Formia, un milione e trecentomila euro di finanziamenti al Comune per la messa in sicurezza di via delle Fosse e Bocca di Rivo

FORMIA (LT) – A poco più di un anno, dai tragici eventi causati dall’esondazione del torrente Bocca di Rivo nella frazione di Trivio e dalla frana di Via delle Fosse adiacente al torrente Rio fresco, il Comune di Formia riceve un consistente finanziamento per la realizzazione di opere per la messa in sicurezza delle due aree cittadine.

Via delle Fosse venne chiusa al traffico a seguito delle prime segnalazioni a fine dicembre 2019, impedendo l’accesso carrabile alle ventiquattro famiglie residenti nella vicina palazzina ATER. Poco tempo dopo, il temuto cedimento della strada dovuto alla costante erosione delle acque del Rio fresco, erosione iniziata da oltre un decennio e favorita dall’assenza di opere di protezione. L’Amministrazione Villa al fine di contenere il fenomeno franoso, dispone la posa di gabbionate lungo la sponda del torrente per una lunghezza di circa 60 metri e una spesa di 64.583,02 euro.

In quei giorni venne predisposto uno studio di fattibilità per la messa in sicurezza della sponda destra del Rio Fresco e il 15 gennaio 2020 predisposta la richiesta di finanziamenti al Ministero dell’interno di 118.813,70 euro per la progettazione definitiva e esecutiva.

L’azione amministrativa, pur rallentata dalla pandemia e dal blocco della risposta Ministeriale, nel Luglio 2020 affida l’incarico tecnico professionale per il rilievo topografico e la relazione geologica. Nel Settembre 2020, l’ulteriore richiesta per il finanziamento dei lavori di messa in sicurezza e riqualificazione ambientale del corso d’acqua Rio fresco I stralcio Via delle Fosse, per un importo di 900.000,00 euro.

Il Ministero dell’Interno solo nel Novembre 2020 comunica il finanziamento della progettazione definitiva e esecutiva, che consente nel Dicembre 2020 l’avvio della procedura per l’incarico della stessa progettazione e delle procedure di affidamento per le indagini geologiche strumentali.
In questi giorni, con il decreto ministeriale del 13 febbraio 2021, la comunicazione dell’ulteriore finanziamento per la realizzazione delle opere per l’importo richiesto di 900.000,00 euro, che insieme a quello relativo alla progettazione raggiunge un valore totale di 1.018.813,70 euro.

L’altro tragico ricordo della notte tra il 22 e 23 settembre 2019, un mare di fango fuoriesce dal torrente Bocca di Rivo scendendo dalle pendici dei monti Aurunci riversandosi nei territori della contrada Ciriano-Ponzanello coinvolgendo abitazioni e distruggendo strade.

Anche in questo caso si è provveduto a ripristinare i danni e si è avviata la ricerca di finanziamenti sovra comunali. Nel 2020 sono stati ottenuti i fondi per la progettazione esecutiva e definitiva per l’ammontare di 177.751,90 euro e si è dato seguito alle procedure d’incarico tecnico professionale. In questi giorni, nell’ambito del D.M. del 13 febbraio 2021 è stata comunicata l’acquisizione dell’ulteriore finanziamento delle opere di messa in sicurezza per 405.000,00 euro, raggiungendo l’importo totale per la frazione di Trivio di 582.751,90 euro.

Sempre in tema di finanziamenti, richiesti a livello nazionale dall’amministrazione Villa nel 2020 e finalizzati al miglioramento della viabilità comprensoriale con interventi strutturali su alcuni Viadotti della strada litoranea come il viadotto ospedale, i piloni del viadotto “darsena la quercia” e sostituzione del ponte su Via T. Costa per un totale di 3,5 milioni di euro. Essi sono stati considerati ammissibili ma, non finanziabili per raggiunto limite del fondo nazionale a disposizione. Si rimane in lista di attesa per il fondo Ministeriale previsto nel 2021.




