GAETA, TRAGICO INCIDENTE: PERDE LA VITA STUDENTE VENTUNENNE

Angela Carretta

Gaeta (LT) – I Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Gaeta stanno indagando sulla dinamica  inerente la tragica morte dello studente Gaetano Davide Macone, appena ventun’enne perito stamattina 24 febbraio alle ore 7, per le ferite riportate nello schianto con la sua auto, una Hyundai Accent I 110 di colore grigio.
Verosimilmente, il ragazzo, che guidava la sua vettura, proveniente da via Serapide, avrebbe sbandato all’altezza della vecchia stazione ferroviaria, urtando prima un palo della luce, vicino l’edicola, poi avrebbe sbattuto contro un pilastro in cemento attiguo il bar. I passanti che hanno assistito alla scena, hanno immediatamente allertato i soccorsi, ma purtroppo il ragazzo è stato rinvenuto dagli  operatori privo di vita fuori dell’abitacolo dell’auto. I danni riportati dalla Hyunday nell’urto sono ingenti, in quanto sia il parabrezza che tutto l’anteriore dell’auto sono distrutti completamente distrutti, appare probabile che le avverse condizioni meteo abbiano contribuito al far perdere al giovane il controllo dell’auto. Si è inattesa degli sviluppi delle indagini.
 




PALMAROLA, TARTARUGA "CARETTA CARETTA" FERITA: IL BOLLETTINO VETERINARIO DALLA STAZIONE ZOOLOGICA DI NAPOLI “ANTON DHORN”

Angela Carretta

Palmarola (LT) – Una tartaruga marina della specie "caretta caretta" di circa 70 centimetri è stata salvata dai militari dell'Ufficio circondariale marittimo di Ponza. A lanciare l'allarme alcuni diportisti dopo aver notato la testuggine ferita, con una zampa rigonfia e una profonda lesione alla struttura del carapace, che nuotava a fatica a pochi metri dalla costa nei pressi di Palmarola. La tartaruga è stata affidata alla cure dello staff partenopeo del Centro Recupero Tartarughe Marine.

Lo staff veterinario del Centro di recupero delle tartarughe marine della Stazione Zoologica partenopea “Anton Dhorn” ha prelevato ieri sera dal porto di Fomia la testuggine “caretta caretta” ferita, per prestarle le cure necessarie.

Dalla stazione zoologica, l'aggiornamento riguardo lo stato di salute della testuggine. Apparentemente potrebbe avere un’età di circa 15 anni, sarà pesata non appena sarà clinicamente stabilizzata, presenta una frattura del carapace importante, ed anche abbastanza datata, dovuta verosimilmente all’impatto con un natante. La tartaruga ha riportato  anche problemi alla pinna, che sembrerebbe essere rimasta imprigionata  in alcune reti , al momento, data l’importanza delle ferite riportate, i veterinari ritengono che ci vorranno almeno sei mesi prima di reimmettere in ambiente marino la testuggine, sperando che risponda bene alle cure che stanno somministrando.

Ricordiamo quanto sia fondamentale l’apporto scientifico che i ricercatori della stazione zoologica hanno sempre dato agli esemplari rinvenuti  al largo delle coste pontine, spesso feriti proprio a causa di impatti con i natanti, e quanto sia fondamentale allertare sempre le autorità competenti laddove si avvisti una testuggine in difficoltà, poiché proprio la specie “caretta caretta” è a rischio estinzione nella acque italiane del Mediterraneo.
 




GAETA, VARIANTE NORMATIVA AL P.R.G. COMUNALE VOLTA ALLA PROGRAMMAZIONE DEL P.U.A.: IL COMUNE SOLLECITA LA REGIONE

Angela Carretta

Gaeta (LT) – Un importante sollecito alla Regione Lazio è stato inviato dal Comune di Gaeta, perché provveda alla predisposizione degli atti di competenza al fine di consentire l’approvazione della variante normativa al P.R.G.. finalizzata alla programmazione del Piano di Utilizzazione degli Arenili (P.U.A.), a comunicarlo l’ufficio stampa del Comune. Procede, dunque, spedita l’azione dell’Amministrazione Mitrano volta alla concretizzazione in tempi rapidi del P.U.A, adottato in fase preliminare dal Consiglio Comunale il 19 febbraio scorso. 

