministra Lorenzin, con Tosi e gli altri ospiti, non solo sono male informati, ma si sono permessi di dire in una TV di stato tante falsità senza avere il contraddittorio, ricordo alla Lorenzin che io ero presente all'ospedale Santo Spirito quando andò a trovare Sandro Biviano ricoverato per un malore in piazza Montecitorio, promettendogli che si sarebbe fatta carico per la sua famiglia, ad oggi sono passati 28 giorni non si è degnata di fare nemmeno una telefonata in merito; ricordo a Tosi e alla Lorenzin che le cure compassionevoli non possono essere riconosciute perchè non è una cura riconosciuta, lo capirebbe anche un bambino della scuola elementare che se lo fossero già sarebbe una terapia applicata sia dal Sistema Sanitario Nazionale, che la terapia presso la struttura Ospedaliera di Brescia sono tutte a carico della STAMINA del Prof. Davide Vannoni e non a carico del Sistema Sanitario Nazionale; ricordo inoltre che la Regione Abruzzo e Sicilia hanno già firmato una risoluzione a favore del metodo STAMINA da applicare presso le strutture nelle loro Regioni (potete andare nei vari siti Regionali e scaricare le risoluzioni firmate dalle loro Giunte) e anche altre Regioni come Marche, Toscana e Lazio stanno cercando di seguire la stessa risoluzione; ricordo a Staderini che l'Associazione Luca Cascioni che decanta tanto, con la quale io ho avuto a che fare in merito non mi ha mai proposto soluzioni quando mi sono rivolto a loro, ma non perdono tempo a chiede costantemente donazioni per la propria Associazione attraverso il loro sito; infine a lei Signor Porro voglio segnalarle che non si può permettere di fare una trasmissione con tanti ignoranti e faziosi soprattutto parlando di un argomento così delicato e drammatico."

Continuano incessanti,  e neanche velati, gli attacchi  da parte dei giornali che alterano il senso delle notizie. Prima lo scoop del Corriere della Sera che riporta un documento privato tra il dott. Vannoni e il presidente del gruppo Medestea  mettendo in cattiva luce l’onestà del dott. Vannoni. Ma il contratto era  stato pubblicato da maggio scorso sulla pagina facebook dallo stesso Vannoni e dal quale tutti hanno potuto leggere l’infondatezza della notizia, poiché nel contratto (che si legge a chiare lettere)  il gruppo Medestea si  impegna a distribuire gratuitamente ovunque le cellule staminali a tutti i pazienti e non ci sono penali per Vannoni nel caso in cui vengano divulgate le ricerche senza autorizzazione. Altro sciacallaggio, la notizia bomba in riferimento alle presunte smentite riportate dal quotidiano Repubblica, citato in un articolo di Tempi.it, secondo cui il dr Ferlazzo, primario del Garibaldi di Catania, dove per quasi tre anni si trovava ricoverata la piccola Smeralda in coma dalla nascita (per un grave errore medico), rilasciava dichiarazioni in cui smentiva che vi erano stati miglioramenti dopo la cura con le staminali del prof. Vannoni. Il Movimento Vite Sospese è costretto a smentire categoricamente la notizia come la stessa la famiglia Camiolo: “Conosco personalmente ormai da anni il Dr. Ferlazzo e non posso credere che quelle dichiarazioni siano reali e correttamente riportate. Lo stesso Dr. Ferlazzo ha scritto e firmato di suo pugno la relazione in cui afferma che Smeralda ha avuto dei cambiamenti importanti e che e' addirittura riuscita ad andare in respirazione autonoma piu' volte oltre le 12h consecutive( di fatto e' riuscita anche per 72h di seguito a respirare da sola. Ad avallare la smentita il commento di Vannoni che respinge al mittente la scarsa onestà intellettuale, poiché lo stesso dottore gli ha comunicato di non aver assolutamente mai detto quanto riportato dal giornalista di Tempi.it