Latina, “Guerra Criminale Pontina”: parlano due collaboratori di giustizia

Dopo 11 anni vengono arrestate 4 persone per l’omicidio di Massimiliano Moro

LATINA – La Polizia di Stato di Latina ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nei confronti 4 soggetti, tutti indagati a vario titolo per la morte di Massimiliano MORO, omicidio commesso a Latina la sera del 25 Gennaio 2010 all’interno della propria abitazione, con una pistola calibro 9.

All’operazione ha altresì partecipato personale della Squadra Mobile della Questura di Pescara e della Polizia Penitenziaria di Roma. 

Le indagini costituiscono l’epilogo di un mirato approfondimento investigativo che i poliziotti della Squadra Mobile di Latina, unitamente al Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, sotto la direzione ed il coordinamento della Direzione distrettuale Antimafia di Roma, stanno conducendo nella Provincia di Latina, anche rispetto alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia.

La presente inchiesta si riconnette alle risultanze emerse nel corso delle indagini condotte all’epoca dai poliziotti, attraverso l’ausilio di intercettazioni e l’analisi di tabulati telefonici, informazioni arricchite dai nuovi riscontri emersi che permettono di ipotizzare come l’omicidio in argomento sia stato commesso con metodo mafioso e per finalità di agevolazione mafiosa.

Il grave delitto si inquadra nella faida scoppiata nel 2010 nella provincia di Latina, fra le famiglie Rom CIARELLI-DI SILVIO, da un lato, e gruppi non Rom facenti capo a 2 soggetti, dall’altro, tra cui la vittima, volta ad ottenere il controllo delle attività criminali del territorio pontino.

Nell’ambito di tale faida, denominata cosiddetta Guerra Criminale Pontina, l’omicidio del Moro ha costituito il punto centrale di una serie di condotte criminali che, prima o dopo di esso, hanno determinato l’affermarsi sul territorio pontino di clan familiari caratterizzati dalla capacità di porre in atto un potere di intimidazione tipico delle organizzazioni mafiose.

In particolare, l’omicidio del Moro è stato deliberato dal sodalizio criminale facente capo alle famiglie CIARELLI e DI SILVIO (di origini rom) come una delle risposte al tentato omicidio del proprio elemento apicale Carmine CIARELLI.

Proprio l’agguato subito da quest’ultimo, la mattina del 25 gennaio 2010, ha segnato l’avvio di un nuovo e più forte sodalizio fra le due famiglie, che determinava un’immediata e spietata risposta criminale, al fine di riaffermare il proprio potere a scapito di quelle forze contrarie che avevano deciso di minarlo con un atto così eclatante.

L’omicidio del Moro è solo uno dei più gravi tasselli della risposta del sodalizio CIARELLI-DI SILVIO, comprendente anche l’altrettanto immediato omicidio di Fabio Buonamano ed il tentato omicidio di Fabrizio Marchetto, avvenuto circa un mese dopo, in data 06.03.2010, e formalmente diretto a vendicare la pregressa uccisione di DI SILVIO Ferdinando, detto il “bello”, nonché, da ultimo, il tentato omicidio di Gianfranco Fiori, avvenuto in data 06.06.2010, perché ritenuto uno dei materiali esecutori dell’agguato nei confronti di Carmine CIARELLI.

Ebbene, proprio il tentato omicidio del CIARELLI segna il sorgere del sodalizio dell’associazione a delinquere CIARELLI-DI SILVIO, come riconosciuto nella sentenza emessa nel processo cosiddetto Caronte, il cui programma non era solo quello di commettere delitti ma di riaffermare con violenza e minaccia il controllo del territorio a Latina, che è uno degli elementi cardine del potere delle consorterie di stampo mafioso.

Il Moro, peraltro, aveva chiaramente manifestato l’intenzione di ribaltare il potere delle famiglie Rom, sostituendosi alle stesse, e pertanto considerato un vero e proprio nemico del sodalizio.