“Non vogliamo perdere tempo – dichiara  il Sindaco Cosmo Mitrano – e, nell’attesa che vengano espletate tutte le procedure previste dall’iter (30 giorni per la pubblicazione del documento votato dall’assise,  altri 30 giorni per le eventuali osservazioni da parte degli operatori, quindi ritorno in Consiglio Comunale per approdare infine sui tavoli della Regione Lazio),  riteniamo opportuno porre in essere le condizioni che consentiranno la realizzazione effettiva del Piano. Una di esse è senz’altro rappresentata dall’approvazione della suddetta variante normativa da parte della Regione Lazio. Per tale ragione  l’Amministrazione si era già attivata  presso il Dipartimento Territorio regionale perché  provvedesse sollecitamente alla predisposizione di tutti gli atti di competenza”.

 “La  variante normativa in questione – spiega l’Assessore all’Urbanistica Pasquale De Simone – è stata adottata con delibera consiliare n° 05 del 30 gennaio 2012, dalla passata amministrazione, ai sensi della Legge Urbanistica Nazionale 17/08/1942 n°1150. Oggi, a seguito dell’adozione del PUA, è strettamente finalizzata alla programmazione del Piano di Utilizzazione degli Arenili. Essa fa riferimento all’art.38 – Norme Tecniche di Attuazione – del Piano Regolatore Generale del Comune, che nella sua attuale formulazione prevede la possibilità di una forma minima di edificabilità limitatamente alle zone individuate b, escludendo tutte le altre aree del demanio marittimo costiero, vietando, in suddette zone , la realizzazione anche di ogni forma di struttura mobile. La variante normativa,  con il via regionale, estenderà la possibilità di applicazione di un indice bassissimo di edificabilità, in attuazione della vigente normativa paesaggistica regionale, consentendo, inoltre, la creazione di quelle strutture mobili, utilizzabili solo 90 giorni l’anno (per il periodo estivo). Strutture a totale impatto zero che nell’attuale elaborazione del P.U.A. sono previste per lo sviluppo di attività e servizi accessori, volti ad incrementare la capacità di attrazione delle spiagge più rinomate del Golfo. E di conseguenza a muovere l’economia cittadina, stimolando la crescita e l’occupazione”.                           
 




GAETA, ANZIANA LASCIATA MORIRE IN CASA DA SOLA: MARITO DENUNCIATO PER ABBANDONO

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Redazione

Gaeta (LT) – Da sola, anziana, abbandonata lasciata a morire. Questa l’accusa mossa dagli investigatori della polizia del commissariato di Sora ad un70enne di Gaeta rimasto vedovo la scorsa estate della moglie di 83 anni. Dalle indagini svolte dagli uomini del vice questore Marta De Bellis l’uomo avrebbe lasciato la propria moglie in stato di completo abbandono per oltre sette giorni e a causa della trascuratezza, lei non completamente autosufficiente, sarebbe morta.

Ecco come è andata: la scorsa estate, gli agenti sono intervenuti a seguito del rinvenimento del cadavere di una donna, all’interno della sua abitazione, da parte del coniuge. Inizialmente pareva trattarsi di un normale decesso riferito all’età avanzata della donna, successivamente però è stato appurato che il marito si era allontanato da circa una settimana da Gaeta per recarsi presso un’abitazione di proprietà sita in Roma, lasciandola completamente da sola e senza alcuna assistenza. La donna, affetta da patologie riconducibili all’età avanzata, forse a causa di un malore o per impossibilità ad alimentarsi da sola in maniera adeguata, è deceduta.

Quando il marito, a distanza di circa una settimana, ha fatto rientro a casa, l’ha rinvenuta all’interno dell’abitazione ormai cadavere.

Quindi sono partite le chiamate a medico curante e polizia i quali, intervenuti sul posto, constatavano subito che la donna era deceduta già da qualche giorno, ipotesi confermata altresì dal medico legale in sede di successiva autopsia. La successiva attività investigativa avrebbe permesso di accertare la responsabilità penale del marito della donna per aver abbandonato a se stessa la moglie pur consapevole delle sue problematiche di salute e la sua incapacità di poter badare autonomamente a se stessa. Un episodio che dovrebbe far riflettere. Se non si è in grado di curare i propri cari anziani, ci sono delle strutture adeguate in grado di farlo.