Un’estate che a colpi di scoop ha seguito passo-passo questo incredibile momento storico, per la scienza, per l’affermazione di un diritto umano che il potere dello stato vuole l’esclusiva. Riverbera ancora l’appello che Sandro Bigiano il 6 agosto ha inoltrato al Presidente della Repubblica, una supplica per ricevere le cure compassionevoli, perché tutta la sua famiglia sta seguendo il triste destino che ha portato via il loro padre e lo zio. Incredibile come questa missiva non abbia avuto riscontro mentre si assiste all’annuncio dello stesso Napolitano in merito alle nominane di quattro nuovi senatori a vita, di cui una ricercatrice che ha manifestato non solo intolleranza verso uno schieramento politico, definendo la scienza  espressamente un valore di sinistra, ma le sue parole hanno tracciato una precisa volontà nel indicare il suo operato all’interno del parlamento proprio in merito alle cure compassionevoli.

In realtà molti ormai si augurano che la sua nomina non condizioni le coscienze italiane sull’opportunità di utilizzo di embrioni per la ricerca sulle staminali, il cui utilizzo pone la distruzione di una vita. Questione di etica sicuramente che costringe a scegliere tra due importanti principi morali, il dovere di alleviare sofferenza o il dovere di rispettare comunque il valore di una vita umana (embrione). Ci si chiede a pochi giorni da questa nomina, se ci sia un indirizzo a sollevare principi di etica, mentre si sta dando l’opportunità sia di sperimentare che profondere cure compassionevoli con le cellule mesenchimali (derivanti dal tessuto osseo).

L’associazione Luca Coscioni, nota per la sua lotta per l’eutanasia della vita non nasconde la stima per la senatrice Cattaneo contrapponendola a quella del ciarlatano Vannoni. La stessa senatrice  ha avuto il finanziamento record di 11.9 milioni di euro per il NEuroStemCell, il network internazionale, che coordina lei stessa in un progetto sulla ricerca sulle cellule staminali. In rassegna stampa del 13 dicembre 2008 su la Repubblica così esordiva:“Per fortuna  c’è l’Europa” spiegando che poteva stringere rapporti con laboratori stranieri da Gran Bretagna e Svezia ottenendo le cellule staminali embrionali, sottolineando che proprio in Italia è vietata la produzione. Si legge di lei sul Daily, uno dei suoi cavalli di battaglia è che la scienza deve essere libera, andare oltre i condizionamenti e le ideologie e sperimentare, sperimentare, sperimentare. Per questo si è sempre dichiarata a favore dell’impiego delle cellule staminali embrionali in laboratorio, considerandole uno strumento insostituibile nella ricerca di cure contro le malattie neurodegenerative.”

Troppi tasselli incastrati in questa cronologia estiva, con troppi interrogativi e ombre, ma un’unica consapevolezza…i malati chiedono, in funzione della loro particolare gravità di salute…che vengano chiedendo di anteporre il diritto di ognuno rispetto al potere dello stato. Per questo in un comunicato chiedono la partecipazione a questa manifestazione, che rappresenta il grido per la libertà di cura. Invitano Beppe Grillo di presentarsi a qualsiasi ora, al civico 117 A… loro ci sono sempre, il loro mancato appoggio rischia di far naufragare un’opportunità per ripristinare un codice importante…il codice del rispetto della dignità umana.

L’on. Andrea Cecconi (M5S) rispondendo in rete sul loro mancato appoggio all’ODG ha dichiarato che attendevano da Vannoni i documenti e i dati necessari per essere al corrente e trasparentemente informati su ciò che stava facendo. Dati che i suoi oppositori gli hanno prontamente fornito anche se sensibili e coperti da segreto istruttorio. Risposta incauta in quanto non solo ha dimostrano di non aver distinto la differenza sostanziale tra la fase della sperimentazione del metodo e l’opportunità ora di profondere le cure compassionevoli, ma soprattutto  devono rispondere come hanno ricevuto questi dati coperti da segreto istruttorio!!!

Il 10 a Piazza Montecitorio ci sarà una manifestazione per lottare un diritto universale, ci sarà l’occasione per parlare, per comprendersi al di là delle divisioni, per tutelare un diritto espressione di civiltà che coinvolge tutti, non solo i malati di oggi.

Le riflessioni critiche siano all’altezza delle aspettative di chi sta occupando quegli scranni…perché il cittadino  ha sentito e letto troppe parole di estrema piattezza, banalità gratuite, un vuoto che in questa decadenza non solo materiale, deve riportare alto il patrimonio dei valori…nulla è perduto se si fa per coscienza e non per interesse!