Infatti, nel corso di una riunione operativa con i propri sodali, aveva deciso di avviare un’azione di forza nei confronti dei CIARELLI, già nel 2007, e a seguito di uno schiaffo ricevuto dallo stesso Carmine CIARELLI nel corso di una lite per un debito non ancora pagato, prese la decisione di uccidere quest’ultimo e si suoi fratelli Ferdinando e Luigi.

L’attentato a Carmine CIARELLI, come detto, fallì ma le famiglie Rom CIARELLI e DI SILVIO furono in grado di ricondurre presto l’agguato subito allo stesso Massimiliano MORO, il quale, secondo gli affiliati del clan Rom, si era anche macchiato della colpa di essersi sfacciatamente recato all’ospedale dove Carmine CIARELLI era stato ricoverato dopo l’agguato, per ostentare falsamente la propria solidarietà ai familiari del ferito.

L’omicidio del Moro, dunque, veniva commesso al fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso CIARELLI-DI SILVIO, costituendo il delitto una chiara azione ritorsiva nei confronti della persona che era ritenuta una dei responsabili dell’agguato subito da Carmine CIARELLI, allo scopo di affermare il proprio potere in odine ai traffici illeciti sul territorio di Latina rispetto ai gruppi criminali antagonisti, costituiti da soggetti non di etnia rom.




Cori, inaugurati i nuovi giardinetti in via Salita San Francesco

CORI (LT) – Dopo la riqualificazione dell’area, tornano ai cittadini in una veste rinnovata i giardinetti di via Salita San Francesco. Oggi (domenica) si è tenuta la piccola cerimonia di inaugurazione con il sindaco Mauro De Lillis, rappresentanti dell’amministrazione e del consiglio comunale – di maggioranza e opposizione – e i membri del Gruppo Montagna.

Il progetto per la riqualificazione di quest’area verde è stato infatti elaborato dal Comune di Cori e dal Gruppo Montagna Sentieri e Natura Onlus – soggetto al quale l’ente ne ha affidato la realizzazione con apposita convenzione – ed è stato finanziato dalla Regione Lazio con un contributo di 20mila euro, nell’ambito del relativo bando regionale finalizzato all’erogazione di incentivi a sostegno dei cittadini e delle associazioni che si occupano della manutenzione del verde pubblico urbano.

Gli interventi si sono concentrati, in particolare, sulla zona che consente l’accesso al parco e immette nello spazio giochi per bambini.

È stata posta in essere una manutenzione sia ordinaria che straordinaria che ha previsto una nuova recinzione di separazione dalla strada, il posizionamento di dissuasori all’ingresso del parco, il ripristino della pavimentazione in ghiaia e la ricostituzione dei margini in muratura, la potatura degli alberi, la rimozione della vegetazione e delle piante infestanti, l’integrazione dei sedili in cemento e tufo con panchine in legno, nuove altalene, scivolo e giochi per l’infanzia.

“Il Comune di Cori – spiega con soddisfazione il primo cittadino – ha richiesto e ottenuto dalla Regione Lazio un piccolo finanziamento per la riqualificazione dell’area ed ha affidato, come da bando regionale, l’esecuzione dell’opera a un’associazione del territorio: Il Gruppo Montagna. A tutti loro, al presidente Aldo Campagna, i nostri ringraziamenti e complimenti per il lavoro svolto. Un’altra zona del territorio recuperata”.




Latina, operazione Reset: arrestate 19 persone per associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso

LATINA – La Polizia di Stato di Latina, in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, con il supporto di 23 equipaggi del Reparto prevenzione crimine ed agenti dei Commissariati di Cisterna, Fondi, Terracina, Gaeta e Formia, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nei confronti di 18 persone ed una sottoposta alla misura cautelare degli arresti domiciliari, tutti indagati a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, numerose estorsioni aggravate anch’esse dal metodo mafioso ed un omicidio, aggravato dalla finalità di agevolazione mafiosa.

Le indagini costituiscono l’epilogo di un mirato approfondimento investigativo che la Squadra Mobile di Latina, insieme al Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, sotto la direzione ed il coordinamento della Direzione distrettuale Antimafia di Roma, sta conducendo nella Provincia di Latina, anche rispetto alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.