GIULIANELLO, NONNI CUOCHI: IL LABORATORIO DI CUCINA PER GLI ANZIANI

Redazione

Giulianello (LT) – Tra le varie attività ricreative già in corso di svolgimento, nella casa di riposo Villa Ascenzia di Giulianello è stato avviato un laboratorio di cucina i cui protagonisti sono gli anziani ospiti della struttura di Colle Pigna. Si tratta di un progetto che ha come obiettivo la stimolazione sensoriale in quanto i cinque sensi vengono riattivati attraverso la manipolazione e il riconoscimento olfattivo e visivo degli alimenti. Un ulteriore momento di socializzazione e condivisione delle esperienze durante il quale costoro sono chiamati a preparare direttamente la propria merenda o un altro qualsiasi pasto della giornata, fornendo loro il materiale necessario. Disposti tutti intorno allo stesso banco di lavoro, con ingredienti e strumenti alla mano, parte la preparazione della pietanza, in un’atmosfera di festa capace di coinvolgere anche chi non può collaborare attivamente che può però contribuire con i propri consigli.  

Di solito vengono preparati i piatti tipici della tradizione locale così mentre si riscoprono antichi sapori riaffiorano anche i ricordi personali, utili a rafforzare il senso di identità di ciascuno di loro. In ogni caso si tende a realizzare qualcosa di semplice ma sfizioso, e soprattutto diverso dalle consuete abitudini alimentari, e seguendo le usanze culinarie della stagione e delle feste in corso, come è avvenuto a Carnevale. L’assaggio finale è sicuramente l’aspetto più gratificante, in cui ognuno dei nonni cuochi può sentirsi soddisfatto del (capo)lavoro realizzato, degustandolo poi tutti insieme in tranquillità seduti attorno ad un unico tavolo.
I primi risultati sono soddisfacenti, perché si è creato un clima di piacevole armonia dove è possibile anche stimolare le persone a livello cognitivo attraverso la rievocazione di ricordi e la formulazione di correlazioni con le tradizioni familiari e il confronto con gli altri. A tal fine sono stati introdotti, come strumenti di lavoro, oggetti ed ingredienti che permettono una stimolazione significativa grazie al riconoscimento e alla stimolazione sensoriale dal punto di vista tattile, visivo, olfattivo e gustativo.

 




ITRI, STUDENTI 3 MEDIA. TRA POCHI GIORNI LA SCELTA DELLE SUPERIORI: L'INTERVISTA AL DIRIGENTE DELL'ISTITUTO AGRARIO

Angela Carretta

Itri (LT) – Tra pochi giorni gli studenti di terza media hanno una scelta importante da compiere: quella della scuola superiore a cui iscriversi, per questo motivo, abbiamo contattato il Dirigente Scolastico dell’Istituto Agrario San Benedetto di Latina Prof. Ing. Nicola Di Battista:

Preside, dalla sua lunga esperienza di docente prima e dirigente scolastico poi, cosa suggerisce ai ragazzi  ancora indecisi su quale strada scolastica intraprendere dopo le medie, e che vogliono accostarsi al mondo dell’ agroalimentare, ma non ne conoscono i percorsi formativi?
Innanzitutto li esorto a scegliere sempre secondo le proprie inclinazioni ricordandogli che una buona cultura di base e una preparazione professionale adeguata, sono indispensabili per tenere il passo con l’evoluzione delle tecnologie ed i mutamenti in atto nella società,  e aggiungerei che l’insegnamento maggiore che trarranno da questa formazione, è che “L'agricoltura è l'arte di sapere aspettare”, come scrisse nel 1927  Riccardo Bacchelli. Lo studente che vuole intraprendere questo  percorso formativo, iscrivendosi ad una scuola agraria , è interessato alla natura ed al mondo degli animali, è sensibile alle problematiche ambientali, e desidera acquisire una preparazione valida, mirata e riconosciuta dalle aziende sul territorio. L’istituto tecnico agrario offre buone possibilità di inserimento immediato nel mondo del lavoro e ottime basi per proseguire negli studi universitari, principalmente nelle facoltà scientifiche. L’Istituto Agrario San Benedetto di Latina,  è una struttura immersa nel verde che comprende più indirizzi di studio, dal 2008 gli studenti domiciliati lontano dal capoluogo pontino, hanno la possibilità di frequentare l’indirizzo di agraria anche presso la sede distaccata che è stata inaugurata nel Comune di Itri.