Il 10 a Roma ci sarà una grande opportunità, peccato sciuparla.




ROMA MOVIDA: CONTROLLI A TRASTEVERE, TESTACCIO, PONTE MILVIO E SAN LORENZO

 
Redazione

Roma – Trastevere, Testaccio, Ponte Milvio e San Lorenzo, queste le zone maggiormente “battute” nella notte appena trascorsa dagli uomini della Questura.

Gli agenti dei vari Commissariati, del Reparto Volanti, dei Cinofili e del Reparto Prevenzione Crimine hanno pattugliato senza sosta tutti quei luoghi maggiormente frequentati da giovani e turisti stranieri, che specialmente nel fine settimana e nelle ore serali danno vita alla “movida romana”.

Nel corso delle operazioni i poliziotti hanno identificato circa 250 persone e controllato 130 veicoli.

Sul piano della sicurezza stradale sono state elevate una decina di contravvenzioni per infrazioni al codice della strada.

I controlli hanno riguardato anche gli esercizi commerciali.

Nei due bar controllati, uno a Testaccio, l’altro a Ponte Milvio, non sono state comunque riscontrate irregolarità.

Un 51enne romano, F.M., è finito in manette per rapina impropria. Colto in flagrante mentre stava tentando di rubare un’auto a S. Lorenzo, ha minacciato gli agenti con un grosso coltello intimandogli di lasciarlo andare.

Dopo una colluttazione con un poliziotto delle Volanti l’uomo è stato disarmato e  bloccato; perquisito, nelle  tasche aveva altri 2 grossi coltelli a serramanico.

L’uomo, dai successivi controlli effettuati presso il Commissariato “S. Lorenzo”, è risultato avere numerosi precedenti di Polizia per reati contro la persona ed il patrimonio.

Al termine, è stato quindi tratto in arresto. Dovrà rispondere di rapina impropria.




ROMA, DIVINO AMORE: IL MEDICO SINDACO IGNAZIO MARINO SI PRONUNCI IN MANIERA CHIARA

Redazione

Roma – "Se quanto riportato da La Repubblica fosse vero, emergerebbe ancora una volta la subdola strategia del commissario Goffredo Sottile che vuol far credere ai cittadini che a Falcognana arriveranno solo 12 camion di rifiuti trattati". Così in una nota il Presidio No discarica Divino Amore.
"Che senso ha colpire una collettività dell'estrema periferia, già penalizzata e priva di tanti servizi essenziali, con l'ennesimo atto autoritario che mette ancora in luce l'incompetenza e l'impreparazione di Sottile in tema di rifiuti e per il quale chiediamo nuovamente a gran forza le dimissioni. E poi se i camion fossero solo 12 su 90, perché non portarli altrove?

Basta con il gioco delle quattro carte. Il ministro Orlando ora renda pubblica la relazione di Sottile, che non può rimanere appannaggio di pochi eletti".

"Ci aspettavamo dal sindaco Ignazio Marino – continua il Presidio – un segnale di tutela dell'ambiente e della valorizzazione dell'Agro romano, come aveva promesso in campagna elettorale e della salute pubblica, visto e considerato che è anche un medico. Insomma, una dimostrazione di onestà intellettuale e coerenza politica. Invece il primo cittadino non si pronuncia e non dice una sola parola su scelte che riguardano la città che governa, a meno che non si tratti della salvaguardia del centro storico di Roma.
A questo punto viene da chiedersi a cosa serva ancora la politica se ad agire e a prendere decisioni debba essere un delegato "straordinario". Qual'è la linea di Marino e perché continua a non pronunciarsi in maniera chiara, trasparente e diretta?"

"Ci siamo appellati al Parlamento Europeo e ora – conclude il Presidio – lo faremo con la commissione Europea per l'ambiente, affinché verifichi la legalità delle azioni finora perpetrate dalle istituzioni italiane e dagli organi competenti in materia di rifiuti. Che siano 12 o 90 il presidio metterà in campo tutte le azioni necessarie affinché neppure un solo camion di rifiuti passi a Falcognana".

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