L’inchiesta si riconnette all’indagine “Don’t Touch” del 2015, avente ad oggetto le attività illecite svolte sul territorio pontino dall’associazione a delinquere facente capo a DI SILVIO Costantino detto Chà Chà, organizzazione strutturata su base territoriale e su legami di natura familiare, che nel tempo ha affermato il suo prestigio criminale nei settori dell’usura, dell’estorsione, della detenzione di armi e nello spaccio di sostanze stupefacenti.

Le dichiarazioni dei collaboratori sono state ulteriormente riscontrate dalle affermazioni delle persone offese vittime delle estorsioni, oltre che da ulteriori elementi di prova via via acquisiti nel corso di quest’ultima indagine:

emergeva con tutta evidenza, quindi, l’esistenza a Latina di un’organizzazione criminale dedita innanzitutto al traffico di sostanze stupefacenti, dotata di uomini ed armi sia per controllare le piazze di spaccio anche fuori la città di Latina sia per intimidire concorrenti scomodi, avvalendosi del metodo mafioso e della forza di intimidazione del vincolo associativo.

L’organizzazione si avvaleva di quattro fornitori principali che nel tempo hanno permesso al gruppo TRAVALI di monopolizzare il traffico di droga.

Sono stati individuati soggetti dediti all’attività di spaccio nel senso che fungevano da corrieri in occasione degli approvvigionamenti o da pusher nella distribuzione al minuto dello stupefacente; va detto che l’organizzazione poi era in grado di rifornire piazze di spaccio diverse da quelle di Latina Capoluogo, in particolare Cisterna di Latina,Sezze ed Aprilia.

In tale contesto, recenti indagini hanno dimostrato che recentemente e durante lo stato di detenzione, un soggetto abbia proseguito nella gestione delle attività di spaccio di sostanze stupefacenti, anche per mezzo della corruzione di pubblici ufficiali, al fine di potere godere di privilegi all’interno della Casa Circondariale ove si ritrovava ristretto.

Nondimeno, i nuovi approfondimenti investigativi disvelavano gli atti intimidatori e l’estromissione dal mercato degli stupefacenti a Latina di alcuni spacciatori , avvenuti con metodi violenti da parte del sodalizio; si tratta di una vicenda che dà l’esatta dimensione della violenza messa in atto dal gruppo TRAVALI per imporre il proprio predominio nella gestione delle piazze di spaccio e, in generale, su tutte le attività criminali.

In dettaglio, il gruppo TRAVALI, in un’occasione, non ha esitato troppo nel gambizzare uno spacciatore e per compiere atti di danneggiamenti ad un’autovettura e ad un esercizio commerciale nella disponibilità di un altro spacciatore, al fine di costringere il gruppetto ad acquistare la droga dal loro gruppo o comunque a spacciare per loro, ovvero versare la somma di 30000 euro a titolo estorsivo.

L’episodio è assolutamente sintomatico non solo della capacità di controllo della piazza di spaccio da parte dei TRAVALI grazie alla robusta organizzazione del sodalizio sia in termini di uomini che di possesso di armi da fuoco, ma anche dei metodi utilizzati per eliminare pericolosi concorrenti ed egemonizzare il mercato locale della droga, che sono assolutamente sovrapponibili a quelli delle organizzazioni criminali di matrice mafiosa.

Le nuove indagini hanno poi riscontrato la commissione di 18 episodi estorsivi che mostrano l’utilizzo di un metodo tipicamente e tradizionalmente mafioso, caratterizzato dalla prospettazione di ritorsioni, dal riferimento esplicito ad un clan di appartenenza, dall’affermazione di un controllo del territorio da cui deriva il potere di imporre il “pizzo”.

In tale contesto, gli indagati, hanno fatto leva sulla fama criminale derivante dall’appartenenza al clan TRAVALI, ottenendo in tal modo il silenzio di commercianti, imprenditori, professionisti, semplici cittadini, anche tifosi del Latina Calcio, che hanno tollerato le pressanti richieste, senza denunciare gli autori di tali fatti, almeno fino al contatto con le forze dell’ordine.