Dr. Di Battista, la riscoperta del know how formativo dell’agricoltura e dell’agroindustria, soprattutto nei piccoli centri come Itri, lasciano presupporre la rivalutazione di attività tradizionali intese quali risorsa preziosa per la comunità anche al fine dell’occupazione giovanile?
Spero vivamente di si. Finalmente un territorio con forte vocazione agricola (coltivazioni specializzate di ulivo, presenza di allevamenti, numerose aziende agrituristiche che rappresentano un pezzo importante dell’economia del territorio) trova una possibilità di qualificazione scolastica e professionale adeguata che favorirà l’incremento dello sviluppo identitario agricolo locale in un mercato sempre più globale dove è necessario tutelare le produzioni made in Italy.  Sopravviveranno soltanto le aziende che metteranno in campo risorse umane qualificate e creative che possono emergere se è presente una solida preparazione culturale e scientifica acquisita in un curriculo scolastico specifico”.

Quindi una nuova leva culturale porterà a formare le nuove generazioni di periti agrari a sostegno dell’economia locale nel sud pontino?
Sicuramente la sede distaccata di Itri favorirà il ricambio generazionale necessario  affinchè il settore agricolo ed agroalimentare  del sud Pontino cresca sempre di più in formazione,   per questo motivo sono particolarmente grato agli sforzi profusi sia dall’Amministrazione Provinciale che Comunale per la disponibilità che hanno sempre dimostrato ad aiutarci nel superare le piccole difficoltà tecniche e logistiche che abbiamo dovuto affrontare per realizzare questo obiettivo, che ora è una realtà.

Cosa vuole augurare ai ragazzi che dopo queste sue parole, avranno qualche curiosità in più di conoscere il meraviglioso mondo dell’agroalimentare?
Auguro a tutti gli studenti alle prese con la difficile scelta del loro nuovo percorso di studio, ma anche di vita, di avvicinarsi a questo mondo così vicino alla natura che darà loro grandi soddisfazioni, in quanto l’economia sta dimostrando molto interesse alla riscoperta di questo settore.
 




CAMPOMAGGIORE, A 25 ANNI MUORE TRAVOLTA DA UN CARRO ALLEGORICO: STAVA ATTACCANDO LA TARGA DELLA VITTORIA

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Redazione

Campomaggiore (LT) – Una ragazza travolta e uccisa da un carro allegorico. La giovane di 25 anni stava attaccando la targa della vittoria. realizzato dalla contrada Torraccio-Vigne in località Campomaggiore. Delle indagini si stanno occupando i carabinieri, sequestrato il carro allegorico. E’ successo durante la sfilata del “Carnevale campagnolo” di Santi Cosma e Damiano in provincia di Latina. Una ragazza ha perso la vita travolta da un trattore mentre era in corso il giro del carro vincitore realizzato dalla contrada Torraccio-Vigne in località Campomaggiore. La sfilata, che doveva tenersi martedì scorso, era stata rinviata a causa delle cattive condizioni meteo.

La ragazza – M.G. le sue iniziali – stava cercando di attaccare la targa della vittoria al carro che lei stessa aveva realizzato insieme al gruppo della contrada, quando è stata investita dal mezzo. Inutili i soccorsi e il trasferimento all’ospedale Dono Svizzero di Formia dove la giovane è morta.




LATINA COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI, CONTROLLO DEL TERRITORIO: DENUNCIATE CINQUE PERSONE

Redazione
 
Latina – Il 16 e 17 febbraio 2013, in Latina, i Carabinieri del locale N.O.RM., a conclusione di mirati servizi finalizzati al contrasto del fenomeno delle "stragi del sabato sera", hanno deferito in stato di libertà cinque persone, tutte di nazionalità italiana, per "guida senza patente", "guida sotto l'effetto di alcol" e "guida sotto l'effetto di stupefacente". Nella circostanza sono state ritirate nr.3 patenti di guida.



CENTRALI NUCLEARI DI BORGO SABOTINO E DEL GARIGLIANO: I RISULTATI DELL'INDAGINE EPIDEMIOLOGICA

Angela Carretta

Il Dipartimento di Epidemiologia del SSR Lazio, con la collaborazione di Registro Tumori di Popolazione, Asl Lazio, Registro Nominativo delle Cause di Morte, Agenzia Regionale Protezione Ambientale Lazio, ha effettuato uno studio tra 1996 ed 2006, prendendo ad esame oltre 160.00 persone residenti nei comuni di Latina, Castelforte, Minturno e Santi Cosma e Damiano, al fine di  realizzare  una valutazione epidemiologia della popolazione residente nelle vicinanze delle centrali nucleari di Borgo Sabotino e del Garigliano.