Nello specifico, gli indagati si rendevano responsabili di estorsioni di denaro ed attività d’usura con armi, facendo ricorso alla forza dell’ intimidazione promanante dall’appartenenza all’associazione a delinquere facente capo ai DI SILVIO ed ai TRAVALI, e dalla condizione di assoggettamento ed omertà derivanti dalla riserva di violenza costituente principale patrimonio dell’associazione, in ragione dello spessore criminale dei suoi sodali, riconosciuto sul territorio di Latina in relazione ai procedimenti penali che li hanno visti coinvolti per gravi delitti contro la persona, il patrimonio ed in materia di armi.

Le ultime investigazioni rivelavano, infine, uno scenario inedito dietro la commissione dell’omicidio di GIUROIU Nicolas Adrian, cittadino rumeno, assassinato a Latina nel Marzo del 2014.

I recenti approfondimenti, infatti, disvelavano che l’omicidio, sebbene pianificato e premeditato da altri, aveva visto la partecipazione di un TRAVALI, il quale aveva fornito le armi per l’omicidio agli spacciatori di fiducia, e fatto loro da staffetta con la propria macchina nella fase del rapimento della vittima.

L’apporto per l’omicidio, è avvenuto per una specifica finalità, ovvero quella di mostrare all’esterno la sua forza criminale; partecipando, infatti all’omicidio e fornendo le armi avrebbe dimostrato all’esterno di disporre di armi e uomini, di avere a disposizione persone fidelizzate disposte a difenderlo anche usando le armi, di esercitare il controllo sulla pianificazione ed esecuzione delle azioni criminali di maggior rilievo.




Bruno Astorre, 10 anni di calvario giudiziario e gogna mediatica per poi essere dichiarato innocente

La video intervista al Segretario del PD Lazio all’indomani della piena assoluzione

Dieci anni di calvario giudiziario per il segretario del PD Lazio Senatore Bruno Astorre prima di arrivare alla sentenza di piena assoluzione “perché il fatto non sussiste”.

Una vicenda giudiziaria che ha travolto il segretario del PD Lazio accusato di truffa per fatti risalenti al 2010-2013, quando era vicepresidente della Regione Lazio. Secondo la Procura il gruppo Dem al Consiglio regionale del Lazio tra il 2010 e il 2012 avrebbe sperperato 2 milioni e 600 mila euro in spese elettorali e sponsorizzazioni varie come pranzi cene e perfino partite a caccia e sagre del tartufo.

Un’inchiesta passata alle cronache come “spese pazze del PD Lazio”

Il Tribunale di Velletri ha disposto lo scorso 3 febbraio la piena assoluzione per il segretario PD.
“Una sentenza che arriva dopo quasi otto anni tra indagini e processo – ha commentato Astorre – e che dimostra pienamente la correttezza del mio operato come vice presidente del Consiglio Regionale del Lazio, tra il 2010 e il 2013″.




A Giulianello la base logistica dei narcotrafficanti: disarticolata organizzazione criminale. In manette 8 persone

GIULIANELLO (LT) – Nelle prime ore della mattinata i Carabinieri del Comando Provinciale di Latina, a Cori (LT), Velletri (RM), Napoli, Butera (CL) e Porto San Giorgio (FM), hanno arrestato otto persone e notificato altre due misure cautelari emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.

Le accuse rivolte agli indagati sono di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e spaccio di cocaina.

L’indagine, denominata “Alba Bianca” ed avviata dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia (LT) due anni fa, ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale dedito al narcotraffico di cocaina principalmente nel comune di Cori (LT), ove agisce praticamente in regime di monopolio, ma con propaggini anche nella provincia di Roma.

È stato accertato il ruolo di capi – promotori di tre fratelli, di origine albanese ma da anni trasferitisi in provincia di Latina, i quali si occupano delle forniture di stupefacenti e del “reclutamento”, in Italia ma soprattutto in Albania, di nuovi giovani pusher da inserire nell’associazione al fine di soddisfare le numerose richieste dei clienti.