Un articolo pubblicato ad ottobre 2012 sulla prestigiosa rivista scientifica “Epidemiologia e Prevenzione” dell’Associazione Italiana di Epidemiologia ne illustra i risultati. I ricercatori  hanno monitorato  tutta la popolazione residente entro sette chilometri dalle rispettive centrali nucleari, dichiarando che la mortalità (entro sette chilometri dalle centrali) non è diversa da quella della popolazione regionale”.

Sembrerebbe un dato rassicurante,  a cui però si inserisce una conclusione dalla quale risulta che “Le donne, residenti entro sette chilometri dalle centrali mostrano un eccesso statisticamente significativo di incidenza del totale dei tumori radiosensibili e in particolare del tumore della tiroide rispetto a quanto si osserva, nello stesso periodo, per le donne residenti nella provincia pontina (53% in più), tanto che nel 2008 se ne dibattè in un convegno dal titolo “L’incidenza del tumore alla tiroide nella Provincia di Latina”.

Il monitoraggio eseguito sulla popolazione maschile ha mostrato che gli uomini residenti tra 2 e 4 km dalle centrali hanno un eccesso di mortalità totale per tumore dello stomaco e per malattie cardiovascolari. In assenza, però, di evidenze scientifiche e biologiche che supportino questa casistica con l’esposizione a radiazioni.

Per quanto riguarda l’incidenza di tumori tra i bambini, il Registro Tumori ha segnalato tra il 1996 e il 2006 tre casi di tumore linfatico in età pediatrica (un caso tra 0-1 km e due casi tra 4-5 km) e un caso di tumore cerebrale nella fascia dell’area studiata più distante dalle centrali (6-7 km)

I ricercatori hanno concluso che non si possa escludere che sia proprio la presenza degli impianti nucleari ad alzare il livello di attenzione della popolazione rispetto alla sintomatologia delle patologie tiroidea, fatto che porterebbe ad effettuare un maggior numero di accertamenti diagnostici rispetto ad altre aree della provincia e del territorio nazionale.

C’è da osservare che nell’indagine epidemiologica si è dovuta escludere sia la popolazione residente a Minturno che nella confinante provincia di Caserta, ed il quadro valutativo è quantomeno parziale considerando che risultata anche l’assenza di informazioni certe sugli inquinanti emessi dagli impianti e sulle modalità della loro diffusione ed eventuale contaminazione delle matrici aria, acqua e suolo. E’ quindi ipotizzabile che si continui a monitorare l’area, estendendo le ricerche anche all’agricoltura ed al bestiame presente nelle vicinanze dei siti.

 

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APRILIA, EMERGENZA ARSENICO: ATTIVO L'IMPIANTO DI DEARSENIFICAZIONE DA 600 LITRI AL SECONDO

Redazione

Aprilia (LT) –  Culligan e Gruppo Zilio S.p.A hanno fornito ad Acqualatina un sistema di potabilizzazione dell’acqua per la rimozione dell’Arsenico e di altri prodotti contaminanti presenti nell’acqua potabile. L’impianto di dearsenificazione, il più grande installato in Italia e uno fra i più grandi in Europa, è stato inaugurato lo scorso 31 gennaio ad Aprilia, in provincia di Latina.

Questo impianto permette ai cittadini di erogare acqua potabile dall’acquedotto cittadino, in accordo con le nuove direttive entrate in vigore a inizio gennaio 2013. Acqualatina S.p.A. è il gestore del Servizio Idrico Integrato nell’Ambito Territoriale Ottimale n. 4 nel Lazio Meridionale. La realizzazione dell’impianto è stata necessaria a seguito della scadenza delle deroghe sulla presenza di certi tipi di inquinanti nell’acqua di acquedotto. Fra questi, i principali sono Arsenico e Vanadio. Questi elementi in alcune aree sono presenti naturalmente nelle acque di acquedotto, come risultato di formazioni geologiche che rilasciano inquinanti nelle falde acquifere. A seguito dell’aggiudicazione di una gara d’appalto, Acqualatina ha assegnato a Culligan il progetto per un sistema di trattamento acqua per ridurre questi inquinanti nell’acqua di acquedotto, secondo le nuove direttive della legge italiana. Il nuovo valore massimo che può essere presente nell’acqua e di 10 microgrammi/litro per l’Arsenico e 50 microgrammi/litro per il Vanadio.