La base logistica del sodalizio è a Giulianello di Cori (LT), zona periferica della provincia di Latina, luogo strategico poiché posto al confine con la provincia di Roma e dotato di vie di accesso facilmente controllabili da parte dei membri del sodalizio.

Le indagini, effettuate mediante servizi sul territorio della Stazione Carabinieri di Cori (LT), intercettazioni e sequestri, hanno accertato la disponibilità in capo agli indagati non solo di significative quantità di cocaina ma anche di ingenti quantitativi di denaro.




Aprilia, obbligo di presentazione e di dimora per un rapinatore seriale

APRILIA (LT) – I Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia, nella serata di ieri,  hanno notificato la misura cautelare dell’ obbligo di presentazione alla P.G. e l’obbligo di dimora presso il Comune di Aprilia, con la prescrizioni di permanenza in orario serale e notturno  presso la propria abitazione ad  un cittadino italiano, rapinatore seriale, G.C. classe 1969, residente ad Aprilia.

Il provvedimento  emesso dal GIP del Tribunale di Latina, D.ssa Giorgia Castriota, su richiesta del Procuratore Aggiunto Carlo Lasperanza e del Pubblico Ministero Antonio Sgarrella, è scaturito  dopo una serie di approfondite indagini esperite dal Reparto Territoriale dei Carabinieri di Aprilia  iniziate il 13.3.2020, quando  erano iniziate le indagini nei confronti di un soggetto di corporatura robusta, altezza mt. 1,70-1,80 circa,  di circa cinquanta anni  con capelli e barba brizzolati ed una evidente calvizie, il cui volto era parzialmente travisato da uno scaldacollo, che si era reso autore, alle ore 13:00 circa di quello stesso giorno, di una  rapina a mano armata in pregiudizio dell’ufficio Postale di  Largo Marconi ad Aprilia.

Nella circostanza il malvivente, con la minaccia delle armi (una pistola verosimilmente di tipo semiautomatico di colore nero)  aveva intimato all’impiegato dell’ufficio postale  di consegnare “tutti i soldi presenti in cassa”, richiesta esaudita dalla parte offesa intimidita dalla minaccia dell’arma impugnata dal malvivente a cui consegnava la somma di € 914,90.

Grazie ai filmati dell’impianto di videosorveglianza esterna di un vicino esercizio commerciale i militari dell’Arma di Aprilia acquisivano una immagine  sufficientemente chiara del malfattore in fuga, utile ad avviarne le preliminari ricerche.

In particolare  la ricostruzione antropometrica evidenziava  un abbigliamento molto particolare  composto da:

  • un giubbino trapuntato di colore blu/nero indossato sopra una felpa con cappuccio di colore blu;
  • un Pantalone tipo tuta ginnica di colore grigio scuro con banda verticale a contrasto di colore chiaro e calzature ginniche di colore uniformemente nero.

Particolare era anche la circostanza secondo la quale, un soggetto avente le stesse fattezze somatiche ed un abbigliamento similare, nei giorni successivi,  aveva perpetrato altri sei delitti di analogo tenore a quello sinora descritto, avvalendosi della medesima tattica intimidatoria ovvero quella di mostrare agli addetti alle casse una pistola di tipo semiautomatico di colore nero custodita nella tasca esterna del giubbino indossato e successivamente arraffando il denaro contenuto nei cassetti dei registratori di cassa per poi darsi a precipitosa fuga.

Nel corso di questi eventi il malvivente (ripreso dai sistemi di videosorveglianza) veniva immortalato sempre con abbigliamento composto da due tipologie di giubbini e pantaloni ma contraddistinto dalle medesime calzature di tipo ginnico e di colore  nero.

Ma  veniva anche  immortalata una  sorta di limitazione funzionale dell’avambraccio che era interessata da una sorta di evidente fasciatura bianca, maldestramente dissimulata, tentandone la ritrazione all’interno della manica del giubbino indossato.

Questi elementi, uniti alle impronte dattiloscopiche lasciate dal rapinatore su due flaconi di detergente spray che aveva portato  alla cassa per simulare la genuinità delle sue intenzioni permettevano individuare il rapinatore nei confronti del quale è stata accertata la consumazione delle sottonotate rapina:

  1. 13.3.2020 rapina a mano armata in pregiudizio dell’ufficio postale di Aprilia,  con un bottino di Euro 914,90;
  2. 20.3.2020 tentata rapina a mano armata in pregiudizio della  farmacia San Michele di Aprilia;
  3. 24.3.2020 rapina a mano armata  in pregiudizio  del supermercato IN’S sito in Aprilia, via A. Moro, con un bottino di euro 550,00;
  4. 7.4.2020 rapina a mano armata  in pregiudizio del supermercato IN’S sito in Aprilia, via A. Moro,  con un bottino  di Euro 350,00;
  5.  8.4.2020  rapina a mano armata  in pregiudizio del supermercato IN’S sito in Aprilia, via. A. Moro, con un bottino di Euro 135,00;
  6. 11.4.2020 rapina a mano armata in pregiudizio del supermercato penny market sito in Aprilia via Aldo Moro, con un bottino  di Euro 204.46;
  7. 28.4.2020 tentata rapina  in pregiudizio del supermercato IN’S sito in Aprilia, via A. Moro.

Nel corso delle indagini, durante le perquisizioni delegate dai Pubblici Ministeri coordinatori delle indagini, si procedeva a  rinvenire e sequestrare i capi di abbigliamento  mentre l’arma utilizzata, che a dire dell’indagato si trattava di una pistola giocattolo, non è stata rinvenuta perché il medesimo se ne era disfatto.




Formia, inaugurato il parco per cani: nei prossimi mesi ne saranno realizzati altri 4

FORMIA (LT) – Inaugurata un’area sgambamento per cani in via Amendola a Formia.

Un lavoro sinergico che ha visto impegnarsi il Comune insieme alle associazioni di volontariato che hanno attrezzato l’area donando giochi realizzati con bambù e materiale di recupero.

L’ evento si è svolto nel rispetto delle norme Covid e ha visto la partecipazione degli attori principali, accompagnati dai loro padroni.

“È la prima delle cinque aree – ha affermato il Sindaco Villa prima di sciogliere il nastro tricolore – le altre verranno realizzate nei prossimi mesi in altre zone della città. Creare spazi idonei per cani è un atto di civiltà. Un sentito ringraziamento va alla rete delle Associazioni che da tempo ci aiutano e supportano nella realizzazione di imprese che hanno come unico obiettivo donare bellezza alla nostra comunità.”




Formia – Cassino: al via lavori sulla super strada. Buche come crateri e sicurezza assente da anni

Il tratto formiano della cosiddetta Super strada Formia – Cassino (variante S.S. 7 Appia Formia Garigliano) di proprietà dell’ANAS, la cui pavimentazione è divenuta accidentata e disconnessa da anni, finalmente avrà a breve una nuova pavimentazione.
L’Amministrazione Villa esprime con soddisfazione la risoluzione di un problema che si trascina da molto tempo. Infatti fin dal momento del suo insediamento quest’Amministrazione ha costantemente sollecitato l’ANAS nel porre rimedio a tale critica situazione, al limite della sicurezza.
La conferma dell’inizio delle attività è la consegna del cantiere avvenuta nei giorni scorsi, da parte dell’ANAS.
Vista l’ampiezza dell’intervento, durante l’esecuzione dei lavori la circolazione stradale sarà regolamentata con senso unico alternato.
Nei prossimi giorni, sarà diffuso il programma degli interventi e i tratti interessati.




Latina, rischio collasso ospedale con 2.122 positivi. Simeone a Zingaretti e D’Amato: “C’è una programmazione?”