“Grazie a questo impianto, che ricordo è il più grande d’Italia e tra I più grandi d’Europa, è stato possibile rientrare nei limiti di concentrazione Arsenico stabiliti per legge, già dal 28 dicembre 2012.” ha ricordato il presidente di Acqualatina S.p.A. Giuseppe Addessi. “Questo non vuole essere un discorso trionfalistico – ha aggiunto il presidente Addessi – ma una semplice constatazione dei fatti: a oggi abbiamo rispettato gli impegni, riportando i limiti di Arsenico nell’acqua al di sotto dei limiti di legge, poiché l’abbiamo ritenuto doveroso, ancor prima che nei confronti della Comunità Europea nei confronti di tutti i cittadini-utenti.”
“Culligan è orgogliosa di aver collaborato con Acqualatina a questo importante progetto per ottenere acqua di qualità. Culligan ha una grande esperienza nel trattamento dell’acqua potabile e stiamo attualmente lavorando a molti altri progetti per altri Comuni in Italia, per permettere di ottenere acqua potabile secondo le normative sull’Arsenico. Culligan è in grado di progettare e fornire impianti di grandi dimensioni, come questo di Acqualatina, ma fornisce anche piccoli sistemi per il settore domestico da poter installare sotto il lavello, impianti per il trattamento dell’acqua negli hotel e negli edifici pubblici, fino a sistemi più complessi montati su skid.” ha dichiarato Laurence Bower, Vice Presidente Senior EMEA di Culligan e Presidente di Culligan Italiana.

In precedenza, sempre in collaborazione con Acqualatina, Culligan ha fornito tre sistemi per la rimozione dell’Arsenico e altri inquinanti (Fluoruri e Vanadio) per i Comuni di Cisterna (LT) e Anzio (RM), così come ulteriori 15 impianti per ACEA ATO2 e ACEA ATO5, gestori del servizio idrico rispettivamente degli Ambiti Territoriali Ottimali n. 2 (Roma) e n. 5 (Frosinone), e per diverse aziende private per il trattamento dell’acqua municipale in molti comuni del Lazio.

Per questo progetto Culligan si è avvalsa della collaborazione di Gruppo Zilio S.p.A., specialista nell’eliminazione dell’Arsenico e Vanadio tramite un processo di adsorbimento di un minerale specifico, che ha una particolare affinità con questi elementi, facendoli aderire alla superficie porosa del minerale.
“Per affrontare con maggiore efficacia i mercati internazionali e intraprendere una crescita industriale consolidata, abbiamo sposato l’idea di creare una partnership con la società CULLIGAN S.p.A., nota azienda a livello mondiale specializzata nel trattamento dell’acqua. Quindi, associando il nostro know–how con una società industriale con una capillare e radicata presenza sul territorio a livello mondiale, ci permetterà di vincere una sfida internazionale, per rispondere in maniera efficace alle richieste di mercato per la potabilizzazione delle acque.” dice Damiano Zilio, Amministratore Delegato del Gruppo Zilio S.p.A.
L’acqua da trattare proviene da sei pozzi che contengono acqua con una concentrazione di Arsenico pari a 12 µg/l, per una portata massima di 600 litri al secondo. L’acqua trattata viene poi convogliata in una vasca di accumulo e rilancio.
L’impianto Culligan prevede l’installazione di quattro filtri collegati in parallelo secondo la speciale configurazione Culligan “quadrifoglio” garantendo un’alta efficienza di filtrazione. I gruppi valvole di ogni linea, realizzati con valvole a farfalla e attuatore pneumatico, sono installati in un container da 20 piedi in legno all’interno del quale è presente anche la strumentazione locale di controllo. Questa configurazione risulta estremamente compatta, con gli elementi sensibili protetti da eventuali agenti atmosferici per la presenza del container, in grado di consentirne anche un eventuale spostamento futuro in modo relativamente rapido.
Il sistema include un misuratore di Arsenico di tipo colorimetrico, in grado di monitorare, attraverso un programma impostabile secondo le necessità, la concentrazione di Arsenico nell’acqua greggia, nell’acqua trattata e nelle diverse fasi del processo. Per massimizzare il rendimento dei minerali il sistema è dotato di un pretrattamento automatico di tipo chimico.