“E’ emergenza Covid all’ospedale Goretti di Latina. La situazione rischia di diventare esplosiva e a tal proposito ho presentato un’interrogazione urgente al governatore Zingaretti e all’assessore D’Amato per chiedere come intendano affrontare questa emergenza.
Il quadro è diventato critico con il passare dei giorni. E’ bene ricordare come dall’inizio dell’epidemia siano state colpite dal Covid 3010 persone in provincia di Latina.
Attualmente invece risultato positive 2122 persone. Di queste 1992 si trovano in isolamento domiciliare, mentre 130 sono invece ricoverate.
In realtà il timore è che tutto il reparto destinato ai pazienti colpiti dal virus sia al completo. Ed anzi ci risulta che vi siano ulteriori malati in attesa di un posto.
Sappiamo infatti che al Pronto Soccorso del nosocomio di Latina stazionano da giorni diverse persone positive al Covid ed ancora in attesa di un ricovero.
L’ordinanza regionale del 21 ottobre (allegato 1) rimodula la rete ospedaliera Covid, ed è lecito domandarsi se i 106 letti ordinari a regime assegnati all’ospedale Goretti siano tutti occupati.
C’è forse bisogno che vi siano più posti letto? All’amministrazione regionale chiedo: C’è una programmazione? Quale sarebbe e che tempi prevederebbe?
Relativamente alle persone che stazionano in questi giorni al Pronto Soccorso del Goretti possiamo sapere quante sono numericamente? Da quanto tempo attendono di essere ricoverate? E soprattutto, sarà possibile per loro ottenere il ricovero in ospedale?
Credo che a queste domande occorra dare risposte precise ed in tempi brevissimi. Attraverso l’interrogazione urgente intendo chiedere in particolare all’assessore D’Amato se vi è un piano effettivo per affrontare questa emergenza in atto presso l’ospedale Goretti di Latina”.
Lo dichiara in una nota Giuseppe Simeone, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale del Lazio e presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare




Frosinone e Latina, l’appello di Copagri su invasione di cinghiali: “Serve un patto tra agricoltori e cacciatori”

“Occorre stipulare un patto tra agricoltori e cacciatori per affrontare con determinazione l’annoso problema delle scorribande notturne dei cinghiali ormai fuori controllo sull’intero nostro territorio”. E’ la proposta avanzata dal presidente della Copagri Frosinone-Latina Fabrizio Neglia all’indomani dei danneggiamenti ai danni dei campi gestiti dall’azienda agricola Oasi di Canterno di Trivigliano,
completamente distrutti dal passaggio impetuoso degli animali. Episodi ormai giornalieri che si verificano ovunque, mandando in fumo in pochi minuti il lavoro degli agricoltori senza che le istituzioni, fino ad oggi, si siano davvero occupati del fenomeno con risolutezza. L’organizzazione agricola, dopo gli appelli scorsi, lancia una seria proposta per porre rimedio ad un problema ormai annoso: Diciamo stop alle tensioni tra agricoltori e cacciatori. A mio avviso – sottolinea il presidente
Copagri Fr-Lt Neglia – le due categorie devono cooperare per il bene comune. Gli agricoltori devono riconoscere quello che è il ruolo importante dei cacciatori i quali, da parte loro, hanno l’obbligo di fare altrettanto. Chiediamo l’intervento anche da parte degli ATC e delle associazioni dei cacciatori per una strategia comune di difesa del territorio. È doveroso da parte di tutti recuperare un rapporto che le polemiche hanno incrinato da qualche anno, è necessario un dialogo aperto tra le parti ed una
strategia che possa vedere nei cacciatori strumento ed il braccio operativo degli agricoltori. Una proposta che speriamo le associazioni venatorie possano accogliere positivamente”. La Copagri Fr-Lt, al contempo, si rivolge anche alla Regione Lazio: “Chiediamo l’intervento fattivo della giunta regionale che, fino ad oggi, ha messo in campo delle soluzioni soft e non risolutive. I cinghiali sul nostro territorio sono troppi ed il loro numero va diminuito in maniera più decisa se si intendono salvaguardare gli sforzi degli agricoltori”.