“Il successo dell’operazione, confermato dai risultati delle analisi, è stato raggiunto sia grazie all’esperienza dello staff di Acqualatina, che ha fornito indicazioni precise nelle varie fasi di pianificazione e di installazione, sia all’esperienza Culligan nel progettare e realizzare un sistema che utilizza un’ampia varietà di diversi processi di trattamento. Sulla base di prove di laboratorio e test effettuati, siamo in grado di offrire al cliente soluzioni specifiche, progettate per le diverse esigenze tecniche ed economiche, non solo per quanto riguarda l’Arsenico ma anche per tutti gli altri tipi di contaminanti.” afferma Lauro Prati, Direttore Commerciale & Industriale di Culligan Italiana. “Le analisi effettuate hanno rilevato valori di Arsenico ben al di sotto dei limiti di legge, e questa è una grande vittoria per tutto il territorio.” ha dichiarato Marilena Rocchi, responsabile del reparto SIAN dell’ASL di Latina.
Culligan è presente in Italia da più di 50 anni, ed è una delle più importanti aziende di trattamento dell’acqua del paese. Oggi, Culligan fornisce soluzioni per il mercato domestico e industriale in tutta la nazione, con una vasta gamma di soluzioni sofisticate e di una capillare struttura commerciale e di assistenza tecnica.

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GAETA, APPUNTAMENTO CON LA STORIA: DALLE GRANDEZZE DEL PASSATO ALLE SPERANZE PER IL FUTURO

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Angela Carretta

Gaeta (LT) –  Si concluderà questa domenica, la XXII edizione del "Convegno Nazionale della Fedelissima Città di Gaeta", divenuto il più importante appuntamento per gli appassionati  della storia meridionale che si svolge annualmente in Italia, dal 1991, in occasione del 130° anniversario del glorioso Assedio di Gaeta, che segnò il tramonto del settecentenario Regno di Napoli e la nascita dell'Italia unita.
Presso la città che fu perla del Regno delle Due Sicilie e ultimo baluardo borbonico, si sono dati appuntamento  studiosi e storici del  meridionalismo e storici al fine di ricordarci, le grandezze del passato che potrebbero oggi aiutare il rilancio economico e morale del Mezzogiorno.
"Un'intensa kermesse di tre giorni per riscoprire le radici più profonde della storia di Gaeta" ha commentato il Sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano, aggiungendo "Un'iniziativa che quest'anno acquista un maggior respiro poiché inserito nel nuovo brand Gaeta Eventi, che prevede iniziative di cultura, spettacolo, sport, arte e divertimento per ciascun mese dell'anno, ideato dalla nostra Amministrazione per veicolare la città, le sue bellezze ambientali – paesaggistiche i suoi gioielli storici e monumentali in Italia e nel mondo.”

Il primo cittadino di Gaeta ha ringraziato il Presidente della Camera di Commercio Enzo Zottola e l'Ascom di Gaeta e tutti gli organizzatori, che sostenendo l'evento "La Gaeta dei Borboni" aiutano a valorizzare  il cromosoma storico della splendida citta che da cui prende nome l’omonimo Golfo.

Al centro di questa XXII edizione il tema "Napoli Capitale e Gaeta seconda Capitale del Regno".

Molteplici le testimonianze storiche che ricordano l'esistenza di una forte identità e di un secolare percorso di crescita civile ed economica al quale occorre riannodarsi per assicurare vitalità e dinamismo necessari ad un moderno sviluppo.
"Un evento di tale rilevanza nazionale"  che in questa edizione celebra la storia di fatti, vicende e personaggi che elevarono la città di Napoli a terza capitale europea, trainando con essa la più bella parte d'Italia oggi chiamata Mezzogiorno, trasformando le potenzialità del territorio in primati assoluti, nella cultura, nelle scienze, come nelle arti e nell'economia. E recupera quel rapporto "familiare" che per secoli unì Napoli a Gaeta – titolata da Carlo III dell'onore di "Fedelissima" – che arrivò ad assumere il ruolo di seconda capitale del Regno. Due città che per secoli sono restate unite da uno spirito simbiotico e misterioso: la forza dell'una traeva energia dalla consapevolezza della presenza fedele e attiva dall'altra.

E’ auspicabile che quel “cordone ombelicale” tra le due Città venga ricongiunto, per ritrovare quella spinta culturale e identitaria che potrà consentire al territorio di ritornare agli antichi albori.